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Collegare gli AirPods a un PC Windows 10

In questa guida di oggi spiegheremo come collegare gli AirPods a un PC Windows 10 in maniera semplice.

Abbiamo bisogno di collegare le nostre AirPods a un Pc Windows 10? Niente di più semplice! Lo faremo attraverso il Bluetooth del nostro pc.

Primo Passo

Le istruzioni in questo articolo si applicano a tutti gli Apple AirPods e ai PC Windows con funzionalità wireless.

Prima di tutto dobbiamo accendere il Bluetooth del nostro PC.

  • Nel Centro notifiche, seleziona Tutte le impostazioni> Dispositivi> Bluetooth e altri dispositivi e segui le istruzioni per associare i tuoi Airpods.
  • Una volta avviato il processo di associazione, premere il pulsante cerchio sulla custodia di ricarica fino al completamento del processo.

Come collegare gli AirPods a un computer Windows 10

Il metodo per collegare gli Apple AirPods a un computer Windows è esattamente lo stesso di qualsiasi altro altoparlante o cuffia Bluetooth:

  1. Seleziona il Centro notifiche nell’angolo in basso a destra della barra delle applicazioni di Windows per aprire il Centro operativo di Windows.
centro notifiche

2. Seleziona Tutte le impostazioni nel Centro operativo di Windows.

Mentre hai il Centro operativo aperto, verifica che il Bluetooth sia abilitato. L’icona del Bluetooth dovrebbe essere evidenziata; in caso contrario, selezionala per attivarla.

impostazioni

3. Seleziona dispositivi nelle Impostazioni di Windows.

dispositivi bluetooth

4. Seleziona la scheda Bluetooth e altri dispositivi sul lato sinistro, quindi seleziona Aggiungi Bluetooth o altri dispositivi.

aggiungi dispositivo bluetooth

5. Seleziona Bluetooth nella finestra Aggiungi un dispositivo.

6. I tuoi Apple AirPod dovrebbero apparire nell’elenco come AirPods. Seleziona AirPods per iniziare il processo di associazione.

Se i tuoi AirPod non vengono visualizzati, apri il coperchio della custodia di ricarica.

airpods

7. Premi il pulsante cerchio sul retro della custodia di ricarica degli Apple AirPods mentre il coperchio è aperto. La luce della custodia di ricarica dovrebbe cambiare da verde a bianca.

Continua a premere con decisione il pulsante di sincronizzazione fino al completamento dell’associazione. Se visualizzi un messaggio di errore, premi il pulsante sync sulla custodia di ricarica prima di selezionare di nuovo gli AirPods dall’elenco dei dispositivi Bluetooth.

setup botton

8. Se associati correttamente, dovresti visualizzare il messaggio “Il tuo dispositivo è pronto per l’uso!” Seleziona per chiudere il messaggio.

AirPods

In che modo gli AirPods possono connettersi a un PC Windows?

Apple AirPods può connettersi a qualsiasi computer, dai laptop, ai computer desktop tradizionali, ai moderni dispositivi Windows 10 come Surface Pro, a condizione che siano dotati di connettività Bluetooth.

Una volta connessi a un PC Windows 10, gli Apple AirPods possono essere utilizzati per ascoltare audio, per parlare tramite il microfono integrato, per controllare il volume dell’audio o mettere in pausa il suono tramite i controlli di tocco.

Gli AirPod sono compatibili con la maggior parte dei dispositivi che supportano il Bluetooth, inclusi tablet e smartphone Android.

Come risolvere i problemi di sincronizzazione di Windows 10 con Apple AirPod

Se i tuoi Apple AirPods smettono di funzionare sul tuo PC Windows, prova queste soluzioni:

  • Disabilita il Bluetooth su altri dispositivi. Se hai associato i tuoi AirPods con il tuo iPhone, questo potrebbe interferire con la connessione al tuo PC, quindi prova a disattivare temporaneamente il Bluetooth su altri dispositivi.
  • Apri il coperchio della custodia di ricarica. Gli Apple AirPods si connettono ai dispositivi quando il coperchio della custodia di ricarica è aperto e la luce diventa verde. Prova ad aprire il coperchio per alcuni secondi prima di rimuovere gli AirPods e metterli nelle orecchie.

Se i problemi persistono, segui questi passaggi per la risoluzione dei problemi:

  1. Apri un’app come Spotify sul tuo PC Windows 10 e inizia a riprodurre un po’ di musica.
spotify

2. Riponi i tuoi Apple AirPods nella custodia di ricarica e chiudi il coperchio, quindi attendi qualche secondo.

AirPods

3. Apri il Centro operativo e seleziona Tutte le impostazioni.

all settings

4. Seleziona dispositivi nelle Impostazioni di Windows.

dispositivi

5. Assicurati che i tuoi AirPods siano nell’elenco dei dispositivi associati.

bluetooth

6. Apri il coperchio della custodia di ricarica, rimuovi gli AirPods e posizionali in ciascun orecchio.

7. Seleziona AirPods nell’elenco dei dispositivi, quindi seleziona Connetti. Gli AirPod dovrebbero connettersi e l’audio dovrebbe essere riprodotto attraverso di essi.

Se i tuoi Apple AirPods continuano a non riprodurre suoni, apri Tutte le impostazioni > dispositivi, quindi seleziona Rimuovi dispositivo per AirPods e ripeti il processo di associazione.

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Questo è tutto! Alla prossima guida!

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Cos’è e a cosa serve il file hosts

Vediamo cos’è il file hosts e a cosa serve. In questa guida vediamo passo passo come modificare il file hosts di Windows in base alle nostre esigenze.

Cos’è il file hosts

Il file hosts è un file di testo senza estensione utilizzato dal sistema operativo per mappare i nomi host negli indirizzi IP. Consente ad esempio di assegnare un IP arbitrario ad un nome di dominio (Es. dominio.it).

file hosts

Come possiamo notare la sintassi del file è molto semplice: a ciascuna riga corrisponde una coppia di valori, il primo rappresentato da un indirizzo IP e il secondo dal nome del sito. È possibile aggiungere commenti anteponendo il cancelletto (#) alla riga da commentare.

A cosa serve

Ci sono diversi motivi per modificare il file hosts, di seguito ne elenchiamo alcuni:

  1. Visualizzare anteprima sito web. Utile in caso di trasferimento di un sito web da un hosting ad un altro, in quanto possiamo visualizzare l’anteprima del sito web che andrà in produzione, e quindi controllare che tutto sia configurato correttamente, senza dover attendere l’aggiornamento dei DNS.
  2. Bloccare accesso sito web indesiderato. È possibile usare il file hosts per impedire la navigazione di siti con virus o malware, oppure siti di spam.
  3. Assegnare un nome mnemonico al router di casa. Per visualizzare la pagina di configurazione del tuo router casalingo, digitando non più il classico IP 192.168.0.1 ma un nome più facile da ricordare (es. router)

Importante!

Prima di procedere assicuriamoci che il nostro antivirus non abbia attiva l’impostazione che blocca la modifica del file hosts, in caso contrario dobbiamo disattivarla temporaneamente.

Nel caso di Avira Antivir:

  1. Tasto destro sull’icona dell antivirus e clic su “Gestione Antivirus”
  2. Selezionare la tab “Generali” quindi “Sicurezza”
  3. Spuntare la casella “Proteggi il file host di Windows da modifiche”
  4. Clic su Applica.
avira file hosts

Aprire il file hosts in Windows

Per aprire il file hosts in scrittura è sufficiente utilizzare il classico Blocco Note di Windows:

  1. Aprire il menù Start
  2. Digitare blocco note
  3. Tasto destro sull’icona del Blocco Note, selezionare Esegui come amministratore (Figura 1)
  4. Se si apre la finestra di Controllo account dell’utente cliccare su Si
  5. Selezionare File quindi Apri
  6. Selezionare Tutti i file (.) dal menù a tendina in basso a destra
  7. Sfogliare le cartelle fino a C:\Windows\System32\drivers\etc
  8. Doppio clic sul file hosts (Figura 2)
blocco note
file hosts

Testare le modifiche al file hosts

L’immagine successiva mostra il contenuto di default del file hosts.

modifiche file hosts

Se ad esempio vogliamo bloccare l’accesso al sito sitospam.it, posizioniamoci col cursore del mouse alla fine del file e digitiamo la seguente riga:

127.0.0.1 sitospam.it

Quindi dal menù del Blocco Note andiamo su Apri e Salva, apriamo il nostro browser preferito e proviamo a navigare sitospam.it.

Il sito risulterà irraggiungibile.

impossibile raggiungere il sito

Se invece vogliamo accedere alla schermata di configurazione del router attraverso un nome facile da ricordare anziché digitare l’IP, dobbiamo aggiungere la seguente riga:

192.168.1.1 router

dove 192.168.1.1 è l’IP per del nostro router casalingo.

ip router

Ripristinare il file hosts

Per poter ripristinare il file hosts allo stato originale eliminiamo la riga o le righe che abbiamo aggiunto, quindi salviamo nuovamente il file.

Assicuriamoci che le modifiche abbiano avuto effetto, in caso contrario dobbiamo svuotare la cache DNS locale, eseguendo questi semplici passaggi:

  1. Aprire il menù Start
  2. Selezionare Esegui
  3. Digitare ipconfig /flushdns e premere Invio

Programmi per modifica file hosts

Se dovessimo trovare qualche difficoltà con la procedura manuale, possiamo modificare il file hosts con un programma specifico come ad esempio Hostsman, un piccolo tool freeware disponibile per Windows, oppure in alternativa Hosts File Editor+. Entrambi hanno un’interfaccia molto intuitiva da usare quindi facilitano la procedura di modifica del file.

Conclusioni

In questa guida abbiamo visto quanto sia semplice modificare il file hosts in Windows per cambiare il comportamento dei DNS in locale sul nostro PC, e come questa viene in aiuto nel caso di migrazione sito web da un server all’altro.

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Aprire e convertire foto e immagini in formato HEIC

Se avete deciso di aprire questo articolo è perché molto probabilmente vi siete imbattuti in uno strano formato di foto denominato HEIC. In realtà non si tratta di qualcosa di anormale. Anzi, ormai da diversi anni sta diventando sempre più popolare, grazie soprattutto all’enorme quantità di iPhone presente sul territorio mondiale. Per cercare di capire meglio di cosa si tratta però, abbiamo deciso di creare una guida un po’ più approfondita, cercando di analizzare anche i modi migliore per aprire e convertire foto e immagini in formato HEIC.

Qualora foste interessati alla cosa quindi, vi consigliamo di proseguire già con il prossimo paragrafo e vi auguriamo una buona lettura.

Cosa sono le foto HEIC

Le foto in formato HEIC, acronimo di “High Efficiency Image File Format”, hanno la peculiarità di presentarsi come una sorta di contenitore, all’interno del quale è possibile ritrovare una singola immagine, oppure una sequenza di immagini.

L’idea arriva dalla Moving Picture Experts Group, ma è stata resa famosa principalmente da Apple, che ha deciso di utilizzare il suddetto formato come standard per le foto scattate con iPhone e iPad.

iPhone formato heic

Il motivo principale di ciò, va ricercato nel fatto che i dispositivi dell’azienda di Cupertino possono scattare sia foto singole che sequenze o “Live Photos“, le quali necessitano quindi di questo formato “contenitore” per poter, appunto, contenere più immagini in un singolo file.

Ma purtroppo non bisogna soffermarsi solo su questo, visto che non mancano aspetti negativi e che potrebbero effettivamente risultare piuttosto fastidiosi per gli utenti.

Vantaggi e svantaggi delle foto HEIC

Vantaggi

Ma prima di passare agli svantaggi, concentriamoci sugli aspetti positivi e, in particolare, sull’aspetto “economico” delle foto HEIC.

Ovviamente per economico si intende la capacità degli HEIC di mantenere una qualità dell’immagine abbastanza elevata (praticamente identica a quella dei JPG), pur garantendone un peso in memoria quasi dimezzato.

Ad esempio, una foto in JPG da 4 MB convertita in HEIC può arrivare a pesare circa 2.4 MB, offrendo quindi la medesima qualità.

Inoltre, concentrando l’attenzione sulla questione intelligenza artificiale, grazie alle foto HEIC, è possibile riconoscere i vari elementi presenti all’interno dello scatto. Ed è possibile anche classificarli in base a precisi parametri.

In questo modo, il sistema operativo sarà in grado di offrire opzioni avanzate di riconoscimento e mostrare informazioni più precise su ciò che l’utente guarda ogni giorno (ad esempio la razza di un cane, oppure il nome di un palazzo).

Infine, i file HEIC, essendo di natura “contenitore”, rappresentano un vantaggio assoluto per chi ama operare di  foto editing.

Le immagini caratterizzate dal suddetto formato supportano infatti le trasparenze fino a 16 bit (il JPEG arriva a supportare solo quelle a 8 bit) e permettono anche modifiche di rotazione, ritaglio, sovrapposizione e aggiunta di testo senza dover necessariamente creare delle copie della stessa immagine.

Svantaggi

Per quanto riguarda gli svantaggi invece, ne abbiamo individuati principalmente due: la compatibilità e le poche speranze di futuro.

La seconda motivazione delle due è da attribuire al fatto che purtroppo, altre aziende importanti, come Google, non sembrano voler puntare molto su questo formato. Concentrando invece l’attenzione su altre tipologie di file.

La prima è probabilmente la più attuale e fastidiosa. Attualmente infatti, non tutte le applicazioni supportano i file HEIC. Per questo motivo, in tantissimi casi sarà quindi necessario convertire l’immagine in uno dei formati più compatibili come JPG.

Tuttavia, c’è da dire che dopo diversi anni, i servizi più popolari (soprattutto Social Network) hanno ricevuto gli aggiornamenti necessari per visualizzarli correttamente.

Come scattare foto HEIC

Attualmente il modo più semplice per scattare foto in formato HEIC è quello di utilizzare un iPhone (o un iPad) e, in particolare, l’applicazione “Fotocamera” presente di serie.

Già dalla prima configurazione infatti, tutti gli scatti eseguiti dai suddetti dispositivi saranno esportati in tale formato.

scattare foto heic

Qualora ciò non accadesse però, l’unica cosa da fare sarà: aprire l’app “Impostazioni”, continuare con “Fotocamera”, cliccare sulla voce “Formati” e selezionare “Efficienza elevata”, la quale ridurrà la dimensione dei file e catturerà foto e video in formato HEIC e HEVC (per i video).

A partire da Android Pie (nona versione del sistema operativo mobile di Google) però, anche tutti gli altri smartphone in commercio potranno scattare foto HEIC.

Tuttavia, tale formato non sarà abilitato di default e molte aziende produttrici di smartphone potrebbero anche decidere di non abilitarlo per le proprie lenti fotografiche.

Per verificare ciò bisognerà necessariamente controllare nelle impostazioni dedicate alla fotocamera.

Come evitare foto HEIC

Qualora quindi questo formato non vi convincesse fino in fondo, si potrà comunque disattivare ed evitare.

Per farlo su Android sarà sufficiente continuare ad utilizzare la fotocamera senza modificare alcun parametro riguardante i formati di scatto.

Su iPhone invece, bisognerà aprire l‘app “Impostazioni”, continuare con “Fotocamera”, cliccare sulla voce “Formati” e selezionare “Più compatibile”, la quale consentirà alle lenti di catturare immagini in JPEG.

Come aprire le foto HEIC

Ovviamente tutte le aziende esterne ad Apple si sono adeguate al formato HEIC. Hanno infatti deciso di supportare in piena regola tutte le foto esportate nel suddetto formato.

Su iPhone, iPad e Mac invece, c’è davvero molto poco da dire. Qualunque applicazione presente di default sui dispositivi dell’azienda di Cupertino si utilizzi infatti (Foto, Anteprima oppure anche semplicemente il Finder), non si presenterà alcun problema di compatibilità.

Anche le ultime versioni di Windows e Android riescono a supportare di default le immagini HEIC, ma qualora doveste riscontrare problemi, si potrà immediatamente rimediare.

Su Microsoft Store di Windows è infatti disponibile il plugin “Estensioni di immagine HEIF”, scaricabile gratuitamente da qui, il quale consentirà al sistema operativo di leggere qualsiasi immagine.

Su Android invece, sempre nel caso in cui la galleria non riuscirà ad aprire le foto, consigliamo di utilizzare un’applicazione di terze parti perfettamente compatibile.

La migliore e più conosciuta in questo campo è indubbiamente Dropbox, disponibile al download gratuito tramite questo link.

Come convertire le foto HEIC

Passiamo adesso ad un altro strumento utile per la modifica degli HEIC: cloudconverter.

convertire heic

Si tratta di un sito Web gratuito, accessibile da qualsiasi Browser e che permetterà a chiunque di convertire le foto da HEIC a JPG, PNG, PDF e tanti altri formati.

Non resta quindi che raggiungere la pagina dedicata cliccando su questo link e proseguire con la lettura dell’articolo.

Convertire HEIC in JPG

Una volta aperto il sito di cloudconverter, bisognerà modificare i formati alla destra di “convert” e “to”.

La prima delle due caselle dovrà quindi essere impostata con HEIC, mentre la seconda, in questo caso, in JPG.

Per farlo, sarà quindi sufficiente premere sul riguardo interessato e selezionare il formato dal menu a tendina che apparirà automaticamente.

Una volta correttamente impostati i parametri, non servirà altro che cliccare su “Select File”, importare la foto da esportare di JPG e avviare l’operazione con il tasto “Convert”.

Immediatamente partirà il download secondo le impostazioni del Browser utilizzato.

Convertire HEIC in PNG

I medesimi passaggi dovranno essere eseguiti anche per convertire le foto HEIC in PNG. In questo caso però, alla destra di “to” bisognerà ricercare il valore “PNG”, il quale si troverà nel menu a tendina “Image”.

Per semplificare la ricerca si potrà anche utilizzare il campo di testo che apparirà in alto dopo aver premuto sulla casella interessata.

Dopodiché, basterà importare il file tramite il collegamento “Select File”, avviare il tutto con “Convert”, attendere la fine del download e aprire la nuova fotografia.

Convertire HEIC in PDF

Cloudconvert ha il vantaggio di supportare perfettamente anche formati diversi da quelli prettamente incentrati sulle fotografie, come ad esempio i PDF.

Proprio per questo motivo, potrà essere utilizzato per convertire una foto HEIC in un documento PDF.

Per farlo, bisognerà sempre cliccare sulla casella alla destra di “to”, spostarsi nella sezione “Document”, selezionare “PDF”, importare la foto da convertire cliccando su “Select File”, avviare il tutto con “Convert” e attendere la fine del download.

Convertire HEIC su iPhone

Ovviamente, sia su iPhone che su iPad e tutti gli altri dispositivi con Browser integrato, si potrà avviare una rapida conversione online tramite il sito di cloudconvert.

Ma per semplificare tutte le operazioni e avere sempre uno strumento offline a portata di mano, consigliamo l’utilizzo di un’applicazione dedicata alla conversione da HEIC a qualsiasi altro formato desiderato.

Tra le più consigliate in questo campo c’è “Il Convertitore di Immagini“, scaricabile gratuitamente da App Store attraverso questo link.

Una volta aperto il servizio, basterà importare il file di input HEIC e successivamente scegliere la tipologia di conversione. Tutte le restanti operazioni verranno eseguite automaticamente dall’app.

Ovviamente sarà perfettamente compatibile sia con iPhone che con iPad.

Convertire HEIC su Android

Per quanto riguarda gli smartphone e tablet Android invece, oltre al solito sito Web di cloudconvert, proponiamo l’applicazione gratuita “Heic to JPG Converter Free”.

Quest’app consente in pochissimo tempo di importare la foto HEIC dall’archivio o dalla galleria del dispositivo in questione e di convertirla in un file di tipo “JPG”, pienamente supportato da qualsiasi servizio.

Può quindi essere scaricata direttamente dal Play Store tramite questo link.

Il suddetto software sarà però unicamente in grado di esportare i file in JPG. Qualora si preferisse un formato diverso, come PNG, PDF, GIF, WEBP o altro, non possiamo che consigliare “Heic converter – Heic to JPG-PNG-PDF Converter”, anch’esso gratuito e disponibile sul Play Store tramite questo link.

Una volta scaricata, installata e aperta l’app, basterà premere sul pulsante “Open HEIC” in alto a sinistra e selezionare la foto da modificare dall’archivio dello smartphone.

A questo punto bisognerà cliccare sull’icona della freccia in basso a destra, scegliere il formato di output preferito e avviare l’operazione con “Convert HEIC”.

A questo punto tutte le immagini convertite appariranno in una nuova schermata della stessa applicazione e potranno essere aperte, condivise, salvate o anche eliminate dopo aver premuto sull’icona con tre puntini presente nell’angolo in basso a destra di ogni immagine.

Convertire HEIC su Mac

Grazie alle opzioni avanzate presenti in “Anteprima” (applicazione presente di default su tutti i Mac), sarà possibile convertire qualsiasi HEIC in maniera semplice, rapida e senza dover necessariamente scaricare alcun programma aggiuntivo.

Ovviamente, prima di vedere come farlo, vi ricordiamo che la soluzione di cloudconvert rimarrà sempre comunque valida.

Prima di tutto, bisognerà quindi individuare la foto da convertire, successivamente bisognerà aprire il suo menu a tendina cliccando con due dita sul trackpad su di essa (oppure con il tasto destro del mouse), portare il puntatore su “Apri con…” e scegliere “Anteprima”.

Una volta avviata la schermata di Anteprima con la foto interessata, sarà necessario cliccare su “File” nel menu opzioni in alto a sinistra, scegliere la voce “Esporta…”. Dopodiché aprire il menu a tendina alla destra di “Formato”, scegliere quello preferito (sarà presente anche PDF), selezionare la cartella di esportazione e concludere con “Salva”. L’operazione si concluderà in pochissimi istanti.

Qualora preferiate uno strumento ancora più semplice e rapido e che non occupi neppure tanto spazio in memoria, consigliamo “HEIC Converter”, disponibile gratuitamente sul Mac App Store e accessibile tramite questo link.

Il suo funzionamento è piuttosto banale. L’unica cosa da fare per avviare la conversione sarà: trascinare la foto sulla finestra nera, attendere il raggiungimento del 100% e l’operazione sarà completa.

Il nuovo file sarà esportato in JPEG o PNG (in base alla scelta dell’utente) e potrà essere immediatamente aperto dalla cartella dei download del Mac.

Convertire HEIC su Windows

Ancora per l’ultima volta vi ricordiamo che il sito Web di cloudconvert potrà essere utilizzato anche su Windows attraverso un qualsiasi Browser web.

Anzi, sui PC dotati del sistema operativo di Microsoft risulta essere il modo migliore per completare la conversione.

L’alternativa più adeguata si chiama infatti “HEIC to JPG, JPEG & PNG Converter”, può essere scaricata dal Microsoft Store tramite questo link, ma per farlo bisognerà affrontare un costo di circa 5 euro (molto spesso in promozione a poco meno di un euro).

Una volta acquistata e aperta, basterà quindi trascinare il file HEIC all’interno della sua schermata. Qui scegliere il formato preferito di esportazione e proseguire con la conversione.

Dopo pochi istanti il file apparirà nella cartella scelta per il salvataggio. Bisogna però specificare che purtroppo l’app non è compatibile con la versione S di Windows 10.

Per tutte le versioni precedenti a Windows 10, consigliamo nuovamente di operare tramite il sito di cloudconvert.

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Applicazioni, Formazione, Software

Bluestacks: App Android su Windows

BlueStacks: App Android su Windows, un emulatore potente e altamente funzionale per avere app Android su Windows. Tutte le istruzioni nell’articolo!

Bluestacks è un potente emulatore che permette di avere tutte le app che desideriamo comodamente sul proprio PC Windows. Il mondo Android è zeppo di applicazioni interessanti ma anche di giochi divertenti di cui alcuni di questi non sono presenti sullo store Microsoft. Perciò se volete emulare delle applicazioni Android sul vostro PC Windows questa è la soluzione adatta.

SEGUITE ATTENTAMENTE LE ISTRUZIONI PER IL FUNZIONAMENTO DELL’ EMULATORE:

1. Create un account Google se non ne avete già uno.

2. Scaricate l’emulatore qui.

3. Installate ora l’emulatore.

bluestacks

4. Una volta installato non dovremmo far altro che andare su in alto a destra sull’icona della lente per cercare le applicazioni, in questo modo possiamo installare applicazioni come WhatsApp e molto altro ancora.

5. E’ anche possibile inserire il numero di telefono a cui lo vogliamo associare, non avremo i contatti di rubrica, ma i nostri amici ci vedranno e possono scriverci, cosi da poter salvare i contatti e contattarli di conseguenza.

6. Possiamo tranquillamente scaricare qualsiasi gioco, e la maggioranza di essi funzionerà senza alcun problema.

Bluestacks: App Android su Windows

7. Le applicazioni si aggiorneranno automaticamente come accade nei dispositivi Android.

Non tutto funzionerà bene, ci troviamo d’altronde difronte ad un emulatore, ma il software BlueStacks è in continua evoluzioni.

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suoni di sistema
Formazione

Personalizziamo i suoni di sistema

I “suoni di sistema” che accompagnano Windows sono diventati ormai parte integrante dell’uso del PC, ma possiamo personalizzarli creandone di nuovi o abbinarli a segnali visivi.

Da quando il sistema operativo è stato in grado di supportare l’audio, i suoni di sistema sono sempre stati presenti in Windows. Anche se nelle ultime versioni sono meno invadenti, i suoni di sistema sono una costante irrinunciabile, ormai per qualsiasi sistema. Per quasi la totalità degli eventi di Windows è possibile avere un segnale acustico di avviso, che possiamo modificare facilmente eventualmente anche creando nuove combinazioni di suoni da assegnare ai diversi temi di Windows. Per accedere alla sezione delle Impostazioni da cui possiamo configurare i suoni di sistema, dobbiamo selezionare la voce Personalizzazione e quindi Temi.

A questo punto clicchiamo sulla voce Suoni e si aprirà una nuova finestra, intitolata Audio, che ci mostra l’elenco dei diversi eventi di sistema e l’associazione con i suoni. Alla finestra Audio possiamo accedere più velocemente facendo clic destro sull’icona con l’altoparlante nella barra inferiore di Windows e selezionando la voce Suoni dal menu contestuale.

L’ elenco dei suoni di sistema di Windows 10

Una volta arrivati alla finestra Audio possiamo intervenire sui singoli suoni di sistema. Nel riquadro centrale vediamo l’elenco di tutti gli eventi di Windows a cui possiamo associare i suoni. L’elenco è molto lungo, e contiene i suoni di Windows generici, quelli legati a Esplora file e quelli del Riconoscimento vocale. Scorriamo l’elenco fino a raggiungere l’evento a cui vogliamo associare il suono (o eventualmente cambiare quello in uso). Una volta selezionato, vedremo comparire nella parte in basso della finestra, con etichetta “Suoni”, il suono abbinato all’evento specifico, oppure (Nessuno) se l’evento non prevede il suono di sistema.

Da qui possiamo selezionare il suono dal menu a tendina che appare cliccando sulla freccia rivolta verso il basso nel riquadro Suoni, oppure selezionarne uno nuovo premendo il pulsante Sfoglia e indicando il file del suono da abbinare all’evento, che dev’essere necessariamente in formato WAV. Per essere sicuri della scelta, possiamo premere il pulsante Prova per ascoltare il suono selezionato, se soddisfatti salviamo premendo il pulsante Applica.

Creiamo una nuova combinazione di suoni di sistema

Una volta che abbiamo assegnato i vari suoni di sistema ai diversi eventi, possiamo salvare il risultato come una nuova combinazione, che potremo richiamare in qualsiasi momento. Per farlo, procediamo premendo sempre dalla finestra Audio il pulsante Salva, accanto alla voce Combinazione. Non preoccupiamoci di eventuali modifiche permanenti alla combinazione attiva: prima di effettuarne il salvataggio, il sistema ci chiederà infatti un nuovo nome da assegnarle, lasciando integra quella in uso. Una volta salvata la nuova combinazione di suoni, la vedremo comparire nell’elenco di quelle disponibili.

Ripristiniamo il suono di avvio in Windows 10

In Windows 10 il suono di avvio del sistema è ancora disponibile, anche se è preimpostato come disattivato. Per ripristinarlo, non dobbiamo far altro che selezionare la casella a fianco della voce Riproduci suono di avvio di Windows, sempre nella finestra Audio. Il suono di avvio è però “integrato” nel sistema e non modificabile. L’opzione non compare infatti nell’elenco degli eventi a cui associare i suoni.

Abbiniamo segnali visivi ai suoni di sistema di Windows

Se vogliamo rendere più evidenti i suoni che accompagnano gli eventi di sistema, possiamo abbinargli dei segnali visivi, ovvero far “lampeggiare” l’intero schermo, la finestra attiva o solo la sua barra del titolo. Questa funzione è prevista dalle opzioni presenti nella sezione Accessibilità delle Impostazioni, più precisamente nel sottomenu Udito/Audio. Anche se progettata per semplificare l’uso delle funzioni del PC alle persone non udenti, questa opzione può essere comoda anche per tutti gli altri utenti.

Una volta arrivati nella schermata Audio delle opzioni di accessibilità, scorriamo la pagina verso il basso fino alla parte intitolata Mostra avvisi audio visivi. Dal menu a tendina selezioniamo la modalità di visualizzazione degli avvisi e chiudiamo la finestra. Una volta attivata questa opzione potremo essere certi di non perderci più nemmeno un evento di sistema.

Otteniamo nuove combinazioni di suoni con i temi

Un altro modo per rinnovare i suoni di sistema di Windows 10 è quello di trovare dei temi che li includano. I temi sono combinazioni di sfondi, colori delle finestre, formato del cursore del mouse e, appunto, suoni di sistema. Non tutti i temi, però, prevedono ogni elemento, anzi: nella maggior parte dei casi i temi ci offrono solo qualche sfondo del desktop e diverse colorazioni dei vari elementi grafici di Windows.

Se vogliamo scaricare e installare nuovi temi, il posto migliore è il Microsoft Store di Windows, ma esistono anche altri siti che offrono un’ampia scelta di temi gratuiti. Per esempio, themepack.me è un ottimo “contenitore” di temi. Per installarne uno, scarichiamo il relativo file (con estensione deskthemepack) e facciamoci doppio clic sopra. Se il tema prevede dei suoni di sistema, li vedremo apparire nell’elenco delle combinazioni.

Creiamo i nostri suoni di sistema personali

Se decidiamo di aggiungere dei nostri file audio ai suoni di sistema dobbiamo accertarci che siano in formato WAV. Eventuali registrazioni devono quindi essere salvate in questo formato, mentre file già in nostro possesso devono essere eventualmente convertiti. Spesso, infatti, ci troveremo dei file nel più diffuso formato MP3, quindi dobbiamo procurarci un programma adatto allo scopo. Per esempio l’editor audio Open Source Audacity, che possiamo scaricare dal sito www.audacityteam.org. Audacity ci permette sia di effettuare registrazioni audio, sia di convertire file in altri formati. Con questo programma possiamo inoltre modificare le registrazioni o i file, tagliandoli se necessario per eliminare parti indesiderate, oppure applicando vari effetti. Terminata la registrazione o la modifica, dobbiamo salvare il file nel formato corretto selezionando File/Esporta/Esporta come WAV.

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Formazione, Hardware, Tech

Come collegare due monitor al PC

Se fino a qualche tempo fa collegare due monitor al PC poteva rivelarsi una spesa eccessiva, oggi quasi tutti li utilizzano per lavorare, così da poter suddividere meglio i programmi e le varie finestre. Praticamente ogni PC moderno può supportare il doppio monitor e, se così non fosse, possiamo sempre montare una scheda video con una doppia uscita video. A questo aggiungiamo che, nelle ultime versioni di Windows, possiamo trovare molte funzionalità di supporto alla configurazione dual monitor, cosa che prima richiedeva l’utilizzo di programmi appositi per “sdoppiare” il segnale.

collegare due monitor al PC

Con Windows 10 ogni monitor può avere la propria barra delle applicazioni e il pulsante Start, possiamo avere due sfondi diversi oppure uno solo panoramico esteso sui due schermi. In questa guida vi mostreremo i passaggi da seguire per collegare due monitor al PC, partendo dai requisiti e finendo con le impostazioni da configurare su Windows.

Tipo di schermo per il dual monitor

Per realizzare questa modalità sono ovviamente richiesti due monitor, che non devono per forza essere uguali. Si possono usare anche monitor di produttori diversi anche se, per ottenere i migliori risultati, conviene che i due monitor abbiamo la stessa risoluzione massima. Se si utilizzano due monitor con una diversa risoluzione, meglio farli operare ad una risoluzione supportata da entrambi (nell’esempio in alto, impostiamo entrambi i monitor a 1366×768 pixel).

Utilizzando due monitor con risoluzione diversa (uno a 1920×1080 pixel e l’altro a 1366×768 pixel per esempio) otterremo un ridimensionamento automatico delle finestre trascinandole da uno schermo all’altro. Questo potrebbe cambiare anche le proporzioni dei contenuti in una finestra (per esempio il testo di Word).

Tipo di collegamento tra PC e monitor

La seconda cosa da controllare sono i collegamenti presenti sul retro del PC e sul retro di entrambi i monitor. Sul computer devono essere presenti due uscite per il monitor, che possono essere disponibili sia sulla scheda madre sia sulla scheda video dedicata.

I tipi di collegamento più diffusi sono HDMIDisplayPort e DVI. Assicuriamoci che due di questi siano presenti sul retro del computer e controlliamo che entrambi i monitor posseggano almeno di una porta DVI (il più “anziano” tra quelli citati).

Cavi monitor

Evitiamo di utilizzare (se possibile) la connessione VGA, ormai datata per la maggior parte delle risoluzioni odierne. I due monitor possono anche avere due tipi diversi di connessione. Per esempio possiamo collegare un monitor con un cavo HDMI e l’altro con un cavo DVI o DisplayPort senza problemi.

Nel caso in cui dobbiamo comprare un secondo monitor controlliamo che siano presenti HDMI e DisplayPort, così da poterlo adattare a qualsiasi tipo di computer. Se si lavora con un portatile, possiamo collegare due monitor comprando una Docking Station, che fa da tramite e aggiunge le porte VGA o HDMI per il collegamento.

Scheda grafica del PC

Una scheda grafica dedicata di buon livello dovrebbe avere una porta HDMI, una porta DisplayPort e una porta DVI (anche se ultimamente non viene più inserita); sulle schede video più costose possiamo collegare fino a 6 monitor su altrettante porte!

scheda video

Se la scheda grafica è integrata nella scheda madre, quasi tutti i computer moderni offrono DVI e HDMI come porte video. Basterà sfruttare questi per ottenere il dual monitor. Dopo aver collegato i due monitor alla scheda video possiamo utilizzare sia le impostazioni di Windows sia il pannello di controllo dei driver dedicati alla scheda video per gestire la risoluzione e la modalità d’utilizzo

Configurare i due monitor su Windows

Dopo aver effettuato i vari collegamenti è il momento di accendere il computer e configurare i due schermi. Consigliamo di partire sempre con un solo monitor inserito (quello che identificheremo come principale), poi procedere al collegamento e alla configurazione del secondo.

Dopo la prima configurazione non dovremo fare nient’altro: Windows si ricorderà le nostre impostazioni. Una volta collegato il secondo monitor portiamoci in Impostazioni -> Sistema -> Schermo e premiamo sul tasto Rileva; se abbiamo collegato tutto correttamente comparirà il secondo monitor nel sistema di gestione.

impostazioni schermi

Lo schermo primario viene indicato con un simbolo 1 sopra, mentre quello secondario con il 2.

Selezioniamo quindi il monitor che si vuole come primario dal menu a tendina, premiamo su Identifica per sapere se è effettivamente impostato come 1 o come 2.

Dopo aver configurato il monitor primario, premiamo insieme i tasti Windows+P per accedere rapidamente alla finestra di configurazione degli schermi.

proietta schermi

Estendere lo schermo significa fare in modo di disporre un monitor ancora più ampio, che estende i suoi margini sul display accessorio. Viene creata un’estensione del desktop originale con nuova barra delle applicazioni separata. La risoluzione dello schermo deve essere identica su entrambi i monitor, anche a costo di sacrificare la qualità di quello più nuovo. Da notare che il menu Start si vedrà su entrambi gli schermi, ma ogni programma si aprirà sullo schermo principale e sarà, nel caso, da spostare e trascinare sull’altro monitor.

Sempre in Windows 10 è possibile scegliere uno sfondo panoramico per entrambi i monitor, dalla finestra per selezionare lo sfondo (premere col tasto destro del mouse sul desktop vuoto e poi andare su Personalizza).

Collegare due monitor in modalità wireless

Per collegare due monitor non è più indispensabile ricorrere a una soluzione “cablata”. Da qualche tempo a questa parte, infatti, è possibile usare Chromecast e lo standard Miracast. Chromecast, la chiavetta HDMI di Google da tempo disponibile nella sua seconda versione, è uno strumento eccellente che consente di trasformare qualunque televisore in una TV davvero “smart”. Una volta configurata la chiavetta, per trasmettere lo schermo a Chromecast, basta avviare il browser Chrome, cliccare con il tasto destro del mouse in un’area libera della pagina e scegliere Trasmetti. Non è più necessario installare alcuna estensione, requisito indispensabile in passato.

modalità wireless

Chrome permetterà così di clonare la singola scheda visualizzata nel browser oppure l’intero schermo. Di base, Chromecast permette soltanto di clonare lo schermo. A suo tempo, noi abbiamo individuato una procedura non supportata ufficialmente che permette di estendere il monitor del PC. I monitor/TV Miracast vengono automaticamente rilevati da Windows e utilizzando la combinazione di tasti Windows+P citata in precedenza. Si potrà attivare la duplicazione o l’estensione dello schermo.

Verifica supporto Miracast

Nel caso in cui lo schermo accessorio non supportasse direttamente Miracast, si potrà utilizzare un adattatore Miracast come questo. A patto però di avere disponibile sul monitor una porta USB per l’alimentazione del dispositivo. È fondamentale, ovviamente, che anche il computer supporti Miracast. Per verificarlo, basta scrivere dxdiag nella casella Apri e premere Invio. Al termine delle verifiche svolte dallo Strumento di diagnostica DirectX, si dovrà fare clic sul pulsante Salva tutte le informazioni quindi memorizzare il report (dxdiag.txt) in una cartella di propria scelta.

Dopo aver aperto il file .txt con un normale editor di testo, accanto alle voci Miracast si dovrebbe trovare un messaggio che conferma il supporto Miracast o che, viceversa, indica l’impossibilità di utilizzare questo standard. In quest’ultimo caso, viene chiarito se il problema dipenda dalla scheda WiFi o dalla scheda grafica (not supported by Wi-Fi driver o not supported by graphics driver).

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recuperare file word non salvati
Formazione, Software

Recuperare un file di Word non salvato con Windows

Immaginate di scrivere un documento di Word e improvvisamente l’applicativo si chiude o il computer si blocca prima del salvataggio del documento. Non è poi una casistica così difficile da trovare e vivere nel quotidiano. Tuttavia, può essere facile recuperare un file di Word non salvato, utilizzando le opzioni integrate nel software di videoscrittura Microsoft e le soluzioni di recupero file di Windows. Questa guida informatica ti spiega come fare, in tutte le casistiche.

Ricordiamo che come opzione predefinita, Word utilizza l’opzione di salvataggio automatico dei documenti ogni dieci minuti di lavoro. I documenti non salvati vengono memorizzati dall’applicativo all’interno di una cartella nascosta denominata “UnsavedFiles”. Ovviamente la tempistica di salvataggio automatico può essere abbassata, per limitare al minimo eventuali problemi di perdita dei dati. È possibile recuperare i documenti non salvati direttamente da Word, seguendo questa procedura:

  1. Aprire Word; Cliccare sul menu “File”;
  2. Cliccare su “Gestisci Documento” nella parte centrale;
  3. Selezionare “Recupera documenti non salvati”;
  4. Scegliere il documento per aprirlo.

Con questa procedura Word ci porterà direttamente alla cartella nascosta nella quale sono memorizzati i documenti non salvati dall’utente. All’interno della cartella, i documenti non salvati sono memorizzati con estensione “.ASD”. Se il recupero dei file avviene correttamente, avete portato a termine l’operazione di ripristino.

Cercare il documento nelle cartelle nascoste

Se non è stato possibile recuperare un file di Word non salvato con l’operazione precedente, non demordiamo poiché questo potrebbe trovarsi in qualche altra cartella “segreta” di Windows.

  1. %temp%
  2. %appdata%\Microsoft\Word
  3. %localappdata%\Temp

Per aprire queste cartelle è sufficiente premere la combinazione di tasti WIN+R e digitare il percorso indicato sopra, una cartella alla volta.

All’interno di queste cartelle occorre prestare attenzione alla presenza di file o directory che possono contenere il file non salvato, solitamente con estensione .ASD, .TMP, .DOC o .DOCX. Se il documento ritrovato non possiede estensione Word, per aprirlo occorre selezionare l’opzione “Apri con…” e scegliere Word nell’elenco dei programmi installati.

Utilizzare le Shadow Copy e le versioni precedenti dei file

Se nessuno dei tentativi di recupero file di Word elencati sopra ha funzionato, non ci resta che affidarci alle Shadow Copy di Windows per ripristinare una versione precedente del file.

Per prima cosa cerchiamo di recuperare la copia del file non salvata che, magari accidentalmente è stata cancellata:

  1. Premere la combinazione di tasti WIN+R;
  2. Digitare il percorso “%LOCALAPPDATA%\Microsoft\Office\” e premere INVIO;
  3. Cliccare con il tasto destro sulla cartella “UnsavedFiles”;
  4. Selezionare “Ripristina versioni precedenti”;
  5. Scegliere la data più recente del ripristino, se disponibile.

Se le opzioni di ripristino configurazione di sistema di Windows sono attive, dovremmo poter recuperare il documento, in caso contrario raccomandiamo di attivare questa funzionalità di Windows (vedi sotto). La stessa procedura potrebbe essere utilizzata anche all’interno di altre cartelle, nelle quali riteniamo di aver memorizzato una copia del documento in passato.

Come attivare la creazione dei punti di ripristino di Windows 10:

  1. Premere la combinazione di tasti WIN+S per visualizzare la casella di ricerca di Windows 10;
  2. Digitare “Crea punto di ripristino” e cliccare sulla voce proposta;
  3. Selezionare il disco sul quale disattivare la protezione di sistema e cliccare sul bottone “Configura”;
  4. Selezionare “Attiva la protezione di sistema”.

Per recuperare le Shadow Copy dei file non visualizzate dal menu contestuale di Windows (soluzione proposta in precedenza), sarà possibile utilizzare ShadowExplorer, un programma per tecnici informatici fondamentale. Si tratta di un software che consente di sfogliare le copie shadow di Windows e recuperare file o cartelle facilmente. 

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chiamare gratis da pc o mac
Digitalizzazione, Formazione, Smartphone, Software, Telefonia Mobile

Chiamare da PC o Mac gratis

Anche le chiamate sono ormai progredite grazie all’arrivo dei Social Network e ai servizi di chiamata via Internet. Questo significa che non è più necessario possedere una SIM (o quasi) per affrontare una conversazione audio, ma semplicemente una connessione Wi-Fi. Inoltre, tutto potrà essere fatto anche semplicemente da computer e senza il bisogno di recuperare il proprio smartphone. Oggi andremo quindi a vedere come telefonare/chiamare da PC o Mac gratis, concentrando l’attenzione sulle piattaforme più popolari e utilizzate in questo campo.

Chiamare da PC con WhatsApp

Iniziamo con il Social Network per eccellenza, ovvero WhatsApp. Diciamo che, per poter effettuare delle chiamate con WhatsApp tramite PC bisognerà utilizzare necessariamente l’applicazione desktop disponibile per PC. Attualmente non è infatti possibile sfruttare la funzione sfruttare il portale online di WhatsApp Web.

Prima di tutto quindi, sarà necessario effettuare il download del programma, disponibile sia per PC Windows a 64-bit che a 32-bit. Per farlo basterà raggiungere la pagina ufficiale cliccando su questo link e subito dopo utilizzare il tasto “Scarica per Windows” in basso a destra. Il sito riconoscerà automaticamente la versione del sistema operativo da scaricare, ma, qualora fosse errata, si potrà comunque scegliere una versione alternativa cliccando su uno dei collegamenti in basso.

Chiamare da PC con WhatsApp

Una volta concluso il download, bisognerà effettuare un doppio click sul file scaricato e avviare la procedura di installazione e prima configurazione. A questo punto ovviamente sarà necessario impugnare il proprio smartphone per inquadrare il codice QR da connettere. Tutta la procedura sarà comunque opportunamente illustrata dalle schermate del programma su PC.

codice qr whatsapp web

Quando la configurazione sarà completa, si potrà chiamare da PC e procedere con l’avvio della chiamata o videochiamata. Per farlo basterà ricercare il nome del contatto desiderato e cliccarci su (la rubrica verrà duplicata direttamente dall’app per smartphone), così da avviare la schermata di conversazione. In alto appariranno quindi due icone: quella della cornetta, utile per avviare una chiamata audio e quella della videocamera, necessaria invece per effettuare videochiamate. Una volta cliccata l’apposita icona, la telefonata partirà immediatamente.

Chiamare da Mac con WhatsApp

Tutto ciò che abbiamo detto nel paragrafo precedente ha esattamente lo stesso valore anche su Mac, in quanto i limiti e i passaggi da seguire risulteranno sostanzialmente gli stessi. Il sito utile per effettuare il download è anch’esso identico e può essere raggiunto cliccando su questo link.

Chiamare da Mac con WhatsApp

Il processo di installazione varierà leggermente, in quanto, in questi caso non servirà altro che trascinare l’icona di WhatsApp nella cartella “Applicazioni” e il gioco sarà fatto. Ora basterà aprire l’app appena scaricata e completare la configurazione del servizio attraverso il codice QR e l’applicazione per smartphone.

Se non ti viene mostrato il tutorial iniziale, pigia invece sul pulsante + collocato in alto a destra oppure sulla voce Scannerizza il codice QR e inquadra il codice QR come spiegato in precedenza.

A questo punto tutto ciò che bisognerà fare sarà cercare il contatto interessato tramite il campo di testo in alto a sinistra. Selezionare il suo nome per aprire la schermata di conversazione e cliccare sull’icona della cornetta in alto per effettuare una chiamata vocale o quella della videocamera per avviare una videochiamata.

Chiamare da PC con Skype

Per chiamare da PC con Skype, si dovrebbe fare un discorso un po’ più ampio. Questo perché grazie al “credito”, si potranno effettuare anche delle classiche chiamate verso numeri di telefono fissi o mobili, senza quindi la necessità che l’interlocutore disponga di un account Skype. Tuttavia, il suddetto credito deve essere acquistato e visto che in questa guida affronteremo solo i metodi gratuiti per effettuare chiamate, lasceremo perdere questo particolare strumento.

Chiamare da PC con Skype

Detto questo, per utilizzare correttamente le chiamate e le videochiamate di Skype tramite Internet, sarà necessario possedere un account di Microsoft e anche l’applicazione del servizio sul proprio PC. Quest’ultima potrà essere scaricata cliccando su questo link e utilizzando il tasto nella colonna di sinistra. Invece per creare un account Microsoft gratuito, qualora non si possedesse già, si potrà proseguire tramite questo link.

Una volta scaricato il programma, basterà quindi aprirlo e successivamente accedere tramite l’account Microsoft creato precedentemente. Ora bisognerà ricercare l’account dell’utente da chiamare o videochiamare (che dovrà ovviamente possedere un account Skype) utilizzando la barra di testo. Oppure possiamo cliccare sull’icona della rubrica nel caso in cui il contatto sia già stato invitato in precedenza. Selezionando il suo nome si aprirà la schermata di conversazione, con all’interno l’icona della cornetta, utile per avviare una telefonata audio e quella della videocamera per avviare una videochiamata.

Come telefonare da Mac con Skype

Anche in questo caso, per effettuare delle chiamate con Skype su Mac, varranno le stesse considerazioni viste per PC Windows. Per effettuare il download dell’app bisognerà quindi utilizzare l’opportuno tasto presente in questa pagina. Mentre, per creare un account Microsoft gratuito si potrà proseguire tramite questo link.

Come telefonare da Mac con Skype

Dopo aver installato l’applicazione sarà quindi possibile accedere tramite l’account gratuito di Microsoft creato in precedenza e procedere con la ricerca dei contatti. Per farlo, bisognerà utilizzare il campo di testo in alto a sinistra per ricercare il nome utente interessato oppure cliccare sull’icona della rubrica per selezionare un contatto già salvato.

Selezionando il nome preferito si avvierà quindi la schermata di conversazione. Una volta qui si potranno avviare delle chiamate vocali o videochiamate, cliccando rispettivamente sull’icona della cornetta o della videocamera. Ovviamente anche l’interlocutore dovrà possedere Skype, altrimenti non apparirà tra i contatti disponibili.

Telefonare da PC con Facebook Messenger

Quasi tutte le funzionalità di chiamata di Facebook Messenger sono disponibili sia sul sito Web di Messenger che sull’applicazione gratuita per PC Windows e Mac, scaricabile attraverso questo portale. Tuttavia, qualora si volessero effettuare delle videochiamate di gruppo, bisognerà utilizzare necessariamente l’applicazione, in quanto non sarà possibile farlo dal sito Web. Inoltre, per accedere a Messenger non sarà necessario possedere un account Facebook, ma sarà anche possibile attivare, eventualmente, un nuovo profilo esclusivamente dedicato alla piattaforma di messaggistica, utilizzando soltanto il numero di telefono.

In ogni caso, sia l’interfaccia Web che dell’app per PC Windows e Mac sarà esattamente la stessa e i passaggi per effettuare delle chiamate non varieranno in alcun modo. Per procedere basterà quindi utilizzare la barra di ricerca in alto a sinistra per cercare il nome dell’utente preferito (che dovrà possedere un account Messenger). Una volta qui cliccarci su per aprire la schermata di conversazione. Qui saranno quindi presenti le icone della cornetta per avviare una chiamata vocale e quella della videocamera per avviare invece delle videochiamate (anche di gruppo, ma solo con l’app).

Telefonare da PC con Facebook Messenger

Telefonare da PC Windows collegando uno smartphone Android

All’interno dei computer con Windows 10 (e successive versioni) è presente l’applicazione “Telefono”. Tale app sarà in grado di sfruttare uno smartphone Android (a partire dalla versione 7) per effettuare delle chiamate attraverso la connessione Bluetooth. Questo significa che, tutto ciò che occorrerà per completare l’operazione sarà possedere due dispositivi dotati dei suddetti sistemi operativi e giusto qualche secondo di tempo per connetterli tra loro.

Per avviare la connessione sarà infatti sufficiente aprire le impostazioni del PC Windows. Poi successivamente avviare la schermata dedicata alle connessioni, all’interno della quale bisognerà scegliere l’opzione “Bluetooth” e ricercare un nuovo dispositivo. A questo punto basterà rendere visibile lo smartphone Android dalle impostazioni del Bluetooth (in genere risulta essere visibile di default) e automaticamente apparirà tra i device disponibili per l’accoppiamento sul computer. Cliccando sul suo nome si stabilirà immediatamente una connessione fra i due..

Arrivati a questo punto, si potrà procedere con la chiamate. Per farlo basterà aprire l’applicazione “Telefono”, selezionare la voce “Chiamate” e concludere la configurazione rapida. Da questo momento in poi sarà possibile sfruttare la stessa app per avviare delle chiamate (classiche, senza connessione Internet). Quest’ultime saranno effettuate tramite la SIM dello smartphone Android, il quale dovrà comunque rimanere nel raggio del Bluetooth (circa dieci metri da PC).

Telefonare da Mac collegando un iPhone

Infine, chiudiamo con la controparte della famiglia Apple, ovvero la connessione diretta tra iPhone e Mac, sia che esso sia fisso o portatile. Partiamo col dire che, quasi tutte le funzioni di “sincronizzazione” tra smartphone e computer dell’azienda di Cupertino passano per un servizio definito Continuity (o Continuità in italiano), il quale funzionerà esclusivamente a partire da iOS 8. Per quanto riguarda macOS invece, basterà tenere aggiornato il software ad una qualsiasi versione a partire da OS X Yosemite.

Vediamo quindi quali sono le condizioni necessarie per sfruttare le chiamate su Mac attraverso iPhone. Innanzitutto, entrambi i dispositivi dovranno avere il Wi-Fi attivo e, ovviamente, dovranno essere connessi alla stessa rete (Wireless o cablata). Inoltre, di fondamentale importanza, tutti e due i device dovranno essere configurati con lo stesso Apple ID e dovranno aver eseguito l’accesso all’app di FaceTime (basta aprirla e inserire l’account dell’Apple ID).

chiamata da iphone a mac

A questo punto, su iPhone, bisognerà aprire l’applicazione “Impostazioni”, continuare con “Telefono” e assicurarsi che all’interno di “Chiamate su altri dispositivi” siano attivi i toggle relativi a “Consenti chiamate” e al nome del Mac dal quale rispondere. Su Mac invece, sarà necessario aprire l’app di “FaceTime”, continuare con “FaceTime” nella barra dei menu in alto a sinistra, cliccare su “Preferenze”, spostarsi nella sezione “Impostazioni” e abilitare la voce “Chiamate da iPhone”.

Da questo momento in poi, ogni volta che l’iPhone connesso riceverà una chiamata, questa verrà duplicata anche sul Mac, offrendo ovviamente la possibilità di rispondere tramite il microfono del computer. Per poter avviare una nuova chiamata invece, bisognerà utilizzare l’applicazione “Contatti” o “FaceTime”, all’interno delle quali appariranno le icone della cornetta e della videocamera, utili per avviare una telefonata o una videoconferenza.

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addio suono avvio windows
Creative, Formazione

Che fine ha fatto il suono di avvio di Windows?

Da qualche tempo (in verità da qualche anno), Windows ha perso il suo caratteristico suono di avvio. Fin qui nessuna notizia o novità. Merita però una segnalazione il fatto che, a spiegare il perché della scelta, è oggi Jensen Harris. È stato fino al 2014 impegnato con Microsoft nel ruolo di Director of Program Management. Nei giorni scorsi ha condiviso un video da oltre 15 minuti di cui consigliamo la visione integrale, ricco di curiosità sulla storia e sull’evoluzione del sistema operativo. Questa storia è stata raccontata su YouTube da Jensen Harris, che era direttore della gestione dei programmi per il team Windows UX di Microsoft. Ecco di seguito il video.

La scomparsa del caratteristico suono è avvenuta con il lancio di Windows 8. O meglio, durante i lavori sulla realizzazione della piattaforma. Nel 2008, impegnato sul progetto poi sfociato nella linea Surface, il gruppo di Redmond ha dovuto fare i conti con la consapevolezza che i PC desktop stavano perdendo quote di mercato in favore dei laptop e dei dispositivi portatili (in quegli anni stava avvenendo la rivoluzione iPhone): apparecchi non più fermi su una scrivania, ma trasportati ovunque dagli utenti e accessibili in qualunque momento. Da lì la consapevolezza che l’audio riprodotto a ogni boot, in alcune occasioni, costituisce più un disturbo che non un valore aggiunto.

Un suono storico

Harris ha promesso di svelare prossimamente, attraverso il proprio canale YouTube, qual è il suono di avvio realizzato per Windows 8 e poi rimasto nel cassetto. La caratteristica, introdotta all’inizio degli anni ’90 con Windows 3.1, è rimasta in circolazione, con le sue diverse iterazioni, fino a Windows 7. Un dettaglio sempre tenuto in grande considerazione da Microsoft, che nel tempo si è affidata a musicisti di spessore come Robert Fripp dei King Crimson (per Windows Vista) e Brian Eno, padre del genere ambient (per Windows 95).

Nonostante il fatto che la sua idea abbia trovato il suo posto nella squadra, Harris se ne è subito pentito. In un incontro, gli hanno presentato delle proposte e hanno finito per scegliere un nuovo suono di avvio per Windows 8 che tutti consideravano “eccellente”. Harris riteneva che il problema riscontrato con il suono di avvio potesse essere risolto con altri mezzi, ad esempio consentendo il “taglio all’avvio”, utilizzando il sensore di luce ambientale, o almeno consentendo il suono. da attivare a piacimento dell’utente.

suono di avvio di Windows

Tuttavia, Harris ha incontrato un nemico inaspettato in questo momento di rammarico: il team di Windows Fundamentals. Hanno avuto un lavoro duro: far funzionare Windows su ARM su tablet e convertibili con hardware molto modesto. Per fare ciò, hanno dovuto ottimizzare Windows fino alla nausea, riducendo al minimo il consumo di memoria e accelerando il più possibile l’avvio.

A quanto pare, una delle ottimizzazioni di avvio di Windows 8 con le migliori prestazioni nel pre-test è stata l’eliminazione del codice relativo al suono di avvio. Questa semplice azione ha consentito di risparmiare in media un secondo nel processo di avvio e il team di Windows Fundamentals non ha voluto rinunciarvi.

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accedere fastgate
Formazione, Hardware, Internet, Sicurezza informatica, Smartphone

Accedere al nuovo router Fastweb

Oggi parleremo di come accedere al router Fastweb da Windows. Ecco la procedura completa che ci permetterà di effettuare l’accesso all’interno del nostro modem seguendo dei facili e rapidi passaggi.

Per accedere all’interno del nostro router dobbiamo sapere l’indirizzo IP esatto del nostro dispositivo. Ricordiamo che l’indirizzo IP è un codice numerico usato da tutti i dispositivi (computer, server web, stampanti, modem) per navigare in Internet e per comunicare in una rete locale. In parole povere rappresenta l’indirizzo chiaramente identificabile di un dispositivo.

Di solito, l’indirizzo IP del router Fastweb è il seguente 192.168.1.254 o 192.168.1.1. Oppure puoi digitare http://myfastgate. Come puoi vedere gli indirizzi d’accesso sono abbastanza diversi rispetto a quelli disponibili su altri tipi di router. Conviene subito ricordarteli o segnarteli come preferiti all’interno del tuo browser Web.

Nel caso in cui l’indirizzo IP non dovesse essere corretto, controllate nella parte superiore del vostro dispositivo dove troverete una piccola etichetta con l’indirizzo corretto da inserire.

Di solito potete trovare questo dato del vostro router anche direttamente sul manuale utente incluso nella confezione di vendita, o scaricabile tranquillamente via Internet dal sito del produttore stesso.

Trovare l’indirizzo IP da Windows

Se ancora non siete riusciti a trovare l’indirizzo IP, né sull’etichetta né sul manuale, potete scovarlo direttamente tramite computer, eseguendo questi semplici passaggi. Se state usando un computer fisso o portatile che sia con piattaforma operativa Windows usatela funzione cerca e inserite correttamente la parola chiave cmd.

comando cmd

Dalla nuova finestra che appare inserire il comando ipconfig e premete il pulsante Invio.

A questo punto troverete immediatamente l’indirizzo IP del vostro router Fastweb vicino alla voce Gateway predefinito. Ora sapete l’indirizzo IP esatto del vostro router Fastweb e potete accedervi molto facilmente.

indirizzo ip tramite ipconfig

Al primo accesso al pannello di controllo il Fastgate ti chiederà di scegliere un username e una password per i futuri accessi; scegli queste informazioni con cura per vedere apparire la finestra d’accesso (d’ora in avanti comparirà solo questa utilizzando gli indirizzi indicati in alto). Per quanto riguarda il primo accesso, i codici da inserire sono nel 99% dei casi admin/admin o admin/password.

login

Accedere al router Fastweb da smartphone

Il FASTGate è gestibile con facilità anche da smartphone sia utilizzando l’indirizzo d’accesso nel browser di qualsiasi dispositivo connesso al FASTGate (come visto qui in alto) sia utilizzando l’app MyFastweb. Questa mostra nel menu laterale una voce relativa al modem.

Puoi scaricare l’app MyFastweb dai seguenti link  MyFastweb per Android e MyFastweb per iOS.

myfastgate smartphone

Tramite l’app puoi controllare da remoto le impostazioni del FASTGate. Per esempio spegnere il WiFi quando non sei in casa o cambiare le impostazioni d’accesso con alcuni semplici tap sullo schermo del tuo smartphone.

Alcune opzioni avanzate sono però disponibili solo se sei sotto la rete WiFi del FASTGate.

Come navigare tra i menu

Una volta effettuato l’accesso con le credenziali create ti verrà offerta la schermata Home, dove potrai controllare tutte le principali funzioni del tuo modem ed aprire subito quella di tuo interesse.

myfastgate
myfastgate avanzate

In alto sono disponibili tutti i menu del modem; qui in basso ti spiegherò a cosa servono:

1) WiFi: permette di cambiare nome alla rete WiFi, cambiare la password d’accesso e decidere se utilizzare o meno il WPS (l’accesso automatico alla rete WiFi tramite tasto a sfioramento sul modem a forma di +).

Con questa opzione puoi anche scegliere se gestire separatamente le due reti WiFi (2,4 e 5 GHz). Se programmare o meno lo spegnimento automatico del WiFi e se attivare la rete Ospiti. Utile per far connettere persone che vengono a trovarti a casa senza dover comunicare la tua password d’accesso principale (avranno una rete e una password tutta loro).

2) Connessione: in questo menu puoi controllare la velocità di allineamento della tua linea (velocità della portante) con test manuali e automatici (pianificabili). In più puoi controllare i canali e la larghezza di banda delle reti WiFi (2,4 e 5 GHz).

3) Dispositivi: qui potrai controllare tutti i dispositivi connessi al modem, inserendoli nella tua cerchia familiare.

Per i dispositivi inseriti nella tua cerchia famigliare puoi gestire la modalità Boost (per velocizzare un dispositivo riservandoli più banda) o la modalità Stop (per bloccare un dispositivo che sta usando troppo Internet).

4) Avanzate: in questo menu puoi impostare il Parental Control (davvero molto utile se si hanno minori in casa). Restringere gli accessi a determinati dispositivi, aprire le porte del router (sia in versione semplificata che in versione manuale), configurare l’utilizzo delle porte USB e dei servizi associati (Stampa di rete, DLNA e File Server) ed infine gestire l’indirizzo del FASTGate e come esso assegna gli indirizzi IP agli altri dispositivi (DHCP).

NOTA1: A tal proposito ricordo che è possibile richiedere gratuitamente un IP pubblico contattando Fastweb Help su Twitter. Prima con un tweet pubblico e poi con un messaggio privato per comunicare il proprio codice cliente.

NOTA 2: Il router Fastgate manca di molte funzionalità, come quella per cambiare DNS e quella di attivare QoS.

5) Modem: qui puoi trovare un resoconto sul funzionamento del FASTGate, con un’indicazione sullo stato delle luci LED, sullo stato della linea, delle reti WiFi attive e sullo stato delle porte USB e Ethernet.

Oltre alle funzioni di controllo puoi trovare il pulsante per attivare o meno la luce di presenza (puoi programmare anche lo spegnimento di questa luce bianca nelle ore notturne).

6) Informazioni: qui trovi le informazioni generali sul tuo FASTGate come versione firmware, l’indirizzo MAC, il tempo d’accensione e l’IP del Gateway (sulla rete Fastweb, non sulla rete interna).

7) Telefono: l’ultimo menu ti offre una sorta di registro chiamate per i telefoni fissi collegati tramite prese dedicate. Così da poter vedere chi ti ha chiamato, la durata delle chiamate e le eventuali chiamate perse.

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