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Formazione

Aggiornare i driver del pc in automatico

Guida definitiva per scaricare driver mancanti o aggiornare quelli obsoleti e assicurarsi un Pc super-stabile!

In informatica i ”driver’; come suggeri­sce la parola, che letteralmente signi­fica “conducente”; non sono altro che programmi appositamente realizzati per consentire l’interazione con il sistema ope­rativo dell’hardware interno al computer (controller, schede video, schede audio…) e delle periferiche esterne (tastiere, mou­se, stampanti, webcam e così via) a esso collegate.

Per disporre di un ambiente di lavoro, di studio o di gioco che operi alla perfezione è essenziale installare le versioni corrette di tali programmi, ma soprattutto aggiornarle quando il produttore ne rila­scia di nuove per aggiungere funzionali­tà, risolvere eventuali bug o aumentare la compatibilità con applicativi/ giochi o nuove versioni dei sistemi operativi.

Indice

L’ignoranza non paga mai!

Capita sovente di vedere amici e parenti che corrono ad acquistare nuove stam­panti perché passando da Windows 7 a Windows 11 si sono resi conto che queste non funzionavano più. Spesso l’ignoranza (intesa non in senso offensivo, ov­viamente) dei proprietari mina la longevità di tali dispositivi.
Non ha alcun senso provare a installare su Windows 11 il CD fornito in dotazione per aggiornare o installare i driver con una stampante acquistata anni or sono, quando a malapena esisteva Windows 8.

Ogni versione di Windows, infatti, apporta profonde modifiche al co­dice che coinvolgono le librerie di sistema, rendendo così impossibile per i vecchi driver riuscire a parlare la stessa lingua. L’unica soluzione, se non si vuole spendere soldi nell’acquisto di un nuovo dispositi­vo, è quella di cercare in Rete se esistono dei driver più aggiornati che risolvano il problema. E qui viene la parte difficile. Pochi sanno infatti che pesci prendere…

Windows Update? Forse!

Per facilitare la vita degli utenti, questo problema è stato in parte risolto negli ulti­mi anni da Microsoft. Da Windows Update, vengono scaricati anche i driver dei vari dispositivi hardware; ma ciò non sempre funziona.

Con i laptop recenti non sussi­stono grossi problemi, ma con i laptop più datati e i PC desktop le cose diventano ben più rognose. Inoltre, non tutti i produttori (in particolar modo quelli meno blasonati) rilasciano driver firmati sulla piattaforma Microsoft; il che rende doveroso ricorrere a soluzioni alternative o manuali. In pratica, difficilmente con una passata di Windows Update si riescono a installare tutti i driver necessari. Che fare?

La strada del fai da te

Tra le varie soluzioni esistenti in Rete abbia­mo optato per Snappy Driver Installer Origin (SDIO), un tool che individua le versioni datate dei driver installati nel sistema ope­rativo e provvede ad aggiornarli alle ultime versioni disponibili.

Il bello di SDIO è che permette di scaricare non pacchetto completo di driver (collezione ”driver pack”) da usare anche in modalità offline. Poiché il tool non richiede installa­zione può essere comodamente avviato da chiavetta USB e quindi può tornare utile per aiutare amici e/ o parenti in difficoltà. Ovviamente, se il PC è collegato a Inter­net possiamo fare una scansione veloce, scaricando solo gli indici (circa 20 MB) che permettono di verificare quali driver andran­no installati e/ o aggiornati.

Ciò è possibile cliccando sul terzo pulsante dell’interfaccia di SDIO (Scarica solo indici). Nei casi più ostici vedremo invece come individuare manualmente il vendor (produttore) e il product ID (identificativo del prodotto) di un dispositivo hardware non riconosciuto per cercarlo manualmente su Internet e cercare così di risolvere il problema.

Districarsi nel pannello di gestione Windows

Cercando Gestione Computer nella barra di ricerca di Windows e avviando l’applicazione si accede a una finestra che permette di gestire driver, dischi collegati al PC e tanto altro ancora. Da questa finestra possiamo verificare se vi sono problemi di compatibilità dei driver.

driver windows
  1. UTILITÀ DI PIANIFICAZIONE: Permette di creare e gestire attività che il computer eseguirà automaticamente nei giorni e negli orari specificati. Utile, ad esempio, per programmare interventi di manutenzione, sicurezza, backup ecc.
  2. VISUALIZZATORE EVENTI: Tiene traccia di tutti gli eventi che si sono verificati nel computer. È utile per diagnosticare l’origine di eventuali problemi verificatisi nel sistema (ad esempio BSOD: la classica schermata blu di errore).
  3. CARTELLE CONDIVISE: Visualizza la lista di tutte le cartelle condivise. Utile quando a distanza di tempo non si ricorda più quali directory sono state esposte in Rete.
  4. PRESTAZIONI: Consente di monitorare in tempo reale dati relativi alle prestazioni delle risorse hardware (CPU, disco, rete, RAM) e delle risorse di sistema (handle e moduli) usate dal sistema operativo.
  5. ESTIONE DISPOSITIVI: È il cuore nevralgico per la gestione dei driver installati nel sistema operativo. Mostra l’elenco di tutti i dispositivi (interni ed esterni) installati e/o collegati al PC. In caso di periferiche non riconosciute (e quindi di driver mancanti) viene mostrata la voce Altri dispositivi. Se un driver già installato o aggiornato ha problemi di compatibilità verrà mostrato un alert giallo con un punto interrogativo.
  6. GESTIONE DISCO: Da qui è possibile visualizzare i dischi collegati al PC (interni ed esterni) con le relative partizioni. È possibile formattare dischi, creare nuove partizioni, ridimensionare quelle già esistenti o cambiare le lettere di unità ad esso associate.
  7. SERVIZI E APPLICAZIONI: Consente di gestire l’esecuzione dei programmi in background, che si avviano in automatico con Windows o a un particolare evento. Qui si può smanettare (con cognizione di causa) quando si vuole ottimizzare il tempo di caricamento del sistema operativo.

Teniamo aggiornata la scheda video

I driver della scheda video sono tra i più importanti da aggiornare, non importa se si tratti di una GPU discreta o integrata. Sono sempre più numerose, infatti, le applicazioni che sfruttano questo componente e un suo eventuale malfunzionamento potrebbe comprometterne le funzionalità. La prima cosa da fare è controllare con precisione il modello di scheda video installata nel computer andando in Gestione Dispositivi. A questo punto colleghiamoci sulla pagina del produttore per scaricare i driver più recenti.

Per NVIDIA andiamo su qui, per AMD colleghiamoci qui e per INTEL qui.

Il tool magico che aggiorna i driver

Si chiama Snappy Driver lnstaller Origin, è gratuito, non richiede installazione e permette di scaricare in un sol colpo un mega pacchetto di driver da usare anche offline con una chiavetta USB da almeno 32GB.

Installiamo

driver snappy
Procuriamoci il software 1 Installiamo Snappy Driver lnstaller Origin (SDIO) da https://www.glenn.delahoy.com/snappy-driver-installer-origin/). Estraia­mo il contenuto del file ZIP, copiamo la cartella SD/0_ 1.12.5. 7 45 sulla pendrive e avviamo il software (SDIO_x64_R745.exe se Windows è a 64 bit, SDIO_R745.exe se a 32 bit).
driver snappy 2
Il mega driver pack!
2 Accettiamo le condizioni della licenza d’uso e concediamo l’accesso a Internet quando appare la finestra di Windows Defender Firewall. Successivamente, clicchiamo su Scarica tutti i pacchetti di dri­ver. Partirà il download del pacchetto: trattandosi di 29,4GB occorrerà un po’ di pazienza. I driver verranno salvati nella cartella drivers (nell nostro caso in SDJ,0_ 1.12.5.745\update\SDIO_Update).

Aggiorniamo

driver snappy 3
Maggiori informazioni
3 Al termine del download dei pack necessari, nella finestra principale del programma appaiono i risultati della scansio­ne, con indicazione dei driver mancanti e di quelli che richiedono un update. Usando il cursore del mouse e premendo Ctrl sulla tastiera
viene mostrato un popup con maggiori dettagli (produttore, data di
rilascio, versione del driver e tanto altro).
Una scelta sicura
4 Innanzitutto spuntiamo Crea un punto di ripristino: ci aiuterà a ripristinare Windows se qualcosa dovesse andare storto. Mettia­mo poi la spunta sui driver che vogliamo installare/aggiornare. Di default S010 pone in cima alla lista le ultime release, ma se preferiamo usare driver più datati (può capitare che una nuova versione non funzioni a dovere) usiamo l’icona a doppia freccia per cambiare scelta.

Fatto!

I driver sono aggiornati!
5 Quando siamo pronti clicchiamo su Installa, a sinistra (o premiamo Ctrl+􀀜, per avviare la procedura di installazione/aggiornamento dei driver selezionati. Al termine, SDlO evidenzierà in verde quelli aggiornati con
successo e in arancione gli eventuali driver che necessitano di un riavvio del sistema operativo per poter funzionare correttamente. Se necessario,
riavviamo il PC e godiamoci il nostro “nuovo” hardware.
driver snappy 4
Uno sguardo in profondità
6 Se il tema di grafico di default (Metro) di SDIO dovesse renderci difficoltosa la lettura dei testi, possiamo cambiare aspetto sele­zionando Coax in Tema (o quello che più ci aggrada).
Inoltre, spuntando Modalità esperto possiamo filtrare i risultati della scansione per mostrare i driver che preferiamo (attuali, vecchi, scono­sciuti e altre opzioni).

Driver non trovati? Cerchiamoli a mano!

Può capitare che Snappy Driver lnstaller Origin o CCleaner non siano in grado di rilevare i driver necessari per far funzionare alcuni dispositivi. In tal caso possiamo aiutarci con Gestione dispositivi di Windows.

driver windows gestione dispositivi
lnfo su produttore e prodotto
1 Cerchiamo Gestione dispositivi nella: barra di ricerca di Windows e avviamo l’applicazione. Clicchiamo poi col tasto destro sul componente hardware di cui si vuole cercare o aggiornare i driver e selezioniamo la voce Proprietà.
Andiamo in Dettagli e nel menu a tendina Proprietà selezioniamo ID Hardware. Clicchiamo col tasto destro sul Valore desiderato e sce­gliamo Copia per aggiungerlo agli appunti di Windows.
driver identifier
A caccia sul Web!
2 Avviamo il motore di ricerca e incolliamo ( Ctrl+ V quanto in precedenza copiato. Avviando la ricerca verranno mostrati siti come www.driveridentifier.com che, analizzando il codice VEN (Vendor) e PID (Product ID) utilizzato, ci restituiranno informazioni utili per aiutarci a cercare il driver sul sito ufficiale del produttore. Se ciò non fosse possibile (produttore non più esistente) possiamo usare questi siti per scaricare un driver idoneo.

Per chi non si accontenta… c’è CCleaner

Se vogliamo essere proprio sicuri che il nostro hardware goda di ottima salute e non presenti problemi di compatibilità, allora possiamo ricorrere alla consulenza di uno dei nostri tool indispensabili: CCleaner, uno dei migliori tool in circolazione per ripulire Windows dalle chiavi di registro non valide e da file temporanei/indesiderati che occupano spazio su disco, c’è la funzionalità Driver Update, che si occupa di scansionare il sistema operativo per evidenziare la necessità di driver mancanti o che richiedono un update.

ccleaner

È sufficiente avviare l’applicazione, cliccare sulla voce Driver Updater e premere Visualizza i driver. In questo modo verrà analizzata la situazione attuale del sistema in uso con indicazione dei Driver aggiornati e dei Driver da aggiornare. In quest’ultima scheda sarà possibile procedere all’aggiornamento dei singoli driver o, se si ritiene che siano tutti da aggiornare, procedere in un sol colpo cliccando sul pulsante Aggiorna tutto.

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Sicurezza informatica

Wi-Fi pubblico in tutta sicurezza

Wi-Fi pubblico in tutta sicurezza. Gli hotspot pubblici sono ormai la norma, in Italia e all’estero, ma è meglio prendere precauzioni quando li si usa.

Ormai i contratti telefo­nici hanno una quanti­tà di Giga enorme, an­che quelli più economici, e a meno di usare lo smartphone come connessione principa­le, esaurirli è molto difficile. Questo in Italia.

Quando però andiamo all’estero, la quanti­tà di Giga utilizzabile gratuitamente cala enormemen­te, anche nei piani con dati illimitati. E ci riferiamo solo all’Europa.

Nei Paesi extra UE, invece, ci tocca pagare a caro prezzo il roaming oppu­re acquistare una SIM locale o, ancora, se non vogliamo spendere nulla, appoggiarci agli hotspot Wi-Fi pubblici.

WI-FI

Sicurezza? Un miraggio

Gli hotspot gratuiti sono or­mai ovunque: stazioni, aeroporti, parchi.

La maggior parte dei locali, oggi, offre ai clienti la possibilità di collegarsi gratis al Wi-Fi senza spesa, catene come Starbucks sono utilizzate spesso come una sorta di spazi per il coworking, grazie alla connettività senza costi.

Purtroppo la sicurezza di queste connessioni è solo un miraggio.

Molto dipende da chi le ha configurate, e se un McDonald si suppone si affidi a professionisti dell’IT, nei locali più piccoli probabilmente tutto è fatto dal gestore, che non è detto abbia le competenze necessarie.

Ma a quali rischi si va incontro? Una rete poco sicura può permet­tere a un attaccante di sot­trarci dati personali, come le credenziali di accesso ai siti o i dati della carta di credi­to.

In pratica, tutti i dati che inviamo o riceviamo quando siamo connessi a una rete pubblica sono potenzialmente intercettabili.

Questo non significa che dobbiamo rinunciare a connetterci a questi servizi, ma è meglio farlo prendendo qualche precauzione.

1. Occhio alle reti

Uno dei classici trucchetti per intercettare dati personali è quello di creare una rete Wi-Fi pubblica dal nome si­mile a un’altra rete e aspettare che qualcuno si connetta.

Chi ha il controllo di questo punto d’accesso è infatti in grado di intercettare tutto quello che transita    per la rete.

Questo non è natural­mente l’obiettivo di chi offre il servizio di Wi-Fi gratuito in albergo, in negozio, o in aeroporto, quindi prestiamo attenzione al nome (SSID): verifichiamo che corrispon­da a quello  dell’attività che lo gestisce (per esempio, il nome dell’hotel o del nego­ zio), facendo anche attenzione a piccole variazioni (una “i” maiuscola e una “I” – elle – minuscola, per dire, si con­ fondono facilmente): potreb­be essere una rete trappola messa in piedi da qualche persona priva di scrupoli.

2.Naviga protetto

Quando ci connettiamo a una rete, Windows ci chiede se si tratta di una rete pubblica o privata e se vogliamo attivare la condivisione di file e stampanti.

Non facciamo mai l’errore di indicare come privata (e quindi considerata più sicura) una rete pubblica né di attivare alcuna condivisione: se lo facciamo, tutte le persone connesse a quell’hotspot potrebbero individuare il nostro computer e le nostre cartelle condivise.

Oltre a questo, ricordiamoci sempre di attivare il firewall, che si tratti di quello integrato in Windows o di una soluzione differente. Per esempio quella inclusa negli antivirus.

Non disattiviamolo mai, soprattutto su reti pubbliche come gli hotspot.

Per verificare che sia attivo, lanciamo l’app Sicurezza di Windows, integrata nel sistema operativo, e verifichiamo che tutte le voci abbiano la spunta verde e non siano presenti avvisi.

3.Solo HTTPS

In teoria il protocollo HTTPS, che cifra tutti i dati trasmessi dal browser ai siti cui ci connettiamo, dovrebbe essere lo standard.

Purtroppo non è così e non è raro incontrare siti che ancora utilizzano il semplice HTTP, con il quale i dati vengono inviati e ricevuti in carico.

Questo significa che chiunque collegato allo stesso hotspot potrebbe (con un semplice programma tipo Wireshark) intercettare tutte queste informazioni, senza alcuna competenza tecnica né fatica.

Se usiamo Chrome, il browser ci avviserà ogni volta che ci connettiamo a un sito che non usa HTTPS, chiedendoci se vogliamo veramente procedere.

A casa nostra il rischio è basso, e possiamo procedere forzando HTTP, ma farlo su una rete pubblica è un po’ come fare bungee jumping senza elastico. Meglio rinunciare a visualizzare siti poco sicuri, insomma.

WI-FI free

4. Attiviamo una VPN

La VPN oggi è uno strumento indispensabile per navigare in sicurezza. Protegge la nostra privacy, in particolare da eventuali spioni che cercano di intercettare la nostre comunicazioni.

Se anche qualcuno dovesse intercettare il nostro traffico di rete, vedrebbe solo dati totalmente illeggibili. Oltre a questo, c’è il vantaggio che usandola potremo simulare la nostra presenza in uno specifico Paese. Potremo quindi accedere al catalogo italiano di Sky, Netflix e altri servizi dall’estero, e viceversa naturalmente.

Basterà selezionare il Paese da cui vogliamo simulare la presenza per sfruttare questa opportunità. Solitamente, i servizi di VPN sono a pagamento ma Microsoft ha aggiunto una VPN gratuita sulle ultime versioni di Edge.

Per scaricarla, dobbiamo essere iscritti al programma Windows Insider e scaricare l’ultima versione disponibile. Una volta avviato il browser Edge, andiamo quindi nelle Impostazioni e cerchiamo la voce Rete sicura.

Ci verrà chiesto di loggarci con il nostro account Microsoft.

A questo punto, dovrebbe apparire un’icona a forma di scudo nella cornice del browser che ci conferma che stiamo navigando protetti dalla VPN.

Il servizio e affidabile e veloce ma ha un limite: abbiamo a disposizione solamente 1 GB di dati mensile, abbastanza per navigare in sicurezza qualche ora, ma non certo per lo streaming video o per applicazioni come Teams o Zoom.

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Technology

Speaker per PC dallo spazio contenuto

Un ottimo speaker per PC per chi gioca ma ha poco spazio sulla scrivania.

Anche se impegnata in molti altri settori, Razer non dimentica il gaming, che resta il cuore del marchio. Con il nuovo speaker per PC Leviathan v2 la natura del gaming emerge sin da subito dettata dal design. Compatto e con una nuova illuminazione RGB molto coinvolgente, che non nasconde le ottime caratteristiche audio in una soluzione che può dare ampie soddisfazioni.

Indice

Razer Leviathan v2: perfetto per il PC

La proposta di Razer per l’audio da postazione consiste in uno speaker a barra orizzontale il cui ingombro è di 500×91,3×84 millimetri. A questi vanno aggiunti i 220x220x241,5 millimetri del subwoofer a corredo. L’ ingombro è tale per cui il sistema sta comodamente sotto la maggior parte dei monitor. Occupando molto poco la scrivania rispetto alle tipiche soluzioni composte dai satelliti. La connessione USBC è molto pratica quando usato con un PC. Dato che il connettore è ormai comune anche nei modelli più economici. Peccato però che questa scelta tagli in effetti altri utilizzi “alternativi”. Come ad esempio la possibilità di utilizzarla sotto la TV, cosa possibile se ci fossero stati altri connettori come HDMI o jack analogico.

Un altro aspetto controverso è il cavo che collega lo speaker principale con il subwoofer, che offre un connettore USB proprietario, che funziona bene ma che potrebbe rivelarsi un problema in caso di rottura (anche se sembra abbastanza robusto). Va detto però che è disponibile anche una connessione Bluetooth che si apre sia ai dispositivi mobili sia a eventuali altri PC. Un metodo complementare che è interessante sempre in ottica gaming mobile, settore in crescita proprio in questi giorni grazie alla recente uscita di Diablo Immortal, titolo di grido di Blizzard. L’aspetto principale dal punto di vista estetico è rappresentato sicuramente dalla barra LED colorata posta nella posizione inferiore. Questa spara una luce a 16 milioni di colori perfettamente personalizzabile nella tinta, nel ritmo e nella progressione. Un effetto davvero interessante, specie se abbiamo una scrivania di colore scuro.

Posizionamento

Il subwoofer è necessario per offrire una risposta sonora completa e appagante, ma serve fare qualche prova prima di raggiungere il risultato desiderato. Se la posizione più naturale, proposta anche da Razer nelle foto ufficiali, è accanto alla barra principale, le cose potrebbero essere diverse in base alla posizione della scrivania, della stanza o anche dalla vicinanza dai muri.

Gran parte del lavoro lo fanno i driver Razer Synapse (solo per Windows). Questi difatti permettono un’ampia personalizzazione di tutti i parametri audio dello speaker e delle luci. È possibile cambiare l’equalizzazione del suono ottimizzandolo per i giochi, per la musica o per la visione di un film, anche se probabilmente la soluzione migliore è quella di utilizzare l’audio THX, società acquisita da Razer nel 2016. Se abbiamo altri device Razer come mouse, tastiere, luci o cuffie, è possibile sincronizzare il tutto per avere lo stesso tema lo stesso setup di luci sincronizzate: un effetto “wow” da mostrare a parenti e amici.

speaker leviathan
Controllare la soundbar dal PC.
Tramite il software di gestione Synapse, la soundbar offre un ampio spettro di personalizzazioni, dalle luci all’equalizzazione dell’audio: per il mobile, invece, ci si affida a un’apposita app.

Leviathan v2, budget abbordabile

Via Bluetooth è possibile utilizzare le due app suggerite dalla casa madre. Che però se è vero che dal punto di vista delle luci permettono lo stesso livello di personalizzazione, per quanto riguarda le opzioni audio perdono qualche cosa. Probabilmente perché sia iOS che Android cedono il passo nell’utilizzo di codec audio rispetto a una piattaforma desktop, di certo più versatile sotto questo punto di vista. In definitiva, chi sta cercando una soluzione per l’audio da scrivania, che rispetti il sempre poco spazio a fianco al PC, può certamente prendere in considerazione il nuovo Razer Leviathan v2. Esistono soluzioni migliori nel mercato, ma a budget più alti e nessuna con un look così accattivante.

PRO Soluzione audio compatta di qualità.
CONTRO Manca un ingresso HDMI o analogico.

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Formazione

Alla scoperta del nuovo Ubuntu

Alla scoperta del nuovo Ubuntu, la versione 22.04 si candida a rappresentare il punto di riferimento per il settore delle distribuzioni Linux destinate ai computer desktop, workstation e notebook.

L’arrivo di una nuova versione Lts (Long Term Support) di Ubuntu è sempre accolta con interesse da tutta la comunità degli appassionati e dei professionisti che lavorano con Linux.

Il team Ubuntu rilascia queste release con cadenza biennale, nel mese di aprile degli anni pari, e includono la garanzia di supporto esteso per ben cinque anni.

Si tratta, delle varianti più adatte a essere distribuite negli ambienti professionali, negli uffici e in tutti i contesti in cui il sistema operativo deve svolgere un ruolo di supporto.

Garantisce un funzionamento senza problemi, senza grosse novità che costringano a dover reimparare a utilizzare gli stessi strumenti e le stesse funzioni.

ubuntu

Anche quest’anno, ad aprile è stata rilasciata la versione 22.04 di Ubuntu, nelle versioni desktop e server, a cui sono seguite poi le moltissime derivate che completano l’ecosistema dei sistemi operativi curati dal produttore Canonical.

L’oggetto principale di questa prova rimane comunque la versione desktop di Ubuntu che, può essere scaricata in formato Iso direttamente dal sito Web del produttore e da moltissimi mirror distribuiti in tutto il mondo.

Sempre secondo tradizione, Ubuntu è scaricabile anche dalla rete Bittorrent, che garantisce ottime velocità di download senza appesantire i server del produttore.

I link di scaricamento indirizzano automaticamente l’utente all’edizione più adatta per il proprio computer;

ubuntu

Diversi installer

la versione più comune è quella a 64 bit per l’architettura Intel/Amd, ma non è l’unica.

Ubuntu è infatti disponibile già da qualche tempo anche per i sistemi basati su Arm e in diverse varianti.

Oltre a quella predefinita è disponibile anche un Network Installer, che integra un insieme minimo di pacchetti e necessita di una connessione attiva a Internet per completare l’installazione.

Il supporto Arm per i computer single board Raspberry Pi: Canonical ha completato l’iter di certificazione della famiglia RaspberryPi 4, a partire dalla variante con 2 Gbyte dimemoria Ram;

è sufficiente una scheda micro-SD da almeno 16 Gbyte e una versione recente del software Raspberry Pi Imager;

dopo aver fatto clic su Scegli S.O. si può trovare Ubuntu nella sezione Other general-purpose OS.

Le varianti disponibili sono quelle Desktop, Server e Co-re, ma la prima è installabile soltanto sui computer di quarta generazione.

Installazione senza sorprese

La procedura di installazione chiede se aggiungere al sistema anche i software e i driver di terze parti distribuiti come file binari.

L’opzione è disattivata per default, per questioni legate alle formule di licenza.

Durante l’installazione, Ubuntu può essere configurato per interfacciarsi con un dominio Active Directory; una funzione non troppo comune e molto interessante per gli ambienti enterprise.

Il tema di default di Ubuntu è disponibile nelle due varianti Lighte Dark.

La pagina di configurazione dell’aspetto permette anche di personalizzare il colore di accento per gli elementi dell’interfaccia.

schermata

La schermata con l’elenco delle App è stata ridisegnata e ora ospita anche due anteprime per raggiungere rapidamente i desktop virtuali

La nuova impostazione è efficace per la navigazione touch.

L’editor di testi predefinito è stato completamente rinnovato, passando al tool proposto nella suite Gnome.

Il nuovo software offre la colorazione della sintassi, la numerazione delle righe e altro ancora.

Gli aggiornamenti del sistema e delle applicazioni è gestito sia dall’Ubuntu Software Center sia dal tool dedicato Aggiornamenti software.

La duplicazione è un retaggio storico, ma può confondere i meno esperti.

Il browser predefinito di Ubuntu (Mozilla Firefox) è ora installato come pacchetto snap:

questa decisione ha avuto un impatto negativo misurabile sulle sue prestazioni.

Il motore di ricerca integrato nel sistema si conferma molto efficace: individua con precisione gli elementi desiderati ed è praticamente istantaneo nelle risposte.

Ubuntu integra un nuovo strumento di cattura delle schermate, si tratta di un tool piuttosto semplice ma intuitivo e ben realizzato.

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Applicazioni

Maghi del fotoritocco

Maghi del fotoritocco con un solo clic. Con la suite grafica targata Google è possibile applicare oltre 100 effetti speciali ai tuoi scatti e renderli unici.

Nel 2016 Google ha fatto un enorme regalo a tutti i fotografi professionisti, o aspiranti tali, rilasciando gratuitamente la Nik Collection, una rinomata suite di fotoritocco funzionante su Windows e MacOS sia in modalità stand-alone sia come plugin per Photoshop, Lightroom, Aperture ecc.

Tale decisione fu presa per dare la possibilità a chiunque di migliorare i propri scatti grazie ai potenti tool in essa presenti, che vanno dallo sviluppo fotografico a sofisticate tecniche di invecchiamento.

Più nel dettaglio:

Analog Efex simula lo scatto fotografico di una vecchia reflex permettendo di scegliere il modello di macchina, la pellicola e l’obiettivo;

Color Efex e Viveza consentono di occuparsi delle correzioni cromatiche e del controllo cromatico selettivo;

Silver Efex Pro è dedicato agli amanti della fotografia in bianco e nero;

HDR Efex Pro consente di creare foto artistiche sfruttando la magia dell’HDR;

Sharpener Pro riesce a mette in evidenza i dettagli più nascosti delle foto;

DFine riduce il rumore digitale degli scatti in base alla fotocamera utilizzata.

Nel 2017, la svolta!

Nel 2017, però, Google ha deciso di vendere la Nik Collection all’azienda francese DxO che ne ha continuato lo sviluppo portandola sino all’attuale versione 4, scaricabile in versione trial e acquistabile a 143 euro.

Funzioni per professionisti

Uno dei punti di forza della Nik Collection è la tecnologia U Point: è sufficiente un clic sulla zona da correggere per far comparire un’icona con i cursori che servono a determinare l’intensità della modifica.

I principali parametri del filtro e la zona di influenza in base alla similitudine con il colore del punto selezionato.

Grazie ai punti di controllo si può intervenire sulle immagini con la massima precisione, aggiungendo o rimuovendo un effetto in modo selettivo senza utilizzare maschere o livelli.

Tutti gli strumenti per il fotoritocco integrati nella google nik collection

strumenti

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Applicazioni, Sicurezza informatica

Password al sicuro con NordPass

Grazie a questa utility possiamo archiviare in totale sicurezza i dati e password di accesso di tutti i nostri account e recuperarli facilmente quando ci servono, sia su un qualsiasi computer sia sullo smartphone.

La sicurezza del nostro computer e delle password di accesso ai vari servizi online è un problema che ci accomuna tutti. Ormai sono decine i siti ai quali ci siamo registrati e che richiedono un login quando dobbiamo accedervi, con altrettanti nomi utente e password da ricordare, e che magari devono essere
forzatamente cambiati di tanto in tanto.

Vista la quantità di dati da memorizzare e da tenere al sicuro, faremmo bene ad affidarci a un cosiddetto password manager, ovvero a un’applicazione progettata per memorizzare le credenziali di accesso ai vari servizi online, archiviandole in modo sicuro con una crittografia efficace, magari disponibile per diverse piattaforme, non solo su PC ma anche su smartphone e addirittura in grado di compilare autonomamente i campi di nome utente e password quando richiesti. In questo caso abbiamo scelto NordPass, perfetta per lo scopo anche nella versione gratuita. Ecco come utilizzarla.

Scarica e Installa

nordpass windows
1 NordPass è disponibile sul sito nordpass.com, per scaricarla scorriamo la pagina fino in fondo e selezioniamo, nella sezione APP, il sistema operativo del nostro computer. NordPass è compatibile con sistemi Windows, Mac e Linux.
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2 Per installare NordPass ci verrà richiesto di registrarci. Possiamo creare un nuovo account a partire da un nostro indirizzo email oppure sfruttare account esistenti dei più noti siti di servizi Web quali, per esempio, quelli di Google.

Crea account e password

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3 Completata la registrazione a NordPass ci verrà mostrato un avviso di conferma. A questo punto siamo pronti per iniziare a utilizzare NordPass: clicchiamo l’opzione Ritorna all’app per proseguire con la configurazione.
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4 La prima cosa che ci chiederà NordPass, dopo aver terminato la prima fase della configurazione, è una Master Password, che è quella che ci verrà richiesta per accedere alle password già memorizzate. È l’unica da ricordare sempre.
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5 Al primo avvio NordPass ci presenterà una serie di operazioni da effettuare per completare la configurazione. l’interfaccia del programma ci apparirà in lingua inglese, per impostare l’italiano dovremo procedere manualmente.
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6 Clicchiamo l’icona a forma di ingranaggio nella parte superiore sinistra della finestra per accedere alle impostazioni di NordPass. Scorriamo la schermata che apparirà fino a trova re la sezione Language, dove potremo selezionare Italiano.

Importa password

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7 NordPass ci permette di importare le password già memorizzate in altri sistemi, per esempio quelle archiviate nel browser in altri password manager. Possiamo effettuare l’importazione dalla procedura iniziale o tramite le impostazioni dell’app.
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8 Selezionando l’importazione delle password da un browser, vedremo l’elenco degli elementi che potremo importare. NordPass supporta l’importazione dei dati di accesso memo rizzati nei più diffusi browser Web, come Edge, Firefox o Chrome.
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9 NordPass permette di memorizzare i nostri dati personali, che potremo poi utilizzare per compilare in automatico i relativi campi per la registrazione a qualche sito Web. Non dovremo così più compilarli a mano ogni volta che ci verrà richiesto.
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10 Un’altra comoda funzione di NordPass è quella che ci permette di memorizzare i dati della nostra carta di credito. Anche in questo caso potremo richiamarli per la compilazione automatica ogni volta che ci viene richiesto.

Installa l’estensione

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11 Possiamo sfruttare i 30 giorni di prova della versione Premium (che poi costerebbe 1,39 € al mese) per verificare che le nostre password non siano apparse in qualche fuga di dati. In tal caso provvediamo immediatamente a sostituirle.
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12 Per utilizzare NordPass da browser Web, dovremo installare la relativa estensione. Clicchiamo l’opzione per aggiungere l’estensione e selezioniamo il nostro browser preferito. Possiamo anche installarla in diversi browser.
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13 Ogni volta che installiamo l’estensione NordPass nel browser ci verrà richiesto un codice di conferma, per essere certi che siamo effettivamente noi quelli autorizzati sere certi che siamo effettivamente noi quelli autorizzati.
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14 Con NordPass non dovremo più digitare i nostri dati di accesso nei siti memorizzati. Nelle caselle di testo dei dati da inserire apparirà l’icona di NordPass: clicchiamo e se lezioniamo l’utenza da usare, se ne abbiano registrata più di una.
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15 L’estensione NordPass per browser rileva l’inserimento dei dati di accesso a un sito e ne propone l’archiviazione, così che possano essere richiamati quando necessario. I dati vengono memorizzati nel cloud con la crittografia XChaCha20.
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16 NordPass è disponibile anche per iOS e Android. Installiamo l’app, accediamo con il nostro account e inseriamo la Master Password. Attiviamo la compilazione automatica seguendo le istruzioni nella relativa voce in Menu/Impostazioni.

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Formazione

Dati a confronto con grafici radar

Dati a confronto con i grafici radar. Oggi parliamo del grafico radar, una tipologia di rappresentazione che serve per ottenere un confronto tra diverse categorie di valori in relazione a un punto centrale.

Analisi visiva

Per definizione il grafico radar è quel tipo di grafico che permette la visualizzazione di una o più serie di dati i cui valori vengono disposti lungo assi radiali; in base al numero di elementi della serie di dati si avrà un poligono risultante (se la serie di dati ha tre elementi parleremo di un triangolo, se ne ha quattro di un quadrato e così via).

Il suo utilizzo principale è l’analisi visiva di quale direzione viene assunta dai valori contenuti all’interno della serie di dati.

Utilizzando due serie di dati che puntano a diversi periodi temporali è possibile vedere con i propri occhi quali sono gli andamenti dei valori.

In questo caso i valori possono riferirsi al fatturato, ai costi sostenuti, ai canali di vendita e così via; la versatilità di un grafico radar ne permette l’utilizzo anche in contesti decisamente diversi tra loro.

Non un solo tipo di radar

Per far sì che un grafico radar risulti efficace dobbiamo tenere presente che i valori confrontati devono soddisfare due requisiti: da una parte i dati non devono essere molto distanti tra loro (perché questo renderebbe difficile mantenere visivamente le proporzioni del grafico) e dall’altra i valori devono basarsi sulla stessa scala di lettura.

Excel contiene tre diverse tipologie di grafico radar: quello classico, quello dotato di indicatori e quello riempito.

Il grafico dotato di indicatori aggiunge dei marcatori che permettono di leggere più semplicemente il valore che si desidera.

Il radar riempito, invece, ha senso quando si deve fare un confronto tra due serie di dati.

Quello che succede in questo tipo di grafico è che l’area del poligono legato alla rappresentazione dei dati viene colorata; per questo motivo è bene far sì che la prima serie di dati da analizzare sia quella con i valori più elevati, altrimenti si corre il rischio di nascondere la rappresentazione della successiva serie di valori.

Inseriamo e gestiamo un grafico radar

1. Apriamo il foglio di lavoro dove sono inseriti i dati su cui vogliamo lavorare. Assicuriamoci che le due serie di dati siano disposte su colonne diverse e facciamo clic su Inserisci nella barra multifunzione.

inserisci grafico

2. Selezioniamo con il mouse la serie di dati e tutti i riferimenti associati. All’interno della categoria Grafici facciamo clic su Inserisci grafico a cascata, a imbuto, azionario, superficie o radar. Facciamo clic sul grafico radar che preferiamo.

scegliamo il grafico radar

3. Per modificare l’aspetto visivo del grafico basta far clic su Struttura grafico nella barra multifunzione. All’interno del carosello Stili grafici è possibile selezionare l’aspetto che si preferisce.

Struttura grafico

4. Poi selezionando i vari elementi del grafico (serie di dati, tracciato, etichette di categorie) e dirigendoci su Formato possiamo modificarne l’aspetto visivo. È possibile aprire un Pannello di personalizzazione equivalente con un doppio clic.

formato

5. Ora selezioniamo entrambe le serie di dati e andiamo a inserire il grafico radar con gli indicatori seguendo le indicazioni del secondo step. Facciamo clic su Layout rapido e scegliamo un’opzione per rendere più leggibile il grafico.

layout rapido

6. Se vogliamo utilizzare un grafico radar riempito assicuriamoci di aver inserito la serie di dati con i valori più elevati sulla colonna più a sinistra; Excel, infatti, legge i dati da sinistra verso destra. In questa maniera minimizzeremo le sovrapposizioni.

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Hardware

Disco illeggibile? Ecco la soluzione!

Scopriamo cosa fare quando, dopo aver collegato un nuovo disco al computer, questo risulta illeggibile.

Con il prezzo dei prodotti informatici in continua salita rivolgersi al mercato dell’usato è diventato sempre più conveniente. Portali come eBay, la stessa Amazon con la sezione “Renewed” (ricondizionati) e le tante app per dispositivi mobile, offrono la possibilità di realizzare risparmi anche consistenti acquistando prodotti usati o ricondizionati e garantiti.

Indice

  • Occhio a cosa si acquista

  • Gestione disco di Windows

  • Occhio a cosa si acquista

    Quando si acquista l’usato, però, bisogna essere pronti a sopportare e risolvere qualche piccolo inconveniente, soprattutto sui dischi rigidi. Potremmo, ad esempio, ritrovarci con un dispositivo utilizzato su un computer con sistema operativo diverso rispetto al nostro, quindi formattato con un file system diverso. In questo caso, il disco rigido viene correttamente riconosciuto dal sistema come nuovo hardware collegato, ma il suo contenuto risulta illeggibile.

    Come fare per poterlo utilizzare? Semplice: con gli strumenti messi a disposizione da Windows dobbiamo eliminare la partizione esistente (e quindi cancellare il contenuto del disco), crearne una nuova e formattarla. In questa guida vedremo come procedere.

    Gestione disco di Windows

    Eliminiamo il volume

    windows gestione disco 1
    1. Colleghiamo il disco: Dopo aver collegato il disco rigido illeggibile alla porta USB, avviamo Gestione disco da Windows cliccando con il tasto destro del mouse sul menu Start e selezionando la relativa voce dall’elenco che si apre. Nella parte inferiore della finestra cerchiamo il disco appena collegato al computer. Solitamente è l’ultima voce dell’elenco, caratterizzata da un riquadro tratteggiato.
    windows gestione disco 2
    2. Facciamo pulizia: Facciamo clic con il tasto destro del mouse sull’area tratteggiata e dal menu contestuale che appare selezioniamo la voce Elimina volume per eliminare la partizione già presente sul disco, ma non compatibile con Windows. Potrebbe apparire un messaggio di avvertimento: confermiamo di voler eliminare la partizione cliccando sul pulsante Sì.

    Creare nuovo volume

    windows gestione disco 3
    3. Creiamo un nuovo volume: Dopo qualche istante, nello spazio che prima era tratteggiato apparirà la scritta Non allocata. Clicchiamo con il tasto destro del mouse su di esso e dal menu che appare selezioniamo la voce Nuovo volume semplice. Verrà avviata la procedura Creazione guidata nuovo volume semplice: clicchiamo sul pulsante Avanti e scegliamo la dimensione del volume.
    windows gestione disco 4
    4. Decidiamo quanto spazio usare: Se lasciamo le cose come stanno, l’intero spazio a disposizione verrà utilizzato per ospitare una singola unità. Inserendo una dimensione inferiore, invece, potremo ripetere il passo 3 sullo spazio restante così da suddividere il disco in più volumi. Clicchiamo su Avanti per proseguire, procedendo così alla creazione di un solo nuovo volume su Windows.

    Scegli il nome dell’unità

    gestione 5
    5. Scegliamo un nome per l’unità: Selezioniamo una lettera per l’unità (solitamente va bene tenere quella proposta dal sistema) e clicchiamo ancora su Avanti. Nel la schermata successiva portiamoci nella casella Etichetta di volume e inseriamo un nome per il volume che stiamo creando, lasciamo le altre opzioni di default e clicchiamo su Avanti poi su Fine per avviare la formattazione veloce dell’unità.
    gestione6
    6. Finalizziamo il tutto: Al termine della formattazione al posto dello spazio non leggibile da Windows avremo una nuova unità (nel nostro caso E:) formattata con il File System NTFS e pronta per essere utilizzata in Windows. Volendo potremo suddividere questo spazio in più unità cliccando su di esso con il tasto destro del mouse, scegliendo Riduci e poi rieseguendo i passi dal 3 in poi sulla nuova unità.

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Hardware, Technology

Lenovo IdeaCentre AIO 3 – 27″, pc a ingombro ridotto!

Da Lenovo un computer potente e tuttofare dotato di ampio display Full-HD insomma un pc a ingombro ridotto!

Design elegante e minimalista per questo all-in-one firmato Lenovo, nome in codice IdeaCentre AIO 3 27IMB05. Equipaggiato con uno schermo Full-HD delle dimensioni di 27 pollici, questo PC è indicato soprattutto per chi ricerca un computer potente e tuttofare ma preservando spazio e ingombri.

Sotto la scocca pulsa un processore Intel Core i5 di decima generazione, affiancato da 16GB di memoria RAM, 512GB di SSD e sistema grafico Intel UHD Graphics 630. A bordo, già preinstallato, il sistema operativo Microsoft Windows 10 nella versione Home. IdeaCentre AIO 3 27IMB05 è fornito con in dotazione mouse e tastiera senza fili. Adatto ad applicazioni per ufficio, non disdegna impieghi nel campo del gaming e dell’intrattenimento.

Lenovo IdeaCentre AIO 3
Processore: Intel Core i5-12400 • Memoria RAM: 16GB • Disco: SSD da 512GB • Sistema operativo: Windows 10 Ho-me • Scheda video: Intel UHD Graphics 630 • Risoluzione schermo: Full-HD

Potenza ed eleganza nel PC All-in-One Lenovo IdeaCentre AIO 3

Gli amanti del computer desktop, sicuramente, saranno affascinati da un modello del genere e dal fatto di poter possedere un potente All-in-One senza che sia Mac. Un intero sistema operativo sul retro di un monitor così raffinato che fa persino arredo. Non tutti gli All-in-One sono così e non tutti hanno queste capacità. Stiamo parlando del Lenovo IdeaCentre AIO 3, con 16GB di RAM e 512GB di SSD, un vero pc a ingombro ridotto.

Partendo dal display, abbiamo un 23,8 pollici, Full HD con risoluzione 1920×1080, che fornisce immagini dettagliate e nitide. Un design davvero elegante incontra prestazioni eccellenti, grazie anche alla totale assenza di bordi.

Il Lenovo IdeaCentre è progettato inoltre per essere visto da ampie angolazioni ed è perfetto per condividere o guardare contenuti con la famiglia o gli amici.

Concede prestazioni eccezionali, fluide e rapide, anche con carichi di lavoro pesanti, grazie al processore AMD Ryzen e alla memoria DDR4. Particolarmente interattivo, grazie all’opzione touchscreen, che consente di fare clic o trascinare i file direttamente sullo schermo.

Lenovo IdeaCentre AIO 3 dispone di un otturatore TrueBlock per la privacy. Una volta terminato di usare la webcam, basta scorrere il pulsante nella parte superiore dello schermo per chiuderla ed escludere il mondo esterno.

Puoi inclinare il supporto di IdeaCentre AIO 3 nell’angolazione perfetta, sia che tu stia lavorando a un progetto o guardando il tuo programma preferito.

Cavi in ordine

Grazie ad un collettore per cavi nel suo supporto, i cavi collegati non saranno mai in disordine. Potrai connettere una tastiera da gioco e una soundbar, con le porte USB 2.0 e 3.1. Possiede anche un lettore schede 3-in-1 e uno slot HDMI per collegare uno schermo aggiuntivo. Naturalmente, nel pacchetto, sono già inclusi mouse e tastiera Lenovo.

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Applicazioni

Cancelliamo i dati in modo sicuro

Le chiavette USB, i CD e le SD che usiamo ogni giorno possono smettere di funzionare improvvisamente. Prima di cestinarle, cancelliamo in modo sicuro i nostri dati e proteggiamo la nostra privacy

Nella corsa al rinnovamento tecnologico ogni azienda è impegnata a sfornare a getto continuo nuovi prodotti e soluzioni “intelligenti”. Dispositivi hi-tech migliorati completamente nuovi diventano così l’oggetto del desiderio di milioni di persone che sembrano non poterne più fare a meno. Un desiderio alimentato da brillanti strategie di marketing e da campagne mediatiche capaci di far apparire “indispensabili” oggetti che non lo sono.

Indice

La corsa sfrenata ad acquistare l’ultimo iPhone o Samsung non fa altro che aumentare le problematiche in tema di sostenibilità ambientale. Creare nuovi prodotti equivale ad avere un maggiore inquinamento derivante dai processi produttivi e, soprattutto, un numero sempre più elevato di scarti. I dispositivi elettronici ed elettrici che gettiamo dopo il nostro utilizzo, che sia per un breve o lungo periodo, contengono materiali potenzialmente nocivi. Questi inquinano non solo l’ambiente ma aumentano i rischi per le persone addette al loro riciclo.

Economia circolare

I rifiuti elettronici ed elettrici rappresentano la categoria che sta crescendo più velocemente nell’Unione Europea e di cui si ricicla meno del 40%. Rame, silicio, oro e palladio sono alcuni dei componenti che recuperiamo per riottenere le materie prime.

economia circolare

Nel 2021 il Parlamento europeo ha approvato un nuovo piano che punta a raggiungere un’economia a zero emissioni di carbonio, sostenibile dal punto di vista ambientale e completamente circolare entro il 2050. Sono state incluse anche norme più severe sul riciclo e sono stati posti obiettivi vincolanti per il 2030 sull’uso e sull’impronta ecologica dei materiali.

Mille chiavette USB

Le nostre case sono letteralmente invase da chiavette USB, supporti ottici di ogni tipo (CD/DVD/Blu-ray leggibili e scrivibili), memory card e altri dispositivi di archiviazione rimovibili. Può capitare che la pendrive USB che utilizziamo per spostare i nostri file dal PC dell’ufficio a quello di casa smetta improvvisamente di funzionare. Un semplice malfunzionamento della chiavetta in alcuni casi può essere facilmente superato (è possibile recuperare i file al suo interno con degli appositi programmi), in altri no.

chiavette usb

Se decidiamo di non usarla più, prima di cestinarla dobbiamo considerare che i file contenuti potrebbero rappresentare un pericolo per la nostra privacy: documenti, foto e video nelle mani di criminali e malintenzionati potrebbero rivelarsi pericolosi. Per questo motivo, prima di eliminare una chiavetta è consigliabile formattarla, così cancelliamo i dati in modo sicuro: con Windows possiamo farlo in modo semplice e veloce. Purtroppo, la formattazione standard offerta dal sistema operativo di Microsoft è piuttosto basica e si limita solo a eliminare i dati in modo apparente. I vecchi file, infatti, restano sempre nella stessa posizione: Windows semplicemente visualizza i settori di memoria che li contengono come “liberi”.

Questo significa che i file che erano presenti sulla nostra chiavetta prima della formattazione possono essere recuperati con alcuni specifici software, se non vengono sovrascritti da altri dati. Per evitare ogni possibile rischio, dobbiamo cancellare la nostra chiavetta formattandola e poi sovrascrivere tutti i settori con dei dati casuali. Fortunatamente Windows mette a disposizione degli strumenti ancor più efficaci della semplice formattazione, altri invece li possiamo recuperati gratuitamente in Rete.

I dati registrati su una chiavetta USB resistono nella maggior parte dei casi fino a dieci anni.

Il Prompt di Windows

Inseriamo la chiavetta da formattare in una delle porte USB del PC e apriamo Esplora file (la cartella gialla che si trova in basso a sinistra sulla barra delle applicazioni). Successivamente selezioniamo l’icona Questo PC dalla barra laterale di sinistra e individuiamo l’unità della chiavetta da formattare. A questo punto clicchiamo sul pulsante Start e digitiamo il comando cmd nella barra che appare: premiamo Invio per aprire il Prompt dei comandi e nella finestra che si apre digitiamo il comando: format e: /P:10.

Cancelliamo i dati in modo sicuro dispositivi ottici
Dispositivi ottici. Per cancellare i dati contenuti nei vecchi CD, DVD o Blu-ray c’è solo una possibilità, se non sono riscrivibili (RW): distruggerli e cestinarli. Dove? Vanno buttati nell’indifferenziata: in Italia non esistono ancora dei punti di raccolta per il policarbonato.

E” è nel nostro caso la lettera dell’unità da formattare (voi sostituitela con la vostra lettera dell’unità USB); “/P:10” indica il numero di sovrascritture che vogliamo effettuare sul drive.
Dopo aver dato il comando, dobbiamo premere Invio per due volte consecutive. Ricordiamo che un maggior numero di scritture equivale a una maggior sicurezza nella cancellazione dei dati (e una formattazione più lunga come tempi): dopo la prima scrittura di “0”, i settori della chiavetta verranno sovrascritti con dei numeri casuali differenti a ogni passaggio. Attraverso questa operazione cancelliamo i nostri dati in modo molto sicuro.

CCleaner, l’alternativa

Se non vogliamo usare il Prompt dei comandi di Windows, possiamo usare un programma come CCleaner (che è disponibile anche in versione gratuita). Una volta scaricato da qui e installato (clicchiamo sull’eseguibile ccsetup592xe per avviare l’operazione), andiamo sulla scheda Strumenti (sulla sinistra nella finestra principale del programma) e selezioniamo la voce Pulisci drive spuntando il nome dell’unità della chiavetta da cancellare.

Prima di iniziare la procedura andiamo in Svuota e selezioniamo la voce Intero drive (verranno distrutti tutti i dati) e poi il tipo di sovrascrittura che vogliamo applicare tra le quattro disponibili (semplice, avanzata, complessa e molto complessa). È consigliabile optare tra i 3 e i 7 passaggi: una volta definiti tutti i parametri dobbiamo semplicemente cliccare il pulsante Pulisci e poi OK per avviare la formattazione sicura della chiavetta.

Le alternative a CCleaner

Cancelliamo i nostri dati in modo sicuro usando Diskwipe o Eraser, valide alternative a CCleaner.

ccleaner alternativa
Tra i programmi gratuiti disponibili, Disk Wipe (https://www.diskwipe.org) è uno dei più versatili: permette non solo di cancellare in maniera definitiva i dati presenti nelle unità USB, nelle schede di memoria o negli hard disk. Si possono cancellare anche singoli file e cartelle.
alternativa ccleaner
Uno dei migliori software in circolazione è Eraser (bit. ly/ci256_Eraser) che consente la cancellazione definitiva di file/cartelle presenti in hard disk, NAS, chiavette USB e altre periferiche. Una delle funzioni più apprezzate è Pianificazione delle pulizie.

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