Impostazioni, guida e trucchi su come utilizzare la funzione Remote Desktop su Windows 11 per controllarlo ovunque tu sia
Accedere al tuo PC da remoto è diventato semplice con l’introduzione di Remote Desktop in Windows 11 Pro. Hai mai avuto bisogno di un file importante sul tuo computer di casa mentre eri fuori sede?
O forse dovevi risolvere un problema tecnico per un amico o un familiare, ma non potevi andare di persona? Non preoccuparti! In questa guida, ti mostreremo passo dopo passo come utilizzare questa funzione, sia nella versione Pro che nella versione Home di Windows 11.
Windows 11 Pro
Se stai utilizzando un PC con Windows 11 Pro, hai la possibilità di accedere remotamente a un altro computer grazie alla funzione integrata di Remote Desktop.
Per farlo, devi solo configurare le impostazioni tramite l’app dedicata. Inizialmente, dovrai preparare il sistema per una sessione di desktop remoto e poi potrai accedere al computer da un altro PC, ovunque tu sia nel mondo.
Configura il Pc
Hai bisogno di abilitare la funzionalità Remote Desktop poiché non è attiva per impostazione predefinita. Ecco i passaggi corretti da seguire:
Apri l’app Impostazioni di Windows 11.
Seleziona Sistema e clicca su Remote Desktop.
Accanto alla voce Remote Desktop, sposta la levetta da sinistra a destra per attivare questa funzione.
Una volta visualizzata la schermata successiva, conferma cliccando sul pulsante appropriato.
Connettersi in sicurezza
Di default, l’accesso a una sessione remota avviene tramite l’account amministratore di Windows. Tuttavia, puoi modificare questa impostazione accedendo alla sezione Remote Desktop Users.
Qui, clicca su Aggiungi per inserire un nuovo utente e il gioco è fatto. Inoltre, ti consigliamo di attivare l’opzione per richiedere ai dispositivi di utilizzare l’autenticazione a livello di rete per connettersi, così da prevenire connessioni non autorizzate al desktop remoto.
L’app di Microsoft
Dopo aver completato la configurazione iniziale del computer da controllare a distanza, spostati sul PC che controllerà la prima postazione e scarica gratuitamente l’app Remote Desktop Microsoft dal Microsoft Store . Puoi anche trovare l’app per iPhone sull’App Store e per smartphone Android su Google Play Store. Una volta installata l’app, aprila e segui i passaggi descritti di seguito.
Nella schermata iniziale dell’app Desktop remoto, seleziona ‘Aggiungi’ e poi ‘PC’. Inserisci il nome o l’indirizzo IP del computer da controllare.
Aggiungi un account utente, se necessario, e fai clic su ‘Salva’ per memorizzare le informazioni. Infine, per connetterti al computer selezionato, fai clic su ‘Inizia’ o aggiungi il collegamento al menu Start.
Versioni precedenti di Windows
All’inizio abbiamo chiarito che la funzionalità Remote Desktop non è disponibile su Windows 11 Home. Per utilizzarla, hai due opzioni: effettuare l’upgrade alla versione Pro o utilizzare Chrome Remote Desktop.
Quest’ultimo consente di accedere al PC da remoto, purché sia installato un browser Internet basato su Chromium, il progetto open source da cui è nato Google Chrome e altri.
Chrome Remote Desktop
Per configurare l’accesso remoto tramite il browser Chrome, segui questi passaggi:
Avvia Google Chrome e visita https://remotedesktop.google.com. Se non lo hai già fatto, effettua l’accesso al tuo account Google. Successivamente, fai clic sul pulsante ‘Accedi al mio computer’ per attivare la funzione di accesso remoto (fig 1).
Di default, l’opzione selezionata è “Accesso remoto“. Ora, nella sezione “Configura l’accesso remoto“, clicca sul pulsante di download per avviare la configurazione (fig 2).
Sarai reindirizzato alla pagina di Chrome Remote Desktop nel Chrome Web Store: per scaricare l’estensione, è sufficiente un clic su “Aggiungi” (fig 3).
Torna alla schermata principale di Chrome Remote Desktop, pigia di nuovo sul pulsante di Download per scaricare stavolta l’app, dopodiché procedi con l’installazione (fig 4).
Dopo aver installato il programma, torna al sito indicato nel punto 1. Nella schermata “Scegli un nome”, inserisci un nome per il computer da controllare e poi clicca su “Avanti per continuare.”
Nella successiva schermata “Scegli un PIN“, scegli un codice PIN di almeno 6 cifre che fungerà da password per la connessione al tuo computer da remoto. Una volta fatto ciò, premi il pulsante “Avvia“.
Se hai seguito tutte le istruzioni, dovresti vedere comparire la schermata n 7.
Accedi con Chrome Remote Desktop
Ora sei pronto per accedere al tuo PC da qualsiasi altro browser connesso a Internet. Tutto ciò che devi fare è aprire il browser Chrome sul dispositivo scelto. Si nota che per realizzare l’articolo è stato utilizzato un iPhone 12 Pro Max aggiornato all’ultima versione di iOS. Ecco i passaggi da seguire per accedere al PC tramite browser:
Apri Google Chrome, visita https://remotedesktop.google.com e tocca su “Accedi al mio computer”. Nella nuova schermata, seleziona il tuo computer precedentemente salvato.
Ora inserisci il PIN e decidi se vuoi memorizzarlo sul dispositivo o meno. Successivamente, premi il pulsante della freccia per completare la connessione (fig 8).
Dopo alcuni istanti, vedrai comparire sul tuo PC il messaggio di conferma: ‘Il tuo desktop è attualmente condiviso con [tua email].
Se stai usando un dispositivo mobile, sullo schermo del dispositivo da cui sei connesso in remoto vedrai la schermata del tuo PC. Puoi spostare il cursore del mouse trascinando semplicemente il dito sul display.
Puoi interrompere l’accesso remoto dal PC condiviso cliccando sul pulsante “Interrompi condivisione”.
Alcuni aggiornamenti relativi a Windows 11 possono creare problemi al nostro computer e farlo andare in crash, vediamo quali.
Alcuni possessori di computer Lenovo, si sono lamentati del fatto che da dopo l’installazione di alcuni aggiornamenti in Windows 11, il computer cominciasse a fare le bizze. Nello specifico il pc andava in crash, un problema abbastanza grave.
Di fatto il computer va in blu screen ogni pochi minuti, indipendentemente da quello che si sta facendo, rendendo di fatto impossibile svolgere il proprio lavoro. Anche aggiornando tutti i driver, rimuovendo qualsiasi periferica USB, il problema sembra non risolversi. Perché?
Una periferica che da problemi
Il problema è abbastanza frequente su alcuni notebook di Lenovo ed è dovuto a un driver particolare: l’Intel Management Firmware. L’Intel Management Engine serve in ambito aziendale a favorire le operazioni di gestione dei singoli pc da remoto; è un componente incluso in ogni chipset Intel recente, e in ambito Windows per poter utilizzare questa tecnologia occorre installare un driver apposito, fornito a corredo della scheda madre insieme agli altri driver.
Questo driver tende infatti a mandare il computer in crash molto frequentemente rendendolo inutilizzabile. Per nostra fortuna esiste però una soluzione, anche abbastanza semplice per ovviare a questa situazione di disagio. Bisogna andare su Gestione Dispositivi digitando sulla barra della ricerca e a questo punto appariranno tutte le periferiche connesse al nostro pc (vedi figura), anche quelle più “sconosciute”. Cerchiamo la voce Intel Management Engine, che dovrebbe essere evidenziata da un punto esclamativo, proprio a indicarci che presenta delle problematiche da risolvere.
Selezioniamo questa periferica, clicchiamoci sopra con il tasto destro e disabilitiamola. Successivamente, disinstalliamola. Riavviamo il computer e a questo punto dovrebbe funzionare tutto come prima e i crash saranno eliminati.
Come trovare la password Wi-Fi su Windows 11. Impossibile accedere alla propria rete domestica? Niente paura!
La password Wi-Fi è una delle chiavi di accesso che più ci si dimentica facilmente.
Tutta “colpa” dell’opzione che consente di memorizzare in automatico le credenziali associate alla rete Internet di casa dopo il primo collegamento, tanto sul computer quanto su smartphone e tutti gli altri dispositivi mobili.
A complicare ulteriormente le cose ci si è messo pure il tasto WPS (Wi-Fi Protected Setup) presente nella stragrande maggioranza dei router in commercio: è sufficiente premerlo per connettere in automatico il dispositivo desiderato alla rete Wi-Fi domestica, senza la necessità di digitare (e dunque ricordare) la parola chiave.
Ci sono però alcune situazioni in cui conoscere la password Wi-Fi è ancora importante. Ad esempio quando si riceve la visita di un amico o un parente a casa e una delle prime richieste è appunto la password Wi-Fi del router.
Oppure quando si acquista una nuova Smart TV e la si deve configurare per la prima volta, senza disporre dell’utile funzione offerta dal pulsante WPS.
Ma ora, scopriamo insieme come trovare la password Wi-Fi dimenticata.
Scopri la password Wi-Fi tramite Impostazioni
Uno dei metodi più intuitivi per recuperare la password su Windows 11 prevede l’utilizzo delle Impostazioni e della scheda Rete e Internet.
Ecco nel dettaglio la procedura:
1.Fai clic sul menu Start (icona con il logo Microsoft) e nella finestra che si apre, seleziona Impostazioni (icona a forma di ingranaggio). Per aprire le Impostazioni di Windows 11 puoi anche usare la scorciatoia da tastiera Win + I.
2.Nella finestra Impostazioni seleziona dal menu laterale a sinistra la scheda Rete e Internet.
3.Nella nuova schermata visualizzata clicca sulla scheda Impostazioni di rete avanzate, ultima opzione in fondo.
4.Ora individua l’intestazione Impostazioni correlate e fai clic su Piùopzioni per la scheda di rete.
5.Pochi istanti dopo si aprirà la nuova finestra Connessioni di rete. A questo punto sposta il cursore del mouse in corrispondenza della tua rete Wi-Fi, fai clic destro e, dal menu a tendina che si apre, seleziona la voce evidenziata in grassetto Stato.
6.Nella finestra Stato di Wi-Fi fai clic sul pulsante Proprietà wireless.
7.La nuova schermata mostra in automatico le informazioni correlate al tab Connessione. Per vedere invece la password Wi-Fi occorre selezionare il tab Sicurezza.
8.Adesso non ti resta che fare clic sul quadratino accanto a Mostra caratteri per visualizzare la password Wi-Fi del router.
Ora che hai trovato la password puoi connettere un altro dispositivo alla rete Internet o condividerla al tuo ospite.
E se per la prossima volta non vuoi ripetere l’intera procedura, dovendo accendere il computer e ricordare tutti i passaggi elencati qui sopra, la soluzione migliore è copiare la chiave di sicurezza della tua rete e conservarla in un luogo sicuro.
Volendo puoi salvarla sulla rubrica del telefono, assegnandole un nome fittizio.
Password Wi-Fi in chiaro tramite PowerShel
Un altro metodo per vedere la password della tua rete Wi-Fi prevede l’utilizzo di PowerShell, la shell avanzata disponibile su tutti i PC con a bordo il sistema operativo Windows, e l’inserimento di una riga di comando.
Rispetto alla soluzione precedente richiede meno passaggi, ma per chi ha poca dimestichezza con i comandi avanzati di Windows è preferibile sfruttare la procedura di sopra, essendo più intuitiva per la maggior parte degli utenti comuni.
Ecco quali sono i passaggi da seguire:
1.Fai clic destro sul menu Start (icona del logo Microsoft) e, dal menu a tendina che si apre, seleziona la voce Terminale Windows (Admin).
2.Nella finestra Controllo dell’account utente, alla domanda “Vuoi consentire a questa app di apportare modifiche al dispositivo?” seleziona il pulsante Sì.
3.Ora che hai aperto la finestra PowerShell, digita la seguente riga di comando e premi Invio sulla tastiera del computer:
netsh wlan show profiles
4.Fatto questo, digita la seguente riga di comando (in sostituzione di Wi-Fi Profile dovrai inserire il nome della rete Wi-FI per cui intendi trovare la password) e premi di nuovo Invio della tastiera:
netsh wlan show profile name=”WiFi-Profile” key=clear
5.Individua adesso l’intestazione Impostazioni sicurezza: la password Wi-Fi del router di casa è mostrata accanto alla voce Contenuto chiave.
Una volta che hai individuato la password vale lo stesso discorso fatto in precedenza.
Dopo aver installato il nuovo sistema operativo Windows 11 il PC è diventato troppo lento? Rendiamolo nuovamente scattante con questi trucchi!
“Windows, Windows delle mie brame, chi è il più veloce del reame?” “Sono io, mio padrone, e lo sarò almeno fino a che non cominci a pasticciarmi il disco con diecimila software inutili, installandoli e disinstallandoli senza tregua, scaricare giga e giga di musica che non ascolti e film che non guardi e…”
Ok, abbiamo capito: i computer non sono più quelli di una volta e, nonostante siano sempre più veloci e abbiano dischi sempre più capienti, arriverà un giorno nel quale sembreranno essere lenti. Anzi, lentissimi. Questo capita a tutti e i motivi sono diversi.
Anzitutto dobbiamo essere consci del fatto che durante l’utilizzo il sistema operativo scrive e legge costantemente dati sul disco, quindi nonostante noi apparentemente non stiamo facendo nulla di particolare, avremo comunque Windows che rema contro mettendoci del suo per depositare un po’ di spazzatura sul disco. Altra spazzatura si deposita installando e disinstallando programmi, oppure utilizzando applicazioni particolarmente gravose come i software di fotoritocco o di montaggio video, che utilizzano in modo massiccio e intenso il disco.
Disattiviamo il file di paging
Il file di swap o file di paging è un grosso file creato da Windows sul disco rigido, utilizzato per trasferirvi parti di memoria quando la RAM comincia a riempirsi. Il problema è che spesso questo file assume dimensioni importanti (anche diversi giga) e può essere frammentato sul disco, aumentando così il tempo di accesso ai dati e rallentando il sistema.
Se il nostro computer ha almeno 16GB di memoria RAM installata possiamo anche disabilitare questo file. In Windows 11 clicchiamo sulla lente d’ingrandimento, mentre in Windows 10 sulla casella di ricerca nella barra delle applicazioni e digitiamo sysdm.cpl premendo poi il tasto Invio per aprire le proprietà del sistema. Nella finestra che appare clicchiamo sulla tab Avanzate, poi nella sezione Prestazioni, clicchiamo su Impostazioni, selezioniamo la tab Avanzate e nella sezione Memoria virtuale clicchiamo su Cambia. Se presente, eliminiamo la spunta dalla casella Gestisci automaticamente dimensioni file di paging per tutte le unità, poi portiamoci verso il basso e selezioniamo l’opzione Nessun file di paging e clicchiamo su Ok due volte per confermare, quindi riavviamo il computer per abilitare la nuova configurazione. Questa soluzione, ancorché risolutiva, ha anche qualche piccolo svantaggio: dovremo reinstallare il sistema operativo e tutti i programmi che utilizziamo, premurarci di recuperare tutte le relative licenze e rifare le noiose procedure di attivazione online che alcuni programmi richiedono, ripristinare le impostazioni del sistema, recuperare sfondi e temi e via discorrendo. E poi dobbiamo anche considerare il costo degli SSD, che potrebbe non essere un problema secondario. Insomma: un macello!
Velocizziamo Esplora file
Esplora file di Windows durante il suo funzionamento raccoglie una serie di informazioni relative ai file e alle cartelle contenute nel disco rigido. Normalmente questi dati non compromettono in alcun modo i tempi di risposta dell’applicazione, ma in sistemi datati non è così.
Per risolvere il problema avviamo Esplora File con la combinazione di tasti Windows + E, in Windows 10 clicchiamo su Visualizza, Opzioni, Modifica opzioni cartelle e ricerca, mentre in Windows 11 clicchiamo sui tre punti e poi su Opzioni.
Clicchiamo sulla tab Visualizzazione e nella sezione Impostazioni avanzate clicchiamo sulla voce Visualizza informazioni sulle dimensioni dei file nei suggerimenti della cartella per eliminare la spunta e disattivarla. Confermiamo le modifiche con un clic su OK.
Stoppiamo i programmi in background
Troppe applicazioni aperte in background rallentano il sistema perché occupano memoria sottraendola alle applicazioni in esecuzione, e questo può essere un problema per quei computer con poca RAM. Per disattivare l’esecuzione in background apriamo le impostazioni del sistema cliccando col tasto destro del mouse sull’icona Start e poi su Impostazioni.
Clicchiamo sull’icona Privacy e su App in background nella barra laterale. In questa sezione sono presenti tutte le applicazioni che possono ricevere, essere aggiornate o inviare notifiche anche quando non vengono utilizzate.
Con gli slider è possibile scegliere quali app tenere attive e quali “addormentare”. Questo permette di risparmiare RAM e rendere meno frequenti gli accessi al file di swap sul disco rigido.
Eliminiamo i file temporanei
Non tutti i programmi che utilizziamo giornalmente sul computer eliminano i file temporanei da essi creati. Anzi, spesso questi file vengono “dimenticati” tra le cartelle di Windows e a ogni apertura dei programmi ne vengono creati di nuovi, accumulando così un sacco di file inutili che si depositano sul disco rigido. Se abbiamo un SSD avere diecimila o centomila file sul disco non influisce sulle prestazioni dello stesso, ma con i tradizionali hard disk, invece, non è così.
Per fare pulizia nella cartella temporanea di sistema chiudiamo tutti i programmi aperti, poi apriamo Esplora File con la combinazione di tasti Windows + E, e nella barra degli indirizzi digitiamo %temp% e premiamo il tasto Invio. Spostiamoci con il puntatore del mouse sull’elenco delle cartelle che appare in basso e premiamo la combinazione di tasti Ctrl + A per selezionare tutto, quindi premiamo il tasto Canc per inviarli al cestino. Se ci viene richiesta l’autorizzazione di amministratore clicchiamo su Continua.
Se dovessimo ricevere il messaggio “Impossibile completare l’operazione”, clicchiamo sulla casella di selezione presente nel messaggio e poi sul pulsante Ignora per continuare.
Eliminiamo i programmi dall’avvio automatico
Se l’avvio del computer è lento, probabilmente abbiamo troppi programmi che si avviano assieme a Windows; possiamo intervenire facilmente rimuovendo quelli che non ci servono. Per farlo utilizziamo la combinazione di tasti Ctrl + Maiusc + Esc per avviare Gestore attività.
Clicchiamo sulla tab Avvio per mostrare l’elenco dei programmi che vengono avviati con Windows; nella colonna Stato troveremo la voce Abilitato per i programmi attivi e Disabilitato per quelli che non vengono caricati.
Per modificare lo stato di un programma che non vogliamo far caricare basta cliccare con il tasto destro del mouse su di esso e poi selezionare Disabilita dal menu che compare.
Scegliamo la priorità dei programmi
Ci sono programmi che sarebbe preferibile sfruttassero al massimo la potenza del computer, senza essere “distratti” da altri programmi di minor importanza. Ad esempio, quando si utilizza Gimp o Photoshop per modificare una foto, si vorrebbe che questi fossero il più veloce possibile. In questo caso, Windows ci viene in aiuto permettendoci di impostare una “priorità” per ciascun programma: quelli a priorità più alta avranno la precedenza rispetto a quelli a priorità più bassa nell’utilizzo delle risorse del computer.
Iniziamo avviando il Gestore attività con la combinazione di tasti Ctrl + Maiusc + Esc, una volta in esso clicchiamo sulla tab Dettagli e qui individuiamo il programma al quale desideriamo assegnare una priorità maggiore. Clicchiamo su di esso con il tasto destro del mouse e selezioniamo Alta come priorità. Sconsigliamo di utilizzare la priorità Tempo reale perché di fatto su alcuni sistemi rende quasi inutilizzabili gli altri programmi.
Riordiniamo il disco rigido
Immaginiamo il disco rigido suddiviso come una enorme ragnatela, con i dati suddivisi in tanti piccoli pacchetti attaccati ai fili della ragnatela. Quando si scrivono i primi file, i pacchetti vengono messi uno dietro l’altro. Se però uno di questi file viene cancellato, rimane spazio tra pacchetti; questo spazio verrà occupato da un altro file.
Se quest’ultimo è di dimensioni più piccole del precedente, i pacchetti verranno sistemati uno dietro l’altro, ma se le dimensioni sono superiori, arrivati alla fine dello spazio disponibile il nostro ragnetto magazziniere dovrà trovare altro spazio in altre posizioni, suddividendo il file iniziale in più parti. Quando andremo a rileggerlo, la testina dovrà effettuare più spostamenti per seguire la traccia dei vari pacchetti, facendo così aumentare i tempi di lettura e/o scrittura.
Ecco perché di tanto in tanto è bene effettuare una deframmentazione del disco. Possiamo farlo aprendo Esplora file con Windows + E, cliccando con il tasto destro del mouse sull’icona del nostro disco nella barra laterale di sinistra e scegliendo Proprietà. Clicchiamo Strumenti/Ottimizza. Verrà aperta la finestra di Ottimizza Unità: clicchiamo sul disco da deframmentare e confermiamo con un clic su Ottimizza.
Eliminiamo i componenti obsoleti
All’interno di Windows si nascondono componenti di sistema ormai obsoleti, come Windows Media Player o Internet Explorer (quest’ultimo soltanto in Windows 10). Visto che sono componenti non utilizzati, ma che comunque occupano spazio sul disco, possiamo anche disinstallarli dal sistema, così da recuperare preziosi GB. Per verificare velocemente ed eventualmente disinstallare queste componenti di Windows clicchiamo sull’icona della lente d’ingrandimento in Windows 11 oppure sulla casella di ricerca nella barra delle applicazioni in Windows 10 e digitiamo Funzionalità.
Nel menu che si apre clicchiamo su Attiva o disattiva funzionalità di Windows per far apparire la relativa applicazione; al suo interno troveremo un elenco di funzionalità. Quelle associate alle caselle con la spunta sono installate, quelle associate alle caselle scurite in nero sono parzialmente installate; cliccando su una spunta ed eliminandola dalla casella e poi confermando con Ok potremo eliminare dal sistema la funzionalità associata. Ad esempio, per eliminare Windows Media Player basterà cliccare su Funzionalità multimediali e poi su Windows Media Player, quindi confermare con Ok.
Disattiviamo i servizi non necessari
Oltre alle normali applicazioni, Windows ha un potente alleato per svolgere i compiti che gli richiediamo: i Servizi. Un servizio è un’applicazione che non ha una propria interfaccia e quindi non interagisce direttamente con l’utente, piuttosto viene utilizzata dal sistema operativo nel normale svolgimento dei suoi compiti. Normalmente i servizi sempre attivi sono all’incirca un centinaio e, nonostante questi siano enormemente meno esosi di risorse rispetto alle comuni applicazioni, finiscono comunque per occupare memoria e preziose risorse.
Per disattivare i servizi meno necessari basta poco: anzitutto avviamo l’app Servizi cliccando sull’icona della lente d’ingrandimento in Windows 11 (in Windows 10 sulla casella di ricerca nella barra delle applicazioni), digitando services.msc e premendo Invio per eseguire il comando. Qui troveremo elencati tutti i servizi in esecuzione. Cliccando su uno di essi vedremo la descrizione estesa nella barra immediatamente a destra rispetto all’elenco stesso. Nella colonna Stato, invece, potremo vedere se il servizio è in esecuzione oppure no, mentre nella colonna Tipo di avvio troveremo descritto cosa succede all’avvio di Windows. Avremo tre possibili stati del servizio:
Automatico oppure Automatico (avvio ritardato): Windows carica automaticamente il servizio all’avvio.
Manuale o Manuale (avvio trigger): il servizio viene attivato solo quando un programma lo richiede.
Disabilitato: il servizio dev’essere attivato manualmente, altrimenti non è utilizzabile né da Windows, né dai programmi. Facendo doppio clic su un servizio si apre la relativa scheda delle proprietà. Nella tab Generale possiamo modificare il Tipo di avvio. Se scegliamo Manuale eviteremo che venga caricato all’avvio, ma se il sistema operativo o un programma ne richiedesse l’utilizzo, verrebbe immediatamente caricato. Diversi servizi possono essere impostati su Manuale senza problemi. Eccone alcuni:
Gestione mappe scaricate;
Servizio di georilevazione;
Accesso secondario;
Acquisizione di immagini di Windows (WIA);
Telefonia.
Disinstalliamo programmi che non usiamo
Visitare l’app Impostazioni di Windows 11.
1: accedi al menu Impostazioni premendo il tasto Windows + I.
2: fare clic sul pulsante App nella barra laterale.
3: dovresti vedere un’opzione per App e funzionalità. Fai clic su di esso, quindi scegli i punti rivolti verso il basso accanto a qualsiasi app nell’elenco, seguito dal pulsante Disinstalla. Segui le indicazioni o le istruzioni sullo schermo e l’app verrà rimossa dal tuo sistema.
Disinstallare programmi dal pannello di controllo
Il nostro metodo finale per disinstallare le app e i programmi su Windows 11 prevede uno sguardo al Pannello di controllo.
1: cerca Pannello di controllo nel menu Start, quindi fai clic per aprire l’app quando la vedi.
2: nella sezione Programmi, scegli Disinstalla un programma.
3: da lì, cerca il tuo programma nell’elenco, fai clic con il pulsante destro del mouse e quindi scegli Disinstalla.
Ripuliamo il disco in maniera approfondita
Di tanto in tanto, più o meno una volta al mese, è bene effettuare una pulizia profonda del disco rigido per eliminare tutti quei file che vengono lasciati lì dai programmi e dallo stesso Windows nel corso della loro esecuzione. Per nostra fortuna Windows ha delle utility specifiche per ripulire il disco che per velocità ed efficacia non hanno nulla a che invidiare a soluzioni commerciali offerte da terze parti. In Windows 10 apriamo le impostazioni premendo i tasti Windows + I, poi clicchiamo su Sistema e Archiviazione.
Nella parte centrale della schermata controlliamo che lo slide Sensore memoria sia disattivato, quindi clicchiamo su Configura sensore memoria o eseguilo ora. Scegliamo le impostazioni che riteniamo più opportune per le voci Elimina dal cestino i file presenti da piùdi: e Elimina dalla cartella download i file che non sono stati aperti per più di:, poi portiamoci verso il basso e clicchiamo su Pulisci ora per avviare la pulizia del sistema. In Windows 11, seguiamo gli stessi passi fino ad Archiviazione, poi però qui dovremo scorrere verso il basso per trovare la sezione Consigli per la pulizia e cliccare su di essa.
A questo punto troveremo diverse sezioni. Ad esempio cliccando su File temporanei potremo scegliere di cancellare i download e i file temporanei di installazione di Windows, poi ci sono ancora le sezioni File di grandi dimensioni o inutilizzati, File sincronizzati con il cloud e App inutilizzate. Sezione per sezione basta selezionare le opzioni disponibili e poi cliccare su Pulisci in fondo alla sezione per avviare la pulizia.
Avg Driver Updater offre strumenti e funzioni che permettono di mantenere aggiornate le periferiche di sistema.
L’aggiornamento dei driver costituisce una tappa fondamentale per avere un Pc sempre in buona salute. Di contro, la presenza di uno o più driver obsoleti può causare problemi nelle prestazioni o nell’affidabilità, rischiando di compromettere l’operatività quotidiana. Questo non solo in termini di velocità, ma anche di sicurezza, considerando che un driver non aggiornato può essere vulnerabile e quindi offrire un punto di accesso a un eventuale attacco virale. Appare allora evidente quanto sia importante disporre di un software che si preoccupi di scansionare il sistema con l’obiettivo di aggiornare automaticamente i driver. Avg Driver Updater è stato progettato proprio per questo scopo. Forte di un archivio che può contare su oltre 1.300 produttori di hardware, promette la piena affidabilità.
Avg Driver Updater analizza periodicamente lo stato dell’arte e poi fornisce all’utente un resoconto dettagliato della situazione. L’installazione dell’applicativo è semplice, ed è disponibile anche una versione di prova gratuita, utile per testarne l’interfaccia e le funzioni.
Scansiona
Completata l’installazione, il primo passo consiste nel fare clic su Scansiona driver per avviare il processo di verifica. Trascorsi pochi secondi si ottiene il risultato dell’analisi, con il responso che riporta il numero dei driver obsoleti individuati nel sistema, con il relativo elenco delle anomalie riscontrate. Accanto a ogni voce sono presenti una casella di selezione, un’icona per identificare la tipologia del driver (audio, Usb, sistema e così via) e il collegamento Mostra dettagli che permette di accedere a una nuova schermata popup in cui poter approfondire la versione, l’autore e la data di rilascio del driver di riferimento tra quello più aggiornato e quello che invece è installato sul sistema, allo scopo di offrire all’utente tutte le informazioni importanti. Le azioni che l’utente può compiere sono di fatto tre: aggiornare il driver corrente, ignorare l’aggiornamento o escludere il driver da eventuali nuove ricerche.
Aggiorna
L’attivazione della procedura di aggiornamento, singolarmente per un singolo driver o in maniera massiva, ha luogo attraverso il pulsante Aggiorna selezionati. Parte così un processo la cui durata dipende ovviamente dalla complessità dell’operazione, legata a variabili tra cui il numero e la tipologia dei driver da aggiornare. Ciò che viene raccomandato all’utente è di seguire ogni eventuale indicazione del programma e riavviare il Pc nel corso dell’operazione solo se espressamente indicato a video. In alcuni rari casi, potrebbe capitare che il programma non riesca ad aggiornare un driver in modo corretto, e perciò mostri il messaggio Impossibile aggiornare il dispositivo. Se ciò accade, è buona norma proseguire per completare l’aggiornamento dei driver obsoleti restanti o chiudere l’operazione nel caso in cui non dovessero essercene.
Aggiorna singolarmente
Avg lascia l’utente libero di operare, consentendo di gestire i driver singolarmente. Tra le altre azioni permesse, si segnala quella grazie alla quale si può salvare una copia di backup delle versioni precedenti del driver, da prendere in considerazione qualora fosse necessario sbloccare una eventuale situazione di stallo. Interessante anche il fatto che l’app avvisi l’utente nel caso in cui tra i driver installati ve ne fossero di vulnerabili, così definiti perché introducono potenziali porte d’ingresso per eventuali attacchi al sistema. Come appare evidente, l’aggiornamento di driver ritenuti vulnerabili ha la massima priorità per garantire la sicurezza.
Nel caso in cui dovessero invece subentrare particolari problematiche a seguito di un aggiornamento, attraverso l’opzione Risolvi subito l’applicazione attiverà un sistema di intervento che, in base al problema riscontrato, indirizzerà l’utente verso la relativa risoluzione, suggerendo di procedere al ripristino dei driver il cui aggiornamento potrebbe aver causato la criticità riscontrata.
Gestire le impostazioni
L’interfaccia del programma è dotata di una sezione Impostazioni, interna alla voce Menu, che ospita le sottosezioni Informazioni generali e Driver Updater. Nella prima trovano posto le opzioni Lingue, che consente di scegliere tra diverse alternative (compreso anche l’italiano) e Notifiche, la cui attivazione abilita l’invio di alert quando il programma rileva driver obsoleti.
Ci sono anche le voci Privacy personale, dove si sceglie se condividere i dati sull’utilizzo dell’app con Avg per contribuire a migliorare la ricerca software o a fini di marketing. Risoluzione dei problemi, attraverso cui si possono salvare log degli errori, creare punti di ripristino del sistema e inviare report su eventuali arresti anomali. Ci sono poi le voci Impostazioni sviluppatore e Aggiorna Driver Updater.
La prima permette di mantenere attivo il programma alla chiusura. Azione che consente alle scansioni in background e agli elementi grafici di continuare con l’operatività anche quando si chiude l’app. La seconda consente invece di scegliere tra aggiornamenti in background, controllo delle nuove versioni all’apertura con possibilità di aggiornare il programma in automatico alla chiusura o aggiornamenti manuali. Driver Updater, invece, offre un collegamento alla cartella in cui Avg Driver Updater salva le versioni precedenti dei driver.
Conclusioni
Avg Driver Updater offre all’utente un efficace strumento software di gestione dei driver. Se da un lato l’applicazione copre un vasto ventaglio di produttori e quindi di dispositivi hardware (l’azienda parla di oltre 8 milioni di driver), dall’altro la sua interfaccia semplice e intuitiva permette a chiunque di entrare subito in azione con l’esecuzione automatica delle scansioni. Inoltre, i dettagli offerti sul singolo driver garantiscono un elevato livello di informazione. La funzione di ripristino che permette di ritornare alla versione precedente di un driver, a seguito di criticità successive all’installazione di un aggiornamento, offre la concreta possibilità di sbloccare fastidiose situazioni di stallo.
Ma c’è anche il rovescio della medaglia, che per dovere di cronaca è giusto evidenziare. Manca per esempio uno strumento di pianificazione, che renda possibile schedulare scansioni automatiche periodiche allo scopo di monitorare lo stato dei driver. Certo, esiste l’opzione che mantiene attive le scansioni in background, ma l’esecuzione permanente non è certo la strada migliore per ottimizzare l’uso delle risorse. Rispetto alla concorrenza, manca anche una funzione di ottimizzazione delle prestazioni del Pc. Alcuni software di gestione dei driver la includono già al loro interno (pensiamo per esempio a Driver Genius o Smart Driver Updater).
Prezzo
A questa considerazione se ne accompagna un’altra legata al prezzo del prodotto. Avg Driver Updater offre un periodo di prova gratuita pari a 30 giorni, terminati i quali l’utilizzo sarà soggetto alla sottoscrizione di un abbonamento. Il costo di licenza parte da 39,99 euro all’anno, un prezzo piuttosto elevato rispetto agli altri concorrenti. Per esempio, la licenza annuale del già citato Driver Genius costa 29,95 dollari Usa, mentre per la versione Pro di Smart Driver Updater è previsto un costo di 39,90 euro una tantum.
Windows 11 include strumenti e funzioni nascoste che potrebbero far gola a chi vuole sfruttare al massimo il nuovo sistema operativo di casa Microsoft.
Il nuovo sistema operativo di casa Microsoft, reso disponibile dal colosso di Redmond lo scorso ottobre, presenta delle novità e delle funzioni tutte da scoprire. Dopo diversi dubbi relativi ai requisiti minimi necessari per poter utilizzare correttamente il sistema operativo, tra TPM e tipologie di firmware UEFI, sempre più attenzione sta venendo data alle nuove funzioni incluse nel pacchetto.
Le caratteristiche più sbandierate da Microsoft durante il periodo di lancio sono state principalmente di carattere visivo. Windows 11 è infatti dotato di un interfaccia utente decisamente rinnovata, più vicina al design fluido di scuola Apple tra angoli e ombre smussate. Questo non significa che il resto del sistema operativo sia stato lasciato uguale a se stesso ma, anzi, diverse sono state le innovazioni e vari sono stati i nuovi strumenti consegnati all’utente.
Per questo motivo cerchiamo di scoprirne insieme quattro decisamente interessanti tra quelli presenti in Windows 11.
Fare ordine scuotendo finestre
Tra le nuove funzioni ne troviamo una perfetta per chiunque utilizzi il sistema operativo su un computer dotato di schermo con comandi touch. Attivando un interruttore nascosto sarà possibile fare ordine a schermo semplicemente scuotendo una delle finestre attive, andando a nascondere tutte le altre.
Questa funzione è particolarmente indicata per tutti quei computer dotati di comandi touch poiché permette di ripristinare l’ordine a schermo senza sfruttare le scorciatoie da tastiera. Attivare questa funzione chiede all’utente di andare all’interno di una sezione delle Impostazioni e portare su On (acceso) un interruttore. Apriamo quindi Impostazioni dal menu Start.
Aprire il menu start secondario
Tutti conosciamo a menadito il funzionamento del menu Start: è letteralmente uno degli elementi più famosi di tutto quanto l’ecosistema Windows.
In Windows 11 questo menu è stato rivoluzionato dagli ingegneri di Microsoft e ora mostra all’utente un minor numero di opzioni in maniera più ordinata. Questo chiaramente ha fatto storcere non poco il naso ai puristi dei sistemi operativi Microsoft. Il nuovo menu nasconde troppe delle funzioni classiche che nelle vecchie versioni di Windows rendevano veloce e indolore l’accesso ai meccanismi interni del sistema operativo.
Fortunatamente non tutto è perduto perché è possibile utilizzare un menu secondario dotato di diversi collegamenti diretti alle funzioni appena citate. Accedere a questo menu secondario è super facile: basta fare clic con il tasto destro del mouse sopra l’icona di Start nel la barra del le applicazioni usare la scorciatoia Win + x. Così facendo sarà possibile ottenere l’accesso a una serie di collegamenti diretti a funzioni come Gestione disco, Gestione computer, Windows PowerShell, Visualizzatore eventi, Gestione dispositivi e così via.
Guadagnare rapidamente spazio su disco
Tenere installate applicazioni che non si utilizzano è il modo perfetto per andare a rallentare progressivamente le prestazioni del computer su cui è installato Windows. Il nuovo sistema operativo di Microsoft, fortunatamente, ha uno strumento integrato al suo interno che permette di ottimizzare lo spazio su disco andando a mostrare una selezione di file e applicazioni che sarebbe meglio eliminare per guadagnare punti in termini di prestazioni.
In passato Windows 10 e le altre edizioni del sistema operativo erano in grado di mostrare a schermo come era suddiviso lo spazio del disco rigido, mentre lo strumento per cancellare file e applicazioni poco utili era contenuto altrove (il buon vecchio Pulizia disco). Windows 11 include tutto quanto all’interno della stessa schermata, per la massima comodità possibile in termini di azioni. Questo strumento è chiamato Consigli per la pulizia e si trova all’interno delle Impostazioni.
Dopo averle aperte è necessario fare clic su Sistema e poi su Archiviazione. Qui ci verrà mostrato come è suddiviso lo spazio del disco rigido dove è presente il sistema operativo. Le suddivisioni riguardano le applicazioni, i file, i file temporanei e così via. Nella parte bassa dello schermo, sotto la categoria Gestione archiviazione, è necessario fare clic su Consigli per la pulizia. A questo punto a schermo comparirà una procedura guidata dove ci verrà spiegato cosa è possibile cancellare e quanto spazio si guadagnerà di volta in volta. Una volta scelte le categorie da pulire basterà fare clic su OK per terminare il procedimento.
Ridurre le notifiche
Al giorno d’oggi se si lavora con il computer è facile ricevere una tempesta di notifiche e informazioni spesso non richieste. Concentrarsi in questi casi diventa particolarmente difficile e, pertanto, è bene sapere che Windows 11 include diverse personalizzazioni e strumenti per la gestione delle notifiche. Uno di questi, forse il più interessante in assoluto, è chiamato Assistente notifiche. Il suo compito è di aiutare l’utente a mantenere la concentrazione, nascondendo o mostrando notifiche specifiche.
Per poter attivare questo strumento è necessario aprire le Impostazioni e fare clic, dalla schermata principale, su Assistente notifiche. Qui sarà possibile scegliere se disabilitare completamente le notifiche, lasciare attive soltanto quelle prioritarie (il cui stato è gestito da una lista personalizzabile) o visualizzare soltanto le sveglie.
Microsoft ha iniziato a forzare l’aggiornamento del tool Controllo integrità PC per il passaggio a Windows 11, tramite Windows Update, sui dispositivi con Windows 10.
Il tool PC Health Check (Controllo integrità PC in italiano) serve per verificare il rispetto dei requisiti hardware minimi e quindi la possibilità di installare Windows 11. Da qualche giorno, Microsoft ha iniziato a distribuire il tool tramite Windows Update, forzando il download sui dispositivi con Windows 10.
Controllo integrità forzato su Windows 10
Il Controllo integrità viene scaricato e installato automaticamente quando l’utente verifica la disponibilità di aggiornamenti su Windows Update. Il tool viene indicato con KB5005463 nella sezione “Altri aggiornamenti” della pagina “Visualizza aggiornamenti installati“. I file necessari sono copiati nella directory PCHealthCheck in C:\Windows\Programmi e viene aggiunto un collegamento nel menu Start.
Microsoft scrive che il tool può essere disinstallato da Impostazioni > App > App e funzionalità o dal vecchio Pannello di controllo. Alcuni utenti hanno tuttavia segnalato che il Controllo integrità PC viene nuovamente scaricato e installato insieme ai successivi aggiornamenti, in quanto nel registro di sistema non viene creata la chiave HKEY_LOCAL_MACHINE\SOFTWARE\Microsoft\PCHC. Se invece esiste e il valore della DWORD PreviousUninstall è impostato a 1, il tool non verrà più scaricato.
Store Windows 11
L’azienda di Redmond ha comunicato inoltre che il nuovo Windows Store di Windows 11 è disponibile anche su Windows 10 per gli iscritti al canale Release Preview del programma Insider. Probabilmente sarà disponibile per tutti con Windows 10 21H2. Il Windows Subsystem for Android rimarrà invece un’esclusiva del nuovo sistema operativo.
Exciting news today, the new #MicrosoftStore (modern design, support for win32 apps, Disney+ movies and way more) is now available to Windows 10 Insiders! pic.twitter.com/O9zSZ8pudp
Gli iscritti al canale Dev del programma Insider di Windows 11 possono invece scaricare la build 22489 che include diverse novità, tra cui la nuova pagina che permette di accedere alle impostazioni dell’account Microsoft.
Novità per gli utenti Insider che usano Microsoft Edge 94 in Windows 11 possono vedere il dettaglio dei singoli processi del browser nel Task Manager.
Il colosso di Redmond ha annunciato un’importante novità in arrivo per quanto riguarda la gestione della navigazione, Edge 94, cioè il browser di Microsoft, mostrerà in maniera più chiara e dettagliata nel Task Manager (Gestione attività) i singoli processi in esecuzione. Questo consentirà agli utenti di vedere maggiori dettagli sul consumo delle risorse e quindi di identificare eventuali problemi. Al momento, le modifiche sono disponibili solo per gli iscritti al programma Insider di Windows 11.
Microsoft Edge: più chiarezza nel Task Manager
Edge, come tutti i browser moderni, utilizza un’architettura multi-processo. Questa soluzione permette di incrementare la sicurezza e soprattutto la stabilità (il crash di un singolo processo non provoca il crash dell’intero browser). Attualmente, quando l’utente apre il Task Manager in Windows 10 o 11, l’elenco dei processi mostrato li visualizza tutti con nome Microsoft Edge.
Gli utenti Insider che usano Edge 94 in Windows 11 vedranno questa schermata nel task manager:
Per i processi Browser, GPU e Crashpad sono visualizzati il nome descrittivo e l’icona associata. Per i processi relativi a utility, plug-in ed estensioni sono mostrati il tipo di processo e il nome del servizio, plug-in o estensione. Infine, per i processi Renderer (quelli correlati alle pagine web) sono visualizzati il nome del sito aperto nella scheda e l’URL del subframe (usati per i banner pubblicitari).
Per gli elementi associati al singolo processo (singola riga) viene indicato l’uso delle risorse. Un freccia accanto alla riga indica invece che più elementi condividono lo stesso processo. In questo caso il task manager mostra l’uso delle risorse solo per il primo elemento. Quando l’utente clicca su “Termina attività” nel menu contestuale del task manager, i processi Browser, Renderer e Crashpad terminano. Per i processi relativi a estensioni e plug-in comparirà un messaggio di errore, mentre i processi GPU e utility verranno chiusi e riavviati.
Gli utenti possono vedere l’elenco dei processi di Edge nella schermata “Gestione attività del browser”. Lo stesso livello di dettaglio sarà disponibile nel Task Manager.
Windows11Upgrade è un piccolo software gratuito per chi, pur non disponendo di un PC compatibile con i requisiti di Windows 11, desidera forzare l’aggiornamento.
Arrivano alcune indicazioni extra, per tutti coloro che sono intenzionati a forzare l’aggiornamento Windows 11. Si tratta di dritte e operazioni utili, affinché tutti possano avere un quadro della situazione più chiaro qui in Italia. Del resto, tra un requisito e l’altro, ci sono tante persone che sulla carta non sono abilitate a scaricare il pacchetto software. Cerchiamo, dunque, di fare il punto della situazione.
Microsoft ha scelto di distribuire l’aggiornamento a Windows 11 in modo graduale, anche tra coloro che dispongono di un PC in grado di soddisfare i requisiti richiesti. Questo per gestire al meglio la fase di rollout, intervenendo in modo tempestivo sui problemi che via via andranno ad emergere (i primi si sono già palesati). Eppure, ci sono temerari che pur essendo in possesso di un hardware datato, vogliono comunque fare il grande salto senza attendere; a loro disposizione diversi metodi: abbiamo già segnalato su queste pagine uno script e una procedura consigliata direttamente dal gruppo di Redmond, oggi aggiungiamo all’elenco uno strumento chiamato Windows11Upgrade (di fatto un’interfaccia grafica per lo script appena citato).
Windows 11 senza avere i requisiti? Ecco Windows11Update
Il tool è gratuito, scaricabile direttamente da GitHub. Ciò che fa è sostanzialmente aggirare i controlli eseguiti da W10 prima di avviare il passaggio a W11, consentendo così il download dell’immagine ISO nella propria lingua per poi abilitarne l’installazione. L’utente ha modo di scegliere se mantenere o meno i dati e le applicazioni.
Windows11Upgrade è un progetto open source con licenza GPL-3.0. Il suo creatore è coofcookie, della Repubblica Ceca, sviluppatore alle prese con C, C++, C#, Python, PHP, JavaScript.
È quasi superfluo ricordare che forzare l’aggiornamento a Windows 11 espone a potenziali problemi riguardanti prestazioni, stabilità e sicurezza. Il lavoro di Microsoft sul nuovo sistema operativo è appena iniziato e proseguirà senza sosta con il perfezionamento delle sbavature riscontrate e segnalate dai feedback. Insomma: lo si faccia con consapevolezza, a proprio rischio e pericolo.
Tramite registro del sistema
In questo particolare contesto, per forzare l’aggiornamento Windows 11 dovremo seguire alcuni step. In primo luogo, occorre cliccare su “Start” per poi scrivere “Editor del registro di sistema“. Collocatevi in HKEY_LOCAL_MACHINE\SYSTEM\Setup|MoSetup prendendo come riferimento l’elenco di cartelle che si trova sulla sulla sinistra dello schermo. A questo punto, con il tasto destro del mouse bisogna selezionare “Nuovo>Valore DWORD (32 bit)”. Fondamentale che venga rinominato il file in “AllowUpgradesWithUnsupportedTPMOrCPU”.
Come procedere a questo punto? Ricordatevi del doppio clic, in modo da assegnare valore “1” e cliccare “ok”. Per chiudere la procedura, arrivati fin qui, non dovrete fare altro che riavviare il sistema. Avete provato a forzare l’aggiornamento Windows 11 con queste istruzioni? Fateci sapere con un commento a fine articolo, in modo che il tutto sia più chiaro a coloro che ancora non hanno potuto scaricare il pacchetto software di cui tanto si parla.
Windows 11 avrà una Blue Screen of Death di colore nero, ma resterà pressoché identica a quella attualmente in uso (che è però blu).
Microsoft sta cambiando colore alla sua famosa Schermata blu di errore (detta in inglese Blue Screen, Blue Screen of Death o BSoD): in Windows 11 sarà infatti nera. Il gigante della tecnologia ha iniziato a testare le nuove modifiche al design in una prima build, ma la Black Screen of Death non è ancora completamente abilitata.
Si tratta della prima grande modifica alla Schermata blu di errore da quando Microsoft vi ha aggiunto una faccina triste in Windows 8 nel 2012 e i codici QR nel 2016. Microsoft ha introdotto per la prima volta la BSOD in Windows 3.0, offrendo ai professionisti IT e al personale di supporto un modo per diagnosticare i problemi dell’hardware. Una BSOD è un errore nella pagina dei dati del kernel e può aiutare gli amministratori di sistema ad analizzare quale problema abbia causato la schermata blu.
Black Screen Of Death
Sebbene Microsoft stia passando a una Black Screen of Death in Windows 11, la schermata rimane pressoché identica a quella trovata in Windows 10, secondo The Verge. La faccina triste rimane, così come il codice di arresto e il crash dump. L’attuale build di Windows 11 include una BSOD verde, un colore che Microsoft utilizza per le build di Windows Insider dal 2016
Non siamo del tutto sicuri del motivo per cui la società stia cambiando il colore dal blu al nero (peraltro l’azienda non ha ancora commentato il cambiamento). Però è possibile fare alcune supposizioni. Microsoft sta revisionando molte parti di Windows 11, offrendo un nuovo approccio al sistema operativo. È probabile che includa un restyling visivo per modernizzare l’OS in aree chiave, incluse sezioni classiche come il menu Start, Esplora file e, appunto, anche la Blue Screen of Death.
Questo sito consente l'invio di Cookie di terze parti al fine di migliorare la navigazione offrendo servizi correlati. Premendo il tasto "Accetta" Cookie accetti l'utilizzo dei cookie. Per ulteriori informazioni su come questo portale utilizza i Cookie puoi selezionare il tasto Leggi di più. Puoi modificare il consenso premendo il tasto Impostazioni.
Questo sito Web utilizza i cookie per migliorare la tua esperienza durante la navigazione nel sito Web. Di questi, i cookie classificati come necessari vengono memorizzati nel browser in quanto sono essenziali per il funzionamento delle funzionalità di base del sito Web. Utilizziamo anche cookie di terze parti che ci aiutano ad analizzare e capire come utilizzi questo sito web. Questi cookie verranno memorizzati nel tuo browser solo con il tuo consenso. Hai anche la possibilità di disattivare questi cookie. Ma la disattivazione di alcuni di questi cookie potrebbe influire sulla tua esperienza di navigazione.
I cookie necessari sono assolutamente essenziali per il corretto funzionamento del sito web. Questa categoria include solo i cookie che garantiscono funzionalità di base e caratteristiche di sicurezza del sito web. Questi cookie non memorizzano alcuna informazione personale.
Cookie
Durata
Descrizione
__hssrc
sessione
This cookie is set by Hubspot whenever it changes the session cookie. The __hssrc cookie set to 1 indicates that the user has restarted the browser, and if the cookie does not exist, it is assumed to be a new session.
_GRECAPTCHA
6 mesi
This cookie is set by the Google recaptcha service to identify bots to protect the website against malicious spam attacks.
cookielawinfo-checkbox-advertisement
1 anno
Set by the GDPR Cookie Consent plugin, this cookie is used to record the user consent for the cookies in the "Advertisement" category .
cookielawinfo-checkbox-analytics
11 mesi
This cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookie is used to store the user consent for the cookies in the category "Analytics".
cookielawinfo-checkbox-functional
11 mesi
The cookie is set by the GDPR Cookie Consent plugin to record the user consent for the cookies in the category "Functional".
cookielawinfo-checkbox-necessary
11 mesi
This cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookies is used to store the user consent for the cookies in the category "Necessary".
cookielawinfo-checkbox-non-necessary
11 mesi
Set by the GDPR Cookie Consent plugin, this cookie is used to record the user consent for the cookies in the "Non-necessary" category .
cookielawinfo-checkbox-others
11 mesi
Set by the GDPR Cookie Consent plugin, this cookie is used to store the user consent for cookies in the category "Others".
cookielawinfo-checkbox-performance
11 mesi
This cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookie is used to store the user consent for the cookies in the category "Performance".
Qualsiasi cookie che potrebbe non essere particolarmente necessario per il funzionamento del sito Web e viene utilizzato specificamente per raccogliere dati personali dell'utente tramite analisi, pubblicità, altri contenuti incorporati sono definiti come cookie non necessari. È obbligatorio ottenere il consenso dell'utente prima di eseguire questi cookie sul tuo sito web.
Functional cookies help to perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collect feedbacks, and other third-party features.
Cookie
Durata
Descrizione
__cf_bm
30 minuti
This cookie, set by Cloudflare, is used to support Cloudflare Bot Management.
__hssc
sessione
HubSpot sets this cookie to keep track of sessions and to determine if HubSpot should increment the session number and timestamps in the __hstc cookie.
Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.
Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.
Cookie
Durata
Descrizione
__hstc
sessione
This is the main cookie set by Hubspot, for tracking visitors. It contains the domain, initial timestamp (first visit), last timestamp (last visit), current timestamp (this visit), and session number (increments for each subsequent session).
_ga
2 anni
The _ga cookie, installed by Google Analytics, calculates visitor, session and campaign data and also keeps track of site usage for the site's analytics report. The cookie stores information anonymously and assigns a randomly generated number to recognize unique visitors.
_ga_78N9WP2E3X
2 anni
This cookie is installed by Google Analytics
CONSENT
2 anni
YouTube sets this cookie via embedded youtube-videos and registers anonymous statistical data.
hubspotutk
sessione
HubSpot sets this cookie to keep track of the visitors to the website. This cookie is passed to HubSpot on form submission and used when deduplicating contacts.
Advertisement cookies are used to provide visitors with relevant ads and marketing campaigns. These cookies track visitors across websites and collect information to provide customized ads.
Cookie
Durata
Descrizione
VISITOR_INFO1_LIVE
6 mesi
A cookie set by YouTube to measure bandwidth that determines whether the user gets the new or old player interface.
YSC
sessione
YSC cookie is set by Youtube and is used to track the views of embedded videos on Youtube pages.
yt.innertube::requests
Mai
This cookie, set by YouTube, registers a unique ID to store data on what videos from YouTube the user has seen.