Google ci avviserà in caso di terremoto
Per capire come possa essere possibile, in un certo senso, “prevedere” un terremoto bisogna guardare alle onde sismiche dei terremoti. Per farla semplice, le onde sismiche rappresentano l’energia accumulata lungo una faglia e sono generate da un terremoto.
La funzione sfrutta gli accelerometri dei cellulari e la differenza di tempistiche fra l’arrivo delle onde P e quello delle onde S. Sullo schermo dello smartphone comparirà una notifica che ci avverte di ripararc
Le onde di volume, che hanno origine nell’ipocentro, si dividono in due categorie: Onde P ed onde S. Le onde P si definiscono compressionali e fanno oscillare le particelle di roccia che attraversano parallelamente alla loro direzione di propagazione. Sono molto più veloci delle onde S, quindi sono le prime avvertite.
Le onde S, invece, sono dette trasversali, e l’oscillazione delle particelle di roccia che attraversano avviene trasversalmente rispetto alla loro direzione di propagazione Come detto, sono molto più lente delle onde P, ma molto più pericolose. Il principio della funzione di rilevamento terremoti di Android sarà proprio questo: rilevare l’onda P per inviare agli smartphone in zona l’avvertimento, prima dell’arrivo delle più pericolose onde S.
L’aggiornamento arriverà tramite Google Play Service, basta avere almeno Android 5.0
A confermare il funzionamento della nuova modalità è la stessa Google: “Tutti gli smartphone sono dotati di accelerometri in grado di rilevare i terremoti. Sono abbastanza sensibili da rilevare anche l’onda sismica P, che è il primo effetto di un terremoto e precede l’onda S, molto più pericolosa”
“Se il telefono rileva quello che sembra un terremoto, invia un segnale ad un nostro server che tiene conto anche della posizione approssimativa” continua la nota di Google. “Il server analizza quindi le informazioni di molti telefoni, per capire se effettivamente è in corso un terremoto e, nel caso, inviare le notifiche istantanee”
La notizia positiva è che la funzione arriverà tramite aggiornamento di sistema di Google Play, quindi raggiungerà istantaneamente una gran parte dei dispositivi Android. L’unica limitazione riguarda la versione di Android, che dovrà essere la 5.0 o superiore. Ovviamente i dispositivi senza i servizi Google non potranno sfruttare la funzione.
L’esperimento di Google non è il primo: c’è anche l’app dell’Università di Berkeley
C’è da dire che Google non è la prima ad utilizzare gli accelerometri per avvertire gli utenti di un possibile terremoto. Già nel 2016, infatti, l’Università californiana di Berkeley aveva messo a punto un’app che, combinando i dati di vari sismografi e quelli rilevati dal cellulare, poteva lanciare l’allarme sull’arrivo di un terremoto.
A differenza dell’implementazione di Google, però, l’applicazione dell’università californiana, chiamata MyShake, doveva ovviamente essere installata ed avere i permessi per funzionare in background. Inoltre l’applicazione funzionava solo a livello locale, analizzando unicamente i dati riferiti alla California.
E proprio in California i due sistemi di rilevamento si fonderanno. Tutti i dati raccolti da Android confluiranno nei server di MyShake, in modo da rendere ancora più precise le rilevazioni in una delle zone più pericolose al mondo per quel che riguarda i movimenti sismici.