Anonymous attacca di nuovo! Oggi il gruppo internazionale di Anonymous ha hackerato canali televisivi russi, interrompendo i programmi con filmati della guerra in Ucraina.
Una settimana fa ci fu il primo attacco da parte di Anonymous chiedendo a tutti gli hacker del mondo di combattere contro la Russia. Leggi qui per saperne di più.
“Il team di hacker Anonymous ha violato i servizi di streaming russi Wink e Ivi (come Netflix) e i canali tv in diretta Russia 24, Channel One e Moscow 24 per trasmettere filmati della guerra dall’Ucraina”.
ha scritto il gruppo su Twitter rivendicando l’azione.
Netflix sospende il servizio in Russia
Nel mentre, Netflix ha sospeso il suo servizio in Russia in segno di protesta contro l’invasione russa dell’Ucraina.
La società aveva già annunciato nei giorni scorsi anche la sospensione di tutti i futuri progetti e delle future acquisizioni, unendosi alla crescente lista di compagnie occidentali che hanno tagliato i legami col Paese.
TikTok sospende live-streaming in Russia
Questa piattaforma ha invece annunciato la sospensione del live streaming e della pubblicazione di nuovi contenuti sul servizio in Russia a causa della nuova legge sulle “notizie false” del Paese.
“TikTok è uno sbocco per la creatività e l’intrattenimento che può fornire una fonte di sollievo e connessione umana durante un periodo di guerra in cui le persone stanno affrontando un’immensa tragedia e isolamento”.
ha affermato TikTok su Twitter.
“Tuttavia, la nostra massima priorità è la sicurezza dei nostri dipendenti e dei nostri utenti e, alla luce della nuova legge russa sulle “notizie false”, non abbiamo altra scelta che sospendere il live streaming e i nuovi contenuti per il nostro servizio video in Russia mentre esaminiamo le implicazioni di questa legge”.
“Il nostro servizio di messaggistica in-app non sarà interessato. Continueremo a valutare l’evoluzione delle circostanze in Russia per determinare quando potremmo riprendere completamente i nostri servizi con la sicurezza come priorità assoluta”.
Per regolare il volume di sistema, vai su Impostazioni di Android, seleziona Suoni e vibrazione e successivamente Volume, quindi porta al massimo l’indicatore Multimedia.
Su alcuni smartphone, come quelli prodotti da Huawei, il pannello di configurazione dell’audio potrebbe presentare anche un’opzione per attivare l’effetto SWS (Super Wide Suond) e rendere più “avvolgente” l’audio riprodotto dagli auricolari.
Se hai uno smartphone Samsung più in basso troverai l’opzione Qualità audio ed effetti.
Al suo interno potrai attivare la funzione Dolby Atmos e Dolby Atmos per i giochi premendo sugli interruttori accanto alle due voci.
Subito sotto troverai anche l’Equalizzatore.
Altri modelli di smartphone, invece, come quelli di Xiaomi, offrono impostazioni dedicate alla riproduzione multimediale, con la possibilità di regolare in maniera precisa l’equalizzatore del suono.
Vai in Impostazioni > Impostazioni Aggiuntive > Cuffie & Effetti Audio, sposta su Attivo l’interruttore relativo all’opzione di Ottimizzazione Mi Sound, seleziona il tipo di cuffie e fai clicca Equalizzatore.
Se il tuo modello di smartphone (o di tablet) non offre un equalizzatore integrato, ti cohnsiglio alcune app.
Una delle più popolari disponibili sul Play Store è Equalizer FX.
Questa app è molto intuitiva: dopo aver installato l’app sul tuo smartphone o tablet, avviala, clicca su No, see ads that are less relevant e Agree per evitare un tracciamento pubblicitario invasivo, sposta su ON la levetta relativa all’equalizzatore e usa gli indicatori in basso per regolare il suono come più preferisci.
Nel menu Effetti sono disponibili delle funzioni, come Loudness Enhancer, Bass Boost e Virtualizzazione, che consentono, di amplificare il volume delle cuffie, enfatizzare i bassi e applicare l’effetto surround virtuale al suono riprodotto dal dispositivo.
Nel menu Profili, invece, ci sono dei preset per ottimizzare il suono in base a vari generi musicali.
Infine, ti segnalo che alcune applicazioni per lo streaming e la riproduzione musicale offrono un equalizzatore integrato, il quale permette di migliorare il suono e amplificare il volume delle cuffie.
Ad esempio, non tutti sanno che Spotify offre un equalizzatore, al quale si può accedere cliccando sull’icona dell’ingranaggio posta in alto a destra nella schermata Home dell’app e poi selezionando la voce Equalizzatore dal menu che viene visualizzato.
Se hai un iPhone o un iPad, puoi amplificare il volume delle cuffie agendo sulle impostazioni e sull’equalizzatore di sistema.
In alternativa, puoi scaricare un player di terze parti con equalizzatore integrato e usare quello per ascoltare la musica.
Purtroppo non ci sono equalizzatore “universali” come su Android, in quanto iOS non consente alle app di terze parti di modificare l’equalizzazione dei suoni al livello del sistema.
Per regolare il volume delle cuffie in iOS, premi i tasti Volume + e Volume – e sullo schermo ti mostrerà il livello del volume.
In alternativa, richiama il control center di iOS effettuando uno swipe dalla parte bassa dello schermo verso l’alto e regola la barra con l’icona dell’altoparlante all’interno.
Per attivare e utilizzare l’equalizzatore di sistema, invece, apri le Impostazioni e vai prima su Musica e poi su EQ.
Metti la spunta sul profilo di suono che intendi utilizzare (es. Amplificazione alti o Amplificazione bassi) e il gioco è fatto.
Nel menu delle impostazioni relativo alla Musica è disponibile Limite volume che, se attiva, non permette di spingere al massimo il volume delle cuffie.
Selezionala e assicurati che la funzione Limite volume UE sia disattivata e, se necessario, porta al massimo l’indicatore del volume collocato in alto.
Un’ultima opzione che potrebbe interessarti attivare è Verifica volume.
Renderà il volume delle varie canzoni che ascolti più simile tra di loro, evitando canzoni dal volume alto al più basso.
Di fatto “normalizza” il volume evitando gli estremi.
Cyber-guerra tra Russia-Ucraina. Sembra che il collettivo abbia attaccato anche il sito dell’agenzia spaziale russa e del sistema ferroviario.
“Hacker di tutto il mondo: prendete di mira la Russia nel nome di Anonymous: fategli sapere che non perdoniamo e non dimentichiamo”.
Si legge sul profilo twitter del collettivo.
Anche oggi Anonymous ha preso di mira alcuni dei più importanti siti web governativi russi: il sito del Cremlino e del ministero della Difesa sono stati hackerati.
A diffondere la notizia sono stati molti media internazionali, tra cui la CNN, che ha riportato anche la rivendicazione degli attacchi di Anonymous:
“Abbiamo mandato offline i siti governativi e girato le informazioni ai cittadini russi in modo che possano essere liberi dalla macchina della censura di Putin”.
Secondo alcune fonti dell’Adnkronos, Anonymous avrebbe attaccato anche il sito dell’Agenzia spaziale russa (roscosmos.ru) e del sistema ferroviario (rzd.ru).
Continua la cyber-guerra dichiarata dal collettivo Anonymous contro la Russia, a seguito della decisione di invaderel’Ucraina.
Il collettivo ha dichiarato ieri la sua presa di posizione pro-Kiev e ha annunciato il proprio intervento nel conflitto con una serie di tweet pubblicati su vari profili riconducibili al movimento.
L’attacco di oggi ai siti del Cremlino e del ministero della Difesa è stato confermato dal portavoce del governo Dmitri Peskov:
“Siamo sotto attacco, il sito è offline”.
Secondo numerosi media internazionali inoltre, su alcune tv russe – hackerate – sono andate in onda canzoni tradizionali ucraine.
“Hacker di tutto il mondo: prendete di mira la Russia nel nome di Anonymous: fategli sapere che non perdoniamo e non dimentichiamo”
si legge in uno dei tweet sul profilo del collettivo, che invoca l’intervento di hacker da ogni parte del pianeta.
Anonymous ha voluto precisare che la cyber-guerra non è indirizzata contro la nazione russa in sé, ma è nata per sostenere la popolazione ucraina contro la politica di Vladimir Putin e la sua scelta di scatenare una guerra.
L’offensiva del collettivo ha preso di mira anche Ramzan kadyrov, Capo della Repubblica Cecena.
Perché il “fantoccio di Putin” – così chiamato da Anonymous, “ha preso la decisione di affiancare le forze cecene in Ucraina”.
Per questo motivo, il movimento ha mandato offline anche il sito della Repubblica cecena.
Nonostante non sia possibile accedere dall’esterno al sito web del ministero della Difesa, a causa delle tecnologie anti-ddos russe – tecnologie che autorizzano la navigazione in base alla posizione dell’utente – è possibile che il sito fosse accessibile agli utenti all’interno dei confini russi.
Da file PDF a Word in un attimo. Hai necessità di trasformare un file pdf in Word ma non sai come fare? Non preoccuparti, ho io la soluzione.
Microsoft Word (Windows/macOS)
Il primo strumento che ti consiglio di adoperare per trasformare PDF in Word è proprio Word, funzionate sia su Windows che su macOS e parte integrante del pacchetto Office.
Per prima cosa bisogna avviare il programma, fai clic sul menu File in alto a sinistra, seleziona la voce Apri da quest’ultimo e apri il file PDF di tuo interesse.
Successivamente, fai clic sul pulsante OK, clicca nuovamente sul menu File, seleziona l’opzione Salva con nome da quest’ultimo e salva il documento scegliendo il formato DOC oppure DOCX.
Adobe Acrobat DC (Windows/macOS)
Un altro metodo è Word Adoble. Collegati al sito Web del programma e fai clic sul pulsante Scarica Acrobat Reader.
A download ultimato, se stai usando Windows, apri il file .exe ottenuto e clicca sul pulsante Sì nella finestra mostrata sul desktop.
In seguito, attendi che il download dei componenti necessari per far funzionare il programma venga portato a termine, dopodiché premi sul pulsante Termina.
Se stai usando macOS, invece, apri il pacchetto .dmg ottenuto e fai doppio clic sul file .pkg presente nella finestra che compare.
In seguito, premi sul pulsante Continua per due volte di fila, immetti la password di amministrazione del Mac, fai clic sul pulsante Installa software e concludi il setup premendo sul pulsante Chiudi.
Una volta che visualizzi la finestra di Acrobat Reader DC sullo schermo, decidi se rendere il software il lettore predefinito per i PDF o meno, fai clic sul menu File in alto a sinistra, seleziona la voce Apri da quest’ultimo e indica il PDF da convertire in file Word.
Dopo aver aperto il PDF, seleziona la scheda Strumenti situata in alto, fai clic su Apri posto sotto la dicitura Esporta PDF, seleziona l’opzione Documento Microsoft Word (docx) oppure quella Documento Microsoft Word 97-2003 (doc) che trovi nel menu a tendina “Converti in” e premi sul tasto Esporta in Word.
Doxillion Document Converter (Windows/macOS)
Per scaricare Doxillion Document Converter sul tuo computer, visita il relativo sito Internet e fai clic sul collegamento Scarica Doxillion convertitore di PDF e documenti per Windows/mac OS X presente in alto.
Se stai usando Windows, apri il file .exe ottenuto e, nella finestra che ti viene mostrata sul desktop, clicca Sì, seleziona Accetto le condizioni di licenza, premi Avanti.
Se stai usando macOS e desideri trasformare PDF in Word Mac, estrai l’archivio .zip ottenuto, apri il pacchetto .dmg che si trova al suo interno e, clicca Accetto.
Trascina l’icona del programma nella cartella Applicazioni del Mac, fai clic destro sopra e seleziona Apri per due volte, per avviare il software andando ad aggirare le limitazioni imposte da Apple verso gli sviluppatori non certificata.
Ora che vedi la finestra di Doxillion Document Converter, clicca Aggiungi file che si trova in alto a sinistra e seleziona i file PDF da convertire.
Se hai necessità, puoi aggiungere anche un’intera cartella di file premendo sul pulsante Aggiungi cartella.
Dopo di che, seleziona Formato di output scegli tra .doc oppure .docx, clicca Impostazioni documento per apportare eventuali regolazioni al file finale e avvia la conversione cliccando Converti in basso a destra.
Per impostazione predefinita, i file di output vengono salvati nella stessa posizione dei file d’origine.
Per modificare questo comportamento, prima di avviare la conversione clicca Sfoglia cartella di output che trovi accanto alla dicitura Cartella di output e indica la posizione di destinazione.
Trasformare PDF in Word online
Online2PDF
Il primo servizio online che ti consiglio di usare per trasformare PDF in Word agendo da Web è Online2PDF.
Si tratta di un eccellente soluzione online dedicata in maniera specifica alla modifica e alla conversione dei file in formato PDF.
È totalmente gratis, ma presenta delle restrizioni relative all’upload: non è possibile trattare più di 20 documenti in simultanea e non si può effettuare l’upload di file più grandi di 100 MB, 150 MB per gli upload multipli.
Inoltre, tutela la privacy degli utenti cancellando i file dai server dai suoi server dopo poche ore dall’upload.
Per usare Online2PDF, provvedi innanzitutto a collegarti alla home page del servizio, dopodiché premi Seleziona i file e seleziona i PDF interessati o li trascini.
Espandi il menu a tendina Converti in che si trova in basso e scegli, il formato Word 2007-2019 (.docx) oppure Word 2003 o precedenti (.doc).
Decidi poi se vuoi trasformare PDF in Word editabile gratis o meno tramite il menu a tendina dedicato alla funzione OCR che vedi comparire.
Se lo abiliti, puoi intervenire soltanto sulle prime 20 pagine del documento, devi selezionare anche la lingua e puoi decidere se attivare anche l’OCR avanzato.
In caso contrario, puoi agire sulle prime 100 pagine del file e devi spuntare la casella accanto alla voce Inserire pagine come immagini.
Per concludere, clicca Converti e attendi che la procedura venga portata a termine.
Il file sarà automaticamente scaricato sul tuo PC nella cartella predefinita del browser per i download.
Allarme: Green Pass clonato, annunciato dalla polizia di stato, si tratta dell’ennesimo tentativo di phishing che va a toccare uno strumento attuale e diffuso in modo da suscitare il dubbio nell’utente.
L’allarme arriva dalla polizia di Stato. È in corso un nuovo tentativo di phishing tramite sms.
Le forze dell’ordine segnalano, tramite il loro profilo ufficiale Twitter, la circolazione di un sms falso apparentemente inviato dal ministero della Salute.
Nel messaggio si cerca di attrarre le persone a cliccare sul link annunciando la clonazione del Green Pass, ma è una truffa.
«La sua certificazione verde Covid-19 risulta essere clonata», recita la prima parte del messaggio che alcuni utenti stanno ricevendo in questi giorni, ma la polizia avverte: «Non cliccate sul link. I dati personali che inserite vengono rubati».
Si tratta dell’ennesimo tentativo di phishing che va a toccare uno strumento attuale e diffuso in modo da suscitare il dubbio nell’utente.
L’SMS incriminato continua affermando che per evitare il blocco del Green Pass si deve procedere con una verifica dell’identità cliccando su un URL ovviamente sospetto.
L’SMS per giunta arriva con il nome destinatario «Min Salute», aumentando le possibilità che qualche utente meno smaliziato prema preso dall’ansia.
Non è una modalità nuova di phishing, visto che arrivano sms simili intestati a banche, Poste Italiane e altri organi più o meno importanti, ma in questo caso è un tentativo ancor più subdolo, facendo leva su un argomento molto delicato come quello legato alla certificazione verde.
Dopo il cambiamento dello scorso ottobre, ora Mediaset si appresta a cambiare codifica a tutti i suoi canali: da marzo inizia il passaggio graduale all’MPEG 4, in tutta Italia.
Il 20 ottobre 2021 c’è stata una piccola rivoluzione tra le frequenze del digitale terrestre: ben 15 canali, 6 di Mediaset e 9 della RAI, hanno cambiato codec di trasmissione passando dal vecchio MPEG 2 al nuovo MPEG 4. Era solo l’inizio, perché a breve Mediaset porterà in MPEG 4 tutti i suoi canali.
La data è fissata per l’8 marzo 2022: da quel giorno in poi tutti i canali Mediaset saranno trasmessi con la nuova codifica, che permette di occupare “meno spazio” tra le frequenze TV. Man mano che va avanti il 2022, infatti, di frequenze a disposizione ce ne saranno sempre di meno a causa dell’ormai noto “refarming“, che sta costringendo molte emittenti a liberare le frequenze della banda a 700 MHz e di spostarsi sulle poche frequenze libere rimaste. Nessuno è escluso dal refarming, neanche Mediaset che, infatti, passa all’MPEG 4 per poter continuare a trasmettere tutti i canali.
Cosa succede ai canali Mediaset
L’8 marzo 2022 ci sarà l’unica modifica al codec dei canali, quindi chi oggi ha una TV o un decoder esterno in grado di decodificare l’MPEG 4 non avrà problemi, mentre chi non ce l’ha entrerà in una sorta di limbo.
Questo perché Mediaset, sempre dall’8 marzo, adotterà una strategia di passaggio graduale dalla vecchia alla nuova tecnologia: i tre canali principali Italia 1, Canale 5 e Rete 4, verranno trasmessi anche in MPEG 2, ma su altre numerazioni (106, 105 e 104) e solo per un periodo di tempo determinato (Mediaset parla di qualche mese).
Se dall’8 marzo non vedete più i canali Mediaset alle posizioni 4, 5 e 6 del telecomando, e se la cosa non si risolve risintonizzando la TV, allora è molto probabile che l’impianto non sia in grado di decodificare l’MPEG 4.
Potete saperlo già oggi, provando a vedere uno dei tanti canali HD disponibili: se lo vedete, allora vedrete i canali Mediaset senza problemi. Altrimenti dovrete cambiare TV o decoder. Questo perché l’MPEG 4 è il codec usato per i canali in alta risoluzione.
Alta qualità, alta risoluzione
Tutto ciò, però, non vuol dire che dall’8 marzo tutti i canali Mediaset passeranno all’HD. Come già è successo ad ottobre dell’anno scorso, si parla nuovamente di “alta qualità” e non di “alta risoluzione“.
La definizione “alta qualità“, dal punto di vista tecnico non vuol dire assolutamente nulla: è una definizione di marketing usata un po’ da tutti gli editori, alla quale non corrisponde però uno standard tecnico condiviso.
L’hard disk è uno dei componenti più delicati di un computer, nonché tra i più soggetto a rovinarsi con maggiore facilità.
I più moderni SSD sono molto più resistenti dal punto di vista fisico, ma sono soggetti a problemi di natura software che possono causare crash, schermate d’errore e altri problemi al sistema operativo del computer.
Se ti ritrovi a fare i conti con situazioni di questo tipo e se hai il sospetto che l’hard disk del tuo PC si sia rotto, non disperarti vediamo insieme come riparare un hard disk.
Come riparare hard disk su Windows
Se ti interessa capire come riparare hard disk e stai usando Windows, ci sono 3 modi:
Utility di controllo degli errori
ScanDisk
Prompt dei comandi
Utility di controllo errori
Se il tuo PC ha Windows 8 o versioni successive, ad esempio Windows 11, sappi che il controllo del disco viene eseguito in modo del tutto automatico direttamente dal sistema operativo e, quindi, non ci dovrebbe essere bisogno di agire manualmente.
Per riuscire a fare il controllo manualmente devi avviare l’Esplora File di Windows, facendo clic sulla relativa icona (quella con la cartella gialla) posta sulla barra delle applicazioni.
Nella finestra sul desktop, apri il menu Questo PC situato sulla barra di sinistra facendo clic su (⌵), fai clic destro sul nome dell’unità che vuoi prendere in esame (es. Disco Locale C:) e seleziona la voce Proprietà dal menu che compare.
Infine, fai clic su Strumenti situata nella nuova finestra che ti viene mostrata, premi Controlla e poi clicca Analizza unità presente nel riquadro che si apre. Adesso, non devi fare altro che attendere il completamento dell’operazione e l’eventuale riparazione degli errori individuati dall’utility di controllo.
ScanDisk
Se, invece, il tuo computer ha Windows 7 o versioni precedenti del sistema operativo Microsoft, l’utility di controllo degli errori disponibile si chiama ScanDisk ed è molto semplice da usare.
Per potertene servire, fai clic sul pulsante Start che trovi sulla barra delle applicazioni e seleziona la voce Computer dal menu che si apre.
In seguito, fai clic destro sull’icona dell’unità che desideri controllare ed eventualmente riparare (es. Disco locale (C:)) e, nel menu visualizzato, clicca sulla voce Proprietà.
Ora, seleziona la scheda Strumenti, fai clic su Esegui ScanDisk e metti la spunta sulle caselle Correggi automaticamente gli errori del file system e Cerca i settori danneggiati e tenta il ripristino.
Per avviare la procedura di ricerca degli errori e la loro eventuale riparazione, premi sul bottone Avvia e attendi che venga completata l’operazione.
Prompt dei comandi
Puoi provare a riparare hard disk su Windows anche utilizzando il Prompt dei comandi e, nella fattispecie, il comando CHKDSK (CheckDisk).
Questo comando permette di personalizzare l’esecuzione del controllo del disco con alcune variabili che possono tornare utili qualora vengano riscontrati determinati problemi nella riparazione del disco.
Avvia il Prompt dei comandi: digita “cmd” nella barra di ricerca di Windows, fai clic destro sul nome dell’applicazione, seleziona la voce Esegui come amministratore dal menu che si apre e conferma l’operazione premendo sul bottone Sì nella finestra che compare.
Una volta che avrai avviato il Pront dei comandi, impartisci i comandi CHKDSK C: /F /R oppure CHKDSK C: /spotfix (solo su Windows 8 e versioni successive) e premi Invio della tastiera. Conferma, poi, l’avvio della procedura di controllo del disco al riavvio del PC digitando prima la lettera S e premendo nuovamente il tasto Invio.
Ci sono anche delle variabili che permettono di personalizzare l’esecuzione del controllo del disco. Eccone alcune:
/F – per riparare gli errori presenti sul disco.
/R – localizzare i settori del disco danneggiati e recuperare le informazioni presenti in essi. Per utilizzarla bisogna adoperare la variabile /F.
/V – visualizzare il nome e il percorso completo di tutti i file sul disco (solo per i dischi formattati con il file system FAT o FAT32).
/X – smontare i volumi in modo forzato. Per utilizzarla, anche in questo caso è richiesto l’impiego della variabile /F.
/scan – correggere gli errori risolvibili senza riavviare il sistema (solo su Windows 8 e versioni successive).
/spotfix – correggere gli errori del disco al successivo riavvio del sistema (solo su Windows 8 e versioni successive).
Leggi anche:
“Eliminare i file dall’hard disk in modo definitivo” –> clicca qui
“Proteggere un hard disk con una password” –> clicca qui
Da qualche giorno hai visto che il tuo Pc è più lento del solito? Non disperarti, in questo articolo troverai qualche trucchetto per recuperare il tuo pc.
PC lento cosa fare: Windows 10
Cancellare i file “spazzatura” –
Quando si ha a che fare con un PC lento, la prima operazione da effettuare è rimuovere tutti i file “spazzatura” che occupano inutilmente spazio di archiviazione. Puoi provare il software di “pulizia” BleachBit.
Si tratta di una soluzione gratuita, utilizzabile anche senza installazione, che ti permetterà di fare pulizia sul tuo PC in un attimo. Esso è totalmente privo di malware e ti fornisce informazioni esaustive sugli elementi da eliminare. Per scaricare BleachBit sul tuo computer, collegati alla apposita pagina di download del sito ufficiale del programma.
Fatto ciò, premi BleachBit portable; oppure, in alternativa, se vuoi scaricare la versione del programma che prevede l’installazione, clicca BleachBit installer.exe. Non appena il download del programma è ultimato, estrai il contenuto della cartella compressa e apri il file bleachbit.exe.
A questo punto, nella finestra del programma che si è appena aperta, troverai elencati a sinistra tutti gli elementi superflui che possono essere rimossi dal computer.
Cliccando su ogni voce, ti verrà indicato a destra l’elemento a cui essa è riferita; in questo modo, prima di agire, potrai essere certo di non eliminare file indispensabili al funzionamento di Windows. Evita di cancellare le password memorizzate e i dati del registro di sistema . Una volta che sei certo di quali elementi rimuovere, spunta le relative caselle cliccando su di esse, infine clicca Pulisci posto in alto.
Cancellare i file più “ingombranti” –
un PC diventa lento anche a causa della presenza di troppi file “ingombranti” (es. i film che non guardi più, raccolte di musica e foto, ecc.).
Per visualizzarli puoi usare SpaceSniffer, un software gratuito che non necessita installazione e che, analizza l’intero hard disk e i file in esso presenti permettendoti di individuare con facilità quelli più “pesanti”.
Collegati sul sito, clicca Download che sta in alto e poi sulla voce Download from official mirror FossHub. Nella pagina successiva, clicca Download SpaceSniffer Windows Portable. A download ultimato, estrai l’archivio ZIP appena ottenuto, dopodiché avvia il file eseguibile di SpaceSniffer in esso contenuto.
Ora che visualizzi la finestra del software sul desktop, scegli l’unità da sottoporre all’analisi e clicca sul pulsante Start. Attendi che la procedura di analisi venga avviata e portata a termine. Dopodiché clicca sui quadrati e sui rettangoli del grafico più grandi.
Fai clic destro sopra e seleziona Elimina dal menu contestuale per eliminare i file correlati.
Disattivare l’avvio automatico dei programmi
Per compiere quest’operazione ti basta utilizzare lo strumento Gestione attività.
Clic destro sul pulsante Start di Windows e selezionando la voce Gestione attività. Nella finestra che si apre, premi sulla scheda Avvio. Provvedi dunque a disattivare tutti i programmi che non vuoi che vengano eseguiti in automatico all’avvio del sistema facendo clic destro sopra e selezionando la voce Disabilita.
Usare un antivirus affidabile ma leggero
L’utilizzo di software antivirus o anti malware troppo “pesanti” può produrre lentezza al pc, soprattutto se utilizzi un computer “attempato”. Ti consiglio dunque di disinstallare il tuo antivirus attuale e sostituirlo con uno più leggero, ciò non vuol dire che è meno efficace, come quello integrato nel sistema operativo: Windows Defender.
Se nonostante tutti gli accorgimenti di cui sopra il tuo computer non raggiunge velocità accettabili, prova ad avviare un antivirus al di fuori di Windows usando un antivirus avviabile da chiavetta o CD/DVD.
Disinstallare i software inutilizzati
Per disinstallare i programmi inutilizzati clicca start, cerca Pannello di controllo, Programmi e funzionalità;
Esegui un clic destro Disinstalla/Cambia sui programmi che non usi e porta a termine la procedura.
Eliminare le estensioni inutili
Non installare troppe estensioni in Chrome, Firefox o Edge.
Vediamo insieme come disinstallarle:
Chrome– clicca sul pulsante ⁝ situato in alto a destra, seleziona la voce Altri strumenti, poi quella Estensioni e fai clic sulla dicitura RIMUOVI collocata in corrispondenza del nome del componente aggiuntivo da rimuovere.
Firefox– clicca sul pulsante “≡” situato in alto a destra, seleziona la voce Estensioni e temi, premi sul pulsante “…” posto a destra, in corrispondenza del nome dell’estensione da rimuovere, e fai clic sul pulsante Rimuovi.
Edge– clicca sul pulsante0 “…” collocato in alto a destra, seleziona la voce Estensioni dal menu, clicca sul pulsante “…” situato in corrispondenza dell’estensione che intendi disinstallare e premi sulla voce Rimuovi da Microsoft Edge.
Spero che i nostri consigli siano stati utili. Se il problema persiste puoi contattarci.
Come recuperare le foto cancellate definitivamente? le foto sono molto importanti, sono pezzi di ricordi della nostra vita, quando guardiamo una foto ci ricordiamo quel momento, ma a volte capita che per errore le cancelliamo quindi vediamo insieme come poter recuperare i nostri ricordi con pochi e semplici passaggi per rivivere momenti della nostra vita.
Come recuperare le foto da Android
Ci sono dei sistemi di sicurezza integrati nel sistema operativo Android che ti aiutano a preservare le foto. Nei casi peggiori diventa necessario scaricare app dedicate o utilizzare dei programmi per computer dedicati al recupero dei dati cancellati.
Come recuperare foto cancellate dal cestino
La Galleria del tuo smartphone include al suo interno una funzione di sicurezza chiamata Cestino.
Per prima cosa apri la Galleria, apri la cartella cestino, al suo interno ci sono tutte le foto che hai cancellato negli ultimi 30 giorni dal tuo smartphone.
Per recuperarle non devi far altro che sfiorarle con il dito e, una volta che saranno aperte, premere sul pulsante ripristina, se invece, devi recuperare molte foto invece di aprirle una per una puoi tenere premuto per alcuni secondi su una di esse e, quando verrà selezionata dal sistema, toccare tutte quelle che desideri recuperare. Premi poi sempre sul pulsante rispristina per rimetterle in galleria.
Un altro tentativo che ti consiglio di fare è quello di aprire l’app Google Foto, se ce l’hai installata e hai attivato il backup di foto e video sul cloud: potresti piacevolmente scoprire che le foto che hai cancellato in realtà risiedono ancora sul cloud di Google e quindi puoi recuperarle facilmente da quest’ultimo.
App per recuperare foto eliminate definitivamente
Se hai controllato già nel Cestino e non ci sono le foto che hai cancellato e anche Google Foto non ti ha potuto aiutare devi utilizzare soluzioni dedicate al recupero dei file cancellati.
Se desideri tentare con una app da scaricare direttamente sul tuo device, ti consiglio di utilizzare Undeleter.
Prima di procedere è importante che tu capisca che le app per recuperare foto e file cancellati potrebbero non riuscire sempre nel loro scopo, inoltre per funzionare al meglio delle loro potenzialità richiedono di effettuare la procedura di root dello smartphone, la quale dà accesso a porzioni di memoria normalmente inaccessibili.
Premi sull’icona di Undeleter, ti mostrerà delle pagine in cui ti spiegherà il suo funzionamento e ti chiederà i permessi per la localizzazione e per l’accesso ai dati. Devi concedere questi accessi premendo su Mentre usi l’app e Consenti, altrimenti non potrai procedere.
Undeleter rileverà se hai effettuato o meno il root del tuo dispositivo. Se non lo hai effettuato ti avvertirà che potrà fare solo una scansione delle immagini, quindi sfiora il tasto in basso a destra che recita IMAGE SCAN. Undeleter scansionerà la memoria del tuo smartphone e ti offrirà un elenco delle fotografie che può recuperare.
Se trovi l’immagine che ti interessa, selezionala e, successivamente, premi sull’icona in alto a destra a forma di dischetto. Tocca quindi Salva il file.
In fine potrai trovare la fotografia recuperata all’interno della Galleria del tuo smartphone o tablet.
Leggi anche “Digitalizza senza riflessi le vecchie foto stampate” qui.
Quante volte hai aperto un link con il dubbio che fosse falso? Da ora puoi capire come riconoscere un sito falso con pochi e semplici passaggi! Vediamo insieme come fare.
Controllare il tipo di connessione e il dominio
Controllare il tipo di connessione e il nome di un sito è uno dei primi accorgimenti che devi adottare se vuoi riconoscere un sito falso. Potrebbe sembrare “banale” come consiglio ma le statistiche riguardanti le truffe perpetrate online dimostrano che in realtà una grossa fetta di utenti non vi presti molta attenzione.
Accertarti, quindi, che i siti che visiti, soprattutto quando fai acquisti online e/o a rilasciare informazioni personali sul tuo conto, utilizzino il protocollo HTTPS, il quale indica la presenza di una connessione sicura.
Come puoi verificare questa informazione? basta dare un’occhiata alla barra degli indirizzi del browser in uso, nella quale dovrebbe essere raffigurato un lucchetto verde serrato accanto al nome del sito Web e la dicitura https:// prima del suo dominio.
Oltre a controllare il tipo di connessione di un sito, ti consiglio di prestare attenzione anche al suo nome di dominio.
In quanto, a volte i truffatori, soprattutto chi diffonde le fake news, usano nomi di dominio molto simili a quelli di siti autorevoli, magari cambiano una lettera o inseriscono un numero, riuscendo molto spesso a ingannare l’utente che non si accorge dell’accaduto.
Verificare la Web Reputation
Verificare la Web Reputation di un sito, ovvero la reputazione che gli utenti del Web hanno rilasciato, può aiutarti a riconoscere un sito falso da uno autentico.
Fare una semplice ricerca su Google per scoprire la reputazione di un sito Web è un’operazione alquanto semplice ma allo stesso tempo efficace per quanto riguarda l’individuazione di un sito Web falso.
Collegati alla home page del motore di ricerca, scrivi nella barra di ricerca il nomedel sito seguito dal termine opinioni oppure recensioni (es. enjoysistem.it opinioni o enjoysystem.it recensioni) e clicca invio.
Anche i social network possono essere molto utili per verificare la reputazione di un sito.
Se il sito che vuoi esaminare ha una pagina Facebook ufficiale, collegandoti a quest’ultima e analizzando la sezione commenti, potrai rilevare la presenza di lamentele o denunce circa eventuali disservizi rilevati dagli utenti.
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