Ecco le novità di WhatsApp in arrivo nel 2022 che cambieranno il funzionamento della piattaforma di messaggistica istantanea.
1 ° novità: Multi-dispositivo per tablet
La novità di WhatsApp in arrivo nel 2022 tanto attesa è il supporto per i tablet.
Con l’arrivo del multi-dispositivo gli sviluppatori hanno creato una vera e propria app dedicata a iPad e tablet Android, che non richiede di collegarsi al servizio attraverso l’interfaccia web.
In questo modo potremo collegare WhatsApp anche su iPad e tablet Android.
2 ° novità: Eliminare messaggi su WhatsApp in qualunque momento
Un’altra novità che potrebbe vedere la luce l’anno prossimo è la possibilità di eliminare i messaggi inviati per tutti in qualunque momento.
Ad oggi l’opzione è riservata ai messaggi appena inviati, e dopo un lasso di tempo di poco più di un’ora non si può più esercitare.
3 ° novità: Le Community di WhatsApp
Le Community sono un’altra novità che, probabilmente, verranno alla luce nel 2022.
Al momento sono ancora in fase di sviluppo.
Le Community sono dei maxi gruppi composti da decine di persone, all’interno dei quali i partecipanti possono creare dei sottogruppi dove potranno, a loro volta, discutere di progetti e interessi in comune.
4°novità: Nascondere informazioni sensibili a contatti specifici di WhatsApp
L’ultima novità in arrivo nel 2022 tra quelle già note o in via di sperimentazione è la possibilità di nascondere a specificicontatti le informazioni sensibili legate al proprio profilo.
Finora le opzioni per nascondere informazioni come la doppia spunta blu, l’ultimo accesso, lo stato e la foto profilo alla piattaforma sono state piuttosto generiche, in quanto permette di bloccare la ricezione di questi dati a tutti gli utenti presenti su WhatsApp o a quelli assenti dalla propria rubrica.
Presto sarà possibile specificare i numeri di telefono da escludere senza che ci sia bisogno di bloccarli o cancellarli dai numeri in memoria.
Non è questa la prima vulnerabilità scoperta e con ogni probabilità non sarà l’ultima. Si tratta di una dinamica normale di correzione, nella quale l’aspetto più importante è la trasparenza delle operazioni e la rapidità nel rilascio di correttivi. Il colosso di Mountain View ha fatto luce sulla faccenda tramite un portavoce sulla nuova vulnerabilità scoperta nella piattaforma Apple/Google per il contact tracing, sistema che in una prima fase si ipotizzava avrebbe potuto dare una mano nella lotta al Covid-19. Bug risolto quindi. Inoltre Google chiarisce che la realtà è stata differente per molti motivi, ma questo non autorizza a speculazioni attorno ad un normale processo di scoperta delle vulnerabilità e correzione delle stesse, come avviene per ogni software e ogni piattaforma digitale esistente. Ecco perché sono importanti le rassicurazioni che Google ha fornito a stretto giro di posta, allontanando ogni timore (per chi usa Immuni) ed ogni sospetto (per chi lo avversa). La privacy quindi resta al sicuro, e il contact tracing rimane lo strumento più efficace nella lotta al Covid.
Google spiega la vulnerabilità
Così spiega un portavoce Google in una nota:
Bug risolto quindi e timori fugati, insomma. Apple e Google non hanno accesso ad informazioni personali per quanto riguarda il sistema del contact tracing, anche perché in caso contrario toccherebbe al Garante Privacy intervenire.
Il flop di Immuni
L’applicazione ideata per controllare e contrastare il contagio da Covid-19 sembra ormai esser stata gettata nel dimenticatoio. Oggi Immuni è stato scaricato da poco più di 10 milioni di utenti. Anche in questo caso, molto probabilmente, il numero è notevolmente sceso. Il suo ritmo di crescita è ormai del tutto blando e non è chiaro quante siano le installazioni attive. Dal lancio ufficiale di Immuni, il primo giugno 2020, i download dell’applicazione non hanno mai raggiunto livelli così irrisori. Quel che è noto è che gli utenti che segnalano la propria positività quotidianamente sono raramente oltre il centinaio e le notifiche inviate sono ancora di meno (complessivamente si stanno avvicinando alle 100 mila dall’inizio delle attività ad oggi): segno di un sistema che, pur potenzialmente valido, si è ormai completamente sgonfiato di utilità
Eppure, sebbene il suo insuccesso, l’app Immuni fa ancora parte delle misure di prevenzione anti-Covid. Cosi si legge nel decreto della presidenza del Consiglio dei ministri.
Sono tante le fonti che raccolgono i dati degli utenti: smartphone, pc e assistenti da salotto; browser, email, social network, applicazioni di messaggistica. Ci sono però alcune accortezze che, se l’utente lo volesse, possono essere prese per limitare fortemente la quantità di dati che vengono inviati a terzi, appoggiandosi, per esempio, a servizi che non li raccolgono.
Usare DuckDuckGo come motore di ricerca
Il primo passo è quello di usare DuckDuckGo come motore di ricerca predefinito sia su desktop sia su smartphone. Sebbene il nome possa far sorridere, si tratta di una valida alternativa ai nomi più blasonati, fra cui Google e Bing. DuckDuckGo non raccoglie dati per l’utente: sebbene si sostenga anche tramite la pubblicità, gli spazi vengono venduti agli inserzionisti in base alla chiave di ricerca e non profilando i suoi utenti.
A novembre 2020 la società ha stimato che circa 80 milioni di persone nel mondo usano il suo servizio. È disponibile anche come browser su iOS e Android.
Per la navigazione superflua usare Firefox Focus
Firefox Focus è un browser molto semplice, disponibile per Android e iOS. Blocca automaticamente tutti gli elementi traccianti e una volta completata la navigazione, è sufficiente toccare la notifica per cancellare tutti i dati di navigazione. Ciò significa che vengono cancellati anche i cookie: per accedere nuovamente a un servizio o a una piattaforma, bisogna inserire nuovamente i dati d’accesso alla sessione di navigazione successiva. È possibile sbloccare i siti più visitati in modo da permettere la visualizzazione delle pubblicità.
Per accordi commerciali, il motore di ricerca predefinito di Firefox Focus è Google: si può impostare DuckDuckGo tramite le impostazioni.
Installare l’estensione Privacy Badger sul browser
L’Electronic Frontier Foundation è un’organizzazione internazionale non profit attiva nella tutela dei diritti digitali. Ha sviluppato un’estensione per Chrome, Firefox (anche su smartphone Android) e Opera: Privacy Badger. Tale estensione analizza i vari componenti di una pagina web e blocca quelli di terze parti che tracciano l’utente: non blocca tutte le pubblicità poiché, com’è spiegato sul sito ufficiale, non è il suo scopo. Privacy Badger serve a “prevenire invasioni non consensuali della privacy delle persone“.
Configurare le impostazioni per la privacy sui social network
Il modo migliore per far sì che i social network non raccolgano dati è non iscriversi. Tale constatazione, piuttosto ovvia, si scontra però con la realtà dei fatti: evitare del tutto i social network non è sempre fattibile né utile per motivo sia personali sia professionali. In tal caso, l’utente deve configurare a dovere le impostazioni della privacy di Facebook, Twitter, LinkedIn ed Instagram, per esempio, in modo che la raccolta dei dati sia perlomeno limitata a ciò che l’utente ha effettivamente scelto di condividere.
Da tali impostazioni può essere impostato chi può vedere i contenuti, per esempio, oppure la personalizzazione degli annunci che le piattaforme propongono. Tali annunci sono basati sull’attività dell’utente e tengono conto anche della navigazione web al di fuori del social network.
Bisogna poi considerare un uso accorto di queste piattaforme: limitare, per esempio, la pubblicazione di foto e video personali, specialmente se coinvolgono anche minorenni ed evitare se possibile l’uso della localizzazione.
Installare su smartphone e tablet solo le app davvero necessarie
La semplicità d’uso dei negozi digitali, come l’App Store di iOS e il Play Store di Android, hanno spinto tante persone a installare molte app solo per provarle. Tante di queste, però, richiedono la registrazione di un nuovo account e finché sono installate hanno accesso a varie sezioni del dispositivo, come la fotocamera, il microfono o la galleria di foto. L’ideale sarebbe installare le applicazioni mobile soltanto quando sono realmente necessarie.
In molti casi, inoltre, le versioni web sono più che sufficienti per avere un’esperienza completa. Il vantaggio, in questo caso, è il servizio non avrà accesso a molti dati che l’app nativa invece richiede. Basta navigare sul sito mobile per poter, per esempio, ordinare un pranzo oppure acquistare un prodotto online: l’interfaccia è spesso molto simile, se non identica, a quella dell’applicazione da scaricare.
Usare Signal per i messaggi
Signal è sicuramente l’applicazione di riferimento quando si parla di un servizio di messaggistica che rispetta la privacy. Ciò per un motivo semplice: non raccoglie dati. Ogni conversazione è crittografata end-to-end, il che significa che nessuno, nemmeno Signal stesso, può avere accesso alle chat.
I download di Signal sono drasticamente cresciuti dopo un tweet di Musk e le critiche a Facebook e WhatsApp
Nel 2016, per esempio, le autorità chiesero a Open Whisper Systems, la società dietro a Signal, le informazioni degli account associati a due numeri di telefono (sebbene solo uno dei due fosse effettivamente legato a un account Signal): la società rispose, ma non riuscì a fornire alcun dato poiché non aveva le informazioni che le autorità stavano cercando (come metodi di pagamento e indirizzo email). Tutto ciò che la società riuscì a fornire furono la data e l’ora dell’ultimo accesso e la data di creazione dell’account.
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