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Applicazioni che minano la nostra privacy


La necessità di valutare attentamente l’assegnazione di permessi alle applicazioni è fondamentale, poiché autorizzazioni superflue potrebbero compromettere la stabilità del dispositivo e la tutela della privacy.

Il consiglio di riflettere attentamente prima di concedere permessi alle applicazioni è assolutamente valido. Spesso, le applicazioni richiedono una serie di autorizzazioni per accedere a funzionalità specifiche del dispositivo. Oppure per raccogliere dati che potrebbero essere utilizzati per migliorare l’esperienza dell’utente o per scopi di marketing. Tuttavia, è importante essere consapevoli di quali autorizzazioni stiamo concedendo e valutare se sono effettivamente necessarie per il funzionamento dell’applicazione.

Quando installiamo un’app dal Play Store, concediamo autorizzazioni che dipendono dalla natura dell’app stessa. Sebbene sia comprensibile che un’app meteorologica richieda l’accesso alla posizione, altre richieste di permessi, come fotocamera o notifiche, possono sollevare dubbi. Una ricerca di NordVPN rivela che molte app, il 87% su Android e il 60% su iPhone, richiedono permessi non strettamente necessari, spesso con l’intento di ottenere e commercializzare dati personali degli utenti. L’abuso dei permessi rimane una preoccupazione, anche per possibili attacchi informatici.

Permessi a tempo

Fino a Android 5.0, le app richiedevano tutti i permessi in blocco durante l’installazione, obbligando gli utenti ad accettarli contemporaneamente. Con le versioni più recenti, i permessi devono essere concessi uno alla volta, dando agli utenti la possibilità di negarne alcuni e installare l’app con funzionalità limitate se necessario. Da Android 11, se un’app rimane inutilizzata per più di tre mesi, il sistema revoca automaticamente i permessi precedentemente concessi.

Alcuni permessi critici per la privacy, come l’accesso al microfono, sono essenziali per alcune app. In caso di preoccupazioni, gli utenti possono richiedere all’app di chiedere l’autorizzazione ogni volta. D’altra parte, le autorizzazioni di accessibilità e amministrazione del dispositivo sono particolarmente sensibili, permettendo modifiche e controllo completo, incluso l’accesso remoto e la modifica delle password.

Privacy

Secondo una ricerca di Statista, ogni utente Android ha in media installate 90 app sul proprio smartphone, utilizzandone solo 9 al giorno e 30 al mese. Questo comporta la presenza di numerose app inutilizzate, generando problemi di spazio e privacy poiché l’installazione richiede diverse autorizzazioni per ciascuna app. A partire da Android 11, Google ha introdotto la rimozione automatica delle autorizzazioni non utilizzate da più di tre mesi. Tuttavia, è consigliabile effettuare controlli periodici sulle app e sulle autorizzazioni concesse.

privacy

La frammentazione delle versioni di Android, dovuta alle personalizzazioni dei produttori, complica la definizione di un percorso unico nel sistema. Nelle versioni più recenti, come Android 14, la sezione Privacy è integrata in Sicurezza, consentendo di visualizzare e controllare le autorizzazioni concesse alle singole app. In alternativa, è possibile controllare i singoli permessi dalla sezione App, ma si suggerisce di iniziare dalla sezione Sicurezza per ottenere una visione d’insieme delle autorizzazioni.

Pannello di controllo

L’ultima versione di Android presenta un pannello di controllo dei permessi all’interno del menu Dashboard, nella sezione Privacy. Questo pannello consente di monitorare le app che hanno richiesto i permessi, con una dettagliata suddivisione della cronologia.

permessi

Ad esempio, nelle ultime 24 ore, nove app, tra cui Instagram, AccuWeather, IIMeteo.it, app di sistema di Google e un’app bancaria, hanno richiesto l’accesso alla posizione. La richiesta di accesso alla fotocamera è stata effettuata tre volte, principalmente da Instagram e dall’app di sistema Fotocamera. Il microfono è stato richiesto una volta, dall’app di fitness Samsung Health, senza un motivo chiaro.

Le altre autorizzazioni non hanno evidenziato richieste sospette, tranne per l’app Kiwi, di cui non ci ricordavamo e che ha richiesto l’accesso alla rubrica, autorizzazione successivamente revocata.

Gestione autorizzazioni

La suddivisione completa delle autorizzazioni ha rivelato che, oltre alle app che hanno richiesto determinati permessi, è possibile identificare anche le app a cui è stato negato l’accesso a tali autorizzazioni. Ad esempio, sia WhatsApp che Facebook hanno tentato di accedere ai registri delle chiamate. Una richiesta considerata non necessaria e che potrebbe suscitare preoccupazioni sulla privacy.

autorizzazioni

Anche se queste sono applicazioni comunemente utilizzate, il solo tentativo di accedere a tali dati potrebbe spingere gli utenti a considerare la disinstallazione. Un totale di 65 app ha cercato, senza successo, di accedere alla rubrica telefonica, portando alla decisione di disinstallarne oltre la metà. Questo tipo di azione da parte degli utenti potrebbe contribuire a risolvere il problema delle app invadenti eccessivamente in cerca di autorizzazioni.

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    Effettuare un Root su Android

    Vorresti effettuare un root sul tuo dispositivo Android ma non sai da dove cominciare? Allora sei nel posto giusto! In questo articolo spiegheremo in maniera esaustiva cos’è un ROOT e ti mostreremo come effettuarlo, indipendentemente dal tuo dispositivo Android , dalla marca e dal modello.

    Che cosa significa “Dare i permessi di Root” al dispositivo?

    Effettuare un operazione di “root” su un dispositivo Android in generale, significa abilitare l’accesso al sottosistema Android stesso. In parole povere significa avere il controllo completo del sistema con privilegi (accesso root o permessi di root). Quindi poter eseguire operazioni particolari all’interno del sistema operativo Android, che altrimenti non saremmo in grado di poter fare.

    E’simile alla esecuzione dei programmi come “amministratori” su Windows o dare autorizzazioni amministrative su Linux.

    Perché effettuare un Root su Android?

    I motivi che ci spingono ad eseguire un root e quindi avere permessi completi sul dispositivo Android sono molteplici.

    Eccone alcuni:

    1. Superare i limiti che gli operatori e le industrie hardware mettono sui dispositivi.
    2. Ottenere la possibilità di modificare o sostituire le applicazioni e le impostazioni di sistema.
    3. Eseguire applicazioni particolari che richiedono autorizzazioni a livello di amministratore.
    4. Eseguire altre operazioni che sono altrimenti inaccessibili
    5. Facilitare la completa rimozione e la sostituzione del sistema operativo del dispositivo.

    Se hai bisogno di fare il root del telefono Android per il recupero di dati cancellati ti consigliamo prima di provare il programma UltData Android che è in grado di recuperare dati cancellati SENZA root.

    Dopo aver sradicato (fatto il root) del tuo telefono Android o tablet, avrai pieno accesso a tutto il sistema e potrai eseguire più applicazioni, disabilitando bloatware, controllare le autorizzazioni app, abilitare il tethering, entrare in cartelle particolare del sottosistema e fare un sacco di altre cose.

    Come Fare il Root del tuo smartphone o tablet Android?

    Come si fanno ad abilitare i permessi Root sul tuo telefono Android? Non importa il modello e marca del tuo cellulare o tablet Android, es. Samsung Galaxy S21/S20/S10/S9/S8/S7, Samsung Galaxy Note, LG G8/G7/G6/G5/G4/G3, Samsung Galaxy J3/J5/J7, Huawei P7/P8/P9/P10/P20/P30, HTC One, LG Optimus, Motorola Droid Razr Maxx HD, Sony Xperia, Google Nexus, o altri… potrai provare i seguenti metodi per “rootare” il tuo Android!

    Sbloccare “Bootloader”

    Cosa è il Bootloader?

    Un cellulare Android è costituito da diversi software, tra cui bootloader, radio, ripristino e sistema. Il bootloader è il primo software che viene eseguito all’accensione del dispositivo. Questo software decide se e come caricare il sistema operativo. Contiene le istruzioni per l’avvio del sistema operativo kernel e la maggior parte di esse sono progettate appositamente per eseguire l’ambiente di debug o modifica.

    Per molti modelli di cellulari/tablet ANDROID, prima di effettuare il ROOT è indispensabile eseguire lo sblocco del Bootloader. Il Bootloader è un software presente nel cellulare e che consente di avviare il sistema operativo: se questo bootloader è bloccato diventa IMPOSSIBILE eseguire il root del telefono. Per sbloccare il bootloader su cellulari SAMSUNG è molto semplice:

    Passo 1. Accedi alle Impostazioni del tuo Samsung e poi scrolla fino in fondo alla lista per cliccare su Informazioni sul telefono
    Passo 2. Clicca su “Informazioni Software” e poi fai 7 volte clic su VERSIONE BUILD fino a quando non appare un’avviso che è stata attivata la modalità sviluppatore
    Passo 3. Ritorna alle Impostazioni, vai in fondo fino a cercare e cliccare su Opzioni Sviluppatore.
    Passo 4. Cerca e attiva le opzioni SBLOCCO OEM e anche DEBUG USB

    Opzioni Sviluppatore

    SOLUZIONE 1: ROOT TRAMITE TUNESGO

    TunesGo è uno dei migliori “root software per Android” presenti attualmente perché consente di abilitare i permessi di root sul dispositivo Android in maniera molto semplice e veloce. Esso supporta quasi tutti i dispositivi e modelli Samsung, HTC, Sony, Motorola, LG, Huawei, Acer, Google, ecc….

    Caratteristiche TunesGO:

    • Compatibile con tutte le versioni Android dalla 2.1 in su.
    • 100% sicuro da usare nell’effettuare il root.
    • NON compromette la garanzia del dispositivo Android.
    • Supporta oltre 3000 modelli di cellulari e tablet Android.
    • Consente di fare backup e ripristino dei dati prima e dopo il rooting

    Scarica e installa TunesGO sul tuo PC Windows dal seguente link

    Installa ed avvia il programma.

    Collega il tuo Android al computer via USB e segui le indicazioni che appariranno su TunesGO fino a quando viene correttamente rilevato. Una volta riconosciuto, dal programma accedi alla scheda TOOLBOX e da qui clicca sulla funzione ROOT 1 CLIC

    tunesgo

    In pochi minuti il tuo dispositivo Android verrà “rootato”!

    SOLUZIONE 2 –  ROOT “MANUALE” (per utenti esperti)

    CASO A) UTILIZZO DI SUPERONECLICK

    Prima di iniziare, segui questi passi:

    1. Scarica e installa Java JDK sul tuo PC (se non è già installato)
    2. Scarica e installa Android SDK sul tuo PC.
    3. Installa i driver USB giusti per il tuo dispositivo.
    4. Collega il tuo dispositivo Android al PC con un cavo USB.
    5. Abilita il debug USB sul tuo dispositivo andando in Impostazioni > Applicazioni > Sviluppo e selezionando la casella “Debug USB”.

    Dopo aver fatto tutti i passaggi di cui sopra, potrai seguire il seguente tutorial su come fare root su Android.

    1. Scarica SuperOneClick dal sito ufficiale: shortfuse.org e fai doppio clic su di esso per avviarlo.

    superoneclick

    2. Fai clic sul pulsante “Root” nella finestra di SuperOneClick. Poi SuperOneClick richiederà alcuni minuti per radicare il tuo dispositivo Android.

    superoneclick 2
    superoneclick root

    3. Riavvia il dispositivo Android dopo aver terminato il root. SuperOneClick installerà automaticamente l’app SuperUser. Consenti o negala richiesta quando un app sul tuo dispositivo cerca di guadagnare i permessi di root.

    permessi

    4. Apri l’app Superuser per controllare i permessi salvati.
    Dopo che tutti i passaggi sono fatti, potrai fare quello che vuoi sul tuo dispositivo Android con i permessi di root, come ad esempio recuperare i dati cancellati o persi dal dispositivo Android.

    CASO B) UTILIZZO DI ODIN e TWRP RECOVERY

    Un’altra soluzione “manuale” che si può usare per abilitare i permessi di root su dispositivi Android è quello di installare TWRP Recovery sul dispositivo Android. TWRP Recovery fornisce gli strumenti necessari per flashare e personalizzare il proprio dispositivo Android e aiuta anche ad abilitare i permessi di root eseguendo il flash del file SuperSu.zip

    1. Per flashare il dispositivo Android occorre innanzitutto scaricare Odin e il file TWRP recovery dal sito ufficiale.

    2. Adesso metti il tuo dispositivo Android in “modalità bootloader” premendo i tasti Home, Accensione e Volume Giù contemporaneamente.

    3. Collega ora il tuo cellulare al PC via USB. Una volta aperto Odin esso automaticamente rileverà il dispositivo e l’indicatore ID:COM diventerà di colore blu

    odin

    4. Clicca sul pulsante AP e seleziona il file TWRP che hai scaricato prima

    odin twrp

    5. Dopo aver caricato il file clicca su “START”. Il sistema mostrerà un messaggio “Pass” per indicare che tutto funziona correttamente

    odin3

    6. Ora scarica una versione stabile di SuperSU indispensabile per fare il root. Copia e incolla il file SuperSU.zip nella memoria del tuo cellulare.

    7. Ora puoi anche scollegare il cellulare dal PC e mettilo in modalità “TWRP recovery” premendo contemporaneamente i tasti Home, Accensione e Volume Su.

    8. Una volta entrato in modalità “TWRP recovery” e clicca su “Install”. Seleziona il file SuperSU che hai salvato sul dispositivo e installalo.

    twrp recovery

    9. Attendi fino alla fine del processo. Poi riavvia il dispositivo.

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