BlueStacks: App Android su Windows, un emulatore potente e altamente funzionale per avere app Android su Windows. Tutte le istruzioni nell’articolo!
Bluestacks è un potente emulatore che permette di avere tutte le app che desideriamo comodamente sul proprio PC Windows. Il mondo Android è zeppo di applicazioni interessanti ma anche di giochi divertenti di cui alcuni di questi non sono presenti sullo store Microsoft. Perciò se volete emulare delle applicazioni Android sul vostro PC Windows questa è la soluzione adatta.
SEGUITE ATTENTAMENTE LE ISTRUZIONI PER IL FUNZIONAMENTO DELL’ EMULATORE:
1. Create un account Google se non ne avete già uno.
4. Una volta installato non dovremmo far altro che andare su in alto a destra sull’icona della lente per cercare le applicazioni, in questo modo possiamo installare applicazioni come WhatsApp e molto altro ancora.
5. E’ anche possibile inserire il numero di telefono a cui lo vogliamo associare, non avremo i contatti di rubrica, ma i nostri amici ci vedranno e possono scriverci, cosi da poter salvare i contatti e contattarli di conseguenza.
6. Possiamo tranquillamente scaricare qualsiasi gioco, e la maggioranza di essi funzionerà senza alcun problema.
7. Le applicazioni si aggiorneranno automaticamente come accade nei dispositivi Android.
Non tutto funzionerà bene, ci troviamo d’altronde difronte ad un emulatore, ma il software BlueStacks è in continua evoluzioni.
Finalmente ecco la guida definitiva per registrarsi su WhatsApp e Telegram senza dover inserire il proprio numero di telefono. Sono 3 le possibili soluzioni.
Non tutti amano fornire il proprio numero di telefono personale. Forse preoccupati di diventare un possibile bersaglio di truffe o oggetto di continue chiamate dai Call Center. Ad ogni modo principalmente è una questione di privacy. Purtroppo però per poter utilizzare alcune applicazioni è obbligatorio inserire questa informazione al momento della registrazione. Oggi non più così e anche chi non ha utilizzato WhatsAppe Telegramper questo motivo ora potrà tranquillamente farlo. Ecco la guida definitiva per registrarsi senza numero a queste due app di messaggistica istantanea.
Come registrarsi su WhatsApp e Telegram senza fornire il proprio numero di telefono
Sia WhatsApp che Telegram sono app che vanno a sostituire i vecchi messaggi di 165 caratteri introducendo anche nuove funzioni. Sebbene sono arrivati anche in Italia gli SMS 2.0 che daranno del filo da torcere a queste app, non tutti possono ancora utilizzare questa tecnologia.
Quindi per potersi registrare su WhatsApp e Telegram era necessario fornire il proprio numero di telefono. Ora invece sarà solo un vecchio ricordo grazie a questa guida. Ecco le 3 soluzioni possibili.
La prima soluzione, facile ed economica, è quella di attivare un numero temporaneo utile solo per ricevere i codici di conferma di WhatsApp e Telegram. In qualsiasi motore di ricerca, ad esempio Google, basta digitare “numero temporaneo” e affidarsi a uno dei servizi che compaiono tra i risultati. Ci vorrà un po’ di tempo per trovarne uno disponibile che non sia già stato utilizzato per questo scopo, ma con un po’ di pazienza e perseveranza ce la si può fare.
Un’altra soluzione è quella di usare il numero di una vecchia SIM che sia ancora attiva. Non è necessario che ci sia del credito. Infatti questa procedura non costerà nulla. La sua funzione sarà solo quella di ricevere il codice di attivazione inviato da WhatsApp o da Telegram per confermare la registrazione.
Infine, se le prime due si rivelassero impossibili da attuare si potrebbe attivare una nuova SIM. Attenzione però a scegliere uno degli operatori che offre un piano ricaricabile. Potrebbero essere utili per questo scopo le 3 offerte di Kena Mobile che al momento non prevedono né un contributo di attivazione né il costo per la SIM. In questo modo l’utente avrebbe a disposizione un numero solo ed esclusivamente da utilizzare per registrarsi a WhatsApp, Telegram o altri servizi per cui è obbligatorio fornire una numerazione telefonica.
Se avete accidentalmente eliminato un file o un documento importato sul vostro Mac, non c’è bisogno di entrare nel panico, poiché esistono dei metodi per poterlo recuperare. In questa guida vedremo alcuni dei metodi che consentono di risolvere questo problema. Ecco come ripristinare un file cancellato su Mac.
Controllare il cestino Mac per recuperare file
Può sembrare alquanto sciocco e ovvio ma può risultare molto efficace, controllare il proprio cestino. Infatti, se questo non è stato ancora svuotato è molto probabile che ci si ritrovi il documento desiderato. Una volta aperto il cestino è possibile ripristinare il documento o trascinandolo sul desktop o facendo clic destro e scegliendo l’opzione Ripristina.
Recuperare file eliminati Mac con Time Machine
Time Machine è uno strumento che consente il salvataggio e il ripristino dei vecchi file, così come erano in passato. Per prima cosa aprire la cartella in cui era il documento prima che fosse eliminato. Se si salvano i backup di Time Machine su un disco rigido esterno collegarlo al Mac e poi cliccare su Time Machine. D a qui sfogliare tutti i file o digitare il nome del file desiderato nella barra di ricerca.
Una volta trovato aprire il file e scegliere la versione che si desidera, poi selezionare il file e cliccare su Modello: MacButton. Il file sarà così ripristinato nella cartella d’origine in cui era. Se anche questa è stata cancellata, provvedere a ricrearla.
Programmi per il recupero dati cancellati Mac
Gli stessi file cestinati possono essere recuperati grazie al supporto di programmi dediti a questo genere di servizio. Per prima cosa smettere di utilizzare il disco rigido per evitare che il file, se di esso ne esistono ancora delle tracce, venga completamente cancellato; quindi non aprire alcun programma, né salvare, creare o cancellare altri documenti. Se il file si trova sull’unità d’avvio, spegnere il computer. Così dopo queste dovute accortezze, scaricare un programma di recupero dati o su un altro PC o su un disco esterno. Ecco alcuni esempi di software gratuiti:
Installare l programma su una penna USB o su un disco esterno, basterà collegare l’hardware al PC e lanciare il programma, senza toccare quello che c’è all’interno del mac stesso. A seconda del programma utilizzato, scansionare il disco duro e provvedere al ripristino del file desiderato.
Le schede micro SD sono utilizzate per salvare le informazioni extra di vari dispositivi (fotocamere, smartphone e tablet). A differenza del backup su cloud, una scheda micro SD può danneggiarsi o perdere informazioni e questo può avvenire per cause diverse. Ecco come riparare una scheda micro SD danneggiata.
Riparazione della scheda micro SD danneggiata
Prima di procedere alla riparazione della propria scheda MicroSD, ci si raccomanda di scaricare Recuva, per poter recuperare tutte le informazioni possibili. Poi procedere inserendo la micro SD su PC, fare clic destro sull’unità della scheda di memoria e selezionare la voce Proprietà. Dalla finestra visualizzata entrare in Strumenti, poi cliccare su Verificare.
Se l’analisi indica che la scheda è bloccata, estrarre la scheda, spostare la linguetta laterale, che protegge la scheda presente sulla scheda stessa e poi reinserirla nel PC. Se risulta che la SD è vuota, entrare in Opzioni cartella, entrare nella scheda Vedi, spuntare Mostra file, cartelle e unità nascoste e poi cliccare sul tasto Accettare.
Come riparare i file danneggiati su una scheda micro SD
Per riparare tutti i file corrotti, fare clic destro sul Start poi selezionare Prompt dei comandi (amministratore), inserire il comando SFC /SCANNOW > Invio. In questo modo i file della microSD saranno scansionati e riparati. Il processo potrà richiedere qualche minuto, a seconda del proprio dispositivo.
Formattare MicroSD
Durante la riparazione della microSD può succedere che quest’ultima richieda una formattazione.
Formattare scheda SD con Windows
Per procedere alla formattazione della scheda SD su qualunque sistema operativo Windows bisogna, in primo luogo collegare la propria scheda SD al computer (nel caso in cui il pc non integri un lettore di schede, inserire la SD in un adattatore USB, mentre per le Micro SD sarà necessario provvedere ad utilizzare il suo adattatore specifico).
Cliccare sul menu Start e poi su Risorse del computer (per la versione Win 8 ricercare “Computer” e aprirlo), clic destro sull’icona della scheda SD e selezionare Formatta: questo comando aprirà una finestra che mostrerà le opzioni di formattazione. Per far sì che la scheda sia compatibile con la maggior parte dei dispositivi, scegliere il file system FAT32. Una volta scelta la modalità di formattazione, cliccare su Avvia, così facendo la procedura sarà terminata e si avrà una scheda SD vuota, pronta ad un nuovo utilizzo.
Nota Bene: la formattazione rapida formatterà la scheda senza verificare gli errori nei settori, quindi utilizzare la modalità normale se si desidera riparare un malfunzionamento o se è la prima volta che la si formatta la scheda.
Formattazione della SD card con Mac OS X
Collegando la scheda SD al Mac, questa si visualizzerà automaticamente sul desktop. Nel Finder accedere alla cartella Applicazioni e andare su Utility. La scheda SD sarà visualizzata a sinistra. Selezionatela e fare poi clic su Inizializza (a destra), scegliere FAT32 dal menu a tendina Formato, dare un nome alla scheda e cliccare su Inizializza per avviare la formattazione.
Formattare una micro SD con Android
Inserire la scheda SD sul proprio dispositivo Android, accedere a Impostazioni (a seconda della versione e il tipo di dispositivo selezionare Memoria o Archivio dati. Cliccare su Cancella scheda SD per procedere alla formattazione:
Se il nuovo sistema Windows 10 non rileva i drive CD e DVD, tanto da non venir visualizzata in Gestione Periferiche o Esplora risorse, niente panico! Ecco una guida utile per poter risolvere il problema.
Cosa fare se Windows 10 non rileva Drive CD e DVD
Windows 10 non rileva lettore dvd. Una volta aggiornato il sistema operativo a Windows 10, notiamo che il il lettore ottico e masterizzatore è scomparso non viene rilevato. La cosa particolare di questo problema sta nel fatto che non tutti i lettori sembrano avere questi problemi, e molto spesso sono i modelli più recenti ad non essere rilevati. Adesso andremo a vedere le soluzioni per cercare di risolvere il problema.
Aprire un prompt dei comandi elevato, digitando command prompt nella casella Cerca, da qui fare clic destro sulla voce corrispondente > Esegui come amministratore:
Digitare cosi il comando:
reg.exe add “HKLMSystemCurrentControlSetServicesatapiController0” /f /v EnumDevice1 /t REG_DWORD /d 0x00000001 e premere Invio. Fatto questo, chiudere il prompt dei comandi e riavviare il sistema, in modo da poter rilevare i drive CD e DVD.
Per comodità puoi creare anche un file con estensione .bat da utilizzare all’occorrenza, ti basterà aprire un normale file di testo e incollare il comando, successivamente rinominare l’estensione del file di testo in .bat. Al bisogno ti basterà eseguire come amministratore il file .bat per risolvere il problema del lettore/masterizzatore DVD scomparso su Windows 10.
Disabilitare il risparmio energetico sul lettore dvd
Un altro metodo da provare e quello di disattivare la funzionalità di risparmio energetico. Questo è un metodo che il più delle volte ha permesso di vedere normalmente il lettore ottico sul computer. Basta andare nel Pannello di controllo cliccare su Opzioni di risparmio energia e nelle impostazioni avanzate disattivare il risparmio energetico in modo che i dischi rigidi o altre periferiche non vadano in sospensione.
Pannello di controllo->Hardware e suoni->Opzioni di risparmio energia, quindi nella colonna di destra clica sulla voce Modifica le impostazioni per il risparmio di energia per modificare le relative opzioni come segue: Disattivazione schermo: Mai, Sospensione computer: Mai.
Eseguito i vari passaggi il computer una volta riavviato dovrebbe tornare a rilevare il lettore cd rom/dvd.
Se il lettore dvd continua a non essere riconosciuto proviamo il fix microsoft che corregge automaticamente le chiavi di registro.
Per sfruttare al massimo il proprio smartphone, spesso si necessita di più spazio in memoria, soprattutto se questo ha una capacità di archiviazione limitata (in quanto dispositivo di fascia bassa o se si sono installate troppe app). Fortunatamente, con le ultime versioni di Android è possibile spostare facilmente le app sulla scheda SD del proprio smartphone. Ecco come fare.
Spostare applicazioni Android su scheda SD
Con gli ultimi aggiornamenti di Android (soprattutto da Android 6.0 Marshmallow in poi) la procedura per spostare un’app sulla scheda SD dello smartphone si sono complicate leggermente. Questa modifica ha comunque un grande vantaggio: rafforza infatti la sicurezza del dispositivo e migliora il funzionamento delle app. Ecco come fare.
Configurare la scheda SD
Per spostare app dalla memoria del telefono alla scheda SD è necessario, riconfigurare la propria scheda micro SD per convertirla in archiviazione interna. Per fare ciò bisognerà quindi formattare la scheda, quindi è consigliato effettuare un backup dei dati presenti, per evitare qualsiasi tipo di problema.
Nota Bene: quando comincia questo processo, la scheda SD verrà convertita in memoria interna del telefono e quindi non sarà possibile estrarla con la stessa facilità di prima, poiché il funzionamento del proprio dispositivo dipenderà in parte dalle informazioni presenti nella scheda.
Quando verrà inserita la scheda SD, verrà visualizzata una notifica nel menu superiore a discesa. Selezionare quindi Configura e selezionare l’opzione Utilizzare come archiviazione interna. In seguito cliccare su Cancella e formatta.
Nota Bene: prima di formattare la propria SD ricordarsi di caricare la batteria (o avere carica sufficiente), in quanto questo processo implica un consumo considerevole di energia.
Spostare i dati sulla memoria Android
Una volta terminata la formattazione della memoria SD Android, è probabile che il proprio smartphone mostri un messaggio che segnala che la memoria SD potrebbe non essere molto veloce. Se ciò dovesse accadere, non bisogna preoccuparsi: è del tutto normale ed è dovuto al fatto che il proprio smartphone utilizza la scheda SD come memoria parziale. Per risolvere questo problema andare da Impostazioni, Generali e selezionare Archiviazione. Scegliere Scheda SD e selezionare il menu con i tre puntini verticali a destra. Fatto ciò, dal menu a tendina, scegliere Sposta dati.
Spostare le app sulla scheda SD Android
Dopo aver effettuato lo spostamento dei dati sulla scheda SD, procedura che può durare alcuni minuti, bisognerà fare effettuare la stessa cosa con le app. Naturalmente, le app di sistema (Google Maps, YouTube, Google Chrome, ecc.) non possono passare dalla memoria interna alla scheda SD.
Aprire quindi le impostazioni, poi Generali, App e notifiche, informazioni applicazione e, infine, selezionare l’app. Qui cliccare su Archiviazione e alla sezione Memoria utilizzata, cliccare su Cambia. Nella finestra che si aprirà, cliccare su Scheda SD.
Nota Bene: questa parte del processo deve essere ripetuta manualmente per ogni app che si desidera spostare sulla memoria SD.
Alla fine di luglio del 2015, gli utilizzatori di computer più accaniti avevano un solo desiderio: installare Windows 10sul computer. L’obiettivo era facilitato dalla possibilità di scaricarlo gratis, grazie alla promozione offerta da Microsoft. Tuttavia, i possessori di un vecchio PC tuttavia hanno desistito, con il timore che installare Windows 10 sul PC lento e datato, potesse essere troppo azzardato. Vi spieghiamo, in cinque mosse, come installare Windows 10 sul vecchio computer, senza ricorrere a particolari stratagemmi come fare Overclock della CPU.
Primo Consiglio: disattivare gli effetti Aero
Windows 10 è un sistema operativo moderno e come tale, deve supportare gli effetti grafici Aero. Ma di cosa stiamo parlando? I Windows Aero sono alcune funzionalità grafiche gradevoli, anche se inutili dal punto di vista funzionale del computer. Si tratta di aspetti grafici introdotti a partire da Windows Vista che, seppure apparentemente semplici, possono contribuire al rallentamento delle performance nei computer più lenti e datati. Windows 10 supporta tre tipi di effetti grafici principali. Ovvero: Aero Snap, Aero Peek e Aero Shake.
Aero Snap, ingrandimento, iconizzazione e affiancamento delle finestre dall’angolo dello schermo. Aero Peek effetto di trasparenza nelle finestre sul desktop. E la terza Aero Shake effetto che consente di minimizzare una finestra aperta, tramite lo scuotimento del mouse, conservandone una sola attiva e nascondendo le altre.
Installare Windows 10 sul PC Lento, disattivando gli effetti Aero Windows
Come disattivare l’effetto Aero Snap
Premere la combinazione di tasti Win+S per accedere al menu di ricerca;
Digitare “Centro Accessibilità” e cliccare sul risultato;
Selezionare l’opzione “Facilita l’utilizzo del mouse”;
Selezionare l’opzione “Evita disposizione automatica delle finestre quando vengono spostate sul margine dello schermo”;
Premere Ok e chiudere il centro accessibilità.
Come disattivare l’effetto Aero Peek
Premere la combinazione di tasti Win+S per accedere al menu di ricerca;
Digitare “Impostazione dellaBarra delle applicazioni” e cliccare sul risultato;
Deselezionare l’opzione “Usa Aero Peek per visualizzare del desktop quando si sposta il mouse sul pulsante Mostra desktop…”;
Premere Ok.
Come disattivare l’effetto Aero Shake
Premere la combinazione di tasti Win+R;
Digitare “Regedit” per richiamare il registro di sistema e premere invio;
Nella parte destra della finestra cliccare su uno spazio bianco con il tasto destro;
Scegliere Nuovo/Valore DWORD (32 bit);
Assegnare il nome alla chiave “DisalowShaking” con valore 1;
Premere Ok;
Uscire dal registro e riavviare Windows.
Come disattivare tutti gli effetti Areo e migliorare le prestazioni di Windows 10
Premere la combinazione di tasti Win+S per accedere al menu di ricerca;
Digitare “Prestazioni” e selezionare “Modifica l’aspetto e le prestazioni di Windows”;
Sotto il TAB “Effetti visivi”, selezionare “Regola in modo da ottenere le prestazioni migliori”;
Premere Ok.
Secondo Consiglio: bloccare l’aggiornamento dei Driver
Le nuove policy di Windows Update, prevedono che l’aggiornamento dei driver di sistema avvenga in maniera automatica. In altre parole assieme al resto degli update. L’aggiornamento dei driver di vecchie periferiche, connesse a computer datati, potrebbe essere azzardato e deleterio. Tuttavia, esiste un sistema per bloccare l’aggiornamento dei driver con Windows 10 e precedenti versioni. Per bloccare l’aggiornamento dei driver con Windows update, seguire questa procedura:
Digitare la combinazione di tasti Win+S per effettuare una ricerca;
Digitare “Gestione Dispositivi” e selezionare il risultato;
Individuare la periferica che si vuole escludere dagli aggiornamenti;
Cliccarci sopra con il tasto destro, selezionando Proprietà;
Cliccare sul TAB Dettagli;
Dal menu a tendina del campo Proprietà scegliere ID hardware;
Selezionare l’intero identificativo della periferica;
Cliccarci sopra con il tasto destro e premere copia;
9. Premere la combinazione di tasti Win+R;
10. Digitare “gpedit.msc” per accedere alla console dei criteri di gruppo;
11. Nella parte sinistra, sotto “Configurazione Computer”, selezionare Modelli Amministrativi\Sistema\Installazione Dispositivi\Restrizioni per l’installazione di dispositivi
12. Nella parte sinistra cliccare due volte su “Impedisci l’installazione dei dispositivi che corrispondono a uno di questi ID”;
13. Cliccare su Attiva;
14. Selezionare Mostra e incollare, uno alla volta, gli ID hardware selezionati nel punto 7;
15. Cliccare su OK per chiudere la finestra di “Mostra Contenuto”;
16. Cliccare su Applica e Ok per applicare le modifiche;
17. Chiudere l’editor dei criteri di gruppo locali e tornare a Windows.
Terzo Consiglio: disattivare il servizio di ricerca
Ne abbiamo già parlato nell’articolo che spiegava i metodi su come velocizzare Windows 10, ovvero delle decine di servizi di Windows, alcuni possono essere “sacrificati” per velocizzare il computer lento. Disattivare il servizio Windows Search potrebbe essere una mossa intelligente per migliorare le prestazioni del PC. Sia chiaro: la disattivazione del servizio di ricerca di Windows non implica l’impossibilità di effettuare ricerche di file e documenti sul computer, ma potrebbe rallentarne le funzionalità.
Per disattivare il servizio Windows Search seguire questa procedura:
Premere il tasto Windows + R (contemporaneamente) per accedere ad Esegui;
Accedere ai servizi di Windows digitando services.msc e INVIO;
Dalla lista dei servizi, individuare Windows Search e fare doppio click;
Nel menu a tendina “Tipo di Avvio” selezionare “Disabilitato”;
Premere OK e Riavviare il computer.
Quarto Consiglio: disinstallare le app preinstallate
Le app di Windows 10 sono davvero molte, spesso utili ma all’accortezza futili e sacrificabili. Purtroppo, alcune di esse sono preinstallate nel sistema operativo e di conseguenza su computer lenti o datati potrebbero rappresentare un problema. Esistono due metodi per disinstallare le app: il primo metodo automatizzato, consiste cliccare con il tasto destro sull’app dal menu avvio e premere disinstalla. Il secondo metodo, permette di disinstallare app in sequenza, utilizzando la console Powershell.
Come disinstallare le app di Windows 10 con Powershell:
Digitare la combinazione di tasti WIN+S;
Nel box di ricerca digitare Powershell;
Cliccare con il tasto destro sul risultato di ricerca e premere Esegui come amministratore;
Digitare Get-AppXpackage e premere INVIO per visionare l’elenco della app installate;
Per rimuovere singole app, utilizzare la sintassi “Get-AppXpackage nomeapp | Remove-AppxPackage;
Comandi PowerShell per disinstallare le app principali di Windows 10
Disinstalla 3D Builder Get-AppxPackage *3dbuilder* | Remove-AppxPackage Disinstalla Alarms and Clock Get-AppxPackage *windowsalarms* | Remove-AppxPackage Disinstalla Calculator Get-AppxPackage *windowscalculator* | Remove-AppxPackage Disinstalla Calendar and Mail: Get-AppxPackage *windowscommunicationsapps* | Remove-AppxPackage Disinstalla Camera Get-AppxPackage *windowscamera* | Remove-AppxPackage Disinstalla Get Office Get-AppxPackage *officehub* | Remove-AppxPackage Disinstalla Get Skype Get-AppxPackage *skypeapp* | Remove-AppxPackage Disinstalla Get Started Get-AppxPackage *getstarted* | Remove-AppxPackage Disinstalla Groove Music Get-AppxPackage *zunemusic* | Remove-AppxPackage Disinstalla Maps Get-AppxPackage *windowsmaps* | Remove-AppxPackage Disinstalla Microsoft Solitaire Collection Get-AppxPackage *solitairecollection* | Remove-AppxPackage Disinstalla Money Get-AppxPackage *bingfinance* | Remove-AppxPackage
Quinto consiglio: gestire l’esecuzione automatica dei software
Windows è un sistema operativo intelligente e furbo. La prassi comune di questo e di altri sistemi operativi è quella di caricare in memoria alcuni servizi o programmi per facilitarne il funzionamento e di conseguenza migliorare le performance. Quando premiamo il bottone di accensione del computer, avviamo un processo infinito, che da una parte avvia il caricamento del sistema operativo e dall’altra richiama tutte le app in background, ospitandole in memoria. Va da sé comprendere che in più saranno numerose e pesanti i processi in memoria e maggiori saranno le ripercussioni sulle prestazioni del computer.
Come disattivare l’avvio automatico dei programmisu Windows 10
Cliccare su Gestione Attività;
Accedere al Tab Avvio;
Cliccare su app e programmi da escludere e selezionare Disabilita;
Esistono diversi tipi di reati informatici e molti si propagano tramite lo strumento più utilizzato dagli internauti, la posta elettronica. Ogni giorno in rete viaggiano moltissime e-mailfraudolente, che hanno come unico scopo quello di truffare o intercettare la vittima interessata. Impariamo a riconoscere le mail con Virus.
Le principali minacce informatiche
Infezione da virus
Spam
Malware (malicious software)
Le azioni intraprese dai cyber-terroristi
Cyberstalking: Metodo utilizzato per molestare una persona con l’obiettivo di costringere il malcapitato ad effettuare azioni dannose ed estorcere informazioni personali senza espresso consenso;
Frode e falsa identità: utilizzo improprio di identità fasulla per stipulare contratti, polizze o altro, senza essere rintracciati;
Information Warfare: è una tecnica digitale, difensiva ma anche offensiva, utilizzata in ambito politico e militare per tutelare e trarre vantaggio nei confronti del proprio avversario;
Phishing: è una delle truffe più diffuse, basata sull’invio di email molto curate, spesso provviste di logo contraffatto di banche o società, con la quale si richiedono informazioni riservate agli utenti per ragioni più disparate.
Come riconoscere mail con Virus, facilmente
Dopo un po’ di teoria veniamo alla pratica. Riconoscere una mail con virus da una senza non è poi così scontato. Alcuni provider di posta elettronica come GMail utilizzano un sistema anti-spam che riesce, quasi sempre, ad intercettare phishing mail o mail pericolose, rifilandole direttamente nella cartella di Spam.
Altri provider e in alcuni casi anche GMail non sono però in grado di filtrare i messaggi nocivi lasciando all’utente l’incombenza di decidere e rischiare. Ma come facciamo a riconoscere una mail sana da una truffaldina e pericolosa? Ecco un piccolo prospetto da seguire, punto per punto, prima di aprire una mail sospetta che non ci convince al 100%.
Controlla accuratamente il mittente e l’indirizzo di provenienza della mail. Se non conosci chi ti scrive, fai mente locale e prova ad associare l’oggetto della mail ad esso. Se ti sembra tutto ok passa al prossimo passo;
Non essere impulsivo ed evita di cliccare su qualche link o di aprire degli allegati presenti nella mail senza prima controllarla. La prima regola per evitare di essere attaccati da malware o virus è quella di non aprire allegati e non cliccare sui link se non si è certi al 100% della veridicità della mail. Se il contenuto della mail e il mittente ti convincono, procedi.
Se la mail proviene da un istituto di credito, da una finanziaria o da altri servizi a cui ti sei abbonato, non cliccare mai su eventuali link presenti al suo interno. Le probabilità che ti portino a contrarre malware e/o a essere vittima di Phishing sono elevatissime. Paypal e le banche non inseriscono mai link nella mail per chiederti di cambiare la password o di aggiornare i dati personali.
Non dare mai per scontato che il mittente sia quello che apparentemente sembra di essere: spesso i messaggi di spam mostrano un display name artefatto, per poi nascondere indirizzi fittizi e/o ingannevoli (es. @poste-italiane.com o @banca-intesa.org). Cestina subito questi messaggi e aggiungi il mittente allo spam.
Non essere mai tranquillo anche se sembra tutto perfetto: la maggior parte dei problemi di sicurezza si manifestano se siamo di fretta e quando diamo per scontato la bontà di una mail. Stare sempre all’erta è una buona premessa per evitare problemi seri.
Installa un buon antivirus dotato di efficace filtro anti-spam; questi software aggiungono un motore di scansione in tempo reale sulla propria mail e riescono ad analizzare in tempo reale allegati e contenuto. Gli antivirus commerciali come kaspersky e BitDefender rappresentano dei veri must in questo ambito.
Controlla sempre il contenuto del testo, spesso le mail di spam presentano un italiano scorretto e difficilmente risultano formattate perfettamente.
Ultimo ma non meno importante, se la tua casella di posta è costantemente intasata da spam, impegnati seriamente a cambiarla, optando magari per un provider differente.
Tra gli strumenti più utili di Google legati alla produttività c’è sicuramente Google Calendar. Servizio questo utile per creare, condividere e gestire al meglio tutti gli eventi, gli appuntamenti e i promemoria del giorno. In questa guida andremo ad analizzare tutte le sue potenzialità, cercando di darvi alcuni utili consigli che vi aiuteranno a capire come utilizzare al meglio Google Calendar. Prima di farlo però, vediamo brevemente di cosa si tratta, così che anche chi non conosce il servizio potrà approfittarne.
Che cos’è Google Calendar
Per dirla nella maniera più semplice possibile: Google Calendar è una piattaforma online creata da Google per raccogliere tutti i calendari desiderati, così da poterli anche condividere ed esportare (o importare) per l’utilizzo su servizi analoghi. Si basa principalmente sulla sincronizzazione con l’account Google (quello utilizza anche per Gmail). Infatti per questo motivo, non manca una profonda integrazione con tutti gli altri strumenti ideati dalla stessa azienda. Inoltre, offre tutte le sue funzionalità anche al servizio di applicativi di terze parti, in modo da ampliare ulteriormente le sue capacità. In poche parole è uno strumento gratuito per organizzare eventi e appuntamenti attraverso una piattaforma cloud. Ciò significa che con questa agenda elettronica puoi raggiungere in qualsiasi momento il tuoi planning, anche da smartphone.
Google Calendar può essere consultato su tantissimi dispositivi diversi. Questo perché dispone di un’applicazione per smartphone e tablet (sia Android che iOS) e di un’interfaccia online. Quest’ultima accessibile tramite un qualsiasi browser web, sia desktop che mobile. Gli unici fattori necessari saranno: possedere una connessione internet e un account Google.
L’interfaccia di Google Calendar
Per parlare dell’interfaccia di Google Calendar ci concentreremo per lo più sulla piattaforma desktop, in quanto risulta essere quella più utilizzata e ricca di opzioni. Subito dopo aver eseguito l’accesso al sito Web dedicato (inserendo le credenziali Google), apparirà una schermata suddivisa in due zone. La colonna dei menu sulla sinistra e il piano di lavoro principale in tutta la zona centrale e destra.
Il primo elemento che appare in alto a sinistra è il bottone “Crea”, molto utile per avviare la schermata di creazione di un nuovo evento, che affronteremo però nei paragrafi successivi. Subito in basso non manca un piccolo calendario mensile, perfetto per avere a colpo d’occhio l’organizzazione dei giorni in un mese specifico. Il quale ovviamente potrà essere modificato attraverso le frecce nell’angolo a destra. Inoltre, cliccando su un particolare giorno, si verrà trasportati direttamente in quel giorno, mostrando quindi tutti gli eventi e i promemoria creati.
Infine, andando ancora più in basso, si incontreranno tutti i calendari creati. Questi saranno tutti abilitati per la visualizzazione di default, ma togliendo il segno di spunta sulla sinistra verranno momentaneamente nascosti dal piano di lavoro principale. Da qui si potranno anche modificare oppure crearne di nuovi.
Tutta la zona centrale sarà quindi dedicata all’effettiva visualizzazione degli eventi e dei promemoria, i quali potranno anche essere modificati, esportati ed eliminati attraverso semplicissime operazioni. Cliccando su un punto vuoto del piano di lavoro si potrà infatti creare un nuovo evento. Questo senza la necessità di passare per il bottone visto in precedenza. In alto non mancherà la possibilità di navigare tra i giorni, oppure tornare alla timeline attuale cliccando su “Oggi” in alto a sinistra. Aprendo invece il menu a tendina alla destra dell’icona ad ingranaggio delle impostazioni si potrà modificare l’interfaccia. Qui visualizzeremo: solo un giorno, una settimana, un mese, un anno o anche solo 4 giorni.
Creare e aggiungere calendari
Ecco come creare nuovi calendari, in modo da generare un nuovo spazio di lavoro da organizzare. Per farlo bisognerà scendere ancora una volta nella sezione in basso a destra e cliccare sull’icona “+” alla destra di “Altri calendari”. Qui appariranno quindi diverse opzioni. Iscriviti al calendario, per aggiungere automaticamente un calendario creato da un altro utente. Crea nuovo calendario, per crearne uno nuovo personalmente. Sfoglia calendari di interesse, per aggiungerne uno presente nel catalogo offerto dal Google (ad esempio le fasi lunari). Da URL, per aggiungerne uno pubblico e condiviso tramite link, e infine Importa, per importare un file di tipo “.ics”.
Scegliendo “Crea nuovo calendario” si avvierà la schermata di modifica, in cui poter aggiungere il nome, la descrizione e il fuso orario principale. In seguito si potrà ovviamente modificare con le opzioni viste in precedenza.
Come personalizzare un calendario
Prima abbiamo fatto riferimento alla possibilità di modificare i calendari creati e presenti di default, perciò vediamo adesso in che modo farlo. Per avviare la sezione di modifica basterà portare il cursore sul nome del calendario da editare (nella lista in basso a sinistra) e subito dopo cliccare sull’icona con tre puntini che appare alla sua destra. Già da qui si potrà modificare il colore di visualizzazione, ma per tutte le altre opzioni bisognerà scegliere la voce “Impostazioni e condivisione”.
A questo punto si potrà quindi modificare il nome, scrivere una breve descrizione, impostare il fuso orario principale, modificare gli avvisi e le notifiche da impostare di default per i nuovi eventi. Oppure scegliere se renderlo privato o pubblico, con eventuale possibilità di ottenere il link per la condivisione.
Creare un evento con Google Calendar
Arriviamo quindi ad una delle opzioni principali del servizio. Per creare un nuovo evento sarà sufficiente cliccare su “Crea” in alto a destra. Automaticamente si avvierà una schermata miniaturizzata in cui includere le informazioni più importanti. Tra cui: titolo, orario, eventuale ripetizione, luogo, descrizione e tipo di calendario. Cliccando invece su “Altre opzioni” si avvierà la schermata completa in cui inserire informazioni più approfondite o invitare altri utenti a partecipare. Infine, per confermare il tutto, non servirà altro che cliccare sul tasto blu “Salva“.
Ripeti l’evento più volte
All’interno della stessa schermata di creazione (o modifica, visto che sono le stesse) di un evento, si potrà anche decidere se ripetere o meno un appuntamento. Per farlo sarà sufficiente cliccare sul menu a tendina “Non si ripete” (proprio sotto il titolo) e scegliere se ripeterlo: ogni giorno, ogni settimana, ogni mese, ogni anno, oppure creare una ripetizione personalizzata. Inoltre, optando per quest’ultima opzione, sarà anche possibile fissare una data di fine ripetizione.
Come condividere un calendario
Tornando all’interno della schermata di modifica di un calendario (come visto in precedenza) invece, questo si potrà facilmente condividere con altre persone, offrendo anche la possibilità di modifica e personalizzazione degli eventi. Per farlo, basterà scendere in basso fino a raggiungere la sezione “Condividi con persone specifiche” e cliccare sull’opzione “Aggiungi persone”. Da qui si dovrà inserire l’indirizzo Gmail dell’utente e scegliere se consentirgli solo di visualizzare il calendario oppure di poterlo anche modificare.
Inviare email agli invitati
Una volta impostate le dovute personalizzazioni, per inviare il calendario bisognerà cliccare sul bottone blu “Invia”, alla destra di “Annulla”. A questo punto, il destinatario dell’invito riceverà due avvisi. Uno all’interno del proprio Google Calendar e uno tramite messaggio email, all’interno del quale non mancherà il tasto relativo all’accettazione e alla successiva importazione del calendario condiviso.
Creare un promemoria con Google Calendar
Con Google Calendar però, oltre agli eventi, si potranno anche gestire i promemoria, i quali verrano anche importati da Google Assistant. Per creare un nuovo promemoria bisognerà cliccare nuovamente su “Crea” in alto a sinistra e subito dopo selezionare l’opzione “Promemoria” sotto il campo dedicato al titolo. Da questo momento in poi, le opzioni di modifica verranno ridotte, in modo da concentrare l’attenzione solo sulla data, l’orario e l’eventuale ripetizione del promemoria. Una volta inserite tutte le informazioni, basterà cliccare su “Salva” per confermare tutto.
Integrare calendari comuni
I calendari comuni, su Google Calendar chiamati “Calendari di interesse”, sono sostanzialmente degli eventi precisi, comuni a chiunque e in genere incentrati su un’unica categoria di informazione. Per fare un esempio banale, il classico calendario delle “Festività italiane” è proprio un calendario comune e viene in genere attivato di default sulla maggior parte dei servizi di questo tipo.
Google Calendar dispone di tantissimi calendari di interesse, i quali possono essere attivati in pochissimo tempo. Per farlo sarà sufficiente cliccare sull’icona “+” alla destra di “Altri calendari” (nell’angolo in basso a sinistra della schermata). Una volta qui cliccare su “Sfoglia i calendari di interesse”. Qui saranno presenti i calendari delle festività di altre religioni, quello delle fasi lunari, oppure delle partite di una specifica squadra sportiva.
Qualora si volesse invece scaricare un calendario comune da Internet, per importarlo basterà cliccare sull’icona “+” alla destra di “Altri calendari” e concludere con “Importa”, così da selezionare il file “.ics” precedentemente scaricato.
Inserire un calendario su un sito web
Un qualsiasi calendario di Google può anche essere interamente pubblicato all’interno del proprio sito web. Questo, grazie attraverso semplici operazioni di copia incolla del codice HTML generato dal servizio. Per procedere, bisognerà prima di tutto cliccare sull’icona delle impostazioni (ingranaggio) in alto a destra e subito dopo continuare con “Impostazioni”.
Ora sarà necessario selezionare il nome del calendario da pubblicare dalla colonna a sinistra della schermata e copiare il codice HTML (dopo aver scelto “Personalizza” per modificarne le opzioni) presente nella sezione “Integra calendario”. A questo punto non servirà altro che incollarlo nella pozione preferita del sito web.
Qualora si volesse invece solo offrire la possibilità di scaricare il calendario, allora bisognerà cliccare sull’icona con tre puntini alla destra del nome del calendario da condividere (nell’angolo in basso a sinistra della schermata), poi su “Impostazioni e condivisione”, aggiungere il segno di spunta alla destra di “Rendi disponibile pubblicamente” e infine cliccare su “Ottieni link condivisibile” che dovrà essere copiato e incollato nella sezione preferita.
Cercare eventi passati
Proprio come su Gmail, anche Google Calendar dispone di filtri di ricerca molto avanzati e precisi. Grazie a questi, si potranno infatti ricercare gli eventi appartenenti a diverse categorie, quelli passati compresi. Per farlo basterà cliccare sull’icona della lente in alto a destra, aprire il menu a tendina cliccando sull’icona del triangolo alla destra del campo di testo e scegliere l’intervallo di date nel quale avviare la ricerca degli eventi. A questo punto, non servirà altro che confermare con “Cerca” in basso.
Aggiungere una videoconferenza
Durante la fase di modifica e creazione di un evento, sarà anche possibile programmare una videoconferenza tramite il servizio “Meet”, anch’esso di proprietà di Google. I passaggi per farlo saranno piuttosto semplici, in quanto messi in primo piano dalla setta azienda.
Subito dopo aver inserito il titolo dell’evento infatti, basterà premere sulla voce “Aggiungi videoconferenza con Google Meet” in basso e automaticamente verrà generato un URL da copiare e condividere con tutti i partecipanti. Ricordiamo però che le conferenze di Meet supportano fino ad un massimo di 100 persone in contemporanea.
Inserire un allegato
Le note degli eventi in Google Calendar possono diventare più complesse e complete di quanto ci si aspetti. Dopo aver infatti effettuato l’accesso alla schermata di creazione o modifica di un evento (come visto nei precedenti paragrafi), in basso apparirà un box dedicato interamente all’aggiunta di dettagli inerenti all’appuntamento.
Fra i tanti, non mancherà anche l’icona relativa all’inserimento degli allegati. Per inserirne uno basterà infatti cliccare sull’icona a forma di graffetta e automaticamente si aprirà una finestra dal quale selezionare il servizio di importazione degli allegati. Questi potranno infatti essere recuperati sia da Google Drive che dal computer stesso. Subito dopo aver selezionato il file desiderato, non servirà altro che confermare con il pulsante “Seleziona” in basso a sinistra.
Sincronizzare Google Calendar con i propri dispositivi
Come avrete sicuramente capito, per sincronizzare gli appuntamenti di Google Calendar sui propri dispositivi, mobile o desktop, bisognerà soltanto avviare il servizio (anche tramite applicazione gratuita per smartphone e tablet) ed effettuare l’accesso con lo stesso account Google. Tutti gli venti sono infatti conservati nel cloud di Google, così da poterli visualizzare ovunque.
In particolare però, qualora si volesse sincronizzare Google Calendar nel calendario di iPhone e iPad (senza scaricare l’app di Google Calendar), bisognerà passare per le impostazioni di sistema. In particolare, andando, su iPhone o iPad, in “Impostazioni”, poi in “Calendario” e infine su “Account”, si potrà configurare l’account Google attraverso l’opzione “Aggiungi account”. Una volta fatto, tutti gli eventi saranno visibili anche sull’app “Calendario” di iOS.
Le scorciatoie di Google Calendar
Il sito Web di Google Calendar è anche ricco di scorciatoie da tastiera, così da rendere ancora più rapida la navigazione del servizio. In particolare, le scorciatoie si dividono in tre gruppi fondamentali: navigazione, modifica di visualizzazione e modifica di eventi.
Per quanto riguarda la navigazione, tra le scorciatoie più comode riportiamo: T per tornare al calendario di oggi, S per aprire le impostazioni, R per aggiornare il calendario, / per avviare la ricerca e G per passare ad una data specifica.
I controlli di visualizzazione sono invece: 1 per la visualizzazione Giorno, 2 per quella Settimana, 3 per quella Mese, 4 per quella Personalizzata e infine 5 per l’Agenda.
Le scorciatoie più utilizzate riguardano però la modifica degli eventi. C per creare un nuovo evento, E per vederne i dettagli, CANC per eliminarlo, Z per annullare un’operazione ed ESC per uscire dai dettagli e tornare alla visualizzazione del calendario.
Esportare e importare eventi in Google Calendar
Infine, prima di chiudere con la guida, vediamo in che modo importare o esportare particolari calendari. Per quanto riguarda la prima delle due operazioni, abbiamo visto più volte che per generare un nuovo calendario è necessario raggiungere la sezione dei calendari in basso a sinistra e cliccare sull’icona “+” alla destra di “Altri calendari”. Una volta fatto, apparirà la voce “Importa”, all’interno della quale si dovrà trascinare il file “.ics” contenente il calendario, oppure selezionarlo dopo aver cliccato su “Seleziona il file dal computer”.
Per esportare un calendario bisognerà invece tornare nella sezione in basso a sinistra, cliccare sull’icona con tre puntini alla destra del nome del calendario da esportare e poi continuare con “Impostazioni e condivisione”. Qui, proprio sotto la sezione di modifica, comparirà il tasto “Esporta calendario”, che se premuto genererà un file “.ics” contenente tutti gli eventi del calendario scelto. Attenzione però, perché alcuni calendari, come ad esempio quello dedicato ai compleanni, non potranno essere esportati. In questo caso il tasto di esportazione non sarà presente.
Google Calendar for Business: di cosa si tratta
Oltre al calendario per la famiglia è disponibile anche una versione aziendale, Google Calendar for Business, con cui si possono creare e gestire calendari specifici per i progetti in team. Questa funzionalità è compresa all’interno del pacchetto GSuite by Google Cloud. Un servizio questo che permette di archiviare i file sui server di Google, per condividere in tempo reale ogni informazione e attività del calendario. In questo caso si tratta di un servizio a pagamento, tuttavia è possibile richiedere un periodo di prova gratuito.
Google Calendar for Business è integrato con diverse applicazioni, tra cui Gmail, Google Drive, Hangouts e Sites, con soluzioni e piani tariffari sviluppati appositamente per ogni esigenza, dalle piccole aziende ai liberi professionisti, dai lavoratori in remoto alle grandi imprese. Con questo programma è possibile pianificare le riunioni, verificando in tempo reale la disponibilità dei colleghi e dei dipendenti che lavorano da casa. Inoltre è possibile accedere da qualsiasi dispositivo, condividere le risorse e pubblicare dei calendari pubblici sul web.
Google Calendar Famiglia: cos’è e come funziona
Una funzionalità innovativa permette di creare un calendario per la famiglia, in cui ogni componente del nucleo familiare può aggiungere eventi e attività, per condividere le informazioni e gestire gli appuntamenti, ad esempio delegando il ritiro della spesa. Oppure ricordando al proprio compagno di andare a prendere il bambino alla festa di compleanno di un amico. Per attivare questo servizio bisogna innanzitutto creare una famiglia su Google, andando sul sito web families.google.com, dove è possibile impostare un gruppo con un massimo di 6 partecipanti.
Con i dispositivi mobili è possibile scaricare Google One, un’applicazione che consente di gestire i gruppi e le famiglie, altrimenti basta accedere tramite la versione online. Poi è necessario aprire Google Calendar, creare un nuovo calendario e condividerlo con il gruppo della famiglia, gestendo tutte le funzionalità all’interno della sezione Impostazioni. Per aggiungere un impegno bisogna accedere all’applicazione, cliccare su Crea un evento, selezionare il nome del calendario della famiglia, inserire l’evento e salvarlo.
Lo sapevi che puoi usare la fotocamera del tuo smartphone come webcam per il tuo Pc? E’ semplicissimo, basta seguire questa nostra guida.
Non riesci più ad avviare videochiamate su Skype, Teams e Zoom per colpa della Webcam? Tranquillo, puoi chiedere aiuto al tuo cellulare. Molti computer non hanno una webcam e, vista la grande richiesta derivante dalle esigenze collegate alla DAD (la didattica a distanza) adottata da moltissime scuole, trovarne una in negozio non sempre è una cosa semplice.
Se poi la si trova, spesso questa ha costi esagerati rispetto a qualche mese addietro perché l’enorme e improvviso aumento della richiesta ha fatto lievitare notevolmente anche i relativi prezzi, per cui spesso anonime webcam di dubbia qualità, con risoluzioni ben al di sotto del comune senso del pudore video-comunicativo, vengono venduti come fossero dei gioielli tecnologici di altissima qualità. In realtà, non abbiamo certo bisogno di acquistare una webcam per completare la con-figurazione del nostro computer. Possiamo tranquillamente utilizzare a questo scopo la fotocamera dello smartphone o del tablet Android o iOS che utilizziamo tutti i giorni.
Così facendo, oltre a risparmiare, potremo sfruttare una videocamera con risoluzione e qualità video sicuramente superiore a quella della gran parte delle webcam presenti in commercio. Due vantaggi da non sottovalutare di certo. Com’è possibile realizzare questa magia? In effetti non serve molto: basta avere uno dispositivo mobile Android o iOS e installare una delle tante applicazioni disponibili. Tra le di-verse che si possono reperire gratuitamente sul Play Store di Google o sull’App Store di Apple, ne abbiamo scelta una particolarmente semplice da utilizzare, ma non per questo meno efficace: DroidCam. Per il suo funzionamento, dopo aver installato l’app sullo smartphone, occorre procedere con l’installazione di un client sul computer dove verrà utilizzata la webcam. La configurazione è molto semplice da eseguire: occorre inserire solo l’indirizzo IP di connessione. Vediamo come procedere.
Installiamo l’app sullo smartphone
Avviamo lo store presente sul nostro smartphone (Google Play o App store) e scarichiamo l’applicazione DroidCam. Una volta installata tappiamo su Apri, scorriamo i suggerimenti che saranno proposti e infine su Got It. L’applicazione chiederà l’autorizzazione per accedere a microfono e camera. Concediamoli e proseguiamo.
2. Prepariamo il computer
Dal PC colleghiamoci al sito http://bit.ly/pcdroidcam e clicchiamo su Download Windows Client per scaricare l’applicazione DroidCam sul PC. Autorizziamo l’esecuzione e seguiamo i passi per installarla cliccando su Next, I Agree, Nexte Install. Terminiamo con un clic su Finish.
3. Avviamo il client
Da telefono e computer colleghiamoci alla stessa rete, avviamo DroidCam sullo smartphone e prendiamo nota dell’indirizzo IP visualizzato. Eseguiamo DroidCam Client sul PC, inseriamo l’IP nella casella Device IP, attiviamo l’audio (se voglia-mo) cliccando su Audio e infine clicchiamo su Start. Fatto!
4. Qualche impostazione
Tappando sulle impostazioni dell’app Android, e poi su Camera N° è possibile scegliere se utilizzare la fotocamera predefinita, cioè quella posteriore, oppure quella frontale. Sull’app iOS, invece, sempre dalle impostazioni, potremo anche scegliere la qualità video per ottimizzare la trasmissione delle immagini.
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