Il disco di avvio sembra essere sparito? No problem! In questa guida, affrontiamo una varietà di problemi legati alla mancanza di un disco di avvio su Mac, che possono manifestarsi su diverse versioni del sistema operativo, tra cui Monterey, Big Sur, Catalina e Mojave. Segui i suggerimenti forniti per risolvere efficacemente ogni errore legato al disco di avvio in varie situazioni.
L’assenza di un disco di avvio può rendere il tuo Mac completamente non avviabile, soprattutto durante l’aggiornamento di macOS, come ad esempio Monterey o Big Sur. Senza di esso, non è possibile eseguire aggiornamenti, downgrade o accedere al computer.
Senza selezionare un disco di avvio, l’aggiornamento non può procedere. Il disco di avvio di solito è un disco rigido interno che contiene il sistema operativo e le applicazioni. Se ti trovi in questa situazione e non riesci a individuare il disco di avvio o sembra essere sparito senza una motivazione plausibile, segui i nostri consigli per risolvere il problema o prova a utilizzare un altro disco di avvio funzionante.
Anche se i sintomi sono simili quando il disco di avvio non viene trovato o sembra essere sparito, le cause possono variare a seconda della situazione. Puoi consultare la tabella per identificare diversi scenari in cui potresti incontrare problemi con il disco di avvio e passare direttamente alle relative soluzioni.
Possibili soluzioni
Prima soluzione: Effettua una riparazione del disco di avvio utilizzando la modalità di ripristino di macOS.
Per accedere alla modalità di ripristino di macOS e utilizzare l’Utility Disco per riparare il disco di avvio, segui questi passaggi:
Accendi il tuo Mac e continua a tenere premuto il pulsante di accensione.
Se stai utilizzando un Mac con processore Apple silicon, mantieni premuto il pulsante di accensione fino a quando non compare la finestra delle opzioni di avvio. Quindi, fai clic sull’icona a forma di ingranaggio chiamata “Opzioni” e poi su “Continua”.
Se stai utilizzando un Mac con processore Intel, accendi il Mac e tieni immediatamente premuti i tasti Command (⌘) e R finché non compare il logo Apple o un’altra immagine.
2. Seleziona un utente e inserisci la password quando richiesto. Successivamente, verrai portato alla modalità di ripristino di macOS. Seleziona “Utility Disco” nella finestra e fai clic su “Continua”.
Passaggio 3: Una volta nella finestra di Utility Disco, vai su “Visualizza” e seleziona “Mostra tutti i dispositivi”. (Se non viene visualizzato alcun disco, procedi con la Soluzione 2.)
Passaggio 4: Se hai la fortuna di trovare il disco di avvio qui, selezionalo e clicca su “Pronto soccorso”, quindi premi su “Esegui”. First Aid controllerà il volume selezionato per individuare eventuali errori e cercherà di ripararlo se ne trova.
Seconda soluzione: Verifica la visualizzazione del disco di avvio in Utility Disco.
Se il disco di avvio non viene visualizzato in Utility Disco, prova i seguenti passaggi:
Step 1: Spegni il tuo Mac e scollega tutte le periferiche collegate.
Step 2: Se stai utilizzando un disco rigido esterno come disco di avvio, assicurati che il cavo di connessione sia ben collegato e che l’unità sia accesa correttamente. Prova a spegnere e riaccendere l’unità.
Step 3: Segui la guida della Soluzione 1 per accedere a Utility Disco tramite macOS Recovery e tentare di riparare il disco di avvio. Se non riesci ancora a vedere l’unità nei dispositivi disponibili, il modo più efficiente è ottenere supporto da Apple tramite il sito https://getsupport.apple.com/ selezionando la voce relativa ai Mac.
Terza soluzione: Prova a ripristinare la NVRAM (non-volatile random-access memory) sul tuo Mac
Quando il tuo Mac si avvia con un punto interrogativo lampeggiante, indica che il disco di avvio non è più accessibile o non contiene un sistema operativo Mac funzionante.
Se questo problema si verifica ogni volta che provi ad avviare il Mac, sarà necessario utilizzare Utility Disco in macOS Recovery per riparare il disco di avvio, seguendo i passaggi illustrati nella Soluzione 1.
Step 1: Spegni completamente il tuo Mac. Una volta spento, riavvialo e immediatamente dopo aver premuto il pulsante di accensione, tieni premuti contemporaneamente i tasti Opzione, Comando, P e R sulla tastiera.
Step 2: Durante l’avvio del Mac, controlla le Preferenze di Sistema e assicurati che il tuo disco di avvio preferito sia selezionato nelle preferenze Disco di Avvio.
Quarta soluzione: sostituisci il disco di avvio con un altro funzionante
Non possiamo escludere la possibilità che il tuo attuale disco di avvio abbia fallito in qualche modo e che macOS non possa più riconoscerlo.
Se sono disponibili queste opzioni, come un CD/DVD, un volume di rete o un disco fisico diverso, puoi provare a cambiare il tuo disco di avvio con uno funzionante.
Cambiare il disco di avvio solo ua volta
Step 1: Spegni il Mac
Step 2: Tieni premuto il pulsante di accensione per avviare il Mac. Se stai utilizzando un Mac con processore Apple silicon, continua a tener premuto il pulsante di accensione fino a quando non visualizzi il messaggio “Caricamento delle opzioni di avvio”.
Step 3. Quando vengono visualizzati tutti i dischi di avvio disponibili, utilizza la freccia verso l’alto su un Mac o il pulsante “Continua” su un Mac con processore Apple silicon per selezionare il nuovo disco di avvio.
Cambia ogni volta il disco di avvio
Step 1: Avvia il tuo Mac e vai al menu Apple nell’angolo in alto a sinistra dello schermo. Seleziona “Preferenze di Sistema”.
Step 2: Nelle Preferenze di Sistema, fai clic sull’opzione “Disco di Avvio”.
Step 3: Seleziona il disco desiderato facendo clic sull’icona corrispondente e poi clicca su “Riavvia”.
Scopriamo cosa fare quando, dopo aver collegato un nuovo disco al computer, questo risulta illeggibile.
Con il prezzo dei prodotti informatici in continua salita rivolgersi al mercato dell’usato è diventato sempre più conveniente. Portali come eBay, la stessa Amazon con la sezione “Renewed” (ricondizionati) e le tante app per dispositivi mobile, offrono la possibilità di realizzare risparmi anche consistenti acquistando prodotti usati o ricondizionati e garantiti.
Quando si acquista l’usato, però, bisogna essere pronti a sopportare e risolvere qualche piccolo inconveniente, soprattutto sui dischi rigidi. Potremmo, ad esempio, ritrovarci con un dispositivo utilizzato su un computer con sistema operativo diverso rispetto al nostro, quindi formattato con un file system diverso. In questo caso, il disco rigido viene correttamente riconosciuto dal sistema come nuovo hardware collegato, ma il suo contenuto risulta illeggibile.
Come fare per poterlo utilizzare? Semplice: con gli strumenti messi a disposizione da Windows dobbiamo eliminare la partizione esistente (e quindi cancellare il contenuto del disco), crearne una nuova e formattarla. In questa guida vedremo come procedere.
Dopo aver installato il nuovo sistema operativo Windows 11 il PC è diventato troppo lento? Rendiamolo nuovamente scattante con questi trucchi!
“Windows, Windows delle mie brame, chi è il più veloce del reame?” “Sono io, mio padrone, e lo sarò almeno fino a che non cominci a pasticciarmi il disco con diecimila software inutili, installandoli e disinstallandoli senza tregua, scaricare giga e giga di musica che non ascolti e film che non guardi e…”
Ok, abbiamo capito: i computer non sono più quelli di una volta e, nonostante siano sempre più veloci e abbiano dischi sempre più capienti, arriverà un giorno nel quale sembreranno essere lenti. Anzi, lentissimi. Questo capita a tutti e i motivi sono diversi.
Anzitutto dobbiamo essere consci del fatto che durante l’utilizzo il sistema operativo scrive e legge costantemente dati sul disco, quindi nonostante noi apparentemente non stiamo facendo nulla di particolare, avremo comunque Windows che rema contro mettendoci del suo per depositare un po’ di spazzatura sul disco. Altra spazzatura si deposita installando e disinstallando programmi, oppure utilizzando applicazioni particolarmente gravose come i software di fotoritocco o di montaggio video, che utilizzano in modo massiccio e intenso il disco.
Disattiviamo il file di paging
Il file di swap o file di paging è un grosso file creato da Windows sul disco rigido, utilizzato per trasferirvi parti di memoria quando la RAM comincia a riempirsi. Il problema è che spesso questo file assume dimensioni importanti (anche diversi giga) e può essere frammentato sul disco, aumentando così il tempo di accesso ai dati e rallentando il sistema.
Se il nostro computer ha almeno 16GB di memoria RAM installata possiamo anche disabilitare questo file. In Windows 11 clicchiamo sulla lente d’ingrandimento, mentre in Windows 10 sulla casella di ricerca nella barra delle applicazioni e digitiamo sysdm.cpl premendo poi il tasto Invio per aprire le proprietà del sistema. Nella finestra che appare clicchiamo sulla tab Avanzate, poi nella sezione Prestazioni, clicchiamo su Impostazioni, selezioniamo la tab Avanzate e nella sezione Memoria virtuale clicchiamo su Cambia. Se presente, eliminiamo la spunta dalla casella Gestisci automaticamente dimensioni file di paging per tutte le unità, poi portiamoci verso il basso e selezioniamo l’opzione Nessun file di paging e clicchiamo su Ok due volte per confermare, quindi riavviamo il computer per abilitare la nuova configurazione. Questa soluzione, ancorché risolutiva, ha anche qualche piccolo svantaggio: dovremo reinstallare il sistema operativo e tutti i programmi che utilizziamo, premurarci di recuperare tutte le relative licenze e rifare le noiose procedure di attivazione online che alcuni programmi richiedono, ripristinare le impostazioni del sistema, recuperare sfondi e temi e via discorrendo. E poi dobbiamo anche considerare il costo degli SSD, che potrebbe non essere un problema secondario. Insomma: un macello!
Velocizziamo Esplora file
Esplora file di Windows durante il suo funzionamento raccoglie una serie di informazioni relative ai file e alle cartelle contenute nel disco rigido. Normalmente questi dati non compromettono in alcun modo i tempi di risposta dell’applicazione, ma in sistemi datati non è così.
Per risolvere il problema avviamo Esplora File con la combinazione di tasti Windows + E, in Windows 10 clicchiamo su Visualizza, Opzioni, Modifica opzioni cartelle e ricerca, mentre in Windows 11 clicchiamo sui tre punti e poi su Opzioni.
Clicchiamo sulla tab Visualizzazione e nella sezione Impostazioni avanzate clicchiamo sulla voce Visualizza informazioni sulle dimensioni dei file nei suggerimenti della cartella per eliminare la spunta e disattivarla. Confermiamo le modifiche con un clic su OK.
Stoppiamo i programmi in background
Troppe applicazioni aperte in background rallentano il sistema perché occupano memoria sottraendola alle applicazioni in esecuzione, e questo può essere un problema per quei computer con poca RAM. Per disattivare l’esecuzione in background apriamo le impostazioni del sistema cliccando col tasto destro del mouse sull’icona Start e poi su Impostazioni.
Clicchiamo sull’icona Privacy e su App in background nella barra laterale. In questa sezione sono presenti tutte le applicazioni che possono ricevere, essere aggiornate o inviare notifiche anche quando non vengono utilizzate.
Con gli slider è possibile scegliere quali app tenere attive e quali “addormentare”. Questo permette di risparmiare RAM e rendere meno frequenti gli accessi al file di swap sul disco rigido.
Eliminiamo i file temporanei
Non tutti i programmi che utilizziamo giornalmente sul computer eliminano i file temporanei da essi creati. Anzi, spesso questi file vengono “dimenticati” tra le cartelle di Windows e a ogni apertura dei programmi ne vengono creati di nuovi, accumulando così un sacco di file inutili che si depositano sul disco rigido. Se abbiamo un SSD avere diecimila o centomila file sul disco non influisce sulle prestazioni dello stesso, ma con i tradizionali hard disk, invece, non è così.
Per fare pulizia nella cartella temporanea di sistema chiudiamo tutti i programmi aperti, poi apriamo Esplora File con la combinazione di tasti Windows + E, e nella barra degli indirizzi digitiamo %temp% e premiamo il tasto Invio. Spostiamoci con il puntatore del mouse sull’elenco delle cartelle che appare in basso e premiamo la combinazione di tasti Ctrl + A per selezionare tutto, quindi premiamo il tasto Canc per inviarli al cestino. Se ci viene richiesta l’autorizzazione di amministratore clicchiamo su Continua.
Se dovessimo ricevere il messaggio “Impossibile completare l’operazione”, clicchiamo sulla casella di selezione presente nel messaggio e poi sul pulsante Ignora per continuare.
Eliminiamo i programmi dall’avvio automatico
Se l’avvio del computer è lento, probabilmente abbiamo troppi programmi che si avviano assieme a Windows; possiamo intervenire facilmente rimuovendo quelli che non ci servono. Per farlo utilizziamo la combinazione di tasti Ctrl + Maiusc + Esc per avviare Gestore attività.
Clicchiamo sulla tab Avvio per mostrare l’elenco dei programmi che vengono avviati con Windows; nella colonna Stato troveremo la voce Abilitato per i programmi attivi e Disabilitato per quelli che non vengono caricati.
Per modificare lo stato di un programma che non vogliamo far caricare basta cliccare con il tasto destro del mouse su di esso e poi selezionare Disabilita dal menu che compare.
Scegliamo la priorità dei programmi
Ci sono programmi che sarebbe preferibile sfruttassero al massimo la potenza del computer, senza essere “distratti” da altri programmi di minor importanza. Ad esempio, quando si utilizza Gimp o Photoshop per modificare una foto, si vorrebbe che questi fossero il più veloce possibile. In questo caso, Windows ci viene in aiuto permettendoci di impostare una “priorità” per ciascun programma: quelli a priorità più alta avranno la precedenza rispetto a quelli a priorità più bassa nell’utilizzo delle risorse del computer.
Iniziamo avviando il Gestore attività con la combinazione di tasti Ctrl + Maiusc + Esc, una volta in esso clicchiamo sulla tab Dettagli e qui individuiamo il programma al quale desideriamo assegnare una priorità maggiore. Clicchiamo su di esso con il tasto destro del mouse e selezioniamo Alta come priorità. Sconsigliamo di utilizzare la priorità Tempo reale perché di fatto su alcuni sistemi rende quasi inutilizzabili gli altri programmi.
Riordiniamo il disco rigido
Immaginiamo il disco rigido suddiviso come una enorme ragnatela, con i dati suddivisi in tanti piccoli pacchetti attaccati ai fili della ragnatela. Quando si scrivono i primi file, i pacchetti vengono messi uno dietro l’altro. Se però uno di questi file viene cancellato, rimane spazio tra pacchetti; questo spazio verrà occupato da un altro file.
Se quest’ultimo è di dimensioni più piccole del precedente, i pacchetti verranno sistemati uno dietro l’altro, ma se le dimensioni sono superiori, arrivati alla fine dello spazio disponibile il nostro ragnetto magazziniere dovrà trovare altro spazio in altre posizioni, suddividendo il file iniziale in più parti. Quando andremo a rileggerlo, la testina dovrà effettuare più spostamenti per seguire la traccia dei vari pacchetti, facendo così aumentare i tempi di lettura e/o scrittura.
Ecco perché di tanto in tanto è bene effettuare una deframmentazione del disco. Possiamo farlo aprendo Esplora file con Windows + E, cliccando con il tasto destro del mouse sull’icona del nostro disco nella barra laterale di sinistra e scegliendo Proprietà. Clicchiamo Strumenti/Ottimizza. Verrà aperta la finestra di Ottimizza Unità: clicchiamo sul disco da deframmentare e confermiamo con un clic su Ottimizza.
Eliminiamo i componenti obsoleti
All’interno di Windows si nascondono componenti di sistema ormai obsoleti, come Windows Media Player o Internet Explorer (quest’ultimo soltanto in Windows 10). Visto che sono componenti non utilizzati, ma che comunque occupano spazio sul disco, possiamo anche disinstallarli dal sistema, così da recuperare preziosi GB. Per verificare velocemente ed eventualmente disinstallare queste componenti di Windows clicchiamo sull’icona della lente d’ingrandimento in Windows 11 oppure sulla casella di ricerca nella barra delle applicazioni in Windows 10 e digitiamo Funzionalità.
Nel menu che si apre clicchiamo su Attiva o disattiva funzionalità di Windows per far apparire la relativa applicazione; al suo interno troveremo un elenco di funzionalità. Quelle associate alle caselle con la spunta sono installate, quelle associate alle caselle scurite in nero sono parzialmente installate; cliccando su una spunta ed eliminandola dalla casella e poi confermando con Ok potremo eliminare dal sistema la funzionalità associata. Ad esempio, per eliminare Windows Media Player basterà cliccare su Funzionalità multimediali e poi su Windows Media Player, quindi confermare con Ok.
Disattiviamo i servizi non necessari
Oltre alle normali applicazioni, Windows ha un potente alleato per svolgere i compiti che gli richiediamo: i Servizi. Un servizio è un’applicazione che non ha una propria interfaccia e quindi non interagisce direttamente con l’utente, piuttosto viene utilizzata dal sistema operativo nel normale svolgimento dei suoi compiti. Normalmente i servizi sempre attivi sono all’incirca un centinaio e, nonostante questi siano enormemente meno esosi di risorse rispetto alle comuni applicazioni, finiscono comunque per occupare memoria e preziose risorse.
Per disattivare i servizi meno necessari basta poco: anzitutto avviamo l’app Servizi cliccando sull’icona della lente d’ingrandimento in Windows 11 (in Windows 10 sulla casella di ricerca nella barra delle applicazioni), digitando services.msc e premendo Invio per eseguire il comando. Qui troveremo elencati tutti i servizi in esecuzione. Cliccando su uno di essi vedremo la descrizione estesa nella barra immediatamente a destra rispetto all’elenco stesso. Nella colonna Stato, invece, potremo vedere se il servizio è in esecuzione oppure no, mentre nella colonna Tipo di avvio troveremo descritto cosa succede all’avvio di Windows. Avremo tre possibili stati del servizio:
Automatico oppure Automatico (avvio ritardato): Windows carica automaticamente il servizio all’avvio.
Manuale o Manuale (avvio trigger): il servizio viene attivato solo quando un programma lo richiede.
Disabilitato: il servizio dev’essere attivato manualmente, altrimenti non è utilizzabile né da Windows, né dai programmi. Facendo doppio clic su un servizio si apre la relativa scheda delle proprietà. Nella tab Generale possiamo modificare il Tipo di avvio. Se scegliamo Manuale eviteremo che venga caricato all’avvio, ma se il sistema operativo o un programma ne richiedesse l’utilizzo, verrebbe immediatamente caricato. Diversi servizi possono essere impostati su Manuale senza problemi. Eccone alcuni:
Gestione mappe scaricate;
Servizio di georilevazione;
Accesso secondario;
Acquisizione di immagini di Windows (WIA);
Telefonia.
Disinstalliamo programmi che non usiamo
Visitare l’app Impostazioni di Windows 11.
1: accedi al menu Impostazioni premendo il tasto Windows + I.
2: fare clic sul pulsante App nella barra laterale.
3: dovresti vedere un’opzione per App e funzionalità. Fai clic su di esso, quindi scegli i punti rivolti verso il basso accanto a qualsiasi app nell’elenco, seguito dal pulsante Disinstalla. Segui le indicazioni o le istruzioni sullo schermo e l’app verrà rimossa dal tuo sistema.
Disinstallare programmi dal pannello di controllo
Il nostro metodo finale per disinstallare le app e i programmi su Windows 11 prevede uno sguardo al Pannello di controllo.
1: cerca Pannello di controllo nel menu Start, quindi fai clic per aprire l’app quando la vedi.
2: nella sezione Programmi, scegli Disinstalla un programma.
3: da lì, cerca il tuo programma nell’elenco, fai clic con il pulsante destro del mouse e quindi scegli Disinstalla.
Ripuliamo il disco in maniera approfondita
Di tanto in tanto, più o meno una volta al mese, è bene effettuare una pulizia profonda del disco rigido per eliminare tutti quei file che vengono lasciati lì dai programmi e dallo stesso Windows nel corso della loro esecuzione. Per nostra fortuna Windows ha delle utility specifiche per ripulire il disco che per velocità ed efficacia non hanno nulla a che invidiare a soluzioni commerciali offerte da terze parti. In Windows 10 apriamo le impostazioni premendo i tasti Windows + I, poi clicchiamo su Sistema e Archiviazione.
Nella parte centrale della schermata controlliamo che lo slide Sensore memoria sia disattivato, quindi clicchiamo su Configura sensore memoria o eseguilo ora. Scegliamo le impostazioni che riteniamo più opportune per le voci Elimina dal cestino i file presenti da piùdi: e Elimina dalla cartella download i file che non sono stati aperti per più di:, poi portiamoci verso il basso e clicchiamo su Pulisci ora per avviare la pulizia del sistema. In Windows 11, seguiamo gli stessi passi fino ad Archiviazione, poi però qui dovremo scorrere verso il basso per trovare la sezione Consigli per la pulizia e cliccare su di essa.
A questo punto troveremo diverse sezioni. Ad esempio cliccando su File temporanei potremo scegliere di cancellare i download e i file temporanei di installazione di Windows, poi ci sono ancora le sezioni File di grandi dimensioni o inutilizzati, File sincronizzati con il cloud e App inutilizzate. Sezione per sezione basta selezionare le opzioni disponibili e poi cliccare su Pulisci in fondo alla sezione per avviare la pulizia.
Eseguire i backup del Pc spesso ci salva da scomode situazioni, ma richiede costanza e tempo, vediamo quali tipologie scegliere per farli in automatico.
La perdita di file personali dal proprio PC è un evento non così raro come si potrebbe pensare. Un guasto dell’unità di archiviazione presente sul computer, un virus o un qualsiasi errore durante le fasi di salvataggio e trasferimento possono compromettere per sempre foto, video e documenti rendendoli inutilizzabili.
Effettuare un backup periodico delle cartelle più importanti o dell’intero disco rigido rappresenta la soluzione più efficace per mettere al sicuro i propri ricordi digitali, i progetti di lavoro e i file che contengono informazioni preziose.
In questa guida vedremo come procedere per effettuare il backup del PC in modo semplice. Vedremo quali tipologie scegliere attraverso una selezione dei migliori programmi e servizi cloud attualmente disponibili.
Tipologie di backup
Prima di entrare nel vivo della questione e di andare a scoprire, in concreto, quali sono i passaggi da compiere per eseguire un backup del PC, mi sembra doveroso fornirti alcune informazioni utili al riguardo. Come anticipato a inizio articolo, desidero infatti illustrarti i vari tipi di backup presenti su piazza e quali sono i supporti solitamente usati per l’esecuzione di questo genere d’operazione.
Prima di eseguire il backup del PC (o Mac, la sostanza non cambia) è necessario scegliere il “luogo” in cui custodire una copia dei propri documenti. Lo faremo scegliendo tra un’unità di archiviazione esterna (in locale) oppure una delle tante piattaforme online (sul cloud).
Prima di creare una copia di sicurezza dei dati presenti sul pc occorre in primo luogo scegliere la tipologia di backup da effettuare, ce ne sono diverse: quelle che trovi indicate (ed esplicate) qui di seguito.
Backup completo – come intuibile dallo stesso nome, si tratta della tipologia di backup che prevede una copia completa dei file e delle cartelle presenti sul computer, senza esclusione alcuna.
Backup incrementale – prevede la memorizzazione de soli file creati e modificati dall’ultimo backup eseguito, tutti gli altri vengono lasciati inalterati. Come deducibile, prima di effettuare un backup incrementale occorre però eseguirne uno completo.
Backup completo sintetico – è bene o male identico al backup incrementale, con l’unica differenza che i suoi file vengono integrati all’interno del backup completo da cui ha origine.
Backup differenziale – si tratta di una tipologia di backup che prevede la memorizzazione di file e cartelle create a partire dall’ultimo backup completo, tutto il resto viene lasciato inalterato. Anche in tal caso, prima di creare un backup differenziale è tuttavia necessario generare almeno un backup completo.
Metodo In locale
Se si opta per un hard disk esterno è possibile utilizzare, come vedremo più avanti, uno degli strumenti già integrati nel sistema operativo oppure installare un programma di terze parti. Tale soluzione consente di selezionare in fase di salvataggio l’intero hard disk o alcune cartelle specifiche. Inoltre decidere la periodicità con cui effettuare il backup e impostare eventuali password di protezione. Questa tipologia di backup del nostro pc offre alte prestazioni grazie alla velocità lettura/scrittura del nostro disco.
Metodo In cloud
Se invece si preferisce il salvataggio su cloud è indispensabile per prima cosa individuare il servizio più adatto alle esigenze personali, selezionandone uno tra i tanti disponibili. Le piattaforme, dette cloud, custodiscono i file sui loro server online e li rendono raggiungibili in qualsiasi momento e da qualsiasi PC attraverso una connessione a Internet. Questi servizi offrono uno spazio gratuito di pochi GB con cui poter salvare una copia dei file più importanti. Tuttavia prevedono anche dei piani in abbonamento con una quantità di GB superiore per salvare documenti di grandi dimensioni o l’intero contenuto del disco. Se scegliamo questa tipologia di backup del nostro pc abbiamo il vantaggio di tenerla aggiornata continuamente. Inoltre possiamo raggiungere i vari cloud da qualsiasi dispositivo si voglia, basta avere una connessione a internet.
Qual è il metodo migliore?
Spesso l’utente si chiede quale sia la scelta della tipologia migliore per eseguire un backup dei dati del nostro pc. Ciascuno dei sistemi di backup sopra illustrati presenta pro e contro. Per quanto concerne il backup in locale, tra i principali vantaggi figura la rapidità con cui è possibile salvare e soprattutto leggere i file grazie alla velocità raggiunta dai dischi a stato solido (SSD). L’utente si troverà inoltre a dover affrontare una sola volta la spesa per l’acquisto dell’unità. Questa poi può essere gestita in modo autonomo anche in assenza di un collegamento alla rete.
L’utilizzo di un disco esterno porta però con sé tutti gli svantaggi di un qualsiasi componente hardware. Essendo sottoposto a possibili malfunzionamenti e manifestando una vulnerabilità agli attacchi malware e ransomware con una conseguente perdita dei dati.
Analizzando invece i benefici dei servizi cloud spicca la semplicità d’uso con cui le piattaforme sono strutturate, particolarmente intuitive e in grado di sincronizzarsi alla perfezione con caselle mail, file e cartelle del PC. In più la protezione dei dati è sempre garantita attraverso sistemi di cifratura integrati e aggiornati periodicamente.
Gli elementi che potrebbero giocare contro questo tipo di soluzione sono rappresentati dai costi mensili o annuali. Questi possono essere più elevati se si ha necessità di salvare una grande mole di dati. Un ruolo importante è giocato dalla performance della rete domestica, da cui dipende la velocità di caricamento e successiva consultazione dei documenti.
Nulla vieta di utilizzare entrambe le procedure per avere una maggiore sicurezza che i dati importanti siano al sicuro. In tal caso avremo una copia in locale dei documenti, su un’unità esterna a nostra scelta, e una seconda copia sul cloud da raggiungere da qualsiasi PC connesso online.
Eseguire backup con Windows 10
Stai usando un PC con Windows 10? In tal caso, per effettuare un backup di dati presenti sul tuo computer non devi far altro che affidarti a Cronologia File: si tratta di una funzionalità annessa al più recente sistema operativo di casa Microsoft che permette di creare backup di tipo incrementale e, eventualmente, anche di effettuarli in maniera totalmente automatica.
Per effettuare un backup con Cronologia File, il primo passo che devi compiere è quello di fare clic sul pulsante Start (quello con la bandierinadi Windows) situato nella parte in fondo a sinistra della barra delle applicazioni e sull’icona con l’ingranaggio posta nella parte sinistra del menu che si apre. Nella finestra che successivamente vedrai comparire sul desktop, seleziona la voce Aggiornamento e sicurezza e, successivamente, quella Backup (nel menu a sinistra).
Clicca ora sul pulsante “+” collocato in corrispondenza della voce Aggiungi un’unità, seleziona dall’elenco che si apre l’unità di salvataggio ed è fatta. A partire da questo momento, Windows provvederà a creare, a intervalli di tempo regolari, un backup incrementale delle cartelle più importanti del sistema sull’unità scelta.
Se lo ritieni opportuno, puoi anche modificare le impostazioni relative al backup. Per riuscirci, clicca sulla voce Altre opzioni nella finestra su schermo. Tramite la nuova finestra che andrà ad aprirsi potrai poi visualizzare la dimensione del backup corrente. Successivamente potrai effettuare subito un nuovo backup e stabilire ogni quanto tempo salvare i dati ecc.
Per quel che concerne il ripristino, invece, facendo clic sulla dicitura Ripristina i file da un backup corrente puoi recuperare i dati salvati in precedenza, attenendoti alla procedura guidata apposita che ti viene proposta su schermo.
Eseguire un backup del Mac
E per quanto riguarda il versante Mac? Come si fa a creare un bel backup dei file, delle cartelle, delle applicazioni e via discorrendo presenti su macOS? Beh, semplice: usando Time Machine, il sistema proprietario dei computer a marchio Apple, oppure ricorrendo, anche in tal caso, all’uso di applicazioni di terze parti.
Le procedure da compiere non sono poi così dissimili da quelle per Windows viste insieme in questa guida.
Time Machine provvede a copiare automaticamente su un hard disk esterno tutti i file, le applicazioni e le impostazioni presenti sul Mac. Utilizzandolo, potrai recuperare i file cancellati per sbaglio, ripristinarli ad una data precedente e ripristinare l’intero sistema in caso di problemi. Quando lo spazio sul disco di backup starà per esaurirsi, l’applicazione cancellerà in maniera intelligente i file più vecchi senza che tu debba muovere un dito.
Per effettuare un backup con Time Machine, basta collegare al Mac il disco sul quale salvare le copie di sicurezza dei file. Aspetta che macOS ti chieda se vuoi usare il dispositivo come disco di backup. Rispondi quindi in maniera affermativa, cliccando sul pulsante Utilizza come disco di backup, e il Mac comincerà a copiare automaticamente tutti i dati presenti sul computer sull’hard disk esterno.
Se vuoi impostare una password per proteggere i tuoi backup (e quindi richiedere l’immissione della stessa in caso di ripristino dei dati), apponi il segno di spunta accanto alla voce Codifica disco di backup e poi digita la parola chiave che intendi utilizzare nella finestra che si apre.
Programmi per eseguire un backup del PC
Se si utilizza un computer dotato di sistema operativo Windows o macOS si possiedono già tutti gli strumenti per effettuare il backup dei dati. In alternativa, è possibile utilizzare un software dedicato se si è alla ricerca di funzionalità specifiche. Vediamo i vari tipi di software impiegati per effettuare backup del pc attraverso questa tipologia, e quali scegliere in base alle nostre esigenze.
EaseUS
Se si desidera un software specifico per effettuare il backup del PC EaseUS rappresenta una delle opzioni attualmente più valide. Il programma ha una versione gratuita completa, disponibile per sistemi Windows, che consente di gestire dati fino a 16TB.
La suite consente di gestire cartelle e file singolarmente, salvandoli su un’unità esterna o su cloud. Consente inoltre di avere sempre a disposizione le versioni precedenti di ogni documento. EaseUS permette inoltre di copiare l’intero disco, compreso sistema operativo e impostazioni, ed effettuare una migrazione completa su un altro PC. La versione a pagamento è compatibile anche con macOS.
A scaricamento completato, apri il file .exe ottenuto e clicca sul bottone Si nella finestra che compare. Pigia, dunque, sui bottoni Avanti (per tre volte), Declino (per evitare l’installazione di Avast o altri programmi extra), Fine e Chiudi, per ultimare il setup.
Una volta visualizzata la finestra del programma sul desktop, esprimi la tua intenzione di voler usare il software in versione gratuita. Dopodiché scegli se effettuare un backup dell’intero sistema, di un disco o di una partizione, dei singoli file o se eseguire un backup rapido. Semplicemente facendo clic sui relativi pulsanti che trovi nella barra laterale di sinistra potrai procedere con l’operazione desiderata.
AOMEI
AOMEI è un software gratuito indicato per effettuare copie di backup su sistemi Windows. L’interfaccia è intuitiva e consente di programmare il backup di singole cartelle o dell’intera memoria interna del PC, comprese applicazioni e impostazioni del sistema operativo.
È compatibile con unità esterne USB, NAS o cloud. AOMEI consente inoltre di ripristinare i documenti cancellati per sbaglio e di migrare l’intero contenuto dell’HDD, compreso il sistema operativo i software a bordo, su un secondo computer in caso di necessità.
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