La crisi globale della carenza di chip
La pandemia da COVID-19 ha avuto un impatto negativo su tutti gli aspetti della vita quotidiana, per non parlare dei rami industriali da cui dipendiamo professionalmente e personalmente. Uno di questi ultimi, che potrebbe non venire subito in mente, è quello della produzione dei dispositivi elettronici e in particolare dei chip che ne costituiscono il cuore. I semiconduttori, ivi inclusi i chip di memoria, i microprocessori e i circuiti integrati, sono da un po’ carenti, e questa carenza sta colpendo tutte le aziende che ne hanno bisogno, e che sono nel bel mezzo di una vera e propria crisi globale. Nonostante Apple sia più preparata ad affrontare la tempesta rispetto ad altre compagnie, nessuno sa ancora quando la crisi avrà fine.
Qual è il problema?
Come molti altri luoghi di lavoro in tutto il mondo, le fabbriche che producono questi componenti vitali hanno dovuto chiudere a causa della pandemia da COVID-19. Ciò ha portato a significativi ritardi nella produzione. Quando le fabbriche sono state in grado di tornare operative, la pandemia ha causato un tale innalzamento nella richiesta di oggetti come nuovi computer, smartphone e dispositivi intelligenti per la casa che le forniture non sono state sufficienti a soddisfare le richieste. I produttori di auto, che hanno rallentato gli ordini durante la pandemia, si sono inoltre trovati improvvisamente ad aver bisogno di ancor più componenti di questo tipo, aggiungendo un ulteriore aggravio alle richieste. Il risultato? Una globale carenza di semiconduttori, con i produttori che stanno ancora cercando di recuperare. ”I chip sono tutto”, ha affermato l’analista Neil Campling di Mirabaud a marzo.
”E in atto una tempesta perfetta di forniture e richiesta, ma in breve c’è un nuovo livello nelle richieste che non può essere soddisfatto. Tutti sono in crisi e le cose peggioreranno”. Le carenze provocate dalla pandemia sono state aggravate dal fatto che poche compagnie producono chip, il che ha provocato dei colli di bottiglia. Taiwan Semiconductor Manufacturing Company, o TSMC, è il leader globale in questo settore ed è cruciale nelle catene delle forniture, con Samsung al secondo posto. Se rallentano, tutti gli altri fanno lo stesso. In aggiunta alla pandemia, TSMC ha ricevuto pressioni dal governo taiwanese in seguito alla siccità.
A marzo la compagnia ha ridotto la quantità di acqua usata durante la produzione del 18%. Il processo produttivo di TSMC richiede moltissima acqua: si parla di 156.000 tonnellate al giorno. La compagnia si sarebbe addirittura preparata a usare dei camion per portare l’acqua in fabbrica allo scopo di mantenere la normale capacità produttiva.
Per i suoi prodotti Apple richiede più chip di chiunque altro
L’effetto su Apple
Non bisogna sorprendersi, quindi, se persino Apple è stata colpita. Dopo tutto, la compagnia richiede più chip per la sua produzione di qualsiasi altra, seguita dai rivali di Samsung. Alcuni prodotti Apple contengono ancora
i chip lntel e, anche se ora Apple progetta i suoi chip, questi devono comunque essere prodotti da altre aziende. In totale, circa il 25% degli ordini ricevuti da TSMC proviene da Apple: la compagnia è l’unica fornitrice dei chip A14 per l’iPhone 12 e fornisce in esclusiva i chip per i dispositivi mobili Apple sin dal 2015. La produzione delle GPU, ovvero
i chip grafici nei dispositivi, è stata colpita nello stesso modo.
Questo potrebbe essere uno dei motivi per cui Apple ha deciso di distanziare l’uscita dei vari modelli della gamma iPhone 12, partendo dal modello base e dal Pro prima dell’arrivo del mini e del Pro Max. In generale, comunque, la carenza di chip non ha limitato ancora la produzione dell’iPhone 12 , secondo Nikkei Asia. A ogni modo, la carenza di chip ha apparentemente ritardato il montaggio dei componenti sulle schede per l’assemblaggio finale dei MacBook.
Anche una parte dell’assemblaggio degli iPad è stata posticipata e i componenti per gli schermi sono carenti, il che nei primi mesi dell’anno ha spinto Apple a mettere in pausa limitata gli ordini per tali dispositivi. La catena dei fornitori di Apple è quindi in lieve difficoltà, ma al momento i clienti non hanno ancora subito le conseguenze della carenza globale di chip. Ammesso che Apple stia cercando di non spingere al massimo l’operatività dei suoi fornitori, ciò potrebbe spiegare perché gli eventi Apple nel corso dell’ultimo anno sono stati leggermente posticipati rispetto al solito. Ciò potrebbe inoltre spiegare perché l’iMac Pro sia stato messo fuori produzione a marzo, anche se in molti sperano in una motivazione migliore, ovvero l’arrivo di un nuovo modello equipaggiato con chip progettati da Apple.
E i rivali di Apple?
Se il periodo non è roseo per Apple, questo non è nulla in confronto ai potenziali problemi che la carenza globale di chip ha causato a Samsung. ”C’è un serio sbilanciamento tra le forniture di chip e le richieste globali nel settore informatico”, ha spiegato il co-presidente esecutivo Koh Dong-Jin agli azionisti. E persino possibile che Samsung salti la presentazione di alcuni prodotti per rendere più lineare la sua gamma. ”E difficile sapere se i problemi di carenza siano stati risolti al 100%”, ha aggiunto Koh Dong-Jin. Ma la situazione va oltre il mercato degli smartphone.
Le forniture delle più recenti console Xbox e PlayStation sono state ridottissime, e anche in questo caso si può supporre che la crescente popolarità di tali macchine durante la pandemia ne abbia innalzato la richiesta. Persino i costruttori automobilistici, i cui veicoli contengono computer sempre più potenti, sono stati colpiti duramente. Apple è in una posizione relativamente forte rispetto a molte altre compagnie.
”I più colpiti sono stati i produttori di auto, perché sono stati gli ultimi a entrare nel settore” spiega Campling. ”Se Apple spende 56 miliardi di dollari all’anno e tale cifra è in costante crescita, a chi daranno la precedenza i fornitori?”. L’analista ha anche messo in evidenza il problema di aziende che producono chip per altre compagnie oltre a usarli per i loro prodotti. Samsung per esempio vende 56 miliardi di dollari di semiconduttori ad altre compagnie mentre ne produce un valore di 36 miliardi di dollari per sé. Per rispettare i contratti di fornitura c’è il rischio che ritardi l’uscita dei suoi prodotti mentre altre aziende che comprano i suoi semiconduttori riescono a rispettare i piani.
I chip per Apple: la catena dei fornitori
Apple sta cercando di usare sempre di più i suoi chip, ma il procedimento non è ancora completo. Anche i suoi chip del resto devono essere costruiti da altri. Scorrendo la lista dei fornitori di Apple, diversi nomi di rilievo coinvolti nella produzione di semiconduttori saltano all’occhio:
Queste compagnie dovranno smaltire gli ordini accumulati per poter aiutare Apple a tornare ai livelli delle forniture pre-pandemia.
La crisi avrà mai fine?
E difficile valutare ora come ora cosa stia succedendo nel mondo della produzione dei chip. Al di là dei prodotti consumer che tutti amiamo, ci sono implicazioni per la sicurezza nazionale dal momento che tutti i dispositivi militari di alto livello e quelli per la sicurezza richiedono dei chip. La faccenda ha raggiunto un punto talmente cruciale che ad aprile il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha organizzato un incontro con i massimi livelli di AT&T, Samsung, Alphabet, Dell, Intel, Medtronic, Northrop Grumman, HP, Cummins e Micron, oltre ai costruttori automobilistici. E c’erano anche dei consiglieri per la sicurezza nazionale.
La maggior parte degli analisti sembra concordare sul fatto che i problemi continueranno per la maggior parte del 2021, e forse anche più a lungo. Tali pressanti difficoltà saranno sicuramente prese in considerazione a Cupertino se, come sembra quasi certo, Apple vorrà lanciare un iPhone 13 tra settembre e ottobre. Detto questo, se c’è una compagnia capace di superare questo genere di sfide senza precedenti è senza dubbio quella guidata da Tim Cook e dai suoi creativi e produttivi collaboratori.