Continua a leggere l’articolo se vuoi sapere tanti piccoli suggerimenti per ottenere il massimo dal tuo computer.
Montare file ISO all’istante
I file ISO sono ampiamente utilizzati per la distribuzione dei programmi. Si possono masterizzare su CD/DVD, ma anche e soprattutto montandoli direttamente sul sistema operativo del pc. Possono sfruttare un’apposita funzione offerta da Microsoft per i suoi utenti a partire da Windows 8.
Per usufruire di questa funzione, ci basta fare clic destro sull’icona del file ISO di riferimento e scegliere la voce Monta dal menu contestuale che compare. Successivamente, verrà creata un’unità virtuale contenente tutti i dati del file ISO originale a cui sarà possibile accedere così come se si trattasse di un disco fisso. Quando non ci occorrerà più, potremo poi smontare il file ISO facendo clic destro sulla relativa unità in Esplora file e selezionando la voce Espelli dal menu che si apre.
Trasformiamo una pagine web in immagine
Per consultare localmente una determinata pagina Web, senza dover per forza essere connessi a Internet sul tuo pc, possiamo trasformarla in un’immagine in formato JPG o SVG mantenendone l’aspetto visivo. Utilizziamo il servizio online offerto da ILoveIMG.
Per servircene, rechiamoci sulla relativa homepage, premiamo il pulsante Aggiungi HTML, incolliamo l’URL della pagina Web nel campo apposito e premiamo il pulsante Aggiungi. Poi regoliamo le impostazioni relative alla dimensione dello schermo e al formato di output mediante i menu a tendina situati nella barra laterale di destra, decidiamo se rimuovere gli annunci pubblicitari e i pop-up di overlay e facciamo clic sul pulsante Converti HTML. A processo ultimato, partirà in automatico il download del file finale. Se ciò non accade, premiamo il pulsante Scarica il file per rimediare.
Prompt dei comandi trasparenti su pc
Siamo abituati a vedere la finestra del Prompt dei comandi sempre di colore nero, ma volendo possiamo renderla completamente trasparente. Per riuscirci, ci basta intervenire sulle relative impostazioni. Per cui, avviamo il Prompt dei comandi selezionando il relativo collegamento nel menu Start. Facciamo poi clic destro sulla barra superiore e scegliamo la voce Proprietà dal menu che si apre. Nella schermata che compare, selezioniamo la scheda Colori, spostiamo tutto verso sinistra il cursore sulla barra di regolazione Opacità e clicchiamo su OK.
Esportare le mail da Gmail
Esportare un’email ricevuta o inviata tramite Gmail ci permette di aprire il messaggio con un client di posta elettronica oppure con un altro servizio email. Ma come si fa? Riuscirci è davvero molto semplice. Accediamo al nostro account Gmail da pc, apriamo il messaggio di posta da esportare, facciamo clic sul pulsante con i tre puntini in alto a destra. Dobbiamo poi selezionare l’opzione Scarica il messaggio dal menu che compare. L’email verrà quindi salvata in un file in formato EML che potrà essere successivamente importato.
Recuperiamo versioni precedenti di file e cartelle del pc
Una delle funzioni più utili disponibili sui sistemi operativi di casa Microsoft, sin da Windows XP. Permette di sfruttare le copie shadow (cioè una copia di backup) di file e cartelle per recuperare le loro versioni precedenti, in caso di modifiche effettuate in maniera accidentale. Una vera e propria ancora di salvezza!
Per usufruire della funzionalità, non dobbiamo fare altro che cliccare con il tasto destro del mouse sul file o sulla cartella di riferimento. Selezionare l’opzione Ripristina versioni precedenti dal menu contestuale che si apre. Su Windows 11 bisogna prima cliccare su Mostra altre opzioni. Nella finestra che compare, selezioniamo la versione precedente del file che desideriamo ripristinare e facciamo clic sul pulsante Ripristina per avviare la procedura di recupero, dopodiché premiamo i pulsanti Applica e OK. Se prima di recuperare una determinata versione di un file o di una cartella vogliamo visualizzarne l’anteprima, in modo tale da assicurarsi che si tratti effettivamente di ciò di cui abbiamo bisogno, possiamo riuscirci facendo clic sul tasto Apri.
Eseguire i backup del Pc spesso ci salva da scomode situazioni, ma richiede costanza e tempo, vediamo quali tipologie scegliere per farli in automatico.
La perdita di file personali dal proprio PC è un evento non così raro come si potrebbe pensare. Un guasto dell’unità di archiviazione presente sul computer, un virus o un qualsiasi errore durante le fasi di salvataggio e trasferimento possono compromettere per sempre foto, video e documenti rendendoli inutilizzabili.
Effettuare un backup periodico delle cartelle più importanti o dell’intero disco rigido rappresenta la soluzione più efficace per mettere al sicuro i propri ricordi digitali, i progetti di lavoro e i file che contengono informazioni preziose.
In questa guida vedremo come procedere per effettuare il backup del PC in modo semplice. Vedremo quali tipologie scegliere attraverso una selezione dei migliori programmi e servizi cloud attualmente disponibili.
Tipologie di backup
Prima di entrare nel vivo della questione e di andare a scoprire, in concreto, quali sono i passaggi da compiere per eseguire un backup del PC, mi sembra doveroso fornirti alcune informazioni utili al riguardo. Come anticipato a inizio articolo, desidero infatti illustrarti i vari tipi di backup presenti su piazza e quali sono i supporti solitamente usati per l’esecuzione di questo genere d’operazione.
Prima di eseguire il backup del PC (o Mac, la sostanza non cambia) è necessario scegliere il “luogo” in cui custodire una copia dei propri documenti. Lo faremo scegliendo tra un’unità di archiviazione esterna (in locale) oppure una delle tante piattaforme online (sul cloud).
Prima di creare una copia di sicurezza dei dati presenti sul pc occorre in primo luogo scegliere la tipologia di backup da effettuare, ce ne sono diverse: quelle che trovi indicate (ed esplicate) qui di seguito.
Backup completo – come intuibile dallo stesso nome, si tratta della tipologia di backup che prevede una copia completa dei file e delle cartelle presenti sul computer, senza esclusione alcuna.
Backup incrementale – prevede la memorizzazione de soli file creati e modificati dall’ultimo backup eseguito, tutti gli altri vengono lasciati inalterati. Come deducibile, prima di effettuare un backup incrementale occorre però eseguirne uno completo.
Backup completo sintetico – è bene o male identico al backup incrementale, con l’unica differenza che i suoi file vengono integrati all’interno del backup completo da cui ha origine.
Backup differenziale – si tratta di una tipologia di backup che prevede la memorizzazione di file e cartelle create a partire dall’ultimo backup completo, tutto il resto viene lasciato inalterato. Anche in tal caso, prima di creare un backup differenziale è tuttavia necessario generare almeno un backup completo.
Metodo In locale
Se si opta per un hard disk esterno è possibile utilizzare, come vedremo più avanti, uno degli strumenti già integrati nel sistema operativo oppure installare un programma di terze parti. Tale soluzione consente di selezionare in fase di salvataggio l’intero hard disk o alcune cartelle specifiche. Inoltre decidere la periodicità con cui effettuare il backup e impostare eventuali password di protezione. Questa tipologia di backup del nostro pc offre alte prestazioni grazie alla velocità lettura/scrittura del nostro disco.
Metodo In cloud
Se invece si preferisce il salvataggio su cloud è indispensabile per prima cosa individuare il servizio più adatto alle esigenze personali, selezionandone uno tra i tanti disponibili. Le piattaforme, dette cloud, custodiscono i file sui loro server online e li rendono raggiungibili in qualsiasi momento e da qualsiasi PC attraverso una connessione a Internet. Questi servizi offrono uno spazio gratuito di pochi GB con cui poter salvare una copia dei file più importanti. Tuttavia prevedono anche dei piani in abbonamento con una quantità di GB superiore per salvare documenti di grandi dimensioni o l’intero contenuto del disco. Se scegliamo questa tipologia di backup del nostro pc abbiamo il vantaggio di tenerla aggiornata continuamente. Inoltre possiamo raggiungere i vari cloud da qualsiasi dispositivo si voglia, basta avere una connessione a internet.
Qual è il metodo migliore?
Spesso l’utente si chiede quale sia la scelta della tipologia migliore per eseguire un backup dei dati del nostro pc. Ciascuno dei sistemi di backup sopra illustrati presenta pro e contro. Per quanto concerne il backup in locale, tra i principali vantaggi figura la rapidità con cui è possibile salvare e soprattutto leggere i file grazie alla velocità raggiunta dai dischi a stato solido (SSD). L’utente si troverà inoltre a dover affrontare una sola volta la spesa per l’acquisto dell’unità. Questa poi può essere gestita in modo autonomo anche in assenza di un collegamento alla rete.
L’utilizzo di un disco esterno porta però con sé tutti gli svantaggi di un qualsiasi componente hardware. Essendo sottoposto a possibili malfunzionamenti e manifestando una vulnerabilità agli attacchi malware e ransomware con una conseguente perdita dei dati.
Analizzando invece i benefici dei servizi cloud spicca la semplicità d’uso con cui le piattaforme sono strutturate, particolarmente intuitive e in grado di sincronizzarsi alla perfezione con caselle mail, file e cartelle del PC. In più la protezione dei dati è sempre garantita attraverso sistemi di cifratura integrati e aggiornati periodicamente.
Gli elementi che potrebbero giocare contro questo tipo di soluzione sono rappresentati dai costi mensili o annuali. Questi possono essere più elevati se si ha necessità di salvare una grande mole di dati. Un ruolo importante è giocato dalla performance della rete domestica, da cui dipende la velocità di caricamento e successiva consultazione dei documenti.
Nulla vieta di utilizzare entrambe le procedure per avere una maggiore sicurezza che i dati importanti siano al sicuro. In tal caso avremo una copia in locale dei documenti, su un’unità esterna a nostra scelta, e una seconda copia sul cloud da raggiungere da qualsiasi PC connesso online.
Eseguire backup con Windows 10
Stai usando un PC con Windows 10? In tal caso, per effettuare un backup di dati presenti sul tuo computer non devi far altro che affidarti a Cronologia File: si tratta di una funzionalità annessa al più recente sistema operativo di casa Microsoft che permette di creare backup di tipo incrementale e, eventualmente, anche di effettuarli in maniera totalmente automatica.
Per effettuare un backup con Cronologia File, il primo passo che devi compiere è quello di fare clic sul pulsante Start (quello con la bandierinadi Windows) situato nella parte in fondo a sinistra della barra delle applicazioni e sull’icona con l’ingranaggio posta nella parte sinistra del menu che si apre. Nella finestra che successivamente vedrai comparire sul desktop, seleziona la voce Aggiornamento e sicurezza e, successivamente, quella Backup (nel menu a sinistra).
Clicca ora sul pulsante “+” collocato in corrispondenza della voce Aggiungi un’unità, seleziona dall’elenco che si apre l’unità di salvataggio ed è fatta. A partire da questo momento, Windows provvederà a creare, a intervalli di tempo regolari, un backup incrementale delle cartelle più importanti del sistema sull’unità scelta.
Se lo ritieni opportuno, puoi anche modificare le impostazioni relative al backup. Per riuscirci, clicca sulla voce Altre opzioni nella finestra su schermo. Tramite la nuova finestra che andrà ad aprirsi potrai poi visualizzare la dimensione del backup corrente. Successivamente potrai effettuare subito un nuovo backup e stabilire ogni quanto tempo salvare i dati ecc.
Per quel che concerne il ripristino, invece, facendo clic sulla dicitura Ripristina i file da un backup corrente puoi recuperare i dati salvati in precedenza, attenendoti alla procedura guidata apposita che ti viene proposta su schermo.
Eseguire un backup del Mac
E per quanto riguarda il versante Mac? Come si fa a creare un bel backup dei file, delle cartelle, delle applicazioni e via discorrendo presenti su macOS? Beh, semplice: usando Time Machine, il sistema proprietario dei computer a marchio Apple, oppure ricorrendo, anche in tal caso, all’uso di applicazioni di terze parti.
Le procedure da compiere non sono poi così dissimili da quelle per Windows viste insieme in questa guida.
Time Machine provvede a copiare automaticamente su un hard disk esterno tutti i file, le applicazioni e le impostazioni presenti sul Mac. Utilizzandolo, potrai recuperare i file cancellati per sbaglio, ripristinarli ad una data precedente e ripristinare l’intero sistema in caso di problemi. Quando lo spazio sul disco di backup starà per esaurirsi, l’applicazione cancellerà in maniera intelligente i file più vecchi senza che tu debba muovere un dito.
Per effettuare un backup con Time Machine, basta collegare al Mac il disco sul quale salvare le copie di sicurezza dei file. Aspetta che macOS ti chieda se vuoi usare il dispositivo come disco di backup. Rispondi quindi in maniera affermativa, cliccando sul pulsante Utilizza come disco di backup, e il Mac comincerà a copiare automaticamente tutti i dati presenti sul computer sull’hard disk esterno.
Se vuoi impostare una password per proteggere i tuoi backup (e quindi richiedere l’immissione della stessa in caso di ripristino dei dati), apponi il segno di spunta accanto alla voce Codifica disco di backup e poi digita la parola chiave che intendi utilizzare nella finestra che si apre.
Programmi per eseguire un backup del PC
Se si utilizza un computer dotato di sistema operativo Windows o macOS si possiedono già tutti gli strumenti per effettuare il backup dei dati. In alternativa, è possibile utilizzare un software dedicato se si è alla ricerca di funzionalità specifiche. Vediamo i vari tipi di software impiegati per effettuare backup del pc attraverso questa tipologia, e quali scegliere in base alle nostre esigenze.
EaseUS
Se si desidera un software specifico per effettuare il backup del PC EaseUS rappresenta una delle opzioni attualmente più valide. Il programma ha una versione gratuita completa, disponibile per sistemi Windows, che consente di gestire dati fino a 16TB.
La suite consente di gestire cartelle e file singolarmente, salvandoli su un’unità esterna o su cloud. Consente inoltre di avere sempre a disposizione le versioni precedenti di ogni documento. EaseUS permette inoltre di copiare l’intero disco, compreso sistema operativo e impostazioni, ed effettuare una migrazione completa su un altro PC. La versione a pagamento è compatibile anche con macOS.
A scaricamento completato, apri il file .exe ottenuto e clicca sul bottone Si nella finestra che compare. Pigia, dunque, sui bottoni Avanti (per tre volte), Declino (per evitare l’installazione di Avast o altri programmi extra), Fine e Chiudi, per ultimare il setup.
Una volta visualizzata la finestra del programma sul desktop, esprimi la tua intenzione di voler usare il software in versione gratuita. Dopodiché scegli se effettuare un backup dell’intero sistema, di un disco o di una partizione, dei singoli file o se eseguire un backup rapido. Semplicemente facendo clic sui relativi pulsanti che trovi nella barra laterale di sinistra potrai procedere con l’operazione desiderata.
AOMEI
AOMEI è un software gratuito indicato per effettuare copie di backup su sistemi Windows. L’interfaccia è intuitiva e consente di programmare il backup di singole cartelle o dell’intera memoria interna del PC, comprese applicazioni e impostazioni del sistema operativo.
È compatibile con unità esterne USB, NAS o cloud. AOMEI consente inoltre di ripristinare i documenti cancellati per sbaglio e di migrare l’intero contenuto dell’HDD, compreso il sistema operativo i software a bordo, su un secondo computer in caso di necessità.
SEGA ha realizzato il PC più più veloce del mondo ma non è come credi, continua a leggere per scoprirne di più.
SEGA: il brand
Il brand è una delle aziende produttrici di videogiochi più conosciuta, soprattutto dai giocatori di vecchia data. Tra le sue più celebri invenzioni c’è sicuramente Sonic, il riccio blu dei videogiochi.
Questa volta SEGA si è superata creando un computer dotato di ruote che può andare fino a una velocità di 100 km/h. Si tratta quindi, letteralmente, del computer più veloce del mondo (si tratta anche dell’unico computer con ruote mai realizzato).
Caratteristiche del PC
La macchina di SEGA è stata ideata insieme a Intel e ASRock, ed è eccezionale. Ha un Intel Core i9-12900K, una scheda madre ASRock Z690M-ITX/ax, 32 GB di RAM, un SSD da 2 TB e una GPU ASRock Radeon RX 6900 XT OC con 16GB di VRAM e come se non bastasse è dotato di ruote. Il PC svolge quindi ha la funzione di un normalissimo computer e anche quelle di una macchina. Si presenta come una scatola e sul lato ha una raffigurazione del riccio supersonico Sonic. Questo gioiellino è stato realizzato in occasione degli attuali saldi su Steam di SEGA ed è già stato testato nel circuito Mobara Twin, telecomandato dal campione mondiale di automobili radiocomandate Masami Hirosaka. Il campione è riuscito a portare il PC a una velocità di 100 kilometri orari.
Naturalmente, il PC non è in vendita, ma è una semplice promozione. Tuttavia SEGA ha avviato un contest in Giappone. Il computer verrà regalato a un fortunato giocatore, selezionato casualmente tra coloro che seguono la pagina Twitter dell’azienda e condividono il tweet. In attesa di ulteriori novità, il brand di Sonic è in continua espansione, ha infatti da poco rilevato il trailer di un secondo film.
In questo articolo di oggi vedremo come usare il microfono dello smartphone sul vostro Pc, qualora ne foste sprovvisti.
Stai chattando con i tuoi amici, oppure devi fare una chiamata con i tuoi colleghi ma non hai un microfono? Niente paura!
Anche se potresti non avere un microfono per il tuo computer, è probabile che tu abbia uno smartphone. C’è la soluzione al tuo problema: puoi usare il tuo smartphone come microfono per PC ed è incredibilmente facile da configurare.
Ti mostreremo diversi modi per utilizzare il telefono come microfono.
Usa il tuo smartphone come microfono usando WO Mic
Uno dei modi migliori per raggiungere questo obiettivo è utilizzare WO Mic. Con questo programma, è possibile usare USB, Bluetooth o Wi-Fi per collegare il microfono dello smartphone sul Pc.
È completamente gratuito da usare, ha una bassa latenza e funziona in qualsiasi applicazione, proprio come un microfono standard.
Avvia il programma per PC. Vai su Connessione> Connetti … e scegli un tipo di trasporto.
Descriveremo in dettaglio i passaggi per tutte le diverse opzioni di seguito.
1. Wo Mic connessione tramite Bluetooth
Innanzitutto, abilita il Bluetooth sul tuo computer. Premi il tasto Windows + I per aprire Impostazioni e vai su Dispositivi> Bluetooth e altri dispositivi. Fai scorrere il Bluetooth su Attivo. Il tuo computer sarà ora rilevabile su altri dispositivi.
Quindi, abilitare il Bluetooth sul telefono. La posizione esatta di questa opzione varierà su un dispositivo, ma di solito è all’interno delle tue Impostazioni, forse sotto una categoria di Connessioni.
Associare il telefono al computer. Sul computer dovrebbe apparire una notifica per confermare la connessione.
Nel programma Windows WO Mic, selezionare Bluetooth come tipo di trasporto e selezionare il telefono dall’elenco a discesa Dispositivo Bluetooth di destinazione. Clicca OK.
Sull’app WO Mic del telefono, tocca il dente delle impostazioni, tocca Trasporto e seleziona Bluetooth. Torna indietro di una schermata e tocca l’ icona di riproduzione per iniziare a trasmettere la tua voce.
2. Wo Mic connessione tramite USB
Questo metodo funziona solo per Android. Collega il telefono al computer tramite un cavo USB. È lo stesso che usi per caricare il telefono.
Windows potrebbe richiedere di installare un driver, quindi seguire tale processo in tal caso.
Quindi, abilita il debug USB nelle Opzioni sviluppatore del tuo telefono. Il telefono dovrebbe quindi essere riconosciuto da Windows come dispositivo.
Nel programma Windows WO Mic, selezionare USB come tipo di trasporto. Clicca OK.
Sull’app WO Mic del telefono, tocca il dente delle impostazioni, tocca Trasporto, quindi seleziona USB. Torna indietro di una schermata e tocca l’ icona di riproduzione per attivare il microfono del telefono.
3. Wo Mic connessione tramite Wi-Fi
Per questo metodo, sia il telefono che il computer devono essere collegati alla stessa rete Wi-Fi.
Per modificare la tua rete Wi-Fi su Windows, premi il tasto Windows + I per aprire Impostazioni e vai su Rete e Internet> WiFi.
Sull’app WO Mic del telefono, tocca la ruota dentata delle impostazioni, tocca Trasporto e seleziona Wi-Fi. Torna indietro di una schermata e tocca l’ icona di riproduzione. Un messaggio banner grigio dovrebbe apparire in alto con un numero alla fine. Questo è l’indirizzo IP
Nel programma Windows WO Mic, selezionare Wi-Fi come tipo di trasporto. Clicca OK. Nel campo Indirizzo IP server, inserisci l’indirizzo IP dall’app. Fare clic su OK per iniziare a utilizzare il microfono.
4. Connessione tramite Wi-Fi Direct
Questo metodo richiede di trasformare il telefono in un hotspot Wi-Fi e di utilizzare i dati di rete. Usa questo come ultima risorsa; se il tuo computer non ha una propria connessione Internet e gli altri metodi sopra indicati non sono adatti.
Innanzitutto, crea un hotspot mobile dal tuo telefono. Il modo per farlo varierà su un dispositivo, ma dai un’occhiata a Impostazioni e lo troverai di solito sotto una categoria Connessioni o Tethering.
Successivamente, è necessario collegare il computer a questo hotspot. Premi il tasto Windows + I per aprire Impostazioni, vai su Rete e Internet> WiFi e seleziona l’hotspot.
Sull’app per microfono WO del telefono, tocca la ruota dentata delle impostazioni, tocca Trasporto e seleziona Wi-Fi Direct. Torna indietro di una schermata e tocca l’ icona di riproduzione.
Nel programma Windows WO Mic, seleziona Wi-Fi Direct come tipo di trasporto. Lasciare il campo Indirizzo IP Soft AP sul valore predefinito 192.168.43.1. Fai clic su OK e sei a posto.
Una volta scelto il tipo di connessione con cui connettere lo smartphone, nella schermata principale di Wo Mic sul cellulare e premere sul tanto play per avviare il servizio. Cliccare poi su connect nella versione Windows.
A questo punto nella schermata principale della versione Windows vi dirà che il programma è connesso.
Windows non rileva la tua voce?
Non dovresti incontrare alcun problema, ma se segui le istruzioni sopra e Windows non rileva il microfono, c’è una soluzione semplice.
Premi il tasto Windows + I per aprire Impostazioni. Vai a Sistema> Audio. Sotto Input, utilizzare il menu a discesa per selezionare Microfono (dispositivo WO WO).
Parla sul tuo smartphone e dovresti vedere il volume riflesso sulla barra Test del tuo microfono.
Metodi alternativi
Esistono alternative a WO Mic, ma queste richiedono l’uso di un jack di connessione audio. Megaphone Free per iOS, Microfono per Android e Microfono reale per Windows Phone dovrebbero fare il trucco.
Scarica queste app, aggancia il tuo telefono al tuo computer Windows usando un jack per cuffie maschio-maschio e il tuo telefono funzionerà come un microfono per computer.
Puoi persino collegare un paio di cuffie alla presa del microfono del tuo computer e usarle. Potrebbe sembrare un’idea strana, ma entrambi fanno uso delle vibrazioni per diverse funzioni primarie.
In poche parole, le cuffie vibrano per creare suono, mentre i microfoni monitorano le vibrazioni. Ma puoi ancora cambiarlo e usare le cuffie come un microfono. Tuttavia, tieni presente che la qualità audio lascerà molto a desiderare, quindi rendi questa un’ultima risorsa.
In questo articolo vedremo come utilizzare l’IPad come secondo schermo.
I monitor multipli migliorano esponenzialmente la produttività al PC quando lavoriamo. In questa guida, spiegheremo come utilizzare un iPad come secondo monitor per il tuo PC o per il tuo Mac.
E’ ovvio che un iPad non può competere con un monitor vero e proprio né in termini di dimensioni né di prezzo. Ma se disponi già di un iPad, potrai utilizzarlo come secondo schermo per il tuo portatile o del tuo PC fisso ogni volta che vorrai. Si tratta dunque di un “plus” ovvero qualcosa in più da far fare al tuo iPad.
Tutto quello che occorre è una semplice custodia capace di tenere l’iPad in posizione “Stand” ovvero in posizione più o meno verticale e un software che puoi scaricare dal sito ufficiale della software house Duet Display o dall’App Store.
Ora guarderemo insieme, passo per passo come fare.
Step 1: Scarica Duet Display su Computer e iPad
Per utilizzare un iPad come secondo monitor occorre innanzitutto installare il programma di cui abbiamo parlato sopra sia sull’iPad che sul PC. Potete scaricare l’applicazione per l’iPad su “App Store” e quella per il vostro Computer da quest’altro “Duet Display“.
Avrai anche bisogno di un cavo USB lightning (quello ottenuto in dotazione con l’iPad) perchè Duet Display non funziona su Wi-Fi. L’ iPad dovrà quindi rimanere vicino al tuo computer proprio come un secondo monitor rimane sempre vicino a quello principale. Ecco una foto di un cavo USB lightning.
Step 2: Connetti il tuo iPad come fosse un monitor
Adesso apri il programma Duet Display sul tuo computer, e subito dopo avvia anche l’app Duet Display sul iPad.
Si apparirà questa schermata:
Adesso collega il tu pc all’iPad tramite cavo USB lightning. In seguito l’iPad dovrebbe accendersi e mostrare già il desktop del tuo PC Windows o Mac come un secondo monitor. Ora muovi il mouse sulla destra del tuo desktop, fino a che non apparirà sullo schermo del iPad. Potrai anche toccare lo schermo del iPad per controllare il PC Windows o OS X.
Step 3: Ottimizzare visualizzazione schermo
Duet Display vede che il tuo iPad è a destra del computer, ma se lo vuoi usare a sinistra potrai modificare le impostazioni in modo che il tuo mouse funzioni correttamente.
Gli utenti Windows possono accedere a questi display facendo clic con il pulsante destro del mouse sul desktop e scegliendo “Visualizza”. Gli utenti Mac devono, invece, andare in Preferenze di Sistema > Visualizza.
Visualizzerai due quadrati, uno che rappresenta il monitor principale del computer e l’altro che rappresenta lo schermo del iPad.
Fai clic e trascina lo schermo del iPad per posizionarlo nella posizione desiderata. Nella foto sottostante possiamo vedere che l’iPad è stato impostato a sinistra del pc.
In questo nuovo articolo parleremo di come forzare lo spegnimento del computer, in particolari circostanze.
Il sistema non vuole più permettere lo spegnimento completo del computer? Il questo caso è sconsigliato scollegare violentemente la presa del computer ma, esistono altri modi per forzare lo spegnimento del computer. Ecco come fare.
Se hai esigenza di spegnere il computer e questo proprio non ne vuole sapere, perché magari il mouse è bloccato e la tastiera non risponde, puoi procedere in un modo più consono che estrarre di forza il cavo di alimentazione. Così facendo rischierai di fulminare l’alimentatore del pc.
Tenere premuto il tasto di alimentazione
Per forzare lo spegnimento di qualsiasi computer, esiste un sistema che scollega l’alimentazione direttamente convogliata sulla scheda madre all’interno del computer. Per eseguire questa operazione occorre premere e mantenere premuto per diversi secondi (circa 6 o 7) il tasto di accensione del pc stesso:
Mantenendo premuto il tasto di accensione per un certo numero di secondi, invieremo al pc le istruzioni che porteranno allo scollegamento energetico da tutto ciò che è in attività. Questo interromperà di fatto il flusso di alimentazione attraverso la scheda madre del computer.
Tale forzatura risulta indispensabile in quei frangenti in cui il computer è bloccato sotto ogni punto di vista. Aquando ad esempio non risponde a nessun comando tramite mouse e tastiera, essendo il sistema operativo in crash. Dopo aver eseguito una manovra inconsueta come quella dello spegnimento forzato del sistema, il BIOS della macchina riconoscerà l’intervento come un’anomalia. Al riavvio successivo sicuramente comparirà a video il messaggio in cui si chiede all’utente se intende avviare Windows normalmente, oppure in modalità provvisoria.
Selezionando “Avvia Windows normalmente” e premendo il tasto invio, oppure lasciamo terminare il countdown di avvio automaticamente, dovrebbe caricarsi il sistema operativo ed eseguire un regolare avvio. Tale procedura può essere applicata indifferentemente sia su pc desktop che notebook.
Quando si finisce di lavorare con il portatile basta chiuderlo per fare in modo che il sistema entri in standby. Questo è davvero il modo migliore per mettere a riposo il proprio computer? Andiamo a scoprire insieme se è meglio spegnere o sospendere il computer oppure ricorrere ad altre opzioni, come ad esempio l’ibernazione.
Meglio spegnere o sospendere il computer?
Quando si compra un PC con Windows è bene sapere come spegnerlo in modo corretto e quali sono le differenze fra il tasto Sospendi, Iberna o Spegni. Una delle prime cose che si impara quando si compra il primo computer è quello di spegnerlo in modo corretto in modo da non rovinarlo con il passare del tempo
Quando si deve spegnere il computer quasi tutti danno per scontato l’utilizzo della funzione “arresta” che porta il pc a spegnersi del tutto. Esistono tuttavia delle valide alternative tra cui troviamo certamente la “sospensione”, tenendo in considerazione anche l’alternativa “ibernazione”. Queste tre modalità differiscono l’una dall’altra per numerosi aspetti e sono state studiate per soddisfare le esigenze di ogni tipo di utente. Andiamo ad analizzarle una per una per poi capire quando sia preferibile spegnere, sospendere o ibernare il proprio computer.
Tutto sulla modalità “Sospensione”
Piccola premessa: per trovare la funzione di sospensione, ibernazione e spegnimento sarà sufficiente cliccare sul pulsante Start in Windows XP, 7, Vista e altre versione precedenti a Windows 8. Da Windows 8 in poi invece potrete trovare queste voci andando con il puntatore del mouse in alto a destra in modo da far apparire il menu apposito.
La sospensione è certamente una modalità molto efficiente dal punto di vista del risparmio energetico. Poiché consente di mettere a riposo il proprio dispositivo senza però arrestarlo completamente. Per attivarla basterà cliccare su “Start” e poi su “Sospendi”, oppure alternativamente, nel caso in cui si stia utilizzando un laptop, chiudendo semplicemente il coperchio.
ll tasto sospendi serve per poter risparmiare la batteria del computer pur sapendo che dovremo riprendere quello che stavamo facendo in un lasso di tempo breve. Selezionando il tasto Sospendi tutto quello aperto rimarrà aperto e sarà pronto per poter essere ripreso il più velocemente possibile.
Utilizzando questa modalità tutto il lavoro in corso fino a quel momento e tutti i processi in esecuzione saranno conservati nella memoria RAM del computer. Quando si andrà a riattivare il computer sarà quindi possibile ricominciare ad utilizzalo dal punto in cui lo si era lasciato. Nel frangente in cui è stato in stato di sospensione il pc avrà consumato soltanto l’energia necessaria a far funzionare la RAM. Mentre tutti gli altri componenti integrati saranno spenti per evitare sprechi di energia.
La modalità sospensione presenta ovviamente anche degli svantaggi, poiché consuma in ogni caso un po’ di carica della batteria. Ovviamente questo consumo è estremamente lento, ci vorrebbero molti giorni infatti per far scaricare completamente un portatile in stato di sospensione. Tuttavia se la batteria non si trova in uno stato di carica sufficiente al momento in cui si sospende il notebook, potrebbe capitare di notare che l’autonomia della stessa sia ridotta al lumicino quando si decide di riattivarlo.
Tutto sulla modalità “Arresto”
Parliamo adesso dell’arresto, questa modalità termina tutti i programmi in esecuzione e spegne del tutto il pc o il laptop. In seguito all’arresto, avverrà la cancellazione della memoria, quindi al riavvio la vostra macchina (soprattutto se Windows o Mac) sarà più veloce e reattiva.
Si tratta insomma di una vera e propria funzione interruttore. Chiude in un solo colpo tutti i programmi aperti, il sistema operativo e stoppa sia la scrittura che la lettura dei file. La potenza della vostra macchina si riduce gradualmente fino a che non viene scollegata l’alimentazione.
Quando si arresta un computer è sempre bene attendere che l’operazione vada a buon fine, senza forzare tenendo premuto il tasto di spegnimento o scollegando l’alimentazione. Questo perché altrimenti è possibile che i file presenti sul disco siano corrotti e quindi poi inutilizzabili.
La modalità arresto non comporta dei veri e propri svantaggi, quando vi si ricorre bisogna tuttavia ricordarsi di salvare tutto il lavoro fino a quel momento in esecuzione e attendere che l’arresto sia completo.
Questo stato va utilizzato quando sappiamo che non dovremo più utilizzare il computer e quindi dovrà stare completamente spento fino al giorno successivo. O comunque un lasso di tempo in cui è opportuno spegnere completamente il PC.
Riavvio: un piccolo arresto
Ovviamente non possiamo non dedicare qualche parola anche alla modalità Riavvio. Riavviando il proprio computer, proprio come avviene con l’arresto, tutte le applicazioni, i programmi, saranno chiusi, tuttavia la vostra macchina si riaccenderà immediatamente. Quando il vostro computer vi sembra troppo lento, potete utilizzare il riavvio per farlo tornare in carreggiata.
Tutto sulla modalità “ibernazione”
Per finire vogliamo parlarvi anche della modalità “Ibernazione” che consente di riprendere tutto il lavoro dal punto esatto in cui lo si è lasciato. Proprio come suggerisce il nome infatti, con l’ibernazione viene congelato tutto quello che è in esecuzione ed archiviato sul disco rigido all’interno dei file di ibernazione.
Il computer viene poi spento, azzerando il consumo di energia. Per riprendere dall’esatto punto in cui si era lasciato il lavoro basterà premere il pulsante di accensione, il sistema in questo modo si sbloccherà e sarà possibile ricominciare a lavorare.
Lo svantaggio di mettere il proprio computer in modalità di ibernazione è dovuto al tempo. Questa modalità infatti richiede una certa quantità di tempo sia per attivarsi, sia per far ripartire il pc, a seconda delle app che saranno in esecuzione al momento dell’ibernazione (tutti i dati saranno salvati sul disco rigido) potrebbe volerci più o meno tempo.
Quando spegnere o sospendere il computer?
Ora che abbiamo chiarito le differenze che ci sono tra sospensione, spegnimento e anche ibernazione del computer, andiamo a vedere insieme quando è il caso di utilizzare una modalità piuttosto che l’altra.
Per quanto riguarda la modalità sospensione vediamo che questa è certamente la più efficace quando si decide di prendersi una breve pausa dal lavoro che si sta svolgendo, in particolare se la batteria è abbastanza carica o se il vostro laptop è collegato alla presa elettrica. Utilizzando questa modalità sarà possibile riutilizzare immediatamente il proprio pc, riprendendo il lavoro dall’esatto punto in cui lo si era lasciato, ritrovando tutte le applicazioni ancora in esecuzione.
Quando invece è opportuno arrestare il computer? Sicuramente è l’opzione migliore nel caso in cui si sia completato un lavoro e non sia necessario iniziarne subito uno diverso. Bisogna poi considerare di arrestare il proprio computer quando questa operazione non è stata compiuta da un po’ di tempo, massimo tre giorni, per consentire al sistema di correggere gli errori che si verificano in fase di funzionamento. Se si avverte qualche rallentamento o peggioramento nelle condizioni del proprio computer è sempre il caso di considerare un arresto o un riavvio.
Per finire, vediamo quando mettere il pc in ibernazione. Questa modalità vi permette di interrompere l’utilizzo della macchina per un periodo temporaneo azzerando il consumo di energia o di batteria. Quando non si ha a disposizione una presa elettrica a cui attaccare il proprio notebook ma si deve completare un lavoro nell’arco di qualche ora o giorno, allora è il caso di preferire l’ibernazione alla sospensione.
Una breve guida per spiegarvi passo passo come usare Chrome OS su qualsiasi Computer per valutare eventualmente un acquisto di un Chromebook vero e proprio. E’ piuttosto semplice farsi un’idea di come funziona Chrome OS. Vi guideremo nell’installazione di Chromium OS (la versione open source di Chrome OS) e di una variante più completa dello stesso Chromium chiamata CloudReady OS.
Nulla vi vieta di installare in modo definitivo una delle due proposte, rispetto ad un Chromebook con Chrome OS la principale differenza sarà l’assenza del Google Play Store da cui installare le app compatibili. Una strada ancora più semplice prevede di collegarsi ad un sito realizzato da Google che simula l’utilizzo di un Chromebook, potete raggiungerlo cliccando sul link a seguire.
Provare Chromium o CloudReady vi farà capire le potenzialità del sistema permettendovi di valutare se possa essere adatto alle vostre esigenze. Non badate troppo alle performance perché caricheremo il sistema operativo su una chiavetta USB, per forza di cose le performance non potranno essere eccellenti, a differenza di quanto avviene con un Chromebook vero e proprio.
Un modo per risolvere questo inconveniente è installare effettivamente Chromium o CloudReady sul disco SSD del vostro PC, ma vi consigliamo prima di provarlo su una chiavetta.
PROVARE CHROMIUM OS | GUIDA
i proponiamo di provare prima di tutto Chromium, in pochi semplici passaggi sarete pronti ad avviare la vostra chiavetta USB con il sistema operativo.
Scaricate la versione corretta per il vostro PC nel database raggiungibile a questo sito:
Cercate l’ultimo file disponibile con un nome che inizia con Camd64OS seguito da un codice numerico (data + versione).
Come vedete si tratta di un file compresso di tipo .7z (7zip). Una volta terminato il download potete estrarlo con il tool integrato in Windows o MacOS oppure usare programmi di terze parti come 7zip, gratuito e open source.
All’interno del pacchetto scaricato troverete un file .img (immagine disco), come nelle ricette di cucina, prendetelo e tenetelo da parte.
Ora vi servirà un semplice programmino per creare una chiavetta USB avviabile. In altre parole un tool che converte il file immagine di disco in qualcosa che si possa avviare effettivamente sul vostro Notebook. Chiaramente vi servirà una chiavetta USB, possibilmente veloce da almeno 8 GB.
Il programmino in questione che vi suggeriamo si chiama balenaEtcher, è compatibile con Windows, Linux e Mac, lo trovate al seguente link:
ATTENZIONE: la procedura cancellerà tutti i dati preesistenti sulla chiavetta, assicuratevi dunque che sia vuota o non contenga file da conservare.
Inserite la vostra chiavetta nel Notebook, aprite balenaEtcher. Nel pulsante centrale potete scegliere la chiavetta USB come supporto per l’avvio di Chromium, con il pulsante sinistro potete scegliere il file immagine di Chromium che avete precedentemente estratto.
Attenzione a questi passaggi! Selezionate il file .img che avete estratto, non altro, ma soprattutto occhio a selezionare la chiavetta USB che avete inserito e non il disco di sistema o altri dischi eventualmente collegati al momento su quel PC.
Quando è tutto pronto premete su “Flash!”. Ci metterà al massimo una decina di minuti, dipende dalla vostra chiavetta USB.
Quando la procedura sarà terminata il più sarà fatto, potete spegnere il PC.
Assicuratevi che la chiavetta sia inserita, all’avvio premete il tasto F12 (⌘ per Mac) non appena compare il logo del produttore del notebook, questo vi permetterà di entrare in un menù semplicissimo chiamato “boot option”.
Vedrete un elenco dei dischi presenti sul PC, compresa la chiavetta che avete inserito. Selezionatela spostandovi con le frecce della tastiera e premete invio per caricare il contenuto della chiavetta. Solo così potrà avviare Chromium OS.
Attenzione, al momento non avete modificato nulla sul vostro PC, semplicemente gli avete imposto di caricare la chiavetta USB anziché il SO installato sui dischi integrati.
Dopo un caricamento di alcuni minuti vedrete comparire le prime schermate di Chromium OS, non vi spaventate se in questo momento il notebook dovesse sembrarvi bloccato con schermo nero, non visualizzerete una barra di caricamento, rimarrà quindi apparentemente inattivo per diversi minuti, massimo una decina.
Comparirà poi la prima schermata di Chromium. Attendete ancora qualche minuto prima di completare la configurazione iniziale in modo che Chromium OS venga caricato in memoria e le prestazioni diventino di conseguenza accettabili. Diversamente vedrete tutto muoversi molto lentamente e vi passerà la voglia di provarlo veramente.
Vien da sé che se sostituite una semplice chiavetta USB con un SSD portatile o con altro di più performante, anche la reattività di Chromium ne guadagnerà.
PROVARE CLOUDREADY OS | GUIDA
Rispetto ad una prova più “grezza” con Chromium OS, quella con CloudReady è qualcosa di decisamente più completo. Si tratta infatti di un vero e proprio OS ottimizzato e abbellito pronto all’uso quotidiano. Neverware, l’azienda che lo ha sviluppato sulla base di Chromium OS, mette a disposizione una versione totalmente gratuita per uso personale, una educational ed una enterprise con piani di pagamento e funzionalità differenti.
Ci sono diversi metodi per installare CloudReady su chiavetta. Noi vi proponiamo quello ufficiale ma online potrete trovare numerosi tutorial, ad esempio utilizzando balenaEtcher che vi abbiamo consigliato per ChromiumOS. Con Windows esiste addirittura un tool sviluppato da Neverware, l’azienda di CloudReady, per l’installazione guidata, è una ulteriore possibilità.
In ogni caso l’installazione su chiavetta USB avviabile per CloudReady è davvero semplicissima e all’interno della versione per chiavetta troverete un programma che consente l’installazione definitiva su un disco interno.
CloudReady è largamente compatibile con i notebook, alcuni sono stati inseriti in un elenco di dispositivi “certificati”, su queste macchine avrete la garanzia di una piena operatività e completa funzionalità. Se il vostro laptop non fosse inserito nella lista di certificati non disperate, la stessa Neverware incoraggia a provare l’installazione via USB, molto probabilmente non incontrerete alcun problema.
INSTALLAZIONE SU CHIAVETTA USB
Procuratevi una chiavetta USB, possibilmente veloce, con almeno 8 GB di spazio di archiviazione. Tenete presente che tutto ciò che contiene verrà resettato per poter creare il supporto avviabile con CloudReady.
Su questa pagina potete trovare un tutorial molto dettagliato fornito dalla casa di sviluppo del sistema. Vediamo brevemente i passaggi salienti.
Prima di tutto scaricate sul vostro notebook il file immagine di CloudReady. Nella pagina di download potrete scegliere se scaricare il tool di creazione USB che farà tutto in automatico (solo Windows) oppure scaricare il file immagine per creare manualmente il supporto USB, noi seguiremo questa seconda strada. Cliccate quindi su DOWNLOAD 64-BIT IMAGE
Verrà scaricato un file archivio, estraetelo con il tool integrato nel vostro sistema operativo o con alternative di terze parti come 7zip. Otterrete un file di tipo .bin.
Sul vostro PC dovete avere installato il browser Chrome. Poi aggiungete l’estensione “utilità di ripristino Chromebook”, la trovate al seguente link:
Dopo aver aggiunto l’estensione di Chrome apritela cliccando su Avvia nella pagina da cui l’avete scaricata. Poi cliccate in alto a destra sull’icona a forma di ingranaggio e su usa immagine locale. Poi selezionate il file .bin di CloudReady che avete estratto in precedenza e avviate la procedura, ci vorranno almeno 10 minuti.
Dopo aver creato l’unità USB di avvio potete spegnere il PC.
Assicuratevi che la chiavetta sia inserita, all’avvio premete il tasto F12 (⌘ per Mac) non appena compare il logo del produttore del notebook, questo vi permetterà di entrare in un menù semplicissimo chiamato “boot option”.
Vedrete un elenco dei dischi presenti sul PC, compresa la chiavetta che avete inserito. Selezionatela spostandovi con le frecce della tastiera e premete invio per caricare il contenuto della chiavetta. Solo così potrà avviare CloudReady.
Attenzione, al momento non avete modificato nulla sul vostro PC, semplicemente gli avete imposto di caricare la chiavetta USB anziché il SO installato sui dischi integrati.
Dopo aver selezionato l’avvio da chiavetta USB lo schermo si spegnerà per qualche minuto, non preoccupatevi se lo vedete apparentemente bloccato. Ad un certo punto comparirà la prima schermata di CloudReady e a seguire potrete completare la configurazione.
Una volta avviato il sistema operativo potrete divertirvi ad esplorare le funzionalità. Cliccando in basso a destra su “Install OS” verrete guidati nell’installazione definitiva o in dual boot di CloudReady sul vostro PC.
I cavi del computer sono davvero tanti, con standard diversi, acronimi e termini spesso simili e spesso difficili da distinguere.Possiamo aver bisogno di un cavo USB tipo A, tipo B o tipo C, un cavo SATA oppure uno di quelli più recenti, DisplayPort o Thunderbolt.
Per distinguere i tipi di cavi di cui si può avere bisogno, vediamo in questa guida quali sono i principali, quali sono le differenze tra i cavi e le numerose porte o prese che un PC può avere.
Cavi USB
I cavi USB sono ormai lo standard per collegare qualsiasi periferica portatile al computer.
È possibile utilizzare cavi USB per attaccare al computer i drive esterni, le penne e le chiavette usb, i lettori multimediali portatili, i modem internet, le fotocamere digitali e i telefonini cellulari.
Alle porte USB del computer si attaccano poi anche i normali accessori come mouse, tastiere, webcam, microfoni, stampanti, scanner ed anche alcune tipologie di altoparlanti.
Il cavo USB serve, in generale, a trasferire dati dalla periferica al computer o viceversa oppure anche tra due computer.
Le differenze tra le versioni dei cavi e porte USB, dalla più vecchia alla più recente, sono legate alla velocità del trasferimento dati e sono tutti compatibili con la versione precedente.
– USB 1.0 può trasmettere dati a velocità fino a 1,5 MB/s.
– USB 2.0 può trasmettere dati a velocità fino a 60 MB/s.
– USB 3.0 può trasmettere dati a velocità fino a 625 MB/s.
– USB 3.1 può trasmettere dati a velocità fino a 1,25 GB/s, il più comune oggi.
– USB 3.2 può trasmettere dati a velocità fino a 2,5 GB/s, ma solo quando si utilizza una connessione USB-C.
– USB 4.x è una specifica futura che trasmetterà i dati a velocità fino a 5 GB/s, solo con connessione USB-C.
Uscirà nel 2019 e sarà compatibile solo con USB 3.2 e USB 2.0.
Ci sono anche diverse forme per i cavi e le porte USB:
– Il tipo A supporta USB 1.0, USB 2.0, USB 3.0, USB 3.1.
– Il tipo B supporta USB 1.0, USB 2.0, USB 3.0, USB 3.1.
– Il tipo C (cioè USB-C ) supporta USB 3.1, USB 3.2, USB 4.x.
– Mini-USB supporta USB 2.0.
– Micro-USB supporta USB 2.0.
Il connettore USB-A è quello rettangolare grosso presente almeno da un lato in quasi tutti i cavi USB del computer, l’entrata delle porte USB standard.
L’altra estremità del cavo USB può essere la USB-B, il connettore quadrato comunemente utilizzato con stampanti, dischi rigidi esterni, dispositivi più grandi o connettori più piccoli che possiamo chiamare mini USB e Micro-USB, che sono comunemente usati con dispositivi portatili, come lettori multimediali, fotocamere digitali e telefoni cellulari.
USB-C è nettamente il connettore USB più comodo, visto che si può inserire in qualsiasi verso.
Importanti sono anche le prolunghe dei cavi USB, quelli che hanno il maschio da una parte e la femmina dall’altra.
Ci sono pure altri cavi USB (personalmente mai usati) che hanno la presa USB standard da un lato mentre dall’altro c’è un collegamento ad un’altra porta come la Ethernet (presa di rete) oppure il jack audio.
Se si compra un adattatore da un tipo USB a un altro, la velocità di trasferimento dei dati sarà limitata dalla connessione più lenta.
Cavi e connettori audio
Quando si parla di audio ci si può sbizzarrire perchè ci sono tantissimi tipi di cavi e soprattutto di convertitori che poi alla fine si riconducono tutti a due tipologie: 3.5 mm (1/8″) e 6.3 mm (1/4″).
Il cavo più comune è il mini jack audio standard per le cuffie, altrimenti noto come connettore TRS o semplicemente cavo audio.
Praticamente tutti i computer, fissi o portatili, utilizzano la presa audio da 3,5 mm.
La maggior parte degli altoparlanti e dei microfoni sono in grado di connettersi al computer con questi cavi audio.
La porta microfono del computer è di solito rosa mentre quella degli altoparlanti, dove si inserisce il cavo audio stereo, è di colore verde.
Alcuni computer hanno ulteriori prese audio TSR che sono di colore nero, grigio e oro e significano, rispettivamente, altoparlanti anteriori, posteriori e centrale / subwoofer.
Sono i pc la cui scheda audio supporta impianti 5.1.
Una varietà del connettore TSR è quello più grande 6,3mm (1/4″) che è quello più grosso, utilizzato in apparecchiature di registrazione audio professionale, per amplificatori o microfoni (anche quelli ad karaoke) il quale può essere collegato ad un computer utilizzando un convertitore da 1/4″ a 1/8″.
– Negli ultimi anni tutti le televisioni, i lettori dvd e gli stereo hanno anche la presa audio ottica digitale.
Per ascoltare la musica oppure se si vuole vedere un film in DVD al pc, con audio ad alta qualità, si deve collegare il computer ad un lettore DVD, uno stereo o un impianto Home Teather Doby Surround con il connettore detto TOSLINK (o S/PDIF) connettore.
Questi sono cavi in fibra ottica e possono quindi trasmettere l’audio digitale attraverso la luce.
Alcuni portatili e apparecchiature audio hanno una presa mini-jack TOSLINK che si può utilizzare tramite un convertitore per la connessione ad una porta TOSLINK (Toshiba Link) standard.
Cavi video
– Il connettore video più antico dei monitor dei computer e i televisori ad alta definizione è il cavo VGA.
Un connettore VGA standard è quello da 15-pin ed è quello tipico e classico con cui si collegano i monitor ai computer.
Il cavo VGA si può anche usare per collegare il portatile a un televisore (quelli nuovi hanno tutti questa porta) o a un proiettore.
I convertitori consentono di connettere il monitor VGA ai computer più recenti che hanno solo l’uscita HDMI o DVI.
Una variante più piccola del VGA è il mini-VGA, presente su alcuni computer portatili vecchi.
Anche qui serve un convertitore per collegare un qualsiasi monitor VGA standard a una porta mini-VGA del computer portatile.
Il cavo VGA è un cavo di segnale video analogico,oggi superato dai cavi video digitali.
Ancora oggi, però, la porta VGA è presente sulla maggior parte delle schede video e monitor.
– La porta DVI è stata la concorrente della porta VGA, con segnale digitale.
Le connessioni DVI sono disponibili in tre tipi:
DVI-A può trasmettere segnali analogici, consentendo di retrocompatibilità con VGA (utile per monitor CRT e vecchi monitor LCD).
DVI-D può trasmettere segnali digitali più recenti.
DVI-I capace di inviare segnale analogico e digitale.
In alcuni casi, potrebbe essere necessario un cavo convertitore VGA-DVI o DVI-VGA.
DVI oggi in disuso, essendo stato sostituito da più moderni tipi di cavi come HDMI, DisplayPort e Thunderbolt.
La nuova generazione di laptop ultrapiatti come il MacBook Air ha dovuto fare delle varianti di questa presa con delle versioni rimpicciolite chiamate Mini-DVI e Micro-DVI.
Un cavo DVI dispone di 29 pin, anche se alcuni connettori possono avere meno pin a seconda della loro configurazione.
Il segnale video DVI è compatibile con quello HDMI, quindi, con un semplice convertitore si può fare in modo che un monitor DVI riceva input da un cavo HDMI.
Chiaramente ci sono anche adattatori da DVI a VGAin modo da collegare la nuova scheda grafica a un vecchio monitor che supporta solo la modalità VGA.
HDMI è lo standard per la trasmissione audio e video ad alta qualità attraverso un unico cavo.
Gli HDMI supportano una risoluzione massima di 4096 × 2160p (è solo HD 1920 × 1200) con un massimo di 8 canali di audio digitale e sono utilizzati per il collegamento di lettori Blu-Ray a un TV full HD.
Alcuni cavi HDMI possono essere lunghi fino a 5 metri e, quelli di qualità più alta, fino a 15 metri di lunghezza che può anche essere aumentata con degli amplificatori.
Le connessioni HDMI sono disponibili in cinque tipi:
– Il tipo A è il più popolare, con 19 piedini sulla testa maschio, compatibile con connessioni DVI-D a collegamento singolo.
– Il tipo B, più grande del tipo A, con 29 pin sul lato maschio, compatibile con le connessioni DVI-D dual-link, sono piuttosto rari da trovare.
– Tipo C (Mini HDMI) è un connettore a 19 pin spesso utilizzato con dispositivi portatili, come videocamere e fotocamere digitali.
– Tipo D (Micro HDMI) ha anche 19 pin e sembra simile un cavo Micro-USB, a volte incluso in smartphone e tablet.
– Il tipo E è molto più grande con un meccanismo di blocco, utilizzato principalmente per applicazioni automobilistiche.
HDMI è compatibile con la presa DVI tramite un convertitore che consente di guardare video su un dispositivo DVI usando il cavo HDMI anche se, in questo caso, ci vorrà un altro cavo per l’audio.
– DisplayPort
Display Port è un’interfaccia multimediale che trasmette segnali video e audio insieme, progettata per sostituire VGA e DVI, utilizzato principalmente per collegare computer ai monitor.
Essi supportano una alta risoluzione video e fino a 8 canali di audio digitale.
Le tipologie di cavi e porte DisplaYPort sono:
RBR (bit rate ridotto): fino a 810 MB/s.
HBR (High Bit Rate): fino a 1.350 MB/s.
HBR2 (High Bit Rate 2): fino a 2.700 MB/s.
HBR3 (High Bit Rate 3): fino a 4.050 MB/s.
DisplayPort è compatibile con HDMI e USB tramite adattatori.
C’è anche la Mini DisplayPort, che è stato utilizzato principalmente nei dispositivi Apple precedenti rilasciati prima del 2011.
– Thunderbolt
I cavi Thunderbolt sono utilizzati principalmente dalla Apple per collegare i suoi dispositivi al computer.
I cavi Thunderbolt 1 e Thunderbolt 2 utilizzano lo stesso connettore del Mini DisplayPort e sono compatibili con le connessioni Mini DisplayPort.
I cavi Thunderbolt 3 utilizzano lo stesso connettore dell’USB-C e tutte le connessioni Thunderbolt 3 sono compatibili con le connessioni USB-C.
Cavi per collegare le unità disco (Hard disk o SSD)
Mentre i cavi SATA sono usati internamente per collegare il disco rigido alla scheda madre del computer e quindi non si vedono, i cavi eSATA sono progettati per gli hard disk esterni o dischi rigidi portatili, e può trasferire dati più velocemente rispetto al collegamento USB o FireWire.
Tuttavia, il cavo eSATA non trasmette energia come invece fa l’USB e quindi non riesce ad alimentare un disco rigido esterno portatile che non ha alimentatore autonomo.
Un cavo SATA standard può essere riconosciuto da due connettori, ciascuno con 7 pin e una tacca vuota.
– Il cavo IDE era usato prima dei cavi SATA per collegare i dischi alla scheda madre del computer.
Si presenta come un cavo largo che sembra un nastro, da 40 pin.
Cavi di rete
Tra i cavi di rete nominiamo il vecchio cavo del telefono RJ11, ancora usato in tutto il mondo per la connessione a Internet tramite modem, composto da 4 fili, con un connettore da quattro pin.
Il cavo di rete universale invece si chiama cavo Ethernet che è lo standard per il networking cablato di tutto il mondo.
Il cavo Ethernet, altrimenti noto come RJ45, si basa su un doppino Cat5 ed è composto da 8 fili singoli.
Il connettore Ethernet ha 8 pin ed è molto simile ad una spina del telefono, più spessa e più ampia.
Altri Cavi
– Firewire o IEEE 1394 o anche noto con i nomi i.LINK e Lynx, è una alternativa alla presa USB e viene comunemente utilizzato per il collegamento di videocamere digitali e hard disk esterni ad un computer.
I cavi Firewire si possono anche usare per connettere pc in rete, senza un router ma personalmente non ci sono mai riuscito quando ho provato.
Il cavo FireWire è tipicamente da 6 pin nel relativo connettore, anche se c’è pure quello a 4 pin.
– Cavi S-Video o Super Video sono quelli usati per il trasporto di dati analogici e sono usati per collegare lettori DVD, videocamere e vecchie console video al televisore.
I cavi S-Video sono molto utili a collegare i portatili ai televisori più vecchi, quelli senza presa VGA.
C’è la possibilità che il televisore supporti S-Video pur non avendo la presa per attaccarci il cavo.
In questi casi, ci vuole un convertitore Scart che abbia questa porta.
Gli standard dei connettori S-Video sono di forma rotonda e possono avere un numero variabile di pin, tra i 4 e i 9.
– RCA
I cavi connettori RCA sono rappresentati da un gruppo di 2 o 3 fili, che comprendono quasi sempre il video composito (colore giallo) e, sempre, i cavi audio stereo (rosso per il canale destro e bianco o nero per il canale audio sinistro).
A volte in questo fascio di cavi possono essercene altri per ulteriori canali audio e / o video.
Tra quelli video ci può essere il Video Component (video a componenti) che offre una migliore immagine rispetto al composito perché il segnale video viene suddiviso in diversi segnali, mentre, nel caso dei compositi, tutto viene trasferito mediante l’unica spina gialla.
I cavi RCA sono di solito utilizzati per collegare il lettore DVD, gli altoparlanti stereo, la fotocamera digitale e altri apparecchi audio / video al televisore.
È possibile attaccare un cavo RCA al computer tramite una scheda di acquisizione video cosi da poter trasferire video registrato da una videocamera analogica, nel vecchio hard disk del computer.
– Cavo Molex
Il Cavo Molex ha una presa di plastica con 4 buchi e sembra una spina.
Si tratta di un cavo interno al computer che dà energia a componenti interni come le luci LED interne o le ventole.
Salto il cavo Seriale che ormai non si usa più tranne in rari casi di hacking.
I cavi collegabili a un computer sono strettamente collegati ai cavi che si utilizzano per una televisione e infatti abbiamo visto in un altro articolo tutte le possibilità per collegare un pc portatile al televisore
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Quando si trascorrono molte ore alla scrivania, in ufficio o altrove, il continuo andirivieni fra WhatsApp sullo smartphone e tastiera è una delle maggiori (e peggiori) distrazioni. A quel punto, tanto vale disporre del flusso di messaggi direttamente sul desktop. Ecco come sincronizzare e usare WhatsApp sul tuo computer ed evitare di saltare di continuo dal telefono alla tastiera e viceversa.
Scarica l’appdi WhatsApp sul Pc
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