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Apple iPad air 2022
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iPad Air 2022, nuovo tablet di Apple

Grazie all’aggiunta di 5G, chip M1 e USB C più veloce, il nuovo tablet IPad Air 2022 intermedio targato Apple offre il miglior rapporto fra prezzo e caratteristiche tecniche: è il modello da comprare.

Il nuovo iPad Air 2022 di quinta generazione, presentato da Apple durante l’evento Peek Perfomance e disponibile in Italia da venerdì 18 marzo. E’ l’aggiornamento perfetto di un prodotto che possiamo considerare già ottimo. L’azienda di Cupertino aveva rivoluzionato la linea Air a ottobre 2020, con l’introduzione del primo modello dal design analogo a quello degli iPad Pro.

L’intenzione era chiara: portare sul suo tablet intermedio alcune caratteristiche chiave dei modelli di fascia più alta, mantenendo però un prezzo più abbordabile.

Indice

5G, chip M1 e USB ultraveloce

Oggi la filosofia è la stessa, ma viene da pensare che a Cupertino i progettisti si siano lasciati quasi prendere la mano. Sull’iPad Air 2022 arrivano il chip M1, lo stesso degli iPad Pro e dei Mac, il 5G sulla versione Cellular, la fotocamera frontale che abilita Center Stage e l’USB C ultraveloce da 10 Gpbs.

nuovo tablet di Apple

Tutte caratteristiche avanzate che riducono molto il gap tecnologico con i modelli Pro, in particolare quello da 11”. È una strategia che abbiamo visto altre volte, per esempio con l’iPad Mini e il precedente iPad Air. Apple non si fa problemi a scaglionare i cicli di aggiornamento, con il risultato che modelli di fascia più bassa possono risultare più convenienti e allettanti per qualche mese, fino all’arrivo di nuovi modelli aggiornati.

iPad Air, ieri e oggi

Il design del nuovo iPad Air 2022 non cambia: le linee squadrate sono le stesse del modello di precedente generazione. Il tablet rimane leggero e maneggevole, grazie a un ottimo rapporto tra le dimensioni e il peso (461 grammi). Anche lo schermo è lo stesso. Un Liquid Retina da 10.9” (contro gli 11” esatti del modello Pro di base) con tecnologia True Tone, gamma colore P3, e rivestimento antiriflesso. Non è il componente più al passo coi tempi, ma la qualità è ancora molto alta. È luminoso, anche in piena luce, e l’unica vera pecca è la frequenza di refresh a 60 Hz. La differenza la si nota davvero solo se si ha l’abitudine ai 120 Hz variabili dei display ProMotion degli iPhone 13 Pro o degli iPad Pro M1.

5G

Una delle novità più importanti è invece l’introduzione del 5G nella configurazione Wi-Fi + Cellular. Caratteristica che porta finalmente l’iPad Air alla pari con tutta la famiglia dei tablet Apple, escluso il modello base con design smussato.  Abbiamo provato la connessione 5G del nuovo Air con una SIM tedesca a Berlino. Quando la rete offre una buona copertura, le velocità sono superiori all’Adsl di casa, ma non superano mai i 280 Gpbs di picco in download. Potrebbe andare meglio, ma la colpa è di Telekom Deutschland e dello stato pietoso in cui versano le reti mobili tedesche, non dell’iPad Air. Da segnalare che nell’uso prolungato l’effetto del 5G sull’autonomia della batteria si fa sentire, proprio come sui modelli Pro.

5G
Introduzione del 5G nella configurazione Wi-Fi + Cellular

Le restanti caratteristiche di connettività rimangono invariate (a parte l’USB C, di cui diremo più avanti) e offrono tutto quel che serve su un dispositivo del 2022. Wi-Fi 6, Bluetooth 5.0, dual-band simultanea per connettersi al Web e alla Apple TV allo stesso tempo, eSim per attivare il piano dati direttamente dalle opzioni di iOS. Confermato anche il Touch ID sul tasto home, tecnologia che aveva debuttato proprio sul modello 2020 dell’iPad Air per poi arrivare anche su iPad Mini.

Funziona benissimo, con molti meno errori del riconoscimento facciale, e lo sblocco è istantaneo. Continuiamo ad apprezzare molto questa soluzione. Anche se la speranza che arrivi pure su iPhone è stata in parte mitigata dall’aggiornamento 15.4 di iOS, che abilita l’utilizzo del Face ID anche quando si indossa la mascherina.

Fotocamera frontale

Seppure non dotata di sensore di profondità per il riconoscimento del volto, la fotocamera frontale dell’iPad Air fa comunque un salto in avanti rispetto al modello precedente. Ha una risoluzione di 12 MP e monta un obiettivo grandangolare che abilita Center Stage, la funzione che mantiene i soggetti al centro dell’inquadratura durante le videochiamate.

iPad Air 5
Telecamera frontale con risoluzione di 12MP

Anche in questo caso Apple ha messo in pari il nuovo iPad Air con tutti gli altri modelli della gamma, inclusa la versione entry level. Center Stage, che qui apprezziamo molto (ma che secondo alcuni “fa un po’ venire il mal di mare” se ci si muove troppo) è ormai funzionalità ubiqua e trasversale. E’ arrivata pure sul nuovo Apple Studio Display presentato sempre all’evento dell’8 marzo.

iPad Air 5: come va

La differenza più importante fra l’iPad Air 2022 e la precedente generazione del dispositivo la fa il processore. Apple ha sorpreso un po’ tutti portando anche su questa fascia di tablet il suo chip M1, lo stesso degli iPad Pro e dei Mac. Non è neppure la versione base che si trova sul MacBook Air meno costoso, bensì quella con CPU e GPU da 8 core ciascuna e Neural Engine con 16 core dedicati alle operazioni di machine learning.

I numeri ufficiali di Apple parlano di un 60% in più di potenza di calcolo e grafica del doppio più veloce. I benchmark che abbiamo realizzato con Geekbench mostrano una parità assoluta di prestazioni con gli iPad Pro. Non potrebbe essere altrimenti, visto che la configurazione del chip è esattamente la stessa.

La differenza rispetto all’iPad Air con A14 Bionic non si nota nella fluidità dell’interfaccia, già ottima sul modello precedente, bensì nelle applicazioni che sfruttano al meglio i core multipli e le GPU. È un deja-vu del passaggio dagli iPad Pro con A14 ai primi con chip M1. La ripetibilità prestazionale che i nuovi chip Apple hanno garantito agli ingegneri di Cupertino è impressionante. A differenza dei concorrenti, Apple può garantire una ripetibilità assoluta dei passaggi generazionali tra un dispositivo e il successivo, al punto da poter traslare l’intera esperienza di aggiornamento hardware da una linea di prodotti a un’altra, senza soluzione di continuità. Un vantaggio competitivo straordinario, che nessuno nel settore è in grado di eguagliare nel breve termine.

Grafica

Al netto di considerazioni teoriche e sui benchmark, la differenza si vede nel concreto quando si utilizzano app come Lightroom, Photoshop, LumaFusion (e pure iMovie). Oppure giochi dalla grafica tridimensionale avanzata (come Genshin Impact, che Apple promuove soprattutto per la popolarità sul mercato cinese). Su Lightroom i filtri e le funzioni smart basati sull’intelligenza artificiale ora sono velocissimi. Abbiamo messo a confronto il pennello per la selezione rapida del soggetto su iPad Air di quinta generazione e sul modello del 2022. La differenza è nell’ambito di un paio di secondi, a seconda della risoluzione dell’immagine.

iPad Air 5 design

Lo stesso vale per Luma Fusion, dove l’esportazione e il rendering dei filmati in 4K è visibilmente più veloce, e anche per iMovie, l’app di editing video di Apple. Abbiamo fatto qualche confronto esportando lo stesso filmato in 4K. Anche in questo caso si guadagnano secondi preziosi, con prestazioni migliori quanto più è lungo il rendering.

Su Photoshop per iPad la nostra prova del nove è il cosiddetto Spot healing Brush, il timbro clone che rimuove le imperfezioni e corregge l’immagine sulla base del contenuto circostante. Passando con la Apple Pencil sull’immagine, la correzione è pressoché immediata. Mentre sul modello del 2020 con A14 Bionic è sempre possibile notare un leggero ritardo.

USB 10 Gbps

Per i fotografi c’è infine un dettaglio fondamentale, che abbiamo volutamente lasciato per ultimo: la porta USB C dell’iPad Air non si ferma più a 5 Gbps, ma arriva a 10.

Anche qui la differenza è sostanziale, soprattutto se si lavora con un disco SSD esterno ultra-veloce per salvare e caricare un gran numero di foto. Non solo: grazie a questa opzione di connettività l’iPad Air si può collegare a schermi ad altissima risoluzione (fino a 6K), caratteristica utile per elaborare le immagini in studio.

iPad air 5 e iPad Pro: le differenze

L’aggiunta del chip M1 su iPad Air ha scombinato l’ordine naturale della gamma iPad, con una sostanziale parità prestazionale fra questo modello e gli iPad Pro del 2021. La differenza con il modello Pro da 12,9” è rappresentata soprattutto dal display: ha dimensioni maggiori ed è un Liquid Retina XDR con tecnologia mini-LED.

Le caratteristiche che differenziano l’iPad Air dall’iPad Pro da 11”, cioè quello che ne condivide le dimensioni, sono invece queste:

  • Display: su iPad Pro 11” è un Liquid Retina con Pro Motion, cioè ha refresh variabile da 24Hz a 120Hz; la luminosità massima è 600 Nits, contro i 500 dell’iPad Air
  • Face ID al posto di Touch ID
  • Speaker: su iPad Air sono due, l’iPad Pro ne ha quattro; la differenza si sente soprattutto quando si guardano film e serie (in particolare su Apple TV+)
  • Spazio di archiviazione: iPad Air è disponibile solo nei tagli da 64 e 256 GB, mentre iPad Pro 11” parte da 128 e si può configurare con 256, 512 e ancora 1 o 2 TB; il prezzo sale vertiginosamente di conseguenza.
  • Porta USB C compatibile Thunderbolt 4
  • Doppia fotocamera con grandangolo e ultra grandangolo da 12 e 10 MP. 
  • Sensore Lidar
iPad Air 2022
Differenza con il modello Pro da 12,9”

La domanda è dunque quante e quali di queste caratteristiche sono necessarie per garantire un miglioramento sensibile dell’esperienza d’uso. A nostro parere ben poche, anche nel caso di un utente professionale.

Display

Il display, soprattutto per fotografi ed editor video, non offre un salto qualitativo così evidente (come nel caso del modello mini-LED da 12,9”); Touch ID non è né più lento né meno sicuro di Face ID (si potrebbe dire casomai il contrario); chi ha bisogno di più spazio può comprare un hard disk esterno a una frazione del prezzo; le doppie fotocamere non sono importanti come su uno smartphone e il sensore Lidar è utile per un numero ancora abbastanza ristretto di applicazioni pratiche.

Prezzi, accessori e disponibilità

Va poi considerato il prezzo: la versione base dell’iPad da 64 GB Wi-Fi costa 200 euro in meno dell’iPad Pro da 11” Wi-Fi da 128 GB. Entrambe le versioni da 256 GB dell’iPad Air, sia quella Wi-Fi sia quella Wi-Fi + Cellular fanno risparmiare invece 30 euro sulla corrispondente versione base da 128 GB del modello Pro.

iPad Air 5 (a destra) e iPad Air 4 a confronto
iPad Air 5 (a destra) e iPad Air 4 a confronto 

Considerato che l’iPad Air offre anche un più ampio ventaglio di opzioni cromatiche (Space Gray, Starlight, Pink, Purple e Blue), l’iPad Air è dunque il tablet Apple da 10.9” da comprare in questo momento e almeno fino al prossimo aggiornamento degli iPad Pro, anche per chi voglia usarlo per applicazioni professionali.

Si può già preordinare e arriverà negli Apple Store e nei negozi di elettronica venerdì 18 marzo. È compatibile con la Apple Pencil di seconda generazione (che costa 135 euro), con le cover con tastiera Magic Keyboard (339 euro) o Smart Keyboard Folio (199 euro), e con la Cover Smart Folio per iPad Air (89 euro), disponibile in nero, bianco, English Lavender, Electric Orange, Dark Cherry e Blue Marino.

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La crisi globale della carenza di chip

La pandemia da COVID-19 ha avuto un impatto negativo su tutti gli aspetti della vita quotidiana, per non parlare dei rami industriali da cui dipendiamo professionalmente e personalmente. Uno di questi ultimi, che potrebbe non venire subito in mente, è quello della produzione dei dispositivi elettronici e in particolare dei chip che ne costituiscono il cuore. I semiconduttori, ivi inclusi i chip di memoria, i microprocessori e i circuiti integrati, sono da un po’ carenti, e questa carenza sta colpendo tutte le aziende che ne hanno bisogno, e che sono nel bel mezzo di una vera e propria crisi globale. Nonostante Apple sia più preparata ad affrontare la tempesta rispetto ad altre compagnie, nessuno sa ancora quando la crisi avrà fine.

Qual è il problema?

Come molti altri luoghi di lavoro in tutto il mondo, le fabbriche che producono questi componenti vitali hanno dovuto chiudere a causa della pandemia da COVID-19. Ciò ha portato a significativi ritardi nella produzione. Quando le fabbriche sono state in grado di tornare operative, la pandemia ha causato un tale innalzamento nella richiesta di oggetti come nuovi computer, smartphone e dispositivi intelligenti per la casa che le forniture non sono state sufficienti a soddisfare le richieste. I produttori di auto, che hanno rallentato gli ordini durante la pandemia, si sono inoltre trovati improvvisamente ad aver bisogno di ancor più componenti di questo tipo, aggiungendo un ulteriore aggravio alle richieste. Il risultato? Una globale carenza di semiconduttori, con i produttori che stanno ancora cercando di recuperare. ”I chip sono tutto”, ha affermato l’analista Neil Campling di Mirabaud a marzo.

lavoratori industria chip
I lavoratori di tutte le industrie sono stati costretti a fermarsi a causa del COVID-19,
e ora l’industria dei chip
per computer sta faticando
a tornare alla normalità.

”E in atto una tempesta perfetta di forniture e richiesta, ma in breve c’è un nuovo livello nelle richieste che non può essere soddisfatto. Tutti sono in crisi e le cose peggioreranno”. Le carenze provocate dalla pandemia sono state aggravate dal fatto che poche compagnie producono chip, il che ha provocato dei colli di bottiglia. Taiwan Semiconductor Manufacturing Company, o TSMC, è il leader globale in questo settore ed è cruciale nelle catene delle forniture, con Samsung al secondo posto. Se rallentano, tutti gli altri fanno lo stesso. In aggiunta alla pandemia, TSMC ha ricevuto pressioni dal governo taiwanese in seguito alla siccità.

A marzo la compagnia ha ridotto la quantità di acqua usata durante la produzione del 18%. Il processo produttivo di TSMC richiede moltissima acqua: si parla di 156.000 tonnellate al giorno. La compagnia si sarebbe addirittura preparata a usare dei camion per portare l’acqua in fabbrica allo scopo di mantenere la normale capacità produttiva.

Per i suoi prodotti Apple richiede più chip di chiunque altro

L’effetto su Apple

Non bisogna sorprendersi, quindi, se persino Apple è stata colpita. Dopo tutto, la compagnia richiede più chip per la sua produzione di qualsiasi altra, seguita dai rivali di Samsung. Alcuni prodotti Apple contengono ancora
i chip lntel e, anche se ora Apple progetta i suoi chip, questi devono comunque essere prodotti da altre aziende. In totale, circa il 25% degli ordini ricevuti da TSMC proviene da Apple: la compagnia è l’unica fornitrice dei chip A14 per l’iPhone 12 e fornisce in esclusiva i chip per i dispositivi mobili Apple sin dal 2015. La produzione delle GPU, ovvero
i chip grafici nei dispositivi, è stata colpita nello stesso modo.

modelli iphone 12
Le uscite dei vari modelli della gamma iPhone 12 sono state distanziate, forse a causa della carenza globale di chip.

Questo potrebbe essere uno dei motivi per cui Apple ha deciso di distanziare l’uscita dei vari modelli della gamma iPhone 12, partendo dal modello base e dal Pro prima dell’arrivo del mini e del Pro Max. In generale, comunque, la carenza di chip non ha limitato ancora la produzione dell’iPhone 12 , secondo Nikkei Asia. A ogni modo, la carenza di chip ha apparentemente ritardato il montaggio dei componenti sulle schede per l’assemblaggio finale dei MacBook.

apple mini
La carenza di chip potrebbe provocare dei ritardi nell’uscita della prossima generazione
di prodotti Apple.

Anche una parte dell’assemblaggio degli iPad è stata posticipata e i componenti per gli schermi sono carenti, il che nei primi mesi dell’anno ha spinto Apple a mettere in pausa limitata gli ordini per tali dispositivi. La catena dei fornitori di Apple è quindi in lieve difficoltà, ma al momento i clienti non hanno ancora subito le conseguenze della carenza globale di chip. Ammesso che Apple stia cercando di non spingere al massimo l’operatività dei suoi fornitori, ciò potrebbe spiegare perché gli eventi Apple nel corso dell’ultimo anno sono stati leggermente posticipati rispetto al solito. Ciò potrebbe inoltre spiegare perché l’iMac Pro sia stato messo fuori produzione a marzo, anche se in molti sperano in una motivazione migliore, ovvero l’arrivo di un nuovo modello equipaggiato con chip progettati da Apple.

E i rivali di Apple?

Se il periodo non è roseo per Apple, questo non è nulla in confronto ai potenziali problemi che la carenza globale di chip ha causato a Samsung. ”C’è un serio sbilanciamento tra le forniture di chip e le richieste globali nel settore informatico”, ha spiegato il co-presidente esecutivo Koh Dong-Jin agli azionisti. E persino possibile che Samsung salti la presentazione di alcuni prodotti per rendere più lineare la sua gamma. ”E difficile sapere se i problemi di carenza siano stati risolti al 100%”, ha aggiunto Koh Dong-Jin. Ma la situazione va oltre il mercato degli smartphone.


Le forniture delle più recenti console Xbox e PlayStation sono state ridottissime, e anche in questo caso si può supporre che la crescente popolarità di tali macchine durante la pandemia ne abbia innalzato la richiesta. Persino i costruttori automobilistici, i cui veicoli contengono computer sempre più potenti, sono stati colpiti duramente. Apple è in una posizione relativamente forte rispetto a molte altre compagnie.

chip m1
Sebbene Apple progetti ora i suoi chip, deve ancora affidarsi pesantemente ai fornitori esterni.

”I più colpiti sono stati i produttori di auto, perché sono stati gli ultimi a entrare nel settore” spiega Campling. ”Se Apple spende 56 miliardi di dollari all’anno e tale cifra è in costante crescita, a chi daranno la precedenza i fornitori?”. L’analista ha anche messo in evidenza il problema di aziende che producono chip per altre compagnie oltre a usarli per i loro prodotti. Samsung per esempio vende 56 miliardi di dollari di semiconduttori ad altre compagnie mentre ne produce un valore di 36 miliardi di dollari per sé. Per rispettare i contratti di fornitura c’è il rischio che ritardi l’uscita dei suoi prodotti mentre altre aziende che comprano i suoi semiconduttori riescono a rispettare i piani.

I chip per Apple: la catena dei fornitori

Apple sta cercando di usare sempre di più i suoi chip, ma il procedimento non è ancora completo. Anche i suoi chip del resto devono essere costruiti da altri. Scorrendo la lista dei fornitori di Apple, diversi nomi di rilievo coinvolti nella produzione di semiconduttori saltano all’occhio:

Queste compagnie dovranno smaltire gli ordini accumulati per poter aiutare Apple a tornare ai livelli delle forniture pre-pandemia.

La crisi avrà mai fine?

E difficile valutare ora come ora cosa stia succedendo nel mondo della produzione dei chip. Al di là dei prodotti consumer che tutti amiamo, ci sono implicazioni per la sicurezza nazionale dal momento che tutti i dispositivi militari di alto livello e quelli per la sicurezza richiedono dei chip. La faccenda ha raggiunto un punto talmente cruciale che ad aprile il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha organizzato un incontro con i massimi livelli di AT&T, Samsung, Alphabet, Dell, Intel, Medtronic, Northrop Grumman, HP, Cummins e Micron, oltre ai costruttori automobilistici. E c’erano anche dei consiglieri per la sicurezza nazionale.

La maggior parte degli analisti sembra concordare sul fatto che i problemi continueranno per la maggior parte del 2021, e forse anche più a lungo. Tali pressanti difficoltà saranno sicuramente prese in considerazione a Cupertino se, come sembra quasi certo, Apple vorrà lanciare un iPhone 13 tra settembre e ottobre. Detto questo, se c’è una compagnia capace di superare questo genere di sfide senza precedenti è senza dubbio quella guidata da Tim Cook e dai suoi creativi e produttivi collaboratori.

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Come collegare due monitor su MacBook Air e Pro con Chip M1

Oggi vedremo come ovviare al limite del nuovo Chip M1 di casa Apple, che purtroppo non permette di collegare più di un solo monitor esterno. Vedremo quindi passo per passo come collegare due o anche più monitor su MacBook Air e Pro che montano il nuovo e tanto blasonato Chip M1.

Come ben saprai già, i nuovi Chip M1 installati nei nuovi Macbook Air e Pro, non possono supportare più di un monitor esterno.

Questo molto spesso può essere un limite non da poco, visto che solitamente chi acquista Laptop come questi necessita si, di avere uno strumento portatile che sia leggero, facile da trasportare e poco ingombrante. Spesso si ha la necessità di lavorare anche da casa o in ufficio “trasformando” un portatile in un vero computer desktop collegando più monitor per avere appunto una facilità di lavoro più agiata e più performante.

Vediamo quindi ora come rimediare a questo fastidioso limite imposto da Apple.

Come collegare due monitor su MacBook Air e Pro con Chip M1

Collegare due monitor su MacBook M1: cosa serve

Innanzi tutto l’unica maniera (al momento) che ti può permettere di collegare due o più monitor al tuo nuovo MacBook, è di collegare un adattatore che supporti la tecnologia DisplayLInk a una delle due porte Usb-c del tuo Laptop.

Gli adattatori DisplayLink infatti, grazie a un apposito driver che dovrai installare, ti permetteranno di aggirare questo fastidioso limite.

Dopo giornate di estenuanti ricerche sul web, finalmente sono riuscito a trovare uno di questi adattatori DisplayLink che faceva al caso mio, sia in termini di prezzo che di grandezza (mi serviva un qualcosa dalle dimensioni non troppo ampie). L’adattatore in questione è il Wavlink – Adattatore USB 3.0 a HDMI che al momento in cui sto scrivendo questo articolo ha un prezzo che si aggira intorno hai 45€; Dispone della tecnologia DisplayLink necessaria e ha delle dimensioni abbastanza ridotte.

Se ne possono trovare anche altri modelli con altre caratteristiche ma quelli adatti a questo scopo e cioè con tecnologia DisplayLink sono pochi e difficili da trovare.

Se ricerchi dispositivi come questo ricordati di verificare attentamente che sulla descrizione sia presente la dicitura “Compatibile con DisplayLink” altrimenti l’intero processo non funzionerà.

Come effettuare il collegamento al MacBook M1

Visto e considerato che il MacBook ha solo due uscite Usb-C, ho optato per la soluzione con un Hub mantenendo così libera una porta Tunderbolt per connettere l’alimentazione. Consigliamo comunque di non connettere mai l’alimentazione passando attraverso un Hub o Dock Station, ma di collegarla direttamente al tuo MacBook.

L’ hub in questione che ho scelto è il VAVA Adattatore USB C 9 in1, ma in rete e soprattutto su Amazon.it ne puoi trovare di tantissime marche e modelli, l’importante è che esso abbia almeno un’uscita HDMI, e naturalmente un connettore di collegamento Usb-C.

Catena di connessione per collegare due monitor su MacBook m1

Partendo dal tuo MacBook, collega il l’Hub tramite Usb-C e successivamente collega il tuo adattatore DisplayLink all’Hub. Fatto ciò potrai collegare il primo Monitor con un cavo HDMI che parte dall’Hub principale, successivamente collega il secondo monitor sempre usando un cavo HDMI che parte dall’adattatore DisplayLink. Può a un primo impatto sembrare un collegamento difficile ma ti assicuro che non lo è, e per semplificarti le cose ti lascio qui sotto uno schema illustrativo.

schema collegamento monitor

Come puoi vedere il procedimento è davvero semplice e intuitivo, in questo esempio ti ho illustrato come collegare 2 monitor su MacBook Air e Pro, ma volendo grazie agli adattatori DisplayLink puoi arrivare fino a 6 monitor condivisi, non male no?

Bene, ora una volta capita la catena di collegamenti passiamo al lato software e ti mostrerò come installare il driver DisplayLink sul tuo MacBook.

Installare questo driver è davvero semplicissimo, ti basterà recarti sul sito DisplayLink.Com e successivamente cliccare sulla sezione Download che trovi nella barra del menù in alto a destra.

Una volta effettuato il download clicca sul file e inizia l’installazione dell’app DisplayLink

Ad installazione avvenuta recati sulle tue applicazioni clicca e apri l’app DisplayLink Manager, apparirà quindi un messaggio che ti chiederà di autorizzare le impostazioni della privacy per la registrazione dello schermo.

Clicca su preferenze di sistema consenti l’accesso alle impostazioni della privacy cliccando sul lucchetto in basso a sinistra e inserisci la tua password di sistema.

Spunta la casella inerente a DisplaLink Manager e successivamente clicca su esci e riapri. Fatto ciò sarai pronto ad usare i tuoi due monitor esterni.

Impostazioni monitor collegati al Macbook Air e Pro

Eseguiti tutti questi passaggi finalmente potrai goderti i tuoi due monitor esterni e se vuoi, potrai anche tenere attivo il monitor del tuo MacBook ed avere quindi tre schermi separati.

Apri Preferenze di Sistema sul tuo Mac e clicca sull icona Monitor, seleziona la voce “Disposizione” ecco che ti apparirà il menù per gestire i tuoi monitor.

In questa sezione potrai gestire come posizionare i tuoi monitor condivisi compreso quello principale del tuo MacBook, il monitor principale sarà quello con la barra bianca nel caso tu decida di tenere attivi tutti e tre gli schermi.

Potrai quindi selezionare i tuoi monitor e spostarli a tuo piacimento.

Se vuoi utilizzare solo i due monitor esterni tenendo chiuso il tuo MacBook Air o Pro dovrai necessariamente tenere collegata l’alimentazione al tuo dispositivo, altrimenti solo uno dei due esterni potrà funzionare.

N.b. Se ti preoccupa il fatto di lasciare l’alimentazione inserita, non devi aver nessuna paura nel farlo, anzi se utilizzi molto il tuo laptop è sicuramente meglio lasciare l’alimentazione collegata.

Infatti il Macbook è provvisto di un dispositivo che automaticamente stacca la carica della batteria interna (una volta raggiunta la piena carica) e si alimenta solo tramite l’alimentatore esterno salvaguardando la durata nel tempo della batteria.

Se invece vorrai mantenere attivi solamente i due monitor esterni ti basterà chiudere il tuo MacBook Air o Pro con Chip M1e collegare il cavo di ricarica.

Conclusioni

Come vedi ovviare a questa limitazione del nuovo Chip M1 Apple è molto semplice e sicuramente per chi ha questa esigenza e per chi lavora dall’ufficio o da casa in Smart Working utilizzando MackBook M1 è “una vera manna dal cielo”

L’unico limite se così vogliamo chiamarlo è che non è possibile attivare l’opzione Night Shift nativa, infatti se proverai ad attivarla questa verrà impostata solo su un monitor.

Il mio consiglio se vorrai usare questa modalità è di attivarla direttamente dal menù dei tuoi monitor.

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