La nuova versione di Opera utilizza intelligenza artificiale operante in locale, eliminando la necessità di connessioni a internet per il suo funzionamento.
Nell’era digitale contemporanea, la questione della protezione della privacy e della sicurezza su Internet è diventata sempre più cruciale. In questo contesto, l’intelligenza artificiale si è dimostrata una delle tecnologie più potenti e promettenti, anche se ha suscitato preoccupazioni riguardo alla gestione dei dati personali e alla sicurezza delle informazioni sensibili. È in questo scenario che Opera ha presentato un nuovo e innovativo passo avanti nel settore della privacy online con il suo browser Opera One.
Le novità di Opera Developer
Molto tempo fa, Opera aveva introdotto il proprio assistente virtuale, Aria, simile a Copilot di Microsoft e ChatGPT di OpenAI. La nuova sperimentazione riguarda invece un’intelligenza artificiale che funziona localmente, eliminando la necessità di connettersi a Internet eccetto per il download iniziale del modello linguistico da utilizzare. Questa innovazione è stata presentata da Opera all’interno del programma Al Feature Drops ed è basata sul framework open source Ollama.
Questa nuova funzionalità non solo rappresenta un significativo passo avanti tecnologico, ma ha anche il potenziale per influenzare il panorama dei browser Web. Attualmente, Opera permette di scegliere tra vari modelli di grandi dimensioni (LLM, Large Language Model) da scaricare, che possono avere dimensioni comprese tra 2 e 10 GB, con alcuni modelli specifici che superano i 40 GB. Tra i modelli disponibili per il download ci sono anche Lama di Meta e Gemma di Google, oltre ad altri con specifiche caratteristiche riassunte.
Per utilizzare questa nuova funzionalità di Opera, è necessario eseguire l’aggiornamento alla versione più recente di Opera Developer e seguire le istruzioni fornite nelle relative guide.
La guida per integrare l’IA in Opera
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Tanti modelli per ogni esigenza
I modelli LLM si distinguono per le loro capacità specifiche in diversi ambiti rispetto ad altri modelli. Ecco alcuni modelli da considerare insieme alle loro caratteristiche distintive:
Phi-2: Rilasciato da Microsoft Research, è un modello linguistico con 2,78 miliardi di parametri. Si distingue per le sue grandi capacità di ragionamento e comprensione del linguaggio. Secondo i suoi creatori, è due volte più potente e capace rispetto a sistemi più grandi come Llama 2 di Meta.
Mixtral: Questo modello ha ottime capacità di riassunto, classificazione, traduzione e completamento di testi. Dimostra un’elevata capacità nel rispondere in modo coerente alle interrogazioni, con un punteggio di 8,3 su MTBench, comparabile a quello ottenuto da GPT-3.5.
Code Llama e WizardCoder: Questi modelli sono progettati per supportare la generazione di codice. Supportano numerosi linguaggi di programmazione ampiamente utilizzati come Python, C++, Java, PHP, Typescript (JavaScript), C#, Bash e altri. Possono essere utilizzati per completare porzioni di codice preesistenti e risolvere bug.
Wizard-Math: Questo modello ha grandi capacità di ragionamento matematico. Migliora le capacità di ragionamento matematico di Llama-2, come confermato da esperimenti su due benchmark di ragionamento matematico (GSM8k e MATH). Rivela straordinarie capacità matematiche, superando tutti gli altri LLM open source con un margine sostanziale.
Scopri le mille risorse messe a disposizione da Google Chrome, software di navigazione numero uno al mondo.
Software indispensabile tra quelli che non dovrebbero mai mancare nella dotazione standard di un PC, Chrome è uno dei browser tra i più diffusi oggi disponibili in Rete. Veloce, potente ed evoluto, permette una navigazione sicura ed efficiente, la gestione multischeda e multifinestra, la navigazione in modalità anonima, la personalizzazione del layout di visualizzazione e il potenziamento delle proprie funzionalità tramite componenti aggiuntivi. Vediamo da vicino alcune delle sue più interessanti caratteristiche.
Per installare Chrome su sistemi operativi che utilizzano Windows 10/Windows 7 a 64 bit scarichiamolo da qui. Nel caso di OS Windows a 32 bit, invece, clicchiamo qui. Una volta lanciato l’eseguibile prescelto, seguiamo alcune semplici istruzioni a video per portare a termine l’installazione. Una volta lanciato l’eseguibile prescelto, seguiamo alcune semplici istruzioni a video per portare a termine l’installazione.
Per scegliere Google Chrome come browser predefinito di sistema clicchiamo su Start di Windows e successivamente su Settings. Clicchiamo Apps/ Default Apps.
Nella colonna di destra clicchiamo l’ultima icona in basso nella sezione Web Browser, quindi selezioniamo l’icona corrispondente a Google Chrome dal menu Choose an App. Chiudiamo la finestra Settings/Default Apps cliccando la X visibile in alto a destra.
Per impostare una lingua in Google Chrome, ad esempio l’italiano quando quella attivata di default è l’inglese, clicchiamo il pulsante con i tre punti verticali visibile in alto a destra nell’interfaccia principale, quindi clicchiamo Settings dal menu. Dalla colonna di sinistra scegliamo Advanced/Languages. Clicchiamo la freccina a destra della sezione Language.
Clicchiamo il link Add languages. Scorriamo fino a trovare Italian – Italiano, spuntiamo la casella corrispondente e clicchiamo Add. Attendiamo qualche secondo che la lingua selezionata venga caricata. Clicchiamo i tre puntini verticali visibili a destra della lingua Italian, spuntiamo la casella Display GoogleChrome in this language, clicchiamo Relaunch e il gioco è fatto.
Chrome mette a disposizione una modalità di navigazione che consente, sia pur con qualche limitazione, di navigare in Rete in maniera anonima, ossia senza lasciare traccia sul computer locale di siti visitati e pagine aperte, ma anche senza memorizzare cookie o dati inseriti nei moduli di compilazione.
Per abilitarla clicchiamo i tre puntini visibili in alto a destra nell’interfaccia, quindi clicchiamo la voce di menu Nuova finestra di navigazione in incognito. In alternativa possiamo premere la combinazione di tasti Ctrl + Maiusc + N. Una schermata e una modalità di visualizzazione apposite ci avvertono che ci troviamo in modalità Incognito.
Google Chrome permette di personalizzare alcuni aspetti relativi alla visualizzazione, come le dimensioni del carattere, il tipo di font, lo zoom delle pagine. Clicchiamo i tre puntini visibili in alto a destra nell’interfaccia, clicchiamo Impostazioni. Clicchiamo, nella colonna di sinistra, la voce Aspetto.
Per modificare il corpo-carattere clicchiamo il menu Dimensioni carattere e selezioniamo l’opzione desiderata tra quelle disponibili. Cambiamo font cliccando sul menu Personalizza caratteri, quindi selezioniamo il tipo di carattere prescelto. Per modificare lo zoom di default delle pagine quando accediamo a un sito, clicchiamo il menu Zoom delle pagine, quindi selezioniamo la percentuale che meglio si adatta alle nostre esigenze.
Google Chrome può essere arricchito di funzionalità interessanti installando componenti di terze parti chiamate Estensioni. Colleghiamoci qui. Selezioniamo, nella colonna di sinistra, la voce Estensioni.
Per installare un’estensione tra quelle disponibili clicchiamo sulla miniatura corrispondente all’estensione prescelta. Clicchiamo il pulsante Aggiungi visibile in alto a destra e successivamente su Aggiungi estensione. Qualche secondo e il gioco è fatto.
Tutto quello che scarichiamo durante la navigazione in Rete, Google Chrome lo archivia in una cartella predefinita. Per modificarla e personalizzarla procediamo nel modo seguente. Clicchiamo il pulsante con i tre puntini in alto a destra nell’interfaccia e scegliamo Impostazioni.
Nella colonna di sinistra clicchiamo la voce Avanzate e quindi Download. Nella colonna di destra clicchiamo Cambia. Selezioniamo il percorso relativo alla cartella in cui desideriamo salvare i file scaricati tramite Google Chrome, quindi clicchiamo Select Folder per completare le impostazioni.
Tutte le estensioni (funzioni extra per Chrome) possono essere gestite in una sezione specifica del programma che consente di abilitarle/disabilitarle o rimuoverle. Clicchiamo sul pulsante con i tre puntini in alto a destra e accediamo a Impostazioni; poi su Estensioni.
Per rimuovere un’estensione usiamo Rimuovi visibile nella sezione corrispondente all’estensione che desideriamo eliminare. Per abilitare/disabilitare un’estensione è sufficiente utilizzare l’interruttore visibile in corrispondenza dell’estensione. Da Dettagli possiamo visualizzare le informazioni inerenti l’estensione selezionata.
Google Chrome tiene traccia dell’attività di navigazione in una sezione denominata Cronologia, utile per aumentare la velocità prestazionale del programma e per andare a recuperare, all’occorrenza, siti e pagine visitate tempo prima e di cui non si ricorda l’indirizzo. Ma Chrome trattiene anche tutta una serie di dati, dai cookie alle password che si è deciso di memorizzare per la compilazione automatica tramite browser. Ebbene, per motivi di sicurezza e di privacy, è consigliabile eliminare periodicamente questi dati.
Per farlo clicchiamo il pulsante con i tre puntini in alto a destra nell’interfaccia, quindi clicchiamo Impostazioni. Accediamo a Cronologia, e ancora Cronologia. In alternativa possiamo premere la combinazione di tasti Ctrl + H. Dal menu di sinistra clicchiamo Cancella dati di navigazione. Nel menu Intervallo di tempo selezioniamo l’opzione Dall’Inizio e clicchiamo il pulsante Cancella Dati.
Google Chrome viene costantemente aggiornato per potenziarne le funzionalità, aumentarne la velocità di esecuzione e innanzitutto la sicurezza. Per verificare la disponibilità di un nuovo aggiornamento e procedere all’upgrade clicchiamo il pulsante con i tre puntini visibile in alto a destra nell’interfaccia. Clicchiamo su Impostazioni e, dalla colonna di sinistra, Informazioni su Chrome.
Da qui verifichiamo se il programma è aggiornato all’ultima versione disponibile, ed eventualmente procediamo all’aggiornamento cliccando il pulsante corrispondente.
Brave, il browser Web attento alla privacy. Questo software indipendente promette una navigazione più veloce grazie al blocco dei cookie di tracciamento e degli annunci pubblicitari.
Progettare un nuovo browser rappresenta sicuramente una sfida tra le più ardue da accettare per chi sviluppa software. Occorre in primis puntare su caratteristiche che distinguano il nuovo programma e lo rendano unico; è il caso di Brave.
Questo browser open source nato nel 2016. Realizzato da Brave Software e basato su Chromium, il progetto open source sviluppato da Google da cui discendono anche Chrome, Mozilla Firefox e Opera.
Brave si distingue per una rigorosa attenzione alla protezione della privacy. Caratteristica che si riflette anzitutto nel blocco dei cookie di tracciamento e degli annunci pubblicitari.
A ciò si accompagna un’esperienza utente più che soddisfacente. Caratterizzata da una velocità di navigazione che è più elevata rispetto a quella di altri browser concorrenti.
Dove scaricarlo
Per scaricare il browser basta accedere al sito www.brave.com e fare clic sul pulsante “Download Brave“, quindi lanciare la semplice procedura di installazione.
Come passo successivo, Brave propone all’utente l’importazione di preferiti e impostazioni provenienti dagli altri browser già installati sul sistema. Nello specifico, si può scegliere se importare la cronologia di navigazione, l’elenco di preferiti e segnalibri, le password salvate e le impostazioni attive per i motori di ricerca.
Completata questa fase, ci si può dedicare alla navigazione Web.
La comune matrice di provenienza rende Brave molto simile a Chrome, e ciò ne facilita l’utilizzo.
Ciò che colpisce dopo le prime sessioni di navigazione è la velocità di caricamento con cui vengono mostrati i siti cercati.
Il merito va alle funzioni di protezione presenti, definite all’interno della componente Shields. Difatti nella modalità standard (attiva in automatico) permette di bloccare indicatori, annunci e relativi tracciamenti, nonché cookie cross site.
Questa impostazione non solo riduce i tempi di caricamento delle pagine, agevolando quindi la navigabilità, ma migliora anche la protezione. Tutto questo grazie anche all’utilizzo di connessioni sicure mediante il protocollo Https.
Basta un click
Per capire meglio cosa accade, basta posizionarsi su una pagina Web caricata da Brave e fare clic sull’icona di Brave Shields presente accanto alla barra che ospita l’indirizzo della pagina.
Nella finestra che si apre si possono scoprire gli effetti dell’applicazione delle impostazioni predefinite e cosa cambia variandole.
Le statistiche permettono di sapere quanti indicatori e annunci, script e cookie cross site sono stati bloccati, se ci sono connessioni aggiornate a Https e se è stato bloccato o meno il tracciamento via finger Printing.
Come si può intuire, l’impostazione predefinita rappresenta la classica via di mezzo tra un approccio permissivo e uno invece più rigido e attento.
Si consiglia di mantenere poiché consente di proteggersi senza subire eccessive restrizioni.
Protezioni
Volendo comunque modificare le impostazioni predefinite, basta accedere al gruppo “Protezioni” della sezione “Impostazioni”. Si può anche modificare la visualizzazione in Shields evitando di far comparire sull’icona il numero di oggetti bloccati.
Sicurezza e Privacy
Altre impostazioni su cui operare interessano il gruppo “Sicurezza e privacy”, a partire dal completamento automatico di ricerca e Url, con la possibilità di decidere se inviare o meno al motore di ricerca predefinito alcune ricerche dalla barra degli indirizzi e dalla casella di ricerca, nonché alcuni cookie.
Nello stesso gruppo si possono gestire la cancellazione dei dati di navigazione, il comportamento da intraprendere in relazione ai cookie, con possibilità di adottare strategie personalizzate abilitando eventuali siti che possono essere invece esentati dal blocco, e poi ancora le impostazioni di navigazione sicura, per proteggere da siti non sicuri già noti o per avvisare l’utente quando sta per aprire siti che non supportano il protocollo Https.
Blocco dei social media
Un’altro gruppo delle impostazioni è “Blocco dei social media”, dove si può decidere se permettere il pulsante di accesso Google su siti di terze parti, gli accessi a Facebook, post e tweet incorporati e i post integrati di Linkedin.
InterPlanetary File System
Più complessa è l’area Ipfs, dove si gestiscono gli aspetti di privacy del nodo locale e del gateway del protocollo di comunicazione InterPlanetary File System (Ipfs), in sostanza una rete peer-to-peer per l’archiviazione e la condivisione di dati in un file system distribuito.
La logica adoperata in questo caso è quella di uno spazio di archiviazione associativo, nel quale ogni file viene identificato in modo univoco e dove tutti i dispositivi di calcolo sono connessi tra loro.
È quindi un sistema distribuito alternativo a quello centralizzato basato sul protocollo Http, in cui accedere a un contenuto significa raggiungere uno specifico server.
Brave è il primo browser con supporto nativo Ipfs, poiché consente a ciascun suo utente di installare e avviare un nuovo nodo da utilizzare per connettersi ad altri nodi sulla rete Ipfs, allo scopo non solo di raggiungere risorse appartenenti alla rete, ma di erogare a sua volta contenuti distribuiti.
Questa impostazione porta con sé alcuni vantaggi, a partire da una velocità di navigazione più elevata, poiché i contenuti più cercati sono custoditi in nodi che si trovano più vicino e quindi più facilmente raggiungibili, con costi più bassi rispetto a un hosting tradizionale.
Ci sono però altri aspetti da tenere in conto, primo fra tutti il fatto che, scegliendo di attivare il protocollo Ipfs, si decide indirettamente di venir censiti sull’apposita tabella DhtDistributed Hash Table con uno specifico identificativo PeerID associato al proprio indirizzo Ip.
Questo rappresenta senz’altro un limite ai fini del mantenimento della privacy.
Estensioni
La homepage di Brave si caratterizza per uno sfondo con foto che funge da dashboard, rivelando le principali informazioni statistiche sull’attività registrata dal browser nel corso del suo utilizzo.
In alto a sinistra sono riportati il totale di indicatori e annunci bloccati, nonché i risparmi in termini di banda e tempo: ovviamente si tratta di informazioni che iniziano ad avere senso man mano che l’utilizzo di Brave cresce.
Più in basso, troviamo le icone dei siti più visitati o di quelli visitati di recente, integrabili con altre voci secondo le preferenze dell’utente.
Troviamo le news, personalizzabili in base a un sistema di preferenze che offre tante alternative spaziando per tipologia di fonti.
Nella homepage troviamo la cronologia di navigazione, per Ricompensee Criptovalute e per Brave Talk, la sezione che permette di avviare videochiamate private invitando amici.
Consente di effettuare chiamate con un numero massimo di quattro partecipanti.
La comune matrice Chromium rende Brave capace di installare le estensioni di Chrome.
Quelle già disponibili all’interno delle “Impostazioni” comprendono Hangouts, Media Router e Widevine.
È garantito anche il supporto del software open source Tor per la navigazione privata; utilizzando questa tecnologia, la connessione non avviene direttamente al sito Web.
In questo modo viene garantito un buon livello di sicurezza e privacy, a fronte tuttavia di una maggiore lentezza nelle sessioni di navigazione.
Brave Wallet
Esiste un portafoglio di criptovalute, chiamato Brave Wallet, il cui scopo è memorizzare, gestire e scambiare varie tipologie di moneta virtuale.
Il wallet è accessibile direttamente dalla sezione “Portafoglio” del browser.
Numerose sono le divise supportate, che possono essere aggiunte al portafoglio dopo aver creato una propria utenza, con la possibilità di operare mediante acquisto, invio e swap, oltre a tener traccia in tempo reale del saldo.
Rewards
L’utente può incrementare il proprio salvadanaio fatto di Bat, visualizzando i banner pubblicitari e facendo sì che una parte dei guadagni sia riconosciuta anche a chi ha creato contenuti ritenuti di interesse.
Essi possono essere utilizzati per acquistare criptovalute, e tutto avviene senza che Brave raccolga i dati personali degli utenti né la cronologia di navigazione.
Wordle finito in mano al “Nyt”. Il gioco di parole online ha spopolato nel giro di pochi mesi, tanto da essere acquistato dal giornale americano.
Josh Wardle, un ingegnere software di Brooklyn, che per amore del suo partner ha inventato nell’ottobre 2021 Wordle, un gioco enigmistico di quelli che ormai ci fanno impazzire sui nostri smartphone e che è finito diritto nell’apposito canale del New York Times.
Sei tentativi per indovinare una parola che ogni giorno è la stessa per tutti in tutto il mondo. Lanciato a ottobre, il gioco di parole online gratuito Wordle ha conquistato milioni di utenti giornalieri in pochi mesi.
Il suo successo ha attirato il New York Times, che ha deciso di acquistarlo per un milione di dollari. Il giornale americano ospita già sul suo sito una popolare sezione di enigmistica e giochi.
Wordle è molto semplice.
Lo scopo è indovinare una parola di 5 lettere procedendo per tentativi. Ogni volta che si inserisce una parola, il sistema colora una lettera di verdese è presente nella parola da indovinare e se è al posto giusto, di giallo se è presente ma al posto sbagliato, di grigio se non è presente.
Fallendo sei tentativi, la parola viene svelata e si può riprovare solo il giorno successivo.
Il creatore e programmatore Josh Wardle ha detto che lavorerà con il team del quotidiano per mantenere inalterato lo storico dei punteggi di tutti i giocatori e che Wordle rimarrà gratuito anche quando sarà ospitato sul sito del New York Times.
Ne esiste anche una versione in italiano. Non è una versione ufficiale, ma è stata creata dal data scientist Pietro Peterlongo. Si chiama Parole, clicca qui per iniziare a giocare anche tu!
Google Chrome offre moltissime estensioni, alcune delle quali molto utili.
Le estensioni di Google Chrome sono dei mini software che si installano nel browser per ampliarne le funzionalità. Quali sono e la loro utilità. Scopriamolo insieme!
Google Chrome non ha di certo bisogno di presentazioni. D’altronde ci troviamo di fronte al browser più utilizzato al mondo, che in relativamente poco tempo è riuscito a conquistare la fiducia di milioni di persone là fuori. Un successo sicuramente meritato, e che deriva da molteplici fattori. Prima di tutto, è uno strumento realizzato dal colosso di Mountain View, dunque altamente pubblicizzato da quello che è uno dei colossi della rete. Inoltre, è particolarmente rapido nel caricare pagine e contenuti, gode di un’interfaccia utente accattivante ed intuitiva, e supporta tutti gli standard web più avanzati.
Senza considerare che è del tutto compatibile con le principali piattaforme desktop e mobile, per dati e informazioni sempre sincronizzate. Non solo, da non sottovalutare è pure l’alto tasso di personalizzazione che offre, sia dal punto di vista estetico, tramite temi e icone, che delle funzionalità, grazie alle cosiddette estensioni. Proprio loro sono protagoniste di questa guida, in cui esploreremo le migliori estensioni Chrome da scaricare per migliorare l’esperienza di utilizzo del browser firmato Google.
Estensioni di Google: cosa sono?
Prima di scoprire insieme quali sono le migliori estensioni Chrome da installare, è bene capire cosa siano questi preziosi strumenti messi a disposizione dalla stessa Google e da produttori terzi. Per farla molto semplice, le estensioni sono dei piccoli programmi software che si installano direttamente nel browser andando ad ampliarne le funzionalità.
E’ disponibile una vasta mole di estensioni. Sono tutte scaricabili gratuitamente e forniscono le più varie funzioni.
Per esempio se si leggono i quotidiani stranieri e si ha bisogno di una traduzione rapida, se si vuole ricevere in tempo reale notifiche sulla posta in arrivo. Oppure se si vuole avere qualunque tipo di informazioni o di utilità, le estensioni sono quello che fanno al caso nostro. Chi si intende di internet può anche progettare la propria estensione, tuttavia si presume che se state leggendo questo articolo non siate ancora pronti per questo passo. Ne parleremo eventualmente un’altra volta.
Sempre come informazione preliminare, è importante rendersi conto che non è necessario installare e utilizzare tutte le estensioni a disposizione: anzi, il consiglio è quello di concentrarsi solo su quelle realmente utili in base alle nostre esigenze, tenendo conto che ogni addon aggiunto al browser comporta un aumento delle risorse di sistema consumate in termini di RAM.
Come scegliere un’estensione di Google Chrome
Se vi siete decisi a scegliere un’estensione per rendere ottimizzare al meglio la vostra esperienza di navigazione con Google Chrome, è necessario che consultiate questo link . Questa è la pagina ufficiale di Google che riepiloga tutte le estensioni attualmente disponibili (ogni browser ha una pagina ufficiale dedicata: ecco quella per Firefox e quella per Internet Explorer. Tuttavia in questo articolo ci interessiamo di Chrome). Come si può vedere dall’immagine, nelle pagina principale le estensioni sono raggruppate per diversi criteri. E’ possibile entrare in ognuno di questi (popolarità, più recenti, le migliori, in primo piano) per avere a disposizione un elenco completo.
In più, non tutte le estensioni di Chrome sono totalmente affidabili, soprattutto in termini di privacy. Per funzionare, infatti, richiedono dei permessi specifici, che possono essere più o meno avanzati e avere accesso completo ai dati di navigazione. È quindi consigliabile installare componenti di questo tipo solo se siamo convinti al 100% della bontà della loro provenienza.
Le migliori estensioni su Chrome
Fatte le dovute premesse, possiamo ora immergerci nell’universo delle migliori estensioni Chrome. Quelle che, di fatto, vale la pena installare sul proprio browser web di fiducia. Come già accennato, la raccomandazione è quella di non installarle tutte, ma di individuare tra quelle consigliate le più indicate per le nostre particolari esigenze.
La lista presente poco più in basso spazia tra addon di diversi produttori e dalle svariate feature, che possono rendere Google Chrome realmente più completo per ogni tipologia di utente.
LastPass – gestore password
Tra le migliori estensioni per Chrome, non poteva di certo mancare un gestore password. Tra i tanti servizi validi che offrono funzioni simili, spicca nella massa LastPass, particolarmente efficace per conservare e nascondere tutti i nostri dati di accesso ai vari siti che siamo soliti visitare.
L’obiettivo di un addon di questo tipo è quello di avere a disposizione password per i diversi account sempre diverse e difficili, che per di più non dovranno essere ricordare a memoria. Sarà infatti lo stesso LastPass ad inserirle al posto nostro, rendendoci la vita più semplice e soprattutto più sicura.
HTTPS Everywhere
A chiunque di noi sarà capitato di imbattersi in un sito la cui navigazione non è sicura. Per ovviare al problema, tra le estensioni di Google Chrome è presente anche HTTPS Everywhere. Il programma permette di forzare la navigazione sui siti classificati come non sicuri, consentendo l’utilizzo della versione più sicura della pagina di nostro interesse, vale a dire quella che utilizza il protocollo HTTPS. L’estensione va lasciata sempre attiva in background, ed è molto semplice da scaricare e installare.
The Great Suspender
Tra le svariate estensioni di Chrome, una molto utile è anche The Great Suspender, pensata per gli utenti più disordinati. L’addon, non a caso, va a rivelarsi assai prezioso quando siamo soliti navigare su più schede contemporaneamente, utilizzando di riflesso molte risorse del nostro dispositivo.
The Great Suspender permette di mettere in pausa una scheda e liberare la memoria dai dati caricati. Naturalmente l’estensione ci lascia impostare liberamente il suo tempo d’azione, mentre per riprendere la normale navigazione del sito basterà ricaricare la pagina o cliccare direttamente sull’icona di pausa.
Grammarly
Grammarlynon è solo un’estensione di Chrome. Il programma è infatti disponibile per tutti anche come applicazione standalone o come servizio diretto sul sito web. Quando viene utilizzata su Google Chrome, va a controllare tutti i testi che scriviamo in lingua inglese, correggendoli al posto nostro. L’aspetto più interessante è che la correzione non è limitata solo alla scrittura di una parola in particolare, ma sull’intero testo.
L’addon andrà quindi a proporci di riformulare la frase in modo migliore, dandole senso e intonazione corretti. Possiamo inoltre scegliere la scrittura cambiando tono tra quello formale, amichevole o neutrale, selezionando pure la scrittura con un inglese classico britannico, americano o canadese.
Session Buddy
Nella lista delle migliori estensioni per Chrome dobbiamo citare anche Session Buddy, con cui creare il salvataggio di una nostra sessione di navigazione sul web. Questo strumento si rivela molto comodo quando tutte le schede che abbiamo aperto sul browser sono indispensabili per il nostro lavoro.
Ad esempio, possiamo conservare una sessione di navigazione mentre ci dedichiamo ad una particolare ricerca. Non solo, l’addon dispone di un sistema di sincronizzazione e di esportazione di un backup, così da spostare facilmente queste sessioni su un altro computer.
Dark Reader
Dark Reader è lo strumento giusto per tutti quelli tra noi che apprezzano la possibilità di navigare in dark mode su qualsiasi pagina si desideri. L’estensione serve per trasformare una pagina web e attivare una dark mode manuale.
Il funzionamento è molto semplice ed efficace, con un effetto visivo assai piacevole e che non interferisce con quei siti che possiedono già una modalità scura nativa, pensiamo a YouTube o alla versione desktop di Facebook. Spazio anche alla personalizzazione intervenendo su alcuni parametri, come contrasto, luminosità e scala di grigi.
MyBib
Gli studenti, quelli universitari in modo particolare, apprezzeranno sicuramente MyBib tra le varie estensioni scaricabili da Google Chrome.
Non a caso, il tool in questione è indicato per coloro che devono svolgere una ricerca online, andando a citare velocemente un sito e aggiungendolo nella bibliografia. Una volta selezionato il formato corretto, viene creato un testo già formattato da copiare e incollare nel nostro documento.
Hunter
Passiamo poi a Hunter, dedicata a chi vorrebbe contattare il servizio clienti di un sito, senza però trovare riferimenti in rete. In mancanza di contatti, l’estensione fa una scansione del web per identificare tutte le email collegate a quella pagina. Non funziona al 100% su tutti i siti, ma è efficace nella maggior parte delle situazioni, semplificandoci la vita ed evitandoci una ricerca potenzialmente infruttuosa.
Picture-in-Picture Extension
Tra le migliori estensioni di Chrome create da Google c’è Picture-in-Picture Extension, che permette di attivare la modalità Picture-in-Picture, o PiP, per i video in riproduzione nel browser. Questo significa che è potremo tranquillamente passare ad altre schede o addirittura ad altre applicazioni continuando a vedere il video in riproduzione, in un riquadro più piccolo da spostare comodamente sullo schermo.
User Agent Switcher
L’estensione di Google Chrome chiamata User Agent Switcher è utile invece quando vogliamo far credere al sito che stiamo visitando che il nostro browser è diverso da quello che stiamo in realtà utilizzando.
Uno strumento decisamente comodo quando vi è la necessità di navigare in portali molto vecchi che permettono una perfetta compatibilità solo con Internet Explorer, ormai accantonato e sostituito dal più scattante Microsoft Edge.
Altre estensioni Chrome
Per chiudere la carrellata delle migliori estensioni di Chrome, ecco qualche altro nome affidabile e funzionale. Da OneTab, che permette di raggruppare le schede aperte in un’unica pagina per riaprirle in un secondo momento, così da limitare il consumo di RAM da parte di Google; passando per BlockSite, che permette di bloccare l’accesso ai siti indesiderati, e Video DownloadHelper, estensione di Chrome per scaricare i video riprodotti in qualsiasi pagina web; arrivando poi a Pushbullet, che consente di scambiare file con Android, ricevere le notifiche dal proprio smartphone/tablet sul PC e rispondere a queste ultime direttamente dal computer.
Come disinstallare le estensioni su Google Chrome?
Quando decidiamo di rimuovere un’estensione installata nel browser Google Chrome (l’operazione si può effettuare anche con gli altri browser disponibili in commercio, tuttavia come abbiamo ricordato nei nostri articoli precedenti, in questa sede ci occupiamo del browser di Big G), è necessario procedere con pochi e semplici passi.
Innanzitutto bisogna posizionarsi sull’icona delle estensioni in alto a destra del browser, selezionare quella relativa a Google Translate e, dopo aver fatto click destro, selezionare la voce Disinstalla.
Il browser propone una finestra di conferma dell’operazione. Cliccando su Disinstalla, la situazione torna a quella che precede il Passo 3. Se l’estensione è l’unica a essere stata installata sul browser, l’icona delle estensioni sparisce definitivamente.
Breve guida su come bypassare il blocco del tasto destro del mouse quando, ad esempio, vogliamo scaricare qualcosa.
E’ capitato un po’ a tutti di visitare una pagina web particolarmente interessante e di voler scaricare quella bellissima immagine presente sulla home page; ma ecco che a questo punto, mentre ti accingi a premere il tasto destro del mouse per selezionare “salva immagine”, ti accorgi che non accade nulla. Il tasto destro del mouse é disabilitato e non ti permette di compiere alcuna azione.
Perché succede questo?
Questa limitazione deriva da una protezione inserita all’interno della pagina web a livello di codice che inibisce qualsiasi intervento sulle pagine del sito. Peccato pensi, mi sarebbe piaciuto poter scaricare quella foto o selezionare quel testo sulla pagina. Ma non dispiacerti troppo, perché in campo informatico per ogni restrizione esiste una soluzione che ci offre la possibilità di aggirarla.
Come aggirarlo?
Alcuni amministratori di siti web inseriscono degli script di codice, generalmente nel linguaggio Javascript, all’interno delle pagine del sito, per disabilitare le funzioni del tasto destro del mouse allo scopo di impedire il copia incolla dei contenuti delle pagine e il download di immagini. Questa pratica più che un impedimento risulta essere un deterrente, poiché facilmente aggirabile.
Sbloccare le funzioni del tasto destro del mouse
Dato che ci é impossibile intervenire direttamente sul codice della pagina web, i sistema più semplice per bypassare il blocco del tasto destro del mouse é agire a livello di browser, il quale fungendo da tramite tra la pagina web e la sua visualizzazione, ci consente di alterare alcuni aspetti funzionali legati alle pagine online. Sono stati anche creati appositi plugin da installare sul browser, i quali annullano le restrizioni Javascript inserite all’interno delle pagine web.Ma procediamo con ordine e vediamo tutte le soluzioni per aggirare il blocco del tasto destro del mouse, alcune delle quali applicabili direttamente sul browser in uso.
Per aggirare la protezione del tasto destro puoi applicare metodi differenti a seconda del browser utilizzato.
Aggirare la protezione del tasto destro del mouse direttamente dal browser
Una soluzione pratica che consente di ripristinare il consueto menu del tasto destro del mouse, consiste nell’annullare il blocco determinato da una funzione Javascrit, digitando la seguente stringa di codice in una qualunque pagina di internet, che non sia interessata dal blocco in questione. Puoi per esempio aprire Google e digitare nella barra degli indirizzi il seguente codice e premere il tasto “Invio“:javascript:void(document.oncontextmenu=null) Ciò annullerá la precedente restrizione imposta da Javascript.
Esistono anche altre soluzioni se il tentativo sopra descritto non dovesse risultare efficace. Senza intervenire installando applicazioni esterne, puoi disabilitare la funzione Javascript direttamente sul tuo browser di riferimento. Vediamo come fare per riabilitare il tasto destro del mouse.
Firefox Mozilla
Utilizzando i browser più comuni, come appunto Firefox Mozilla, é possibile aggirare la protezione del tasto destro del mouse disabilitando la funzione Javascript. Mozilla ha eliminato la possibilità di gestire i contenuti Javascript tramite il menu del browser. Per cui dovrai arrivarci seguendo una strada alternativa, ma altrettanto immediata. Apri il tuo browser Mozilla e digita nella barra degli indirizzi il seguente comando: about:config e premi il tasto “Invio” sulla tastiera. Successivamente clicca su “Accetta il rischio e continua” per accedere ai parametri interni di Mozilla:
A questo punto digita all’interno del campo di ricerca, il termine: javascript.enabled Noterai che il valore di riferimento di Javascript è impostato su “True“, il che significa che la funzione è attiva.er disabilitarla, clicca sull’icona di destra, per convertire il valore in “False“:
Ecco che ora il valore di riferimento di Javascript risulta essere false, quindi disabilitato:
Google Chrome
Anche con Chrome é possibile bypassare il blocco In alternativa sempre su Chrome, clicca sul menu rappresentato dai tre puntini e accedi alle “Impostazioni” del browser:
Ora recati sotto il menu “Privacy e sicurezza” e clicca sulla sezione “Impostazioni sito“:
All’interno di questa sezione troverai la voce “Javascript” la quale, se abilitata, consente di interagire con tale linguaggio di programmazione, riferimento per moltissime applicazioni web.Ora, se il blocco del tasto destro del mouse è determinato da una funzione scritta in codice Javascript, disabilitando tale funzione sul browser, sbloccherai anche la restrizione, ripristinando la funzione tasto destro del mouse:
In questo modo Chrome non prenderà in considerazione nessuna istruzione scritta nel linguaggio Javascript.
Microsoft Edge
Vediamo ora come disabilitare Javascript sul browser Edge, il successore di Explorer. La procedura è analoga per tutti i browser. Recati nel menu del browser e seleziona la voce “Impostazioni“:
Da quirecati nel sottomenu “Autorizzazioni sito“. Sulla destra, tra le varie voci, troverai anche quella relativa a Javascript:
Accedendo a Javascript dovrai solo spostare il cursore verso sinistra per disabilitarne l’esecuzione:
Come bypassare il blocco del tasto destro del mouse su Mac: Safari
Anche sul browser di Mac Safari puoi disabilitare la funzione Javascript dal menu “Preferenze” e successivamente cliccando sulla scheda “Sicurezza“. A tal punto dovrai deselezionare la spunta nella casella “Abilita Java Script“.
Il 15 giugno 2022 sarà la fine di Internet Explorer. Daremo ufficialmente l’addio allo storico browser, e difficilmente ci saranno appassionati discorsi di commiato. Questo perché di fatto la vita del browser Microsoft è stata talmente lunga che le nuove generazioni nemmeno lo conoscono, mentre chi ha vissuto le prime fasi di questa epopea se ne dimentica ben volentieri. Eppure era questo il browser più utilizzato in assoluto a livello globale. Imposto dalla sua presenza dominante su Windows e da una spregiudicata presenza di “Compatibile con Internet Explorer” che lo rendeva una scelta obbligata.
Di fatto Il browser di Microsoft, un pezzo importante della storia di Internet, non riceverà più aggiornamenti e sarà messo in pensione.
Sarà abbandonato da Microsoft, la società che lo aveva sviluppato oltre 25 anni fa per il proprio sistema operativo Windows. Molte cose sono cambiate nel frattempo. L’avvento di Firefox, sentenze antitrust, la cavalcata di Chrome, fino alla nuova direzione intrapresa da Microsoft. Oggi, 25 anni dopo, Internet Explorer è utilizzato nell’1,68% dei casi a livello globale (0,99% in Italia).
Problemi di compatibilità
A causa delle numerose incompatibilità con le pagine web più moderne, Internet Explorer era diventato sempre meno rilevante e utilizzato dagli utenti.
Già nel 2019 Microsoft aveva preannunciato in modo chiaro le proprie intenzioni. Essendo giunto alla fine del proprio percorso, Internet Explorer sarebbe stato abbandonato in tempi brevi per lasciare definitivamente il posto al nuovo Microsoft Edge (basato su Chromium).
Si stima che oggi sia impiegato da meno dell’1% di chi naviga online. Rimane tuttavia ancora utilizzato in alcune aziende rimaste con vecchie versioni di Windows per problemi di compatibilità con i loro software.
A chi si trova in queste condizioni, Microsoft consiglia da tempo di utilizzare la modalità “Internet Explorer” disponibile in Edge. Questa modalità simula alcune funzionalità del browser destinato a essere ritirato tra circa un anno. La modalità sarà mantenuta almeno fino al 2029, offrendo alle aziende il tempo necessario per aggiornare i loro sistemi. Dal 15 giugno 2022 il browser non sarà più supportato e Microsoft impegnerà le proprie risorse soltanto su Edge.
Edge
Un pezzo di IE rimarrà nel cuore di Edge grazie ad una modalità che assicura la retro compatibilità con i siti più datati. Questo aspetto di salvaguardia apprezzabile perché permetterà l’accesso ad informazioni di lunga data che rappresentano la memoria storica del Web.
Per indurre gli utenti a passare a Edge, lo scorso anno Microsoft aveva messo limitazioni all’utilizzo di Internet Explorer per accedere al suo servizio Teams e ora ha in programma qualcosa di analogo per la versione online di Office.
A partire dal 17 agosto di quest’anno, inoltre, Internet Explorer non sarà più indicato come compatibile per l’utilizzo di vari servizi Microsoft come OneDrive per salvare i file online e Outlook per la posta elettronica.
Explorer è stato per molti versi l’icona massima del Web degli anni ’90, ma fin dagli anni successivi ha lasciato dietro di sé uno strascico di brutti ricordi legati a impossibili compatibilità, pericolose falle zero-day, patch continue, navigazione lenta.
A travolgerlo sono state tutte le innovazioni che hanno affrontato i problemi che IE si portava appresso. Riversandoli purtroppo su milioni di navigatori in tutto il mondo. Ancora un anno su questa Terra, poi sarà soltanto un ricordo, un’icona, un artefatto di un’epoca ormai ampiamente superata.
Edge è disponibile su Windows dal 2015 e visto già all’epoca come un primo segnale della scelta di Microsoft di andare oltre Internet Explorer, definito in questi anni dalla stessa azienda come una “soluzione di compatibilità” più che un browser vero e proprio per l’uso quotidiano. Edge ha comunque faticato a ritagliarsi uno spazio in un mercato piuttosto affollato e dominato da Google con il suo Chrome.
Ora anche il browser Edge avvisa se qualcuno ruba la tua password. Tutte le info di seguito.
Dopo i browser Web Google Chrome e Firefox che includono funzionalità che avvisano gli utenti della presenza di password compromesse, anche Microsoft ha introdotto una funzione, chiamata “Monitoraggio password”.
Questa avvisa gli utenti se una delle password salvate è stata rubata e rilevata nel dark web, introducendola a partire dalla versione 90 del browser Edge disponibile qui.
Sul sito dedicato agli Insider, cioè agli utenti che possono provare in anteprima le funzioni di Edge che poi saranno implementate nelle versioni pubbliche, Microsoft specifica che il browser rileva password salvate compromesse.
In caso di violazione, sarà inviata una notifica da parte di Edge. Questa infatti appare come popup nella parte superiore destra dello schermo sotto alla barra dei segnalibri. Quest’ultima informa l’utente che tale credenziale di accesso non è più sicura. “Tramite la visualizzazione di una dashboard gli utenti possono ottenere un elenco di tutti gli account interessati, visitare direttamente i siti web e intervenire di conseguenza” sottolinea la società.
Si tratta di uno strumento utile, già presente su molti altri browser. Molti utenti usano la stessa password per la maggior parte dei servizi online a cui si iscrivono: social network, forum, piattaforme di streaming, giornali. Scoprire tempestivamente se malintenzionati hanno individuato le nostre password e porvi rimedio in tempo è il modo migliore per evitare la compromissione di più account.
Prevenire è meglio che curare
Usare password differenti per ogni servizio è la soluzione migliore. In questo modo, la compromissione di una o più password, non trascina con sé anche tutti i servizi su cui l’utente ha impostato la stessa. In tal senso, parlando di Edge, il browser propone, all’atto dell’iscrizione a un nuovo servizio, una password univoca salvata automaticamente. Si tratta di un ottimo modo per migliorare la sicurezza delle proprie credenziali.
È tempo di aggiornare il browser: al via il rilascio di Chrome 88 su Windows, macOS e Linux. Le novità introdotte si concentrano in particolare sulla sicurezza dell’utente e dei suoi dati. Una riguarda le credenziali di accesso come vedremo a breve.
Chrome 88: le novità del browser
L’update viene scaricato e installato in modo automatico alla prima occasione utile. Se invece si desidera forzare la procedura ed eseguirla subito è sufficiente aprire il menu principale del browser, selezionare la voce “Guida” e poi “Informazioni su Google Chrome” dando così il via al procedimento.
La novità più interessante è quella che segnala le password inefficaci. Sappiamo che Chrome già da tempo porta all’attenzione dell’utente quelle compromesse, oggetto di violazioni e leak, consigliando di cambiarle il prima possibile. La nuova funzionalità si concentra invece su quelle che pur non essendo state rubate risultano troppo deboli e facili da indovinare.
Ognuna di quelle individuate è affiancata dal pulsante “Cambia password” che rimanda al sito del servizio associato. Per eseguire il controllo dei codici di accesso legati ai propri account è sufficiente aprire le impostazioni, fare click su “Password” e infine su “Controlla password”. In alternativa è possibile incollare la stringa “chrome://settings/passwords/check?start=true” (senza virgolette) nella barra dell’indirizzo.
Viene inoltre semplificata la modifica manuale di quelle già salvate: è sufficiente fare click sul pulsante a forma di tre puntini al fianco di ogni credenziale e selezionare la voce “Modifica password” per trovarsi di fronte al modulo qui sotto. Chi non è ancora in grado di farlo può attivare il flag “chrome://flags/#edit-passwords-in-settings”.
Introdotta poi una nuova etichetta per le autorizzazioni richieste dai siti visitati, ad esempio la geolocalizzazione: come si può vedere nello screenshot risiede all’interno della barra dell’indirizzo.
È bloccato il download di contenuti potenzialmente pericolosi (compresi quelli multimediali) ospitati da fonti HTTP collegate all’interno di una pagina HTTPS. Un ennesimo step per l’iniziativa annunciata da Google.
Infine, per alcuni utenti nella Omnibox viene tagliato l’URL mostrando solo la parte dell’indirizzo che identifica il dominio visitato. Una funzionalità in fase di test fin dallo scorso giugno che comunque può essere disabilitata facendo click con il tasto destro sulla barra e selezionando la voce “Mostra sempre URL completi”.
Ancora, Chrome 88 interrompe il supporto al sistema operativo OS X 10.10 Yosemite dei Mac, introdotto nel 2014 e non più supportato dalla stessa Apple. C’è infine un lungo l’elenco di vulnerabilità risolte: sono in totale 36, una delle quali (CVE-2021-21117) ritenuta critica.
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