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Rete Dov’è: aggiornamento disponibile per le AirPods

Disponibile l’aggiornamento delle AirPods che permette di ritrovarle attraverso la Rete Dov’è!

Apple aveva promesso questo aggiornamento durante la presentazione di iOS 15 a Giugno. La funzione poi ha richiesto più tempo del previsto ma finalmente è arrivata. Da oggi le AirPods Pro, Max, quelle di seconda generazione ed altri modelli di cuffie Beats, possono essere ritrovate tramite la Rete Dov’è, proprio come si fa con gli AirTag. Utilissimo in caso di smarrimento o furto.

Supporto Rete Dov’è

Apple ha rilasciato un nuovo firmware. E’ finalmente disponibile, tramite aggiornamento, il supporto alla Rete Dov’è per svariati AirPods e Beats. Quindi alcune cuffie da oggi possono essere ritrovate proprio come si fa con un AirTag.

Il nuovo firmware porta come build il numero 4A400 ed è disponibile per:

  • AirPods Max
  • Pro
  • Di seconda generazione
  • Beats Solo Pro
  • Powerbeats 4
  • Powerbeats Pro

Sulle Pro e Max si acquista una funzione utilissima. Fino ad oggi, in caso di smarrimento, l’unica cosa che potevate fare era quella di far suonare le cuffie e ritrovarle in giro per casa. Questo tuttavia non funzionava quasi mai perché le cuffie dovevano essere connesse al telefono, cosa improbabile se sono state smarrite e ancora più improbabile se ci vengono sottratte.

Da oggi cambia tutto. Potremo mettere le cuffie in modalità smarrito che ci permetterà di lasciare un messaggio utile in caso di ritrovamento da parte di altre persone. Sempre in modalità smarrito, le cuffie inizieranno a cercare dispositivi Apple nelle vicinanze e non appena ne troveranno uno, si accoppieranno automaticamente tramite Bluetooth e sfrutteranno la connessione di quel dispositivo per inviarci la posizione precisa su una mappa. Potremo anche ottenere le indicazioni per raggiungere le nostre cuffie con la stessa grafica degli AirTag e con l’unica differenza che non ci sarà una freccia direzionale in quanto le cuffie sono sprovviste del chip U1.

Rete Dov’è!: Disponibile l’aggiornamento delle AirPods

Insomma si tratta di un aggiornamento clamoroso ed utilissimo. Pensavamo che Apple avesse bisogno di rilasciare dei nuovi modelli di AirPods per integrare tutto questo ma invece è riuscita a farlo gratuitamente con un aggiornamento del firmware.

Le AirPods Max sono decisamente più difficili da perdere, date le dimensioni, ma considerando il costo, la funzione può tornare utile in caso di furto.

Come aggiornare il firmware delle AirPods

Non esiste un meccanismo preciso per l’aggiornamento delle cuffie. Non è semplice come aggiornare iOS in quanto non esiste una schermata che si occupa del download e dell’installazione. Sostanzialmente non esiste un modo per forzare l’aggiornamento ma in questo caso possiamo dirvi che un requisito fondamentale è quello di avere iOS 15 installato su iPhone.

C’è chi sostiene che si possa velocizzare l’operazione tenendo le AirPods collegate all’iPhone e chi invece sostiene che debbano stare entrambe in carica nella custodia. Per questo motivo, vi consigliamo di fare entrambe le cose, ovvero:

  • Aprite la custodia e collegate le cuffie ad iPhone
  • Riponete la custodia in carica (andrà bene sia la ricarica Wireless che quella tramite cavo) purchè resti aperta in maniera tale da tenere le cuffie collegate al telefono
  • Assicuratevi che le cuffie siano nel raggio bluetooth dell’iPhone
  • Attendere… (non sappiamo dirvi quanto tempo, solitamente circa un’oretta)

Ad un certo punto le cuffie verranno aggiornate automaticamente e potrete verificare la versione del firmware in uso in maniera molto semplice. La vecchia versione è la 4A362b, la nuova invece è la 4A400.

firmware airpods

Per controllare la versione del firmware attualmente installata sulle vostre cuffie:

  • Aprire l’applicazione Impostazioni sul vostro iPhone
  • Entrate in Bluetooth e cercate le AirPods o le Beats dalla lista
  • Cliccate sulla piccola “i” e scorrete la lista fino alla voce Versione Firmware. La nuova versione è la 4A400.
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iOS 15 e iPhone: rintracciabili anche da spenti

iOS 15 scoraggia il furto di iPhone: si possono rintracciare anche i dispositivi spenti! Un IPhone a prova di furto.

OS 15 introduce diverse novità che migliorano l’esperienza utente sotto molti punti di vista. Particolarmente interessante è la possibilità di utilizzare il network di Dov’è per trovare un iPhone anche se il dispositivo è spento.

Con questa nuova funzione lo smartphone non risulterà mai completamente spento, ma entrerà in una sorta di modalità super low-power e si comporterà come un AirTag. Se qualche malintenzionato ci ruberà l’iPhone e come prima azione istintiva gli verrà da spegnerlo, noi potremo comunque individuarlo su una mappa e vedere dove si trova!

Low-Power Mode

La low-power mode è stata introdotta a partire da iOS 9. E’ la modalità basso consumo in grado di garantire una maggiore autonomia del dispositivo. Con il Low Power Mode attivo, il sistema disattiva alcune processi di sistema come le notifiche delle mail, l’aggiornamento delle applicazioni in background, i sensori di movimento, alcune animazioni e altre funzioni che richiedono un elevato dispendio energetico. Con questo sistema l’azienda di Cupertino promette fino a tre ore di autonomia in più. Dai recenti test effettuati su Geekbench emerge tuttavia che la nuova modalità, non solo disattiva alcuni processi, ma riduce le prestazioni del processore.

Per individuare un iPhone spento è necessario che un altro dispositivo Apple si avvicini al telefono entro il raggio di portata del Bluetooth (10m). L’iPhone rubato si collegherà a questo dispositivo ed utilizzerà la sua connessione ad internet ed il suo GPS per aggiornare la posizione sulla mappa al fine di essere ritrovato.

Allo stesso modo, grazie a Find My Network sarà possibile lanciarsi alla ricerca di un iPhone tra le quattro mura di casa che magari “si è nascosto” sotto ad un cuscino e che nel frattempo si è spento perché completamente scarico.

Inoltre, Apple dichiara che il tracciamento della posizione è supportato anche nel caso in cui un iPhone venga riportato ai dati di fabbrica, grazie al Blocco Attivazione.

iOS 15 e iPhone: rintracciabili anche da spenti

iOS 15 informerà l’utente di questa nuova funzionalità con una tradizionale notifica, starà poi allo stesso utente decidere se abilitarla o meno. Per disattivarla (ma vi consigliamo di non farlo), cliccate il tasto volume su, poi volume giù ed infine tenete premuto il tasto laterale. Proprio nella classica schermata di spegnimento, visualizzerete una scritta “iPhone rilevabile anche dopo lo spegnimento”. Cliccando sulla stessa apparirà un popup attraverso il quale potremo disattivare la funzione.

Ulteriori miglioramenti IOS 15

Apple ha presentato in anteprima la prossima iterazione del suo sistema operativo iPhone, iOS 15 al WWDC21. iOS 15, tra le novità introdotte, porta anche una nuova esperienza di notifiche che include le icone delle app e le foto dei contatti. Apple ha detto che iOS 15 utilizza l’intelligenza sul dispositivo per capire quali notifiche sono una priorità e le dispone per prime. La stessa intelligenza sul dispositivo alimenta anche nuove caratteristiche. Ad esempio il Live Text, la nuova ricerca Spotlight, e l’integrazione di Memories con Apple Music per offrire suggerimenti di canzoni per personalizzare le foto.

Apple ha anche mostrato i miglioramenti in arrivo per l’app Mappe. Il nuovo aggiornamento offre una navigazione migliorata e dettagli per i quartieri, i distretti commerciali, l’elevazione e i punti di riferimento insieme a una nuova modalità notturna al chiaro di luna. In alcune città selezionate, Mappe offre anche un’esperienza di guida 3D. Inoltre gli utenti possono ora tenere il loro iPhone per fornire indicazioni in realtà aumentata.

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Aprire e convertire foto e immagini in formato HEIC

Se avete deciso di aprire questo articolo è perché molto probabilmente vi siete imbattuti in uno strano formato di foto denominato HEIC. In realtà non si tratta di qualcosa di anormale. Anzi, ormai da diversi anni sta diventando sempre più popolare, grazie soprattutto all’enorme quantità di iPhone presente sul territorio mondiale. Per cercare di capire meglio di cosa si tratta però, abbiamo deciso di creare una guida un po’ più approfondita, cercando di analizzare anche i modi migliore per aprire e convertire foto e immagini in formato HEIC.

Qualora foste interessati alla cosa quindi, vi consigliamo di proseguire già con il prossimo paragrafo e vi auguriamo una buona lettura.

Cosa sono le foto HEIC

Le foto in formato HEIC, acronimo di “High Efficiency Image File Format”, hanno la peculiarità di presentarsi come una sorta di contenitore, all’interno del quale è possibile ritrovare una singola immagine, oppure una sequenza di immagini.

L’idea arriva dalla Moving Picture Experts Group, ma è stata resa famosa principalmente da Apple, che ha deciso di utilizzare il suddetto formato come standard per le foto scattate con iPhone e iPad.

iPhone formato heic

Il motivo principale di ciò, va ricercato nel fatto che i dispositivi dell’azienda di Cupertino possono scattare sia foto singole che sequenze o “Live Photos“, le quali necessitano quindi di questo formato “contenitore” per poter, appunto, contenere più immagini in un singolo file.

Ma purtroppo non bisogna soffermarsi solo su questo, visto che non mancano aspetti negativi e che potrebbero effettivamente risultare piuttosto fastidiosi per gli utenti.

Vantaggi e svantaggi delle foto HEIC

Vantaggi

Ma prima di passare agli svantaggi, concentriamoci sugli aspetti positivi e, in particolare, sull’aspetto “economico” delle foto HEIC.

Ovviamente per economico si intende la capacità degli HEIC di mantenere una qualità dell’immagine abbastanza elevata (praticamente identica a quella dei JPG), pur garantendone un peso in memoria quasi dimezzato.

Ad esempio, una foto in JPG da 4 MB convertita in HEIC può arrivare a pesare circa 2.4 MB, offrendo quindi la medesima qualità.

Inoltre, concentrando l’attenzione sulla questione intelligenza artificiale, grazie alle foto HEIC, è possibile riconoscere i vari elementi presenti all’interno dello scatto. Ed è possibile anche classificarli in base a precisi parametri.

In questo modo, il sistema operativo sarà in grado di offrire opzioni avanzate di riconoscimento e mostrare informazioni più precise su ciò che l’utente guarda ogni giorno (ad esempio la razza di un cane, oppure il nome di un palazzo).

Infine, i file HEIC, essendo di natura “contenitore”, rappresentano un vantaggio assoluto per chi ama operare di  foto editing.

Le immagini caratterizzate dal suddetto formato supportano infatti le trasparenze fino a 16 bit (il JPEG arriva a supportare solo quelle a 8 bit) e permettono anche modifiche di rotazione, ritaglio, sovrapposizione e aggiunta di testo senza dover necessariamente creare delle copie della stessa immagine.

Svantaggi

Per quanto riguarda gli svantaggi invece, ne abbiamo individuati principalmente due: la compatibilità e le poche speranze di futuro.

La seconda motivazione delle due è da attribuire al fatto che purtroppo, altre aziende importanti, come Google, non sembrano voler puntare molto su questo formato. Concentrando invece l’attenzione su altre tipologie di file.

La prima è probabilmente la più attuale e fastidiosa. Attualmente infatti, non tutte le applicazioni supportano i file HEIC. Per questo motivo, in tantissimi casi sarà quindi necessario convertire l’immagine in uno dei formati più compatibili come JPG.

Tuttavia, c’è da dire che dopo diversi anni, i servizi più popolari (soprattutto Social Network) hanno ricevuto gli aggiornamenti necessari per visualizzarli correttamente.

Come scattare foto HEIC

Attualmente il modo più semplice per scattare foto in formato HEIC è quello di utilizzare un iPhone (o un iPad) e, in particolare, l’applicazione “Fotocamera” presente di serie.

Già dalla prima configurazione infatti, tutti gli scatti eseguiti dai suddetti dispositivi saranno esportati in tale formato.

scattare foto heic

Qualora ciò non accadesse però, l’unica cosa da fare sarà: aprire l’app “Impostazioni”, continuare con “Fotocamera”, cliccare sulla voce “Formati” e selezionare “Efficienza elevata”, la quale ridurrà la dimensione dei file e catturerà foto e video in formato HEIC e HEVC (per i video).

A partire da Android Pie (nona versione del sistema operativo mobile di Google) però, anche tutti gli altri smartphone in commercio potranno scattare foto HEIC.

Tuttavia, tale formato non sarà abilitato di default e molte aziende produttrici di smartphone potrebbero anche decidere di non abilitarlo per le proprie lenti fotografiche.

Per verificare ciò bisognerà necessariamente controllare nelle impostazioni dedicate alla fotocamera.

Come evitare foto HEIC

Qualora quindi questo formato non vi convincesse fino in fondo, si potrà comunque disattivare ed evitare.

Per farlo su Android sarà sufficiente continuare ad utilizzare la fotocamera senza modificare alcun parametro riguardante i formati di scatto.

Su iPhone invece, bisognerà aprire l‘app “Impostazioni”, continuare con “Fotocamera”, cliccare sulla voce “Formati” e selezionare “Più compatibile”, la quale consentirà alle lenti di catturare immagini in JPEG.

Come aprire le foto HEIC

Ovviamente tutte le aziende esterne ad Apple si sono adeguate al formato HEIC. Hanno infatti deciso di supportare in piena regola tutte le foto esportate nel suddetto formato.

Su iPhone, iPad e Mac invece, c’è davvero molto poco da dire. Qualunque applicazione presente di default sui dispositivi dell’azienda di Cupertino si utilizzi infatti (Foto, Anteprima oppure anche semplicemente il Finder), non si presenterà alcun problema di compatibilità.

Anche le ultime versioni di Windows e Android riescono a supportare di default le immagini HEIC, ma qualora doveste riscontrare problemi, si potrà immediatamente rimediare.

Su Microsoft Store di Windows è infatti disponibile il plugin “Estensioni di immagine HEIF”, scaricabile gratuitamente da qui, il quale consentirà al sistema operativo di leggere qualsiasi immagine.

Su Android invece, sempre nel caso in cui la galleria non riuscirà ad aprire le foto, consigliamo di utilizzare un’applicazione di terze parti perfettamente compatibile.

La migliore e più conosciuta in questo campo è indubbiamente Dropbox, disponibile al download gratuito tramite questo link.

Come convertire le foto HEIC

Passiamo adesso ad un altro strumento utile per la modifica degli HEIC: cloudconverter.

convertire heic

Si tratta di un sito Web gratuito, accessibile da qualsiasi Browser e che permetterà a chiunque di convertire le foto da HEIC a JPG, PNG, PDF e tanti altri formati.

Non resta quindi che raggiungere la pagina dedicata cliccando su questo link e proseguire con la lettura dell’articolo.

Convertire HEIC in JPG

Una volta aperto il sito di cloudconverter, bisognerà modificare i formati alla destra di “convert” e “to”.

La prima delle due caselle dovrà quindi essere impostata con HEIC, mentre la seconda, in questo caso, in JPG.

Per farlo, sarà quindi sufficiente premere sul riguardo interessato e selezionare il formato dal menu a tendina che apparirà automaticamente.

Una volta correttamente impostati i parametri, non servirà altro che cliccare su “Select File”, importare la foto da esportare di JPG e avviare l’operazione con il tasto “Convert”.

Immediatamente partirà il download secondo le impostazioni del Browser utilizzato.

Convertire HEIC in PNG

I medesimi passaggi dovranno essere eseguiti anche per convertire le foto HEIC in PNG. In questo caso però, alla destra di “to” bisognerà ricercare il valore “PNG”, il quale si troverà nel menu a tendina “Image”.

Per semplificare la ricerca si potrà anche utilizzare il campo di testo che apparirà in alto dopo aver premuto sulla casella interessata.

Dopodiché, basterà importare il file tramite il collegamento “Select File”, avviare il tutto con “Convert”, attendere la fine del download e aprire la nuova fotografia.

Convertire HEIC in PDF

Cloudconvert ha il vantaggio di supportare perfettamente anche formati diversi da quelli prettamente incentrati sulle fotografie, come ad esempio i PDF.

Proprio per questo motivo, potrà essere utilizzato per convertire una foto HEIC in un documento PDF.

Per farlo, bisognerà sempre cliccare sulla casella alla destra di “to”, spostarsi nella sezione “Document”, selezionare “PDF”, importare la foto da convertire cliccando su “Select File”, avviare il tutto con “Convert” e attendere la fine del download.

Convertire HEIC su iPhone

Ovviamente, sia su iPhone che su iPad e tutti gli altri dispositivi con Browser integrato, si potrà avviare una rapida conversione online tramite il sito di cloudconvert.

Ma per semplificare tutte le operazioni e avere sempre uno strumento offline a portata di mano, consigliamo l’utilizzo di un’applicazione dedicata alla conversione da HEIC a qualsiasi altro formato desiderato.

Tra le più consigliate in questo campo c’è “Il Convertitore di Immagini“, scaricabile gratuitamente da App Store attraverso questo link.

Una volta aperto il servizio, basterà importare il file di input HEIC e successivamente scegliere la tipologia di conversione. Tutte le restanti operazioni verranno eseguite automaticamente dall’app.

Ovviamente sarà perfettamente compatibile sia con iPhone che con iPad.

Convertire HEIC su Android

Per quanto riguarda gli smartphone e tablet Android invece, oltre al solito sito Web di cloudconvert, proponiamo l’applicazione gratuita “Heic to JPG Converter Free”.

Quest’app consente in pochissimo tempo di importare la foto HEIC dall’archivio o dalla galleria del dispositivo in questione e di convertirla in un file di tipo “JPG”, pienamente supportato da qualsiasi servizio.

Può quindi essere scaricata direttamente dal Play Store tramite questo link.

Il suddetto software sarà però unicamente in grado di esportare i file in JPG. Qualora si preferisse un formato diverso, come PNG, PDF, GIF, WEBP o altro, non possiamo che consigliare “Heic converter – Heic to JPG-PNG-PDF Converter”, anch’esso gratuito e disponibile sul Play Store tramite questo link.

Una volta scaricata, installata e aperta l’app, basterà premere sul pulsante “Open HEIC” in alto a sinistra e selezionare la foto da modificare dall’archivio dello smartphone.

A questo punto bisognerà cliccare sull’icona della freccia in basso a destra, scegliere il formato di output preferito e avviare l’operazione con “Convert HEIC”.

A questo punto tutte le immagini convertite appariranno in una nuova schermata della stessa applicazione e potranno essere aperte, condivise, salvate o anche eliminate dopo aver premuto sull’icona con tre puntini presente nell’angolo in basso a destra di ogni immagine.

Convertire HEIC su Mac

Grazie alle opzioni avanzate presenti in “Anteprima” (applicazione presente di default su tutti i Mac), sarà possibile convertire qualsiasi HEIC in maniera semplice, rapida e senza dover necessariamente scaricare alcun programma aggiuntivo.

Ovviamente, prima di vedere come farlo, vi ricordiamo che la soluzione di cloudconvert rimarrà sempre comunque valida.

Prima di tutto, bisognerà quindi individuare la foto da convertire, successivamente bisognerà aprire il suo menu a tendina cliccando con due dita sul trackpad su di essa (oppure con il tasto destro del mouse), portare il puntatore su “Apri con…” e scegliere “Anteprima”.

Una volta avviata la schermata di Anteprima con la foto interessata, sarà necessario cliccare su “File” nel menu opzioni in alto a sinistra, scegliere la voce “Esporta…”. Dopodiché aprire il menu a tendina alla destra di “Formato”, scegliere quello preferito (sarà presente anche PDF), selezionare la cartella di esportazione e concludere con “Salva”. L’operazione si concluderà in pochissimi istanti.

Qualora preferiate uno strumento ancora più semplice e rapido e che non occupi neppure tanto spazio in memoria, consigliamo “HEIC Converter”, disponibile gratuitamente sul Mac App Store e accessibile tramite questo link.

Il suo funzionamento è piuttosto banale. L’unica cosa da fare per avviare la conversione sarà: trascinare la foto sulla finestra nera, attendere il raggiungimento del 100% e l’operazione sarà completa.

Il nuovo file sarà esportato in JPEG o PNG (in base alla scelta dell’utente) e potrà essere immediatamente aperto dalla cartella dei download del Mac.

Convertire HEIC su Windows

Ancora per l’ultima volta vi ricordiamo che il sito Web di cloudconvert potrà essere utilizzato anche su Windows attraverso un qualsiasi Browser web.

Anzi, sui PC dotati del sistema operativo di Microsoft risulta essere il modo migliore per completare la conversione.

L’alternativa più adeguata si chiama infatti “HEIC to JPG, JPEG & PNG Converter”, può essere scaricata dal Microsoft Store tramite questo link, ma per farlo bisognerà affrontare un costo di circa 5 euro (molto spesso in promozione a poco meno di un euro).

Una volta acquistata e aperta, basterà quindi trascinare il file HEIC all’interno della sua schermata. Qui scegliere il formato preferito di esportazione e proseguire con la conversione.

Dopo pochi istanti il file apparirà nella cartella scelta per il salvataggio. Bisogna però specificare che purtroppo l’app non è compatibile con la versione S di Windows 10.

Per tutte le versioni precedenti a Windows 10, consigliamo nuovamente di operare tramite il sito di cloudconvert.

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La crisi globale della carenza di chip

La pandemia da COVID-19 ha avuto un impatto negativo su tutti gli aspetti della vita quotidiana, per non parlare dei rami industriali da cui dipendiamo professionalmente e personalmente. Uno di questi ultimi, che potrebbe non venire subito in mente, è quello della produzione dei dispositivi elettronici e in particolare dei chip che ne costituiscono il cuore. I semiconduttori, ivi inclusi i chip di memoria, i microprocessori e i circuiti integrati, sono da un po’ carenti, e questa carenza sta colpendo tutte le aziende che ne hanno bisogno, e che sono nel bel mezzo di una vera e propria crisi globale. Nonostante Apple sia più preparata ad affrontare la tempesta rispetto ad altre compagnie, nessuno sa ancora quando la crisi avrà fine.

Qual è il problema?

Come molti altri luoghi di lavoro in tutto il mondo, le fabbriche che producono questi componenti vitali hanno dovuto chiudere a causa della pandemia da COVID-19. Ciò ha portato a significativi ritardi nella produzione. Quando le fabbriche sono state in grado di tornare operative, la pandemia ha causato un tale innalzamento nella richiesta di oggetti come nuovi computer, smartphone e dispositivi intelligenti per la casa che le forniture non sono state sufficienti a soddisfare le richieste. I produttori di auto, che hanno rallentato gli ordini durante la pandemia, si sono inoltre trovati improvvisamente ad aver bisogno di ancor più componenti di questo tipo, aggiungendo un ulteriore aggravio alle richieste. Il risultato? Una globale carenza di semiconduttori, con i produttori che stanno ancora cercando di recuperare. ”I chip sono tutto”, ha affermato l’analista Neil Campling di Mirabaud a marzo.

lavoratori industria chip
I lavoratori di tutte le industrie sono stati costretti a fermarsi a causa del COVID-19,
e ora l’industria dei chip
per computer sta faticando
a tornare alla normalità.

”E in atto una tempesta perfetta di forniture e richiesta, ma in breve c’è un nuovo livello nelle richieste che non può essere soddisfatto. Tutti sono in crisi e le cose peggioreranno”. Le carenze provocate dalla pandemia sono state aggravate dal fatto che poche compagnie producono chip, il che ha provocato dei colli di bottiglia. Taiwan Semiconductor Manufacturing Company, o TSMC, è il leader globale in questo settore ed è cruciale nelle catene delle forniture, con Samsung al secondo posto. Se rallentano, tutti gli altri fanno lo stesso. In aggiunta alla pandemia, TSMC ha ricevuto pressioni dal governo taiwanese in seguito alla siccità.

A marzo la compagnia ha ridotto la quantità di acqua usata durante la produzione del 18%. Il processo produttivo di TSMC richiede moltissima acqua: si parla di 156.000 tonnellate al giorno. La compagnia si sarebbe addirittura preparata a usare dei camion per portare l’acqua in fabbrica allo scopo di mantenere la normale capacità produttiva.

Per i suoi prodotti Apple richiede più chip di chiunque altro

L’effetto su Apple

Non bisogna sorprendersi, quindi, se persino Apple è stata colpita. Dopo tutto, la compagnia richiede più chip per la sua produzione di qualsiasi altra, seguita dai rivali di Samsung. Alcuni prodotti Apple contengono ancora
i chip lntel e, anche se ora Apple progetta i suoi chip, questi devono comunque essere prodotti da altre aziende. In totale, circa il 25% degli ordini ricevuti da TSMC proviene da Apple: la compagnia è l’unica fornitrice dei chip A14 per l’iPhone 12 e fornisce in esclusiva i chip per i dispositivi mobili Apple sin dal 2015. La produzione delle GPU, ovvero
i chip grafici nei dispositivi, è stata colpita nello stesso modo.

modelli iphone 12
Le uscite dei vari modelli della gamma iPhone 12 sono state distanziate, forse a causa della carenza globale di chip.

Questo potrebbe essere uno dei motivi per cui Apple ha deciso di distanziare l’uscita dei vari modelli della gamma iPhone 12, partendo dal modello base e dal Pro prima dell’arrivo del mini e del Pro Max. In generale, comunque, la carenza di chip non ha limitato ancora la produzione dell’iPhone 12 , secondo Nikkei Asia. A ogni modo, la carenza di chip ha apparentemente ritardato il montaggio dei componenti sulle schede per l’assemblaggio finale dei MacBook.

apple mini
La carenza di chip potrebbe provocare dei ritardi nell’uscita della prossima generazione
di prodotti Apple.

Anche una parte dell’assemblaggio degli iPad è stata posticipata e i componenti per gli schermi sono carenti, il che nei primi mesi dell’anno ha spinto Apple a mettere in pausa limitata gli ordini per tali dispositivi. La catena dei fornitori di Apple è quindi in lieve difficoltà, ma al momento i clienti non hanno ancora subito le conseguenze della carenza globale di chip. Ammesso che Apple stia cercando di non spingere al massimo l’operatività dei suoi fornitori, ciò potrebbe spiegare perché gli eventi Apple nel corso dell’ultimo anno sono stati leggermente posticipati rispetto al solito. Ciò potrebbe inoltre spiegare perché l’iMac Pro sia stato messo fuori produzione a marzo, anche se in molti sperano in una motivazione migliore, ovvero l’arrivo di un nuovo modello equipaggiato con chip progettati da Apple.

E i rivali di Apple?

Se il periodo non è roseo per Apple, questo non è nulla in confronto ai potenziali problemi che la carenza globale di chip ha causato a Samsung. ”C’è un serio sbilanciamento tra le forniture di chip e le richieste globali nel settore informatico”, ha spiegato il co-presidente esecutivo Koh Dong-Jin agli azionisti. E persino possibile che Samsung salti la presentazione di alcuni prodotti per rendere più lineare la sua gamma. ”E difficile sapere se i problemi di carenza siano stati risolti al 100%”, ha aggiunto Koh Dong-Jin. Ma la situazione va oltre il mercato degli smartphone.


Le forniture delle più recenti console Xbox e PlayStation sono state ridottissime, e anche in questo caso si può supporre che la crescente popolarità di tali macchine durante la pandemia ne abbia innalzato la richiesta. Persino i costruttori automobilistici, i cui veicoli contengono computer sempre più potenti, sono stati colpiti duramente. Apple è in una posizione relativamente forte rispetto a molte altre compagnie.

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Sebbene Apple progetti ora i suoi chip, deve ancora affidarsi pesantemente ai fornitori esterni.

”I più colpiti sono stati i produttori di auto, perché sono stati gli ultimi a entrare nel settore” spiega Campling. ”Se Apple spende 56 miliardi di dollari all’anno e tale cifra è in costante crescita, a chi daranno la precedenza i fornitori?”. L’analista ha anche messo in evidenza il problema di aziende che producono chip per altre compagnie oltre a usarli per i loro prodotti. Samsung per esempio vende 56 miliardi di dollari di semiconduttori ad altre compagnie mentre ne produce un valore di 36 miliardi di dollari per sé. Per rispettare i contratti di fornitura c’è il rischio che ritardi l’uscita dei suoi prodotti mentre altre aziende che comprano i suoi semiconduttori riescono a rispettare i piani.

I chip per Apple: la catena dei fornitori

Apple sta cercando di usare sempre di più i suoi chip, ma il procedimento non è ancora completo. Anche i suoi chip del resto devono essere costruiti da altri. Scorrendo la lista dei fornitori di Apple, diversi nomi di rilievo coinvolti nella produzione di semiconduttori saltano all’occhio:

Queste compagnie dovranno smaltire gli ordini accumulati per poter aiutare Apple a tornare ai livelli delle forniture pre-pandemia.

La crisi avrà mai fine?

E difficile valutare ora come ora cosa stia succedendo nel mondo della produzione dei chip. Al di là dei prodotti consumer che tutti amiamo, ci sono implicazioni per la sicurezza nazionale dal momento che tutti i dispositivi militari di alto livello e quelli per la sicurezza richiedono dei chip. La faccenda ha raggiunto un punto talmente cruciale che ad aprile il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha organizzato un incontro con i massimi livelli di AT&T, Samsung, Alphabet, Dell, Intel, Medtronic, Northrop Grumman, HP, Cummins e Micron, oltre ai costruttori automobilistici. E c’erano anche dei consiglieri per la sicurezza nazionale.

La maggior parte degli analisti sembra concordare sul fatto che i problemi continueranno per la maggior parte del 2021, e forse anche più a lungo. Tali pressanti difficoltà saranno sicuramente prese in considerazione a Cupertino se, come sembra quasi certo, Apple vorrà lanciare un iPhone 13 tra settembre e ottobre. Detto questo, se c’è una compagnia capace di superare questo genere di sfide senza precedenti è senza dubbio quella guidata da Tim Cook e dai suoi creativi e produttivi collaboratori.

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Apple: firmate fondamentali concessioni sui pagamenti in-app

Una piccola concessione, ma estremamente significativa: nel muro contro muro che ha opposto Apple agli sviluppatori in tema di pagamenti in-app, il gruppo di Cupertino ha ceduto sul punto ed ha firmato una prima, minima, simbolica, ma fondamentale apertura. Minima, poiché ancora scevra degli effetti che le controparti vorrebbero; ma simbolica, perché laddove prima non c’erano margini di trattativa, ora c’è una firma che ammette l’abilitazione di strumenti alternativi.

La scelta di Apple sui pagamenti

L’accordo firmato con gli sviluppatori USA (chiudendo così questa prima class action, in attesa di altre e più importanti vertenze) prevede che Apple continui a mantenere il controllo circa gli strumenti di pagamento in-app utilizzati su App Store, ma al tempo stesso lascia agli sviluppatori la possibilità di contattare gli utenti per informarli circa la possibilità di strumenti di pagamento alternativi. Una concessione formale importante, un varco che si apre e riduce la pressione che andava accumulandosi sul caso.

Non è un terremoto, non ancora, ma è sicuramente un passo avanti importante. Mentre gli sviluppatori pretendono di abbandonare il monopolio imposto sui sistemi di pagamento utilizzabili sullo store di Cupertino, Apple rivendica il fatto che solo così possa mantenere in piedi il proprio modello di business sul più efficiente marketplace per applicazioni al mondo. La scelta è complessa anche per le authority antitrust, poiché ambo le parti adducono valide argomentazioni alle proprie rispettive tesi.

L’accordo

Apple ha voluto giungere ad un accordo, insomma, per evitare che i rischi della via giudiziaria potessero imporre soluzioni più radicali. Un accordo completo e complesso, che coinvolge molti aspetti del rapporto tra le parti, ma nel quale il passaggio cruciale è quello legato ai pagamenti:

Per dare agli sviluppatori maggior flessibilità nel coinvolgimento degli utenti, Apple concede l’uso di comunicazioni, quali le mail, per condividere informazioni a proposito dei metodi di pagamento esterni alla propria app iOS. Come sempre, gli sviluppatori non pagheranno ad Apple commissioni su qualsiasi acquisto avvenga al di fuori della loro app su App Store. Gli utenti devono consentire tali comunicazioni ed avere il diritto di opt-out.

pagamenti in-app apple

Gli sviluppatori potranno quindi stabilire connessioni parallele con la clientela e puntare maggiormente sulle vendite in-app facendosi forza di sistemi di fidelizzazione e monetizzazione nuovi. Apple, ovviamente, farà il proprio gioco per mantenere vivi i canali odierni, restando al centro dell’ecosistema per continuare a renderlo fruttuoso quanto è stato negli anni.

Sarà sufficiente?

La domanda è però lecita: basterà questa apertura all’Antitrust? Apple prevede infatti che gli sviluppatori possano fornire queste informazioni soltanto al di fuori dell’app, così che la “bolla” dell’App Store possa rimanere integra. La strada per gli sviluppatori resta infatti piena di ostacoli, tale per cui i modelli di acquisto extra-app possano rivelarsi ancora oltremodo impervi. Ecco perché l’accordo, pur se importante, resta simbolico e – forse – non sufficiente. Epic Games, nome sul quale si giocherà la partita più importante, non si accontenterà delle briciole. Con un primo statement, infatti, la “Coalition for App Fairness” definisce l’accordo come un “disperato tentativo” da respingere in toto.

La partita resta aperta e la concessione Apple, pur rappresentando un atto virtuoso, è probabilmente il classico “too little, too late“. Ma è comunque una mossa, in una scacchiera di interessi nella quale nulla va dato per scontato.

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MagSafe e le interferenze con i dispositivi cardiaci

I dispositivi con tecnologia MagSafe di Apple potrebbero essere pericolosi per chi dispone di dispositivi cardiaci, potendo creare interferenze con i pacemaker se posizionati direttamente sulla pelle o molto vicini.

A lanciare l’allarme è l’American Heart Association. Essa infatti concorda con un precedente rapporto dell’Heart Rhythm Journal, che rivela come il contatto stretto con un iPhone 12 può causare problemi ad alcuni dispositivi cardiaci impiantati sotto pelle. In particolare, l’American Heart Association afferma che l’effetto pregiudizievole si potrebbe verificare solo quando l’iPhone è acceso o molto vicino all’impianto.

Di possibili interferenze fra la tecnologia MagSafe della mela morsicata e i dispositivi cardiaci si discute ormai da tempo. Oggi una voce autorevole interviene sul tema, quella della American Heart Association, con la pubblicazione di uno studio dedicato.

La ricerca di AHA

La ricerca condotta ha evidenziato l’insorgere di problematiche quando si avvicina un iPhone dotato del sistema a stretto contatto (fino a 1,5 centimetri) con la pelle nella zona in cui si trovano apparecchiature mediche come i pacemaker e defibrillatori. Secondo i test, le anomalie sono state accertate per alcuni modelli prodotti da Medtronic, Abbott e Boston Scientific. Per i suoi test American Heart Association ha utilizzato principalmente un iPhone 12 Pro Max. Tuttavia, il rapporto rileva che anche altri dispositivi dei principali costruttori rilevano questa particolare suscettibilità magnetica.

MagSafe e le interferenze con i dispositivi cardiaci

Il test è stato condotto posizionando iPhone 12 Pro Max, come gli altri modelli iPhone 12 dotato di tecnologia MagSafe, molto vicino a una serie di 11 diversi dispositivi medici e cardiaci come pacemaker e defibrillatori. Alcuni erano dispositivi già impiantati in una serie di pazienti, che il rapporto chiama test “in vivo”. Altri erano “ex vivo” o dispositivi non ancora impiantati.

Nulla che Apple abbia mai nascosto. Un aggiornamento comparso nel mese di gennaio sulle pagine del supporto ufficiale specifica che Questi magneti e campi elettromagnetici potrebbero interferire con i dispositivi medici. Il colosso di Cupertino sottolinea inoltre che Sebbene tutti i modelli di iPhone 12 contengano più magneti rispetto ai modelli di iPhone precedenti, non è previsto che comportino un rischio più grave di interferenze magnetiche con dispositivi medici rispetto ai modelli di iPhone precedenti.

Il rapporto

Tuttavia, il rapporto osserva diversamente:

il nostro studio suggerisce diversamente poiché la risposta al magnete è dimostrata in 3/3 casi in vivo

Ad ogni modo, Apple stessa suggerisce di mantenere iPhone 12 e i dispositivi MagSafe a una distanza superiore a 15 cm dal corpo:

I dispositivi medici come pacemaker e defibrillatori potrebbero contenere dei sensori che reagiscono alla vicinanza di magneti e radiofrequenze.

Suggerisce quindi agli utenti per evitare delle possibili interferenze con questi dispositivi di tenere l’iPhone e gli accessori MagSafe a una distanza di sicurezza dal dispositivo medico (più di 15 cm di distanza o più di 30 cm di distanza se stai caricando in modalità wireless). Inoltre consiglia di consultare il medico per qualsiasi dubbio.

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Come collegare due monitor su MacBook Air e Pro con Chip M1

Oggi vedremo come ovviare al limite del nuovo Chip M1 di casa Apple, che purtroppo non permette di collegare più di un solo monitor esterno. Vedremo quindi passo per passo come collegare due o anche più monitor su MacBook Air e Pro che montano il nuovo e tanto blasonato Chip M1.

Come ben saprai già, i nuovi Chip M1 installati nei nuovi Macbook Air e Pro, non possono supportare più di un monitor esterno.

Questo molto spesso può essere un limite non da poco, visto che solitamente chi acquista Laptop come questi necessita si, di avere uno strumento portatile che sia leggero, facile da trasportare e poco ingombrante. Spesso si ha la necessità di lavorare anche da casa o in ufficio “trasformando” un portatile in un vero computer desktop collegando più monitor per avere appunto una facilità di lavoro più agiata e più performante.

Vediamo quindi ora come rimediare a questo fastidioso limite imposto da Apple.

Come collegare due monitor su MacBook Air e Pro con Chip M1

Collegare due monitor su MacBook M1: cosa serve

Innanzi tutto l’unica maniera (al momento) che ti può permettere di collegare due o più monitor al tuo nuovo MacBook, è di collegare un adattatore che supporti la tecnologia DisplayLInk a una delle due porte Usb-c del tuo Laptop.

Gli adattatori DisplayLink infatti, grazie a un apposito driver che dovrai installare, ti permetteranno di aggirare questo fastidioso limite.

Dopo giornate di estenuanti ricerche sul web, finalmente sono riuscito a trovare uno di questi adattatori DisplayLink che faceva al caso mio, sia in termini di prezzo che di grandezza (mi serviva un qualcosa dalle dimensioni non troppo ampie). L’adattatore in questione è il Wavlink – Adattatore USB 3.0 a HDMI che al momento in cui sto scrivendo questo articolo ha un prezzo che si aggira intorno hai 45€; Dispone della tecnologia DisplayLink necessaria e ha delle dimensioni abbastanza ridotte.

Se ne possono trovare anche altri modelli con altre caratteristiche ma quelli adatti a questo scopo e cioè con tecnologia DisplayLink sono pochi e difficili da trovare.

Se ricerchi dispositivi come questo ricordati di verificare attentamente che sulla descrizione sia presente la dicitura “Compatibile con DisplayLink” altrimenti l’intero processo non funzionerà.

Come effettuare il collegamento al MacBook M1

Visto e considerato che il MacBook ha solo due uscite Usb-C, ho optato per la soluzione con un Hub mantenendo così libera una porta Tunderbolt per connettere l’alimentazione. Consigliamo comunque di non connettere mai l’alimentazione passando attraverso un Hub o Dock Station, ma di collegarla direttamente al tuo MacBook.

L’ hub in questione che ho scelto è il VAVA Adattatore USB C 9 in1, ma in rete e soprattutto su Amazon.it ne puoi trovare di tantissime marche e modelli, l’importante è che esso abbia almeno un’uscita HDMI, e naturalmente un connettore di collegamento Usb-C.

Catena di connessione per collegare due monitor su MacBook m1

Partendo dal tuo MacBook, collega il l’Hub tramite Usb-C e successivamente collega il tuo adattatore DisplayLink all’Hub. Fatto ciò potrai collegare il primo Monitor con un cavo HDMI che parte dall’Hub principale, successivamente collega il secondo monitor sempre usando un cavo HDMI che parte dall’adattatore DisplayLink. Può a un primo impatto sembrare un collegamento difficile ma ti assicuro che non lo è, e per semplificarti le cose ti lascio qui sotto uno schema illustrativo.

schema collegamento monitor

Come puoi vedere il procedimento è davvero semplice e intuitivo, in questo esempio ti ho illustrato come collegare 2 monitor su MacBook Air e Pro, ma volendo grazie agli adattatori DisplayLink puoi arrivare fino a 6 monitor condivisi, non male no?

Bene, ora una volta capita la catena di collegamenti passiamo al lato software e ti mostrerò come installare il driver DisplayLink sul tuo MacBook.

Installare questo driver è davvero semplicissimo, ti basterà recarti sul sito DisplayLink.Com e successivamente cliccare sulla sezione Download che trovi nella barra del menù in alto a destra.

Una volta effettuato il download clicca sul file e inizia l’installazione dell’app DisplayLink

Ad installazione avvenuta recati sulle tue applicazioni clicca e apri l’app DisplayLink Manager, apparirà quindi un messaggio che ti chiederà di autorizzare le impostazioni della privacy per la registrazione dello schermo.

Clicca su preferenze di sistema consenti l’accesso alle impostazioni della privacy cliccando sul lucchetto in basso a sinistra e inserisci la tua password di sistema.

Spunta la casella inerente a DisplaLink Manager e successivamente clicca su esci e riapri. Fatto ciò sarai pronto ad usare i tuoi due monitor esterni.

Impostazioni monitor collegati al Macbook Air e Pro

Eseguiti tutti questi passaggi finalmente potrai goderti i tuoi due monitor esterni e se vuoi, potrai anche tenere attivo il monitor del tuo MacBook ed avere quindi tre schermi separati.

Apri Preferenze di Sistema sul tuo Mac e clicca sull icona Monitor, seleziona la voce “Disposizione” ecco che ti apparirà il menù per gestire i tuoi monitor.

In questa sezione potrai gestire come posizionare i tuoi monitor condivisi compreso quello principale del tuo MacBook, il monitor principale sarà quello con la barra bianca nel caso tu decida di tenere attivi tutti e tre gli schermi.

Potrai quindi selezionare i tuoi monitor e spostarli a tuo piacimento.

Se vuoi utilizzare solo i due monitor esterni tenendo chiuso il tuo MacBook Air o Pro dovrai necessariamente tenere collegata l’alimentazione al tuo dispositivo, altrimenti solo uno dei due esterni potrà funzionare.

N.b. Se ti preoccupa il fatto di lasciare l’alimentazione inserita, non devi aver nessuna paura nel farlo, anzi se utilizzi molto il tuo laptop è sicuramente meglio lasciare l’alimentazione collegata.

Infatti il Macbook è provvisto di un dispositivo che automaticamente stacca la carica della batteria interna (una volta raggiunta la piena carica) e si alimenta solo tramite l’alimentatore esterno salvaguardando la durata nel tempo della batteria.

Se invece vorrai mantenere attivi solamente i due monitor esterni ti basterà chiudere il tuo MacBook Air o Pro con Chip M1e collegare il cavo di ricarica.

Conclusioni

Come vedi ovviare a questa limitazione del nuovo Chip M1 Apple è molto semplice e sicuramente per chi ha questa esigenza e per chi lavora dall’ufficio o da casa in Smart Working utilizzando MackBook M1 è “una vera manna dal cielo”

L’unico limite se così vogliamo chiamarlo è che non è possibile attivare l’opzione Night Shift nativa, infatti se proverai ad attivarla questa verrà impostata solo su un monitor.

Il mio consiglio se vorrai usare questa modalità è di attivarla direttamente dal menù dei tuoi monitor.

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Apple iMac Pro: il nuovo design

Dopo la presentazione dei nuovi iMac colorati, la Apple sembra ormai essere in procinto di annunciare anche il loro fratello maggiore, il modello iMac Pro dotato di un comparto hardware più potente e di un nuovo design inedito. Spinto da un nuovo processore Apple Silicon della serie M, eccolo in anteprima.

Apple iMac Pro: il nuovo design

Che il 2021 sarebbe stato un anno importante per la linea Mac è noto da tempo. L‘Apple Silicon iMac Pro potrebbe avere un design simile all’iMac M1 lanciato di recente.

Apple Silicon iMac Pro

Il prossimo Apple Silicon iMac Pro potrebbe avere molte somiglianze con l’iMac M1, tra cui il design industriale ed elegante, la finitura squadrata e le cornici ridotte. Secondo alcune fonti, non ci sarà più il logo Apple nella parte anteriore e l’intero dispositivo presenterà una finitura grafite o grigio siderale. A condividere le immagini è stato il profilo LeaksApplePro, con un riferimento anche alle presunte specifiche tecniche integrate. Si parla anzitutto di un nuovo processore della serie M, dunque l’evoluzione dell’unità M1 già vista in azione su MacBook Pro, MacBook Air, Mac mini e iMac.

Non è chiaro se l’unica colorazione disponibile sarà Graphite/Space Grey oppure se l’azienda di Cupertino ne proporrà altre. Dovrebbero inoltre essere presenti quattro porte Thunderbolt e uno slot Ethernet. Non è da escludere nemmeno la presenza di un lettore per schede SD posizionato sul lato del computer desktop all-in-one.

Come sempre, trattandosi di leak non confermati né smentiti in via ufficiale, il tutto va preso con le pinze. A quando un possibile annuncio? Occhi puntati in direzione dell’evento WWDC 2021 organizzato dalla società di Tim Cook dal 7 all’11 giugno.

Apple Silicon iMac Pro
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Configurare VPN su iPhone e iPad

Oggi parleremo di come configurare una VPN su iPhone e iPad, utilizzando per lo scopo sia le app dei servizi (da installare come una qualsiasi altra app) sia il sistema di connessione VPN integrato all’interno del sistema operativo iOS o iPadOS e farlo manualmente.

Per proteggere la navigazione su Internet e mascherare l’indirizzo IP su iPhone e iPad possiamo utilizzare un servizio VPN dedicato, così da creare un tunnel sicuro e cifrato quando siamo all’estero o siamo connessi ad un hotspot pubblico.

Con un VPN su iPhone e iPad nessuno saprà quali siti stiamo visitando e nessun hacker potrà recuperare le nostre credenziali d’accesso (quando siamo connessi ad una rete vulnerabile o una rete già compromessa), aumentando sensibilmente il livello di sicurezza e privacy quando navighiamo da un dispositivo mobile.

Una VPN dunque altro non è che una rete virtuale privata, instaurata come connessione tra soggetti che utilizzano, come tecnologia di trasporto, un protocollo di trasmissione pubblico e condiviso, come ad esempio la suite di protocolli Internet.

VPN su iPhone e iPad

Perché usare una VPN

Se ci colleghiamo ad un hotspot Wi-Fi pubblico corriamo un grande pericolo: un malintenzionato potrebbe infatti captare il traffico dati tra l’iPhone/iPad e il punto d’accesso a cui siamo collegati, gettando le basi per un furto d’identità o per accedere ai conti correnti bancari. Utilizzando una VPN saremo in grado di bloccare ogni violazione della privacy utilizzando una connessione cifrata dal telefono fino al sito che abbiamo scelto di caricare.

La VPN è attualmente uno dei migliori sistemi per tutelare la privacy degli utenti su iPhone e iPad. Molti utenti non lo sanno ma la connessione a Internet è spiata da moltissimi soggetti, spesso insospettabili: il provider Internet per esempio può tenere traccia dei siti che un utente iPhone o iPad visita, così da generare dei log utili in caso di indagini o di richieste da parte di qualche agenzia governativa.

Molti utenti desiderano avere sempre a portata di mano una VPN per cambiare rapidamente indirizzo IP, così da poter accedere ai servizi che limitano l’accesso agli utenti di alcune nazioni o superare i sistemi di filtraggio e di censura (come per esempio il Great Firewall cinese).

Quale VPN scegliere

Scegliendo un buon servizio VPN per l’iPhone o l’iPad potremo beneficiare di server veloci in qualsiasi parte del mondo e di connessioni cifrate con tecnologia militare, così che nessun dato possa essere intercettato. Di servizi tra cui scegliere ce ne sono molti ,qui di seguito mostriamo quelli tra i più conosciuti e miglior efficienza per dispositivi Apple.

cyberghost vpn

Veloce, affidabile, super sicura con una crittografia potente. Ottima per lo streaming 4K.

nordvpn

Una tra le migliori VPN per privacy, sicurezza e velocità su numerosi server.

provate internetaccess vpn

Popolare VPN affidabile e estremamente veloce con sede negli Stati Uniti. Alto livello di sicurezza.

vyprvpn

VPN con una sicurezza elevata e una delle più reti più estese

express vpn

Veloce e sicura offre una protezione completa anche con P2P, streaming in 4K

surfshark vpn

VPN veloce e semplice da usare anche per i meno esperti.

private vpn

Uno dei migliori provider VPN in termini di rapporto qualità/prezzo

pure vpn

Un’ottima scelta per lo streaming e la navigazione sul web

hide my ass vpn

Una delle prime VPN. Veloce e con il maggior numero di server nel mondo.

ip vanish vpn

La migliore VPN per i principianti con alcune buone opzioni di sicurezza

trust.zone

Molto conveniente e veloce, facile da usare, senza registrazione

Configurare VPN su iPhone e iPad tramite app

Il metodo più semplice e rapido per configurare una VPN su iPhone prevede l’utilizzo dell’app fornita dal servizio, liberamente scaricabile dall’Apple App Store. Dopo aver scelto il servizio e attivato un account (in prova gratuita o in abbonamento) apriamo l’App Store sul device Apple, pigiamo sull’icona Cerca in basso a destra e cerchiamo il nome del servizio VPN scelto.

Configurare VPN su iPhone e iPad tramite app

Una volta identificato il servizio premiamo sul tasto Ottieni accanto al nome per avviare il download dell’app VPN; se in passato abbiamo già scaricato un’app VPN troveremo l’icona della nuvola con la freccia verso il basso (al posto del tasto Ottieni), così da poter scaricare velocemente un’app già usata in passato. Non appena il download è terminato pigiamo sull’icona dell’app e, nella schermata iniziale, premiamo su AccediSign in o Login per poter inserire le credenziali d’accesso dell’account creato per usufruire della VPN.

Dopo aver inserito le credenziali è necessario fornire il consenso a tutte le finestre d’avviso che compariranno sullo schermo, così da poter sbloccare appieno tutte le funzionalità del servizio; per connettersi è sufficiente scegliere una nazione o un server sulla mappa dell’app e premere su Connetti o su Connect per avviare la VPN su iPhone o su iPad.

Su alcune app è possibile anche connettersi velocemente al server più veloce premendo sul tasto Quick Connect (presente di solito nella prima schermata dell’app).

Configurare manualmente una VPN

Se hai tutte le informazioni di accesso a portata di mano, puoi configurare manualmente un client VPN su iPhone:

  • Clicca su Impostazioni
  • Seleziona Generali
  • Tap su VPN
  • Clicca su Aggiungi configurazione VPN…
  • Clicca su Tipo e scegli tra IKEv2, IPSec o L2TP
  • Torna indietro e inserisci tutte le altre informazioni: descrizione, Server e ID Remoto
  • Inserisci le credenziali di autenticazione (Nome Utente o Certificato)
  • Se usi un proxy, puoi attivarlo cliccando in basso su Manuale o Automatico
  • Clicca su Fine
Configurare manualmente una VPN

Ora non devi far altro che ritornare alla schermata VPN e attivare la configurazione appena completata. Anche in questo caso, non dimenticare di disattivarla quando non serve.

Adesso hai tutte le informazioni necessarie per configurare una VPN sul tuo iPhone.

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AirTag
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AirTag: Il gadget che ritrova gli oggetti smarriti

AirTag: Il piccolo gadget che ci permette di ritrovare gli oggetti

A chi di noi non è mai capitato di non riuscire a trovare la borsa, lo zaino o le chiavi di casa? A risolvere il problema
ci pensa l’AirTag di Apple: agganciamo il piccolo gadget al portachiavi, mettiamone uno nello zaino e questi piccoli dischetti grazie alle tecnologie Bluetooth ,e UWB ci permettono di ritrovare gli oggetti smarriti. Saranno in grado di ritrovarli usando l’applicazione “Dov’è“.

La cosa interessante è che questo sistema non funziona solo nel ristretto raggio d’azione della connessione Bluetooth (per esempio per trovare il mazzo di chiavi smarrito in casa). Tale sistema esegue il tracciamento in tutto il mondo in modo del tutto anonimo.

Questa tecnologia infatti sfrutta la connessione alla rete di milioni di dispositivi Apple.

Così se abbiamo smarrito lo zaino in cui avevamo inserito un AirTag, sarà sufficiente che questo entri nel raggio d’azione di qualcuno che ha un iPhone o un iPad per permetterci di ricevere un segnale che ci indica dove si trova. Naturalmente per le ricerche ravvicinate il dispositivo può anche emettere suoni per essere subito localizzato.

Ogni AirTag è dotato del chip Ul progettato da Apple. Quest’ultimo utilizza la tecnologia Ultra Wideband, abilitando il Precision Finding per gli utenti di iPhone 11 e iPhone 12.

Questa tecnologia avanzata può determinare con maggiore precisione la posizione di un AirTag perso quando si trova nel raggio d’azione.

In caso contrario il sistema userà la classica tecnologia Bluetooth. Invece, per quanto riguarda le ricerche a distanza, tutto è gestito tramite crittografia end-to-end in modo che solo il proprietario del dispositivo smarrito abbia accesso ai suoi dati di posizione e nessuno, inclusa Apple, possa tracciare l’identità o la posizione del dispositivo che ha aiutato a trovarlo.

AirTag

Se qualcuno trova un AirTag smarrito, può toccarlo utilizzando il proprio iPhone o qualsiasi dispositivo compatibile con NFC. A questo punto verrà indirizzato a un sito web che visualizzerà un numero di telefono di contatto per il proprietario, se ne ha fornito uno.

L’AirTag è alimentato da una batteria sostituibile che dura circa 1 anno. Apple ha anche preparato una serie di accessori opzionali che consentono di agganciare con semplicità gli AirTag ai nostri oggetti. Un AirTag costa 35 €.

Il kit da 4 AirTag è proposto a 119 € e acquistandoli sullo store online di Apple è anche possibile personalizzarli.

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