Sequenza sblocco schermo dimenticata? Niente paura! Molti utenti avranno avuto la spiacevole sorpresa di aver dimenticato la password blocca schermo del proprio dispositivo mobile e quindi di aver bloccato il proprio smartphone. In questa guida vedremo come sbloccare uno smartphone Android, a causa della password errata.
Sequenza di sblocco dimenticata Android
Se si è dimenticati la password del blocco schermo di un dispositivo Samsung o di qualunque telefono Android, ecco che è possibile effettuare due semplici manovre.
Sblocca password schermo tramite Gmail
Questa prima soluzione consente di sbloccare la sequenza dimenticata (il codice di accesso dimenticato) tramite Gmail. Basterà, infatti, continuare a sbagliare il codice, la sequenza, per almeno 5 volte e così si visualizzerà la richiesta di attesa per 30 secondi prima di riprovare. Se non si ricorda ancora, ecco che lo stesso dispositivo lascerà apparire il recupero tramite account Gmail. Dal PC dunque, se si avrà accesso all’account si potrà ricreare una nuova sequenza.
Nota Bene: Ovviamente il telefono deve essere connesso, sincronizzato con l’account Gmail per poter procedere.
Se hai accesso ad internet
Nella pagina Trova il mio dispositivo, entra con il tuo account associato al tuo cellulare o tablet e seleziona l’opzione Cancella i dati del dispositivo. Conferma cliccando sul tasto con la stessa nomenclatura.
Nota: questa alternativa risulta essere utile anche quando perdi o ti rubano il tuo telefono o tablet, in quanto ti consente di resettarlo a distanza. Tieni presente che l’account si cancellerà, e non potrai però più localizzare il tuo dispositivo e perderai ogni genere di connessione con esso.
Sblocca password schermo tramite hard reset
La seconda alternativa allo sblocco del telefono è quella di fare un hard reset.
È possibile ripristinare il dispositivo utilizzando il Recovery o la modalità di ripristino. Per fare ciò spegni il dispositivo e premi contemporaneamente una combinazione di tasti che può variare a seconda del modello del tuo cellulare o tablet. Ecco le combinazioni più comuni:
* Tasto di accensione + Volume su + Home
Tasto di accensione + Volume giù + Home
Volume giù + Tasto di accensione
Volume su + Tasto di accensione
Volume su + Volume giù + tasto Home
In modalità di ripristino, recovery, lo schermo non sarà più touch, quindi potrai andare su e giù nel menu con i tasti del volume e selezionare l’opzione da te scelta con il pulsante di accensione.
Una volta visualizzato il menu, seleziona wipe data/factory reset > Yes. Quando le informazioni vengono cancellate, scegli Reboot system now.
Recuperare password con hard reset iPhone
Purtroppo se si è dimenticati la password blocco schermo per iPhone questa non può essere recuperata che tramite hard reset.
Se hai immesso troppe volte il codice errato, un messaggio ti informerà che il dispositivo è disabilitato. Inoltre Se non ricordi il codice, dovrai inizializzare l’iPhone, eliminando così i dati e le impostazioni, incluso il codice.
Se hai eseguito il backup dell’iPhone, potrai recuperare i dati e le impostazioni dopo il ripristino del dispositivo. Invece se invece non hai mai eseguito il backup dell’iPhone e hai dimenticato il codice, non potrai recuperare i dati presenti sul dispositivo. Utilizza la procedura riportata di seguito per rimuovere il codice.
Rimuovere il codice su iPhone X o modelli successivi, iPhone SE (2a generazione), iPhone 8 e iPhone 8 Plus
Assicurati che l’iPhone non sia collegato al computer.
Tieni premuto il pulsante laterale e uno dei pulsanti del volume fino a quando viene visualizzato il cursore di spegnimento. Trascina il cursore per spegnere l’iPhone. Collega l’iPhone al computer mentre tieni premuto il tasto laterale. Continua a tenere premuto il tasto laterale finché non visualizzi la schermata della modalità di recupero.
Se hai eseguito il backup dell’iPhone, dopo aver rimosso il codice, ripristina i dati e le impostazioni.
Rimuovere il codice su iPhone 7 e iPhone 7 Plus
Assicurati che l’iPhone non sia collegato al computer.
Tieni premuto il tasto laterale finché non viene visualizzato il cursore di spegnimento. Trascina il cursore per spegnere l’iPhone. Collega l’iPhone al computer mentre tieni premuto il tasto Volume giù. Continua a tenere premuto il tasto Volume giù finché non visualizzi la schermata della modalità di recupero.
Se hai eseguito il backup dell’iPhone, dopo aver rimosso il codice, ripristina i dati e le impostazioni.
Rimuovere il codice su iPhone SE (1a generazione) e iPhone 6s e modelli precedenti
Assicurati che l’iPhone non sia collegato al computer.
Tieni premuto il tasto laterale (o superiore) finché non visualizzi il cursore di spegnimento. Trascina il cursore per spegnere l’iPhone. Collega l’iPhone al computer mentre tieni premuto il tasto Home. Continua a tenere premuto il tasto Home finché non visualizzi la schermata della modalità di recupero.
Se hai eseguito il backup dell’iPhone, dopo aver rimosso il codice, ripristina i dati e le impostazioni.
Ripristinare l’iPhone
Individua l’iPhone sul computer. Quando visualizzi le opzioni per il ripristino o l’aggiornamento, scegli Ripristina. Il Finder o iTunes scaricherà il software per l’iPhone. Se il download impiega più di 15 minuti, l’iPhone uscirà dalla schermata della modalità di recupero e dovrai ripetere la procedura per rimuovere il codice indicata qui sopra per il tuo modello di iPhone.
Tra gli strumenti più utili di Google legati alla produttività c’è sicuramente Google Calendar. Servizio questo utile per creare, condividere e gestire al meglio tutti gli eventi, gli appuntamenti e i promemoria del giorno. In questa guida andremo ad analizzare tutte le sue potenzialità, cercando di darvi alcuni utili consigli che vi aiuteranno a capire come utilizzare al meglio Google Calendar. Prima di farlo però, vediamo brevemente di cosa si tratta, così che anche chi non conosce il servizio potrà approfittarne.
Che cos’è Google Calendar
Per dirla nella maniera più semplice possibile: Google Calendar è una piattaforma online creata da Google per raccogliere tutti i calendari desiderati, così da poterli anche condividere ed esportare (o importare) per l’utilizzo su servizi analoghi. Si basa principalmente sulla sincronizzazione con l’account Google (quello utilizza anche per Gmail). Infatti per questo motivo, non manca una profonda integrazione con tutti gli altri strumenti ideati dalla stessa azienda. Inoltre, offre tutte le sue funzionalità anche al servizio di applicativi di terze parti, in modo da ampliare ulteriormente le sue capacità. In poche parole è uno strumento gratuito per organizzare eventi e appuntamenti attraverso una piattaforma cloud. Ciò significa che con questa agenda elettronica puoi raggiungere in qualsiasi momento il tuoi planning, anche da smartphone.
Google Calendar può essere consultato su tantissimi dispositivi diversi. Questo perché dispone di un’applicazione per smartphone e tablet (sia Android che iOS) e di un’interfaccia online. Quest’ultima accessibile tramite un qualsiasi browser web, sia desktop che mobile. Gli unici fattori necessari saranno: possedere una connessione internet e un account Google.
L’interfaccia di Google Calendar
Per parlare dell’interfaccia di Google Calendar ci concentreremo per lo più sulla piattaforma desktop, in quanto risulta essere quella più utilizzata e ricca di opzioni. Subito dopo aver eseguito l’accesso al sito Web dedicato (inserendo le credenziali Google), apparirà una schermata suddivisa in due zone. La colonna dei menu sulla sinistra e il piano di lavoro principale in tutta la zona centrale e destra.
Il primo elemento che appare in alto a sinistra è il bottone “Crea”, molto utile per avviare la schermata di creazione di un nuovo evento, che affronteremo però nei paragrafi successivi. Subito in basso non manca un piccolo calendario mensile, perfetto per avere a colpo d’occhio l’organizzazione dei giorni in un mese specifico. Il quale ovviamente potrà essere modificato attraverso le frecce nell’angolo a destra. Inoltre, cliccando su un particolare giorno, si verrà trasportati direttamente in quel giorno, mostrando quindi tutti gli eventi e i promemoria creati.
Infine, andando ancora più in basso, si incontreranno tutti i calendari creati. Questi saranno tutti abilitati per la visualizzazione di default, ma togliendo il segno di spunta sulla sinistra verranno momentaneamente nascosti dal piano di lavoro principale. Da qui si potranno anche modificare oppure crearne di nuovi.
Tutta la zona centrale sarà quindi dedicata all’effettiva visualizzazione degli eventi e dei promemoria, i quali potranno anche essere modificati, esportati ed eliminati attraverso semplicissime operazioni. Cliccando su un punto vuoto del piano di lavoro si potrà infatti creare un nuovo evento. Questo senza la necessità di passare per il bottone visto in precedenza. In alto non mancherà la possibilità di navigare tra i giorni, oppure tornare alla timeline attuale cliccando su “Oggi” in alto a sinistra. Aprendo invece il menu a tendina alla destra dell’icona ad ingranaggio delle impostazioni si potrà modificare l’interfaccia. Qui visualizzeremo: solo un giorno, una settimana, un mese, un anno o anche solo 4 giorni.
Creare e aggiungere calendari
Ecco come creare nuovi calendari, in modo da generare un nuovo spazio di lavoro da organizzare. Per farlo bisognerà scendere ancora una volta nella sezione in basso a destra e cliccare sull’icona “+” alla destra di “Altri calendari”. Qui appariranno quindi diverse opzioni. Iscriviti al calendario, per aggiungere automaticamente un calendario creato da un altro utente. Crea nuovo calendario, per crearne uno nuovo personalmente. Sfoglia calendari di interesse, per aggiungerne uno presente nel catalogo offerto dal Google (ad esempio le fasi lunari). Da URL, per aggiungerne uno pubblico e condiviso tramite link, e infine Importa, per importare un file di tipo “.ics”.
Scegliendo “Crea nuovo calendario” si avvierà la schermata di modifica, in cui poter aggiungere il nome, la descrizione e il fuso orario principale. In seguito si potrà ovviamente modificare con le opzioni viste in precedenza.
Come personalizzare un calendario
Prima abbiamo fatto riferimento alla possibilità di modificare i calendari creati e presenti di default, perciò vediamo adesso in che modo farlo. Per avviare la sezione di modifica basterà portare il cursore sul nome del calendario da editare (nella lista in basso a sinistra) e subito dopo cliccare sull’icona con tre puntini che appare alla sua destra. Già da qui si potrà modificare il colore di visualizzazione, ma per tutte le altre opzioni bisognerà scegliere la voce “Impostazioni e condivisione”.
A questo punto si potrà quindi modificare il nome, scrivere una breve descrizione, impostare il fuso orario principale, modificare gli avvisi e le notifiche da impostare di default per i nuovi eventi. Oppure scegliere se renderlo privato o pubblico, con eventuale possibilità di ottenere il link per la condivisione.
Creare un evento con Google Calendar
Arriviamo quindi ad una delle opzioni principali del servizio. Per creare un nuovo evento sarà sufficiente cliccare su “Crea” in alto a destra. Automaticamente si avvierà una schermata miniaturizzata in cui includere le informazioni più importanti. Tra cui: titolo, orario, eventuale ripetizione, luogo, descrizione e tipo di calendario. Cliccando invece su “Altre opzioni” si avvierà la schermata completa in cui inserire informazioni più approfondite o invitare altri utenti a partecipare. Infine, per confermare il tutto, non servirà altro che cliccare sul tasto blu “Salva“.
Ripeti l’evento più volte
All’interno della stessa schermata di creazione (o modifica, visto che sono le stesse) di un evento, si potrà anche decidere se ripetere o meno un appuntamento. Per farlo sarà sufficiente cliccare sul menu a tendina “Non si ripete” (proprio sotto il titolo) e scegliere se ripeterlo: ogni giorno, ogni settimana, ogni mese, ogni anno, oppure creare una ripetizione personalizzata. Inoltre, optando per quest’ultima opzione, sarà anche possibile fissare una data di fine ripetizione.
Come condividere un calendario
Tornando all’interno della schermata di modifica di un calendario (come visto in precedenza) invece, questo si potrà facilmente condividere con altre persone, offrendo anche la possibilità di modifica e personalizzazione degli eventi. Per farlo, basterà scendere in basso fino a raggiungere la sezione “Condividi con persone specifiche” e cliccare sull’opzione “Aggiungi persone”. Da qui si dovrà inserire l’indirizzo Gmail dell’utente e scegliere se consentirgli solo di visualizzare il calendario oppure di poterlo anche modificare.
Inviare email agli invitati
Una volta impostate le dovute personalizzazioni, per inviare il calendario bisognerà cliccare sul bottone blu “Invia”, alla destra di “Annulla”. A questo punto, il destinatario dell’invito riceverà due avvisi. Uno all’interno del proprio Google Calendar e uno tramite messaggio email, all’interno del quale non mancherà il tasto relativo all’accettazione e alla successiva importazione del calendario condiviso.
Creare un promemoria con Google Calendar
Con Google Calendar però, oltre agli eventi, si potranno anche gestire i promemoria, i quali verrano anche importati da Google Assistant. Per creare un nuovo promemoria bisognerà cliccare nuovamente su “Crea” in alto a sinistra e subito dopo selezionare l’opzione “Promemoria” sotto il campo dedicato al titolo. Da questo momento in poi, le opzioni di modifica verranno ridotte, in modo da concentrare l’attenzione solo sulla data, l’orario e l’eventuale ripetizione del promemoria. Una volta inserite tutte le informazioni, basterà cliccare su “Salva” per confermare tutto.
Integrare calendari comuni
I calendari comuni, su Google Calendar chiamati “Calendari di interesse”, sono sostanzialmente degli eventi precisi, comuni a chiunque e in genere incentrati su un’unica categoria di informazione. Per fare un esempio banale, il classico calendario delle “Festività italiane” è proprio un calendario comune e viene in genere attivato di default sulla maggior parte dei servizi di questo tipo.
Google Calendar dispone di tantissimi calendari di interesse, i quali possono essere attivati in pochissimo tempo. Per farlo sarà sufficiente cliccare sull’icona “+” alla destra di “Altri calendari” (nell’angolo in basso a sinistra della schermata). Una volta qui cliccare su “Sfoglia i calendari di interesse”. Qui saranno presenti i calendari delle festività di altre religioni, quello delle fasi lunari, oppure delle partite di una specifica squadra sportiva.
Qualora si volesse invece scaricare un calendario comune da Internet, per importarlo basterà cliccare sull’icona “+” alla destra di “Altri calendari” e concludere con “Importa”, così da selezionare il file “.ics” precedentemente scaricato.
Inserire un calendario su un sito web
Un qualsiasi calendario di Google può anche essere interamente pubblicato all’interno del proprio sito web. Questo, grazie attraverso semplici operazioni di copia incolla del codice HTML generato dal servizio. Per procedere, bisognerà prima di tutto cliccare sull’icona delle impostazioni (ingranaggio) in alto a destra e subito dopo continuare con “Impostazioni”.
Ora sarà necessario selezionare il nome del calendario da pubblicare dalla colonna a sinistra della schermata e copiare il codice HTML (dopo aver scelto “Personalizza” per modificarne le opzioni) presente nella sezione “Integra calendario”. A questo punto non servirà altro che incollarlo nella pozione preferita del sito web.
Qualora si volesse invece solo offrire la possibilità di scaricare il calendario, allora bisognerà cliccare sull’icona con tre puntini alla destra del nome del calendario da condividere (nell’angolo in basso a sinistra della schermata), poi su “Impostazioni e condivisione”, aggiungere il segno di spunta alla destra di “Rendi disponibile pubblicamente” e infine cliccare su “Ottieni link condivisibile” che dovrà essere copiato e incollato nella sezione preferita.
Cercare eventi passati
Proprio come su Gmail, anche Google Calendar dispone di filtri di ricerca molto avanzati e precisi. Grazie a questi, si potranno infatti ricercare gli eventi appartenenti a diverse categorie, quelli passati compresi. Per farlo basterà cliccare sull’icona della lente in alto a destra, aprire il menu a tendina cliccando sull’icona del triangolo alla destra del campo di testo e scegliere l’intervallo di date nel quale avviare la ricerca degli eventi. A questo punto, non servirà altro che confermare con “Cerca” in basso.
Aggiungere una videoconferenza
Durante la fase di modifica e creazione di un evento, sarà anche possibile programmare una videoconferenza tramite il servizio “Meet”, anch’esso di proprietà di Google. I passaggi per farlo saranno piuttosto semplici, in quanto messi in primo piano dalla setta azienda.
Subito dopo aver inserito il titolo dell’evento infatti, basterà premere sulla voce “Aggiungi videoconferenza con Google Meet” in basso e automaticamente verrà generato un URL da copiare e condividere con tutti i partecipanti. Ricordiamo però che le conferenze di Meet supportano fino ad un massimo di 100 persone in contemporanea.
Inserire un allegato
Le note degli eventi in Google Calendar possono diventare più complesse e complete di quanto ci si aspetti. Dopo aver infatti effettuato l’accesso alla schermata di creazione o modifica di un evento (come visto nei precedenti paragrafi), in basso apparirà un box dedicato interamente all’aggiunta di dettagli inerenti all’appuntamento.
Fra i tanti, non mancherà anche l’icona relativa all’inserimento degli allegati. Per inserirne uno basterà infatti cliccare sull’icona a forma di graffetta e automaticamente si aprirà una finestra dal quale selezionare il servizio di importazione degli allegati. Questi potranno infatti essere recuperati sia da Google Drive che dal computer stesso. Subito dopo aver selezionato il file desiderato, non servirà altro che confermare con il pulsante “Seleziona” in basso a sinistra.
Sincronizzare Google Calendar con i propri dispositivi
Come avrete sicuramente capito, per sincronizzare gli appuntamenti di Google Calendar sui propri dispositivi, mobile o desktop, bisognerà soltanto avviare il servizio (anche tramite applicazione gratuita per smartphone e tablet) ed effettuare l’accesso con lo stesso account Google. Tutti gli venti sono infatti conservati nel cloud di Google, così da poterli visualizzare ovunque.
In particolare però, qualora si volesse sincronizzare Google Calendar nel calendario di iPhone e iPad (senza scaricare l’app di Google Calendar), bisognerà passare per le impostazioni di sistema. In particolare, andando, su iPhone o iPad, in “Impostazioni”, poi in “Calendario” e infine su “Account”, si potrà configurare l’account Google attraverso l’opzione “Aggiungi account”. Una volta fatto, tutti gli eventi saranno visibili anche sull’app “Calendario” di iOS.
Le scorciatoie di Google Calendar
Il sito Web di Google Calendar è anche ricco di scorciatoie da tastiera, così da rendere ancora più rapida la navigazione del servizio. In particolare, le scorciatoie si dividono in tre gruppi fondamentali: navigazione, modifica di visualizzazione e modifica di eventi.
Per quanto riguarda la navigazione, tra le scorciatoie più comode riportiamo: T per tornare al calendario di oggi, S per aprire le impostazioni, R per aggiornare il calendario, / per avviare la ricerca e G per passare ad una data specifica.
I controlli di visualizzazione sono invece: 1 per la visualizzazione Giorno, 2 per quella Settimana, 3 per quella Mese, 4 per quella Personalizzata e infine 5 per l’Agenda.
Le scorciatoie più utilizzate riguardano però la modifica degli eventi. C per creare un nuovo evento, E per vederne i dettagli, CANC per eliminarlo, Z per annullare un’operazione ed ESC per uscire dai dettagli e tornare alla visualizzazione del calendario.
Esportare e importare eventi in Google Calendar
Infine, prima di chiudere con la guida, vediamo in che modo importare o esportare particolari calendari. Per quanto riguarda la prima delle due operazioni, abbiamo visto più volte che per generare un nuovo calendario è necessario raggiungere la sezione dei calendari in basso a sinistra e cliccare sull’icona “+” alla destra di “Altri calendari”. Una volta fatto, apparirà la voce “Importa”, all’interno della quale si dovrà trascinare il file “.ics” contenente il calendario, oppure selezionarlo dopo aver cliccato su “Seleziona il file dal computer”.
Per esportare un calendario bisognerà invece tornare nella sezione in basso a sinistra, cliccare sull’icona con tre puntini alla destra del nome del calendario da esportare e poi continuare con “Impostazioni e condivisione”. Qui, proprio sotto la sezione di modifica, comparirà il tasto “Esporta calendario”, che se premuto genererà un file “.ics” contenente tutti gli eventi del calendario scelto. Attenzione però, perché alcuni calendari, come ad esempio quello dedicato ai compleanni, non potranno essere esportati. In questo caso il tasto di esportazione non sarà presente.
Google Calendar for Business: di cosa si tratta
Oltre al calendario per la famiglia è disponibile anche una versione aziendale, Google Calendar for Business, con cui si possono creare e gestire calendari specifici per i progetti in team. Questa funzionalità è compresa all’interno del pacchetto GSuite by Google Cloud. Un servizio questo che permette di archiviare i file sui server di Google, per condividere in tempo reale ogni informazione e attività del calendario. In questo caso si tratta di un servizio a pagamento, tuttavia è possibile richiedere un periodo di prova gratuito.
Google Calendar for Business è integrato con diverse applicazioni, tra cui Gmail, Google Drive, Hangouts e Sites, con soluzioni e piani tariffari sviluppati appositamente per ogni esigenza, dalle piccole aziende ai liberi professionisti, dai lavoratori in remoto alle grandi imprese. Con questo programma è possibile pianificare le riunioni, verificando in tempo reale la disponibilità dei colleghi e dei dipendenti che lavorano da casa. Inoltre è possibile accedere da qualsiasi dispositivo, condividere le risorse e pubblicare dei calendari pubblici sul web.
Google Calendar Famiglia: cos’è e come funziona
Una funzionalità innovativa permette di creare un calendario per la famiglia, in cui ogni componente del nucleo familiare può aggiungere eventi e attività, per condividere le informazioni e gestire gli appuntamenti, ad esempio delegando il ritiro della spesa. Oppure ricordando al proprio compagno di andare a prendere il bambino alla festa di compleanno di un amico. Per attivare questo servizio bisogna innanzitutto creare una famiglia su Google, andando sul sito web families.google.com, dove è possibile impostare un gruppo con un massimo di 6 partecipanti.
Con i dispositivi mobili è possibile scaricare Google One, un’applicazione che consente di gestire i gruppi e le famiglie, altrimenti basta accedere tramite la versione online. Poi è necessario aprire Google Calendar, creare un nuovo calendario e condividerlo con il gruppo della famiglia, gestendo tutte le funzionalità all’interno della sezione Impostazioni. Per aggiungere un impegno bisogna accedere all’applicazione, cliccare su Crea un evento, selezionare il nome del calendario della famiglia, inserire l’evento e salvarlo.
Ecco una breve guida dove spiegheremo come scoprire se vengono lette o meno le email inviate.
Rechiamoci sulla pagina del Chrome WebStore dedicata a MailTrack (http://bit.ly/chromemailtrack), clicchiamo sul pulsante Aggiungi e su quello Aggiungi estensione. Nella nuova scheda che si apre, premiamo sul pulsante per eseguire l’accesso all’account Google.
Tutte le email inviate a partire da questo momento saranno contrassegnate dal simbolo di una doppia spunta. Una spunta grigia e una verde indica “messaggio ricevuto”, mentre entrambe le spunte verdi indicano “messaggio aperto”.
Unitamente alla visualizzazione delle spunte, a conferma dell’avvenuta lettura di un messaggio di posta elettronica riceveremo anche un’email da parte di MailTrack. Questa ci dirà che i destinatari hanno letto il messaggio inviato, con data e orario al seguito.
Sapere se un’email è stata letta con Gmail da mobile
Per questa funzione, puoi rivolgerti ad alcune app che sono davvero intuitive. Si possono usare gratuitamente per brevi periodi di prova o per periodi di tempo illimitati, ma con funzioni limitate. Ecco tutto in dettaglio.
Una delle migliori app che puoi utilizzare per sapere se un’email inviata con Gmail è stata effettivamente letta è Track – Email Tracking. Questo è un client di posta mobile disponibile per Android e iOS che integra una comoda feature che consente proprio di fare ciò. L’app è utilizzabile gratuitamente per 7 giorni. Al termine della trial, per continuare a utilizzare le funzioni di tracciamento dei messaggi, è necessario sottoscrivere uno dei piani d’abbonamento fra quelli disponibili, a partire da 19,99 dollari al mese.
Dopo aver installato e avviato Track sul tuo device, pigia sul bottone Activate track for free! situato al centro dello schermo, accedi al tuo account Google per collegare il client a Gmail e consenti all’app di accedere alle informazioni relative alla tua posta elettronica pigiando sul bottone Consenti. Dopodiché pigia sul bottone giallo Send test email to yourself se vuoi fare una prova inviando un’email a te stesso. Oppure pigia sul bottone Activate auto-tracking per attivare il monitoraggio automatico dei messaggi.
Per inviare un messaggio, fai tap sull’icona della matita situata in basso a destra per creare un nuovo messaggio e, nel modulo che compare, digita l’indirizzo email del destinatario dell’email che vuoi tracciare e pigia sul pulsante verde Prepare Tracked Email: a questo punto si aprirà in modo automatico il client predefinito sul tuo device dal quale puoi comporre il messaggio e inoltrarlo pigiando sul pulsante Invia. Una volta avrai composto e inviato l’email al destinatario, non appena questi la leggerà visualizzerai la dicitura READ in corrispondenza del messaggio inviato (nell’app di Track) e riceverai anche un’email di conferma in merito all’avvenuta lettura.
Mail Tracker (iOS)
Se usi un iPhone o un iPad, ti consiglio di provare anche Mail Tracker, un’app che imprime un watermark alle email inviate informando i destinatari delle stesse che sono tracciate, ma che in compenso può essere usata gratuitamente. Per rimuovere il watermark e per usufruire delle feature avanzate messe a disposizione dall’app, è necessario acquistare la sua versione completa, che costa 10,99 euro.
Dopo aver installato e avviato Mail Tracker sul tuo device, pigia sul pulsante Next per quattro volte di fila, premi poi sulla voce Consenti per abilitare le notifiche provenienti dall’app, fai tap sul bottone (+) collocato in alto a sinistra, digita nell’apposito campo di testo l’oggetto del messaggio che vuoi inviare e poi sul bottone Done.
A questo punto, si aprirà l’app Mail, il client installato “di serie” su iOS: non devi fare altro che pigiare prima sul campo di testo Cc: Ccn: Da:, poi sul campo di testo Da:, selezionare l’account Gmail da utilizzare e, non appena sei pronto, inviare il messaggio pigiando sul pulsante Invia.
Non appena il destinatario leggerà il messaggio, riceverai una notifica sul tuo device e visualizzarai la dicitura Read Once (letto una volta) sotto l’oggetto del messaggio inviato (sempre dall’app di Mail Tracker).
Al via la fase di beta test per la versione Android di Clubhouse: ora è ufficiale, ma per il momento sono pochi gli utenti coinvolti.
Ormai da qualche mese al centro dell’attenzione, Clubhouse è senza alcun dubbio l’app più chiacchierata dall’inizio del 2021 a oggi. Ha fondato il proprio successo su una formula che, anziché aggiungere qualcosa, l’ha tolto, eliminando la componente video dalle conversazioni di gruppo proprio nel momento dominato da soluzioni come Google Meet, Microsoft Teams e Zoom.
Rimane al momento un’esclusiva iOS, ma il debutto della versione Android sembra ormai non troppo lontano. I primissimi beta test per la versione Android di Clubhouse sono iniziati. Annunciato ieri dagli sviluppatori nell’ultimo post di aggiornamento sul canale beta dell’app per iOS. Per il momento non è ancora scaricabile liberamente. Si prevede il rilascio entro maggio.
La data, specificano, è indicativa e potrebbe dunque subire variazioni. A gennaio, Clubhouse aveva confermato il programma di espansione ad Android, anche se i lavori non erano ancora iniziati. Clubhouse, che si potrebbe definire il social network dei messaggi vocali, è il grande trend del momento: nonostante sia disponibile solo su iOS, ha accumulato già milioni di download e di utenti, aiutata anche dall’interesse di personalità di spicco come Elon Musk e Mark Zuckerberg.
Clubhouse su Android in beta, solo per pochi
La realizzazione dell’app per Android, in corso da qualche settimana, dovrebbe essere conclusa per fine aprile, con un lancio globale entro maggio. C’è un riferimento esplicito a inizio dei test beta su Android, ma soprattutto un indizio concreto alle tempistiche necessarie per il lancio o quantomeno per un ampliamento degli utenti coinvolti: se ne saprà di più entro le prossime settimane.
Assieme alla versione Android, Clubhouse potrebbe eliminare la necessità di ottenere un invito per entrare, allargando così a tutti le opportunità di accesso. Questo, secondo gli esperti, dovrebbe essere un modo per riaccendere l’interesse intorno ad un social che, dopo un lancio globale di successo, sembra aver arrestato la sua crescita.
Tuttavia, stando alle ultime statistiche di febbraio 2021, Clubhouse ha superato quota 8 milioni di download globali, nonostante sia ancora in beta e solo su iPhone e iPad. Ma la concorrenza non sta a guardare: Twitter ha lanciato “Spaces“, in versione di prova. Così come Facebook, che sta sperimentando la piattaforma “Hotline”, simile a Clubhouse ma con l’aggiunta della modalità video.
Se il tuo vecchio cellulare ti sta dando forfait, eccome come fare il backup del tuo smartphone Android in poche mosse!
Il tuo smartphone ti sta abbandonando e vuoi sostituirlo con uno più recente, ma sei preoccupato di trasferire tutti i dati, foto, video, account sul nuovo? Oppure vuoi semplicemente mettere al sicuro tutto quello che hai per un eventuale ripristino del tuo telefonino? Niente paura basta fare un backup android e trasferirlo sul tuo nuovo smartphone.
Preparazione del backup dello smartphone
Questa guida è dedicata principalmente al backup degli smartphone Android.
Con il dispositivo che si sta utilizzando, collegato al proprio account di Gmail, è necessario cercare la parola “backup” fra le Impostazioni per arrivare a una schermata simile a quella che si vede qui sotto. Cliccando sull’interruttore in alto si autorizza un backup periodico di tutto il telefono su Google Drive, comprese ovviamente le app installate, che da quel momento in avanti avverrà automaticamente.
Sempre da questa schermata si può decidere se consentire il backup solo quando si è sotto copertura wifi (scelta consigliata), o di effettuarne uno subito. Questo magari perché si è appunto pronti per passare al nuovo smartphone. La “copia” della memoria interna del telefono andrà a occupare parte del nostro spazio su Drive. Al momento, ogni account ha a disposizione 15 Gb nel cloud di Google. E’ presente poi una pagina specifica per sapere quanti se ne stanno utilizzando ed eventualmente acquistarne ulteriori.
Il piano “base”, quello da 19,99 euro l’anno, è più che sufficiente per la maggior parte degli utilizzi non professionali.
Attenzione: questo backup memorizza tutte le app presenti sul telefono, ma non la loro posizione sulle varie schermate. Quando lo si utilizzerà per configurare un nuovo telefono, sarà poi necessario riposizionarle dove si vuole, secondo le proprie preferenze e abitudini.
Fatto questo, si è abbastanza sicuri di non perdere nulla di importante, anche nel caso della caduta accidentale di cui si diceva all’inizio.
Backup di Whatsapp e Telegram
Fanno eccezione le due app di messaggistica per eccellenza suddette, che anche in questo sono piuttosto diverse fra loro. Telegram non ha necessità di backup, ma vi “riconoscerà” quando sarete passati al vostro nuovo smartphone. Tendenzialmente non dovreste perdere nulla, mentre con Whatsapp bisogna fare il backup se volete essere sicuri di ripristinare i messaggi di tutti i vostri contatti.
La procedura è piuttosto semplice.
Dopo aver aperto Whatsapp, si clicca in sequenza su Impostazioni, Chat, Backup delle chat e si arriva a una schermata simile a quella sottostante. Possiamo effettuare un backup immediatamente, scegliere ogni quanto farlo in maniera automatica (settimanalmente è più che sufficiente), se farlo solo sotto copertura wifi oppure no e se includere anche i video.
Una volta attivato, anche il backup periodico di Whatsapp su Google Drive avviene in automatico. Quando invece lo si fa manualmente (di nuovo, perché si è pronti a passare dal telefono vecchio a quello appena comprato) risulterà essere uno dei passaggi più lenti di tutta la procedura. Non è colpa dell’app o dello smartphone, ma degli operatori di telefonia italiani, che continuano a offrire velocità di upload drasticamente inferiori a quelle di download.
Rubrica, foto e video
Non di minore importanza sono la copia della rubrica, delle immagini e dei video. Anche qui, il nostro consiglio è di affidarsi a Google e usare leapp Contatti e Foto, al seguente link.
Al primo utilizzo, Contatti chiederà (o dovrebbe chiedere) il permesso di accedere al contenuto della Rubrica dello smartphone.
Memorizzerà tutti i nominativi e tutte le informazioni relative, compresi gli indirizzi di posta elettronica. Da quel momento in poi, la userete come app predefinita per il salvataggio dei numeri di telefono (selezionando Sempre, quando vi verrà chiesto), al posto di quella magari già installata. Sarete così certi non solo di non perdere più nulla, ma pure di ritrovare tutto su ogni dispositivo su cui farete accesso con il vostro account Google.
In questo caso non serve impostare alcun backup del tuo smartphone Android. Viene salvato un nuovo numero di telefono e ne viene effettuata una copia nel cloud praticamente in tempo reale.
Google Foto funziona in maniera simile. Al primo utilizzo chiederà il permesso di accedere alla Galleria dello smartphone e ne memorizzerà tutto il contenuto. Da quel momento in poi, si sostituirà all’app predefinita e ogni volta che scatterete una foto o girerete un video ne verrà creata una copia nel cloud. La ritroverete non solo sul vostro prossimo telefono, ma anche su ogni dispositivo su cui farete accesso con il vostro account Google.
Nel caso di Foto, il backup va attivato, cliccando prima su Impostazioni e poi su Backup e sincronizzazione (schermata più sopra), anche decidendo come farlo e su quali elementi.
Come fare il backup dello smartphone Android
E’ sempre consigliabile procedere con i backup automatici e periodici (del telefono, delle chat, della rubrica e delle immagini) in modo da essere al riparo da qualsiasi imprevisto.
Quando invece dobbiamo sostituire il nostro smartphone, sono fondamentalmente due i passaggi da seguire: – prima il backup manuale dell’intero smartphone Android su Google Drive (che include anche Contatti e Foto); – poi il backup manuale delle chat di Whatsapp (che poi si può disinstallare, così da non perdere nemmeno un messaggio).
Al primo accesso al nuovo smartphone, sarà sufficiente scegliere Ripristina dal Cloud per vederselo configurato come il precedente.
È vero che ormai molti produttori hanno app dedicate per il passaggio da un telefono all’altro, ma non sempre funzionano da una marca all’altra.
Che sia Google Play o Gmail, le app su Android vanno in crash. A centinaia le segnalazioni degli utenti.
Negli ultimi giorni sono state centinaia le segnalazioni su siti come DownDetector, ma anche su Reddit e Twitter, che lamentavano una chiusura improvvisa di alcune applicazioni Android. Un crash che ha riguardato anche Gmail, Google Play e altre app Android legate a servizi bancari e non è un caso che Mountain View si sia messa subito al lavoro per risolvere il problema.
Al centro del malfunzionamento delle app c’è Android System WebView, una componente del sistema operativo che si occupa del rendering delle pagine web attraverso le app Android, per offrire all’utente una navigazione simile a quella che avrebbe con Chrome.
Come risolvere le app Android che vanno in crash
Alcuni utenti hanno cercato di aggirare il fastidioso problema, sfruttando anche i consigli condivisi online per esempio dallo stesso profilo di Samsung su Twitter. Tra questi la disinstallazione degli aggiornamenti proprio di Android System WebView, all’interno delle Impostazioni generali nella sezione App. Se non fosse immediatamente visibile l’app in questione, la si deve cercare dopo aver selezionato i tre puntini in verticale. Dopodiché scegliere di mostrare i servizi di sistema.
Successivamente è però arrivata anche una risposta di Google che su un blog ha detto di aver sistemato il problema relativo al crash di Gmail grazie a un aggiornamento reso disponibile per gli utenti all’interno del Play Store. In particolare è richiesto di aggiornare sia l’app per Android System WebView che quella del browser Chrome.
Dati che in tanti avete scritto per avere maggiori informazioni su cos’è una VPN e su come utilizzarla con un dispositivo Android, abbiamo deciso di realizzare questa guida. Ciò che cercheremo di fare con questa guida invece, è darvi il maggior numero di informazioni oggettive, basate sulla nostra esperienza, per aiutarvi al meglio nella vostra scelta. Proprio per questo motivo infatti, dopo aver testato negli anni decine e decine di VPN Android diverse, abbiamo deciso di mettere nero su bianco le nostre opinioni. Siete pronti a seguirci in questo viaggio?
Perché usare una VPN su Android
Ciò che accomuna gli utenti nella scelta di una VPN è la volontà di aumentare la privacy e proteggere maggiormente i propri dati personali, sia quando si naviga con la propria rete mobile o domestica che quando si utilizza un hot-spot pubblico. Nel primo caso sono i provider che registrano il maggior numero di informazioni sulle vostre preferenze di navigazione, creando un vero e proprio registro dei siti e delle pagine che visitate. Quando invece utilizzate una rete pubblica, come quella di un aeroporto o di un albergo, potrebbero essere in agguato dei malintenzionati in cerca dei vostri dati sensibili. Sono sempre di più infatti le informazioni personali che vengono trasmesse da uno smartphone Android, comprese le vostre preferenze (di ogni tipo), i vostri dati sanitari o quelli di pagamento.
Altri di voi invece avranno motivi totalmente diversi per utilizzare una delle migliori VPN Android. Applicando questo tipo di servizio allo streaming infatti, esiste la possibilità di accedere a cataloghi multimediali altrimenti disponibili solo in altre aree geografiche. Questa procedura vi permette di aggirare il geoblocking, pratica altrimenti irrealizzabile con il vostro account privato. In questo caso però dovrete fare estrema attenzione alla VPN che sceglierete, perché alcune si adattano meglio di altre allo streaming su Netflix, Amazon Prime TV o Disney+
Le migliori VPN per Android 2021
Ora che avete le idee un po’ più chiare è arrivato il momento di passare alla parte più concreta di questa guida, quella dove vi mostreremo le migliori VPN Android, anche quelle gratuite.Vi consigliamo di leggere attentamente ogni paragrafo e di non fermarvi alla prima che vi può sembrare interessante: ognuna di queste VPN infatti è assolutamente funzionale e perfetta per essere installata sul vostro smartphone. Come vedrete più avanti però, le differenze principali fra i singoli servizi saranno soprattutto relative alle funzionalità integrate, come la possibilità di effettuare lo streaming dei vostri servizi preferiti o la velocità di navigazione.
NordVPN
NordVPN è sicuramente uno dei nomi più conosciuti quando parliamo delle VPN per Android. Si tratta infatti di un servizio che nel tempo ha saputo ritagliarsi una buona fetta di mercato, grazie soprattutto alla velocità di connessione. L’azienda ha infatti realizzato una rete di ben 5000 server situati in circa 55 paesi. Questa caratteristica rende NordVPN perfetta per lo streaming dei contenuti multimediali, con cataloghi pressoché infinita grazie alla possibilità di accedere alla maggior parte dei paesi del mondo. Nel caso in cui vogliate vedere per esempio una serie TV in esclusiva su Netflix USA vi basterà connettervi al server più adatto situato negli Stati Uniti e far partire lo streaming.
Allo stesso modo NordVPN offre grandi vantaggi anche per chi utilizza molto le reti P2P, come quelle alla base di Torrent. Oltre a una notevole velocità in download infatti, sarete protetti da possibili interferenze grazie alla crittografia AES 256-bit, senza dimenticare che il log di navigazione non viene registrato e che pubblicità e malware vengono automaticamente filtrati. I prezzi di NordVPN sono di 4,18€ al mese per il piano annuale e viene applicata la politica del rimborso nei primi 30 giorni di utilizzo se non siete soddisfatti del servizio. Per scaricare NordVPN vi basterà cercare l’app correlata all’interno del Play Storeo direttamente nel sito ufficiale.
ExpressVPN
ExpressVPN è un altro dei grandi nomi del panorama delle VPN free per Android. Lanciato nel 2019, questo servizio ha saputo conquistare tantissimi utenti in ogni parte del mondo, grazie alla sua semplicità di utilizzo e alle funzionalità offerte. Una delle pietre preziose incastonate nella corona di questa VPN è sicuramente quella che riguarda la sicurezza durante la navigazione. Anche in questo caso infatti è presente la crittografia AES 256-bit, accompagnata dalla tecnologia TrustedServer, un vero toccasana se siete preoccupati per la vostra privacy. In questo modo infatti nessuno dei vostri dati di navigazione rimarrà all’interno dei server utilizzati.
A proposito dei server va detto che ExpressVPN ne mette a disposizione degli utenti ben 3000 sparsi in oltre 90 nazioni, Italia compresa. Ogni server supporta inoltre l’utilizzo dei Torrent e non ha limiti di banda. Questo significa che la velocità di navigazione e di download sarà sempre molto alta rispetto a servizi antagonisti che non hanno queste caratteristiche. Non va infine dimenticato che sarà possibile connettere un massimo di 5 dispositivi contemporaneamente. Il piano più vantaggioso di questa VPN Android è sicuramente quello che prevede 15 mesi di utilizzo a 5,64€ al mese, con la clausola “Soddisfatti o rimborsati” della durata di 30 giorni. Potete scaricare ExpressVPN sia dal sito ufficiale che dal Play Store.
Surfshark
Anche SurfShark si merita senza alcun dubbio un posto in questa guida alle migliori VPN Android del 2021. Uno dei motivi principali è sicuramente dovuto all’alto rapporto fra costi e benefici. Basta pensare infatti che i piani di abbonamento partono da 2,05€ al mese per il piano biennale, per un costo totale di poco meno di 50€, un’occasione da non lasciarvi sfuggire. Oltre al costo particolarmente basso infatti, Surfshark non è da meno dei concorrenti nemmeno per quanto riguarda le funzionalità e la velocità di navigazione. I server a disposizione degli utenti sono circa 1200 situati in più di 50 nazioni, fra i quali anche alcuni nel nostro paese, con velocità di download sempre sopra la media. Se avete in mente di utilizzare il protocollo P2P per scaricare file e contenuti multimediali, Surfshark ha realizzato dei server dedicati facilmente raggiungibili tramite l’applicazione per Android. Nonostante il prezzo così basso nemmeno la sicurezza è stata curata in maniera meno maniacale: tutto le connessioni sono infatti crittografate con lo standard AES 256-bit e i dati di navigazione non vengono registrati. Risulta presente anche una comodissima funzione chiamata “Blocco di rete”, che permette di prevenire la perdita di dati in caso di disconnessione dal server durante il download. Per finire, se siete dei maniaci dello streaming, Surfshark funziona alla perfezione anche per aggirare il geoblocking e godervi così i vostri programmi preferiti in palinsesto in altri paesi.
CyberGhost
Le alternative che vi abbiamo proposto fino a questo momento non vi hanno convinto fino in fondo? Allora dovete assolutamente leggere ciò che abbiamo da dirvi su CyberGhost. Questa è infatti un’ottima VPN per Android che permette di sbloccare tantissime funzionalità altrimenti non disponibili con la connessione tradizionale. Il primo punto forte di CyberGhost è senza dubbio l’anonimato che consente di mantenere durante la navigazione: oltre a mantenere una rigorosa politica di no-log infatti, questo servizio utilizza la più volte citata crittografia AES 256-bit, una vera fortezza in caso di tentativo di furto dei vostri dati.
Seppur leggermente inferiore a NordVPN o a Surfshark la velocità di navigazione è davvero molto buona. Ciò che manca viene compensato in maniera ottima grazie a una serie di server dedicati allo streaming: questi vi consentiranno di accedere a tutti i servizi più famosi, come Netflix o Disney+, grazie anche alla presenza in più di 90 paesi, Italia compresa. Ottimo il piano triennale, che consente di acquistare il pacchetto completo a 78€, ovvero 2€ al mese. Non manca l’applicazione per Android, davvero ben realizzata e funzionale.
Come scegliere una VPN su Android
Il primo punto da prendere in esame per scegliere una VPN su Android è sicuramente il livello di sicurezza offerto dal servizio. Tutti i provider che vi abbiamo presentato in questa guida se la cavano egregiamente su questo fronte, grazie alla crittografia AES e al fatto che non registrano i dati di navigazione. In secondo luogo, soprattutto se scaricate molti file, soprattutto tramite Torrent, è fondamentale che il servizio da voi scelto offra dei server ottimizzati per questo scopo, in maniera tale che la velocità di download sia costante e che non perdiate i dati se la connessione dovesse cadere. Infine, per gli amanti dello streaming, è necessario scegliere una VPN per Android che sia stata appositamente realizzata per questo motivo, così da sbloccare il maggior numero possibile di piattaforme.
VPN gratuite per Android: affidabilità e riferimenti
Solitamente tutte le VPN offrono un periodo di prova gratuito, che vi permette di provare il servizio e decidere poi se acquistare un abbonamento. Anche quelle che vi abbiamo presentato oggi seguono questa logica. Se state cercando una vera VPN gratuita per Android però, sono altri i servizi che vanno presi in considerazione. La prima cosa da sapere è che le VPN gratuite danno la possibilità agli utenti di accedere a dei servizi free limitati in alcune caratteristiche, come per esempio la banda mensile a disposizione. Questo particolare rende le VPN Android gratis perfette per un utilizzo saltuario, ma meno adatte se avete intenzione di scaricare file di grandi dimensioni o utilizzare lo streaming. Non fraintendeteci, le VPN free sono assolutamente affidabili, ma ciò che vi mettono a disposizione è una versione light del servizio a pagamento. Se ritenete che il vostro utilizzo tipico non si discosta molto da ciò che vi abbiamo detto, allora potete prendere in considerazione la possibilità di provare questi servizi:
Vi state chiedendo come configurare una VPN su Android? A primo impatto potrebbe sembrare una procedura difficile, soprattutto per chi è alle prime armi. Per vostra fortuna non è affatto così. La maggior parte dei provider offre ormai un’applicazione Android per il proprio servizio e l’integrazione all’interno del sistema operativo si è notevolmente semplificata rispetto al passato. Dopo aver scaricato l’applicazione di vostro gradimento infatti, al primo avvio, vi verrà chiesto di dare i permessi al servizio per impostare una connessione VPN. Vi basterà premere il pulsante “OK” e il gioco è fatto. Come avete visto configurare una VPN su Android è davvero un gioco da ragazzi. Se volete sapere anche come installare una VPN sugli altri dispositivi, vi consigliamo di leggere la nostra guida dedicata.
Una VPN è legale?
Questo è un tema da sempre molto dibattuto fra gli utenti e che spesso non trova una risposta precisa a meno che non si conosca a fondo l’argomento. Nella maggior parte dei paesi del mondo utilizzare una VPN non è affatto illegale e sono pochissime le nazioni che hanno dichiarato tale pratica parzialmente o totalmente fuori legge. Fra questi sono compresi Cina, Russia, Emirati Arabi Uniti, Iraq, Turchia, Bielorussia, Oman e Iran. In Italia e in Europa non ci sono limiti particolari all’utilizzo delle VPN. Ciò che potrebbe creare problemi è il tipo di usa che ne andrete a fare. Scaricare file tutelati dalla legge sui diritti d’autore per esempio, è un reato. Allo stesso modo, in alcuni casi, aggirare il geoblocking non viene visto di buon occhio dai fornitori dei servizi, che potrebbero limitare o eliminare il tuo account. Ad ogni modo, per rispondere alla domanda che ha aperto questo paragrafo, una VPN è legale a meno che l’utilizzo fattone non vada a infrangere altre leggi. In questo caso potreste passare dei guai seri.
…e per Netflix?
Stabilire quale sia la migliore VPN per Netflix su Android non è affatto semplice. Sono tantissimi infatti i servizi che offrono server dedicati allo streaming e che permettono di accedere al catalogo estero del gigante dell’intrattenimento. Le caratteristiche che non devono assolutamente mancare alla Virtual Private Network sono la stabilità della connessione e la velocità di rete. Senza questi due capisaldi infatti, potreste incorrere in frequenti fenomeni di buffering, che andrebbero a rovinare l’esperienza di utilizzo. Dopo un’attenta riflessione siamo arrivati alla conclusione che la migliore VPN per Netflix su Android è senza ombra di dubbio ExpressVPN. Questo provider permette infatti di accedere al catalogo di ben 19 paesi, mantenendo sempre un’ottima velocità e permettendo lo streaming in full HD o in 4K.
Riepilogo e conclusioni
Ora che siamo arrivati al termine di questa guida dedicata alle migliori VPN per Android, siamo sicuri che sarete molto più sereni riguardo all’utilizzo delle stesse sul vostro smartphone. Come vi abbiamo spiegato, l’attivazione di una Virtual Private Network è davvero molto semplice e richiede soltanto pochi clic. Inoltre, con le informazioni che vi abbiamo dato, sarete perfettamente in grado di scegliere il servizio che più si adatta al vostro utilizzo tipico. Tutto ciò che vi rimane da fare quindi è fare clic su uno dei link che vi abbiamo lasciato e godervi la navigazione in totale libertà e sicurezza.
Alzi la mano chi non ha mai preso appunti su foglietti volanti che poi puntualmente hai perso? Oggi con un tablet o uno smartphone hai la puoi risolvere questo problema, prendendo appunti mediante delle app; ce ne sono tantissime, alcune gratuite e altre a pagamento. Avrai l’imbarazzo della scelta, ma con questo articolo proviamo a suggerirti le migliori app per prendere appunti su su dispositivi Android e iOS.
Evernote
Partiamo con una app gratuita, che è disponibile sia per Android che per iOS, si chiama Evernote e può essere utilizzata sia da un dispositivo mobile, che su di un dispositivo fisso. L’app offre anche la possibilità di sincronizzare i dispositivi per continuare un lavoro iniziato sul telefono o tablet e finirlo sul PC fisso o notebook. La versione gratuita dell’app non permette di accedere alle note offline e limita la sincronizzazione a due dispositivi. Questo è un elenco di funzionalità che Evernote mette a tua disposizione:
Fotocamera: per fotografare i tuoi appunti che si trovano scritti su fogli sparsi o su lavagne.
Allegato: puoi aggiungere dei file.
Audio: puoi aggiungere delle note audio.
Promemoria: per scrivere un nuovo promemoria.
Scrittura a mano: puoi scrivere sullo schermo a mano libera.
Nota di testo: per scrivere appunti tramite la tastiera del tuo dispositivo.
Dopo aver scelto il metodo che più ti piace, clicca su “titolo nota” in alto per inserire il titolo che vuoi dare ai tuoi appunti; se vuoi scrivere, clicca su “che cos’hai in mente?”. Sicuramente non avrai a disposizione tutte le opzioni di un classico foglio word per scrivere, però potrai formattare il testo cliccando su “A” e sceglier poi se scrivere in grassetto, corsivo o in altro modo. Quando avrai finito di scrivere clicca sulla spunta in alto a sinistra e salva la nota. Utilizzando l’app in modo gratuito, il suo spazio di archiviazione sarà ridotto. Altrimenti con 29,99€ all’anno potrai sottoscrivere un abbonamento.
OneNote
Un’altra app gratuita molto valida è Onenote. Ti permette di sincronizzare più dispositivi e avere sempre a portata di mano i tuoi appunti. La puoi scaricare su dispositivi Windows, Android, iOS, e Mac. Scaricala e dopo esserti registrato clicca su “iscriviti gratis”, dopo prosegui seguendo le istruzioni che ti verranno mostrate per continuare la procedura. Dovrai creare un account Microsoft per poter avere l’opzione della sincronizzazione su più dispositivi. Se già possiedi un account Microsoft, potrai tranquillamente cliccare su “accedi” per entrare.
Per creare il primo blocco appunti, devi cliccare su “+ blocco appunti” e decidere il titolo che vorrai dare, continua cliccando su “+ foglio” per creare il primo foglio di appunti. Se vorrai aggiungere altro ai tuoi appunti, attraverso le icone potrai inserire foto tramite la fotocamera del tuo smartphone, oppure delle note vocali attraverso il microfono, con una matita potrai scrivere a mano libera oppure creare un elenco di cose. Se accedi a OneNote da tablet, per aggiungere questi elementi dovrai cliccare su “inserisci”. Per salvare la nota non devi preoccuparti, si salverà in modo automatico.
Google Keep
Un’altra soluzione gratuita è Google Keep, che ti permette di creare le tue note e sincronizzarle con il tuo account Google in pochissimi movimenti. Questa app per prendere appunti si può scaricare su dispositivi Android e iOS, e allo stesso tempo si può accedere dal Web installando l’estensione per Chrome o attraverso l’interfaccia online. Dopo il download dell’app potrai accedere con il tuo account Google e attraverso la schermata iniziale potrai cliccare su “inizia” per cominciare a prendere appunti e note sul tuo dispositivo.
Avrai a disposizione diverse funzioni, potrai realizzare un elenco puntato per creare delle liste, potrai scrivere una semplice nota di testo, con l’icona di una penna potrai scrivere appunti a mano libera, se cliccherai invece sul microfono potrai registrare una nota vocale e con la fotocamera fare foto ai tuoi appunti presi su carta. Dopo aver scelto che tipo di nota impiegare, dovrai scrivere nell’apposito spazio un titolo per la nota. Tutto il tuo lavoro verrà automaticamente salvato sul cloud e sincronizzato.
Una particolare funzione che caratterizza questa app per prendere appunti è la possibilità di aggiungere un promemoria alle note, per permetterti di ricordare cosa fare, per esempio in un momento specifico della giornata o quando vai in un luogo preciso. Per poter aggiungere il promemoria, devi cliccare sull’icona a forma di mano e nel riquadro che si aprirà dovrai premere su “ora” per permettere a Google Keep di ricordarti cosa fare in un’ora precisa della giornata. Un’altra opzione che potrai scegliere è il “luogo”, se vorrai che il tuo promemoria ti venga ricordato quando sarai in un posto specifico. Mi raccomando ricordati di salvare.
Notability
Un’ appper prendere appunti solo per dispositivi iOS e Mac, è Notability, che si può comprare al costo di 10,99€. L’app ti permette di prendere note a mano libera, di poter aggiungere delle note vocali attraverso registrazioni audio e scrivere appunti con la tastiera del tuo dispositivo, anche su su files pdf esterni. Dopo il download dell’applicazione, potrai aprirla e nella pagina iniziale cliccare su “nuova nota” che ha l’icona di una penna, questo ti permetterà di creare nuovi fogli per prendere appunti.
Anche su questa app hai diverse possibilità per prendere appunti: la matita ti permette di decidere che tratto e che colore deve avere la tua matita per scrivere a mano libera; se deciderai di usare l’evidenziatore potrai mettere in risalto parti di testo con colori differenti, con l’icona della gomma potrai cancellare il tratto di matita errato e con il microfono registrare note vocali. Ovviamente potrai sempre scrivere i tuoi appunti tramite la tastiera del tuo dispositivo cliccando su “T” che si trova in alto e poi cliccare sulla parte del foglio in cui vuoi iniziare a scrivere.
Il testo può essere formattato attraverso l’opzione del menù che si trova in basso, quindi potrai decidere il font, il carattere, il colore e la grandezza. Anche quest’applicazione ti permette di sincronizzare in modo semplice i tuoi appunti presi su iPad o iPhone con il Mac. Basterà solo scaricare l’app su tutti i dispositivi e poi collegarla sull’account iCloud.
App Android…
A parte le app suddette, ce ne sono alcune che possono essere utilizzate solo da chi ha dispositivi Android, come Color Note e Classic Notes, da scaricare attraverso Google Play. La prima è una delle più facili da usare, ed allo stesso tempo molto completa. Ti assicura di prendere appunti con facilità e di poterli organizzare per colore.
Potrai anche usare i widget Stiky Note per riuscire sempre a controllare le note più importanti e le cose che devi fare , che non puoi assolutamente dimenticare. La seconda app, Classic Notes è più essenziale, sempre molto semplice da utilizzare. Il nome stesso permette di capire che non ha opzioni superflue e ti consente di realizzare note con pochi clic. Anche per salvare le note è molte semplice, perché non dovrai far nulla, farà tutto l’applicazione.
… e app iOS
Queste altre app posso essere usate solo da dispositivi iOS e scaricate solo con App Store, come Note e Penultimate. La Prima app è già inclusa in tutti i dispositivi Apple ed è davvero molto completa. Potrai inserire nuovi appunti in modo semplice e sincronizzare tutto con iCloud su tutti i dispostivi Apple che hai a disposizione.
Potrai proteggere tutto con una password, si possono creare note che possono essere condivise anche con altri utenti Apple, inserendo immagini, link e tutto quello che vorrai. La seconda app, Penultimate, si può scaricare in modo gratuito. Avrai la possibilità di scrivere a mano i tuoi appunti, impiegando una serie ampia di strumenti e avrai la possibilità di scattare foto agli appunti e alle note prese su carta.
Occorre scaricare ed installare l’app DroidCam, sul telefono dal Play Store e sul pc seguente link; successivamente decidiamo se proseguire tramite connessione USB o Wireless, come descritto di seguito:
PROCEDIMENTO USB
Nelle impostazioni di Android andiamo nelle informazioni del telefono e premiamo sulla voce “Debug USB” per 7 volte consecutive, ci richiederà l’immissione del codice di sicurezza una volta inserito nella parte finale delle impostazioni troveremo una nuova voce.
Andiamo ad aprire la voce “Opzioni sviluppatore” scorriamo fino a trovare l’opzione “DebugUSB”.
Una volta attivato il Debug andiamo ad aprire DroidCam sul PC e successivamente sul telefono, attaccandolo tramite il cavo al PC
PROCEDIMENTO WIRELESS
Apriamo DroidCam su telefono e PC
Colleghiamo il PC ed il telefono sotto lo stesso modem/rete, va bene anche se il PC è sotto ethernet e il telefono in wireless.
Inseriamo nel PC l’indirizzo IP e andiamo a premere connect
Una volta collegato il telefono al PC andiamo a selezionare, dove ci serve la webcam, la fonte DroidCam e magicamente la cam del proprio telefono sarà usata come webcam.
Se come camera predefinita usa la cam esterna, per cambiare la cam basterà dirigersi in alto a destra sui 3 punti e nelle impostazioni selezionare “Camera N°” ovviamente la camera frontale.
Sono oltre un miliardo gli smartphone Android e iOS sui quali è possibile eseguire da remoto codice arbitrario pericoloso, secondo la società di cybersicurezza Snyk che ha scoperto uan backdoor all’interno di un SDK di advertising. Cioè uno di quei pacchetti standard di codice inseriti nelle app per mostrare all’utente i banner pubblicitari.
L’SDK in questione è stato sviluppato dalla cinese Mintegral ed era finito nell’occhio del ciclone già a fine estate, quando Synk scoprì che poteva essere usato per spiare gli utenti iOS. Adesso, però, la stessa società di cybersicurezza ha scoperto che l’SDK pubblicitario di Mintegral può essere usato anche per fare ben di più e ben peggio. Snyk ha anche dimostrato di essere in grado di sfruttare l’SDK per eseguire codice pericoloso sugli iPhone e afferma che lo stesso si può fare anche su Android. Il numero di smartphone sui quali è stata installata una app contenente l’SDK di Mintegral, e che quindi è a rischio, supera il miliardo.
Cosa sta facendo Mintegral
Secondo Snyk dopo che ad agosto è trapelata la notizia dell’SDK pericoloso Mintegral ha rimosso la parte di codice tramite cui è possibile spiare gli utenti. Nel frattempo sia Google che Apple hanno avvertito tutti gli sviluppatori di app che avevano integrato quell’SDK, affinché lo rimuovessero.
Snyk, però, adesso afferma che Mintegral ha reinserito del codice molto simile al precedente e, quindi, siamo punto e a capo. Con l’aggravante che adesso Snyk ha scoperto le altre potenzialità dell’SDK, cosa che aggrava di parecchio il rischio per gli utenti.
Cosa stanno facendo Google e Apple
Secondo la politica di Apple gli sviluppatori sono i responsabili del codice inserito nelle loro app e di tutto ciò che tale codice fa, nel bene o nel male. Se un’app integra quindi un SDK che poi viene usato da terzi per spiare lo smartphone o eseguire codice pericoloso (ad esempio per scaricare un malware sull’iPhone), la colpa è quindi di chi ha sviluppato l’app.
Google non ha neanche risposto a Snyk in merito alla questione Mintegral, ma la sua politica sulla responsabilità degli sviluppatori è sostanzialmente la stessa di Apple.
Cosa rischiano gli utenti
Un po’ meglio si stanno comportanto di network pubblicitari, cioè le aziende che raccolgono gli investimenti in pubblicità che poi vengono trasformati in banner da mostrare agli utenti. Molti di loro hanno infatti rimosso Mintegral dall’elenco dei partner tecnici con i quali collaborano.
Ciò non vuol dire, però, che gli utenti non rischiano più: l’SDK è ancora presente in migliaia di app, anche se non mostra più le pubblicità dei network che hanno smesso di usarlo.
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