Sottoscrivendo un abbonamento con Amazon Prime, è possibile ricevere numerosi prodotti direttamente a casa in un giorno lavorativo e senza costi aggiuntivi di spedizione.
Amazon Prime, il servizio di abbonamento mensile o annuale di Amazon, offre vari vantaggi, tra cui spedizioni gratuite senza importo minimo di spesa, consegne rapide, accesso anticipato a offerte speciali, Prime Video, Prime Reading, Amazon Music, Prime Photo, Prime Gaming, Amazon Fresh e Deliveroo Plus. I costi sono di 4.99 euro al mese o 49.90 euro all’anno, con tariffe scontate per gli studenti. Per ulteriori dettagli e iscrizioni, è possibile visitare https://www.amazon.it/amazonprime.
Spedizioni veloci
Il vantaggio della consegna rapida, disponibile per oltre 2 milioni di prodotti contrassegnati come Prime, è uno dei benefici più apprezzati dagli utenti Prime. Inizialmente, il servizio di consegna rapida richiedeva da 2 a 3 giorni.
Attualmente, a meno che l’indirizzo di destinazione sia in località particolarmente remota (dove la consegna può richiedere fino a 48 ore), il periodo di attesa è ridotto a un solo giorno lavorativo per ricevere l’ordine. Questa opzione, che garantisce la consegna in un giorno lavorativo, è stata inclusa sin dal lancio del servizio Prime nel 2005 negli Stati Uniti, arrivando in Italia nel 2011.
Attenzione all’orario
Per garantire la consegna entro il giorno successivo con il servizio Prime di Amazon, è necessario confermare l’ordine entro un orario specifico indicato sulla pagina del prodotto come “Ordina entro [x] ore per la consegna domani“.
L’orario di scadenza può variare in base alla posizione geografica e al prodotto selezionato. In alcune località, è possibile effettuare ordini fino al pomeriggio o alla sera per ricevere la consegna il giorno successivo, a condizione che il magazzino più vicino abbia disponibilità.
Acquisti in giornata
In alcuni CAP delle principali città italiane come Roma e Milano, per una selezione di prodotti è possibile ricevere l’ordine entro il giorno stesso, ordinando la mattina e ricevendo i prodotti nella fascia oraria tra le 18:30 e le 21:30.
Questa spedizione, chiamata “Oggi“, è gratuita per i membri Prime che raggiungono un importo di spesa minimo di 29 euro e è disponibile su articoli contrassegnati dalla dicitura accanto al logo Prime.
Ma come fanno?
Amazon ha reso la rapidità e l’affidabilità delle consegne uno dei suoi principali punti di forza. In Italia, l’azienda dispone attualmente di 54 centri logistici, utilizzando algoritmi predittivi basati sull’IA per prevedere la domanda dei prodotti e ottimizzare l’organizzazione dei magazzini.
Questo approccio consente a Amazon di garantire consegne veloci anche durante periodi critici come il Black Friday o le festività natalizie. Inoltre, l’azienda sta sperimentando nuove tecnologie, come l’uso di droni per le consegne a domicilio, per rendere ancora più efficienti i suoi servizi.
Consegne tramite droni
Amazon ha annunciato che entro il prossimo anno estenderà le consegne tramite drone, attualmente attive negli Stati Uniti, anche in alcuni Paesi europei selezionati, tra cui l’Italia. L’utilizzo di droni come il nuovo modello MK.30 è previsto per ridurre ulteriormente i tempi di consegna e migliorare la sicurezza rispetto alle tradizionali consegne su strada.
Il MK.30 è dotato della tecnologia “sense-and-avoid” per rilevare e evitare ostacoli, può operare in varie condizioni climatiche ed è progettato con intelligenza artificiale per affrontare situazioni impreviste autonomamente. L’obiettivo è utilizzare questo drone per la consegna di pacchi leggeri, come prodotti per la casa, articoli di cura personale e forniture per l’ufficio.
Per trarre in inganno, gli imbroglioni creano siti web che sembrano sicuri, replicando quelli ufficiali di marchi o attività ben noti. Tuttavia, dietro questa apparenza di sicurezza, nascondono una pericolosa trappola. Tramite scamdoc, un servizio online che ci permette di controllare il livello di sicurezza di un sito Internet o di un indirizzo email, possiamo eseguire un’analisi ed evitare spiacevoli situazioni.
La diffusione di Internet e soprattutto del commercio elettronico ha creato terreno fertile per i truffatori, che vedono il Web come una grande opportunità di guadagno (illecito). Seduti alla loro scrivania, magari migliaia di chilometri di distanza, un piccolo esercito di “scammer” lavora ogni giorno per truffare gli inconsapevoli utenti, spesso un po’ troppo creduloni.
La maggior parte delle volte, infatti, i truffati si lasciano ingannare attirati da offerte imperdibili a prezzi straordinariamente bassi, il che dovrebbe bastare a far scattare un campanello d’allarme, ma non sempre è così e spesso ce ne si accorge troppo tardi. Oppure potremmo essere vittime di un furto di identità, in questo caso allarmati da una email che sembra esserci stata inviata dalla nostra banca per una verifica dei dati personali, ma finiamo per fornire le informazioni che ci riguardano a dei pericolosi malintenzionati.
Facciamo attenzione
Cascarci non è poi così difficile, perché i truffatori ci attirano con messaggi email, SMS o annunci online in falsi siti Web identici agli originali per non generare sospetti, anche gli utenti più esperti in un momento di distrazione possono diventare loro vittime. È quindi fondamentale distinguere i siti “ufficiali” da quelli truffaldini, cosa non poi così difficile se sappiamo come procedere. Quindi non cediamo a offerte eccessivamente convenienti: i social network sono pieni di pubblicità di prodotti venduti a prezzi ridicoli in siti che a prima vista possono non destare sospetti, anche perché abbiamo letto numerosi commenti positivi, purtroppo anche questi falsi.
Fatto l’acquisto, non riceveremo nulla o, più probabilmente, ci verrà spedito qualcosa di diverso da quello ordinato e dal valore di molto inferiore a quanto abbiamo pagato, ma così il truffatore potrà dimostrare di aver effettivamente evaso l’ordine, rendendo quasi impossibile dimostrare di aver subito la truffa. Vediamo allora quali strumenti la stessa Rete ci offre per capire se stiamo visitando un sito sicuro oppure se stiamo per diventare vittime di una truffa. Ecco quindi alcuni strumenti, fra siti Internet ed estensioni per browser Web che possiamo usare per difenderci da questi rischi.
Gli allarmi di scamdoc
ScamDoc (scamdoc.com) è un servizio online che ci consente di verificare la sicurezza di un sito Internet o di un indirizzo email. Per utilizzarlo, è sufficiente inserire l’indirizzo che desideriamo verificare e fare clic su “Analysis” per ottenere un rapporto dettagliato.
ScamDoc utilizza un algoritmo che considera diverse informazioni riguardanti il sito (o il dominio associato a un indirizzo email). Ad esempio, vengono valutati dati come la data di creazione del sito o se il proprietario del dominio è visibile o nascosto. Inoltre, ScamDoc ricerca recensioni online relative al sito per cercare ulteriori informazioni che possano indicarne l’affidabilità.
Sebbene ScamDoc non sia disponibile in italiano, possiamo facilmente interpretare il punteggio in percentuale assegnato al sito analizzato per capire se è considerato affidabile o meno. Un punteggio molto basso indicherà un livello di sicurezza incerto.
Il rapporto di Google
Il rapporto sulla trasparenza di Google è uno strumento che analizza un vasto numero di siti alla ricerca di quelli sospetti, identificandoli e segnalando tale informazione ai visitatori tramite i risultati delle ricerche. Per accedere a questo servizio, possiamo visitare l’indirizzo https://t.ly/QN4m, inserire l’URL sospetto nella casella di ricerca e premere il pulsante a forma di lente per visualizzare il report.
Questo strumento è specificamente dedicato alla rilevazione di siti compromessi, che possono essere potenziali veicoli per trasmettere malware ai nostri sistemi. Molti di questi siti sono apparentemente legittimi ma sono stati compromessi da cracker che li sfruttano per le loro truffe, rendendoli ancora più pericolosi in quanto sembrano innocui all’occhio non esperto.
Va sottolineato che il rapporto sulla trasparenza di Google non fornisce informazioni riguardo all’affidabilità commerciale di un sito, ma è focalizzato esclusivamente sulla rilevazione di eventuali malware presenti. Pertanto, è uno strumento utile per proteggere i nostri sistemi da minacce informatiche.
Le recensioni di Amazon
Anche se i principali servizi di e-commerce come eBay e Amazon stanno facendo sforzi per contrastare il fenomeno delle false recensioni, questa pratica rimane ancora un problema. Alcuni venditori hanno adottato il sistema di offrire rimborsi ai propri clienti in cambio di recensioni entusiaste, creando così danni sia ai consumatori che agli stessi siti di e-commerce, poiché la credibilità di tali piattaforme rischia di essere compromessa.
Per affrontare questa situazione, esistono vari servizi online che si dedicano all’identificazione delle false recensioni attraverso analisi mirate, con l’obiettivo di “correggere” il giudizio eliminando quelle recensioni che risultano più sospette.
Un metodo particolarmente comodo è l’uso dell’estensione per browser chiamata “FakeSpot,” disponibile per i principali programmi di navigazione web. Questa estensione opera in modo trasparente, fornendo un punteggio di affidabilità (da A a F, dove A è il punteggio migliore) direttamente sulla pagina web del venditore mentre stiamo facendo acquisti online. Un semplice clic sul giudizio ci porta a una pagina con i dettagli e l’analisi della recensione. In questo modo, possiamo prendere decisioni più informate riguardo alla qualità e veridicità delle recensioni che influenzano le nostre scelte di acquisto.
La sentinella Netcraft
L’estensione NetCraft svolge un ruolo importante nella protezione degli utenti durante la navigazione su Internet. Questa estensione è progettata per difenderci da truffatori e pericolosi siti di phishing che cercano di rubare le nostre credenziali di accesso a servizi online. NetCraft utilizza un database in continuo aggiornamento per individuare e segnalare tali siti sospetti.
Inoltre, questa estensione offre una protezione aggiuntiva contro il card skimming, un’attività criminale che mira a rubare i dati delle nostre carte di credito durante l’uso online. NetCraft riconosce la presenza di script malevoli e altri codici potenzialmente pericolosi, bloccando l’invio dei nostri dati sensibili.
NetCraft non si ferma qui: è in grado di rilevare anche la presenza di “Miner”, ovvero piccoli software che possono essere incorporati nei siti web per sfruttare le risorse del nostro computer per la produzione di criptovalute, come i bitcoin. Questo aiuta a prevenire il furto di potenza di calcolo e a proteggerci dalle pratiche non autorizzate di mining.
L’utilizzo di NetCraft è semplice: basta fare clic sull’icona dell’estensione tra quelle del browser, e si aprirà una scheda con una valutazione del sito web visitato. Un secondo clic su “Site Report” ci fornirà ulteriori dettagli sulla sicurezza e l’affidabilità del sito analizzato. Questo strumento è utile per prendere decisioni informate durante la navigazione web e per proteggere i nostri dati personali e finanziari da potenziali minacce online.
Grazie alla domotica possiamo controllare con la voce o lo smartphone, luci termostati e tutti i dispositivi elettrici presenti nella nostra casa, comprese le telecamere di sicurezza.
Nelle nostre case ci sono diversi tipi di impianti: da quello elettrico al riscaldamento, da quello telefonico a quello di climatizzazione. Se abbiamo un giardino avremo probabilmente un impianto di irrigazione e in molti casi sarà presente anche l’impianto di allarme. Normalmente ciascuno di questi funziona in modo indipendente rispetto agli altri, ma grazie alla domotica è possibile non solo farli interagire, ma anche gestirli a distanza.
Così, per esempio, verremo avvisati se si sta verificando un sovraccarico di corrente. Oppure se un sensore di movimento o una videocamera di sicurezza individuano dei movimenti sospetti, mentre il sistema di irrigazione non si attiverà in caso di pioggia. Il termine domotica deriva dal latino domus (casa) che, combinato alla desinenza finale di informatica, indica che ogni elemento può essere gestito attraverso la rete Internet in combinazione ad app e software di smartphone e PC.
Negli appartamenti nuovi, così come in quelli ristrutturati da poco, è facile trovare impianti demotici evoluti che permettono di controllare dalle luci alle tapparelle, al termostato. Questo però non significa che chi vive in un normale appartamento debba per forza rifare l’impianto elettrico per renderlo intelligente. Per farsi un’idea di cosa significhi avere in casa un impianto di domotica, basta acquistare uno dei tanti kit, disponibili su Amazon o su qualsiasi store online.
Questi kit comprendono sensori, lampadine intelligenti, telecamere e non richiedono particolari competenze tecniche. Vanno semplicemente collegati alle prese elettriche già presenti in casa e naturalmente alla rete Wi-Fi dell’appartamento. Si tratta di sistemi con un numero ridotto di funzioni, che potremo però controllare attraverso lo smartphone o gli assistenti digitali Alexa e Google Home. Il costo può anche essere limitato a meno di un centinaio di euro.
Un aiuto per gli anziani Per la maggior parte delle persone chiedere a un assistente digitale di alzare le tapparelle o spegnere la luce resta soprattutto un simpatico trucchetto. Ma per chi è anziano o ha problemi di locomozione, può contribuire a migliorare la qualità della vita.
Gli stessi servizi di teleassistenza e telesoccorso, che assicurano un pronto intervento nel caso di malori o di incidenti domestici, fanno a tutti gli effetti parte della domotica. E noi nelle prossime pagine mostreremo alcune delle soluzioni che ci hanno convinto maggiormente e che abbiamo installato nelle nostre case.
Rendere smart la nostra abitazione significa prima di tutto migliorare la qualità della nostra vita. Infatti grazie alla domotica è possibile ottenere un aumento delle prestazioni e delle funzionalità dei diversi impianti e degli elettrodomestici presenti nella nostra casa.
Otterremo di conseguenza un miglioramento del comfort, della sicurezza e del risparmio energetico. E sono proprio questi i tre pilastri della domotica che stanno spingendo sempre più persone a rendere smart le loro case.
Al di là dell’effetto WOW, inevitabile nel momento in cui mostriamo ad amici e conoscenti come sia possibile comandare luci ed elettrodomestici con la voce, è innegabile che informatizzare la nostra casa la renda anche molto più comoda da viverci. Un impianto demotico può fare diventare normali situazioni che fino a oggi eravamo abituati a vedere solo nei film di fantascienza. Potremo così venire svegliati dall’aroma del caffè e dalla tapparella che si solleva in autonomia. Oppure avere la certezza di trovare le stanze sempre alla giusta temperatura, sia d’inverno che d’estate.
Potremo anche programmare differenti scenari a seconda degli ambienti e delle situazioni. Così per esempio lo scenario ” m a l a t t i a ” può rendersi cura di chi ha la febbre abbassando le luci, aumentando la temperatura della stanza e limitando il volume del televisore. Mentre lo scenario “cinema”, oltre a impostare le luci giuste per godere il nostro film, consente anche di attivare in automatico la segreteria telefonica e rendere muto il campanello di casa. Altri scenari sono poi legati solo alla nostra fantasia. Certo, per ottenere i risultati migliori sarebbe meglio avere un impianto demotico evoluto. Questo andrebbe realizzato al momento della costruzione o della ristrutturazione dell’appartamento, con un investimento notevole. Ma oggi è possibile ottenere buoni risultati anche con il fai-da-te, inserendo da soli gli elementi che ci interessano.
Avere la certezza che la nostra abitazione, e di conseguenza la nostra famiglia, siano protetti da un sistema di sicurezza evoluto, è l’ambizione di tutti. Oltretutto il Bonus Sicurezza 2022, che è già stato confermato dal Governo per i prossimi due anni, permette di mettere al sicuro la nostra casa con una detrazione fiscale del 50% sulle spese sostenute, fino a un massimo di 96.000 €. Un motivo in più per valutare un impianto domotizzato evoluto. Impianto che comprenda telecamere e sensori anti intrusione e che tenga sotto controllo la nostra abitazione non solo quando non siamo in casa, ma anche quando ci sono i nostri familiari.
Potremo così sapere da remoto in ogni momento se le finestre sono chiuse e le luci sono spente e allo stesso tempo come stanno i figli e gli animali. Inoltre, anche se non possiamo investire grosse cifre per un impianto di sicurezza evoluto, potremo cavarcela con una telecamera collegata al router Wi-Fi dell’abitazione, con qualche sensore di apertura collegato a porte e finestre e, infine, a qualche sensore di movimento.
Soprattutto in questo periodo storico in cui la bolletta energetica continua a crescere, è utile avere a disposizione un impianto demotico che permetta di controllare quale e quanta energia viene utilizzata dai singoli elettrodomestici. Potremo così decidere di far partire gli elettrodomestici nei momenti migliori, sia per il risparmio che per limitare il disturbo.
Per quanto riguarda il riscaldamento e il raffreddamento, verranno regolati in automatico basandosi sugli orari della famiglia. Se poi abbiamo a disposizione un impianto fotovoltaico, avremo evidenti vantaggi sull’ottimizzazione dei processi domestici. Oltretutto anche per i nuovi impianti fotovoltaici è prevista la detrazione del 50% sulle spese sostenute, fino a un massimo di 96.000 €, che rimane valida fino al 31 dicembre 2024.
Per realizzare un impianto domotica evoluto è necessario l’intervento di professionisti che dovranno adattare gli impianti esistenti della nostra casa ai vari dispositivi domatici. Andranno questi collegati a una o più centraline in modo da controllare e programmare tutto ciò che avviene nell’appartamento. Occorre prevedere un investimento di alcune migliaia di euro che dipende naturalmente dalle dimensioni e dalla complessità del sistema. Ricordiamo che può venire in parte compensato al 50% dall’Ecobonus del governo.
Un’alternativa valida resta però quella della domotica Plug and Play. Questa prevede dispositivi semplici da usare e configurare che non richiedono interventi da parte di specialisti e nessuna modifica strutturale all’abitazione.
Prima di tutto dovremo definire quali elementi della nostra casa vogliamo rendere smart. Amazon e i vari stare online mettono a disposizione un grande assortimento di luci e lampadine smart, prese e interruttori Wi-Fi, videocitofoni e serrature comandabili a distanza. Il nostro consiglio, però, è quello di affidarsi a un unico produttore specializzato del settore. In modo tale che metta a disposizione un proprio ecosistema completo di prodotti, come è il caso di SwitchBot, https://eu.switch-bot.com. SwitchBot è presente con i suoi dispositivi anche su Amazon. SwitchBot è ideale per chi ha un budget limitato ma vuole comunque prodotti certificati e facili da installare.
Bastano 35 euro per acquistare SwitchBot Hub Mini Smart Remote. Un piccolo scatolotto che una volta collegato al router Wi-Fi dell’abitazione consentirà di comandare da remoto tutti gli elettrodomestici gestiti da un telecomando a infrarossi, come l’impianto di aria condizionata, il televisore, l’impianto stereo. Tra gli altri accessori per la domotica di SwitchBot consigliamo il rilevatore di movimenti Smart Motion Door Sensor, lo SwitchBot Curtain, un motore elettrico per tende compatibile con gli assistenti digitali Alexa e Google Home, lo SwitchBot interrutore intelligente che permette di comandare a distanza qualsiasi interruttore della nostra abitazione. Potremo per esempio collegarlo all’interruttore del citofono in modo da aprirlo senza doverci spostare. Al momento l’ecosistema di SwitchBot comprende oltre dieci dispositivi tra telecamere, termostati, igrometri e strisce LED, tutti a prezzi accessibili. Il nostro consiglio è quello di scegliere volta per volta quello più adatto per noi.
Quando si parla di domotica molti pensano subito alle luci che si possono accendere e spegnare da remoto e che possono creare migliaia di combinazioni cromatiche. E in effetti sono tantissimi i produttori che hanno in catalogo lampadine smart collegabili all’impianto WiFi della casa e gestibili a distanza.
In questo caso però occorre considerare anche la qualità delle lampadine. Sotto questo punto di vista le Philips Hue, https://www.philips-hue.com, anche se decisamente costose restano le migliori. Il consiglio è quello di iniziare con un kit base di partenza come il Lighting Hue White Starter Kit che comprende tre lampadine White E27, un telecomando Dimmer Switch e un Bridge Philips Hue per il controllo remoto.
Grazie anche a una politica di prezzi decisamente aggressiva, che consente di acquistare uno dei modelli dell’assistente digitale Echo Dot anche a meno di 20 euro, Amazon copre ormai il 60% del mercato italiano. Uno dei suoi punti di forza sono le Skill che consentono di interfacciarsi con la maggior parte degli accessori per la domotica e comandarli con la voce. Quindi con le Routine, particolari comandi scorciatoia che permettono di raggruppare le azioni. Difatti grazie a queste potremo per esempio fare accendere in automatico le luci e chiudere le tapparelle quando tramonta il sole. Oppure ascoltare le ultime notizie e riprodurre la nostra musica preferita dopo la sveglia o una volta tornati a casa.
Se poi abbiamo diversi dispositivi per la casa intelligente compatibili, potremo creare un gruppo per controllarli tutti. Per esempio, se abbiamo creato il gruppo “soggiorno”, potremo dire: “Alexa. accendi le luci in soggiorno” per comandare tutte le luci in quella stanza. Gran parte delle stesse azioni possono comunque essere svolte da Nest Mini, l’assistente digitale creato da Google.
Tra una ristrutturazione completa, necessaria per realizzare un impianto di domotica evoluto nella propria abitazione, e una soluzione fai-da-te, c’è sempre una terza via, ed è quella che propone iotty, https://iotty.it/. Si tratta di un’azienda completamente italiana che da Pordenone è arrivata ad avere successo in tutto il mondo grazie ad accessori per la domotica che si distinguono non solo per la tecnologia, ma anche per il design.
Si tratta in pratica di sostituire le placche esistenti con quelle smart di iotty. Queste oltre a essere in vetro temperato e quindi molto eleganti, integrano i sensori per la temperatura, la luminosità e la prossimità. In questo momento il catalogo di iotty (il cui nome deriva dalle iniziali di Internet of Things) offre solo tre prodotti: la placca i3 Plus che funziona da Interruttore Intelligente per luci e cancelli, la i3S Plus Interruttore Intelligente per Tende e Tapparelle e OiT Plus, una presa Wi-Fi smart.
Queste placche, con i loro tre tasti soft touch, vanno inserite nelle classiche scatole di derivazione 503 (quelle presenti praticamente in tutte le case italiane) e sono disponibili nei colori bianco, nero, grigio, sabbia e azzurro. L’installazione non richiede particolari abilità tecniche se è già presente il filo neutro che arriva all’interruttore. In ogni caso è comunque sempre possibile prenotare l’intervento di un elettricista per l’installazione attraverso il sito di iotty.
Il vantaggio di una scelta di questo tipo è principalmente legato al design e alla semplicità d’uso. Una volta installata la placca basterà collegare l’app per ottenere tutti i dati relativi ai consumi effettivi e anche alla temperatura dell’ambiente in cui si trova. Potremo programmare accensione e spegnimento dei vari dispositivi in base alla nostra routine giornaliera direttamente dall’app. Possiamo farlo anche con la voce grazie alla integrazione con i più comuni assistenti vocali. Oltre ad Amazon Alexa e a Google Home, gli accessori ergonomici di iotty sono infatti compatibili anche con la piattaforma HomeKit di Apple e con quella Matter. Quest’ultima con ogni probabilità è destinata a diventare lo standard del futuro per la domotica.
Il prezzo per ciascuna delle placche di iotty è di 99 euro, ma controllando sul sito si possono trovare spesso offerte speciali che permettono di risparmiare fino al 30%. Il servizio di installazione costa 135 euro fino a 3 placche e 195 euro se vogliamo installare fino a cinque placche. L’elettricista oltre a collegare le placche, provvederà anche a inserire il cavo neutro se necessario e a configurare il Wi-Fi. In ogni caso il sistema funzionerà in modalità manuale anche senza la presenza di un impianto Wi-Fi nell’abitazione.
Praticamente tutti gli impianti domotici, sia quelli più evoluti che richiedono un intervento di tecnici specializzati per la loro realizzazione, sia quelli fai-da-te che permettono di costruire da soli la propria casa intelligente, si affidano alla rete Wi-Fi dell’abitazione. Questo però non significa che non sia possibile creare un proprio impianto indipendente da Internet e dal cloud. Certo, bisognerà fare a meno della possibilità del controllo remoto, ma in compenso la privacy sarà garantita in quanto tutti i dati necessari al funzionamento dell’impianto domotico resteranno nell’abitazione. Anche le prestazioni risulteranno migliori. Per chi non vuole, o magari semplicemente non può, affidare il proprio impianto domotico a una connessione Internet, Samsung ha realizzato la piattaforma SmartThings Edge.
In pratica tutte le funzioni di programmazione dei vari elementi che compongono la casa domotica vengono gestite direttamente da uno SmartThings Hub. Questo sigifica quindi dallo smartphone, eliminando così la necessità di connessione basata su cloud e allo stesso tempo aumentando la velocità delle automazioni. Oltre ai dispositivi commercializzati da Samsung, anche quelli compatibili con le piattaforme ZigBee e Z-Wave saranno in grado di connettersi all’hub bypassando così il cloud.
Per funzionare al meglio, la domotica ha bisogno di propri protocolli wireless. Questi devono essere in grado di gestire le migliaia di dispositivi che già oggi vengono commercializzati e che sono inevitabilmente destinati a moltiplicarsi. Gli standard tradizionali Wi-Fi e Bluetooth non riescono infatti a svolgere questo compito. Tutto ciò accade sia per problemi di interferenze, sia perché richiedono un considerevole dispendio di energia. Soprattutto quando ci troviamo in un’abitazione o in un ufficio in cui gli accessori connessi sono alcune decine. Per questo motivo da alcuni anni accessori per la domotica hanno messo a punto nuovi standard, specifici per la domotica. Il più diffuso è oggi lo ZigBee che permette di connette re fino a 65.000 dispositivi. ZigBee ha consumi ridotti ed è compatibile con accessori di produttori come Amazon, Philips, Osram, Xiaomi e lkea.
Come accade spesso nel settore informatico, contemporaneamente sono stati realizzati standard concorrenti come Z-Wave. Difatti il rischio di ritrovarsi accessori che non dialogano tra loro è molto alto. Per questo motivo oltre 170 aziende, tra cui spiccano Apple, Samsung, Amazon, Google e gli associati della ZigBee Alliance hanno deciso di mettere a punto Matter. Questo nuovo protocollo di interoperabilità dal 2023 dovrebbe diventare quello dominante. La sua forza è la sua piena compatibilità non solo con gli accessori ZigBee ma anche con molti di quelli che oggi usano il Wi-Fi per connettersi. In pratica basterà un aggiornamento firmware e si passerà al nuovo standard. Matter 1.0 è stato presentato ufficialmente il 3 novembre dalla Connectivity Standards Alliance. La tecnologia si basa su una combinazione di Wi-Fi, Bluetooth LE e reti mesh intelligenti, la cui comunicazione risulterà semplificata.
Senza un aggiornamento critico, i dispositivi con Amazon Alexa sono hackerabili e potrebbero attivarsi e iniziare a eseguire comandi vocali creati da un pirata, secondo i ricercatori dell’università di Londra.
Sfruttando una vulnerabilità per cui ora è disponibile una patch, un pirata con accesso a un altoparlante intelligente Amazon potrebbe inviare comandi al dispositivo stesso o ad altri nelle vicinanze. Un malintenzionato potrebbe compiere varie azioni come ad esempio fare acquisti o mettersi in ascolto dell’utente.
Questi i risultati di una ricerca della Royal Holloway University of London. Ricerca ricordiamo condotta da Sergio Esposito e Daniele Sgandurra, in collaborazione con Giampaolo Bella dell’Università di Catania. Hanno soprannominato la vulnerabilità Alexa versus Alexa (AvA).
Come riportato da The Register, l’attivazione dei dispositivi Echo avviene quando riproducono un file audio che contiene un comando vocale. Potrebbe, per esempio, essere ospitato su una radio su Internet a cui ci si può collegare con l’altoparlante intelligente. In questo scenario, il malintenzionato dovrebbe semplicemente far sintonizzare il dispositivo sulla radio per prenderne il controllo.
Attenzione alle skill
Per eseguire l’attacco bisogna sfruttare le Skill di Amazon Alexa. Quest’ultime sono analoghe ad app e vengono utilizzate per ampliare i compiti eseguibili con l’assistente vocale. Per esempio per giocare, ascoltare podcast od ordinare al ristorante. Un hacker potrebbe quindi indurre una vittima a eseguire una Skill che riproduce una Web radio malevola. Ciò vuol dire hackerare un dispositivo Alexa solamente con un comando vocale.
Chiunque può pubblicare una nuova Alexa Skill sullo store e le Skill non hanno bisogno di permessi specifici per essere eseguite sui dispositivi abilitati, anche se Amazon dichiara di fare dei controlli prima della pubblicazione.
Sergio Esposito, uno dei ricercatori, ha individuato anche un altro approccio per sfruttare le Skill a scopo malevolo, senza usare le radio ma sfruttando tag SSML (Speech Synthesis Markup Language) per impersonare Alexa nell’interazione con l’utente.
La patch
Amazon ha pubblicato patch per la maggior parte delle vulnerabilità, tranne il caso in cui un dispositivo Bluetooth accoppiato a uno speaker Amazon Echo riproduca file audio malevoli. In questo caso però il pirata dovrebbe essere a una distanza molto ravvicinata, di circa 10 metri.
I dispositivi Amazon ricevono gli aggiornamenti software automaticamente quando si connettono a Internet e potete anche usare l’assistente vocale per aggiornare l’altoparlante Echo.
Oggi ti spiegheremo cos’è Amazon Fire TV Stick. Una “chiavetta” HDMI che consente di accedere a miriadi di funzionalità Smart (ad esempio, a servizi di streaming come Netflix e Amazon Prime Video), a ogni televisore usando solo la porta HDMI e una rete Wi-Fi.
Amazon Fire TV Stick è un dongle HDMI, cioè una sorta di chiavetta che si collega alla porta HDMI del televisore (oltre che alla presa della corrente) e permette di accedere a una vasta gamma di contenuti online: dai video di Amazon Prime Video e Netflix alla musica di Amazon Music Unlimited, passando per le tantissime App per Android disponibili nello store di Amazon, quindi VLC, Plex e molte altre.
Consente anche di giocare e di proiettare sul televisore i contenuti provenienti da smartphone e tablet.
Insomma, con Amazon Fire TV Stick è possibile trasformare qualsiasi TV in Smart TV senza affrontare configurazioni complicate. Bisogna solo scaricare le App giuste, individuare i contenuti di propri interesse e goderseli grazie a una qualsiasi connessione Wi-Fi e al telecomando fornito “di serie” con la chiavetta.
Caratteristiche:
Amazon Fire TV Stick è una chiavetta da collegare a una porta HDMI del televisore. A cosa serve? Semplicemente ad accedere a un vasto numero di funzionalità Smart, dato che integra un suo sistema operativo proprietario (Fire OS, basato su Android) e un negozio di applicazioni digitali “Amazon Appstore“.
Si tratta in parole povere di un dispositivo in grado di andare oltre alle classiche funzionalità offerte da un televisore, fornendo l’accesso a tantissime applicazioni e contenuti smart, dai servizi di Amazon come Prime Video a Netflix, passando per Disney+, Apple TV+ Spotify e molto altro.
Immancabile inoltre la possibilità di giocare e proiettare sul televisore i contenuti provenienti dai dispositivi mobili, così come la presenza dei comandi vocali tramite Amazon Alexa per cercare contenuti e svolgere altre operazioni.
Tuttavia, Amazon Fire TV Stick può tornare utile anche se disponi già di uno Smart TV. Il fatto che il dongle HDMI integri il suo OS e soprattutto il negozio di app Amazon Appstore risulta interessante per andare oltre a quanto proposto di base dal tuo modello. Un classico Smart TV di LG che dispone del negozio LG Content Store, non integra l’app ufficiale del servizio Discovery+, che invece è disponibile passando per Amazon Fire TV Stick.
3 tipi di Amazon Fire TV Stick
1: Amazon Fire TV Stick Lite
É la versione base del dispositivo, equipaggiato di un processore Quad-Core da 1,7 GHz. Supporta le reti Wi-Fi dual band, la tecnologia wireless AC, il Bluetooth e tutti i principali formati di file audio e video fino alla risoluzione Full HD con 60 FPS e HDR.
Viene fornito con una versione basilare del telecomando Alexa (senza comandi per la TV). Clicca qui per vedere l’offerta.
2: Fire TV Stick
Ha essenzialmente le stesse caratteristiche della Lite ma viene fornita con un telecomando Alexa più completo in termini di comandi per la TV (tasti per accensione/spegnimento, regolazione e disattivazione del volume e pulsanti per accedere rapidamente ai principali servizi di streaming) e ha l’audio Dolby Atmos.
Si aggiungono, alle caratteristiche base del Fire TV Stick, il supporto ai contenuti 4K/UltraHD con Dolby Vision, HDR e HDR10+, includono il telecomando vocale Alexa in versione completa. Fire TV Stick 4K Max si distingue anche per prestazioni migliorate date dal processore più rapido, la maggiore RAM, il supporto al Wi-Fi 6 e la possibilità di usare modalità Live View e Picture-in-Picture.
Per il resto, il telecomando vocale Alexa può essere acquistato anche singolarmente e associato ad alcuni modelli di Fire TV Stick, generalmente si va dalla Fire TV Stick di seconda generazione in poi.
Una box che si connette al televisore, dotato di controllo vocale tramite Alexa e supporto ai contenuti 4K Ultra HD con Dolby Vision e audio Dolby Atmos: una sorta di ibrido tra Fire TV Stick e Amazon Echo.
Include otto microfoni intelligenti capaci di cancellare i suoni provenienti dal televisore e recepire chiaramente i comandi impartiti dall’utente anche durante la visione di contenuti, un altoparlante, un processore Hexa-core, 2GB di RAM e 16GB di memoria interna.
Amazon sarebbe ormai prossima all’annuncio di una propria smart tv, forse prodotta in partnership con TCL, basata su Alexa.
Amazon sta per immettere sul mercato la propria smart tv. Sarà ovviamente basata su Alexa e, secondo i rumor che ne hanno annunciato l’arrivo, l’esordio sarebbe ormai imminente. Con ogni probabilità la stagione natalizia sarà il momento più propizio. Se così fosse, inevitabilmente le curiosità nei confronti della novità potrebbero trasformare l’idea nella grande novità dell’anno.
Amazon produrrà televisioni?
Entrare nel mercato dei televisori non è sicuramente semplice per Amazon sia in virtù della propria posizione di rivenditore, sia per gli ostacoli tecnici esistenti. Ma anche per i risicati margini che il comparto ha maturato in anni di innovazione continua. L’esordio potrebbe avvenire con un modello sviluppato in partnership con TCL (già produttore di televisori di questo tipo), ma in futuro potrebbe essere la stessa Amazon ad imprimere il proprio marchio sulla scocca.
Un po’ Amazon Echo e un po’ Fire TV, nel corpo di un pannello che è stimato tra 55 e 75 pollici: questo, idealmente, è il profilo di una tv Amazon. L’esordio dovrebbe comunque avvenire soltanto negli USA, dunque non vedremo molto probabilmente questa novità in Europa prima del 2022. Se è vero che Amazon sta lavorando su questo progetto ormai da 2 anni, c’è da chiedersi quali altre novità possa avere in serbo il gruppo per monetizzare il progetto meglio di quanto i produttori attuali non siano già in grado di fare.
Una cosa è certa: se Amazon entra nel comparto, inevitabilmente sarà una presenza molto ingombrante per gli altri: le logiche smart e low cost che hanno fin qui portato avanti i progetti del gruppo si sono rivelate vincenti, ma in un settore dominato dalla corsa verso la qualità gli equilibri potrebbero essere più complessi. In passato il gruppo ha già esordito nel mondo dei televisori, ma con impegno limitato: solo in India, sulla scia dei principi AmazonBasics. Un precedente importante, tuttavia, che dimostra come il gruppo fosse attivo e attento su questo fronte. Il salto USA potrebbe essere determinante ed il trampolino internazionale sarebbe in seguito alla portata.
Hub USB Wenter a 11 porte l’offerta su Amazon da non perdere.
7 slot per il trasferimento dati 3.0; supporta il trasferimento dati ultraveloce fino a 5 Gbit / s, dieci volte più veloce dell’hub USB 2.0. Puoi guardare film, valutare film o trasferire file ad alta risoluzione in pochi secondi. 4 per la ricarica rapida che possono rilevare automaticamente il protocollo di ricarica rapida del dispositivo e caricare il telefono cellulare di oltre il 50% a una velocità fino a 2,4 ampere entro 30 minuti.
Tutti controllabili singolarmente, comprensivi di led. Proposto oggi con un doppio sconto su Amazon grazie all’offerta lampo di queste ore, l’hub USB Wenter a 11 porte, da tenere sulla scrivania per collegare o ricaricare qualsiasi dispositivo. Garantita la compatibilità con Windows, MacOS, Linux e Chrome OS. Tutti i dettagli nella scheda del prodotto.
A rendere particolarmente interessante l’accessorio proposto da Wenter sono i pulsanti che affiancano ogni slot. E’ possibile agire per controllarli singolarmente, attivandoli o disattivandoli a seconda delle esigenze.
Trattandosi di un’ offerta lampo proposta su Amazon solo per poche ore e fino all’esaurimento delle unità disponibili, il consiglio è di non perdere tempo.
I principali 20 servizi di streaming musicale del pianeta hanno pagato fra gennaio e febbraio oltre 424 milioni di dollari a “The Mechanical Licensing Collective”, l’organizzazione dell’Ufficio Brevetti statunitense incaricata di raccogliere le royalty dai cosiddetti “digital service provider”. Una cifra importante, scaturita da una modifica introdotta a inizio 2021 sulle modalità di calcolo dei diritti e che sarà versata nelle casse di editori, musicisti e cantanti. I principali “contributors” di questa generosa sovvenzione? Nell’ordine Apple Music, con ben 163 milioni di dollari, Spotify 152 milioni, Amazon 42 milioni, Google quasi 33 milioni e a chiudere la lista delle prime cinque Pandora 12 milioni.
Apple Music è anche quella che genera il profitto più alto per ogni singolo ascolto mentre Spotify è il servizio che domina il mercato delle sottoscrizioni, davanti ad Apple Music, su scala globale, catturando circa un terzo degli utenti. Le due rivali, inoltre, sono anche in testa alla classifica dei ricavi generati nel corso del 2020: insieme hanno portato a casa circa 7 dei 10,1 miliardi di dollari, che rappresentano il giro d’affari mondiale della musica in streaming degli ultimi dodici mesi. (fonte: Recording Industry Association of America)
L’alta qualità secondo Spotify
Con il previsto lancio di Spotify HiFi nell’estate 2021 il passo è pronto finalmente a compiersi e gli abbonati al servizio potranno ascoltare i brani preferiti tramite smartphone, pc o altoparlanti collegati attraverso il sistema Connect in qualità Cd, nel formato di compressione dati “lossless”.
Le tracce pesano pochi megabyte senza perdita di qualità nel suono e con un bitrate massimo di 320 kbps. La certezza di un salto in avanti nella qualità di riproduzione della musica si specchia però nelle incognite relative al costo di questo “add on”, rispetto ai 9,99 euro della tariffa base mensile e ai 14,99 euro del pacchetto Family, che abilita in contemporanea alla modalità premium più utenti. I precedenti – Amazon con il suo Music Hd a 14,99 euro al mese rispetto ai 9,99 euro standard e Tidal HiFi, che arriva a 19,99 euro partendo dai 9,99 euro del servizio base – non sono incoraggianti.
Replay 2021 per i brani più ascoltati su Apple Music
Una playlist dinamica di tutte le tracce maggiormente ascoltate durante l’anno: l’ultima novità del servizio di streaming musicale in abbonamento della Mela ricalca la funzione Replay degli scorsi anni (emulando con qualche miglioria Spotify Wrapped) e si aggiornerà settimanalmente, ogni domenica, cambiando costantemente man mano che si ascolteranno i brani. Per attivarla basta andare nella parte bassa del tab “Ascolta ora” dell’applicazione, sia in versione mobile che desktop e uno dei suoi pregi è quella di offrire informazioni sulla maggior parte degli artisti e degli album oltre ai conteggi dettagliati delle riproduzioni e delle ore di ascolto.
Un’altra novità delle ultime settimane che interessa Apple Music riguarda in realtà la beta di iOS 14.5, la nuova versione del sistema operativo mobile di Cupertino, che permetterà di impostare “una tantum”, tramite l’assistente Siri, il servizio di streaming musicale predefinito, anche di terze parti (Spotify per esempio), per la riproduzione di brani
YouTube Music aggiorna la funzione “Radio”
Sono passati più di quattro mesi da quando Google Play Musica, rendendosi non più disponibile all’uso, ha ceduto il passo a YouTube Music dando modo agli utenti del vecchio servizio di trasferire i propri dati alla nuova piattaforma. Diverse le migliorie introdotte dal gigante californiane in questo periodo e le ultime due in ordine di tempo sono la visualizzazione a griglia per la sezione Album e una innovativa modalità di avvio della funzione “Radio”. Il nuovo layout è in distribuzione graduale sia sulle varianti Android e iOS dell’app mobile sia sulla versione web e a differenza della vecchia visualizzazione ad elenco offre il vantaggio di mostrare copertine decisamente più grandi, migliorando di conseguenza le possibilità di riconoscimento dell’album o dell’artista da parte dell’utente. Decisamente sfiziosa, oltre che utile, è invece la pensata di integrare nell’interfaccia principale dell’app per Android di YouTube Music un nuovo e più rapido sistema per avviare la radio rendendo di conseguenza molto più semplice ed immediata la ricerca e l’ascolto dei brani preferiti. Cliccando sulla copertina di un album, oltre alle opzioni già previste (“Condividi”, “Aggiungi alla playlist” e “Download”) ne comparirà una, “Avvia Radio”, per attivare in pochi istanti una stazione pertinente alla canzone che si sta ascoltando in quel momento. Rispetto al passato, in altre parole, viene meno la necessità di tornare al menu a scorrimento (percorso che rimane accessibile) o di premere a lungo un brano da una playlist e fare “tap” sull’opzione “Radio” dal menu pop-up. Con la nuova funzione è tutto molto più semplice, e veloce.
Amazon Music sbarca anche su Google TV e Android TV
Con i suoi 60 milioni di brani a catalogo (Spotify si ferma un pochino sotto), Amazon Music è sicuramente una prima scelta per moltissimi fruitori di musica liquida (soprattutto se già abbonati alla piattaforma Prime del colosso dell’e-commerce) e con il servizio a pagamento Hd ha decisamente alzato il livello della qualità di riproduzione in streaming, garantendo un bitrate medio di 850 kbps contro i 320 kbps del servizio rivale. Compatible con Android e iOS, è integrato nativamente in tutta la galassia dei dispositivi Amazon (i tablet Fire, gli accessori Fire TV e gli smart device Echo) e si sposa perfettamente con l’assistente vocale Alexa.L’ultima buona notizia per i suoi utenti è di fine febbraio e riguarda la disponibilità dell’app sia su Google TV (l’aggregatore che facilita la ricerca e l’accesso a una serie di servizi e piattaforme di streaming) sia su Android TV (la vera e propria piattaforma smart per i televisori di BigG). L’esperienza di fruizione, passando dallo smartphone al Tv non cambia e varia quindi in base al proprio abbonamento: chi ha attivato una sottoscrizione con Amazon Music Unlimited potrà accedere alla libreria musicale completa, chi è un utente Amazon Prime avrà a disposizione un’ampia selezione di brani e coloro privi di alcun abbonamento potranno ascoltare brani interrotti dalle inserzioni pubblicitarie. Fonte: IlSole24Ore
Sulle più importanti app di messaggistica molti utenti stanno ricevendo in queste ore un messaggio che li invita a festeggiare l’anniversario dei 30 anni di Amazon, attraverso la ricezione di buoni sconto e regali: si tratta di una truffa.
L’obiettivo è semplice: convincere le ignare vittime a consegnare inconsapevolmente i dati della propria carta di credito. Chi ha ideato questa notizia falsa, infatti, inizia una conversazione attraverso le app di messaggistica – in particolare WhatsApp – in cui si celebrano i presunti 30 anni dell’e-commerce. Il messaggio, quindi, invita gli utenti a riscuotere i premi e i buoni a loro dedicati, cliccando su un link che porterà l’utenza su una pagina, creata ad arte dai cybercriminali.
“Amazon festeggia il suo 30esimo anniversario… regali gratis per tutti” si legge nel testo che molti utenti stanno ricevendo in queste ore su WhatsApp. Subito sotto, c’è poi un link che porta ad un sito dove richiedere il premio. Sulla suddetta pagina, ci sono quattro domande alle quali rispondere per “migliorare la qualità del servizio”. Il focus sono l’età, il sesso e un voto al servizio offerto da Amazon. C’è poi un’ultima domanda, la più pericolosa: il sito chiede se si sta utilizzando un iPhone o uno smartphone Android. Il portale in questione ha anche installato un timer, per dare alla persona un senso di urgenza nelle risposte.
Il quiz
Una volta aver completato il questionario, la vittima si trova davanti a quattro premi tra cui scegliere. Cliccando su uno di essi, viene chiesto di condividere il quiz con 5 gruppi WhatsApp o 20 chat individuali. Inutile dire che il regalo non verrà mai inviato, ma anzi la persona che ci casca resterà intrappolata in un circolo vizioso senza via d’uscita. Questo è il link incriminato: https://ccweivip.xyz/amazonhz/tb.php?v=ss1616516. Se vi appare anche a voi, uscite immediatamente in quanto si tratta di una truffa.
A questo punto, i presunti vincitori devono pagare una piccola somma per poter ricevere il proprio regalo. È proprio in quel momento – a seconda del metodo di pagamento scelto – che gli ideatori della truffa entreranno in possesso dei dati di accesso di carte e conti bancari delle vittime.
Non esiste alcuna promozione relativa ai 30 anni di Amazon, anche perché l’azienda statunitense ha festeggiato nel 2019 25 anni di attività.
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