La storica battaglia tra Apple e Samsung nel settore smartphone si è spostata in ambito fotografico, come dimostrano i modelli usciti nel 2020: le differenze tra schermo, prestazioni e qualità costruttiva stanno diventando sempre più trascurabili. Persino iOS e Android, i sistemi operativi adottati dalle due aziende, condividono ormai buona parte delle funzionalità. Per questo abbiamo deciso di confrontare iPhone 12 Pro Max e Galaxy S21 Ultra proprio sulle rispettive capacità nello scatto delle fotografie e nella registrazione dei video.
Non ha senso decretare un vincitore, quanto piuttosto individuare gli utilizzi in cui l’iPhone è superiore al Galaxy e viceversa. Lo smartphone Apple, per esempio, riesce ad avere una marcia in più nello scatto dei selfie, nella registrazione dei video e nelle fotografie in notturna. Il modello di Samsung invece ha uno zoom migliore, realizza foto in diurna superiori e vanta un software per la parte fotografica decisamente più ricco del rivale.
Una configurazione simile ma con qualche differenza
Entrambi vantano tre fotocamere posteriori. Per quanto riguarda il Galaxy S21, donano una meravigliosa versatilità di utilizzo a questo smartphone: si vuole ritrarre un monumento senza allontanarsi troppo? C’è il sensore grandangolare da 12 Megapixel; il piccolo scoiattolo che ci viene a trovare sul ramo di un albero nel nostro giardino merita una fotografia? Basta utilizzare lo zoom da 64 Megapixel (fino a 3X), così da immortalarlo da lontano senza spaventarlo; e poi c’è il sensore principale da 12 Megapixel, in grado di tirar fuori una grande quantità di dettagli dalle immagini.
Discorso analogo per iPhone 12 Pro, con una differenza sostanziale. Tutti e tre i sensori posteriori (principale, grandangolo e teleobiettivo per lo zoom) sono da 12 Megapixel. Torna dunque in auge la “battaglia dei Megapixel”, su cui è bene fare alcune precisazioni.
La tendenza ormai dominante è quella di aumentare di generazione in generazione la quantità di Megapixel dei sensori delle fotocamere degli smartphone. Chiariamo subito un aspetto: il pixel è un unità di misura che indica quanti puntini di colore ci sono a formare un’immagine. Un Megapixel indica dunque un milione di pixel. Com’è ovvio lo spazio nei telefoni è molto risicato e dunque l’aumento dei Megapixel in un sensore riduce inevitabilmente la dimensioni di ogni singolo pixel. Ecco perché un sensore da 64 Megapixel non è necessariamente migliore di uno da 12 Megapixel.
Più i pixel sono piccoli infatti, più è facile che si creino artefatti video come rumore digitale e aberrazioni. Il sensore in sé per sé, ovvero la componente che trasforma la luce in impulsi elettrici, rimane l’elemento da prendere maggiormente in considerazione. Potete immaginarlo come una griglia di pixel, ognuno dei quali assorbe una determinata quantità di luce che viene poi elaborata per essere riprodotta nell’immagine. Ciò significa che più è grande il sensore, maggiore è la quantità di luce che riesce ad assorbire e migliore è la qualità della foto (e la differenza si vede specialmente in condizioni di scarsa luminosità). E questo è indipendente dal numero di Megapixel.
Infine, influisce moltissimo la stabilizzazione: ne esistono due tipi di stabilizzazione, quella elettronica (EIS, Electronic Image Stabilization) e quella ottica (OIS, Optical Image Stabilization). La prima, attraverso un piccolo zoom, elimina la parte più esterna dell’immagine, compensando i micromovimenti in maniera totalmente digitale. La stabilizzazione ottica è invece più precisa. Un meccanismo bilancia movimenti anche più ampi del tremolio e permette di non perdere alcun dettaglio dell’immagine. Torna utile dunque sia per le foto che per i video. iPhone 12 Pro e Galaxy S21 possono contare su sensori (principale e teleobiettivo per lo zoom) stabilizzati otticamente.
I selfie
Partiamo dai selfie, ormai un vero e proprio fenomeno di costume che non accenna a placarsi, in assoluto tra gli scatti più diffusi sui social network. Come detto in apertura iPhone 12 Pro vince a mani basse in questo caso e il merito è certamente dei sensori che principalmente servono a far funzionare il Face ID, ovvero il riconoscimento facciale. Questi infatti affiancano la fotocamera anteriore da 12 Megapixel anche nelle fotografie e svolgono un ruolo chiave per gli autoscatti: consentono allo smartphone di stabilire la posizione precisa del soggetto (il volto in questo caso) e questo permette, ad esempio, di realizzare immagini in modalità ritratto (soggetto a fuoco e sfondo sfocato) particolarmente convincenti.
In questo caso la differenza tra iPhone 12 Pro (galleria fotografica soprastante) e Galaxy S21 (galleria fotografica sottostante) è netta, specie in notturna con poca luce. La capacità dello smartphone Apple di catturare i dettagli, isolare il viso rispetto all’ambiente circostante, riprodurre il colore della pelle con tonalità vicine a quella naturale è superiore rispetto a quella del dispositivo Samsung, che comunque lavora bene.
Lo zoom
Il Galaxy S21 può ingrandire la scena fino a tre volte, mentre iPhone 12 Pro fino a due volte. In entrambi i casi si tratta di uno zoom ottico, ovvero in grado di avvicinare fisicamente il soggetto dell’immagine utilizzando elementi meccanici per accorciare o allungare la lunghezza focale. Questa tipologia di zoom, almeno sulla carta, dovrebbe mantenere intatta la qualità della fotografia, senza farle perdere dettaglio. È esattamente così per tutti e due i modelli, ma quello Samsung riesce a offrire una qualità complessivamente maggiore.
Questo è evidente negli scatti che abbiamo realizzato, tanto in diurna quanto in notturna. Nelle due gallerie (soprastante iPhone 12 Pro, sottostante Galaxy S21) le prime due immagini sono realizzate con lo zoom ottico ed è netto il miglior mantenimento dei dettagli nello smartphone Samsung. Il terzo scatto invece è stato immortalato dallo zoom digitale, che ingrandisce l’immagine utilizzando un software. Con questa tecnologia l’S21 può spingersi fino a 30X, mentre la creatura Apple si ferma ai 12X.
Le fotografie in notturna
La modalità notte, ovvero la funzionalità studiata appositamente per scattare con poca luce, è presente ormai anche sugli smartphone di fascia bassa. La logica di funzionamento può essere differente a seconda dei modelli ma, nel caso di iPhone 12 Pro e Galaxy S21, è perfettamente identica e dunque facilmente confrontabile. Gli algoritmi di intelligenza artificiale capiscono automaticamente quando è il caso di attivarla e, a quel punto, entrambi i dispositivi aumentano l’esposizione: il diaframma dell’obiettivo rimane aperto per quale secondo catturando la maggior quantità di luce possibile; la fotocamera scatta una serie di immagini a diverse esposizioni in maniera simile a quanto già viene fatto con la modalità HDR, consentendo al telefono di estrarre da ciascuna di esse le parti migliori della scena e poi combinarle insieme in un unico scatto.
La foto che ne risulterà sarà un’immagine prodotta dagli algoritmi di Apple e Samsung che regolano il colore, eliminano il rumore e migliorano la resa del fotogramma per offrire uno scatto carico di dettagli che sarebbero impossibili da catturare dalla modalità di scatto classica nelle medesime condizioni di luce. Tutto questo avviene in pochi secondi e in maniera totalmente automatica. La difficoltà per gli smartphone, al buio, è quella di riuscire a illuminare la scena mantenendo il più possibile inalterati i colori. In tal senso iPhone 12 Pro (galleria fotografica soprastante) ha certamente una marcia in più rispetto a Galaxy S21 (galleria fotografica sottostante).
Le fotografie in diurna
Qui il livello si alza tantissimo. Le differenze nelle fotografie di giorno sono davvero minime: entrambi riescono a catturare un’enorme quantità di dettagli e, prendendo un po’ la mano, è possibile ottenere delle eccellenti immagini. In questo caso però riteniamo leggermente superiore il Galaxy S21 grazie soprattutto alla resa del sensore grandangolare e a una migliore gestione dei colori, che appaiono un po’ più naturali. La prima galleria fotografica è con iPhone 12 Pro, la seconda con Samsung.
Come già detto però si tratta davvero di inezie. Entrambi realizzano immagini di primissimo livello di giorno.
La registrazione dei video
Un aspetto su cui iPhone, storicamente, ha sempre avuto una marcia in più. Anche in quest’ambito Apple ha scelto un approccio molto concreto: la risoluzione massima dei video è il 4K a 60 fps (frame per secondo); le modalità di registrazione sono fondamentalmente tre e dunque, oltre alla classica, c’è a disposizione lo slow-motion (video rallentato) e il time-lapse (video accelerato). Tutto qui, niente di più. La qualità complessiva però, allo stato attuale, non ha eguali sul mercato per fluidità, stabilizzazione e dettagli catturati, tanto in diurna quanto in notturna.
Galaxy S21, come buona parte degli Android top di gamma, offre la possibilità di registrare video in 8K che però, in questo momento, rappresentano più una trovata marketing che altro. Del resto gli schermi su cui potersi godere un video in 8K sono molto costosi e poco diffusi. I filmati dello smartphone Samsung sono comunque di buon livello, ci sono una serie di funzionalità aggiuntive (che vedremo in seguito) ma rimangono un passo indietro rispetto ad iPhone 12 Pro.
Le funzionalità software
Qui non c’è storia e gli iPhone necessiterebbero di una piccola rivoluzione. Se da una parte la semplicità dell’interfaccia fotografica è uno degli elementi cardine dell’esperienza utente degli smartphone Apple, dall’altra parte le molte funzionalità offerte da Android rappresentano oggi un plus non da poco. iPhone 12 Pro permette di scattare fotografie in modalità standard, ritratto e panorama, mentre per i video ne abbiamo parlato nel paragrafo precedente. Pensate, Galaxy S21 offre solo per i filmati ben 7 modalità: video, video verticale (per le Stories di Instagram), video pro, super slow-motion, rallentatore, hyperlaps e vista da regista.
Tutto questo senza contare le diverse modalità per scattare fotografie. Samsung ha peraltro rivisto l’interfaccia di Android, rendendola comunque semplice e intuitiva nonostante le molte funzionalità. Da questo punto di vista non c’è partita e l’offerta dell’azienda sudcoreana è nettamente superiore.
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