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Sono tante le fonti che raccolgono i dati degli utenti: smartphone, pc e assistenti da salotto; browser, email, social network, applicazioni di messaggistica. Ci sono però alcune accortezze che, se l’utente lo volesse, possono essere prese per limitare fortemente la quantità di dati che vengono inviati a terzi, appoggiandosi, per esempio, a servizi che non li raccolgono.

Usare DuckDuckGo come motore di ricerca

Il primo passo è quello di usare DuckDuckGo come motore di ricerca predefinito sia su desktop sia su smartphone. Sebbene il nome possa far sorridere, si tratta di una valida alternativa ai nomi più blasonati, fra cui Google e Bing. DuckDuckGo non raccoglie dati per l’utente: sebbene si sostenga anche tramite la pubblicità, gli spazi vengono venduti agli inserzionisti in base alla chiave di ricerca e non profilando i suoi utenti.

A novembre 2020 la società ha stimato che circa 80 milioni di persone nel mondo usano il suo servizio. È disponibile anche come browser su iOS e Android.

Per la navigazione superflua usare Firefox Focus

Firefox Focus è un browser molto semplice, disponibile per Android e iOS. Blocca automaticamente tutti gli elementi traccianti e una volta completata la navigazione, è sufficiente toccare la notifica per cancellare tutti i dati di navigazione. Ciò significa che vengono cancellati anche i cookie: per accedere nuovamente a un servizio o a una piattaforma, bisogna inserire nuovamente i dati d’accesso alla sessione di navigazione successiva. È possibile sbloccare i siti più visitati in modo da permettere la visualizzazione delle pubblicità.

Per accordi commerciali, il motore di ricerca predefinito di Firefox Focus è Google: si può impostare DuckDuckGo tramite le impostazioni.

Installare l’estensione Privacy Badger sul browser

L’Electronic Frontier Foundation è un’organizzazione internazionale non profit attiva nella tutela dei diritti digitali. Ha sviluppato un’estensione per Chrome, Firefox (anche su smartphone Android) e Opera: Privacy Badger. Tale estensione analizza i vari componenti di una pagina web e blocca quelli di terze parti che tracciano l’utente: non blocca tutte le pubblicità poiché, com’è spiegato sul sito ufficiale, non è il suo scopo. Privacy Badger serve a “prevenire invasioni non consensuali della privacy delle persone“.

Configurare le impostazioni per la privacy sui social network

Il modo migliore per far sì che i social network non raccolgano dati è non iscriversi. Tale constatazione, piuttosto ovvia, si scontra però con la realtà dei fatti: evitare del tutto i social network non è sempre fattibile né utile per motivo sia personali sia professionali. In tal caso, l’utente deve configurare a dovere le impostazioni della privacy di FacebookTwitterLinkedIn  ed  Instagram, per esempio, in modo che la raccolta dei dati sia perlomeno limitata a ciò che l’utente ha effettivamente scelto di condividere.

Difendi la tua privacy online

Da tali impostazioni può essere impostato chi può vedere i contenuti, per esempio, oppure la personalizzazione degli annunci che le piattaforme propongono. Tali annunci sono basati sull’attività dell’utente e tengono conto anche della navigazione web al di fuori del social network.

Bisogna poi considerare un uso accorto di queste piattaforme: limitare, per esempio, la pubblicazione di foto e video personali, specialmente se coinvolgono anche minorenni ed evitare se possibile l’uso della localizzazione.

Installare su smartphone e tablet solo le app davvero necessarie

La semplicità d’uso dei negozi digitali, come l’App Store di iOS e il Play Store di Android, hanno spinto tante persone a installare molte app solo per provarle. Tante di queste, però, richiedono la registrazione di un nuovo account e finché sono installate hanno accesso a varie sezioni del dispositivo, come la fotocamera, il microfono o la galleria di foto. L’ideale sarebbe installare le applicazioni mobile soltanto quando sono realmente necessarie.

In molti casi, inoltre, le versioni web sono più che sufficienti per avere un’esperienza completa. Il vantaggio, in questo caso, è il servizio non avrà accesso a molti dati che l’app nativa invece richiede. Basta navigare sul sito mobile per poter, per esempio, ordinare un pranzo oppure acquistare un prodotto online: l’interfaccia è spesso molto simile, se non identica, a quella dell’applicazione da scaricare.

Usare Signal per i messaggi

Signal è sicuramente l’applicazione di riferimento quando si parla di un servizio di messaggistica che rispetta la privacy. Ciò per un motivo semplice: non raccoglie dati. Ogni conversazione è crittografata end-to-end, il che significa che nessuno, nemmeno Signal stesso, può avere accesso alle chat.

I download di Signal sono drasticamente cresciuti dopo un tweet di Musk e le critiche a Facebook e WhatsApp

Nel 2016, per esempio, le autorità chiesero a Open Whisper Systems, la società dietro a Signal, le informazioni degli account associati a due numeri di telefono (sebbene solo uno dei due fosse effettivamente legato a un account Signal): la società rispose, ma non riuscì a fornire alcun dato poiché non aveva le informazioni che le autorità stavano cercando (come metodi di pagamento e indirizzo email). Tutto ciò che la società riuscì a fornire furono la data e l’ora dell’ultimo accesso e la data di creazione dell’account.

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