Smartphone

SpiKey
Formazione, Sicurezza informatica, Smartphone

Clonare una chiave col microfono dello smartphone

Clonare una chiave col microfono dello smartphone? Possibile. Dal rumore della serratura si possono ottenere molte informazioni utili.

Duplicare la chiave di una porta, con gli strumenti e le conoscenze giusti, non è troppo difficile. Si può fare anche a distanza semplicemente partendo da una fotografia, ma finora almeno un’immagine dell’originale era necessaria.

Alcuni ricercatori dell’Università di Singapore hanno dimostrato che in realtà essa non è indispensabile. Basta avere una registrazione del suono che la chiave fa quando entra nella serratura.

SpiKey

Nasce così l’attacco denominato SpiKey, in un cui un hacker può utilizzare il microfono dello smartphone per carpire i suoni e poi, grazie a un programma apposito, li può decifrare al fine di ottenere le informazioni essenziali a effettuare il duplicato della chiave.

«Quando la vittima inserisce la chiave nella serratura» – si legge nello studio – «un hacker nelle vicinanze registra i suoni con il microfono dello smartphone».

La registrazione consente di distinguere i vari click che vengono prodotti quando le creste della chiave incontrano i perni, e in base al tempo trascorso tra l’uno e l’altro è possibile ricostruire la lunghezza delle creste e delle valli.

«In media, Spikey fornisce 5,10 chiavi possibili (su un totale di 330.424 chiavi) tra le quali c’è sicuramente la chiave bersaglio; nella maggior parte dei casi vengono presentate 3 chiavi possibili».

spikey

Un ladro può quindi evitare di armeggiare con i grimaldelli ma scegliere la chiave prefabbricata corretta.

A limitare la portata dell’attacco ci sono alcuni dettagli che lo rendono difficile da condurre nella vita reale: per esempio, per poter operare la selezione della chiave è necessario conoscere il tipo di serratura. Si tratta d’altra parte di un’informazione che è facile ottenere semplicemente guardando l’esterno della serratura stessa.

Inoltre, il sistema funziona bene se si inserisce la chiave con velocità costante; i ricercatori stanno però lavorando anche alla soluzione di questo problema, sommando le informazioni ottenute da più inserimenti.

Naturalmente, non è necessario che l’hacker si trovi vicino alla serratura che intende aprire nella speranza che prima o poi la sua vittima arrivi con la chiave.

Malware

Se si riesce infatti a prendere il controllo dello smartphone o dello smartwatch della vittima stessa con un malware si può usare il suo microfono per ottenere tutti i dati che servono. Lo stesso si può fare con i sensori posti sulle smart door (come i cosiddetti campanelli intelligenti) che contengano un microfono.

«Potremmo anche sfruttare microfoni a lunga distanza per ridurre i sospetti» ipotizzano i ricercatori. «E ancora, potremmo aumentare la scalabilità di SpiKey installando un microfono nel corridoio di un ufficio e raccogliere le registrazioni di più porte».

contattaci
Formazione, Hardware, Sicurezza informatica, Smartphone, Tech

iOS 15 e iPhone: rintracciabili anche da spenti

iOS 15 scoraggia il furto di iPhone: si possono rintracciare anche i dispositivi spenti! Un IPhone a prova di furto.

OS 15 introduce diverse novità che migliorano l’esperienza utente sotto molti punti di vista. Particolarmente interessante è la possibilità di utilizzare il network di Dov’è per trovare un iPhone anche se il dispositivo è spento.

Con questa nuova funzione lo smartphone non risulterà mai completamente spento, ma entrerà in una sorta di modalità super low-power e si comporterà come un AirTag. Se qualche malintenzionato ci ruberà l’iPhone e come prima azione istintiva gli verrà da spegnerlo, noi potremo comunque individuarlo su una mappa e vedere dove si trova!

Low-Power Mode

La low-power mode è stata introdotta a partire da iOS 9. E’ la modalità basso consumo in grado di garantire una maggiore autonomia del dispositivo. Con il Low Power Mode attivo, il sistema disattiva alcune processi di sistema come le notifiche delle mail, l’aggiornamento delle applicazioni in background, i sensori di movimento, alcune animazioni e altre funzioni che richiedono un elevato dispendio energetico. Con questo sistema l’azienda di Cupertino promette fino a tre ore di autonomia in più. Dai recenti test effettuati su Geekbench emerge tuttavia che la nuova modalità, non solo disattiva alcuni processi, ma riduce le prestazioni del processore.

Per individuare un iPhone spento è necessario che un altro dispositivo Apple si avvicini al telefono entro il raggio di portata del Bluetooth (10m). L’iPhone rubato si collegherà a questo dispositivo ed utilizzerà la sua connessione ad internet ed il suo GPS per aggiornare la posizione sulla mappa al fine di essere ritrovato.

Allo stesso modo, grazie a Find My Network sarà possibile lanciarsi alla ricerca di un iPhone tra le quattro mura di casa che magari “si è nascosto” sotto ad un cuscino e che nel frattempo si è spento perché completamente scarico.

Inoltre, Apple dichiara che il tracciamento della posizione è supportato anche nel caso in cui un iPhone venga riportato ai dati di fabbrica, grazie al Blocco Attivazione.

iOS 15 e iPhone: rintracciabili anche da spenti

iOS 15 informerà l’utente di questa nuova funzionalità con una tradizionale notifica, starà poi allo stesso utente decidere se abilitarla o meno. Per disattivarla (ma vi consigliamo di non farlo), cliccate il tasto volume su, poi volume giù ed infine tenete premuto il tasto laterale. Proprio nella classica schermata di spegnimento, visualizzerete una scritta “iPhone rilevabile anche dopo lo spegnimento”. Cliccando sulla stessa apparirà un popup attraverso il quale potremo disattivare la funzione.

Ulteriori miglioramenti IOS 15

Apple ha presentato in anteprima la prossima iterazione del suo sistema operativo iPhone, iOS 15 al WWDC21. iOS 15, tra le novità introdotte, porta anche una nuova esperienza di notifiche che include le icone delle app e le foto dei contatti. Apple ha detto che iOS 15 utilizza l’intelligenza sul dispositivo per capire quali notifiche sono una priorità e le dispone per prime. La stessa intelligenza sul dispositivo alimenta anche nuove caratteristiche. Ad esempio il Live Text, la nuova ricerca Spotlight, e l’integrazione di Memories con Apple Music per offrire suggerimenti di canzoni per personalizzare le foto.

Apple ha anche mostrato i miglioramenti in arrivo per l’app Mappe. Il nuovo aggiornamento offre una navigazione migliorata e dettagli per i quartieri, i distretti commerciali, l’elevazione e i punti di riferimento insieme a una nuova modalità notturna al chiaro di luna. In alcune città selezionate, Mappe offre anche un’esperienza di guida 3D. Inoltre gli utenti possono ora tenere il loro iPhone per fornire indicazioni in realtà aumentata.

contattaci
Formazione, Hardware, Smartphone

Raddoppia la batteria del tuo smartphone con Witty

Raddoppia la batteria del tuo smartphone con Witty: un piccolo dispositivo che è in grado di raddoppiare il ciclo di vita della batteria del tuo smartphone. Pochi euro per una grande idea.

La batteria è uno dei colli di bottiglia nella vita di uno smartphone. Le sue performance deteriorate, infatti, tendono a renderne meno appetibile l’uso dopo pochi mesi. Mettendo ansia nei cicli di ricarica e di fatto riducendo il ciclo di vita del dispositivo. La soluzione è tuttavia semplice, costa molto poco ed ha il valore aggiunto di essere un’idea intelligente tutta italiana.

Witty difende la batteria del tuo smartphone

Il suo nome è Witty. Witty è un dispositivo che può essere inserito tra il caricatore e lo smartphone, lasciandolo lavorare in silenzio affinché possa controllare che l’operazione di ricarica avvenga in modo corretto. Così facendo è come se si stesse togliendo dalla batteria un’alta dose di stress. Questo, alla lunga, porterebbe altrimenti al deterioramento delle capacità della batteria medesima.

Raddoppia la batteria del tuo smartphone con Witty

Il ragionamento è semplice: vuoi raddoppiare la vita della batteria del tuo smartphone e, di conseguenza, il ciclo di vita dello smartphone stesso? Bastano pochi euro.

Witty: quanto costa?

Partiamo dal prezzo, affinché sia chiaro che non si tratta certo di un costo, quanto di un utile investimento. Bastano infatti appena 29,99 euro per far tuo un Witty (del tuo colore preferito: nero, arancio o azzurro). Nel giro di 48 ore si potrà dare inizio alla propria nuova ricarica intelligente.

colore

Con 29,99 euro non solo si prolunga la vita della batteria, ma si ha inoltre il beneficio ulteriore di un ciclo di vita nel quale ogni singolo giorno lo smartphone potrà durare di più. Un beneficio che può durare anni, insomma, e che si ripaga ampiamente grazie al suo lavoro silente di lungo periodo.

Come funziona?

Witty è una sorta di tutore che opera a monte delle batterie al litio del tuo smartphone. Il suo compito è quello di regolare, gestire e limitare all’occorrenza la fase di ricarica, così da ridurre gli oneri a capo della batteria per ottimizzarne durata e performance. In particolare Witty si propone di gestire la ricarica notturna, pratica del tutto abituale per chiunque. Quando si mette in carica la sera uno smartphone per ritrovarlo al mattino a pieno regime, si opera nel modo più comodo per la propria organizzazione quotidiana ma al tempo stesso si appesantisce ogni singolo giorno la batteria di una qualche scoria di troppo.

Il motivo lo spiega il team Witty: “la batteria viene mantenuta alla sua tensione di fine carica di 4.35V anche dopo aver raggiunto il 100% per far sì che non si scarichi durante la notte“. E questo pesa: si stima che una cattiva gestione delle ricariche possa far perdere alla batteria anche l’1% della sua capacità ogni singolo mese che passa.

witty

Witty interviene su questo fronte, gestendo in modo più intelligente la fase di carica:

Tutti i dispositivi portatili che ricaricano la propria batteria tramite USB interrompono la fase di carica dopo aver raggiunto il 100% ma continuano a mantenere la batteria alla sua tensione di fine carica di 4.35V. Come riportato da vari studi del settore (ad esempio “Battery University”, un sito web pubblicato dal noto provider di tecnologie Cadex Electronics Inc.), non disconnettere la carica porta ad una rapida usura della batteria diminuendone i cicli di carica/scarica da quasi 500 a circa 200.

Se si riflette su quanto sia complesso cambiare una batteria (operazione talvolta addirittura impossibile) è chiaro come una semplice cattiva abitudine possa pesare fortemente sulla durata di uno smartphone e sui costi di cambio dello stesso quando le performance della batteria sono ormai eccessivamente erose. Il grande vantaggio offerto da Witty sta nella tecnologia brevettata ASO (frutto della ricerca di ricercatori dell’Università di Roma “La Sapienza”):

Evitare uno stress inutile e continuativo

L’ASO è in grado di leggere l’energia richiesta dallo smartphone al caricabatterie e scollegare, grazie ad un interruttore elettromeccanico, la batteria dalla rete elettrica nel momento in cui il fabbisogno energetico del dispositivo in carica è stato soddisfatto. Al contrario di tutti i regolatori di carica, l’ASO non legge la tensione o la capacità della batteria ma analizza il flusso di corrente tra il dispositivo in carica ed il caricabatterie.

Scollegando la batteria quando completamente carica si evita che rimanga alla sua tensione di fine carica di 4.35V anche dopo aver raggiunto il 100%, situazione estremamente dannosa per gli elettrodi della cella di litio, permettendo così alla batteria di iniziare il proprio ciclo di scarica.

Lo spegnimento della carica avviene tra i 10 ed i 30 minuti dopo aver raggiunto la soglia del 100% di carica. In linguaggio meno tecnico, “è come rilassare i muscoli dopo un allenamento intenso“: Witty consente alla batteria di evitare uno stress inutile e continuativo, ripristinando così il corretto ciclo di vita della stessa e allungando pertanto il ciclo di vita dello smartphone.

Come si usa?

Per usare Witty durante le ricariche notturne è sufficiente eseguire due semplici operazioni:

  1. inseriscilo tra smartphone e caricatore, collegando Witty direttamente dentro quest’ultimo
  2. premi l’apposito pulsante che avvia la ricarica: un piccolo led rosso segnala l’avvenuto avvio della ricarica
  3. dormi sonni tranquilli: penserà a tutto Witty
come funziona witty

Se è necessaria una presa USB Type-C è disponibile in confezione dedicata un apposito riduttore. Unico requisito è la ricarica di un solo terminale (che tramite pad wireless) per ogni singola unità di Witty. La quale ha la necessità di monitorare le fasi di ricarica del singolo device per poter in seguito operare con un’azione di salvaguardia sulla batteria.

Il mio smartphone ha una ricarica intelligente: quindi?

Il tuo telefono ha una ricarica intelligente e quindi ritieni che Witty non ti serva? Sbagli. Sebbene gli iPhone di nuova generazione (ad esempio) abbiano fatto non poco per migliorare le abitudini di ricarica dell’utente, in verità l’intervento è stato più che altro posticcio e non sostituisce in alcun modo ciò che Witty può offrirti. Questo perché l’apprendimento si basa su abitudini. Le eccezioni però sono in realtà all’ordine del giorno. Ciò implica che la cosiddetta “intelligenza” dell’apporto del sistema operativo è in realtà una operazione di facciata. Questa difatti non può realmente gestire al meglio la ricarica sulla base di elementi propri della batteria e delle sue dinamiche di ricarica.

Witty sfrutta la notte per regalare alla batteria ore di autentico relax. La ricarica lenta e limitata ottimizza la durata e la capacità dell’accumulatore. Questo evita che possa incorrere in fasi di extra-carica nelle quali le performance vengono meno. Ecco perché il team Witty scoraggia la ricarica veloce se non per i momenti più importanti: meglio procedere con lentezza, sfruttando tutta la notte per arrivare al mattino con batterie cariche e performance ottimizzate.

Witty: conveniente per te e per l’ambiente

L’idea, firmata da Lorenzo Craia, Luca Martini e Andrea Tognoli, ha importanti ripercussioni non soltanto sulle tasche di chi cambierà così le proprie abitudini di ricarica, ma anche sull’ambiente.

idea witty

Stiamo infatti parlando anzitutto di un dispositivo che allunga il ciclo di vita delle batterie e che riduce quindi il quantitativo di Litio immesso in discarica; inoltre si tratta di un device totalmente riciclabile, sostenibile dunque per vocazione; infine per ogni Witty acquistato verrà impiantato un nuovo albero, contribuendo così in modo positivo all’impronta ambientale del progetto.

contattaci

Hardware, Smartphone, Tech, Telefonia Mobile

iPhone 13: uscita, prezzo, novità del modello più venduto

Curiosità e info sul nuovo iPhone 13: uscita, prezzo, novità del modello più venduto

iPhone 13, iPhone 13 mini, iPhone 13 Pro e iPhone 13 Pro Max sono stati svelati la sera del 14 settembre 2021 durante l’evento California Streaming insieme ai nuovi iPad (2021), iPad mini 6 e Apple Watch 7.

Apple ha dato il via ai preordini di iPad mini 6 nello stesso giorno della presentazione, ed a quelli dei nuovi iPhone 13 venerdì scorso. I nuovi smartphone e il nuovo tablet saranno disponibili sul mercato a partire dal 24 settembre, ma non tutti gli utenti interessati a riceverli subito potrebbero riuscire nell’intento. Chi ha piazzato subito l’ordine tramite l’Apple Store online probabilmente lo riceverà, ma al momento per alcuni modelli i tempi di consegna previsti slittano a ottobre, e nel caso di iPad mini 6 anche sino ai primi giorni di novembre.

Il più venduto

I nuovi termini di consegna sembrano riflettere l’interesse manifestato dal pubblico nei confronti dei nuovi prodotti Apple. Così come emerso anche nel nostro sondaggio, gli iPhone 13 Pro quelli più desiderati dal pubblico, nonché quelli che stanno registrando i nuovi termini di consegna spostati ad ottobre. Stesso dicasi per iPad mini 6, che ha convinto in effetti per il grande passo avanti compiuto rispetto al precedente modello. Infatti le consegne di iPad mini 6 sono state spostate ben oltre il termine del 24 settembre. Alcuni esempi, più nel dettaglio:

iPhone 13
  • iPhone 13 Pro, tutti i tagli di memoria, tutte le colorazioni – consegne tra il 19-26 ottobre
  • iPhone 13 Pro Max, tutti i tagli di memoria, tutte le colorazioni – consegne tra il 19-26 ottobre
  • iPad mini:
    • Grigio siderale:
      • 64GB, WiFi – consegne tra il 19 ottobre e il 3 novembre
      • 256GB, WiFi – consegne tra il 19 ottobre e il 3 novembre
      • 256GB, WiFi + Cellular – consegne tra il 19 ottobre e il 3 novembre
    • Viola:
      • 256GB, WiFi – consegne tra il 19 ottobre e il 3 novembre
      • 256GB, WiFi + Cellular – consegne tra il 19 ottobre e il 3 novembre
    • Rosa: 256GB, WiFi + Cellular – consegne 5-12 ottobre
    • Galassia:
      • 256GB, WiFi – consegne tra il 19 ottobre e il 3 novembre
      • 256GB, WiFi + Cellular – consegne tra il 19 ottobre e il 3 novembre

A qualcuno piace Oro, Argento o Grafite, a molti piace Sierra: è infatti proprio questa la colorazione preferita da chi ha scelto Amazon per acquistare il nuovo iPhone 13 nella sua versione Pro Max. Il modello più venduto è proprio il top di gamma, nella sua incarnazione con 256 GB di memoria interna.

iphone 13 più venduto
L’ IPhone 13 Sierra (azzurro) è il modello più venduto

Disponibilità

Ricordiamo che l’intera linea iPhone 13 è disponibile in preordine, con la consegna inoltre delle unità acquistate garantita per il 24 settembre. Alcuni modelli risultano già sold out, a causa delle richieste elevate: il consiglio per gli interessati è quello di non perdere tempo e prenotare subito la propria, scegliendo tra le quattro versioni disponibili, ognuna con tagli di memoria e colorazioni differenti: mini, Standard, Pro e Pro Max.

contattaci
Creative, Digitalizzazione, Formazione, Intelligenza artificiale, Smartphone

Aprire e convertire foto e immagini in formato HEIC

Se avete deciso di aprire questo articolo è perché molto probabilmente vi siete imbattuti in uno strano formato di foto denominato HEIC. In realtà non si tratta di qualcosa di anormale. Anzi, ormai da diversi anni sta diventando sempre più popolare, grazie soprattutto all’enorme quantità di iPhone presente sul territorio mondiale. Per cercare di capire meglio di cosa si tratta però, abbiamo deciso di creare una guida un po’ più approfondita, cercando di analizzare anche i modi migliore per aprire e convertire foto e immagini in formato HEIC.

Qualora foste interessati alla cosa quindi, vi consigliamo di proseguire già con il prossimo paragrafo e vi auguriamo una buona lettura.

Cosa sono le foto HEIC

Le foto in formato HEIC, acronimo di “High Efficiency Image File Format”, hanno la peculiarità di presentarsi come una sorta di contenitore, all’interno del quale è possibile ritrovare una singola immagine, oppure una sequenza di immagini.

L’idea arriva dalla Moving Picture Experts Group, ma è stata resa famosa principalmente da Apple, che ha deciso di utilizzare il suddetto formato come standard per le foto scattate con iPhone e iPad.

iPhone formato heic

Il motivo principale di ciò, va ricercato nel fatto che i dispositivi dell’azienda di Cupertino possono scattare sia foto singole che sequenze o “Live Photos“, le quali necessitano quindi di questo formato “contenitore” per poter, appunto, contenere più immagini in un singolo file.

Ma purtroppo non bisogna soffermarsi solo su questo, visto che non mancano aspetti negativi e che potrebbero effettivamente risultare piuttosto fastidiosi per gli utenti.

Vantaggi e svantaggi delle foto HEIC

Vantaggi

Ma prima di passare agli svantaggi, concentriamoci sugli aspetti positivi e, in particolare, sull’aspetto “economico” delle foto HEIC.

Ovviamente per economico si intende la capacità degli HEIC di mantenere una qualità dell’immagine abbastanza elevata (praticamente identica a quella dei JPG), pur garantendone un peso in memoria quasi dimezzato.

Ad esempio, una foto in JPG da 4 MB convertita in HEIC può arrivare a pesare circa 2.4 MB, offrendo quindi la medesima qualità.

Inoltre, concentrando l’attenzione sulla questione intelligenza artificiale, grazie alle foto HEIC, è possibile riconoscere i vari elementi presenti all’interno dello scatto. Ed è possibile anche classificarli in base a precisi parametri.

In questo modo, il sistema operativo sarà in grado di offrire opzioni avanzate di riconoscimento e mostrare informazioni più precise su ciò che l’utente guarda ogni giorno (ad esempio la razza di un cane, oppure il nome di un palazzo).

Infine, i file HEIC, essendo di natura “contenitore”, rappresentano un vantaggio assoluto per chi ama operare di  foto editing.

Le immagini caratterizzate dal suddetto formato supportano infatti le trasparenze fino a 16 bit (il JPEG arriva a supportare solo quelle a 8 bit) e permettono anche modifiche di rotazione, ritaglio, sovrapposizione e aggiunta di testo senza dover necessariamente creare delle copie della stessa immagine.

Svantaggi

Per quanto riguarda gli svantaggi invece, ne abbiamo individuati principalmente due: la compatibilità e le poche speranze di futuro.

La seconda motivazione delle due è da attribuire al fatto che purtroppo, altre aziende importanti, come Google, non sembrano voler puntare molto su questo formato. Concentrando invece l’attenzione su altre tipologie di file.

La prima è probabilmente la più attuale e fastidiosa. Attualmente infatti, non tutte le applicazioni supportano i file HEIC. Per questo motivo, in tantissimi casi sarà quindi necessario convertire l’immagine in uno dei formati più compatibili come JPG.

Tuttavia, c’è da dire che dopo diversi anni, i servizi più popolari (soprattutto Social Network) hanno ricevuto gli aggiornamenti necessari per visualizzarli correttamente.

Come scattare foto HEIC

Attualmente il modo più semplice per scattare foto in formato HEIC è quello di utilizzare un iPhone (o un iPad) e, in particolare, l’applicazione “Fotocamera” presente di serie.

Già dalla prima configurazione infatti, tutti gli scatti eseguiti dai suddetti dispositivi saranno esportati in tale formato.

scattare foto heic

Qualora ciò non accadesse però, l’unica cosa da fare sarà: aprire l’app “Impostazioni”, continuare con “Fotocamera”, cliccare sulla voce “Formati” e selezionare “Efficienza elevata”, la quale ridurrà la dimensione dei file e catturerà foto e video in formato HEIC e HEVC (per i video).

A partire da Android Pie (nona versione del sistema operativo mobile di Google) però, anche tutti gli altri smartphone in commercio potranno scattare foto HEIC.

Tuttavia, tale formato non sarà abilitato di default e molte aziende produttrici di smartphone potrebbero anche decidere di non abilitarlo per le proprie lenti fotografiche.

Per verificare ciò bisognerà necessariamente controllare nelle impostazioni dedicate alla fotocamera.

Come evitare foto HEIC

Qualora quindi questo formato non vi convincesse fino in fondo, si potrà comunque disattivare ed evitare.

Per farlo su Android sarà sufficiente continuare ad utilizzare la fotocamera senza modificare alcun parametro riguardante i formati di scatto.

Su iPhone invece, bisognerà aprire l‘app “Impostazioni”, continuare con “Fotocamera”, cliccare sulla voce “Formati” e selezionare “Più compatibile”, la quale consentirà alle lenti di catturare immagini in JPEG.

Come aprire le foto HEIC

Ovviamente tutte le aziende esterne ad Apple si sono adeguate al formato HEIC. Hanno infatti deciso di supportare in piena regola tutte le foto esportate nel suddetto formato.

Su iPhone, iPad e Mac invece, c’è davvero molto poco da dire. Qualunque applicazione presente di default sui dispositivi dell’azienda di Cupertino si utilizzi infatti (Foto, Anteprima oppure anche semplicemente il Finder), non si presenterà alcun problema di compatibilità.

Anche le ultime versioni di Windows e Android riescono a supportare di default le immagini HEIC, ma qualora doveste riscontrare problemi, si potrà immediatamente rimediare.

Su Microsoft Store di Windows è infatti disponibile il plugin “Estensioni di immagine HEIF”, scaricabile gratuitamente da qui, il quale consentirà al sistema operativo di leggere qualsiasi immagine.

Su Android invece, sempre nel caso in cui la galleria non riuscirà ad aprire le foto, consigliamo di utilizzare un’applicazione di terze parti perfettamente compatibile.

La migliore e più conosciuta in questo campo è indubbiamente Dropbox, disponibile al download gratuito tramite questo link.

Come convertire le foto HEIC

Passiamo adesso ad un altro strumento utile per la modifica degli HEIC: cloudconverter.

convertire heic

Si tratta di un sito Web gratuito, accessibile da qualsiasi Browser e che permetterà a chiunque di convertire le foto da HEIC a JPG, PNG, PDF e tanti altri formati.

Non resta quindi che raggiungere la pagina dedicata cliccando su questo link e proseguire con la lettura dell’articolo.

Convertire HEIC in JPG

Una volta aperto il sito di cloudconverter, bisognerà modificare i formati alla destra di “convert” e “to”.

La prima delle due caselle dovrà quindi essere impostata con HEIC, mentre la seconda, in questo caso, in JPG.

Per farlo, sarà quindi sufficiente premere sul riguardo interessato e selezionare il formato dal menu a tendina che apparirà automaticamente.

Una volta correttamente impostati i parametri, non servirà altro che cliccare su “Select File”, importare la foto da esportare di JPG e avviare l’operazione con il tasto “Convert”.

Immediatamente partirà il download secondo le impostazioni del Browser utilizzato.

Convertire HEIC in PNG

I medesimi passaggi dovranno essere eseguiti anche per convertire le foto HEIC in PNG. In questo caso però, alla destra di “to” bisognerà ricercare il valore “PNG”, il quale si troverà nel menu a tendina “Image”.

Per semplificare la ricerca si potrà anche utilizzare il campo di testo che apparirà in alto dopo aver premuto sulla casella interessata.

Dopodiché, basterà importare il file tramite il collegamento “Select File”, avviare il tutto con “Convert”, attendere la fine del download e aprire la nuova fotografia.

Convertire HEIC in PDF

Cloudconvert ha il vantaggio di supportare perfettamente anche formati diversi da quelli prettamente incentrati sulle fotografie, come ad esempio i PDF.

Proprio per questo motivo, potrà essere utilizzato per convertire una foto HEIC in un documento PDF.

Per farlo, bisognerà sempre cliccare sulla casella alla destra di “to”, spostarsi nella sezione “Document”, selezionare “PDF”, importare la foto da convertire cliccando su “Select File”, avviare il tutto con “Convert” e attendere la fine del download.

Convertire HEIC su iPhone

Ovviamente, sia su iPhone che su iPad e tutti gli altri dispositivi con Browser integrato, si potrà avviare una rapida conversione online tramite il sito di cloudconvert.

Ma per semplificare tutte le operazioni e avere sempre uno strumento offline a portata di mano, consigliamo l’utilizzo di un’applicazione dedicata alla conversione da HEIC a qualsiasi altro formato desiderato.

Tra le più consigliate in questo campo c’è “Il Convertitore di Immagini“, scaricabile gratuitamente da App Store attraverso questo link.

Una volta aperto il servizio, basterà importare il file di input HEIC e successivamente scegliere la tipologia di conversione. Tutte le restanti operazioni verranno eseguite automaticamente dall’app.

Ovviamente sarà perfettamente compatibile sia con iPhone che con iPad.

Convertire HEIC su Android

Per quanto riguarda gli smartphone e tablet Android invece, oltre al solito sito Web di cloudconvert, proponiamo l’applicazione gratuita “Heic to JPG Converter Free”.

Quest’app consente in pochissimo tempo di importare la foto HEIC dall’archivio o dalla galleria del dispositivo in questione e di convertirla in un file di tipo “JPG”, pienamente supportato da qualsiasi servizio.

Può quindi essere scaricata direttamente dal Play Store tramite questo link.

Il suddetto software sarà però unicamente in grado di esportare i file in JPG. Qualora si preferisse un formato diverso, come PNG, PDF, GIF, WEBP o altro, non possiamo che consigliare “Heic converter – Heic to JPG-PNG-PDF Converter”, anch’esso gratuito e disponibile sul Play Store tramite questo link.

Una volta scaricata, installata e aperta l’app, basterà premere sul pulsante “Open HEIC” in alto a sinistra e selezionare la foto da modificare dall’archivio dello smartphone.

A questo punto bisognerà cliccare sull’icona della freccia in basso a destra, scegliere il formato di output preferito e avviare l’operazione con “Convert HEIC”.

A questo punto tutte le immagini convertite appariranno in una nuova schermata della stessa applicazione e potranno essere aperte, condivise, salvate o anche eliminate dopo aver premuto sull’icona con tre puntini presente nell’angolo in basso a destra di ogni immagine.

Convertire HEIC su Mac

Grazie alle opzioni avanzate presenti in “Anteprima” (applicazione presente di default su tutti i Mac), sarà possibile convertire qualsiasi HEIC in maniera semplice, rapida e senza dover necessariamente scaricare alcun programma aggiuntivo.

Ovviamente, prima di vedere come farlo, vi ricordiamo che la soluzione di cloudconvert rimarrà sempre comunque valida.

Prima di tutto, bisognerà quindi individuare la foto da convertire, successivamente bisognerà aprire il suo menu a tendina cliccando con due dita sul trackpad su di essa (oppure con il tasto destro del mouse), portare il puntatore su “Apri con…” e scegliere “Anteprima”.

Una volta avviata la schermata di Anteprima con la foto interessata, sarà necessario cliccare su “File” nel menu opzioni in alto a sinistra, scegliere la voce “Esporta…”. Dopodiché aprire il menu a tendina alla destra di “Formato”, scegliere quello preferito (sarà presente anche PDF), selezionare la cartella di esportazione e concludere con “Salva”. L’operazione si concluderà in pochissimi istanti.

Qualora preferiate uno strumento ancora più semplice e rapido e che non occupi neppure tanto spazio in memoria, consigliamo “HEIC Converter”, disponibile gratuitamente sul Mac App Store e accessibile tramite questo link.

Il suo funzionamento è piuttosto banale. L’unica cosa da fare per avviare la conversione sarà: trascinare la foto sulla finestra nera, attendere il raggiungimento del 100% e l’operazione sarà completa.

Il nuovo file sarà esportato in JPEG o PNG (in base alla scelta dell’utente) e potrà essere immediatamente aperto dalla cartella dei download del Mac.

Convertire HEIC su Windows

Ancora per l’ultima volta vi ricordiamo che il sito Web di cloudconvert potrà essere utilizzato anche su Windows attraverso un qualsiasi Browser web.

Anzi, sui PC dotati del sistema operativo di Microsoft risulta essere il modo migliore per completare la conversione.

L’alternativa più adeguata si chiama infatti “HEIC to JPG, JPEG & PNG Converter”, può essere scaricata dal Microsoft Store tramite questo link, ma per farlo bisognerà affrontare un costo di circa 5 euro (molto spesso in promozione a poco meno di un euro).

Una volta acquistata e aperta, basterà quindi trascinare il file HEIC all’interno della sua schermata. Qui scegliere il formato preferito di esportazione e proseguire con la conversione.

Dopo pochi istanti il file apparirà nella cartella scelta per il salvataggio. Bisogna però specificare che purtroppo l’app non è compatibile con la versione S di Windows 10.

Per tutte le versioni precedenti a Windows 10, consigliamo nuovamente di operare tramite il sito di cloudconvert.

contattaci
Applicazioni, Internet, Smartphone, Social media

Facebook spia i messaggi di WhatsApp?

Un rapporto ritenuto attendibile lancia l’allarme: Facebook è in qualche modo in grado di spiare e leggere il contenuto dei messaggi di WhatsApp. Ovviamente, questo non dovrebbe essere possibile con la crittografia end-to-end. Sappiamo infatti che questo metodo permette solo ai partecipanti della chat che contiene il messaggio di decifrare il contenuto.

Il rapporto fa riferimento all’analisi dei metadati – un metodo che Facebook usa notoriamente per cercare di rilevare messaggi problematici senza conoscerne il contenuto – ma afferma anche direttamente che i moderatori sono in grado di “esaminare i messaggi, le immagini e i video degli utenti”. Citando sia i moderatori, che gli ingegneri all’interno del colosso dei social di Mark Zuckerberg.

WhatsApp è stata una fonte di disinformazione significativa e pericolosa. Ha portato a false affermazioni di abusi sui minori in India e falsi messaggi di coronavirus in tutto il mondo. È noto che l’azienda tenti di risolvere queste problematiche limitando la capacità di inoltrare alla cieca i messaggi. Utilizzando quindi altre forme di metadati per cercare di identificare i messaggi che potrebbero essere spam o addirittura dannosi.

Facebook legge i messaggi?

Tuttavia, la società è stata irremovibile sul fatto che l’app di messaggistica utilizzi la crittografia end-to-end. Il che significa che Facebook non ha la capacità di vedere ne di spiare il contenuto privato dei messaggi di Whatsapp. Un lungo pezzo di ProPublica suggerirebbe, però, il contrario:

WhatsApp ha più di 1.000 lavoratori a contratto che riempiono piani di edifici in uffici ad Austin, Texas, Dublino e Singapore. Questi esaminano milioni di contenuti degli utenti. Seduti ai computer in pod organizzati per incarichi di lavoro, questi lavoratori utilizzano uno speciale software di Facebook per vagliare flussi di messaggi privati, immagini e video. Questi ultimi difatti vengono segnalati dagli utenti di WhatsApp come impropri e quindi vagliati dai sistemi di intelligenza artificiale dell’azienda. Questi appaltatori giudicano qualsiasi cosa lampeggi sul loro schermo – affermazioni su qualsiasi cosa, da frode o spam a pedopornografia e potenziali complotti terroristici – in genere in meno di un minuto

La denuncia, ottenuta da ProPublica, descrive in dettaglio l’ampio uso da parte di WhatsApp di appaltatori esterni, sistemi di intelligenza artificiale e informazioni sull’account per leggere messaggi, esaminare immagini e video degli utenti.

In realtà, sembra che ci sia confusione in merito. Poiché il contenuto di WhatsApp è crittografato, i sistemi di intelligenza artificiale non possono scansionare automaticamente tutte le chat, le immagini e i video, come fanno su Facebook e Instagram. Ed allora, i revisori di WhatsApp otterrebbero l’accesso a contenuti privati ​​solo quando gli utenti premono il pulsante “segnala” sull’app. Questo permetterebbe di identificare un messaggio come presunta violazione dei termini di servizio della piattaforma.

Facebook spia i messaggi di WhatsApp?

Le segnalazioni

Questo sistema inoltra cinque messaggi – quello presumibilmente offensivo insieme ai quattro precedenti nello scambio, comprese eventuali immagini o video – a WhatsApp in forma non codificata, secondo ex ingegneri e moderatori di WhatsApp. I sistemi automatizzati alimentano quindi questi ticket in code “reattive” che i lavoratori a contratto devono valutare. Dunque, questa parte del rapporto suggerirebbe che solo i messaggi così segnalati possono essere visualizzati. Facebook ha così commentato:

Costruiamo WhatsApp in modo da limitare i dati che raccogliamo fornendoci strumenti per prevenire lo spam, indagare sulle minacce e vietare coloro che sono coinvolti in abusi. Anche in base alle segnalazioni che riceviamo degli utenti

Ed allora, una probabile interpretazione del rapporto potrebbe essere che i moderatori siano in grado di visualizzare solo i messaggi che vengono segnalati dal loro diretto destinatario. A quel punto il messaggio inoltrato e segnalato a WhatsApp verrebbe decrittografato. L’inoltro creerebbe un nuovo messaggio cifrato in cui WhatsApp avrebbe la chiave per la lettura, essendo WhatsApp stesso il destinatario del messaggio segnalato.

ProPublica è un’organizzazione giornalistica investigativa senza scopo di lucro con una solida reputazione. Si attende che Facebook commenti ulteriormente la questione. Negli scorsi giorni WhatsApp ha reso disponibile uno strumento per passare le chat da iPhone a Android.

contattaci
Sicurezza informatica, Smartphone, Social media

Su Messenger arrivano le chiamate crittografate

Facebook ha annunciato di aver aggiunto su Messenger la crittografia end-to-end anche alle chiamate audio e video, già integrata da tempo nelle chat testuali. Nessun altro, incluso Facebook, proprietaria del servizio, può dunque leggere o ascoltare quanto condiviso, tranne che nel caso di segnalazioni per molestie da parte di un utente, in quel caso, possono essere prese dalla piattaforma contromisure per individuare un utilizzo improprio della piattaforma.

Messenger, Crittografia end-to-end e più controllo sui messaggi effimeri

La novità della crittografia end-to-end interessa solo le chiamate vocali e video tra singoli utenti, mentre restano escluse le chat di gruppo, anche testuali. La crittografia end-to-end, lo ricordiamo, garantisce che solo un utente e la persona con cui sta comunicando possono leggere o ascoltare ciò che viene inviato, e nessun altro. Questo perché i messaggi sono protetti da un lucchetto, di cui soltanto l’autore e il destinatario dei messaggi possiedono la chiave.

Su Messenger arrivano le chiamate crittografate

Tutto questo avviene automaticamente, non c’è bisogno di attivare alcuna impostazione per proteggere i messaggi. “Dal 2016 offriamo la possibilità di proteggere le tue chat di testo individuali con la crittografia end-to-end”. Si legge in una nota sul sito ufficiale di Messenger. “Nell’ultimo anno, abbiamo assistito a un’impennata nell’uso di chiamate audio e video con oltre 150 milioni di videochiamate al giorno su Messenger. Così abbiamo pensato al modo migliore per consentire a chiunque di proteggere le proprie chiamate audio e video con questa stessa tecnologia”.

Il colosso dei social fondato da Mark Zuckerberg ha dichiarato che la funzione arriverà gradualmente nelle prossime settimane in tutto il mondo. Intanto, oltre alla crittografia, aggiorna anche l’opzione per i messaggi effimeri. Da oggi è infatti possibile controllare per quanto tempo qualcuno può vedere i messaggi inviati in una chat, prima che questi scompaiano, scegliendo quindi la durata di visione da cinque secondi a 24 ore.

contattaci
Formazione, Internet, Sicurezza informatica, Smartphone, Tech

BrakTooth, la nuova pericolosa vulnerabilità al Bluetooth

BrakTooth, cos’è la nuova pericolosa vulnerabilità al Bluetooth che interessa tantissimi dispositivi

La Singapore University of Technology and Design ha scoperto ben sedici pericolose vulnerabilità al Bluetooth conosciute sotto il nome di “BrackTooth”. Almeno 1.400 i dispositivi coinvolti.

Il Bluetooth ha un grosso problema. Sedici, anzi. Si tratta di ben sedici vulnerabilità (ma sei ulteriori sono già in fase di verifica), la cui scoperta è stata comunicata solo in questi giorni ed il cui nome è collettivamente inteso come BrakTooth.

BrakTooth unifica sedici vulnerabilità al Bluetooth

Un video divulgato tramite YouTube esplicita mediante una similitudine le “potenzialità” distruttive dei difetti al Bluetooth. Non è casuale – né tantomeno un refuso – l’utilizzo del plurale, dal momento che siamo di fronte non già ad una sola vulnerabilità, ma a sedici storture unificate dal nome col quale sono riconoscibili, vale a dire “BrakTooth“.

Un numero certamente importante e non è escluso che possa ulteriormente lievitare nell’immediato proseguo. Questo anche perché sono in corso ulteriori accertamenti per verificare l’esistenza di ulteriori quattro difetti.

In che cosa consiste BrakTooth? Le sue “capacità” sono ben illustrate dalla Singapore University of Technology and Design nel video che abbiamo riportato sopra.

Le vulnerabilità permetterebbero infatti ai cyber-criminali di poter approntare manovre differenziate, tra cui soprattutto l’esecuzione a distanza di un codice arbitrario con lo scopo di compromettere la memoria del dispositivo. Sfruttando BrakTooth, è pure possibile riavviare il dispositivo o creare dei pacchetti che costringerebbero l’utente ad un riavvio forzato del device.

Un sito apposito è stato messo a punto per raccogliere tutte le informazioni sulle vulnerabilità e sulle sue soluzioni: la particolare pericolosità del problema impone immediata attenzione, ma l’assenza di situazioni di attacco massivo consente al momento un approccio di cautela orientato probabilmente a progettare le migliori soluzioni possibili per ogni singolo caso.

contattaci
Formazione, Smartphone, Social media, Telefonia Mobile

WhatsApp e Telegram: come registrarsi senza numero

Finalmente ecco la guida definitiva per registrarsi su WhatsApp e Telegram senza dover inserire il proprio numero di telefono. Sono 3 le possibili soluzioni.

Non tutti amano fornire il proprio numero di telefono personale. Forse preoccupati di diventare un possibile bersaglio di truffe o oggetto di continue chiamate dai Call Center. Ad ogni modo principalmente è una questione di privacy. Purtroppo però per poter utilizzare alcune applicazioni è obbligatorio inserire questa informazione al momento della registrazione. Oggi non più così e anche chi non ha utilizzato WhatsApp Telegram per questo motivo ora potrà tranquillamente farlo. Ecco la guida definitiva per registrarsi senza numero a queste due app di messaggistica istantanea.

Come registrarsi su WhatsApp e Telegram senza fornire il proprio numero di telefono

Sia WhatsApp che Telegram sono app che vanno a sostituire i vecchi messaggi di 165 caratteri introducendo anche nuove funzioni. Sebbene sono arrivati anche in Italia gli SMS 2.0 che daranno del filo da torcere a queste app, non tutti possono ancora utilizzare questa tecnologia.

WhatsApp e Telegram: come registrarsi senza numero

Quindi per potersi registrare su WhatsApp e Telegram era necessario fornire il proprio numero di telefono. Ora invece sarà solo un vecchio ricordo grazie a questa guida. Ecco le 3 soluzioni possibili.

  1. La prima soluzione, facile ed economica, è quella di attivare un numero temporaneo utile solo per ricevere i codici di conferma di WhatsApp e Telegram. In qualsiasi motore di ricerca, ad esempio Google, basta digitare “numero temporaneo” e affidarsi a uno dei servizi che compaiono tra i risultati. Ci vorrà un po’ di tempo per trovarne uno disponibile che non sia già stato utilizzato per questo scopo, ma con un po’ di pazienza e perseveranza ce la si può fare.
  2. Un’altra soluzione è quella di usare il numero di una vecchia SIM che sia ancora attiva. Non è necessario che ci sia del credito. Infatti questa procedura non costerà nulla. La sua funzione sarà solo quella di ricevere il codice di attivazione inviato da WhatsApp o da Telegram per confermare la registrazione.
  3. Infine, se le prime due si rivelassero impossibili da attuare si potrebbe attivare una nuova SIM. Attenzione però a scegliere uno degli operatori che offre un piano ricaricabile. Potrebbero essere utili per questo scopo le 3 offerte di Kena Mobile che al momento non prevedono né un contributo di attivazione né il costo per la SIM. In questo modo l’utente avrebbe a disposizione un numero solo ed esclusivamente da utilizzare per registrarsi a WhatsApp, Telegram o altri servizi per cui è obbligatorio fornire una numerazione telefonica.
contattaci
Formazione, Hardware, Intelligenza artificiale, Smartphone, Tech, Telefonia Mobile

Google annuncia i nuovi Pixel 6 e 6 Pro con processore Tensor

Si chiamano Pixel 6 e 6 Pro e vedranno per la prima volta un processore (Tensor) fatto in casa da Google. Proprio come Apple con il suo Bionic.

Ecco come sono fatti. Un annuncio a sorpresa che toglie i veli ai nuovi Google Pixel 6 e 6 Pro. Sì, l’azienda di Mountain View ha deciso di svelare completamente cosa gli utenti potranno avere a ridosso di questo autunno con due smartphone dalle caratteristiche simili, dimensioni diverse ma soprattutto con un processore ”fatto in casa” proprio come quello di Apple per i suoi iPhone. Una sfida lanciata alla casa di Cupertino per cercare di tornare in alto sul mercato degli smartphone questa volta con una mossa diversa ossia quella di non dipendere da altri nella componente più importante del device.

Pixel 6 e Pixel 6 Pro con Google Tensor: ufficiali

Una scelta che sembra in qualche modo replicare la strategia già adottata da Apple per i suoi iPhone e da Samsung per la parte della linea Galaxy dotata di componentistica Exynos. Focus dunque puntato sulle applicazioni di intelligenza artificiale e sul machine learning. Integrato anche il chip Titan M2 per la sicurezza.

Il design, definito “Industrial” da Google, è quello che si può osservare nella galleria di immagini qui sotto, con alluminio lucido oppure opaco, a seconda del modello, per scocca e finiture. Si va oltre il concetto di camera bump con una fascia sporgente che corre lungo tutta la larghezza della scocca posteriore (camera bar). Un aspetto studiato in modo da risultare coerente alle linee guida Material You di Android 12.

Google annuncia i nuovi Pixel 6 e 6 Pro con processore Tensor

Google Pixel 6 e 6 Pro: ecco come sono fatti

I nuovi Google Pixel 6 e 6 Pro sono proprio gli smartphone che avevamo visto qualche tempo fa da immagini rubate in Rete. Google decide di proporre ancora una volta un design unico nel suo genere rifacendosi forse a quel Google Nexus 6P che effettivamente aveva colpito molti utenti in passato. Qui abbiamo una scocca in alluminio rivestita da vetro lucido con un pannello anteriore praticamente flat ossia senza strane curvature. Curvature che sono invece presenti al posteriore con una struttura fotografica molto particolare: una vera e propria fascia rialzata di qualche millimetro che permette il posizionamento di tutti i sensori degli smartphone che si differenzieranno tra versione normale e versione Pro.

Fotocamera con zoom 4x stabilizzato

Le fotocamere saranno un punto nevralgico di questi smartphone. Un punto di forza che già conosciamo in Google e nei suoi Pixel. Questi hanno sempre permesso agli utenti di portare a casa scatti fotografici importanti e di qualità, pur non avendo sensori da centinaia di megapixel o triple o quadruple fotocamere. I nuovi Pixel 6 e 6 Pro invece cambieranno un po’ questa filosofia e vedranno per la versione Pro un obiettivo a periscopio con zoom 4x stabilizzato che dovrebbe risultare un 105 mm.

Non sappiamo purtroppo i dati precisi delle fotocamere dei due nuovi device ma sappiamo che il nuovo sensore grandangolare principale (che dovrebbe essere presente in entrambi i Pixel 6 e 6 Pro) catturerà il 150% in più di luce rispetto a quello finora utilizzato. E sappiate che la versione base di Pixel 6 avrà un sensore ultra wide, oltre a quello principale. Mentre la versione di Pixel 6 Pro aggiungerà anche un sensore periscopico, come detto in precedenza.

Google Pixel 6 e 6 Pro

l resto delle specifiche tecniche sostanzialmente riguardano le dimensioni dei pannelli anteriori. Sì, perché al momento sappiamo che le differenze tra Pixel 6 e 6 Pro saranno dettate dalle dimensioni degli schermi e dalle fotocamere posteriore. E vedremo se anche le memorie (RAM e ROM) differenzieranno i due device. Nel contempo sappiamo che i display saranno di tipo OLED con un sensore delle impronte digitali al di sotto dello schermo che sarà di due dimensioni: da 6.4 pollici Full HD+ a refresh rate a 90Hz per il Pixel 6 mentre un 6.7 pollici Quad HD+ con refresh rate a 120Hz per la versione Pixel 6 Pro.

TENSOR: il primo processore ”made by Google”

E poi c’è il nuovo Google TENSOR ossia il processore ”made by Google” che sfida il Bionic di Apple. Abbandonato il nome Whitechapel, probabilmente poco commerciale. Google ha deciso di correre ai ripari nei confronti di Apple. Inoltre ha deciso di crearsi in casa il suo processore per non dover dipendere più dagli altri. Tensor è una CPU che in qualche modo rimanda ai processori che Google usa da tempo nei suoi Data Center e proprio attorno ad essi che ha deciso di creare questo suo primo processore per smartphone con tanta intelligenza artificiale e machine learning.

“Fatto in casa”

Chiaramente non ci sono dettagli tecnici specifici sul nuovo Tensor di Google. È un processore che sappiamo integri una CPU, una GPU ma anche i vari controller e i moduli per la connettività. Anche se questi ultimi sono presi in licenza da altri brand. Le componenti ”fatte in casa” da Google sono la TPU Mobile per i calcoli del machine learning e il processore ”Titan” che riguarda la sicurezza e la crittografia. Sul resto purtroppo non sappiamo altro, anche se dalle indiscrezioni si parla di una mano data da Samsung nella costruzione del processore con elementi visti negli Exynos.

Ed è chiaro che la mossa di Google è quella di avere il pieno controllo del machine learning che poi è effettivamente il cuore pulsante di uno smartphone di ultima generazione. Sarà proprio questa componente ad avere il massimo controllo sul sistema operativo e sulle applicazioni. Sappiamo bene come Google in questo sappia fare bene il suo lavoro e abbia già messo in campo ogni tipo di utilizzo dell’Intelligenza Artificiale. L’azienda potrà implementare ancora di più questi aspetti magari alzando il livello della fotografia dei nuovi Pixel 6 e 6 Pro con le varie modalità ”smart”.

In Italia?

Google sembra voler cambiare marcia per il futuro dei suoi Pixel. L’obiettivo è senza dubbio quello di proporre ai suoi utenti uno smartphone non solo premium con potenzialità importanti per quanto concerne l’usabilità di tutti i giorni. Tutto questo grazie appunto all’Intelligenza Artificiale. Uno smartphone capace di spingere Google dove non è ancora mai arrivata in questi anni se non con il suo sistema operativo divenuto ormai sicuro e anche maturo. L’introduzione di un processore fatto in casa di certo è il primo passo fondamentale per catturare l’attenzione del pubblico che potrà ora fidarsi di Google anche da questo punto di vista con uno smartphone potente, intelligente ma soprattutto sicuro grazie al chip Titan M2 e alla parte di security di Tensor.

In Google sono pronti a lanciare la sfida agli altri e sono pronti anche a mettere sul campo una massiccia campagna pubblicitaria perché per Google è forse questo il vero Google Phone. In Italia speriamo di vederlo, perché sul Google Store è presente solo la dicitura ”Coming Fall ’21” tra i vari menu ma purtroppo, a differenza degli altri mercati anche europei, non vi è un rimando ad una pagina specifica che parla dei nuovi Pixel. E speriamo di vederli anche da noi perché questa volta siamo sicuri che Google potrebbe colpire al cuore anche gli italiani.

Pixel 6 e Pixel 6 Pro faranno il loro debutto sul mercato entro l’autunno. Non è dato a sapere con quali prezzi (non saranno smartphone economici) e al momento non è stata resa nota una data di uscita precisa: ne sapremo di più in seguito.

contattaci