Oggi vi presentiamo la lista dei 6 errori tipici da evitare che accorciano la vita di smartphone e tablet. Ecco i nostri consigli.
Vi siete mai chiesti come mai la vita del vostro cellulare dura molto meno rispetto a quella dei vostri amici? Forse commettete qualcuno di questi errori che inevitabilmente minano la sua funzionalità. I trucchi non sono solo quelli di mantenere una giornaliera pulizia, e la sua manutenzione richiede una maggiore attenzione.
Ecco per voi 6 errori più comuni nell’utilizzo di uno smartphone o di uno tablet:
1. Non spegnerlo mai
La batteria del vostro telefono non dura per sempre. Come qualsiasi cosa, il suo uso continuato la porterà inevitabilmente alla disfunzione. Ogni tanto cercate di farle fare una pausa e quindi di notte evitate di mantenerlo acceso e spegnetelo se potete.
2. Lasciare attivi Bluetooth e Wi-Fi su cellulare
Tenere accesso sia Wi-Fi che Bluetooth aumenterà notevolmente il consumo della batteria e se entrambe sono attive contemporaneamente, l’effetto sarò moltiplicato. Se volete dare il vero colpo di grazia alle energie del vostro smartphone abilitate contemporaneamente anche il GPS e vedrete la batteria diminuire ad una velocità assurda.
3. Esposizione del cellulare alle intemperie
Il cellulare non è fatto per rimanere esposto al sole, alla sabbia o all’acqua per lungo tempo. Nonostante alcuni modelli abbiano la capacità di resistere meglio a determinate situazioni non ha senso sforzarli a farlo, dato che potrebbero ugualmente incorrere in problemi a lungo andare.
4. Lasciare il cellulare in carica durante la notte
Secondo gli esperti del settore, lasciare il cellulare in carica oltre la sua percentuale del 100% di batteria rischia di ottenere il risultato opposto e di danneggiare le sue funzioni. È come se voi tentaste di riempire d’acqua un palloncino, quando arriva al limite, continuare a riempirlo può solo romperlo.
5. Utilizzare caricabatterie commerciali
Nonostante i costi delle versioni “pirata” dei caricabatterie siano molto meno incisivi, meglio spendere qualche soldo in più ma fare in modo di evitare che il vostro telefono possa subire dei danni a causa di un accessorio non adatto a lui.
6. Scaricare e conservare qualunque applicazione
Non tutte le applicazioni hanno davvero una utilità e alcune vanno solamente a danneggiare le funzioni del vostro telefono. Assicuratevi di mantenere solamente quelle di primario utilizzo e se siete curiosi di scaricare un gioco oppure un’app legata alla fotografia o altro ancora, verificate dalle recensioni se può creare problemi al vostro hardware o delle incompatibilità con altri software.
A tutti è capitato, almeno una volta, di far cadere in acqua il proprio iPhone, ad esempio in lavandino o in piscina, finendo per essere assaliti dal panico. Non sempre è facile sapere cosa fare per salvare il dispositivo ma esistono numerosi consigli per scoprire come asciugare iPhone caduto in acqua, andiamo a scoprirli insieme.
Asciugare iPhone caduto in acqua: cosa fare?
La prima cosa da fare per salvare un iPhone caduto in acqua è cercare di agire il più velocemente possibile, evitando quindi di farsi prendere dal panico.
iPhone caduto in acqua: cosa fare nell’immediato
Nel caso in cui l’iPhone sia collegato alla spina nel momento in cui si bagna, la cosa più importante è provvedere nel più breve tempo possibile a staccarla per evitare di essere folgorato. Per evitare spiacevoli imprevisti è sempre bene non avvicinare le dita nel punto in cui il telefono viene collegato al caricabatterie ma è meglio afferrare il cavo alcuni centimetri più in basso.
Un altro passaggio molto importante è quello di spegnere l’iPhone nel caso in cui questo sia acceso al momento della caduta in acqua. Successivamente è consigliabile rimuovere la sim card dall’apposito alloggio evitando che si danneggi e diventi illeggibile.
Gel di silice o riso
Dopo aver provveduto a mettere in sicurezza il telefono sarà possibile provvedere ad asciugarlo, utilizzando un asciugamano da passare sulla parte esterna del dispositivo. Facendo scorrere l’asciugamano sulle aperture è possibile inoltre favorire la fuoriuscita dell’acqua. Un’altra cosa molto importante è rimuovere l’acqua dai fori presenti sull’iPhone. Facciamolo agitando il telefonino o aiutandosi con una bomboletta spray ad aria compressa, evitando di rimandarla verso l’interno del dispositivo.
A questo punto è consigliabile utilizzare un elemento che aiuti l’asciugatura. Gran parte delle persone utilizza il classico metodo del riso, immergendo l’iPhone all’interno di una ciotola piena di riso per favorirne l’asciugatura. Tuttavia è importante anche in questo caso prestare la massima attenzione per evitare che i chicchi di riso si infilino nei fori. L’alternativa migliore e più professionale al riso è rappresentata dal gel di silice, sostanza che assorbe l’acqua in modo molto efficace. In commercio esistono sacchetti essiccanti pensati appositamente con questo scopo che è facile reperire nei negozi di informatica.
La cosa più importante, in ogni caso, è assicurarsi che l’iPhone sia completamente asciutto prima di riaccenderlo, per essere certi che l’asciugatura sia avvenuta consigliamo di attendere almeno 2 giorni, evitando in questo modo che al momento dell’accensione si verifichi un cortocircuito.
A questo punto sarà possibile riposizionare la SIM nel suo alloggio nel modo corretto per utilizzare il proprio iPhone nel modo migliore. Provando ad accenderlo, se tutto sarà andato per il verso giusto, sarà possibile tornare ad utilizzarlo senza problemi. In commercio esistono numerosi kit che servono proprio ad asciugare gli smartphone nel caso in cui si verifichi una caduta accidentale in acqua. Acquistarne uno da avere a portata di mano è un’ottima soluzione per avere pronto il rimedio in caso di bisogno. Anche utilizzare una custodia impermeabile rende il nostro iPhone più sicuro.
Oltre ad usare un semplice codice per proteggere il nostro cellulare, potremo anche scegliere di impostare la nostra impronta digitale per sbloccare il nostro smartphone Android. Con questa guida vedremo quindi se il vostro smartphone Android ha il sensore delle impronte digitali ed eventualmente come impostarlo.
La prima cosa da sapere è che ci sono due tipologie di sensori per le impronte digitali: potremo avere un sensore fisico ben visibile all’esterno del cellulare, oppure potremo avere il sensore all’interno dello schermo.
In entrambi i casi dovremo appoggiare il dito sul sensore delle impronte digitali.
Aggiungere impronte digitale come metodo di sblocco
Per sbloccare il vostro smartphone Android tramite impronta digitale dovete seguire questi semplici passaggi.
A seconda dello smartphone Android che avremo a nostra disposizione le voci di menu potrebbero cambiare leggermente dove nello specifico potremo avere questa suddivisione:
Android Samsung
Procedura su smartphone Android Samsung: entriamo dentro le Impostazioni-> Dati biometrici e sicurezza o Schermata di blocco e sicurezzae da qui attivare o disattivare l’impronta digitale
Android Xiaomi
Procedura su smartphone Android Xiaomi: entriamo dentro le Impostazioni-> Password e sicurezza e da qui attivare o disattivare l’impronta digitale
Android Huawei
Procedura su smartphone Android Huawei: entriamo dentro le Impostazioni-> Sicurezza e privacy -> ID impronta -> Gestione impronta e da qui attivare o disattivare l’impronta digitale
Altri modelli: in linea di massima per tutti gli altri modelli, dovremo trovare nella schermata delle Impostazioni la voce Sicurezza dove al suo interno sarà presente la possibilità di attivare lo sblocco con l’impronta digitale.
Per ogni modello dovremo seguire la registrazione dell’impronta digitale seguendo le istruzioni a schermo di come appoggiare il dito.
Potremo registrare anche più di un dito. Questo in caso la posizione del sensore si presti a più di un dito o si voglia dare l’accesso a più persone.
Oltre a poter impostare la nostra impronta digitale potremo anche impostare il nostro volto ed il codice.
Arriva una novità di tutto rispetto per il mondo Android: la casa asiatica è pronta ad annunciare la sua nuova tecnologia, chiamata Realme MagDart. Il riferimento alla ricarica wireless MagSafe di Cupertino è palese e infatti si tratta proprio della prima versione della ricarica wireless magnetica per gli smartphone dotati dell’OS del robottino verde. Andiamo a scoprire tutti i dettagli!
Realme MagDart: che cosa sappiamo sulla nuova tecnologia di ricarica
Dopo il primo documento di certificazione dedicato a Realme MagDart è arrivata la conferma direttamente dalla compagnia: si tratta effettivamente della tecnologia di ricarica wirelessmagnetica per Android. Per chi si fosse perso qualche dettaglio, la tecnologia MagSafe è stata implementata da Cupertino a bordo degli ultimi modelli della serie 12: si tratta di una serie di magneti posizionati intorno alla bobina di ricarica presente all’interno degli smartphone della gamma 12. Ciò permette di ottenere una ricarica senza fili più veloce (si spinge fino ai 15W) e la possibilità di usufruire di accessori dedicati.
L’account Twitter ufficiale della divisione indiana di Realme ha svelato parte delle sue carte che finora erano rimaste coperte, ben aderenti al tavolo da gioco:
Questo nuovo arrivo ti lascerà a bocca aperta! Facci sapere cosa ti viene in mente quando senti “Flash“, e rimani sintonizzato per scoprirlo.
Il tweet – qualche ora più tardi rilanciato anche da Realme Italia – lascia poco margine alle interpretazioni: l’azienda controllata da Oppo si prepara al lancio di un nuovo prodotto, che sarà “flash”, “veloce”, in qualcosa.
MagDart: com’è fatto e dispositivi supportati
La stessa Realme ha confermato l’esistenza del MagDart, cioè il nuovo dispositivo di ricarica magnetica in stile MagSafe tramite il CEO Global (Europa e India) Madhav Sheth, che ha fornito le immagini render di come sarà fatto effettivamente.
La sorpresa sta nel vedere che in realtà ci saranno due modelli di Realme MagDart, uno semplice e pensato proprio come MagSafe per iPhone ed un altro molto più vicino ad un dispositivo di ricarica wireless, con ingresso Type-C e probabilmente una ventola sottostante. Non ci sono dati sulle specifiche tecniche.
Intanto il noto leaker Mukul Sharma ha pubblicato un’immagine esclusiva in cui dovrebbe aver svelato tutti i dispositivi Realme supportati dalla tecnologia MagDart. La compagnia punta a democratizzare la nuova ricarica, la quale arriverà non solo a bordo di smartphone ma anche per cuffie, smartwatch, notebook e tablet. Impossibile non pensare ai prossimi Realme Book e Pad: il lancio di questi dispositivi dovrebbe avvenire tra agosto e settembre e di conseguenza non è difficile immaginare che possano avere dalla loro il supporto alla ricarica MagDart. Sarà davvero così? Dita incrociate!
Come funziona
Un video dimostrativo ci rivela come il caricatore MagDart interagisce con gli smartphone Realme, nello specifico con Realme Flash. Una volta piazzato sulla basetta, la ricarica impiega circa 3 minuti per passare dal 18% al 26%. Facendo qualche conto e supposizione, è plausibile che lo smartphone si ricarichi completamente in meno di 60 minuti.
I dati forniti parlano di una ricarica che avviene a 4,4A e 4V, mentre il caricatore fornisce una tensione a 10V. Considerato che lo smartphone dovrebbe avere una batteria a doppia cella, significa che il caricatore MagDart dovrebbe fornire una potenza di 50W.
Dopo i primi poster ufficiali Realme annuncia finalmente l’arrivo della sua nuova tecnologia di ricarica wireless magnetica MagDart: l’evento di lancio è fissato per il prossimo 3 agosto (anche in Italia, tramite i canali social del brand, dalle ore 14). L’azienda non si è ancora sbottonata al riguardo, ma siamo curiosi di scoprire tutte le novità in arrivo. Non appena sapremo di più provvederemo ad aggiornare questo articolo con tutti i dettagli.
Intanto sono già spuntate una valanga di indiscrezioni sul primo smartphone Android con ricarica magnetica, Realme Flash. L’azienda asiatica ha confermato che sarà presentato anche il modello Flash durante l’evento del 3 agosto oltre a una serie di accessori che contribuiranno a costituire un ecosistema totalmente innovativo per il settore.
Con iOS 15 esiste una nuova opzione che permette agli utenti di ottenere uno spazio illimitato su iCloud per 21 giorni, nel quale si potrà effettuare il backup del contenuto del vecchio iPhone per poi trasferirlo nel nuovo iPhone 13
Avete acquistato un nuovo iPhone? Se la risposta è affermativa, non appena arriverà a casa vostra avrete la necessità di trasferire tutto il contenuto del vecchio smartphone in quello nuovo. Quest’operazione è molto semplice da svolgere:
Bisogna effettuare un backup del primo dispositivo
E poi ripristinare lo stesso backup nel dispositivo più recente.
Esistono due modi per fare il backup: il primo è attraverso iTunes, che richiede un computer, ed il secondo è attraverso iCloud che ha il vantaggio di poter essere eseguito direttamente dal dispositivo (il vecchio iPhone).
Apple, nel tempo, ha cercato di eliminare la necessità di un computer e quest’anno, con iOS 15, è stata introdotta una novità davvero molto interessante per favorire i backup su iCloud ed il successivo ripristino degli stessi sul nuovo telefono.
21 giorni di spazio illimitato
Come saprete, iCloud offre gratuitamente soltanto 5GB di spazio e nel 99% dei casi questa memoria non è lontanamente sufficiente per salvare un backup dell’intero telefono.
Come dicevamo prima, iOS 15 porta una bella novità che consiste nell’upgrade gratuito del vostro account iCloud per ben 21 giorni. In questa finestra temporale verrà rimosso qualsiasi limite di memoria! Passerete quindi da un account con soli 5GB ad un piano illimitato per 3 settimane. Naturalmente potranno beneficiare di questa novità anche gli utenti che pagano uno storage supplementare di iCloud ma che comunque non risulta sufficiente per salvare un backup.
Con questa novità, qualsiasi utente può già eseguire il backup del vecchio iPhone su iCloud e quando arriverà il nuovo telefono, interagendo con le schermate della prima configurazione, non dovrà fare altro che selezionare “Ripristina da backup iCloud” per ottenere esattamente tutto quello che c’era sul modello precedente.
Il trasferimento dei dati da un telefono all’altro in questo modo è semplicissimo e non richiede l’utilizzo di un computer.
Ad alcuni utenti, Apple sta mostrando una nuova sezione all’interno dell’app Impostazioni che spiega esattamente tutto questo e permette di attivare lo spazio illimitato iCloud per 21 giorni. Ecco alcuni screenshot:
Qualora sul vostro vecchio iPhone non dovesse comparire il messaggio nella schermata principale delle Impostazioni, allora entrate in Generali e scorrete l’elenco fino in basso. Adesso cliccate su “Trasferisci o inizializza iPhone” e si aprirà la pagina dalla quale attivare iCloud senza limiti.
Come effettuare un backup dell’iPhone utilizzando lo spazio illimitato iCloud temporaneo
Vai su Impostazioni > Generali > Trasferisci o inizializza iPhone.
Sotto “Prepara per un nuovo iPhone”, tocca su Inizia.
Se visualizzi il messaggio “Il backup di iCloud è disattivato”, tocca Attiva il backup per eseguire il trasferimento.
Se lo spazio di archiviazione di iCloud non è sufficiente, visualizzerai un messaggio che indicherà l’idoneità ad ottenere spazio di archiviazione di iCloud aggiuntivo gratuito. Tocca Continua. Se non visualizzi questo messaggio invece, disponi di sufficiente spazio di archiviazione di iCloud per eseguire il backup del tuo iPhone o iPad su iCloud.
Attendi il completamente del backup. Lo spazio illimitato di iCloud durerà per 21 giorni, un tempo più che sufficiente per ripristinare il backup nel nuovo iPhone.
Come trasferire il contenuto del vecchio iPhone all’interno del nuovo iPhone sfruttando il backup su iCloud temporaneo
Accendi il tuo nuovo iPhone o iPad e segui la procedura visualizzata sullo schermo per avviare la configurazione.
Sulla schermata App e dati, tocca Ripristina da backup iCloud.
Accedi a iCloud con il tuo ID Apple e la password.
Scegli il backup di iCloud più recente.
Attendi il completamento del ripristino.
Quando il ripristino del backup sul nuovo dispositivo sarà stato ultimato e sarà andato a buon termine, lo stesso resterà disponibile per 7 giorni prima di essere eliminato definitivamente.
In questo articolo ti sveleremo dei trucchi di WhatsApp che non sapevi.
La popolarità del WhatsApp sta crescendo incessantemente, e di conseguenza, ci sono numerosi consigli e trucchi.
Utilizzando questi utili e nonché meravigliosi consigli/trucchi, si possono stupire gli amici. In questo articolo ti faremo vedere consigli e trucchi di WhatsApp.
Ora vedremo insieme consigli e trucchi utili
1 Mantenere la tua chat segreta, usando Locker
E’ possibile anche mantenere le tue chat occulte e al sicuro da hacker o da utenti indesiderati. Poiché non sono necessarie credenziali di accesso per questa app, chiunque potrebbe aprire il tuo account sul suo PC o sullo smartphone. La soluzione migliore per questo rischio è quella di installare WhatsApp Lock, ossia il Blocco WhatsApp. Il miglior trucco per mantenere le chat di WhatsApp sempre protette. WhatsApp Lock mantiene la tua chat segreta con un PIN a 4 cifre.
PASSAGGI:
Scarica ed installa WhatsApp Lock da Google play store.
Dopo di che, apparirà una schermata che indica di “Inserire il tuo PIN“.
Inserisci un codice PIN a 4 cifre di tua scelta, e poi nella schermata successiva, è necessario attivare utilizzando il dispositivo di scorrimento nella parte inferiore.
Dopo ciò, vedrai l’opzione “Autolock Time“. Utilizzando questa opzione, sarai in grado di impostare un timer per l’auto-blocco WhatsApp utilizzando la password. È possibile impostare il tempo massimo di 15 minuti.
È possibile anche modificare il PIN ogni volta che lo si desidera
2 Ripristinare le Chat Eliminate
Hai perso i tuoi messaggi? Non sai come fare? ecco questo trucco ti aiuterà di recuperare o di ripristinare i messaggi eliminati. E’ possibile recuperare tutti i messaggi importanti che vengono persi per una qualsiasi ragione.
PASSAGGI:
WhatsApp salva tutte le tue chat nella SD card del tuo telefono.
Vai alla scheda SD > WhatsApp > Database. Qui troverai il file msgstore.db.crypt, che contiene tutti i messaggi che vengono inviati e ricevuti in un giorno. La stessa cartella msgstore-yyyy..dd..db.crypt, troverai un altro file contenente i messaggi che vengono inviati e ricevuti negli ultimi 7 giorni.
Apri questi file utilizzando qualsiasi editor di testo.
Ora puoi leggere tutti i tuoi messaggi su Whatsapp.
3 Avere Più Account WhatsApp su un Unico Dispositivo
Fra i diversi WhatsApp suggerimenti e trucchi, questo è fantastico.
Con l’aiuto di questo trucco, è possibile utilizzare due account WhatsApp su un unico dispositivo. È possibile farlo con l’aiuto di un’app, che si chiama Ogwhatsapp.
Con l’aiuto di questa App, utilizzare più account di WhatsApp sul telefono Android è un gioco.
4 Pianificare i Messaggi sulle chat
Ora, è possibile pianificare messaggi WhatsApp sul tuo smartphone Android. Ciò significa che inoltre è possibile pianificare un messaggio impostando il tempo per farlo.
PASSAGGI:
Scarica e installa l’App WhatsAppScheduling sul tuo smartphone Android.
Dopo l’installazione, apri l’app e ti verrà chiesta l’autorizzazione per l’ulteriore processo di Superutente. Concedi l’autorizzazione.
Fai clic sull’icona che appare davanti ai messaggi in sospeso e quindi scegli i “Contatti” per i quali si desidera pianificare il messaggio. Può essere un singolo contatto o un gruppo.
Digita il tuo messaggio e imposta il tempo di programmazione.
Fai clic su Aggiungi e il tuo messaggio verrà impostato nella scheda messaggi in sospeso e verrà inviato all’ora pianificata.
5 Usare WhatsApp su Tablet
Questo è grande una funzione di WhatsApp per l’utente di iPad o iPod Touch e per l’utente Android.
PASSAGGI:
Solo per tablet Android che usano il Wi-Fi, scaricare il file apk in primo luogo per WhatsApp.
Ora abilitare il sideload delle app da > Impostazioni > Sicurezza e quindi attivare/disattivare l’opzione da Fonti Sconosciute mettendo su ON.
Installare l’app WhatsApp sul tuo tablet e quindi avviare l’app.
Inserire il tuo numero di telefono attivo per il codice di verifica.
Una volta ricevuto il codice di verifica, inseriscilo sul tuo tablet e WhatsApp inizierà a lavorare come al solito
Spesso sentiamo parlare di obsolescenza programmata o pianificata, ma cos’è e di cosa si tratta? Scopriamolo insieme in quest’articolo.
Con il termine “Obsolescenza programmata o obsolescenza pianificata” si intende quella politica scorretta di dotare dispositivi elettronici, in particolar modo riferito agli smartphone, di software a scadenza. In parole povere, dopo un certo lasso di tempo, impostato dal produttore, il software installato sugli smartphone genera dei malfunzionamenti, anche studiati ad arte. Questi includono un rallentamento generale e progressivo nell’ utilizzo del dispositivo e delle sue applicazioni. Tutto questo ha lo scopo di persuadere il possessore del telefono ad acquistarne uno nuovo.
E’ quel processo per cui un dispositivo elettronico dopo un paio di anni dall’acquisto o dal lancio sul mercato diventa inutilizzabile o semplicemente si rompe.
Il termine obsolescenza programmata è salito all’onore delle cronache soprattutto negli ultimi anni, da quando gli strumenti elettronici sono diventati onnipresenti nella nostra vita. Capita sempre più spesso che la lavastoviglie o la lavatrice comincia a mostrare i primi segni di cedimento dopo i primi tre o quattro anni di utilizzo. E nel frattempo nuovi modelli con nuove tecnologie hanno reso il nostro elettrodomestico troppo vecchio per poter essere riparato. La soluzione è acquistare un nuovo dispositivo che vada a sostituire quello diventato oramai vecchio (anche se in realtà ha solamente tre o quattro anni).
A cosa serve l’obsolescenza programmata
Abbiamo visto fin qui cos’è l’obsolescenza programmata, ma a cosa serve in pratica? L’obsolescenza pianificata non è altro che una strategia industriale creata affinché la domanda di dispositivi elettronici non venga mai meno. Se uno smartphone o un elettrodomestico funzionassero perfettamente per quindici anni, molte aziende chiuderebbero entro pochi mesi a causa della mancanza di lavoro.
E l’obsolescenza pianificata non è presente solamente all’interno del mondo dell’elettronica, ma anche nella moda e in tantissimi altri settori. La “colpa” è in gran parte del progresso tecnologico. Ogni mese vengono presentate nuove scoperte scientifiche. Queste nel giro di un paio di anni vanno a impattare sulla produzione di smartphone, computer, ma anche vestiti e trattori.
Quando nasce il termine obsolescenza programmata
Sebbene il mondo dell’industria abbia ormai sdoganato il termine “obsolescenza programmata”, molte aziende preferiscono parlare di “ciclo di vita di un prodotto“, piuttosto che di obsolescenza pianificata. Nonostante le varie sfumature possibili, il concetto è sempre lo stesso: dopo un apio di anni un dispositivo elettronico diventa praticamente inutilizzabile.
Se pensate che l’obsolescenza programmata sia una strategia industriale utilizzata solamente negli ultimi anni, state sbagliando di grosso. Troviamo questo termine per la prima volta nel 1924, quando i produttori di lampadine crearono il cartello Phobosper decidere che le lampadine a incandescenza non durassero più di 1.000 ore. Una decisione simile si adottò anche alcuni anni dopo per “indebolire” la resistenza del nylon. Il tessuto con il quale si realizzavano le calze utilizzate dalle donne aveva preso ormai piede. Creato in laboratorio, era talmente resistente che l’industria delle calze stava letteralmente fallendo. Durante gli anni della grande depressione, gli Stati Uniti decisero che gli oggetti non dovessero avere un ciclo di vita molto lungo, in modo da stimolare i consumi interni.
Dagli anni 2000 il termine è strettamente collegato sempre più al mondo dell’informatica e dell’elettronica. E questo ha causato in alcuni casi anche delle class action dei consumatori nei confronti delle aziende che producono device, colpevoli di realizzare appositamente dei dispositivi con un ciclo di vita molto breve.
Il caso di Apple e Samsung
Ovviamente tale pratica è in genere architettata per intervenire in prossimità della scadenza della garanzia del prodotto. Per aver messo in atto questa procedura scorretta ai danni dei consumatori, sono stati indagati due dei maggiori produttori di dispositivi mobili, ovvero Apple e Samsung. Le due case produttrici, sanzionate inoltre dall’antitrust per aver diffuso informazioni errate, non complete, o assenti sull’utilizzo di componenti ed accessori quali le batterie al litio dei loro prodotti, giudicate importanti al fine di mantenere e prolungare il loro funzionamento ottimale, sono risultate colpevoli e debitamente sanzionate per truffa.
Nel dettaglio Le due società, secondo l’Authority, avrebbero «indotto i consumatori – mediante l’insistente richiesta di effettuare il download e anche in ragione dell’asimmetria informativa esistente rispetto ai produttori – a installare aggiornamenti su dispositivi non in grado di supportarli adeguatamente. Senza fornire adeguate informazioni, né alcun mezzo di ripristino delle originarie funzionalità dei prodotti. In particolare, Samsung ha insistentemente proposto, dal maggio 2016, ai consumatori che avevano acquistato un Note 4 (immesso sul mercato nel settembre 2014) di procedere ad installare il nuovo firmware di Android denominato Marshmallow predisposto per il nuovo modello di telefono Note 7. Tutto questo senza informare dei gravi malfunzionamenti dovuti alle maggiori sollecitazioni dell’hardware. Richiedendo inoltre, per le riparazioni fuori garanzia connesse a tali malfunzionamenti, un elevato costo di riparazione».
Spesso le modalità di “danneggiamento software” avvenivano tramite lo scaricamento di aggiornamenti appositamente resi disponibili e anche consigliati dalle case produttrici Apple e Samsung. I quali rendevano il software del dispositivo “obsoleto e non adeguato ai recenti standard” generando rallentamenti e malfunzionamenti vari. Ovviamente non vi era alcuna possibilità di annullare tali aggiornamenti e tornare alle condizioni precedenti.
Obsolescenza Psicologica
La questione dell’obsolescenza programmata ha però un altro versante, più sociale, che potremmo definire obsolescenza psicologica. In questo caso, la “scadenza” di uno smartphone o di un televisore, non è soltanto fisica, ma è legata ad aspetti psicologici del consumatore. In tal senso è influenzato dai messaggi pubblicitari, dalle nuove funzioni, fino ai modelli sempre più nuovi e desiderabili che escono sul mercato del consumo.
Ci inducono a pretendere sempre di più dai nostri dispositivi elettronici, 15 anni fa con il cellulare potevamo soltanto chiamare e inviare sms, ora c’è molto di più, internet, le foto, la musica, quindi insieme al dispositivo cambia anche l’utente e il suo profilo d’uso di uno strumento tecnologico, così da alzare le aspettative che lo riguardano.
L’app TikTok fa balzi in avanti, ed è in arrivo su Smart TV LG. Intanto il social dedica ottobre al benessere della sua community con #UnMesePerMe.
Le Smart TV LG 2020 e 2021 e quelle 2016 e 2017 hanno rispettivamente accolto nel loro catalogo applicazioni TikTok ed Apple TV+. Lo stesso produttore sudcoreano ha annunciato l’arrivo dell’applicazione del noto social network sulle sue Smart TV LG 2020 e 2021 con webOS 5.0 e webOS 6.0. Potrà essere usata attraverso un aggiornamento del firmware che è iniziato il 7 ottobre scorso, ma che si espanderà nei prossimi mesi anche sui televisori del 2019.
ByteDance
ByteDance, l’azienda cinese proprietaria del noto social network, ha stretto infatti un accordo con LG Electronics per sviluppare una versione della sua app. Quest’ultima potrà poi essere installata direttamente sui televisori del brand, come in passato avvenuto con Samsung. L’applicazione, però, non sarà disponibile per tutti i tipi di televisori della compagnia sudcoreana specializzata nella produzione di apparecchiature elettroniche e telefonini. Potranno godere dell’app solo i più recenti modelli di Smart TV
L‘esperienza di visione potrebbe non essere delle migliori, considerando il formato verticale tipico dei contenuti mobile. Ma si ritiene che questa mossa della compagnia debba essere parte del suo desiderio di raggiungere un pubblico più ampio. Per non parlare della possibilità così di sfruttare le tariffe pubblicitarie più elevate associate alla visione della TV, secondo quanto riportato in precedenza da Prococol.
L’app è stata lanciata nel Regno Unito, in Francia e in Germania. I medesimi paesi su cui si sono concentrati per lo stesso lancio Samsung TV, Android TV e Fire TV. Ci si chiede quindi quando potrà sbarcare nel nostro Paese, visto che in merito non abbiamo ancora indicazioni.
#UnMesePerMe: TikTok dedica ottobre al benessere mentale della community
TikTok è il luogo che centinaia di milioni di persone scelgono per esprimere la propria creatività e sentirsi parte di una community. ”Teniamo molto alla nostra comunità di utenti, e per questo stiamo facendo ulteriori passi per supportare il benessere degli utenti sulla nostra piattaforma“. In occasione della Giornata Mondiale della Salute Mentale, che come ogni anno si tiene il 10 ottobre, il social ha deciso di promuovere per tutto il mese hashtag, contenuti e LIVE per sensibilizzare la community italiana rispetto all’importanza del benessere mentale.
Il social network di proprietà di ByteDance vuole così invitare la sua community a prendersi del tempo per pensare al proprio benessere, sia fisico sia menta. Con l’intento di affrontare al meglio la propria presenza online e i cambiamenti che il COVID-19 ha portato nelle vite di molti. In programma anche una serie di TikTok LIVE tematiche – dalla mindfulness a consigli su come gestire in sicurezza la propria vita online, la pressione e l’ansia – che accompagneranno la community lungo tutto il mese di ottobre. Protagonisti, esperti e creator della piattaforma che si racconteranno condividendo con la community le proprie esperienze.
SPID a pagamento presso ufficio postale. L’azienda applica un costo di 12 euro per il servizio di riconoscimento digitale per chi si reca allo sportello.
Poste italiane ha deciso di rendere a pagamento il servizio di riconoscimento di persona per ottenere lo Spid, il Sistema pubblico di identità digitale per interagire con la pubblica amministrazione.
o SPID (Sistema Pubblico d’Identità Digitale) è diventato obbligatorio (insieme a CIE e CNS) per l’accesso ai servizi offerti dalla Pubblica Amministrazione. Il numero di attivazioni è aumentato notevolmente negli ultimi mesi, anche a causa della crisi sanitaria. Purtroppo Poste Italiane ha deciso di introdurre un costo per la modalità di identificazione più utilizzata.
Il servizio, fino ad ora gratuito, serve per ottenere l’identità digitale per interagire con la pubblica amministrazione. Mentre prima ci si poteva recare gratuitamente in uno dei 12.700 uffici italiani, adesso per procedere al riconoscimento di persona e ottenere le credenziali bisognerà pagare 12 euro, come si può vedere dal portale web di Poste dedicato all’identità digitale.
PosteID: 12 euro per l’identificazione in ufficio
Come si può vedere nel grafico, il numero di SPID è aumentato da 16,7 milioni di gennaio ai 24,8 milioni di settembre. In base all’ultimo aggiornamento (24 ottobre) sono state attivate quasi 26 milioni di identità digitali. I cittadini possono scegliere tra sei gestori per la richiesta dello SPID, ma Poste Italiane è sicuramente quello più popolare, considerata la sua capillarità sul territorio e i vari metodi di identificazione offerti.
l PosteID (questo è il nome dello SPID fornito da Poste Italiane) può essere attivato a distanza con CIE (Carta di Identità Elettronica, utilizzabile con apposito lettore da pochi euro), passaporto elettronico, CNS (Carta Nazionale dei Servizi), firma digitale, bonifico, lettore Bancoposta e carta Postamat, SMS su cellulare certificato associato a Bancoposta o Postepay. Il metodo più utilizzato è senza dubbio quello che prevede l’identificazione di persona presso l’ufficio postale.
PosteID: 12 euro per l’identificazione in ufficio
Senza nessun comunicato ufficiale, Poste Italiane ha deciso di applicare un costo di 12 euro a quest’ultimo metodo. La somma viene chiaramente indicata nella pagina di scelta del tipo di identificazione. La “cattiva notizia” è inoltre riportata nelle FAQ come risposta alla domanda “Il servizio SPID è a pagamento?“. Tra l’altro, in alcuni casi è necessario anche attendere il proprio turno (se non viene sfruttato il servizio Prenota ticket), soprattutto negli uffici più affollati.
Servizio gratuito tramite app, audio o video
Continua a essere gratuito il riconoscimento da remoto tramite l’app di Poste, via audio o video con carta di identità (Cie) o passaporto elettronici. Le Poste offrono altre modalità di attivazione dello Spid da remoto per i clienti Bancoposta e Postepay.
Ad esempio, si può scegliere quella viasms su cellulare certificato associato a un prodotto Bancoposta o Postepay, tramite lettore Bancoposta e carta Postamat o attraverso un bonifico da un conto corrente intestato.
App Poste ID
Ma, fa notare la legale dell’associazione di consumatori Aduc, Anna D’Antuono, a Repubblica, queste modalità “presentano difficoltà per chi non è cliente BancoPosta e per chi non possiede o ha poca dimestichezza con computer e smartphone”.
Per avere lo Spid bisogna rivolgersi ai “gestori di identità digitale (Identity Provider)“, aziende private accreditate da AgID (l’Agenzia del governo per l’Italia digitale) che forniscono le identità digitali e gestiscono l’autenticazione degli utenti. Le aziende certificate sono elencate sul portale del governo dedicato allo Spid.
Il gestore, dopo aver verificato i dati, emette l’identità digitale, rilasciando le credenziali. Lo Spid è gratuito ma la registrazione e il riconoscimento dell’utente possono essere a pagamento a seconda del gestore.
Infocert e Intesa gratis sia da remoto che in presenza
Altri gestori dell’identità digitale, come Tim o Spiditalia di Register.it, propongono anche il servizio a distanza via webcam a pagamento. Altre, come Infocert o Intesa, forniscono gratis sia il riconoscimento da remoto sia in presenza.
Come abbiamo già accennato, l’utilizzo dello Spid cresce in maniera sostenuta tra gli italiani: secondo i dati del governo, al 24 ottobre sono quasi 26 milioni le identità digitali erogate, segnando un incremento del 61,5% da inizio 2021.
L’utilizzo dello Spid cresce in maniera sostenuta tra gli italiani.
E tra i gestori di Spid, Poste sono al primoposto. In base ai dati del 30 giugno 2021, riportati da Repubblica, il gruppo si conferma il primo gestore italiano di identità digitale, con un totale di oltre 17 milioni di Spid rilasciati (di cui 5,3 attivati nel 2021.
WhatsApp: addio per sempre allo storico logo. L’applicazione più usata al mondo, cambierà nome e logo, grazie ad una decisione della società Meta (ex Facebook).
La società Facebook Co. che il 28 ottobre scorso ha cambiato il nome in Meta, ha alcuni cambiamenti in serbo per una delle sue applicazioni: WhatsApp. Infatti il fondatore e CEO di Meta, Mark Zuckerberg, ha in mente nuovi strumenti e design altamente innovativi. Dunque un restyle per quella che secondo le statistiche degli store Google Play e iTunes è l’applicazionepiù usata al mondo.
Il CEO di WhatsApp, Will Cathcart, afferma che l’azienda sta progettando degli aggiornamenti nelle prossime settimane, e tra questi si prevede anche un cambio del nome e quindi logo dell’app di messaggistica. Cathcart inoltre rassicura che una delle priorità della società è la privacy dei loro 2 miliardi di utenti.
L’arrivo di Meta e del metaverso
Meno di una settimana fa, il newyorkese Mark Zuckerberg ha annunciato il cambio di nome della società Facebook a favore di Meta. Questa scelta è stata fatta per introdurre i suoi utenti a quello che lui chiama “metaverso“, ovvero una nuova tecnologia composta da insieme di spazi virtuali dove è possibile “creare ed esplorare con altre persone”. Il CEO di Meta poi afferma che sarà possibile condividere lo spazio fisico in questo metaverso con altre persone persone.
Dunque saremo in grado, secondo Zuckerberg, dunque saremo in grado di sperimentare una realtà virtuale a 360 gradi. In questa esperienza di vita simulata dunque si potrà assistere al lavoro, stare con gli amici, assistere un’opera di teatro, giocare ai videogiochi e anche acquistare prodotti. Per il momento però questo è solo un’idea di Zuckerberg, dunque ancora niente di tutto questo è ancora sul mercato.
👋 @Meta! I think this new name for Facebook (the company) is an important step that helps people understand the social experiences we’re building for the future. It will also help us communicate more clearly about our services. pic.twitter.com/EljvweV2c6
Anche il CEO di WhatsApp condivide il nuovo progetto che sta portando avanti Zuckerberg poichè sarà in grado di migliorare anche l’applicazione di messaggistica. Infatti in un post sul suo account Twitter (@) scrive: “@Meta! Penso che questo nuovo nome per Facebook (l’azienda) sia un passo importante che aiuta le persone a comprendere le esperienze sociali che stiamo costruendo per il futuro”.
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