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Il nome di questa rete può disabilitare completamente il WiFi su IPhone

Poche settimana fa il ricercatore di sicurezza Carl Schou ha scoperto un bug in iOS che può disabilitare completamente un chip WiFi di un iPhone, si tratta del nome di questa rete SSID denominata “%secretclub%power”.

“Dopo essere entrato nel mio WiFi personale con l’SSID ”%p%s%s%s%s%n”, il mio iPhone ha disabilitato permanentemente la sua funzionalità WiFi. Né il riavvio né la modifica dell’SSID lo risolvono” aveva scritto Carl Schou su Twitter.

Il nome di questa rete può disabilitare completamente il WiFi su IPhone

Nuovo bug

Lo stesso ricercatore di sicurezza ha scovato in questi giorni un altro bug di funzionamento del WiFi. A differenza del precedente, il nuovo SSID (denominato “%secretclub%power”) crea un problema ancora più grave. Questo perché il semplice ripristino delle impostazioni di rete non garantisce che il WiFi torni a funzionare. Al momento l’unica soluzione sembra essere l’hard reset dell’iPhone afflitto da questo bug.

“Puoi disabilitare permanentemente il WiFI di qualsiasi dispositivo iOS ospitando un Wi-Fi pubblico chiamato “%secretclub%power”. Il ripristino delle impostazioni di rete non è garantito per risolvere il problema” ha scritto Carl Shou su Twitter.

Quali sono le reti che possono causare il bug

Il problema, a quanto sembra, sono le reti Wi-Fi con simboli percentuali nel nome. La sola presenza del simbolo % nel nome della rete è in grado di disabilitare il Wi-Fi non solo sull’iPhone ma anche su altri dispositivi iOS. L’esempio fornito dal ricercatore è quello con una rete di nome %secretclub%power: il dispositivo non si è mostrato in grado di connettersi né di utilizzare qualunque funzionalità correlata anche dopo aver ripristinato le impostazioni di rete.

Già alcune settimane fa i ricercatori avevano capito che connettersi a una rete di nome SSiD %p%s%s%s%s %n sarebbe causa di un bug nello stack di rete di iOS tale che anche le funzionalità del sistema come AirDrop risulterebbero inutilizzabili. In attesa che Apple intervenga con un aggiornamento software correttivo, non collegare il tuo iDevice ad una rete WiFi che ha un SSID denominato “%p%s%s%s%s%n”. Oppure un SSID denominato “%secretclub%power” o qualsiasi SSID contenente le sequenze di caratteri (%s, %p e %n) che sfruttano un errore di codifica del formato stringa.

La possibile spiegazione del bug iPhone Wi-Fi

9to5 Mac – portale che si occupa di iPhone e Apple a 360° – ha provato a dare una spiegazione a questo bug iPhone Wi-Fi. «La sintassi ‘%[character]’ viene utilizzata nei linguaggi di programmazione per formattare le variabili in una stringa in output. L’identificatore ‘%n’ indica il salvataggio del numero di caratteri scritti nella stringa di formato. Il sottosistema Wi-Fi – continua il sito – probabilmente passa il nome della rete Wi-Fi (SSID) non sterilizzato a qualche libreria interna che sta eseguendo la formattazione delle stringhe. Questo a sua volta provoca una scrittura arbitraria della memoria e un overflow del buffer». La conseguenza è che la memoria viene corrotta e il sistema watchdog di iOS agisce disabilitando il Wi-Fi per l’utente.

Il bug può essere aggirato, secondo gli esperti, evitando di connettersi a reti che abbiano il simbolo percentuale nel nome.

Sia Schou che The Verge, che riporta la notizia, hanno provato a contattare la mela senza ricevere – almeno per ora – nessun tipo di feedback.

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Mind your time: l’app che combatte il “technostress”

Mind Your Time, l’applicazione che combatte il “technostress” e che punta a diventare un’alleata contro iperconnettività, compulsione digitale. Tutto questo grazie al monitoraggio delle app e dello smartphone. In altre parole un digital detox a tutti gli effetti e un alleato del nostro benessere.

mind your time

Il progetto è stato selezionato nell’ambito della terza call ‘Biunicrowd‘, il programma di finanza alternativa dell’Università di Milano-Bicocca. Tale programma consente a studenti, ex studenti, docenti, ricercatori e dipendenti di realizzare progetti innovativi e idee imprenditoriali attraverso campagne di raccolta fondi.

L’applicazione

Mind Your Time aiuta l’utente a sviluppare un utilizzo consapevole del proprio smartphone e a gestire e migliorare i propri stati d’animo, i livelli di concentrazione e produttività. In pratica, sotto la guida dell’app, l’utente può selezionare gli elementi da monitorare sul proprio smartphone e impostare soglie di tempo-limite, superate le quali riceve una notifica. A questo punto entra in scena un avatar che propone una serie di attività e tecniche proprie della psicologia del benessere: meditazione, visualizzazione, rilassamento, attivazione, focusing e scrittura espressiva. Brevi training di durata variabile tra i 3 e i 20 minuti.

MYT chiede tramite la notifica quale stato d’animo stia provando l’utente. La modalità di risposta è rapida e intuitiva in quanto basata su un sistema di emoticon. In funzione del feedback MYT suggerisce l’attività di benessere più adeguata alle esigenze dell’utente. MYT propone un percorso di apprendimento relativo al tema del benessere digitale e del benessere psicologico. Tutte le attività sono strutturate secondo livelli di progressione che vengono sbloccati una volta superato lo step precedente.

L’app è una tecnologia positiva che consiste in un ambiente digitale, supportivo e user-friendly che pone al centro l’esperienza della persona. L’interazione viene infatti mediata da un avatar personalizzabile che assiste l’utente nella costruzione del suo percorso di benessere.

In conclusione un “digital detox” mobile che trasforma lo smartphone da fonte di distrazione a potenziatore del benessere.

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Google Health, la “nuova” app per la salute

Secondo quanto rivelato dal noto leaker Ishan Agarwal, Google starebbe lavorando a una applicazione per la salute che consentirebbe agli utenti di raccogliere e avere quindi sempre a portata di mano le proprie informazioni sanitarie. Il colosso di Mountain View vorrebbe rilanciare un vecchio progetto per la gestione intelligente delle informazioni relative alla salute degli utenti. Si tratta della “nuova” app per la salute Google Health.

Il lancio nel 2008

Google Health era stato lanciato da Google inizialmente nel 2008, e interrotto dal 1º gennaio 2012. Inoltre Google ha dichiarato di aver interrotto Google Health perché non ha avuto un impatto ampio come era stato previsto. Le informazioni volontarie potevano comprendere “condizioni di salute, farmaci, allergie e risultati di laboratorio”.

Una volta inserite, Google Health utilizzava le informazioni per fornire all’utente una cartella clinica personale globale, informazioni sulle condizioni e possibili interazioni tra farmaci, condizioni di salute e allergie integrandole poi in apposite cartelle cliniche digitali. Queste potevano essere condivise con i familiari e col proprio medico curante, le farmacie e gli istituti ospedalieri presso i quali si è soliti andare per le proprie esigenze di salute. Google concluse le attività di questo servizio per mancanza di diffusione dello stesso. Il 24 giugno 2011, Google ha annunciato la sospensione di Google Health.

Il ritorno di Google Health

A giudicare dalle prime presunte immagini condivise online, dovrebbe proporre un’interfaccia abbastanza standard. Quest’ultima raccoglierà i dati sanitari personali, con la possibilità di aggiungere contatti e condividere le informazioni con gruppi o persone specifiche. Come accennato prima, si potranno collegare alla app tutti gli account online dei luoghi in cui un utente ha ricevuto assistenza sanitaria. Oltre alle informazioni sul loro stato di salute, i pazienti potrebbero essere in grado di consultare le loro cartelle cliniche. Queste poi potranno essere messe eventualmente a disposizione di altri medici.

google health

Google Health nasce infatti come strumento per offrire agli utenti la possibilità di gestire in modo più intelligente le informazioni relative alla propria salute. Il progetto intende generare un sistema di comunicazione. Tale sistema riguarderà il rapporto tra medico, paziente e sistema sanitario così che la documentazione sia sempre disponibile, sempre archiviata e veicolata con sempre maggior rapidità.

Google Health, la “nuova” app per la salute

Questo dovrebbe aiutare le persone a condurre una vita più sana e a controllare le proprie condizioni di salute, grazie a uno scambio di informazioni più efficiente e interattivo tra dottori e pazienti.

Inoltre si potranno consultare le prescrizioni dei medicinali da assumere e una serie di informazioni a carattere divulgativo per meglio comprendere le patologie da cui sono affetti. Google Health è ancora nelle prime fasi di sviluppo. Inoltre da quanto emerso fino a ora potrebbe essere separata dall’app Google Fit, ma godere di una potenziale integrazione software.

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youtube shorts
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YouTube lancia Shorts in risposta a TikTok

Sappiamo tutti, ormai, cos’è TikTok. Il social network cinese caratterizzato da video di breve durata è diventato l’app più scaricata al mondo tanto che anche Facebook, qualche mese fa, è dovuto correre ai ripari creando i Reel per Instagram. E ora è arrivato il momento di YouTube. Una funzionalità nuova per la app di YouTube che lancia una sezione dedicata ai video brevi, Shorts, e uno strumento integrato per crearli e caricarli, in risposta a TikTok. Degli Shorts si parlava già prima che venissero lanciati a settembre 2020, in fase sperimentale in India. I risultati sono stati soddisfacenti – 6,5 miliardi di visualizzazioni giornaliere – e da marzo gli Shorts sono attivi anche negli Stati Uniti, con la promessa di raggiungere presto gli utenti di tutto il mondo.

Cosa sono gli Shorts di YouTube

Si tratta di clip di massimo 15 secondi in formato verticale, da scorrere passando velocemente da una all’altra. Nulla che gli iscritti a TikTok o a Instagram (con i Reels) non abbiano già visto. Ma di certo è una novità per YouTube, piattaforma che ha sempre prediletto video orizzontali, anche molto lunghi, editati prima di essere caricati. Una volta che l’opzione Shorts sarà attiva anche in Italia, sarà possibile girarli ed editarli – con filtri e musica – direttamente tramite la app di YouTube. La stessa app aggiornerà il proprio menù per accogliere una sezione dedicata alla visualizzazione dei video brevi.

shorts

Shorts consente ai creator di registrare, modificare e condividere contenuti video. La creatività è al centro e YouTube sta cercando di renderla il più facile e divertente possibile. Il creator può controllare la velocità per rallentare o accelerare l’audio, aggiungere testo, didascalie e sovrapposizioni grafiche in determinati momenti, clip dalla galleria del telefono, filtri di regolazione del colore e può anche utilizzare un timer e un conto alla rovescia per registrare facilmente e a mani libere.

YouTube sta attivando una nuova funzionalità: i creator potranno decidere di utilizzare l’audio originale del video oppure selezionare della musica dalla piattaforma stessa, e questo sicuramente porta a YouTube un importante vantaggio grazie alla vasta libreria di brani in costante crescita. “Il collegamento tra i due ecosistemi è una parte fondamentale di tutto questo” ha osservato Todd Sherman, Product lead per YouTube Shorts.

La concorrenza a TikTok e IG Reels

Questo ingresso nel mondo delle clip brevi avvicina quindi YouTube ai concorrenti social network. Nel lanciare Shorts, la piattaforma ha parlato della volontà di offrire un nuovo tipo di contenuti ai propri utenti, per sfruttare l’ampio catalogo musicale a disposizione e rendere la app più ‘accattivante’ quando navighiamo su smartphone. E’ anche una mano tesa ai creator specializzati in video verticali, che così potranno più facilmente rivolgersi a YouTube per contenuti sponsorizzati e non solo.

YouTube lancia Shorts

Già la scorsa estate, YouTube aveva annunciato che avrebbe testato una nuova funzione per video brevi, ma non aveva aggiunto particolari dettagli. A settembre 2020 Youtube Shorts è stato lanciato per la prima volta in India dove TikTok – ricordiamo, di proprietà cinese – è ora illegale. Lo scorso marzo è poi arrivato negli Stati Uniti e si sta aprendo a Regno Unito, Canada e America Latina. Il rollout in nuovi paesi, iniziato il 7 giugno, sarà pienamente attivo entro la fine del mese, come si legge in un articolo di TechCrunch.

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chiamare gratis da pc o mac
Digitalizzazione, Formazione, Smartphone, Software, Telefonia Mobile

Chiamare da PC o Mac gratis

Anche le chiamate sono ormai progredite grazie all’arrivo dei Social Network e ai servizi di chiamata via Internet. Questo significa che non è più necessario possedere una SIM (o quasi) per affrontare una conversazione audio, ma semplicemente una connessione Wi-Fi. Inoltre, tutto potrà essere fatto anche semplicemente da computer e senza il bisogno di recuperare il proprio smartphone. Oggi andremo quindi a vedere come telefonare/chiamare da PC o Mac gratis, concentrando l’attenzione sulle piattaforme più popolari e utilizzate in questo campo.

Chiamare da PC con WhatsApp

Iniziamo con il Social Network per eccellenza, ovvero WhatsApp. Diciamo che, per poter effettuare delle chiamate con WhatsApp tramite PC bisognerà utilizzare necessariamente l’applicazione desktop disponibile per PC. Attualmente non è infatti possibile sfruttare la funzione sfruttare il portale online di WhatsApp Web.

Prima di tutto quindi, sarà necessario effettuare il download del programma, disponibile sia per PC Windows a 64-bit che a 32-bit. Per farlo basterà raggiungere la pagina ufficiale cliccando su questo link e subito dopo utilizzare il tasto “Scarica per Windows” in basso a destra. Il sito riconoscerà automaticamente la versione del sistema operativo da scaricare, ma, qualora fosse errata, si potrà comunque scegliere una versione alternativa cliccando su uno dei collegamenti in basso.

Chiamare da PC con WhatsApp

Una volta concluso il download, bisognerà effettuare un doppio click sul file scaricato e avviare la procedura di installazione e prima configurazione. A questo punto ovviamente sarà necessario impugnare il proprio smartphone per inquadrare il codice QR da connettere. Tutta la procedura sarà comunque opportunamente illustrata dalle schermate del programma su PC.

codice qr whatsapp web

Quando la configurazione sarà completa, si potrà chiamare da PC e procedere con l’avvio della chiamata o videochiamata. Per farlo basterà ricercare il nome del contatto desiderato e cliccarci su (la rubrica verrà duplicata direttamente dall’app per smartphone), così da avviare la schermata di conversazione. In alto appariranno quindi due icone: quella della cornetta, utile per avviare una chiamata audio e quella della videocamera, necessaria invece per effettuare videochiamate. Una volta cliccata l’apposita icona, la telefonata partirà immediatamente.

Chiamare da Mac con WhatsApp

Tutto ciò che abbiamo detto nel paragrafo precedente ha esattamente lo stesso valore anche su Mac, in quanto i limiti e i passaggi da seguire risulteranno sostanzialmente gli stessi. Il sito utile per effettuare il download è anch’esso identico e può essere raggiunto cliccando su questo link.

Chiamare da Mac con WhatsApp

Il processo di installazione varierà leggermente, in quanto, in questi caso non servirà altro che trascinare l’icona di WhatsApp nella cartella “Applicazioni” e il gioco sarà fatto. Ora basterà aprire l’app appena scaricata e completare la configurazione del servizio attraverso il codice QR e l’applicazione per smartphone.

Se non ti viene mostrato il tutorial iniziale, pigia invece sul pulsante + collocato in alto a destra oppure sulla voce Scannerizza il codice QR e inquadra il codice QR come spiegato in precedenza.

A questo punto tutto ciò che bisognerà fare sarà cercare il contatto interessato tramite il campo di testo in alto a sinistra. Selezionare il suo nome per aprire la schermata di conversazione e cliccare sull’icona della cornetta in alto per effettuare una chiamata vocale o quella della videocamera per avviare una videochiamata.

Chiamare da PC con Skype

Per chiamare da PC con Skype, si dovrebbe fare un discorso un po’ più ampio. Questo perché grazie al “credito”, si potranno effettuare anche delle classiche chiamate verso numeri di telefono fissi o mobili, senza quindi la necessità che l’interlocutore disponga di un account Skype. Tuttavia, il suddetto credito deve essere acquistato e visto che in questa guida affronteremo solo i metodi gratuiti per effettuare chiamate, lasceremo perdere questo particolare strumento.

Chiamare da PC con Skype

Detto questo, per utilizzare correttamente le chiamate e le videochiamate di Skype tramite Internet, sarà necessario possedere un account di Microsoft e anche l’applicazione del servizio sul proprio PC. Quest’ultima potrà essere scaricata cliccando su questo link e utilizzando il tasto nella colonna di sinistra. Invece per creare un account Microsoft gratuito, qualora non si possedesse già, si potrà proseguire tramite questo link.

Una volta scaricato il programma, basterà quindi aprirlo e successivamente accedere tramite l’account Microsoft creato precedentemente. Ora bisognerà ricercare l’account dell’utente da chiamare o videochiamare (che dovrà ovviamente possedere un account Skype) utilizzando la barra di testo. Oppure possiamo cliccare sull’icona della rubrica nel caso in cui il contatto sia già stato invitato in precedenza. Selezionando il suo nome si aprirà la schermata di conversazione, con all’interno l’icona della cornetta, utile per avviare una telefonata audio e quella della videocamera per avviare una videochiamata.

Come telefonare da Mac con Skype

Anche in questo caso, per effettuare delle chiamate con Skype su Mac, varranno le stesse considerazioni viste per PC Windows. Per effettuare il download dell’app bisognerà quindi utilizzare l’opportuno tasto presente in questa pagina. Mentre, per creare un account Microsoft gratuito si potrà proseguire tramite questo link.

Come telefonare da Mac con Skype

Dopo aver installato l’applicazione sarà quindi possibile accedere tramite l’account gratuito di Microsoft creato in precedenza e procedere con la ricerca dei contatti. Per farlo, bisognerà utilizzare il campo di testo in alto a sinistra per ricercare il nome utente interessato oppure cliccare sull’icona della rubrica per selezionare un contatto già salvato.

Selezionando il nome preferito si avvierà quindi la schermata di conversazione. Una volta qui si potranno avviare delle chiamate vocali o videochiamate, cliccando rispettivamente sull’icona della cornetta o della videocamera. Ovviamente anche l’interlocutore dovrà possedere Skype, altrimenti non apparirà tra i contatti disponibili.

Telefonare da PC con Facebook Messenger

Quasi tutte le funzionalità di chiamata di Facebook Messenger sono disponibili sia sul sito Web di Messenger che sull’applicazione gratuita per PC Windows e Mac, scaricabile attraverso questo portale. Tuttavia, qualora si volessero effettuare delle videochiamate di gruppo, bisognerà utilizzare necessariamente l’applicazione, in quanto non sarà possibile farlo dal sito Web. Inoltre, per accedere a Messenger non sarà necessario possedere un account Facebook, ma sarà anche possibile attivare, eventualmente, un nuovo profilo esclusivamente dedicato alla piattaforma di messaggistica, utilizzando soltanto il numero di telefono.

In ogni caso, sia l’interfaccia Web che dell’app per PC Windows e Mac sarà esattamente la stessa e i passaggi per effettuare delle chiamate non varieranno in alcun modo. Per procedere basterà quindi utilizzare la barra di ricerca in alto a sinistra per cercare il nome dell’utente preferito (che dovrà possedere un account Messenger). Una volta qui cliccarci su per aprire la schermata di conversazione. Qui saranno quindi presenti le icone della cornetta per avviare una chiamata vocale e quella della videocamera per avviare invece delle videochiamate (anche di gruppo, ma solo con l’app).

Telefonare da PC con Facebook Messenger

Telefonare da PC Windows collegando uno smartphone Android

All’interno dei computer con Windows 10 (e successive versioni) è presente l’applicazione “Telefono”. Tale app sarà in grado di sfruttare uno smartphone Android (a partire dalla versione 7) per effettuare delle chiamate attraverso la connessione Bluetooth. Questo significa che, tutto ciò che occorrerà per completare l’operazione sarà possedere due dispositivi dotati dei suddetti sistemi operativi e giusto qualche secondo di tempo per connetterli tra loro.

Per avviare la connessione sarà infatti sufficiente aprire le impostazioni del PC Windows. Poi successivamente avviare la schermata dedicata alle connessioni, all’interno della quale bisognerà scegliere l’opzione “Bluetooth” e ricercare un nuovo dispositivo. A questo punto basterà rendere visibile lo smartphone Android dalle impostazioni del Bluetooth (in genere risulta essere visibile di default) e automaticamente apparirà tra i device disponibili per l’accoppiamento sul computer. Cliccando sul suo nome si stabilirà immediatamente una connessione fra i due..

Arrivati a questo punto, si potrà procedere con la chiamate. Per farlo basterà aprire l’applicazione “Telefono”, selezionare la voce “Chiamate” e concludere la configurazione rapida. Da questo momento in poi sarà possibile sfruttare la stessa app per avviare delle chiamate (classiche, senza connessione Internet). Quest’ultime saranno effettuate tramite la SIM dello smartphone Android, il quale dovrà comunque rimanere nel raggio del Bluetooth (circa dieci metri da PC).

Telefonare da Mac collegando un iPhone

Infine, chiudiamo con la controparte della famiglia Apple, ovvero la connessione diretta tra iPhone e Mac, sia che esso sia fisso o portatile. Partiamo col dire che, quasi tutte le funzioni di “sincronizzazione” tra smartphone e computer dell’azienda di Cupertino passano per un servizio definito Continuity (o Continuità in italiano), il quale funzionerà esclusivamente a partire da iOS 8. Per quanto riguarda macOS invece, basterà tenere aggiornato il software ad una qualsiasi versione a partire da OS X Yosemite.

Vediamo quindi quali sono le condizioni necessarie per sfruttare le chiamate su Mac attraverso iPhone. Innanzitutto, entrambi i dispositivi dovranno avere il Wi-Fi attivo e, ovviamente, dovranno essere connessi alla stessa rete (Wireless o cablata). Inoltre, di fondamentale importanza, tutti e due i device dovranno essere configurati con lo stesso Apple ID e dovranno aver eseguito l’accesso all’app di FaceTime (basta aprirla e inserire l’account dell’Apple ID).

chiamata da iphone a mac

A questo punto, su iPhone, bisognerà aprire l’applicazione “Impostazioni”, continuare con “Telefono” e assicurarsi che all’interno di “Chiamate su altri dispositivi” siano attivi i toggle relativi a “Consenti chiamate” e al nome del Mac dal quale rispondere. Su Mac invece, sarà necessario aprire l’app di “FaceTime”, continuare con “FaceTime” nella barra dei menu in alto a sinistra, cliccare su “Preferenze”, spostarsi nella sezione “Impostazioni” e abilitare la voce “Chiamate da iPhone”.

Da questo momento in poi, ogni volta che l’iPhone connesso riceverà una chiamata, questa verrà duplicata anche sul Mac, offrendo ovviamente la possibilità di rispondere tramite il microfono del computer. Per poter avviare una nuova chiamata invece, bisognerà utilizzare l’applicazione “Contatti” o “FaceTime”, all’interno delle quali appariranno le icone della cornetta e della videocamera, utili per avviare una telefonata o una videoconferenza.

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MagSafe e le interferenze con i dispositivi cardiaci

I dispositivi con tecnologia MagSafe di Apple potrebbero essere pericolosi per chi dispone di dispositivi cardiaci, potendo creare interferenze con i pacemaker se posizionati direttamente sulla pelle o molto vicini.

A lanciare l’allarme è l’American Heart Association. Essa infatti concorda con un precedente rapporto dell’Heart Rhythm Journal, che rivela come il contatto stretto con un iPhone 12 può causare problemi ad alcuni dispositivi cardiaci impiantati sotto pelle. In particolare, l’American Heart Association afferma che l’effetto pregiudizievole si potrebbe verificare solo quando l’iPhone è acceso o molto vicino all’impianto.

Di possibili interferenze fra la tecnologia MagSafe della mela morsicata e i dispositivi cardiaci si discute ormai da tempo. Oggi una voce autorevole interviene sul tema, quella della American Heart Association, con la pubblicazione di uno studio dedicato.

La ricerca di AHA

La ricerca condotta ha evidenziato l’insorgere di problematiche quando si avvicina un iPhone dotato del sistema a stretto contatto (fino a 1,5 centimetri) con la pelle nella zona in cui si trovano apparecchiature mediche come i pacemaker e defibrillatori. Secondo i test, le anomalie sono state accertate per alcuni modelli prodotti da Medtronic, Abbott e Boston Scientific. Per i suoi test American Heart Association ha utilizzato principalmente un iPhone 12 Pro Max. Tuttavia, il rapporto rileva che anche altri dispositivi dei principali costruttori rilevano questa particolare suscettibilità magnetica.

MagSafe e le interferenze con i dispositivi cardiaci

Il test è stato condotto posizionando iPhone 12 Pro Max, come gli altri modelli iPhone 12 dotato di tecnologia MagSafe, molto vicino a una serie di 11 diversi dispositivi medici e cardiaci come pacemaker e defibrillatori. Alcuni erano dispositivi già impiantati in una serie di pazienti, che il rapporto chiama test “in vivo”. Altri erano “ex vivo” o dispositivi non ancora impiantati.

Nulla che Apple abbia mai nascosto. Un aggiornamento comparso nel mese di gennaio sulle pagine del supporto ufficiale specifica che Questi magneti e campi elettromagnetici potrebbero interferire con i dispositivi medici. Il colosso di Cupertino sottolinea inoltre che Sebbene tutti i modelli di iPhone 12 contengano più magneti rispetto ai modelli di iPhone precedenti, non è previsto che comportino un rischio più grave di interferenze magnetiche con dispositivi medici rispetto ai modelli di iPhone precedenti.

Il rapporto

Tuttavia, il rapporto osserva diversamente:

il nostro studio suggerisce diversamente poiché la risposta al magnete è dimostrata in 3/3 casi in vivo

Ad ogni modo, Apple stessa suggerisce di mantenere iPhone 12 e i dispositivi MagSafe a una distanza superiore a 15 cm dal corpo:

I dispositivi medici come pacemaker e defibrillatori potrebbero contenere dei sensori che reagiscono alla vicinanza di magneti e radiofrequenze.

Suggerisce quindi agli utenti per evitare delle possibili interferenze con questi dispositivi di tenere l’iPhone e gli accessori MagSafe a una distanza di sicurezza dal dispositivo medico (più di 15 cm di distanza o più di 30 cm di distanza se stai caricando in modalità wireless). Inoltre consiglia di consultare il medico per qualsiasi dubbio.

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chrome android
Digitalizzazione, Formazione, Internet, Smartphone, Telefonia Mobile

Chrome Android: aggiunta funzione Screenshot

Gli screenshot arrivano direttamente all’interno di Google Chrome per Android: aggiunta la funzione attraverso il menu Condividi. Avevamo parlato già in precedenza di come fosse possibile condividere gli appunti, attraverso Chrome, tra diversi dispositivi. Il menu, rivisitato con la versione 85 la scorsa estate, presenta ora un nuovo pulsante. La funzione Screenshot, visualizzabile toccando l’opzione Condividi dal menu principale di Chrome per Android che permette di scattare, modificare e condividere un’immagine della pagina che si sta navigando in quell’istante. L’opzione, riportata dagli utenti con installato Chrome 91, può essere attivata anche manualmente per chi non riuscisse a visualizzarla, attivando semplicemente questa flag:

chrome://flags/#chrome-share-screenshot

Catturato lo schermo, comprensivo di tutta la Omnibox, abbiamo tre opzioni: Ritaglia, Testo e Traccia. Queste danno modo di modificare a piacimento l’immagine prima di condividere il risultato tramite le consuete app, salvarlo sul dispositivo oppure eliminarlo.

Screenshot nel menu Condividi chrome android
opzione ritaglia chome android
ritaglia chrome android

Mentre Ritaglia non necessita di grandi spiegazioni, Testo e Traccia danno entrambe accesso a un totale di 18 colori. La prima permette di spostare, ridimensionare e copiare il box prodotto. La seconda invece offre sei diversi tratti differenti, più o meno spessi, per disegnare a mano libera.

aggiungi testo chrome android

Si tratta solo dell’ultima aggiunta all’interno di un menù, quello di condivisione, che come dicevamo l’agosto scorso si è arricchito con una serie di aggiunte tra cui “Codice QR” e “Stampa”.

L’update dell’OS alla versione 12 di Android, verrà rilasciato per primo su smartphone Pixel. Questo porterà infatti con sé diverse novità, come per esempio delle piccole ma significative modifiche all’interfaccia, con un completo ridisegnamento dell’UI, widget impilati, una schermata di blocco inedita con un testo dell’orologio più grande e, in generale, un sistema operativo più colorato e personalizzabile.

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whatsapp si fa in 4
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WhatsApp si fa in 4

WhatsApp si fa in 4. Ebbene si, l’app di messaggistica immediata su 4 dispositivi contemporaneamente, e non sarà necessario che quello principale sia connesso. La piattaforma di messaggistica sta per far proprie alcune novità che da una parte promettono di cambiare non poco l’esperienza sulla chat, presentandosi quindi come estremamente innovative, ma dall’altra ricordano molto da vicino quanto Telegram consenta già di fare da tempo, presentandosi quindi come qualcosa di noto e riciclato. Resta la novità di alcune funzioni che, applicate su una community tanto ampia, promettono di ridefinire il modo di utilizzare l’app da parte dell’utenza.

Sembrano quindi finalmente maturi i tempi per l’apertura di WhatsApp alla cosiddetta funzione multi-dispositivo ossia alla possibilità di accedere a un’unica utenza su fino a quattro differenti apparecchi come possono essere smartphone, tablet o computer. Non sarà necessario che il dispositivo principale sia sempre connesso, dato che non si tratta di una semplice duplicazione come avviene ora.

WhatsApp su 4 dispositivi contemporaneamente

Ad anticipare l’attesa (non) novità è stato il portale numero uno sulle anticipazione della celebre app di messaggistica istantanea ossia Wabetainfo. La novità è stata svelata all’interno di un’interessante intervista nientemeno che con Mark Zuckerberg e con il numero uno di WhatsApp, Will Cathcart. Viene data anche una tempistica piuttosto breve con la disponibilità che cadrà durante l’estate (massimo due mesi) per la versione beta di test e, verosimilmente, una diffusione al pubblico entro la fine dell’anno.

WhatsApp, 4 dispositivi e messaggi effimeri

La prima novità è relativa alla sincronizzazione tra più device. Mentre oggi l’account WhatsApp è univoco tanto per l’utente quanto per il device (un solo account per ogni smartphone), presto ogni singolo utente potrà portare il proprio account su quattro dispositivi contemporaneamente. Non si tratta dunque di effettuare un mirroring su WhatsApp Web col proprio account attraverso la compresenza dello smartphone. Si potrà usare un device indipendente in tutto e per tutto, sfruttando anche nuove versioni in arrivo per portare il clienti su più terminali (ad esempio su iPad). Se dunque lo smartphone andrà a scaricarsi improvvisamente, non si rimarrà fuori del tutto dalle comunicazioni. Basterà dotarsi di un device di backup, il quale sarà lecitamente autorizzato all’uso sincronizzato delle chat.

Come funzionerà il multi-dispositivo su WhatsApp? Un po’ come per altri rivali – Telegram o WeChat, giusto per citare gli esempi più consistenti – si potrà effettuare l’accesso sul proprio computer fisso o portatile, su un altro smartphone (anche di altro sistema operativo rispetto al principale) o su un tablet, incluso iPad che finalmente avrà una propria versione ottimizzata

Zuckerberg ha assicurato che sarà mantenuta la crittografia end-to-end per proteggere conversazioni, dati e file diffusi. Arriveranno anche altre funzioni interessanti come foto e video che svaniranno dopo averli visualizzati. Così come nel caso precedente, anche questa funzione è già propria del mondo Telegram. In pratica i messaggi si autodistruggeranno dopo un tot di tempo, tipo 24 ore o una settimana.

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accedere fastgate
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Accedere al nuovo router Fastweb

Oggi parleremo di come accedere al router Fastweb da Windows. Ecco la procedura completa che ci permetterà di effettuare l’accesso all’interno del nostro modem seguendo dei facili e rapidi passaggi.

Per accedere all’interno del nostro router dobbiamo sapere l’indirizzo IP esatto del nostro dispositivo. Ricordiamo che l’indirizzo IP è un codice numerico usato da tutti i dispositivi (computer, server web, stampanti, modem) per navigare in Internet e per comunicare in una rete locale. In parole povere rappresenta l’indirizzo chiaramente identificabile di un dispositivo.

Di solito, l’indirizzo IP del router Fastweb è il seguente 192.168.1.254 o 192.168.1.1. Oppure puoi digitare http://myfastgate. Come puoi vedere gli indirizzi d’accesso sono abbastanza diversi rispetto a quelli disponibili su altri tipi di router. Conviene subito ricordarteli o segnarteli come preferiti all’interno del tuo browser Web.

Nel caso in cui l’indirizzo IP non dovesse essere corretto, controllate nella parte superiore del vostro dispositivo dove troverete una piccola etichetta con l’indirizzo corretto da inserire.

Di solito potete trovare questo dato del vostro router anche direttamente sul manuale utente incluso nella confezione di vendita, o scaricabile tranquillamente via Internet dal sito del produttore stesso.

Trovare l’indirizzo IP da Windows

Se ancora non siete riusciti a trovare l’indirizzo IP, né sull’etichetta né sul manuale, potete scovarlo direttamente tramite computer, eseguendo questi semplici passaggi. Se state usando un computer fisso o portatile che sia con piattaforma operativa Windows usatela funzione cerca e inserite correttamente la parola chiave cmd.

comando cmd

Dalla nuova finestra che appare inserire il comando ipconfig e premete il pulsante Invio.

A questo punto troverete immediatamente l’indirizzo IP del vostro router Fastweb vicino alla voce Gateway predefinito. Ora sapete l’indirizzo IP esatto del vostro router Fastweb e potete accedervi molto facilmente.

indirizzo ip tramite ipconfig

Al primo accesso al pannello di controllo il Fastgate ti chiederà di scegliere un username e una password per i futuri accessi; scegli queste informazioni con cura per vedere apparire la finestra d’accesso (d’ora in avanti comparirà solo questa utilizzando gli indirizzi indicati in alto). Per quanto riguarda il primo accesso, i codici da inserire sono nel 99% dei casi admin/admin o admin/password.

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Accedere al router Fastweb da smartphone

Il FASTGate è gestibile con facilità anche da smartphone sia utilizzando l’indirizzo d’accesso nel browser di qualsiasi dispositivo connesso al FASTGate (come visto qui in alto) sia utilizzando l’app MyFastweb. Questa mostra nel menu laterale una voce relativa al modem.

Puoi scaricare l’app MyFastweb dai seguenti link  MyFastweb per Android e MyFastweb per iOS.

myfastgate smartphone

Tramite l’app puoi controllare da remoto le impostazioni del FASTGate. Per esempio spegnere il WiFi quando non sei in casa o cambiare le impostazioni d’accesso con alcuni semplici tap sullo schermo del tuo smartphone.

Alcune opzioni avanzate sono però disponibili solo se sei sotto la rete WiFi del FASTGate.

Come navigare tra i menu

Una volta effettuato l’accesso con le credenziali create ti verrà offerta la schermata Home, dove potrai controllare tutte le principali funzioni del tuo modem ed aprire subito quella di tuo interesse.

myfastgate
myfastgate avanzate

In alto sono disponibili tutti i menu del modem; qui in basso ti spiegherò a cosa servono:

1) WiFi: permette di cambiare nome alla rete WiFi, cambiare la password d’accesso e decidere se utilizzare o meno il WPS (l’accesso automatico alla rete WiFi tramite tasto a sfioramento sul modem a forma di +).

Con questa opzione puoi anche scegliere se gestire separatamente le due reti WiFi (2,4 e 5 GHz). Se programmare o meno lo spegnimento automatico del WiFi e se attivare la rete Ospiti. Utile per far connettere persone che vengono a trovarti a casa senza dover comunicare la tua password d’accesso principale (avranno una rete e una password tutta loro).

2) Connessione: in questo menu puoi controllare la velocità di allineamento della tua linea (velocità della portante) con test manuali e automatici (pianificabili). In più puoi controllare i canali e la larghezza di banda delle reti WiFi (2,4 e 5 GHz).

3) Dispositivi: qui potrai controllare tutti i dispositivi connessi al modem, inserendoli nella tua cerchia familiare.

Per i dispositivi inseriti nella tua cerchia famigliare puoi gestire la modalità Boost (per velocizzare un dispositivo riservandoli più banda) o la modalità Stop (per bloccare un dispositivo che sta usando troppo Internet).

4) Avanzate: in questo menu puoi impostare il Parental Control (davvero molto utile se si hanno minori in casa). Restringere gli accessi a determinati dispositivi, aprire le porte del router (sia in versione semplificata che in versione manuale), configurare l’utilizzo delle porte USB e dei servizi associati (Stampa di rete, DLNA e File Server) ed infine gestire l’indirizzo del FASTGate e come esso assegna gli indirizzi IP agli altri dispositivi (DHCP).

NOTA1: A tal proposito ricordo che è possibile richiedere gratuitamente un IP pubblico contattando Fastweb Help su Twitter. Prima con un tweet pubblico e poi con un messaggio privato per comunicare il proprio codice cliente.

NOTA 2: Il router Fastgate manca di molte funzionalità, come quella per cambiare DNS e quella di attivare QoS.

5) Modem: qui puoi trovare un resoconto sul funzionamento del FASTGate, con un’indicazione sullo stato delle luci LED, sullo stato della linea, delle reti WiFi attive e sullo stato delle porte USB e Ethernet.

Oltre alle funzioni di controllo puoi trovare il pulsante per attivare o meno la luce di presenza (puoi programmare anche lo spegnimento di questa luce bianca nelle ore notturne).

6) Informazioni: qui trovi le informazioni generali sul tuo FASTGate come versione firmware, l’indirizzo MAC, il tempo d’accensione e l’IP del Gateway (sulla rete Fastweb, non sulla rete interna).

7) Telefono: l’ultimo menu ti offre una sorta di registro chiamate per i telefoni fissi collegati tramite prese dedicate. Così da poter vedere chi ti ha chiamato, la durata delle chiamate e le eventuali chiamate perse.

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Formazione, Internet, Smartphone, Software

Condividere gli appunti di Chrome tra diversi dispositivi

Una funzione introdotta nella versione 79 di Chrome ci permette di condividere gli appunti fra i dispositivi collegati al nostro account Google. Tra le funzioni software più amate e utilizzate di Apple ci sono senza dubbio Handoff e Continuity. Servizi questi che consentono a tutti gli utenti di creare una sorta di rete di dispositivi capaci di interfacciassi tra loro in semplicità.

Inclusa in questa rete ritroviamo anche la funzione per condividere gli appunti di Chrome, la quale permette a chiunque di copiare un testo, link, immagine o file su un dispositivo e subito incollarlo su un altro con accesso allo stesso account come accennato sopra. Ciò è reso possibile principalmente dal fatto che l’azienda di Cupertino produce internamente sia l’hardware che il software. Situazione essenzialmente ineguagliabile da parte di Google a causa della frammentazione sproporzionata nel mondo dei dispositivi Android.

Tuttavia, tale problema può essere parzialmente aggirabile sfruttando un servizio sviluppato proprio da Google e universalmente compatibile con la maggior parte dei device in commercio. Stiamo parlando di Chrome, il Browser Web, tra le altre cose, più installato ed utilizzato al mondo. Grazie ad una nuova funzionalità (attualmente in beta) infatti, sarà possibile sfruttare il suddetto programma per far dialogare tutti gli smartphone, i tablet e i computer in cui risulta installato, consentendo quindi la condivisione rapida degli appunti. Infatti una nuova funzione di Google Chrome consentirà agli utenti di copiare i contenuti su un dispositivo e incollarli su un altro. Tutto questo indipendentemente dalla piattaforma su cui è in esecuzione il browser.

Condividere gli appunti di Chrome

Gli Appunti sono una delle funzioni più antiche e “tipiche” dell’informatica, ed esistono praticamente in tutti i sistemi operativi. Per intendersi, sono lo strumento alla base del Copia e incolla che conosciamo tutti. Quello che manca praticamente da sempre è uno strumento facile e veloce per condividere gli appunti fra diversi dispositivi.

Attivare i flags

Attualmente però, per attivare l’opzione bisognerà passare per i “Flags”, funzioni che, per un motivo o per un altro, non sono abilitate di default. Queste potranno essere attivate su Chrome per Windows, macOS, Linux, Chrome OS e Android, restano quindi fuori, almeno per ora, tutti i dispositivi iOS (iPhone, iPad e iPod touch). Inoltre, c’è da segnalare il fatto che la condivisione degli appunti funzionerà solo sui device in cui il “Flag” su Chrome sarà abilitato e, soprattutto, su quelli con accesso allo stesso account Google.

Questa nuova funzione si basa su Chrome Sync ed è già attiva su Windows 10, MacOS e Android. A breve è previsto il rilascio anche su iOS. Quindi, il primo passaggio per poterla attivare è assicurarci che stiamo già usando la sincronizzazione fra dispositivi.

attivare flags

Sarà sufficiente evidenziare la parola o la frase da condividere, cliccarci su utilizzando il tasto destro del mouse (oppure un semplice tap con il dito sullo schermo dello smartphone o del tablet) e subito dopo scegliere di continuare con “Copy to your device”, che in italiano diventa banalmente “Copia sul tuo dispositivo”. A questo punto si aprirà un piccolo menu contestuale, in cui verranno elencati tutti i dispositivi abilitati alla ricezione degli appunti (e quindi quelli con il flag attivo e l’accesso allo stesso account Google).

copia su

Una volta selezionato quello preferito, quest’ultimo riceverà una notifica, la quale avviserà di aver ricevuto e copiato del testo negli appunti. Ora non servirà altro che impugnare il device ricevente e letteralmente “incollare” il testo dagli appunti. Automaticamente verrà quindi incollato il testo condiviso dal dispositivo mittente. Tutto molto più semplice a farsi che a dirsi.

appunti smartphone

Dal nostro smartphone possiamo quindi incollare i nostri appunti semplicemente tenendo premuto, scegliere Appunti, e a questo punto apparirà ciò che avevamo selezionato dal browser Chrome.

incollare appunti smartphone
incolla appunti chrome
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