Finalmente ecco la guida definitiva per registrarsi su WhatsApp e Telegram senza dover inserire il proprio numero di telefono. Sono 3 le possibili soluzioni.
Non tutti amano fornire il proprio numero di telefono personale. Forse preoccupati di diventare un possibile bersaglio di truffe o oggetto di continue chiamate dai Call Center. Ad ogni modo principalmente è una questione di privacy. Purtroppo però per poter utilizzare alcune applicazioni è obbligatorio inserire questa informazione al momento della registrazione. Oggi non più così e anche chi non ha utilizzato WhatsAppe Telegramper questo motivo ora potrà tranquillamente farlo. Ecco la guida definitiva per registrarsi senza numero a queste due app di messaggistica istantanea.
Come registrarsi su WhatsApp e Telegram senza fornire il proprio numero di telefono
Sia WhatsApp che Telegram sono app che vanno a sostituire i vecchi messaggi di 165 caratteri introducendo anche nuove funzioni. Sebbene sono arrivati anche in Italia gli SMS 2.0 che daranno del filo da torcere a queste app, non tutti possono ancora utilizzare questa tecnologia.
Quindi per potersi registrare su WhatsApp e Telegram era necessario fornire il proprio numero di telefono. Ora invece sarà solo un vecchio ricordo grazie a questa guida. Ecco le 3 soluzioni possibili.
La prima soluzione, facile ed economica, è quella di attivare un numero temporaneo utile solo per ricevere i codici di conferma di WhatsApp e Telegram. In qualsiasi motore di ricerca, ad esempio Google, basta digitare “numero temporaneo” e affidarsi a uno dei servizi che compaiono tra i risultati. Ci vorrà un po’ di tempo per trovarne uno disponibile che non sia già stato utilizzato per questo scopo, ma con un po’ di pazienza e perseveranza ce la si può fare.
Un’altra soluzione è quella di usare il numero di una vecchia SIM che sia ancora attiva. Non è necessario che ci sia del credito. Infatti questa procedura non costerà nulla. La sua funzione sarà solo quella di ricevere il codice di attivazione inviato da WhatsApp o da Telegram per confermare la registrazione.
Infine, se le prime due si rivelassero impossibili da attuare si potrebbe attivare una nuova SIM. Attenzione però a scegliere uno degli operatori che offre un piano ricaricabile. Potrebbero essere utili per questo scopo le 3 offerte di Kena Mobile che al momento non prevedono né un contributo di attivazione né il costo per la SIM. In questo modo l’utente avrebbe a disposizione un numero solo ed esclusivamente da utilizzare per registrarsi a WhatsApp, Telegram o altri servizi per cui è obbligatorio fornire una numerazione telefonica.
Si chiamano Pixel 6 e 6 Pro e vedranno per la prima volta un processore (Tensor) fatto in casa da Google. Proprio come Apple con il suo Bionic.
Ecco come sono fatti. Un annuncio a sorpresa che toglie i veli ai nuovi Google Pixel 6 e 6 Pro. Sì, l’azienda di Mountain View ha deciso di svelare completamente cosa gli utenti potranno avere a ridosso di questo autunno con due smartphone dalle caratteristiche simili, dimensioni diverse ma soprattutto con un processore ”fatto in casa” proprio come quello di Apple per i suoi iPhone. Una sfida lanciata alla casa di Cupertino per cercare di tornare in alto sul mercato degli smartphone questa volta con una mossa diversa ossia quella di non dipendere da altri nella componente più importante del device.
Pixel 6 e Pixel 6 Pro con Google Tensor: ufficiali
Una scelta che sembra in qualche modo replicare la strategia già adottata da Apple per i suoi iPhone e da Samsung per la parte della linea Galaxy dotata di componentistica Exynos. Focus dunque puntato sulle applicazioni di intelligenza artificiale e sul machine learning. Integrato anche il chip Titan M2 per la sicurezza.
Il design, definito “Industrial” da Google, è quello che si può osservare nella galleria di immagini qui sotto, con alluminio lucido oppure opaco, a seconda del modello, per scocca e finiture. Si va oltre il concetto di camera bump con una fascia sporgente che corre lungo tutta la larghezza della scocca posteriore (camera bar). Un aspetto studiato in modo da risultare coerente alle linee guida Material You di Android 12.
Google Pixel 6 e 6 Pro: ecco come sono fatti
I nuovi Google Pixel 6 e 6 Pro sono proprio gli smartphone che avevamo visto qualche tempo fa da immagini rubate in Rete. Google decide di proporre ancora una volta un design unico nel suo genere rifacendosi forse a quel Google Nexus 6P che effettivamente aveva colpito molti utenti in passato. Qui abbiamo una scocca in alluminio rivestita da vetro lucido con un pannello anteriore praticamente flat ossia senza strane curvature. Curvature che sono invece presenti al posteriore con una struttura fotografica molto particolare: una vera e propria fascia rialzata di qualche millimetro che permette il posizionamento di tutti i sensori degli smartphone che si differenzieranno tra versione normale e versione Pro.
Fotocamera con zoom 4x stabilizzato
Le fotocamere saranno un punto nevralgico di questi smartphone. Un punto di forza che già conosciamo in Google e nei suoi Pixel. Questi hanno sempre permesso agli utenti di portare a casa scatti fotografici importanti e di qualità, pur non avendo sensori da centinaia di megapixel o triple o quadruple fotocamere. I nuovi Pixel 6 e 6 Pro invece cambieranno un po’ questa filosofia e vedranno per la versione Pro un obiettivo a periscopio con zoom 4x stabilizzato che dovrebbe risultare un 105 mm.
Non sappiamo purtroppo i dati precisi delle fotocamere dei due nuovi device ma sappiamo che il nuovo sensore grandangolare principale (che dovrebbe essere presente in entrambi i Pixel 6 e 6 Pro) catturerà il 150% in più di luce rispetto a quello finora utilizzato. E sappiate che la versione base di Pixel 6 avrà un sensore ultra wide, oltre a quello principale. Mentre la versione di Pixel 6 Pro aggiungerà anche un sensore periscopico, come detto in precedenza.
l resto delle specifiche tecniche sostanzialmente riguardano le dimensioni dei pannelli anteriori. Sì, perché al momento sappiamo che le differenze tra Pixel 6 e 6 Pro saranno dettate dalle dimensioni degli schermi e dalle fotocamere posteriore. E vedremo se anche le memorie (RAM e ROM) differenzieranno i due device. Nel contempo sappiamo che i display saranno di tipo OLED con un sensore delle impronte digitali al di sotto dello schermo che sarà di due dimensioni: da 6.4 pollici Full HD+ a refresh rate a 90Hz per il Pixel 6 mentre un 6.7 pollici Quad HD+ con refresh rate a 120Hz per la versione Pixel 6 Pro.
TENSOR: il primo processore ”made by Google”
E poi c’è il nuovo Google TENSOR ossia il processore ”made by Google” che sfida il Bionic di Apple. Abbandonato il nome Whitechapel, probabilmente poco commerciale. Google ha deciso di correre ai ripari nei confronti di Apple. Inoltre ha deciso di crearsi in casa il suo processore per non dover dipendere più dagli altri. Tensor è una CPU che in qualche modo rimanda ai processori che Google usa da tempo nei suoi Data Center e proprio attorno ad essi che ha deciso di creare questo suo primo processore per smartphone con tanta intelligenza artificiale e machine learning.
Here’s a sneak peek at the newest Google Phones powered by Google Tensor – the brand new chip designed by Google, custom-made for Pixel.
Chiaramente non ci sono dettagli tecnici specifici sul nuovo Tensor di Google. È un processore che sappiamo integri una CPU, una GPU ma anche i vari controller e i moduli per la connettività. Anche se questi ultimi sono presi in licenza da altri brand. Le componenti ”fatte in casa” da Google sono la TPU Mobile per i calcoli del machine learning e il processore ”Titan” che riguarda la sicurezza e la crittografia. Sul resto purtroppo non sappiamo altro, anche se dalle indiscrezioni si parla di una mano data da Samsung nella costruzione del processore con elementi visti negli Exynos.
Ed è chiaro che la mossa di Google è quella di avere il pieno controllo del machine learning che poi è effettivamente il cuore pulsante di uno smartphone di ultima generazione. Sarà proprio questa componente ad avere il massimo controllo sul sistema operativo e sulle applicazioni. Sappiamo bene come Google in questo sappia fare bene il suo lavoro e abbia già messo in campo ogni tipo di utilizzo dell’Intelligenza Artificiale. L’azienda potrà implementare ancora di più questi aspetti magari alzando il livello della fotografia dei nuovi Pixel 6 e 6 Pro con le varie modalità ”smart”.
In Italia?
Google sembra voler cambiare marcia per il futuro dei suoi Pixel. L’obiettivo è senza dubbio quello di proporre ai suoi utenti uno smartphone non solo premium con potenzialità importanti per quanto concerne l’usabilità di tutti i giorni. Tutto questo grazie appunto all’Intelligenza Artificiale. Uno smartphone capace di spingere Google dove non è ancora mai arrivata in questi anni se non con il suo sistema operativo divenuto ormai sicuro e anche maturo. L’introduzione di un processore fatto in casa di certo è il primo passo fondamentale per catturare l’attenzione del pubblico che potrà ora fidarsi di Google anche da questo punto di vista con uno smartphone potente, intelligente ma soprattutto sicuro grazie al chip Titan M2 e alla parte di security di Tensor.
In Google sono pronti a lanciare la sfida agli altri e sono pronti anche a mettere sul campo una massiccia campagna pubblicitaria perché per Google è forse questo il vero Google Phone. In Italia speriamo di vederlo, perché sul Google Store è presente solo la dicitura ”Coming Fall ’21” tra i vari menu ma purtroppo, a differenza degli altri mercati anche europei, non vi è un rimando ad una pagina specifica che parla dei nuovi Pixel. E speriamo di vederli anche da noi perché questa volta siamo sicuri che Google potrebbe colpire al cuore anche gli italiani.
Pixel 6 e Pixel 6 Pro faranno il loro debutto sul mercato entro l’autunno. Non è dato a sapere con quali prezzi (non saranno smartphone economici) e al momento non è stata resa nota una data di uscita precisa: ne sapremo di più in seguito.
Motorola ha annunciato ieri tre nuovi smartphone della serie Edge 20. Il produttore statunitense ha puntato molto sulle capacità fotografiche, ma sono state introdotte per il Motorola Edge 20 anche nuove funzionalità business per l’utenza aziendale, ovvero le piattaforme Ready For e Thinkshield for mobile.
Motorola Edge 20 per la produttività
Ready For può essere definito l’equivalente Motorola di Samsung DeX. Gli utenti che acquisteranno i nuovi Edge 20 potranno collegare lo smartphone in modalità wireless a monitor o TV con supporto alla tecnologia Miracast. Dopo aver effettuato la connessione, sullo schermo apparirà il Ready For Experience Hub. Lo smartphone si trasforma così in un telecomando o in un “air mouse”.
Ready For PC consente invece di condividere i contenuti tra smartphone e PC, quando collegati alla stessa rete WiFi. Dopo aver installato l’applicazione per Windows 10 e inquadrato il codice QR, sullo schermo apparirà Ready For Mobile Desktop. In assenza di connessione fissa è possibile usare il traffico dati, ma occorre il collegamento via USB Type-C.
Ready For PC permette inoltre di trasformare lo smartphone in una webcam full HD per videochiamate e live streaming sui social network. Ready For PC funziona su tutti gli smartphone della serie, ma non c’è la funzionalità webcam su Edge 20 Lite. Ready For è invece disponibile solo su Edge 20 e Edge 20 Pro.
Thinkshield mobile è una piattaforma per la gestione degli smartphone Edge 20 in azienda. Gli amministratori IT possono testare gli aggiornamenti prima dell’installazione, controllare le connessioni WiFi, cambiare le impostazioni di Ready For, scegliere le policy di sicurezza ed eseguire altre operazioni da remoto. Tutte le funzionalità sono accessibili tramite l’app OEMConfig pubblicata sul Google Play Store.
WhatsApp è l’applicazione di messaggeria istantanea più popolare del pianeta. Quello che molti utenti non sanno è che, oltre alle chat, alle chiamate e alle videochiamate, WhatsApppermette di inviare messaggi a noi stessi. Si tratta di un trucco untile, da utilizzare anche per i promemoria. Vuoi scoprire perché è utile mandare messaggi a se stessi su WhatsApp? In questo articolo ti spiegheremo come fare.
Perché inviare messaggi WhatsApp a se stessi?
Scrivere a se stessi su WhatsApp può sembrare una cosa stupida. Tuttavia, tutto ciò potrebbe anche avere dei vantaggi, tra cui:
Avere una chat WhatsApp in cui sei solo tu, trasmittente e ricevente dei messaggi, può sembrare sciocco. Tuttavia, questo trucco ha molti vantaggi, tra cui:
Prendere appunti: con questo trucco potrai annotare la lista della spesa, la serie TV che il tuo amico ti ha consigliato o a chi hai prestato il libro che tanto ti è piaciuto. Tutte queste informazioni saranno salvate in una chat che potrai vedere solo tu (da smartphone o dalla versione WhatsApp per PC). Inoltre, utilizzando la funzione Cerca trovare gli appunti memorizzati sarà veramente semplice.
Salvare informazioni in cloud: questo trucco ti permette di salvare tutti i tipi di file e dati, dai video alle note vocali, fino alle carte di imbarco e i luoghi che intendi ricordare. L’importante è assicurarti di condividere ciò che desideri salvare nella chat con te stesso, come se si trattasse di una memoria virtuale o di un servizio in cloud facilmente accessibile.
Inviare messaggi a te stesso WhatsApp
Anche se sembra ovvio, la prima cosa da fare per cominciare a mandare messaggi a se stessi su WhatsApp, è installare l’app. La puoi scaricare da qui: WhatsApp per Android o WhatsApp per iOS se sei un utente Apple. Fatto ciò non dovrai far altro che seguire alcuni semplici passaggi:
Inserisci il tuo numero di telefono alla rubrica, come se volessi aggiungere un nuovo contatto, però con il tuo nome e numero.
Apri WhatsApp e crea un nuovo gruppo (premi il menu con i tre puntini verticali in alto a destra e premi Nuovo gruppo)
Seleziona il tuo numero di telefono e quello di un amico, che poi dovrai eliminare. In questo modo tu sarai l’unico contatto attivo in questo nuovo gruppo (WhatsApp non permette infatti di creare da zero un gruppo soltanto con te stesso, per questo motivo all’inizio dovrai anche aggiungere un altro componente).
Dai un nome al tuo gruppo (ad esempio Appunti personali o Note e attività o qualsiasi nome tu voglia scegliere).
Infine, assicurati di rimuovere dal gruppo l’amico o l’amica che hai aggiunto inizialmente.
Niente di più facile! Adesso sarai in grado di scrivere a te stesso su WhatsApp ogni volte che vuoi, accedendo alla chat sia dall’app sia dal tuo PC.
Consiglio utile: oltre a creare una chat con te stesso su WhatsApp, è consigliabile fissarla in alto, come chat preferita, in modo da poterla recuperare facilmente tutte le volte che lo desideri.
Sequenza sblocco schermo dimenticata? Niente paura! Molti utenti avranno avuto la spiacevole sorpresa di aver dimenticato la password blocca schermo del proprio dispositivo mobile e quindi di aver bloccato il proprio smartphone. In questa guida vedremo come sbloccare uno smartphone Android, a causa della password errata.
Sequenza di sblocco dimenticata Android
Se si è dimenticati la password del blocco schermo di un dispositivo Samsung o di qualunque telefono Android, ecco che è possibile effettuare due semplici manovre.
Sblocca password schermo tramite Gmail
Questa prima soluzione consente di sbloccare la sequenza dimenticata (il codice di accesso dimenticato) tramite Gmail. Basterà, infatti, continuare a sbagliare il codice, la sequenza, per almeno 5 volte e così si visualizzerà la richiesta di attesa per 30 secondi prima di riprovare. Se non si ricorda ancora, ecco che lo stesso dispositivo lascerà apparire il recupero tramite account Gmail. Dal PC dunque, se si avrà accesso all’account si potrà ricreare una nuova sequenza.
Nota Bene: Ovviamente il telefono deve essere connesso, sincronizzato con l’account Gmail per poter procedere.
Se hai accesso ad internet
Nella pagina Trova il mio dispositivo, entra con il tuo account associato al tuo cellulare o tablet e seleziona l’opzione Cancella i dati del dispositivo. Conferma cliccando sul tasto con la stessa nomenclatura.
Nota: questa alternativa risulta essere utile anche quando perdi o ti rubano il tuo telefono o tablet, in quanto ti consente di resettarlo a distanza. Tieni presente che l’account si cancellerà, e non potrai però più localizzare il tuo dispositivo e perderai ogni genere di connessione con esso.
Sblocca password schermo tramite hard reset
La seconda alternativa allo sblocco del telefono è quella di fare un hard reset.
È possibile ripristinare il dispositivo utilizzando il Recovery o la modalità di ripristino. Per fare ciò spegni il dispositivo e premi contemporaneamente una combinazione di tasti che può variare a seconda del modello del tuo cellulare o tablet. Ecco le combinazioni più comuni:
* Tasto di accensione + Volume su + Home
Tasto di accensione + Volume giù + Home
Volume giù + Tasto di accensione
Volume su + Tasto di accensione
Volume su + Volume giù + tasto Home
In modalità di ripristino, recovery, lo schermo non sarà più touch, quindi potrai andare su e giù nel menu con i tasti del volume e selezionare l’opzione da te scelta con il pulsante di accensione.
Una volta visualizzato il menu, seleziona wipe data/factory reset > Yes. Quando le informazioni vengono cancellate, scegli Reboot system now.
Recuperare password con hard reset iPhone
Purtroppo se si è dimenticati la password blocco schermo per iPhone questa non può essere recuperata che tramite hard reset.
Se hai immesso troppe volte il codice errato, un messaggio ti informerà che il dispositivo è disabilitato. Inoltre Se non ricordi il codice, dovrai inizializzare l’iPhone, eliminando così i dati e le impostazioni, incluso il codice.
Se hai eseguito il backup dell’iPhone, potrai recuperare i dati e le impostazioni dopo il ripristino del dispositivo. Invece se invece non hai mai eseguito il backup dell’iPhone e hai dimenticato il codice, non potrai recuperare i dati presenti sul dispositivo. Utilizza la procedura riportata di seguito per rimuovere il codice.
Rimuovere il codice su iPhone X o modelli successivi, iPhone SE (2a generazione), iPhone 8 e iPhone 8 Plus
Assicurati che l’iPhone non sia collegato al computer.
Tieni premuto il pulsante laterale e uno dei pulsanti del volume fino a quando viene visualizzato il cursore di spegnimento. Trascina il cursore per spegnere l’iPhone. Collega l’iPhone al computer mentre tieni premuto il tasto laterale. Continua a tenere premuto il tasto laterale finché non visualizzi la schermata della modalità di recupero.
Se hai eseguito il backup dell’iPhone, dopo aver rimosso il codice, ripristina i dati e le impostazioni.
Rimuovere il codice su iPhone 7 e iPhone 7 Plus
Assicurati che l’iPhone non sia collegato al computer.
Tieni premuto il tasto laterale finché non viene visualizzato il cursore di spegnimento. Trascina il cursore per spegnere l’iPhone. Collega l’iPhone al computer mentre tieni premuto il tasto Volume giù. Continua a tenere premuto il tasto Volume giù finché non visualizzi la schermata della modalità di recupero.
Se hai eseguito il backup dell’iPhone, dopo aver rimosso il codice, ripristina i dati e le impostazioni.
Rimuovere il codice su iPhone SE (1a generazione) e iPhone 6s e modelli precedenti
Assicurati che l’iPhone non sia collegato al computer.
Tieni premuto il tasto laterale (o superiore) finché non visualizzi il cursore di spegnimento. Trascina il cursore per spegnere l’iPhone. Collega l’iPhone al computer mentre tieni premuto il tasto Home. Continua a tenere premuto il tasto Home finché non visualizzi la schermata della modalità di recupero.
Se hai eseguito il backup dell’iPhone, dopo aver rimosso il codice, ripristina i dati e le impostazioni.
Ripristinare l’iPhone
Individua l’iPhone sul computer. Quando visualizzi le opzioni per il ripristino o l’aggiornamento, scegli Ripristina. Il Finder o iTunes scaricherà il software per l’iPhone. Se il download impiega più di 15 minuti, l’iPhone uscirà dalla schermata della modalità di recupero e dovrai ripetere la procedura per rimuovere il codice indicata qui sopra per il tuo modello di iPhone.
Scambiare e gestire dati tra PC e smartphone Android è super facile grazie ad AirDroid, un programma creato nel 2011 e aggiornato nel 2014. Grazie alla nuova versione AirDroid2, è stato possibile migliorare le funzionalità dello stesso programma, il quale è diventato più versatile e più ricco.
Le novità della nuova versione AirDroid2
Oltre alla sua mobilità di utilizzo la nuova versione di AirDroid2 consente di localizzare il dispositivo su una mappa; trasferire i dati da rete mobile; controllare la fotocamera del proprio dispositivo e trasferire tutti i dati desiderati da ogni PC e da ovunque ci si trovi.
AirDroid2
Connettersi al servizio AirDroid permette di visualizzare tutte le funzioni disponibili: Trasferimento di dati: musica, foto, documenti, leggere e inviare un messaggio direttamente dall’applicazione, cartelle export / import, eliminare i file e creare nuove cartelle. Possibile anche creare contatti e fare una telefonata direttamente dall’applicazione.
Come scaricare e installare AirDroid2
La versione gratuita consente di trasferire più di 100MB di dati su rete mobile mentre 1GB è disponibile per versione premium. Per ulteriori informazioni riguardanti i prezzi ecco il link. Per poter procedere al download e all’installazione di AirDroid2 è richiesta almeno una versione Android 2.2 o successiva. Dopo aver provveduto alla sua installazione bisognerà connettere il proprio dispositivo al servizio, entrare nel sito ufficiale di AirDroid: http://web.airdroid.com/ e poi cliccare sul tasto Scan QR Code o inserire la propria mail o password. Cliccare Conferma per poter iniziare ad utilizzare questa nuova funzionalità Android.
Un nuovo tentativo di truffa tramite WhatsApp è stato segnalato da moltissime persone, in Italia. Fate attenzione, quindi, e cercate di adottare dei piccoli accorgimenti per evitare brutte sorprese ed evitare il furto dell’account WhatsApp.
Ormai le truffe via web, SMS, ed anche WhatsApp, sono all’ordine del giorno. Sempre più comuni infatti, quelle che avvengono per via telematica ed a cui bisogna stare attenti.
Molti utenti segnalano che un numero, dalla provenienza non italiana, invia messaggi qualificandosi come Team WhatsApp, in cui chiede a chi lo riceve di verificare il suo numero di telefono a causa di segnalazioni da parte di persone che avrebbero segnalato quel numero per utilizzo improprio.
Si tratta di una bufala. In questo modo si rischia di mettere le nostre informazioni personali nelle mani di malintenzionati. La cosa avviene in più passaggi. Il numero: +45 92 45 63 72 ci contatta sulla App con un messaggio, dove dice di essere un’”Azienda di WhatsApp”, e che bisogna assolutamente verificare il nostro numero, indicando i passaggi da seguire. La Polizia Postale segnala un’altra truffa che sta causando numerosi furti di account WhatsApp, che mette in guardia da finti messaggi di testo apparentemente inviati da contatti presenti in rubrica che chiedono di fornire il codice di sicurezza necessario per attivare WhatsApp. Rispondendo all’SMS si fa scattare la trappola, offrendo ai criminal hacker la possibilità di attivare un nuovo account WhatsApp su un dispositivo diverso, ma riferito al numero telefonico della vittima prescelta che, di fatto, si vede così rubare account ed identità.
Come difendersi dalla truffa?
È la stessa Polizia Postale ad indicare tre semplici consigli utili per proteggersi da questa nuova truffa mirata al furto di account WhatsApp via SMS:
non dare seguito a richieste di invio di alcun codice, tramite SMS, anche se provenienti da contatti presenti in rubrica;
non cliccare su eventuali link presenti negli SMS;
attivare la cosiddetta “verifica in due passaggi”.
Poche settimana fa il ricercatore di sicurezza Carl Schou ha scoperto un bug in iOS che può disabilitare completamente un chip WiFi di un iPhone, si tratta del nome di questa rete SSID denominata “%secretclub%power”.
“Dopo essere entrato nel mio WiFi personale con l’SSID ”%p%s%s%s%s%n”, il mio iPhone ha disabilitato permanentemente la sua funzionalità WiFi. Né il riavvio né la modifica dell’SSID lo risolvono” aveva scritto Carl Schou su Twitter.
Nuovo bug
Lo stesso ricercatore di sicurezza ha scovato in questi giorni un altro bug di funzionamento del WiFi. A differenza del precedente, il nuovo SSID (denominato “%secretclub%power”) crea un problema ancora più grave. Questo perché il semplice ripristino delle impostazioni di rete non garantisce che il WiFi torni a funzionare. Al momento l’unica soluzione sembra essere l’hard reset dell’iPhone afflitto da questo bug.
“Puoi disabilitare permanentemente il WiFI di qualsiasi dispositivo iOS ospitando un Wi-Fi pubblico chiamato “%secretclub%power”. Il ripristino delle impostazioni di rete non è garantito per risolvere il problema” ha scritto Carl Shou su Twitter.
Quali sono le reti che possono causare il bug
Il problema, a quanto sembra, sono le reti Wi-Fi con simboli percentuali nel nome. La sola presenza del simbolo % nel nome della rete è in grado di disabilitare il Wi-Fi non solo sull’iPhone ma anche su altri dispositivi iOS. L’esempio fornito dal ricercatore è quello con una rete di nome %secretclub%power: il dispositivo non si è mostrato in grado di connettersi né di utilizzare qualunque funzionalità correlata anche dopo aver ripristinato le impostazioni di rete.
Già alcune settimane fa i ricercatori avevano capito che connettersi a una rete di nome SSiD %p%s%s%s%s %n sarebbe causa di un bug nello stack di rete di iOS tale che anche le funzionalità del sistema come AirDrop risulterebbero inutilizzabili. In attesa che Apple intervenga con un aggiornamento software correttivo, non collegare il tuo iDevice ad una rete WiFi che ha un SSID denominato “%p%s%s%s%s%n”. Oppure un SSID denominato “%secretclub%power” o qualsiasi SSID contenente le sequenze di caratteri (%s, %p e %n) che sfruttano un errore di codifica del formato stringa.
La possibile spiegazione del bug iPhone Wi-Fi
9to5 Mac – portale che si occupa di iPhone e Apple a 360° – ha provato a dare una spiegazione a questo bug iPhone Wi-Fi. «La sintassi ‘%[character]’ viene utilizzata nei linguaggi di programmazione per formattare le variabili in una stringa in output. L’identificatore ‘%n’ indica il salvataggio del numero di caratteri scritti nella stringa di formato. Il sottosistema Wi-Fi – continua il sito – probabilmente passa il nome della rete Wi-Fi (SSID) non sterilizzato a qualche libreria interna che sta eseguendo la formattazione delle stringhe. Questo a sua volta provoca una scrittura arbitraria della memoria e un overflow del buffer». La conseguenza è che la memoria viene corrotta e il sistema watchdog di iOS agisce disabilitando il Wi-Fi per l’utente.
Il bug può essere aggirato, secondo gli esperti, evitando di connettersi a reti che abbiano il simbolo percentuale nel nome.
Sia Schou che The Verge, che riporta la notizia, hanno provato a contattare la mela senza ricevere – almeno per ora – nessun tipo di feedback.
Tra gli strumenti più utili di Google legati alla produttività c’è sicuramente Google Calendar. Servizio questo utile per creare, condividere e gestire al meglio tutti gli eventi, gli appuntamenti e i promemoria del giorno. In questa guida andremo ad analizzare tutte le sue potenzialità, cercando di darvi alcuni utili consigli che vi aiuteranno a capire come utilizzare al meglio Google Calendar. Prima di farlo però, vediamo brevemente di cosa si tratta, così che anche chi non conosce il servizio potrà approfittarne.
Che cos’è Google Calendar
Per dirla nella maniera più semplice possibile: Google Calendar è una piattaforma online creata da Google per raccogliere tutti i calendari desiderati, così da poterli anche condividere ed esportare (o importare) per l’utilizzo su servizi analoghi. Si basa principalmente sulla sincronizzazione con l’account Google (quello utilizza anche per Gmail). Infatti per questo motivo, non manca una profonda integrazione con tutti gli altri strumenti ideati dalla stessa azienda. Inoltre, offre tutte le sue funzionalità anche al servizio di applicativi di terze parti, in modo da ampliare ulteriormente le sue capacità. In poche parole è uno strumento gratuito per organizzare eventi e appuntamenti attraverso una piattaforma cloud. Ciò significa che con questa agenda elettronica puoi raggiungere in qualsiasi momento il tuoi planning, anche da smartphone.
Google Calendar può essere consultato su tantissimi dispositivi diversi. Questo perché dispone di un’applicazione per smartphone e tablet (sia Android che iOS) e di un’interfaccia online. Quest’ultima accessibile tramite un qualsiasi browser web, sia desktop che mobile. Gli unici fattori necessari saranno: possedere una connessione internet e un account Google.
L’interfaccia di Google Calendar
Per parlare dell’interfaccia di Google Calendar ci concentreremo per lo più sulla piattaforma desktop, in quanto risulta essere quella più utilizzata e ricca di opzioni. Subito dopo aver eseguito l’accesso al sito Web dedicato (inserendo le credenziali Google), apparirà una schermata suddivisa in due zone. La colonna dei menu sulla sinistra e il piano di lavoro principale in tutta la zona centrale e destra.
Il primo elemento che appare in alto a sinistra è il bottone “Crea”, molto utile per avviare la schermata di creazione di un nuovo evento, che affronteremo però nei paragrafi successivi. Subito in basso non manca un piccolo calendario mensile, perfetto per avere a colpo d’occhio l’organizzazione dei giorni in un mese specifico. Il quale ovviamente potrà essere modificato attraverso le frecce nell’angolo a destra. Inoltre, cliccando su un particolare giorno, si verrà trasportati direttamente in quel giorno, mostrando quindi tutti gli eventi e i promemoria creati.
Infine, andando ancora più in basso, si incontreranno tutti i calendari creati. Questi saranno tutti abilitati per la visualizzazione di default, ma togliendo il segno di spunta sulla sinistra verranno momentaneamente nascosti dal piano di lavoro principale. Da qui si potranno anche modificare oppure crearne di nuovi.
Tutta la zona centrale sarà quindi dedicata all’effettiva visualizzazione degli eventi e dei promemoria, i quali potranno anche essere modificati, esportati ed eliminati attraverso semplicissime operazioni. Cliccando su un punto vuoto del piano di lavoro si potrà infatti creare un nuovo evento. Questo senza la necessità di passare per il bottone visto in precedenza. In alto non mancherà la possibilità di navigare tra i giorni, oppure tornare alla timeline attuale cliccando su “Oggi” in alto a sinistra. Aprendo invece il menu a tendina alla destra dell’icona ad ingranaggio delle impostazioni si potrà modificare l’interfaccia. Qui visualizzeremo: solo un giorno, una settimana, un mese, un anno o anche solo 4 giorni.
Creare e aggiungere calendari
Ecco come creare nuovi calendari, in modo da generare un nuovo spazio di lavoro da organizzare. Per farlo bisognerà scendere ancora una volta nella sezione in basso a destra e cliccare sull’icona “+” alla destra di “Altri calendari”. Qui appariranno quindi diverse opzioni. Iscriviti al calendario, per aggiungere automaticamente un calendario creato da un altro utente. Crea nuovo calendario, per crearne uno nuovo personalmente. Sfoglia calendari di interesse, per aggiungerne uno presente nel catalogo offerto dal Google (ad esempio le fasi lunari). Da URL, per aggiungerne uno pubblico e condiviso tramite link, e infine Importa, per importare un file di tipo “.ics”.
Scegliendo “Crea nuovo calendario” si avvierà la schermata di modifica, in cui poter aggiungere il nome, la descrizione e il fuso orario principale. In seguito si potrà ovviamente modificare con le opzioni viste in precedenza.
Come personalizzare un calendario
Prima abbiamo fatto riferimento alla possibilità di modificare i calendari creati e presenti di default, perciò vediamo adesso in che modo farlo. Per avviare la sezione di modifica basterà portare il cursore sul nome del calendario da editare (nella lista in basso a sinistra) e subito dopo cliccare sull’icona con tre puntini che appare alla sua destra. Già da qui si potrà modificare il colore di visualizzazione, ma per tutte le altre opzioni bisognerà scegliere la voce “Impostazioni e condivisione”.
A questo punto si potrà quindi modificare il nome, scrivere una breve descrizione, impostare il fuso orario principale, modificare gli avvisi e le notifiche da impostare di default per i nuovi eventi. Oppure scegliere se renderlo privato o pubblico, con eventuale possibilità di ottenere il link per la condivisione.
Creare un evento con Google Calendar
Arriviamo quindi ad una delle opzioni principali del servizio. Per creare un nuovo evento sarà sufficiente cliccare su “Crea” in alto a destra. Automaticamente si avvierà una schermata miniaturizzata in cui includere le informazioni più importanti. Tra cui: titolo, orario, eventuale ripetizione, luogo, descrizione e tipo di calendario. Cliccando invece su “Altre opzioni” si avvierà la schermata completa in cui inserire informazioni più approfondite o invitare altri utenti a partecipare. Infine, per confermare il tutto, non servirà altro che cliccare sul tasto blu “Salva“.
Ripeti l’evento più volte
All’interno della stessa schermata di creazione (o modifica, visto che sono le stesse) di un evento, si potrà anche decidere se ripetere o meno un appuntamento. Per farlo sarà sufficiente cliccare sul menu a tendina “Non si ripete” (proprio sotto il titolo) e scegliere se ripeterlo: ogni giorno, ogni settimana, ogni mese, ogni anno, oppure creare una ripetizione personalizzata. Inoltre, optando per quest’ultima opzione, sarà anche possibile fissare una data di fine ripetizione.
Come condividere un calendario
Tornando all’interno della schermata di modifica di un calendario (come visto in precedenza) invece, questo si potrà facilmente condividere con altre persone, offrendo anche la possibilità di modifica e personalizzazione degli eventi. Per farlo, basterà scendere in basso fino a raggiungere la sezione “Condividi con persone specifiche” e cliccare sull’opzione “Aggiungi persone”. Da qui si dovrà inserire l’indirizzo Gmail dell’utente e scegliere se consentirgli solo di visualizzare il calendario oppure di poterlo anche modificare.
Inviare email agli invitati
Una volta impostate le dovute personalizzazioni, per inviare il calendario bisognerà cliccare sul bottone blu “Invia”, alla destra di “Annulla”. A questo punto, il destinatario dell’invito riceverà due avvisi. Uno all’interno del proprio Google Calendar e uno tramite messaggio email, all’interno del quale non mancherà il tasto relativo all’accettazione e alla successiva importazione del calendario condiviso.
Creare un promemoria con Google Calendar
Con Google Calendar però, oltre agli eventi, si potranno anche gestire i promemoria, i quali verrano anche importati da Google Assistant. Per creare un nuovo promemoria bisognerà cliccare nuovamente su “Crea” in alto a sinistra e subito dopo selezionare l’opzione “Promemoria” sotto il campo dedicato al titolo. Da questo momento in poi, le opzioni di modifica verranno ridotte, in modo da concentrare l’attenzione solo sulla data, l’orario e l’eventuale ripetizione del promemoria. Una volta inserite tutte le informazioni, basterà cliccare su “Salva” per confermare tutto.
Integrare calendari comuni
I calendari comuni, su Google Calendar chiamati “Calendari di interesse”, sono sostanzialmente degli eventi precisi, comuni a chiunque e in genere incentrati su un’unica categoria di informazione. Per fare un esempio banale, il classico calendario delle “Festività italiane” è proprio un calendario comune e viene in genere attivato di default sulla maggior parte dei servizi di questo tipo.
Google Calendar dispone di tantissimi calendari di interesse, i quali possono essere attivati in pochissimo tempo. Per farlo sarà sufficiente cliccare sull’icona “+” alla destra di “Altri calendari” (nell’angolo in basso a sinistra della schermata). Una volta qui cliccare su “Sfoglia i calendari di interesse”. Qui saranno presenti i calendari delle festività di altre religioni, quello delle fasi lunari, oppure delle partite di una specifica squadra sportiva.
Qualora si volesse invece scaricare un calendario comune da Internet, per importarlo basterà cliccare sull’icona “+” alla destra di “Altri calendari” e concludere con “Importa”, così da selezionare il file “.ics” precedentemente scaricato.
Inserire un calendario su un sito web
Un qualsiasi calendario di Google può anche essere interamente pubblicato all’interno del proprio sito web. Questo, grazie attraverso semplici operazioni di copia incolla del codice HTML generato dal servizio. Per procedere, bisognerà prima di tutto cliccare sull’icona delle impostazioni (ingranaggio) in alto a destra e subito dopo continuare con “Impostazioni”.
Ora sarà necessario selezionare il nome del calendario da pubblicare dalla colonna a sinistra della schermata e copiare il codice HTML (dopo aver scelto “Personalizza” per modificarne le opzioni) presente nella sezione “Integra calendario”. A questo punto non servirà altro che incollarlo nella pozione preferita del sito web.
Qualora si volesse invece solo offrire la possibilità di scaricare il calendario, allora bisognerà cliccare sull’icona con tre puntini alla destra del nome del calendario da condividere (nell’angolo in basso a sinistra della schermata), poi su “Impostazioni e condivisione”, aggiungere il segno di spunta alla destra di “Rendi disponibile pubblicamente” e infine cliccare su “Ottieni link condivisibile” che dovrà essere copiato e incollato nella sezione preferita.
Cercare eventi passati
Proprio come su Gmail, anche Google Calendar dispone di filtri di ricerca molto avanzati e precisi. Grazie a questi, si potranno infatti ricercare gli eventi appartenenti a diverse categorie, quelli passati compresi. Per farlo basterà cliccare sull’icona della lente in alto a destra, aprire il menu a tendina cliccando sull’icona del triangolo alla destra del campo di testo e scegliere l’intervallo di date nel quale avviare la ricerca degli eventi. A questo punto, non servirà altro che confermare con “Cerca” in basso.
Aggiungere una videoconferenza
Durante la fase di modifica e creazione di un evento, sarà anche possibile programmare una videoconferenza tramite il servizio “Meet”, anch’esso di proprietà di Google. I passaggi per farlo saranno piuttosto semplici, in quanto messi in primo piano dalla setta azienda.
Subito dopo aver inserito il titolo dell’evento infatti, basterà premere sulla voce “Aggiungi videoconferenza con Google Meet” in basso e automaticamente verrà generato un URL da copiare e condividere con tutti i partecipanti. Ricordiamo però che le conferenze di Meet supportano fino ad un massimo di 100 persone in contemporanea.
Inserire un allegato
Le note degli eventi in Google Calendar possono diventare più complesse e complete di quanto ci si aspetti. Dopo aver infatti effettuato l’accesso alla schermata di creazione o modifica di un evento (come visto nei precedenti paragrafi), in basso apparirà un box dedicato interamente all’aggiunta di dettagli inerenti all’appuntamento.
Fra i tanti, non mancherà anche l’icona relativa all’inserimento degli allegati. Per inserirne uno basterà infatti cliccare sull’icona a forma di graffetta e automaticamente si aprirà una finestra dal quale selezionare il servizio di importazione degli allegati. Questi potranno infatti essere recuperati sia da Google Drive che dal computer stesso. Subito dopo aver selezionato il file desiderato, non servirà altro che confermare con il pulsante “Seleziona” in basso a sinistra.
Sincronizzare Google Calendar con i propri dispositivi
Come avrete sicuramente capito, per sincronizzare gli appuntamenti di Google Calendar sui propri dispositivi, mobile o desktop, bisognerà soltanto avviare il servizio (anche tramite applicazione gratuita per smartphone e tablet) ed effettuare l’accesso con lo stesso account Google. Tutti gli venti sono infatti conservati nel cloud di Google, così da poterli visualizzare ovunque.
In particolare però, qualora si volesse sincronizzare Google Calendar nel calendario di iPhone e iPad (senza scaricare l’app di Google Calendar), bisognerà passare per le impostazioni di sistema. In particolare, andando, su iPhone o iPad, in “Impostazioni”, poi in “Calendario” e infine su “Account”, si potrà configurare l’account Google attraverso l’opzione “Aggiungi account”. Una volta fatto, tutti gli eventi saranno visibili anche sull’app “Calendario” di iOS.
Le scorciatoie di Google Calendar
Il sito Web di Google Calendar è anche ricco di scorciatoie da tastiera, così da rendere ancora più rapida la navigazione del servizio. In particolare, le scorciatoie si dividono in tre gruppi fondamentali: navigazione, modifica di visualizzazione e modifica di eventi.
Per quanto riguarda la navigazione, tra le scorciatoie più comode riportiamo: T per tornare al calendario di oggi, S per aprire le impostazioni, R per aggiornare il calendario, / per avviare la ricerca e G per passare ad una data specifica.
I controlli di visualizzazione sono invece: 1 per la visualizzazione Giorno, 2 per quella Settimana, 3 per quella Mese, 4 per quella Personalizzata e infine 5 per l’Agenda.
Le scorciatoie più utilizzate riguardano però la modifica degli eventi. C per creare un nuovo evento, E per vederne i dettagli, CANC per eliminarlo, Z per annullare un’operazione ed ESC per uscire dai dettagli e tornare alla visualizzazione del calendario.
Esportare e importare eventi in Google Calendar
Infine, prima di chiudere con la guida, vediamo in che modo importare o esportare particolari calendari. Per quanto riguarda la prima delle due operazioni, abbiamo visto più volte che per generare un nuovo calendario è necessario raggiungere la sezione dei calendari in basso a sinistra e cliccare sull’icona “+” alla destra di “Altri calendari”. Una volta fatto, apparirà la voce “Importa”, all’interno della quale si dovrà trascinare il file “.ics” contenente il calendario, oppure selezionarlo dopo aver cliccato su “Seleziona il file dal computer”.
Per esportare un calendario bisognerà invece tornare nella sezione in basso a sinistra, cliccare sull’icona con tre puntini alla destra del nome del calendario da esportare e poi continuare con “Impostazioni e condivisione”. Qui, proprio sotto la sezione di modifica, comparirà il tasto “Esporta calendario”, che se premuto genererà un file “.ics” contenente tutti gli eventi del calendario scelto. Attenzione però, perché alcuni calendari, come ad esempio quello dedicato ai compleanni, non potranno essere esportati. In questo caso il tasto di esportazione non sarà presente.
Google Calendar for Business: di cosa si tratta
Oltre al calendario per la famiglia è disponibile anche una versione aziendale, Google Calendar for Business, con cui si possono creare e gestire calendari specifici per i progetti in team. Questa funzionalità è compresa all’interno del pacchetto GSuite by Google Cloud. Un servizio questo che permette di archiviare i file sui server di Google, per condividere in tempo reale ogni informazione e attività del calendario. In questo caso si tratta di un servizio a pagamento, tuttavia è possibile richiedere un periodo di prova gratuito.
Google Calendar for Business è integrato con diverse applicazioni, tra cui Gmail, Google Drive, Hangouts e Sites, con soluzioni e piani tariffari sviluppati appositamente per ogni esigenza, dalle piccole aziende ai liberi professionisti, dai lavoratori in remoto alle grandi imprese. Con questo programma è possibile pianificare le riunioni, verificando in tempo reale la disponibilità dei colleghi e dei dipendenti che lavorano da casa. Inoltre è possibile accedere da qualsiasi dispositivo, condividere le risorse e pubblicare dei calendari pubblici sul web.
Google Calendar Famiglia: cos’è e come funziona
Una funzionalità innovativa permette di creare un calendario per la famiglia, in cui ogni componente del nucleo familiare può aggiungere eventi e attività, per condividere le informazioni e gestire gli appuntamenti, ad esempio delegando il ritiro della spesa. Oppure ricordando al proprio compagno di andare a prendere il bambino alla festa di compleanno di un amico. Per attivare questo servizio bisogna innanzitutto creare una famiglia su Google, andando sul sito web families.google.com, dove è possibile impostare un gruppo con un massimo di 6 partecipanti.
Con i dispositivi mobili è possibile scaricare Google One, un’applicazione che consente di gestire i gruppi e le famiglie, altrimenti basta accedere tramite la versione online. Poi è necessario aprire Google Calendar, creare un nuovo calendario e condividerlo con il gruppo della famiglia, gestendo tutte le funzionalità all’interno della sezione Impostazioni. Per aggiungere un impegno bisogna accedere all’applicazione, cliccare su Crea un evento, selezionare il nome del calendario della famiglia, inserire l’evento e salvarlo.
Anche le chiamate sono ormai progredite grazie all’arrivo dei Social Network e ai servizi di chiamata via Internet. Questo significa che non è più necessario possedere una SIM (o quasi) per affrontare una conversazione audio, ma semplicemente una connessione Wi-Fi. Inoltre, tutto potrà essere fatto anche semplicemente da computer e senza il bisogno di recuperare il proprio smartphone. Oggi andremo quindi a vedere come telefonare/chiamare da PC o Mac gratis, concentrando l’attenzione sulle piattaforme più popolari e utilizzate in questo campo.
Chiamare da PC con WhatsApp
Iniziamo con il Social Network per eccellenza, ovvero WhatsApp. Diciamo che, per poter effettuare delle chiamate con WhatsApp tramite PC bisognerà utilizzare necessariamente l’applicazione desktop disponibile per PC. Attualmente non è infatti possibile sfruttare la funzione sfruttare il portale online di WhatsApp Web.
Prima di tutto quindi, sarà necessario effettuare il download del programma, disponibile sia per PC Windows a 64-bit che a 32-bit. Per farlo basterà raggiungere la pagina ufficiale cliccando su questo link e subito dopo utilizzare il tasto “Scarica per Windows” in basso a destra. Il sito riconoscerà automaticamente la versione del sistema operativo da scaricare, ma, qualora fosse errata, si potrà comunque scegliere una versione alternativa cliccando su uno dei collegamenti in basso.
Una volta concluso il download, bisognerà effettuare un doppio click sul file scaricato e avviare la procedura di installazione e prima configurazione. A questo punto ovviamente sarà necessario impugnare il proprio smartphone per inquadrare il codice QR da connettere. Tutta la procedura sarà comunque opportunamente illustrata dalle schermate del programma su PC.
Quando la configurazione sarà completa, si potrà chiamare da PC e procedere con l’avvio della chiamata o videochiamata. Per farlo basterà ricercare il nome del contatto desiderato e cliccarci su (la rubrica verrà duplicata direttamente dall’app per smartphone), così da avviare la schermata di conversazione. In alto appariranno quindi due icone: quella della cornetta, utile per avviare una chiamata audio e quella della videocamera, necessaria invece per effettuare videochiamate. Una volta cliccata l’apposita icona, la telefonata partirà immediatamente.
Chiamare da Mac con WhatsApp
Tutto ciò che abbiamo detto nel paragrafo precedente ha esattamente lo stesso valore anche su Mac, in quanto i limiti e i passaggi da seguire risulteranno sostanzialmente gli stessi. Il sito utile per effettuare il download è anch’esso identico e può essere raggiunto cliccando su questo link.
Il processo di installazione varierà leggermente, in quanto, in questi caso non servirà altro che trascinare l’icona di WhatsApp nella cartella “Applicazioni” e il gioco sarà fatto. Ora basterà aprire l’app appena scaricata e completare la configurazione del servizio attraverso il codice QR e l’applicazione per smartphone.
Se non ti viene mostrato il tutorial iniziale, pigia invece sul pulsante + collocato in alto a destra oppure sulla voce Scannerizza il codice QR e inquadra il codice QR come spiegato in precedenza.
A questo punto tutto ciò che bisognerà fare sarà cercare il contatto interessato tramite il campo di testo in alto a sinistra. Selezionare il suo nome per aprire la schermata di conversazione e cliccare sull’icona della cornetta in alto per effettuare una chiamata vocale o quella della videocamera per avviare una videochiamata.
Chiamare da PC con Skype
Per chiamare da PC con Skype, si dovrebbe fare un discorso un po’ più ampio. Questo perché grazie al “credito”, si potranno effettuare anche delle classiche chiamate verso numeri di telefono fissi o mobili, senza quindi la necessità che l’interlocutore disponga di un account Skype. Tuttavia, il suddetto credito deve essere acquistato e visto che in questa guida affronteremo solo i metodi gratuiti per effettuare chiamate, lasceremo perdere questo particolare strumento.
Detto questo, per utilizzare correttamente le chiamate e le videochiamate di Skype tramite Internet, sarà necessario possedere un account di Microsoft e anche l’applicazione del servizio sul proprio PC. Quest’ultima potrà essere scaricata cliccando su questo link e utilizzando il tasto nella colonna di sinistra. Invece per creare un account Microsoft gratuito, qualora non si possedesse già, si potrà proseguire tramite questo link.
Una volta scaricato il programma, basterà quindi aprirlo e successivamente accedere tramite l’account Microsoft creato precedentemente. Ora bisognerà ricercare l’account dell’utente da chiamare o videochiamare (che dovrà ovviamente possedere un account Skype) utilizzando la barra di testo. Oppure possiamo cliccare sull’icona della rubrica nel caso in cui il contatto sia già stato invitato in precedenza. Selezionando il suo nome si aprirà la schermata di conversazione, con all’interno l’icona della cornetta, utile per avviare una telefonata audio e quella della videocamera per avviare una videochiamata.
Come telefonare da Mac con Skype
Anche in questo caso, per effettuare delle chiamate con Skype su Mac, varranno le stesse considerazioni viste per PC Windows. Per effettuare il download dell’app bisognerà quindi utilizzare l’opportuno tasto presente in questa pagina. Mentre, per creare un account Microsoft gratuito si potrà proseguire tramite questo link.
Dopo aver installato l’applicazione sarà quindi possibile accedere tramite l’account gratuito di Microsoft creato in precedenza e procedere con la ricerca dei contatti. Per farlo, bisognerà utilizzare il campo di testo in alto a sinistra per ricercare il nome utente interessato oppure cliccare sull’icona della rubrica per selezionare un contatto già salvato.
Selezionando il nome preferito si avvierà quindi la schermata di conversazione. Una volta qui si potranno avviare delle chiamate vocali o videochiamate, cliccando rispettivamente sull’icona della cornetta o della videocamera. Ovviamente anche l’interlocutore dovrà possedere Skype, altrimenti non apparirà tra i contatti disponibili.
Telefonare da PC con Facebook Messenger
Quasi tutte le funzionalità di chiamata di Facebook Messenger sono disponibili sia sul sito Web di Messenger che sull’applicazione gratuita per PC Windows e Mac, scaricabile attraverso questo portale. Tuttavia, qualora si volessero effettuare delle videochiamate di gruppo, bisognerà utilizzare necessariamente l’applicazione, in quanto non sarà possibile farlo dal sito Web. Inoltre, per accedere a Messenger non sarà necessario possedere un account Facebook, ma sarà anche possibile attivare, eventualmente, un nuovo profilo esclusivamente dedicato alla piattaforma di messaggistica, utilizzando soltanto il numero di telefono.
In ogni caso, sia l’interfaccia Web che dell’app per PC Windows e Mac sarà esattamente la stessa e i passaggi per effettuare delle chiamate non varieranno in alcun modo. Per procedere basterà quindi utilizzare la barra di ricerca in alto a sinistra per cercare il nome dell’utente preferito (che dovrà possedere un account Messenger). Una volta qui cliccarci su per aprire la schermata di conversazione. Qui saranno quindi presenti le icone della cornetta per avviare una chiamata vocale e quella della videocamera per avviare invece delle videochiamate (anche di gruppo, ma solo con l’app).
Telefonare da PC Windows collegando uno smartphone Android
All’interno dei computer con Windows 10 (e successive versioni) è presente l’applicazione “Telefono”. Tale app sarà in grado di sfruttare uno smartphone Android (a partire dalla versione 7) per effettuare delle chiamate attraverso la connessione Bluetooth. Questo significa che, tutto ciò che occorrerà per completare l’operazione sarà possedere due dispositivi dotati dei suddetti sistemi operativi e giusto qualche secondo di tempo per connetterli tra loro.
Per avviare la connessione sarà infatti sufficiente aprire le impostazioni del PC Windows. Poi successivamente avviare la schermata dedicata alle connessioni, all’interno della quale bisognerà scegliere l’opzione “Bluetooth” e ricercare un nuovo dispositivo. A questo punto basterà rendere visibile lo smartphone Android dalle impostazioni del Bluetooth (in genere risulta essere visibile di default) e automaticamente apparirà tra i device disponibili per l’accoppiamento sul computer. Cliccando sul suo nome si stabilirà immediatamente una connessione fra i due..
Arrivati a questo punto, si potrà procedere con la chiamate. Per farlo basterà aprire l’applicazione “Telefono”, selezionare la voce “Chiamate” e concludere la configurazione rapida. Da questo momento in poi sarà possibile sfruttare la stessa app per avviare delle chiamate (classiche, senza connessione Internet). Quest’ultime saranno effettuate tramite la SIM dello smartphone Android, il quale dovrà comunque rimanere nel raggio del Bluetooth (circa dieci metri da PC).
Telefonare da Mac collegando un iPhone
Infine, chiudiamo con la controparte della famiglia Apple, ovvero la connessione diretta tra iPhone e Mac, sia che esso sia fisso o portatile. Partiamo col dire che, quasi tutte le funzioni di “sincronizzazione” tra smartphone e computer dell’azienda di Cupertino passano per un servizio definito Continuity (o Continuità in italiano), il quale funzionerà esclusivamente a partire da iOS 8. Per quanto riguarda macOS invece, basterà tenere aggiornato il software ad una qualsiasi versione a partire da OS X Yosemite.
Vediamo quindi quali sono le condizioni necessarie per sfruttare le chiamate su Mac attraverso iPhone. Innanzitutto, entrambi i dispositivi dovranno avere il Wi-Fi attivo e, ovviamente, dovranno essere connessi alla stessa rete (Wireless o cablata). Inoltre, di fondamentale importanza, tutti e due i device dovranno essere configurati con lo stesso Apple ID e dovranno aver eseguito l’accesso all’app di FaceTime (basta aprirla e inserire l’account dell’Apple ID).
A questo punto, su iPhone, bisognerà aprire l’applicazione “Impostazioni”, continuare con “Telefono” e assicurarsi che all’interno di “Chiamate su altri dispositivi” siano attivi i toggle relativi a “Consenti chiamate” e al nome del Mac dal quale rispondere. Su Mac invece, sarà necessario aprire l’app di “FaceTime”, continuare con “FaceTime” nella barra dei menu in alto a sinistra, cliccare su “Preferenze”, spostarsi nella sezione “Impostazioni” e abilitare la voce “Chiamate da iPhone”.
Da questo momento in poi, ogni volta che l’iPhone connesso riceverà una chiamata, questa verrà duplicata anche sul Mac, offrendo ovviamente la possibilità di rispondere tramite il microfono del computer. Per poter avviare una nuova chiamata invece, bisognerà utilizzare l’applicazione “Contatti” o “FaceTime”, all’interno delle quali appariranno le icone della cornetta e della videocamera, utili per avviare una telefonata o una videoconferenza.
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