Una nuova funzionalità di Chrome: Tab Search, di grande utilità. Specialmente se si utilizzano più schede contemporaneamente.
Avevamo già parlato in precedenza delle nuove funzionalità di Chrome, ad esempio, come raggruppare le tab. L’aggiornamento alla versione 90 di Chrome rilasciato la scorsa settimana per qualcuno ha comportato la comparsa, nell’angolo superiore destro dell’interfaccia, di una piccola icona circolare con una freccia che punta verso il basso. Di cosa si tratta? Della funzionalità Tab Search, ossia, ricerca tra le schede.
È utile soprattutto per coloro che durante le lunghe sessioni trascorse online si trovano a dover fare i conti con un gran numero di schede aperte nel browser. Di fatto permette di eseguire una ricerca per trovarne immediatamente una specifica, senza doverle passare tutte in rassegna: basta specificare una parola chiave. Non tutti possono ancora fruirne, poiché il rollout è al momento limitato a una porzione di utenti. A dire il vero un modo per attivarla in modo forzato c’è.
Bisogna passare dai flag di Chrome. Questa schermata ci permette di accedere ad una sorta di menu attraverso il quale abbiamo la possibilità di attivare o disattivare delle funzioni sperimentali. Il primo step è quello che prevede di digitare “chrome://flags/” (senza virgolette) nella barra dell’indirizzo, per poi scrivere “tab search” nel campo di ricerca. Questa schermata ci permette di accedere ad una sorta di menu attraverso il quale abbiamo la possibilità di attivare o disattivare delle funzioni sperimentali. La voce corretta comparirà in automatico. Nel caso in cui non dovesse comparire è possibile aggiungere il plug in attraverso questo link.
Una volta trovata la voce attiviamola cliccando su enabled.
Abbiamo così attivato la nostra funzione, che ci permetterà di risparmiare tempo e di muoverci facilmente all’interno delle nostre schede.
A questo punto muoversi ed effettuare ricerche all’interno delle varie tab è un gioco da ragazzi.
Chi non vuol avere a disposizione la nuova caratteristica, ovviamente, in Enable Tab Search deve scegliere la voce Disabled; scegliendo Default.
Sparisce la mela sul frontale, non serve più: impossibile non riconoscere il nuovo iMac da 24” con un solo centimetro di spessore (praticamente da record!) in mezzo a decine di modelli di all in one, tipologia di computer desktop che si contraddistingue per avere tutte le componenti uniti in un unico blocco. Apple realizza quello che è un prodotto unico, coloratissimo come gli iMac di un tempo e con uno spessore di soli 11,5 mm.
Tutto per un computer vero, un all in one, che capitalizza al massimo le potenzialità offerte dal processore M1. Il processore è lo stesso M1 usato su MacBook Air, MacBook Pro da 13” e sul Mac Mini, un processore fatto in casa del quale conosciamo già in tantissimi pregi e i pochi difetti. Le app ottimizzate per Apple Silicon si aprono in una frazione di secondo, si possono tenere aperte sullo schermo decine di applicazioni in contemporanea e nonostante questo il processore resta fresco, e richiede una dissipazione minima.
Apple ha preso la base del Mac Mini, unico Mac con Apple M1 alimentato a corrente, e ci ha aggiunto un display retina da 4.5K di risoluzione da 24”. Il risultato? E’ il nuovo iMac.
L’elettronica risiede nella parte bassa, e trattandosi di un SoC con dentro tutto quello che serve possiamo dire che il nuovo iMac è una sorta di iPhone gigante, o iPad gigante, sul quale gira macOS Big Sur.
Storage
Lo spazio sulla scheda madre è occupato quasi esclusivamente dallo storage, saldato, e dalle memorie che sono inserite sul processore stesso. Rispetto agli iMac del passato quest’ultime non sono più espandibili. Apple vende due versioni: un modello che parte da 1.499 euro che usa lo stesso M1 del MacBook Air base, CPU a 8 core e GPU a 7 core con 8 GB di RAM e 256 GB di storage e una versione che invece parte da 1.719 euro con CPU e GPU a 8 core ma con sempre 8 GB di memoria e 256 GB di storage.
Le differenze tra le due versioni non si fermano solo al core in più nel processore grafico. Il modello più economico è disponibile in meno colori e ha solo due porte Thunderbolt. L’altro modello invece, quello che parte da 1.719 euro, è disponibile in tutti i colori e oltre alle due Thunderbolt ha anche due porte USB C tradizionali.
Il modello più costoso ha anche la gigabit ethernet che Apple ha inserito, per questione di eleganza, nell’alimentatore esterno. Porta quella di rete assente sul modello entry level.
Cambia anche la dotazione: la versione base ha la tastiera standard, le versioni più costose hanno la tastiera con touch id integrato.
Apple vende anche una versione da 1.949 euro con 512 GB di storage. E’ anche possibile come sempre configurare l’iMac portando la memoria a 16 GB (nessun modello preconfigurato esce con 16 GB) e lo storage a 2 TB. Il prezzo cresce, crediamo non di poco: ancora sul sito italiano il configuratore non è attivo.
11,5 mm di spessore
Nei suoi 11,5 mm di spessore (meno di 5 kg di peso) questo computer concentra la potenza di fuoco di un impianto stereo e di un home cinema. Un solo centimetro di spessore fa di questo iMac da 24″ il nuovo gioiello da record di casa Apple.
Audio
Due ventole tengono il processore fresco durante i processi più pesanti. Sono inserite nella zona bassa insieme al sistema audio che secondo Apple è il miglior sistema audio mai realizzato su un Mac. Ha due woofer che lavorano in contrapposizione ad altri due woofer per smorzare le distorsioni e due tweeter: 6 speaker in totale. Il sistema audio, con configurazione stereofonica, riesce anche a gestire il virtual surround con tracce audio Dolby Atmos.
Schermo
Apple ha migliorato anche la camera frontale portandola a 1080p come quella dei recenti iMac da 27”. Inoltre usa il processore ISP del processore M1 per ottimizzare la resa e il tone mapping. Lo schermo, da 24”, è da 4480×2520 e 218 pixel per pollice, wide color con 500 nits di luminosità di picco. E’ un classico IPS, e usa la tecnologia True Tone per il bilanciamento del bianco.
Il nuovo iMac sarà disponibile a partire da metà maggio, ma può essere preordinato da fine aprile.
Siamo davanti ad un prodotto unico. Con un prezzo che non è affatto basso se consideriamo che alla fine le prestazioni sono quelle di un Mac mini associato ad un ottimo monitor esterno. Si paga tuttavia un design raffinatissimo, elegante, e uno spessore da record con uno schermo comunque di qualità anche se non enorme. E’ un 24”, via di mezzo tra il 21.5” e il 27” che Apple ha usato fino ad oggi.
E’ in arrivo in Italia il nuovo Chromebook x360 14c targato HP, di seguito tutti i dettagli.
Un Chromebook è un notebook che utilizza il sistema operativoChrome OS basato sulla distribuzioneGentoo Linux. I dispositivi vengono principalmente utilizzati per eseguire una serie di attività utilizzando il browser Google Chrome, con la maggior parte delle applicazioni e dei dati che risiedono nel cloud anziché sulla memoria del computer stesso. Sono sempre di più le persone che, in questi ultimi anni, stanno decidendo di acquistare un Chromebook. Che sia per un uso aziendale, per lavorare da casa o più semplicemente per godersi qualche ora di intrattenimento tra serie TV, musica, contenuti in streaming e videogiochi, è in arrivo in Italia il nuovo Chromebook x360 14ctargato HP che offre esattamente tutto ciò di cui si ha bisogno per essere produttivi e per divertirsi.
Caratteristiche di HP Chromebook x360 14c
HP ha appena presentato il suo nuovo Chromebook convertibile, ovvero l’x360 14c. Possiede uno ampio schermo touch che può essere ruotato di 360° per trasformare immediatamente il laptop in un tablet, qualora lo si volesse utilizzare per disegnare, scarabocchiare, prendere appunti (è infatti compatibile con la USI Pen), ma anche per guardare serie TV e film in comodità mentre si è sdraiati sul letto o distesi sul divano.
Andando più nel dettaglio, questo nuovo Chromebook firmato HP sfoggia un bellissimo display FHD Corning Gorilla Glass da 14 pollici di diagonale con bordi molto sottili su tre lati e un rapporto schermo-corpo dell’88%. Il dispositivo ha ottenuto la certificazione EPEAT Gold e per i materiali utilizzati per la sua costruzione rientra tra i PC più sostenibili di sempre.
HP Chromebook x360 14c, infatti, presenta una cover realizzata in alluminio riciclato senza soluzione di continuità. Anche altri suoi componenti utilizzano materiali riciclati, tra cui la plastica potenzialmente destinata agli oceani. Sotto la sua scocca si nasconde un processore Intel Core i5 di undicesima generazione e SSD PCIe fino a 256 GB. Il tutto, accompagnato da due altoparlanti up-firing con Audio by Bang & Olufsen, non solo garantisce prestazioni più alte ma anche un’esperienza di intrattenimento più coinvolgente.
Tra le altre caratteristiche, HP Chromebook x360 14c è dotato di una batteria che garantisce fino a 10,5 ore di utilizzo, Wi-Fi 6, un touchpad di grandi dimensioni, tastiera retroilluminata full-size e lettore di impronte digitali.
Funzionalità di HP Chromebook x360 14c
L’aspetto ancora più interessante è l’integrazione con lo smartphone Android che permette al Chromebook di accedere rapidamente ai contenuti condivisi tra i dispositivi. E’ possibile installarvi le applicazioni preferite dal Google Play Store e accedere al servizio di Game streaming di Google. HP Chromebook x360 14c sarà disponibile entro questa estate con prezzi a partire da 749 euro. Qui puoi leggere la scheda tecnica.
Di seguito abbiamo compilato un elenco di app Windows che daranno al tuo PC maggiore sicurezza, privacy, prestazioni ed utilità. Alcune di queste app hanno anche versioni a pagamento, ma le versioni gratuite sono più che sufficienti per l’uso di base. Ecco 8 app Windows che vale la pena installare.
1. VLC Media Player
Se avessi un euro ogni volta che Windows Media Player mi delude, comprerei anche un nuovo PC. Se stai usando il tuo PC per eseguire file audio / video, ti consiglio di optare per VLC Media Player .
VLC supporta quasi tutti i tipi di formati in modo nativo e viene fornito con dozzine di plugin per personalizzarlo ulteriormente. Puoi scaricare video direttamente dal lettore e persino iniziare a guardarli mentre vengono scaricati. Puoi aumentare il volume fino al 200%, cambiare le skin del lettore multimediale, gestire le playlist, scaricare e gestire i sottotitoli e molto altro ancora.
Soprattutto, VLC Media Player è completamente gratuito da usare senza limitazioni o pubblicità. Sicuramente una delle 8 app Windows che devi installare.
2. IObit Driver Booster
I driver aggiornati sono la chiave per prestazioni stabili del tuo PC a lungo termine. Devi assicurarti che il tuo PC abbia i driver più recenti per goderti le funzionalità più recenti ed evitare problemi di prestazioni. IObit Driver Booster non solo può aggiornare i driver obsoleti del tuo PC, ma può anche installare nuovi driver quando diventano disponibili.
Devi solo eseguire una scansione e lo strumento rileverà ed elencherà automaticamente i driver obsoleti da aggiornare. Ha una versione gratuita e una versione Pro. La versione gratuita funziona bene per l’aggiornamento della maggior parte dei driver, ma la versione Pro è consigliata per l’accesso a driver rari e la priorità ai driver di potenziamento del gioco.
In alternativa, DriverFix è anche una buona opzione che ti consente di aggiornare tutti i driver con un solo clic.
3. Advanced SystemCare
Avrai sicuramente bisogno anche di uno strumento di ottimizzazione del PC, se vuoi evitare la diminuzione delle prestazioni nel tempo. Advanced SystemCare è il nostro strumento di pulizia preferito che mantiene il tuo PC privo di spazzatura e al massimo delle prestazioni. Non solo pulisce il tuo PC, ma personalizza anche le impostazioni per ottenere le migliori prestazioni.
Ha una modalità di gioco integrata che disabilita tutti i processi in background aggiuntivi per liberare tutte le risorse per i giochi. Inoltre, accelera anche la tua navigazione correggendo automaticamente le impostazioni del browser e rimuovendo i dati invasivi della privacy. Per una pulizia regolare, la versione gratuita è più che sufficiente. È possibile ottenere la versione Pro per ottenere una maggiore capacità di scansione e funzionalità relative al browser.
4. FixWin
Anche su un nuovo PC, di tanto in tanto dovrai affrontare i problemi del software. FixWin è uno degli strumenti più potenti per risolvere i problemi di Windows ed è completamente gratuito.
FixWin ha correzioni per centinaia di problemi comuni di Windows classificati in 6 categorie, come Esplora file o Strumenti di sistema. Devi solo trovare il problema che stai affrontando e fare clic su Correggi per risolverlo automaticamente. Puoi anche saperne di più sulle cause e su come risolvere un problema specifico.
5. Greenshot
Creare immagini dello schermo, o screenshot, è una delle attività più comuni per qualsiasi utente, ma le opzioni di base di Windows sono molto limitate. Se vuoi acquisire screenshot in stili diversi e salvarli o condividerli facilmente, avrai bisogno di Greenshot . È uno strumento di screenshot gratuito e altamente personalizzabile che ti consente di acquisire screenshot in base a una finestra, regione, schermo intero e persino screenshot a scorrimento.
È possibile annotare gli screenshot acquisiti e salvarli automaticamente nella posizione desiderata sul PC. C’è anche un’opzione per caricare direttamente lo screenshot nell’archivio online. Ottima anche la sua interfaccia intuitiva; tutte le opzioni sono divise in 7 categorie che rendono molto facile personalizzarlo.
6. Menu di avvio X
Sebbene non sia necessario ottenere questa app, se vuoi di più dal menu Stard di Windows 10, Start Menu X è perfetto. È un menu di avvio alternativo che sostituisce il normale menu di avvio con uno ancora più potente. Ti consente di creare gruppi di cartelle e app senza modificare la loro posizione effettiva. Puoi passare il mouse su una cartella per vedere facilmente le sottocartelle.
Puoi personalizzare l’aspetto del menu di avvio e la sua icona e gestire gli elementi trascinandoli. Ha anche una pratica funzione di opzioni di alimentazione basata su timer che ti consente di spegnere o riavviare il PC dopo un tempo specifico.
7. IrfanView
L’app Foto di Windows è utile per visualizzare le immagini, ma è tutto. Non hai altre funzionalità di modifica aggiuntive oltre a ritaglio, ridimensionamento e annotazione di base. Se desideri uno strumento di visualizzazione di immagini potente ma facile da usare, vale la pena provare IrfanView . È un piccolo strumento per visualizzare e modificare le immagini. Per scopi di editing, potrebbe non essere potente come GIMP, ma è sicuramente tra i migliori strumenti di fotoritocco.
Puoi convertire, comprimere, ottimizzare le immagini con filtri ed esaltatori ed eseguire altre attività di modifica. Ha anche potenti funzioni di visualizzazione come presentazione, rotazione, zoom personalizzabile, visualizzazione HEX, ecc. IrfanView è completamente gratuito e puoi ulteriormente aggiornare le sue funzionalità con i plugin .
8. Il tuo telefono
Le nostre vite dipendono fortemente sia dal nostro PC che dallo smartphone e mentre si lavora sul PC, può essere molto fastidioso raggiungere il telefono per vedere le notifiche e gestirle. L’app Il tuo telefono di Microsoft ti consente di gestire senza problemi il tuo smartphone direttamente dal tuo PC.
Puoi facilmente visualizzare le notifiche del tuo PC Windows e rispondere ai messaggi e ricevere / rifiutare le chiamate. È anche possibile visualizzare i file multimediali sul telefono e spostarli sul PC in modalità wireless. Nel complesso, è l’app complementare perfetta per Windows, quindi potresti non dover mai estrarre il telefono mentre lavori al PC.
Parliamo delle scelte rapide da tastiera, ossia quella serie di operazioni fatte tramite combinazioni di tasti, che ci semplificano di gran lunga il lavoro.
I tasti di scelta rapida sono tasti o combinazioni di tasti che ti permettono da tastiera di eseguire in modo diverso operazioni che normalmente faresti tramite mouse. Alcune sono combinazioni apposite per taluni programmi tipo Word o Office, oppure per Windows. In altre parole sono vere e proprie scorciatoie. Tra le più comuni ci sono ad esempio il copia e incolla (ctrl+c, ctrl+v). Ecco un elenco nutrito.
Scorciatoie da tastiera, le combinazioni di tasti “magiche”
La digitalizzazione aziendale è una delle tante sfide imposte dall’attuale periodo storico. Nonostante la tecnologia sia diventata parte integrante della nostra esistenza, molte aziende faticano a inserirla nei propri processi in modo sicuro e costante. Questo succede soprattutto nelle imprese vecchio stampo che, oltre ad acquisire figure professionali e strumenti adatti, devono operare un profondo cambio di mentalità. D’altronde, digitalizzare non significa esclusivamente inviare un’e-mail al posto di una lettera commerciale. Vuol dire adattare tutti i processi aziendali alle esigenze imposte dall’era digitale, dove velocità d’esecuzione ed efficienza rivestono ruoli cruciali.
Questa operazione si rivela importante soprattutto per le piccole e medie aziende che devono muoversi in un mercato sempre più competitivo e caratterizzato da cambiamenti continui. I consumatori pretendono risultati ottimi in tempi brevissimi e se un’azienda non è in grado di offrire tutto questo, fatica a rimanere a galla. Fortunatamente negli ultimi anni molti imprenditori italiani hanno compreso l’importanza della digitalizzazione. Ciò si deve anche alle agevolazioni statali pensate per chi vuole operare la cosiddetta digital transformation. Sapere cos’è la digitalizzazione, conoscerne i vantaggi e le agevolazioni a disposizione delle aziende è il primo passo per operare un cambiamento efficace
Che cosa è la digitalizzazione?
Molti imprenditori si illudono che digitalizzare la propria attività significhi semplicemente convertire i documenti cartacei in file elettronici da conservare dentro il computer. In realtà la digitalizzazione è un percorso complesso, che richiede un cambio di mentalità e di organizzazione aziendale soprattutto da parte delle imprese con molti anni di attività sulle spalle. Far capire al management che per restare competitivi in un mondo globalizzato le strategie dei primi anni 2000 non sono più efficienti è la parte più difficile. Molto vedono il processo di digitalizzazione come una spesa superflua e non come un investimento ad alto rendimento. L’obiettivo è sfruttare le opportunità offerte dalla tecnologia in modo da aumentare le performance.
Digitalizzazione delle imprese
Occorre rivedere completamente strategia e processi produttivi. Il primo passo è operare una riorganizzazione, introducendo o formando professionisti con competenze digitali. Il secondo passo che facilita la digitalizzazione nelle imprese è l’introduzione di tecnologie capaci di rendere i processi aziendali più fluidi, efficienti e veloci. Non basta avere un computer, creare un indirizzo di posta elettronica oppure usare uno smartphone per sentirsi digitali.
Una delle tante sfide lanciate dalla trasformazione digitale è quella di eliminare la carta dagli uffici. In quest’ottica, i documenti vengono creati, elaborati e archiviati all’interno di computer e con l’aiuto di altri dispositivi elettronici. Non serve più avere registri cartacei, fogli, faldoni, cartelle e quant’altro. Al loro posto compaiono file, cartelle elettroniche, software gestionali, terminali e quant’altro.
Accanto alla creazione e l’archivio di documenti, l’azienda deve pensare ad un nuovo modo di comunicare e condividere informazioni e documenti. Al posto dell’enorme armadio poggiato alla parete dell’ufficio principale, appare quindi una rete aziendale dove i documenti sono facilmente accessibili e condivisibili dai singoli computer dei dipendenti.
Insomma, per capire a colpo d’occhio se un’impresa è coinvolta in un processo di digital transformation basta guardare le scrivanie del personale: se non è presente neanche un faldone e tutto è gestito tramite computer, allora sicuramente si è a buon punto.
Digitalizzazione: quali sono i vantaggi?
Come abbiamo accennato, la digitalizzazione è un processo fondamentale per le piccole e medie imprese, che devono lottare ancora più duramente per imporsi sul mercato. Le loro risorse sono minori rispetto a quelle di una grande azienda: occorre gestire capitali in modo più attento e consapevole.
La digitalizzazione si rivela quindi una scelta necessaria, capace di apportare tanti vantaggi in un’azienda. Innanzitutto, l’eliminazione della carta è una scelta sostenibile e permette di avere un risparmio in termini di spazio: tutto viene conservato e gestito tramite un computer poggiato sulla scrivania, senza archivi e armadi dove magari regna il caos.
Infine, dopo aver definito e assimilato le nuove competenze e gli strumenti digitali, ecco che i tempi necessari per raggiungere un risultato si riducono sensibilmente. Questo è sicuramente il vantaggio competitivo più importante che convincerà definitivamente anche gli imprenditori più incerti. D’altronde il tempo è denaro, quindi meglio sfruttarlo al meglio e introdurre fin da subito la trasformazione digitale in azienda.
Come digitalizzare l’azienda: le agevolazioni
Avviare un processo di digitalizzazione dell’azienda ha un costo, che in alcuni casi può rivelarsi anche piuttosto elevato. Per questo motivo il Ministero dello Sviluppo Economico ha varato una misura economica che aiuti le imprese. L’agevolazione prende il nome di “Voucher per consulenza in innovazione” e prevede un supporto finanziario per le imprese che chiedono aiuto a un Innovation manager per rivoluzionare l’organizzazione e la struttura dell’azienda.
Il MiSE ha anche creato un albo degli Innovation Manager dove le PMI possono scegliere il consulente che meglio si adatta alle proprie necessità. Il Voucher prevede che l’Innovation Manager lavori con l’azienda per un periodo di almeno nove mesi. Le risorse stanziate superano i 90 milioni di euro e per il 2020 e 2021 sono previsti ulteriori fondi.
Il “Voucher per consulenza in innovazione” non è l’unico strumento che le aziende possono utilizzare per avviare il processo di trasformazione digitale. Il MiSE, Ministero dello Sviluppo Economico, mette a disposizione anche fondi per l’acquisto di macchinari intelligenti, mentre le singole Regioni hanno avviato programmi di accompagnamento con fondi dedicati. Il processo di digitalizzazione è ineluttabile e non può essere rimandato: il rischio è di diventare obsoleti e perdere quote di mercato.
Che sia Google Play o Gmail, le app su Android vanno in crash. A centinaia le segnalazioni degli utenti.
Negli ultimi giorni sono state centinaia le segnalazioni su siti come DownDetector, ma anche su Reddit e Twitter, che lamentavano una chiusura improvvisa di alcune applicazioni Android. Un crash che ha riguardato anche Gmail, Google Play e altre app Android legate a servizi bancari e non è un caso che Mountain View si sia messa subito al lavoro per risolvere il problema.
Al centro del malfunzionamento delle app c’è Android System WebView, una componente del sistema operativo che si occupa del rendering delle pagine web attraverso le app Android, per offrire all’utente una navigazione simile a quella che avrebbe con Chrome.
Come risolvere le app Android che vanno in crash
Alcuni utenti hanno cercato di aggirare il fastidioso problema, sfruttando anche i consigli condivisi online per esempio dallo stesso profilo di Samsung su Twitter. Tra questi la disinstallazione degli aggiornamenti proprio di Android System WebView, all’interno delle Impostazioni generali nella sezione App. Se non fosse immediatamente visibile l’app in questione, la si deve cercare dopo aver selezionato i tre puntini in verticale. Dopodiché scegliere di mostrare i servizi di sistema.
Successivamente è però arrivata anche una risposta di Google che su un blog ha detto di aver sistemato il problema relativo al crash di Gmail grazie a un aggiornamento reso disponibile per gli utenti all’interno del Play Store. In particolare è richiesto di aggiornare sia l’app per Android System WebView che quella del browser Chrome.
Secondo Microsoft, gli aggiornamenti cumulativi rilasciati oggi risolvono “un problema che potrebbe causare la visualizzazione di una schermata blu quando si tenta di stampare su determinate stampanti utilizzando alcune applicazioni e potrebbe generare l’errore APC_INDEX_MISMATCH”.
Gli aggiornamenti cumulativi che contengono la correzione rilasciata oggi vengono pubblicati come aggiornamenti facoltativi in modo che non vengano installati automaticamente tramite Windows Update.
Per installare gli aggiornamenti manualmente, è necessario aprire Windows Update e “Verifica aggiornamenti”. Sarà quindi possibile fare clic direttamente su un collegamento per scaricare e installare l’aggiornamento oppure accedere all’area “Aggiornamenti opzionali disponibili” e selezionarlo dall’elenco.
Gli aggiornamenti possono anche essere scaricati manualmente dal catalogo Microsoft utilizzando i seguenti collegamenti:
Dopo aver installato questo aggiornamento, Windows 10 2004 versione 19041.868 e Windows 10 20H2 verranno aggiornati alla versione 19042.868.
Stampanti e piattaforme Windows interessate
Da allora, c’è stato un flusso costante di lamentele sul fatto che la stampa sta causando l’arresto anomalo di Windows 10 con la schermata blu “APC_INDEX_MISMATCH per win32kfull.sys” che si arresta in modo anomalo fino alla morte.
Microsft afferma che questo problema “interessa un sottoinsieme di driver della stampante di tipo 3 ma non influisce sui driver della stampante di tipo 4”. Per trovare il tipo di driver della stampante installato sul sistema, utilizzare i passaggi disponibili Qui.
Le piattaforme interessate da questo problema includono versioni Windows sia client che server:
Client: Windows 10, versione 20H2; Windows 10, versione 2004; Windows 10, versione 1909; Windows 10, versione 1809; Sistema operativo Windows 10 Enterprise LTSC 2019; Windows 10 versione 1803
Server: Windows Server, versione 20H2; Windows Server, versione 2004; Windows Server, versione 1909; Windows Server, versione 1809; Windows Server 2019; Windows Server, versione 1803
Gli aggiornamenti cumulativi che causano schermate blu di Windows 10 durante la stampa sono:
KB5000802 Per Windows 10 2004 / 20H2 e Windows Server 2004 / 20H2
KB5000808 Per Windows 10 1909 e Windows Server 1909
KB5000822 Per Windows 10 1809 e Windows Server 2019
KB5000809 Per Windows 10 1803 e Windows Server 1803
Kit educativo prodotto da ELEGOO denominato Smart Robot Car Kit V3.0, basato sulla scheda controller UNO R3. Il kit è progettato per principianti e professionisti per apprendere l’elettronica, la programmazione e la robotica. Con un tutorial facile da seguire, questo kit per per la costruzione di auto robot è molto semplice e intuitivo.
Presentazione del robot
Il robot che vi viene fornito è da montare seguendo le semplici istruzioni presenti sul manuale che troverete nella confezione, presto anche in italiano. Il manuale è anche scaricabile dal sito ELEGOO in formato pdf; All’interno troverete, tra l’altro, le seguenti informazioni:
I datasheet delle schede e moduli utilizzati
Il manuale di montaggio in italiano
Un corso in 6 sezioni sull’uso del robot completo di programmi
Programma pre caricato nel robot.
Lo Smart Robot Car Kit V3.0 ha diverse modalità di funzionamento come:
auto-go: il robot esegue una sequenza di comandi prestabiliti.
controllo a infrarossi: permette di pilotare il robot tramite il telecomando presente nel kit.
Prevenzione degli ostacoli: in questa modalità il robot si muove autonomamente evitando gli ostacoli che vengono rilevati con il sensore sonar.
Modalità di tracciamento della linea: tramite uno speciale sensore, il robot si muove su una pista tracciata sul pavimento.
Bluetooth Car: in questa modalità è possibile un controllo del robot tramite il cellulare.
Contenuto della confezione
La scatola più grande contiene : le 4 ruote, 4 motoriduttori, il telecomando IR, un cavo USB con uscita connettore B per la programmazione della scheda UNO, un cavo USB con uscita connettore tipo micro per la carica della batteria del robot.
Scatola media contiene: la batteria ricaricabile, i gruppo di componenti per il montaggio del servomotore per il sensore ultrasonico , delle buste con la minuteria, tre diversi cacciaviti necessari al montaggio, un rotolo di nastro adesivo per realizzare la pista per il test del segui linea.
La scatola più piccola contiene: la scheda di controllo UNO, uno shield I/O ad espansione, la scheda controllo motori L298N, un modulo Bluetooth, un modulo Line tracking, un sensore ultrasonico.
Una scatola che contiene i due piani in plexiglas che formano lo chassis del robot
Il manuale di montaggio
Scheda di controllo UNO R3
La scheda di controllo è UNO R3 prodotta da ELEGOO. La scheda monta un ATMEGA328P a montaggio superficiale SMD in package TQFP anziché la versione foro passante a 28 pin. Per l’interfaccia USB/USART è utilizzato l’integrato HT42B534-1 .
Shield I/O ed espansione
La shield di espansione dispone dei pin strip per l’ interfaccia con la scheda UNO, questi sono duplicati per il collegamento di altri moduli/interfacce a cura dell’utente. Sono poi presenti pin per prelevare la tensione di alimentazione, dei connettori polarizzati per il collegamento dei moduli o sensori del robot:
line tracking
Servo azionamento sonar
Alimentazione modulo motore L298N
Controllo modulo motore L298N
Sensore sonar
Sensore infrarosso
Modulo bluetooth
Sono inoltre presenti:
Pulsante di reset
Led presenza alimentazione
Led di servizio collegato al pin D13
Scheda controllo motori L298N
La scheda per il controllo dei 4 motori del robot utilizza il driver L298 della STMicroelectronics, al suo interno troviamo due ponti H integrati, che supportano: un elevato voltaggio (teoricamente sino a 46V), elevate correnti (2A per ponte). Ciascun ponte può essere disabilitato o abilitato tramite il relativo piedino di enable per comandare un motore passo passo o due motori DC direttamente da Arduino o altri microcontrollori.
Modulo Bluetooth tipo BT16 4.2
Il robot utilizza un modulo Bluetooth tipo BT16 4.2, che utilizza il nuovo chip AB1602 Bluetooth 4.2 BLE di Airoha, Il modulo di trasmissione trasparente Bluetooth supporta la modalità di comando seriale, utilizzata per raggiungere l’MCU esterna e l’interazione del modulo. Si può utilizzare il comando porta seriale per configurare i parametri e alcuni controlli, come modificare l’UUID ( Universally unique identifier), modificare il nome Bluetooth, controllare la disconnessione Bluetooth, ecc.
Modulo Line tracking sensor
Il circuito è formato da tre sensori tipo TCRT 5000 con output digitale al cui interno sono presenti un foto transistor accoppiato con un LED sensibile ai raggi infrarossi. L’uscita del diodo termina all’ingresso di un comparatore LM339D insieme al segnale fornito dal trimmer che regola la sensibilità. La quantità di luce riflessa dalla superficie dipende dal tipo di materiale e dal suo colore, che per il bianco è di circa 90% – 100%, mentre per il nero è 0% – 10%. Questo particolare sensore, non riesce a “vedere il colore nero”, per questo motivo il sensore viene utilizzato nei robot per seguire le linee nere disegnate per terra e, da ciò, questo modulo prende il nome di Line Tracking Sensor.
Sensore ad ultrasuoni HC-SR04
Il sensore ad ultrasuoni HC-SR04 ha un campo di misura che si estende da due centimetri a quatto metri e la precisione arriva a 1 cm. Il modulo che viene montato su un servomotore che permette di “scandagliare” l’ambiente, comprende il trasmettitore a ultrasuoni e il relativo ricevitore con circuito di controllo.
Questi sensori ad ultrasuoni non misurano direttamente la distanza, ma forniscono il tempo impiegato da un segnale sonoro per raggiungere un ostacolo e ritornare di nuovo al sensore.
Quando Arduino setta a 1 il Pin Trigger, il sensore invia 8 impulsi ad ultrasuoni. Quando questi poi sono ricevuti, il sensore setta a 1 il pin Echo, viene quindi misurato il tempo che passa tra l’attivazione del pin Trigger ed il settaggio del pin Echo. Infine, nota la velocità del suono, converte il tempo misurato in una lunghezza e ricava quindi la distanza dell’ostacolo.
Sensore raggi infrarossi
Sullo Shield I/O a espansione è presente nel riquadro n° 6 un ricevitore di raggi infrarossi tipo VS1838B, al suo interno sono presenti tutti i circuiti che provvedono all’amplificazione, filtrazione, comparazione del segnale ricevuto sino ad ottenere in’uscita un segnale codificato corrispondente a quello inviato dal trasmittente. Sullo shield è poi presente un led con relativa resistenza dal valore di 1 kΩ di limitazione che segnala la ricezione del segnale.
Nel kit è fornito un piccolo telecomando per inviare i comandi al robot
Materia di metallizzazione del robot
Il robot è alimentato tramite una pacco batteria, Il pacco è sigillato e contiene all’interno un circuito di controllo della carica e scarica delle batterie con led esterno di segnalazione e interruttore di accensione. Nei primi modelli del robot questo era alimentato tramite due batterie 18650 agli ioni di litio la cui tensione di lavoro si aggira attorno i 3,6-3,7 volt, con una corrente di 2200 mA, per una potenza erogata di 8.15 Wh.
Montaggio e uso del robot
Dulcis in fundo, ecco un video tutorial di assemblaggio dello Smart Robot Car V3 0+
Il browser di Google, Chrome, può trasformarsi in un client e un server per l’accesso remoto: si tratta di una funzionalità poco nota (peraltro anche poco “pubblicizzata”) che permette di amministrare da qualsiasi luogo ogni tipo di dispositivo. Per gestire un dispositivo tramite Internet è sufficiente il solo Chrome mentre per renderlo accessibile da remoto è necessario installare un’apposita estensione sviluppata e aggiornata da Google.
Chrome Remote Desktop è migliorata molto nel corso del tempo e consente di impostare una connessione remota su qualunque tipo di sistema, anche con una configurazione non presidiata. In altre parole Chrome Remote Desktop può essere impostato per lasciare che sia l’utente ad autorizzare ciascuna richiesta di connessione in ingresso oppure fare in modo che sia possibile collegarsi al sistema in qualsiasi momento, digitando un codice PIN.
La soluzione per il controllo remoto proposta da Google consente, una volta stabilita la sessione di accesso remoto, di ridurre a icona Chrome e di utilizzare liberamente il sistema avviando e chiudendo qualunque programma in esecuzione.
Come configurare accesso remoto con Chrome Remote Desktop
Per impostare il desktop remoto di Google è sufficiente assicurarsi di aver installato l’ultima versione di Chrome quindi portarsi in questa pagina.
Alla comparsa della schermata in figura, sul dispositivo che dovrà essere amministrato in modalità remota, si dovrà fare clic sulla freccia in corrispondenza di Ricevi assistenza e installare l’estensione Chrome Remote Desktop.
Dopo aver fatto clic su Accetta e Installa sarà necessario acconsentire all’installazione di un componente software aggiuntivo esterno a Google Chrome e indispensabile per condividere la sessione nella sua interezza.
Alla comparsa del messaggio “Vuoi consentire a Chrome Remote Desktop di aprire…” si dovrà rispondere affermativamente ed avviare il file eseguibile.
L’icona dell’estensione Chrome Remote Desktop viene mostrata a destra della barra degli indirizzi del browser: basterà cliccarla per accedere rapidamente alla pagina che consente di accettare richieste di connessione o fornire assistenza a terzi.
Al termine dell’installazione, per consentire l’accesso remoto, è quindi sufficiente cliccare su Genera codice in corrispondenza del riquadro Ricevi assistenza per produrre un codice da comunicare, attraverso il mezzo che si riterrà più opportuno (ad esempio per via telefonica oppure mediante software di messaggistica), a chi dovrà fornire supporto.
Per controllare il computer remoto è adesso possibile portarsi sull’altra macchina, visitare questa pagina da Google Chrome, cliccare sul riquadro Dai assistenza e inserire il codice di 12 cifre generato in precedenza.
A questo punto sul PC remoto comparirà il messaggio “Vuoi consentire a (…) di visualizzare e controllare il tuo computer“? Cliccando su Condividi, la sessione di lavoro sarà condivisa e controllabile a distanza.
Sulla destra, sul PC utilizzato da chi fornisce supporto, compariranno una serie di controlli per gestire l’accesso remoto. Cliccando su Abilita la sincronizzazione degli appunti è possibile fare in modo che i dati copiati negli appunti (CTRL+C) possano essere incollati anche sul computer remoto amministrato attraverso Chrome Remote Desktop (CTRL+V).
Connessioni desktop remote senza la necessità di autorizzazione preventiva
Se si prevedesse di usare lo stesso account Google per amministrare più dispositivi, sul dispositivo da amministrare, collegandosi da Chrome con questa pagina, è possibile impostare una password (o meglio un codice PIN composto da almeno 6 cifre) per abilitare connessioni remote non presidiate.
Cliccando su Attiva in corrispondenza di Configura l’accesso remoto, verrà richiesto di assegnare un nome al PC da amministrare e impostare un codice PIN di protezione.
Una volta configurato l’accesso remoto, sul PC usato per amministrare l’altro sistema, il dispositivo risulterà online.
Basterà farvi clic da Chrome per avviare una sessione di accesso remoto previo inserimento del PIN corretto. L’utilizzo del PIN per attivare sessioni remote potrà essere bloccato in qualunque momento cliccando sulla piccola icona raffigurante un cestino.
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