Una delle sfide principali che affronterà ogni comparto che attraversa la propria inevitabile fase di transizione digitale, è quella della privacy, e in tal senso il Presidente del Garante per la protezione dei dati personali, Pasquale Stanzione, e il Presidente della Fondazione Leonardo-Civilta’ delle Macchine, Luciano Violante, hanno sottoscritto un protocollo d’intenti della durata di due anni per l’avvio di una reciproca collaborazione istituzionale. Si lavorerà congiuntamente per definire la direzione che il tema della tutela della protezione dei dati personali dovrà intraprendere negli anni a venire.
Protezione dei dati e digitalizzazione
L’Autorità e la Fondazione, infatti, sono chiamate ad affrontare, pur sotto profili diversi, le sfide connesse all’accelerazione dei processi di digitalizzazione. Inoltre, la collaborazione volge a stimolare il dibattito sugli effetti e i potenziali benefici che queste importanti innovazioni comportano per la società civile. La finalità è quella di «accrescere, attraverso studi, ricerche e progetti, la consapevolezza e la rilevanza del ruolo dell’innovazione e delle tecnologie per la società civile, stimolando il dibattito sull’impatto e sui potenziali benefici che queste comportano, in un’ottica proiettata al futuro», attività meritevoli di interesse per il Garante.
Spiega il Protocollo all’articolo 1 che definisce oggetto e finalità della cooperazione:
Con il presente atto, le Parti intendono avviare, nell’ambito delle rispettive competenze, una collaborazione al fine di favorire le reciproche sinergie volte alla realizzazione di attività di interesse comune in relazione alle implicazioni giuridiche delle nuove tecnologie, con particolare riguardo al loro impatto sulla protezione dei dati personali, restando inteso che eventuali effetti vincolanti per le Parti sorgeranno solo con la sottoscrizione di eventuali specifici accordi che potranno essere oggetto di successiva negoziazione.
E aggiunge all’articolo 3:
Tra le attività e i progetti di comune interesse per le Parti, da avviare prioritariamente, è compresa, in particolare, la collaborazione del Garante nell’ambito della costituzione di un “Laboratorio sulla transizione digitale” funzionale allo svolgimento delle attività di cui in premessa, da realizzarsi secondo modalità che saranno definite dalle Parti con successivo accordo.
Accordo di 2 anni
Il protocollo sottoscritto ha la durata di due anni, e sia il Garante della privacy che la Fondazione Leonardo, si impegnano anche a organizzare incontri periodici su materie di interesse comune. In più lo sforzo verrà volto a promuovere campagne di informazione e attività formative. Affrontare temi come studio e divulgazione, per far sì che il tema centrale della privacy in epoca di rapida transizione digitale non resti questione accademica. Si auspica inoltre che possa invece diventare pubblica discussione in pubblico dibattito. Le modalità di svolgimento delle attività saranno definite di volta in volta con specifici accordi tra le parti.
Nel corso del Google I/O, Google ha annunciato un ampliamento delle funzionalità di Duplex: la possibilità di cambiare al posto dell’utente una password compromessa. Il “servizio” che ricorderanno in molti per il fatto che può condurre in autonomia una prenotazione al telefono – per il momento solo negli USA – si arricchisce adesso della possibilità di modificare una password rubata.
Password rubata? Ci pensa l’IA di Duplex
La funzionalità si basa su Duplex on the Web ed è in un primo momento riservata solo agli Stati Uniti. Si attende un rilascio che arriverà poi progressivamente a interessare altri territori.
La novità arriva da GSEC, il Google Safety Engineering Center inaugurato nel 2019 a Monaco, in Germania. Quest’ultimo è al lavoro sul fronte della privacy e della sicurezza, con un occhio di riguardo a quanto concerne la navigazione con il browser Chrome. Adesso l’intelligenza artificiale composta dal duo Google Assistant e Google Duplex può svolgere l’intera trafila al posto nostro, compresa la scelta di una nuova password più efficace della precedente ed il suo salvataggio tra le credenziali d’accesso nel gestore delle password di Google Chrome (che poi è il medesimo di quello che ci si ritrova su qualsiasi dispositivo Android associato a quell’account).
Prima eravamo noi a compiere manualmente tutta la prassi per modificare magari anche decine di password, recandosi nei singoli portali e entrare nel proprio account. Non una trafila difficile da svolgere ma particolarmente seccante in special modo se le password a rischio e quindi da cambiare, sono appunto molte.
Una volta individuata una password compromessa tra quelle sincronizzate con l’account Google, l’intelligenza artificiale evita all’utente l’obbligo di visitare la piattaforma o il servizio in questione e procedere in modo manuale alla sua modifica. A tale scopo è ovviamente necessario che sappia interagire con il sito. Per questo motivo, almeno in un primo momento, l’elenco di quelli compatibili è limitato (c’è Twitter, gli altri non sono stati resi noti). Google confermerà quindi di aver “cambiato la password con successo” con quella nuova inserita nell’app e salvata nel nostro manager.
Google ha detto che la novità sarà “gradualmente” a disposizione di tutti coloro che utilizzano Chrome per Android, e che inizialmente sarà disponibile negli Stati Uniti per arrivare poi altrove.
Gucci fa provare le scarpe, Amazon la pettinatura, L’Oréal il trucco. Il mercato della realtà aumentata è in forteespansione, e un consumatore su due è disponibile al sovrapprezzo. Moda, visite virtuali, ma soprattutto acquisti online, quello della realtà aumentata è un mercato in piena crescita.
Questi i settori cresciuti nel 2020, in tempo di pandemia. Dietro l’incremento dell’offerta, che ha saputo rispondere in modo efficace alla domanda digitale generata dalla chiusura di negozi e musei, ci sono le nuove piattaforme software in realtà aumentata, l’Augmented reality (Ar). Una tecnologia semplice e immediata da usare, con in più servizi via smartphone quasi sempre gratuiti. Basta inquadrare gli oggetti di interesse per ottenere informazioni e immagini che aumentano le percezioni sensoriali.
I numeri
Il mercato mondiale della realtà aumentata è in forte crescita. Secondo le stime di ReportLinker, è passato dagli 8,8 miliardi di dollari del 2019 ai 12,6 miliardi dello scorso anno e la stima per il 2023 è intorno ai 58 miliardi.
Sono questi gli effetti secondari del Covid. Eventi e manifestazioni sono stati tra i primi settori a essere trasmessi con sistemi digitali. È avvenuto lo scorso febbraio con la Milano Fashion Week, per esempio: 61 sfilate e 57 presentazioni.
Secondo la Camera nazionale della moda italiana, l’evento ha raccolto oltre 50 milioni di visualizzazioni sul portale e sui canali streaming. Sfilate dal vivo e visite agli showroom, grazie alla piattaforma creata da Accenture Interactive e Microsoft che già aveva reso digitale la settimana della moda nel luglio dello scorso anno.
Si contribuisce così a mantenere le relazioni all’interno del settore e ad affrontare le sfide dell’attuale contesto di mercato. L’esperienza di acquisti su misura è tra le maggiori richieste dei clienti. Così i grandi marchi della moda hanno iniziato a offrire prodotti differenziati.
I grandi marchi
Gucci dà la possibilità agli utenti di visualizzare sul cellulare i suoi modelli di scarpe e di provarli in modo virtuale. Basta inquadrare i piedi con la fotocamera dello smartphone.
Anche L’Oréal sfrutta le potenzialità della tecnologia Ar: la principale azienda mondiale del settore beauty e cosmetici ha lanciato Signature Faces, un software di realtà aumentata per truccarsi virtualmente, scegliendo tra diversi prodotti di make up.
Amazon invece ha debuttato nel mondo delle acconciature. La scorsa settimana il colosso dell’e-commerce ha aperto a Londra il primo parrucchiere in realtà aumentata. I clienti possono valutare sullo smartphone tagli e tinte, guardandosi sullo schermo con le diverse acconciature, prima di procedere con il taglio o la piega nel salone tradizionale.
Lo studio
A fotografare la crescita sull’uso delle tecnologie di realtà aumentata per gli acquisti online è la recente indagine di Accenture«Try it, trust it, buy it».
Condotta su un campione di oltre 3 mila consumatori in Europa (Italia inclusa), Nord America e Asia-Pacifico, la ricerca ha indagato su come la tecnologia sta cambiando le abitudini degli acquirenti digitali. Interessanti i risultati per il nostro Paese.
Il 65% degli intervistati conferma di comprare con più facilità dai marchi che usano sistemi di realtà aumentata (54% la media europea). Il 58% ritiene che l’Ar consenta di «sentire» fisicamente un prodotto (44% Europa). Ma, soprattutto, «oltre un consumatore su due è disposto a pagare di più per i prodotti da personalizzare — dice Zanotti — proprio in seguito all’uso della realtà aumentata».
In questo scenario da Minority Report, anche il mondo della scuolascopre le applicazioni Ar. A Bari, l’istituto “Preziosissimo Sangue” è il primo che in tempo di pandemia ha consentito ai genitori di visitare da casa la scuola durante gli Open Day.
Lo smartphone diventa un vero e proprio cicerone virtuale. Attraverso il quale si visitano aule, laboratori e spazi comuni, con informazioni aggiuntive e contenuti grafici degli studenti: la trasposizione digitale delle tradizionali visite con i professori. Tutto questo grazie all’arricchimento della percezione sensoriale umana mediante informazioni digitali.
Il progetto è stato condotto dalle Medie e dal Liceo linguistico, guidati dagli esperti di Augmented. City, startup barese dell’associazione VRARA, che già nel 2019 ha mappato, in realtà virtuale, l’intera città di Bari.
Un’app “Ac Turist” utile a turisti e cittadini per scoprire la cultura e i tesori architettonici del capoluogo pugliese.
Lo sai, le tue vecchie foto possono riprendere vita con Deep Nostalgia! Scopri il servizio!
C’è un servizio web piuttosto conosciuto in internet e viene utilizzato principalmente per ricostruire il proprio albero genealogico o le proprie origini tramite l’analisi del DNA: MyHeritage (www.myheritage.it). Con la tecnologia Deep Nostalgia (sviluppata dalla società israeliana D-ID) MyHeritage ha fatto un ulteriore passo avanti arrivando ad animare i volti di fotografie, che riprendono letteralmente vita. L’intelligenza artificiale sviluppata, infatti, riesce a “dare vita” ai volti delle persone protagoniste delle nostre vecchie foto e lo fa in un modo realistico e al tempo stesso allarmante. Per rendersi conto delle potenzialità del servizio basta dare un’occhiata al video sottostante:
Diamo vita alla nostre vecchie foto con Deep Nostalgia
Per provare anche noi la tecnologia Deep Nostalgia non dobbiamo far altro che andare sul suo sito Internet www.myheritage.it/deep-nostalgia. Una volta qui basta completare la registrazione, che offre la possibilità di provare per cinque volte il programma gratuitamente.
Possiamo completare la registrazione sulla piattaforma MyHeritage usando il nostro account Facebook o quello Google, oppure completare il modulo inserendo i nostri dati anagrafici con tanto di email e password.
Con Deep Nostalgia le vecchie foto riprendono vita. Animiamo i volti delle nostre vecchie foto di famiglia con una tecnologia straordinaria. I risultati sono davvero incredibili, ancor più usando le foto in bianco e nero dei nostri nonni… Completata la registrazione possiamo inserire la foto che vogliamo animare: per farlo clicchiamo su Carica foto oppure trasciniamola sulla pagina Web. In pochissimo tempo (solitamente bastano 20 secondi!) vedremo il soggetto della foto animarsi.
Il video creato dura circa 15 secondi: possiamo scaricare e condividere la nostra creazione tramite Facebook, Twitter o il link da copiare per mandare una email o messaggio. Nella sezione Vai alle mie foto possiamo trovare le nostre foto e i video realizzati.
Oltre a creare video, il servizio permette anche di risistemare delle vecchie foto. Per farlo clicchiamo nella sezione Albero e selezioniamo Colorizza foto. Possiamo “trasformare” una vecchia foto in bianco e nero a colori o risistemarne una sbiadita.
Uno dei punti di forza di MyHeritage è la possibilità di ricostruire il proprio albero genealogico e trovare nuovi parenti sparsi nel mondo. Clicchiamo su Crea ora l’albero genealogico e compiliamo il breve questionario proposto per iniziare la nostra ricerca. Nelle foto storiche i volti sono spesso piccoli e sfocati: con la funzione Migliora foto possiamo vedere ogni viso a risoluzione aumentata con risultati sorprendenti, soprattutto nelle foto di gruppo. Funziona ugualmente bene anche sulle nuove foto a colori.
In termini tecnici, l’Intelligenza Artificiale è un ramo dell’informatica che permette la programmazione e progettazione di sistemi sia hardware che software che permettono di dotare le macchine di determinate caratteristiche che vengono considerate tipicamente umane quali, ad esempio, le percezioni visive, spazio-temporali e decisionali. Si tratta non solo di intelligenza intesa come capacità di calcolo o di conoscenza di dati astratti, ma anche e soprattutto di tutte quelle differenti forme di intelligenza che sono riconosciute dalla teoria di Gardner, e che vanno dall’intelligenza spaziale a quella sociale, da quella cinestetica a quella introspettiva. Un sistema intelligente, infatti, viene realizzato cercando di ricreare una o più di queste differenti forme di intelligenza che, anche se spesso definite come semplicemente umane, in realtà possono essere ricondotte a particolari comportamenti riproducibili da alcune macchine.
L’intelligenza artificiale sta aiutando gli esseri umani a diventare più produttivi, a vivere una vita migliore. Dovremmo apprezzarlo invece di considerarlo come una competizione. In questo articolo vi dimostriamo alcuni esempi della nostra vita quotidiana in cui l’intelligenza artificiale trova un posto.
Viaggi e navigazione
Ad un certo punto della nostra vita, potremmo aver utilizzato il servizio di navigazione per trovare la nostra strada. Per molti fa parte della vita quotidiana. Che si tratti di utilizzare mappe per la navigazione o di utilizzare un servizio di noleggio taxi come Uber, stai utilizzando servizi abilitati all’intelligenza artificiale per viaggiare da un luogo all’altro.
Google, Apple e molti altri fornitori di servizi relativi alla navigazione utilizzano l’AI per interpretare i punteggi delle informazioni ricevute e fornirti informazioni che aiutano nella navigazione e ottenere aggiornamenti sul traffico in tempo reale, aiutandoti a spostarti in modo più efficiente.
App per smartphone
Diverse applicazioni sui nostri cellulari sono diventate parte integrante della nostra vita quotidiana. Molte di queste applicazioni sono basate sull’intelligenza artificiale.
Gli assistenti intelligenti integrati sui nostri telefoni come Siri, Alexa e Google Assistant sono gli esempi più ovvi di intelligenza artificiale che la maggior parte di noi conosce e utilizza.
Altre piattaforme tecnologiche mobili stanno sviluppando soluzioni che utilizzano l’AI per gestire diversi aspetti del dispositivo come la gestione della batteria, i suggerimenti di eventi, ecc. Una delle funzionalità standard, come l’utilizzo della modalità ritratto sul telefono, utilizza anche l’AI.
I servizi abilitati all’IA sono ora una parte significativa degli aggiornamenti apportati su entrambe le piattaforme iOS e Android.
Feed di social media
Passando dalle applicazioni sui tuoi smartphone alla presenza dell’IA all’interno di varie app di social media. Che si tratti di Facebook, Twitter, Instagram o altre piattaforme, ciò che vedi e fai su queste applicazioni è, in larga misura, influenzato dall’apprendimento automatico . L’intelligenza artificiale controlla molto i feed che puoi vedere mentre navighi attraverso queste piattaforme o le notifiche che ricevi.
Prende in considerazione i tuoi gusti e preferenze, la tua storia e l’impronta sul tuo smartphone, per trasmettere i feed che trovi più rilevanti e che sei incline a vedere.
Annunci
Quante volte vi siete chiesti, guardando un annuncio online, “stavo pensando di acquistare questo prodotto”? È l’intelligenza artificiale al lavoro.
Non c’è magia, è solo l’IA che tiene traccia di ciò che fai online. I prodotti che guardi mentre navighi su vari siti di shopping o motori di ricerca vengono tracciati e gli annunci relativi a questi prodotti vengono inviati all’utente. L’intelligenza artificiale utilizza anche le informazioni relative ai dati demografici, come la tua età, sesso, professione, ecc. Per determinare gli annunci dei prodotti che molto probabilmente sono la tua preferenza. Ciò sta diventando sempre più rilevante, con molte aziende che utilizzano strumenti di marketing digitale.
Auto intelligenti
Un altro ambito in cui l’IA sta aumentando la sua presenza nella nostra vita quotidiana sono le auto intelligenti.
Non sono solo le aziende come Tesla ad essere in prima linea nell’utilizzo dell’automazione nei veicoli, ma molte delle case automobilistiche stanno anche cercando di integrare l’IA con le automobili per fornire servizi senza interruzioni delle varie tecnologie che utilizzi.
Le informazioni vengono condivise e comunicate tra le auto per manovrare meglio in mezzo al traffico. Gli input relativi al traffico, l’aggiornamento in tempo reale sui blocchi stradali vengono immediatamente trasmessi per avvisare gli altri veicoli sulla rete, consentendo il reindirizzamento.
Streaming di musica e video
Sebbene i consigli di YouTube e le playlist suggerite sulle app musicali siano in circolazione da un po’ di tempo, è possibile che questi consigli diventino più pertinenti ai tuoi “Mi piace” con il passare del tempo. Questa è l’intelligenza artificiale: tiene traccia dei video e della musica che ascolti di più e fornisce suggerimenti relativi agli stessi.
Casa intelligente
Alexa e Bixby, vengono in mente quando si parla di utilizzare l’IA nello sviluppo di case intelligenti. Tuttavia, queste applicazioni dell’IA non sono limitate solo a questi assistenti vocali intelligenti.
Dispositivi termostatici che utilizzano l’AI per regolare automaticamente la temperatura, applicazioni AI che risparmiano energia accendendo / spegnendo automaticamente le luci in base alla presenza umana, app che cambiano il colore della luce in base all’ora del giorno, sono alcune delle applicazioni in cui l’intelligenza artificiale viene utilizzata per rendere le case più intelligenti.
L’intelligenza artificiale utilizzata si sta evolvendo e vengono sviluppate sempre più soluzioni che comprendono il nostro comportamento e il nostro funzionamento di conseguenza.
Input intelligente
Non c’è bisogno di guardare oltre il tuo dispositivo mobile. La digitazione del testo è diventata più comoda con l’integrazione dell’intelligenza artificiale, in cui prevede parole, frasi ed emoticon in base al tuo uso regolare e allo stile di scrittura.
Questo va oltre il testo predittivo utilizzato nei precedenti telefoni cellulari, con i suggerimenti più pertinenti al contesto e al tuo stile. Le frasi possono essere scritte con un semplice tocco sullo schermo.
Poche app di posta forniscono suggerimenti per gli argomenti e, in molti casi, anche il testo in base al corpo dell’email che hai inserito.
Sicurezza e sorveglianza
Il pensiero dell’intelligenza artificiale porta l’idea che venga utilizzato per la sorveglianza su larga scala. Sebbene l’etica sia motivo di dibattito, è noto che l’intelligenza artificiale viene utilizzata sempre più in questo campo. Monitorare l’immenso feed trasmesso da varie telecamere e altri dispositivi non è solo un’attività ingombrante, ma ha anche i suoi limiti.
L’intelligenza artificiale utilizza tecnologie come riconoscimento facciale, riconoscimento di oggetti e posizione per monitorare gli input ricevuti e analizzarli, come abbiamo visto spesso nei film in tv.
Servizi finanziari
Le banche sono uno dei domini che hanno adottato le invenzioni tecnologiche prima della maggior parte degli altri campi. Il settore bancario è ora passato dalla necessità di recarsi in uno spazio fisico per condurre le operazioni dal proprio cellulare.
Le banche utilizzano l’IA in molte aree, incluso il rilevamento di attività fraudolente, l’analisi delle tendenze di investimento dei clienti, la fornitura di servizi ai clienti.
Hai mai ricevuto una notifica da una banca quando effettui una transazione da un nuovo dispositivo? Questo è un caso di intelligenza artificiale utilizzata per il rilevamento di potenziali frodi. Le notifiche ricevute da banche e istituti finanziari in merito ai loro servizi e prodotti sono esempi di intelligenza artificiale nel comprendere le tue preferenze, requisiti e forza finanziaria per suggerire prodotti pertinenti.
Conclusione
L’intelligenza artificiale sta aiutando gli esseri umani a diventare più produttivi, a vivere una vita migliore. Dovremmo apprezzarlo invece di considerarlo come una competizione. Se ti interessa imparare o costruire una carriera, dai un’occhiata a questa risorsa .
Google compie un altro passo avanti in fatto di accessibilità con il lancio di Look to Speak, la prima app che permette di parlare con gli occhi. L’applicazione sfrutta la fotocamera frontale dello smartphone e consente a persone con disturbi del linguaggio di comunicare con le persone vicine in maniera semplice ed efficace.
Per la realizzazione dell’applicazione Look to Speak, Google si è avvalsa del supporto del terapista del linguaggioRichard Cave. La collaborazione ha portato allo sviluppo del progetto, tramutatosi di recente nell’applicazione che è già disponibile per il download tramite lo store di Big G. Nel blog del colosso di Mountain View, lo stesso Cove ha commentato positivamente la riuscita del software, sottolineando come “ora le conversazioni possono avvenire più facilmente laddove prima ci sarebbe stato solo silenzio”.
Alla base dell’app vi è la facilità di utilizzo, anche in circostanze che in precedenza non avrebbero permesso di sfruttare lo sguardo per scrivere messaggi da leggere alle persone circostanti. Un vero e proprio passo avanti, dunque, che punta ad accorciare il più possibile le distanze nel mondo della comunicazione.
Come funziona l’app?
Il metodo di funzionamento di Look to Speak è complesso ma basato su una procedura già nota: mentre l’utente muove lo sguardo su alcune frasi preimpostate presenti sullo schermo dello smartphone, la fotocamera frontale traduce il movimento in ogni direzione e seleziona la frase corrispondente. Una volta sicuro della scelta, il software riproduce il messaggio per gli udenti circostanti. Il tutto ovviamente avviene in pochi istanti, rendendo possibile una conversazione rapida tra le parti.
Con l’app, le persone devono semplicemente guardare a sinistra, a destra o in alto per selezionare rapidamente ciò che vogliono dire da un elenco di frasi. Forse la caratteristica preferita è la possibilità di personalizzare le parole e le frasi: consente alle persone di condividere la loro voce autentica. Le impostazioni della sensibilità dello sguardo possono essere regolate e tutti i dati sono privati e non lasciano mai il telefono.
Sicuramente il 2020, a causa del Covid-19, sarà uno degli anni più stressanti di sempre: un nuovo studio condotto da Oracle e Workplace Intelligence, una società di consulenza e ricerca per le risorse umane, ha influenzato negativamente la salute mentale del 78% dei lavoratori del mondo e il 65% degli italiani. L’85% delle persone a livello mondiale, e il 75% degli italiani afferma che il malessere psicologico legato al lavoro si è tradotto negativamente anche sulla vita privata. Il 68% si confronterebbe più volentieri con un chatbot basato su intelligenza artificiale che con il proprio manager, almeno per quanto riguarda stress e ansia sul lavoro.
Chat bot, chatbot o chatterbot, è un software progettato per simulare una conversazione con un essere umano. Lo scopo principale di questi software è quello di simulare un comportamento umano e sono a volte definiti anche agenti intelligenti .
La ricerca condotta, che ha coinvolto oltre 12.000 persone – dipendenti, manager, leader delle risorse umane e alti dirigenti in 11 paesi del mondo, compresa l’Italia – ha rilevato che la pandemia Covid-19 ha aumentato notevolemente lo stress e l’ansia per le persone di tutto il mondo; emerge, inoltre, che chi si trova difficoltà preferirebbe rivolgersi a “bot” potenziati dall’intelligenza artificiale, invece che ad altre persone.
Il Covid-19 ha un impatto negativo anche sulla salute mentale
Le persone in tutto il mondo stanno combattendo con gravi problemi quali ansia e depressione legati al lavoro a causa del Covid-19. I dati che emergono dallo studio sono inquietanti: il 70% delle persone ha sentito più stress e ansia sul lavoro quest’anno rispetto a qualsiasi altro anno precedente. Le nuove pressioni subite a causa della situazione globale, inoltre, si sono sovrapposte ai fattori di stress abituali legati al lavoro, tra cui la pressione per raggiungere i risultati (42%), la gestione di attività noiose e/o di routine (41%) e il fatto di dover affrontare carichi di lavoro sentiti come ingestibili (41%). Anche i lavoratori italiani hanno dichiarato livelli di stress e ansia molto superiori – anche se in misura minore rispetto al risultato globale della ricerca. Il 62% ha infatti dichiarato che questo è stato l’anno più stressante di sempre e il 65% dichiara di aver vissuto un impatto negativo sul proprio benessere psicologico.
Problemi lavorativi che influiscono sulla vita personale
Le persone ne risentono gli effetti anche nel privato. Gli italiani, rispetto agli altri paesi del mondo, ne escono leggermente meglio: solo il 78% afferma che i problemi di salute mentale e benessere psicofisico legati al lavoro ) influenzano la vita privata, contro un ben più alto 85% dei colleghi di altri paesi. Le ripercussioni più comuni riportate a livello globale sono state: privazione del sonno (40%), cattiva salute fisica (35%), riduzione della serenità domestica (33%), sofferenza nei rapporti familiari (30%) e isolamento dagli amici (28%).
Aiuto dalla tecnologia piuttosto che dalle persone
Le persone vogliono di più dalla tecnologia: non desiderano solo strumenti di collaborazione efficaci per lavorare, ma anche strumenti di sostegno al loro benessere mentale. Il 75% afferma che l’Intelligenza Artificiale ha già dato un contributo positivo al benessere psicologico, in quanto strumento di lavoro. I principali vantaggi rilevati sono stati l’aver avuto disponibilità delle informazioni necessarie per svolgere il proprio lavoro in modo più efficiente (31%), l’automazione delle attività e la riduzione del carico di lavoro (27%); la riduzione dello stress grazie al supporto nel dare le giuste priorità alle varie attività da portare avanti (27%). L’intelligenza artificiale in questo senso ha anche aiutato la maggioranza dei lavoratori ad “abbreviare la settimana lavorativa”, nel 51% dei casi ritengono che abbia consentito loro di prendersi più tempo di riposo. Oltre la metà degli intervistati afferma che la tecnologia AI aumenta la produttività dei dipendenti (63%), migliora la soddisfazione sul lavoro (54%) e migliora il benessere generale (52%).
I problemi che nascono sul lavoro non possono essere ignorati
I lavoratori di tutto il mondo vorrebbero che le loro aziende offrissero più supporto per la salute mentale; se questo aiuto non sarà dato, ciò avrà un impatto profondo sulla produttività globale e sulla vita personale e professionale. Lo studio ha rilevato, infine, problemi legati al lavoro da remoto. L’84% dei lavoratori nel mondo e il 76% in Italia ha dichiarato di aver affrontato delle difficoltà, quali la mancata distinzione tra vita personale e lavorativa (41%), problemi di salute mentale quali stress e ansia (33%), stress e ansia che, per il 42% del campione, fanno precipitare la produttività personale; infine, il 40% ha affermato che ciò porta ad esempio a prendere decisioni meno efficaci e ponderate. “Con la nuova situazione legata al lavoro a distanza le demarcazioni tra vita personale e professionale si sono sfumate; in generale il peso del Covid 19 sulla salute mentale è risultato significativo, ed è qualcosa che riguarda lavoratori di ogni settore e paese”.
“Si può fare molto per supportare la salute mentale della forza lavoro e ci sono tanti modi in cui la tecnologia come l’AI può aiutare. Ma prima di tutto le organizzazioni devono mettere il benessere mentale delle persone tra le proprie priorità. Se riusciamo a far partire una riflessione aperta e costruttiva sull’argomento, sia a livello delle risorse umane che a livello dirigenziale, possiamo attivare un cambiamento. Ed è giunto il momento di farlo”.
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