Intelligenza artificiale

Intelligenza artificiale

L’Intelligenza Artificiale

Quando ci si riferisce all’Intelligenza Artificiale, si evoca immediatamente l’immagine di tecnologie all’avanguardia, di robot in grado di comprendere e prendere decisioni autonome, e di un mondo futuristico in cui uomini e macchine coesistono. Tuttavia, l’Intelligenza Artificiale e il suo impiego sono molto più concreti di quanto si possa immaginare e trovano applicazione effettiva in diversi settori della vita quotidiana. È importante notare che tali applicazioni risultano meno invasive di quanto spesso si possa pensare o di quanto venga rappresentato nei film di fantascienza, i quali traggono ispirazione dall’Intelligenza Artificiale come tema centrale per numerose serie, alcune delle quali di successo.Ma cos’è realmente l’Intelligenza Artificiale e come si è sviluppata?

Dal punto di vista tecnico, l’Intelligenza Artificiale rappresenta un campo dell’informatica che si occupa della programmazione e del design di sistemi hardware e software, i quali conferiscono alle macchine determinate caratteristiche considerate tipicamente umane, come ad esempio la percezione visiva, spazio-temporale e decisionale. In altre parole, l’Intelligenza Artificiale non si limita solo all’aspetto dell’intelligenza intesa come capacità di calcolo o conoscenza di dati astratti, ma si estende anche a tutte quelle diverse forme di intelligenza riconosciute dalla teoria di Gardner. Queste forme comprendono l’intelligenza spaziale, sociale, cinestetica e introspettiva. L’obiettivo di un sistema intelligente è quindi quello di cercare di riprodurre una o più di queste diverse forme di intelligenza, che, sebbene comunemente associate all’essere umano, possono effettivamente essere replicabili da specifiche macchine.

Quando nasce l’Intelligenza Artificiale?

Secondo la definizione odierna, l’Intelligenza Artificiale ha avuto origine con l’avvento dei computer nel 1956. In quell’anno si tenne un convegno negli Stati Uniti, al quale parteciparono importanti esperti del campo che successivamente sarebbe stato denominato Intelligenza Artificiale, ma che allora era noto come Sistema Intelligente. Durante questo entusiasmante evento, furono presentati programmi in grado di eseguire ragionamenti logici, in particolare nell’ambito della matematica. Il programma Logic Theorist, sviluppato dai ricercatori informatici Allen Newell e Herbert Simon, dimostrò la capacità di dedurre teoremi matematici a partire da determinate informazioni.

Come si può immaginare, gli anni successivi alla nascita dell’Intelligenza Artificiale furono un periodo di fervore intellettuale ed esplorativo. Università e aziende informatiche, tra cui spicca IBM, si dedicarono alla ricerca e allo sviluppo di nuovi programmi e software capaci di pensare e agire come esseri umani, almeno in determinati campi e settori. Emergono programmi sempre più complessi nel dimostrare teoremi, e soprattutto, viene creato Lisp, il primo linguaggio di programmazione che ha fornito la base per i software di Intelligenza Artificiale per oltre trent’anni. Gli anni che seguirono sono stati un periodo di grande progresso e scoperte nel campo dell’Intelligenza Artificiale.

La nuova era dell’Intelligenza Artificiale si apre con l’utilizzo di un algoritmo innovativo, concepito già alla fine degli anni Sessanta, ma che non ha trovato piena applicazione a causa delle limitazioni dei primi programmi di Intelligenza Artificiale nel campo dell’apprendimento. Parliamo dell’algoritmo che consente l’apprendimento per reti neurali, il quale è stato sperimentato sia in ambito informatico che psicologico. Grazie a questa duplice applicazione, gli sviluppatori di Sistemi Intelligenti hanno scoperto un’ampia gamma di possibilità. In particolare, il primo vero successo dell’Intelligenza Artificiale è stato l’incontro tra Deep Blue, una macchina sviluppata da IBM, e il campione di scacchi in carica, Garry Kasparov. Sebbene i primi scontri siano stati vinti da Kasparov, i continui miglioramenti apportati al sistema di apprendimento di Deep Blue hanno permesso alla macchina di ottenere la vittoria nelle partite successive. Questa vittoria, come confermato dallo stesso campione di scacchi, è stata attribuita al fatto che la macchina aveva raggiunto un livello di creatività così elevato da superare le conoscenze stesse del giocatore.

Le basi dell’intelligenza artificiale

Alla base dei problemi con lo sviluppo di sistemi e programmi di Intelligenza Artificiale ci sono tre cose fondamentali che riguardano il modo in cui gli esseri umani si comportano. Prima di tutto, c’è bisogno di una conoscenza che non sia noiosa e sterile, ma che abbia un tocco di vita. Poi, c’è bisogno di avere una coscienza che permetta di prendere decisioni non solo basandosi sulla logica, ma anche sull’abilità di risolvere problemi in modo diverso a seconda del contesto in cui ci si trova.

Grazie all’uso delle reti neurali e di algoritmi che sanno ragionare come noi umani in diverse situazioni, i sistemi intelligenti stanno migliorando sempre di più le loro abilità comportamentali. Per farlo, la ricerca si è concentrata non solo nello sviluppo di nuovi algoritmi, ma soprattutto nell’aumentare il numero di algoritmi che possono imitare i comportamenti diversi in base agli stimoli ambientali. Questi algoritmi complessi, inseriti nei sistemi intelligenti, sono in grado di “prendere decisioni”, cioè fare scelte in base al contesto in cui si trovano. Ad esempio, quando gli algoritmi sono collegati ai veicoli autonomi, l’auto può decidere, in caso di pericolo, se sterzare o frenare a seconda della situazione. Dipende dalle informazioni che arrivano dai sensori e calcolano quale opzione garantisca una maggiore sicurezza per il conducente e i passeggeri.

Le decisioni prese dai veicoli autonomi e dagli altri sistemi di Intelligenza Artificiale si basano su algoritmi specifici che definiscono una conoscenza di base e una conoscenza più ampia che viene creata tramite l’esperienza. Per migliorare sempre di più gli algoritmi, è stato sviluppato un settore dedicato chiamato “rappresentazione della conoscenza”. Questo settore studia come ragioniamo come esseri umani e, soprattutto, come rendere questa conoscenza comprensibile alle macchine tramite un linguaggio e comandi sempre più precisi e dettagliati. Quando si parla di conoscenza umana e di trasferimento di questa conoscenza alle macchine, non si tratta solo di nozioni accademiche. Si tratta piuttosto di esperienza e della capacità di comprendere nuove informazioni attraverso quelle che abbiamo già nel nostro sistema. Queste informazioni vengono fornite alle macchine attraverso diverse modalità, le più importanti delle quali si basano sulla Teoria dei Linguaggi Formali e sulla Teoria delle Decisioni.

Nel caso della Teoria dei Linguaggi Formali, utilizziamo diversi approcci (i principali sono l’approccio generativo, riconoscitivo, denotazionale, algebrico e trasformazionale) che si basano sulle teorie delle Stringhe e sul loro utilizzo. Le Stringhe rappresentano veri e propri linguaggi formali, ma le loro proprietà variano a seconda dell’approccio che si utilizza.

L’apprendimento automatico

Un grande passo avanti nell’Intelligenza Artificiale è stato compiuto quando sono stati creati algoritmi specifici che permettono alle macchine di migliorare il loro comportamento (cioè la capacità di agire e prendere decisioni) attraverso l’esperienza, proprio come fanno gli esseri umani. È fondamentale sviluppare algoritmi che possano imparare dai propri errori per creare sistemi intelligenti che operino in contesti imprevedibili dai programmatori. Grazie all’apprendimento automatico (machine learning), una macchina può imparare a compiere azioni anche se non sono state programmate in anticipo.

Per i non esperti, l’apprendimento automatico è probabilmente la parte più “romantica” dell’Intelligenza Artificiale, che ha ispirato diversi registi per i loro film famosi che raccontano come le macchine e i robot migliorino nel tempo grazie all’esperienza. Oltre all’aspetto scenico e affascinante, l’apprendimento automatico è il frutto di una profonda ricerca teorica e pratica, basata sulla teoria computazionale dell’apprendimento e sul riconoscimento dei pattern. L’apprendimento automatico è complesso e può essere suddiviso in tre modalità a seconda delle richieste di apprendimento rivolte alla macchina: apprendimento supervisionato, apprendimento non supervisionato e apprendimento per rinforzo. Le differenze tra queste modalità risiedono principalmente nel contesto in cui la macchina deve imparare le regole generali e specifiche che portano alla conoscenza. Nell’apprendimento supervisionato, ad esempio, vengono forniti alla macchina esempi di obiettivi da raggiungere, mostrando le relazioni tra input, output e risultato. La macchina deve quindi estrarre una regola generale dai dati forniti, in modo che possa scegliere l’output corretto ogni volta che viene stimolata da un determinato input per raggiungere l’obiettivo.

Il futuro dell’Intelligenza Artificiale

Se fino a pochi anni fa il principale problema di tutti gli scienziati coinvolti nella ricerca relativa all’Intelligenza Artificiale era quello di poter dimostrare la realistica possibilità di utilizzare sistemi intelligenti per usi comuni, oggi che questo obiettivo è ampiamente raggiunto ci si chiede spesso quale possa essere il futuro dell’Intelligenza Artificiale. Sicuramente molta strada deve essere ancora fatta, sopratutto in determinati settori, ma la consapevolezza che l’Intelligenza Artificiale oggi rappresenta una realtà e non più un’ipotesi, i dubbi sono soprattutto relativi alle diverse possibilità di utilizzo dei sistemi intelligenti e al loro impatto sul tessuto sociale ed economico.

E se da un lato l’entusiasmo per l’evoluzione tecnologica è sicuramente molto evidente in diversi settori, dall’altro la paura che a breve le macchine potrebbero sostituire del tutto l’uomo in molti luoghi di lavoro si è insinuata in maniera sempre più insistente nelle menti di molti. L’evoluzione tecnologica già in passato ha portato a sostituire la mano d’opera umana con macchine e computer che, in maniera più rapida e soprattutto più economica, sono stati utilizzati in diversi settori. Con l’uso massivo dell’Intelligenza Artificiale sarà possibile perdere ulteriori posti di lavoro ma è anche vero che si apriranno sempre più strade per la realizzazione di nuove tipologie di figure professionali. Ma il contrasto tra uomo e macchina è un settore molto più ampio che non è solo relativo all’evoluzione dell’Intelligenza Artificiale e dei sistemi intelligenti, ma anche e soprattutto relativo alla morale e all’etica lavorativa e al corretto utilizzo delle macchine nel rispetto dell’uomo. Probabilmente la direzione che si prenderà non è ancora ben delineata, ma potrà portare a una nuova rivoluzione culturale e industriale

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    DragGAN: con l’AI Google rivoluziona l’editing delle immagini

    DragGAN, l’avanzato strumento di editing fotografico basato su IA. Trasforma immagini con precisione e velocità. Uscita prevista: Giugno 2023

    I ricercatori di Google hanno recentemente rilasciato una nuova tecnica di intelligenza artificiale. Consente agli utenti di manipolare le immagini in pochi secondi con un semplice clic e trascinamento. 

    Il nuovo DragGAN è uno strumento di editing AI che sfrutta un GAN (Generative Adversarial Network) pre-addestrato per sintetizzare idee che seguono con precisione l’input dell’utente pur rimanendo sulla molteplicità di immagini realistiche.

    Il potere di DragGAN

    DragGAN è una rivoluzionaria tecnologia di fotoritocco basata sull’intelligenza artificiale che promette di cambiare radicalmente il modo in cui modifichiamo le immagini. Questo nuovo strumento di editing offre un approccio completamente diverso rispetto ai tradizionali software di fotoritocco come Photoshop. DragGAN eliminerà la complessità e gli infiniti livelli di Photoshop, aprendo la strada a qualcosa di completamente nuovo e innovativo.

    DragGAN si basa sull’intelligenza artificiale e utilizza algoritmi avanzati per trasformare le immagini in modo preciso e veloce. Grazie a questa tecnologia, sarà possibile apportare modifiche e miglioramenti alle immagini con estrema precisione, consentendo agli utenti di ottenere risultati sorprendenti con facilità, come nel video seguente:

    Secondo quanto riportato, DragGAN sarà disponibile a partire dal mese di giugno 2023.

    Nonostante non siano disponibili ulteriori dettagli specifici sull’uso e sulle funzionalità esatte di DragGAN, si prevede che questo strumento avrà un impatto significativo nel campo del fotoritocco, semplificando il processo di editing delle immagini.

    In conclusione, DragGAN è un innovativo strumento di editing fotografico basato sull’intelligenza artificiale che sta per rivoluzionare il modo in cui modifichiamo le immagini. Con la promessa di semplificare il processo di fotoritocco e offrire risultati sorprendenti, DragGAN è sicuramente un’interessante tecnologia da tenere d’occhio

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      GPT-4 si evolve

      L’Intelligenza Artificiale di OpenAI si aggiorna: adesso può elaborare anche le immagini e non solo, l’evoluzione di GPT-4 è solo all’inizio.

      La piattaforma ChatGPT, basata su GPT-3.5, si sta evolvendo diventando GPT-4 e ha ampliato le sue capacità di elaborazione, migliorando anche la precisione e l’abilità di rispondere alle richieste dell’utente.

      GPT-4

      In particolare, GPT-4 ora è in grado di rispondere alle domande basate sul contenuto delle immagini. Il che significa che si può fornire alla piattaforma un’immagine e un testo come input e ricevere una serie di risposte testuali come output. Ad esempio una lista di ricette che utilizzano il carciofo come ingrediente. Naturalmente, ciò è solo un esempio e a partire da un input di testo e immagini, GPT-4 può fornire un output di diversi formati, come descrizioni testuali, codici di programmazione e altro ancora.

      Meglio di un avvocato

      GPT-4 ha dimostrato ottime capacità di comprensione delle richieste degli utenti, ottenendo risultati sorprendenti nell’ Uniform Bar Exam e nelle Olimpiadi Internazionali di Biologia.

      GPT-4

      Rispetto alla versione precedente, GPT-4 si è piazzato tra il 10% migliore dei partecipanti all’ Uniform Bar Exam, il test definito dalla National Conference of Bar Examinator (NCBE) per l’abilitazione all’esercizio della professione di avvocato. Mentre GPT era nel novero del peggiore 10% dei partecipanti. Detto ciò ha dimostrato quindi di poter svolgere la professione di avvocato meglio del suo predecessore. Inoltre, GPT-4 ha anche superato ChatGPT nelle Olimpiadi Internazionali di Biologia.

      Personalizzabile

      Una caratteristica interessante di GPT-4 è la possibilità di personalizzare la modalità di risposta alle richieste degli utenti. A differenza della versione precedente, che forniva sempre risposte con lo stesso stile di scrittura, la nuova versione consente di modificare lo stile espressivo per ottenere risultati diversi e personalizzati.

      Inoltre, ogni utente di GPT-4 può personalizzare il proprio stile di output, rendendo l’esperienza ancora più adatta alle proprie esigenze. Il testo inoltre menziona l’aggiornamento di GPT-4 che gli consente di elaborare anche le immagini, ampliando così le sue capacità rispetto alla versione precedente.

      Ancora molto lavoro da fare

      Nonostante la nuova versione abbia ricevuto importanti miglioramenti, non è ancora privo di errori e ha ancora molti margini di miglioramento. Una delle limitazioni dell’IA è che non ha conoscenza di fatti ed eventi accaduti dopo settembre 2021 e non impara durante l’uso.

      Al momento, l’accesso a GPT-4 è riservato agli abbonati a ChatGPTPlus, anche se potrebbero essere offerte query gratuite nel futuro. Inoltre, moltissime aziende e organizzazioni lo utilizzano oltre che Bing nel suo motore di ricerca, tra cui Morgan Stanley, Duolingo, Stripe, Be My Eyes, Khan Academy e persino il governo islandese. Per maggiori informazioni vi rimandiamo qui.

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        Mubert, AI per creare musica

        Anche senza conoscere il pentagramma possiamo costruire una colonna sonora originale su misura:
        con Mubert basta scegliere il genere, lo stile, il mood e la durata e infine scaricare il brano sul PC

        L’intelligenza artificiale, ormai, sta davvero prendendo piede in molti progetti ed applicazioni pratiche. Tra queste, si stanno evolvendo quelle per generare musica, in modo che anche chi non ha alcuna conoscenza di strumenti musicali o esperienza di canto possa comunque divertirsi e dare sfogo alla propria fantasia. L’intelligenza artificiale applicata alla musica funziona tramite un algoritmo che, prendendo in esame un gran numero di registrazioni, riesce poi a generare automaticamente una composizione musicale nuova e unica. L’algoritmo combina strati di suoni costituiti da loop, con linee diverse per ogni strumento musicale.

        Gran parte dei nuovi modelli di Intelligenza Artificiale di cui leggiamo ogni giorno su giornali e Web riguardano risposte testuali e conversazioni quasi “umane”. In realtà l’Intelligenza Artificiale si applica a ogni ambito, compreso quello multimediale e della musica, come dimostra Mubert, Si tratta in pratica di un motore di musica generativa basato sull’Intelligenza Artificiale.

        Crea la tua musica

        Grazie a Mubert potremo ascoltare, condividere e creare musica con pochissimi clic. Sarà sufficiente scegliere mood (l’atmosfera), stile e durata in base al contenuto che vogliamo creare. Una volta selezionati i parametri, basteranno pochi secondi per generare una traccia audio originale. L’uso personale è gratuito ed è perfetto per chi vuole realizzare colonne sonore per i suoi video. Volendo potremo anche consultare i brani musicali degli altri utenti che hanno reso disponibili le loro creazioni.

        mubert
        1 Non è indispensabile registrarsi per usare Mubert, anche se
        farlo consente poi di recuperare le proprie creazioni. La sezione
        che interessa chi vuole creare la propria colonna sonora
        originale è Mubert Render. Clicchiamo Generate a track now.
        mubert genere
        2 Possiamo scegliere tra un centinaio di generi (Genres) musicali
        quello che preferiamo come base della nostra colonna
        sonora. Quindi aggiungiamo la situazione, cioè il mood
        che ci interessa, e il tipo di attività che vogliamo accompagnare.
        mubert minuti
        3 Infine dovremo indicare la durata della colonna sonora, che
        potrà arrivare fino a un massimo di 25 minuti. Dopo avere
        fatto clic su Generate track potremo ascoltare la musica
        che abbiamo creato e se ci piace scaricarla come file MP3.
        4 Per scaricare il file MP3 clicchiamo sulla freccia verso il basso,
        poi su View e di nuovo sulla freccia. Indichiamo (solo la
        prima volta) su quale social lo vorremmo pubblicare, poi premiamo
        Agree and download e partirà lo scaricamento.

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          ChatGPT vocal
          Intelligenza artificiale

          ChatGPT: interroghiamolo usando la voce

          Scopriamo un’estensione gratuita che ci consente di interagire con l’Intelligenza Artificiale più
          chiacchierata del momento, ChatGPT, parlandole invece di scrivere le domande con la tastiera

          Oramai in Rete (e non solo) non si discute d’altro ultimamente. Le Intelligenze Artificiali, e in particolar modo ChatGPT (https://chat.openai.com), stanno incuriosendo (e magari anche preoccupando) gli utenti della Rete. In pratica ChatGPT è un’IA in grado di rispondere in italiano (tra le tante lingue supportate) alle domande che digitiamo nel campo di testo apposito presente nella pagina Web dell’IA.

          Ma dopo aver risposto al primo quesito, è in grado di continuare il discorso in un vero “botta e risposta” tra noi e lei. Non sarebbe più semplice, però, se invece di scrivere le domande potessimo porle a voce alla nostra IA? Ebbene, ora è possibile grazie a una estensione per Edge e Chrome: Talk-to-ChatGPT. La troviamo all’URL https://bit.ly/ci_talk e si installa di fatto in pochi secondi premendo Aggiungi -> Aggiungi estensione. Fatto ciò, visitiamo il sito di ChatGPT, facciamo il login e siamo dunque pronti a parlare all’IA.

          Usiamo l’estensione

          chatgpt
          1 Guardando l’homepage ci accorgiamo subito della
          presenza dell’estensione: nell’angolo in alto a destra appare
          il pulsante Talk-to-ChatGPT v.1.6.1. Premiamolo e l’estensione
          sarà pronta ad ascoltare e riferire le nostre domande all’IA.
          ChatGPT
          2 Di base l’estensione si aspetta che parliamo in lingua inglese.
          Per cui come prima cosa clicchiamo sull’icona con l’ingranaggio:
          si aprirà la pagina di configurazione nella quale
          dobbiamo impostare l’italiano.
          ChatGPT
          3 Alla voce Speech recognition language scegliamo Italiano
          – it-IT
          . Volendo possiamo anche cambiare la voce con
          cui ChatGPT ci risponderà (AI voice and language). Noi
          abbiamo preferito una voce femminile (Microsoft Elsa).
          ChatGPT
          4 Premiamo Save in basso nella finestra di configurazione e
          siamo pronti a interrogare a voce l’IA. Se per caso, al primo
          avvio dell’estensione, ChatGPT vi risponde in inglese, chiedetele
          semplicemente di farlo in italiano.

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            Chat GPT: tutto quello che c’è da sapere

            Chat GPT è un nuovo strumento di OpenAI che mira a rendere l’interazione con i sistemi di intelligenza artificiale più naturale e intuitiva

            L’intelligenza artificiale conversazionale ha fatto molta strada negli ultimi anni, con numerosi modelli e piattaforme sviluppati per consentire alle macchine di comprendere e rispondere agli input del linguaggio naturale. Tra questi c’è Chat GPT, acronimo di Generative Pretrained Transformer: uno strumento di elaborazione del linguaggio naturale (o Natural Language Processing) potente e versatile che utilizza algoritmi avanzati di apprendimento automatico per generare risposte simili a quelle umane all’interno di un discorso.

            Realizzata da OpenAI (organizzazione no profit per la ricerca sull’intelligenza artificiale) con l’obiettivo di ottimizzare la conversazione e facilitare l’utilizzo da parte degli utenti. Questa tecnologia ha il potenziale per migliorare notevolmente il modo in cui interagiamo con le macchine in una vasta gamma di applicazioni, dal servizio clienti alla traduzione linguistica fino alla scrittura creativa.

            Indice

            Come funziona

            La Chat GPT è stata creata per aiutare gli utenti a interagire in modo più semplice e fluido con GPT-3, il terzo modello di Generative Pre-Training (GPT) di OpenAI rilasciato nel 2020. Si tratta di un modello di linguaggio basato su trasformatori che utilizza il deep learning per produrre testi simili a quelli umani. Consente quindi di gestire diverse attività come la risposta a domande e la traduzione automatica.

            Chat GPT

            Per capire come funziona Chat GPT, è utile comprendere la tecnologia alla base dell’elaborazione del linguaggio naturale. Il Natural Language Processing (NLP) è una branca dell’intelligenza artificiale che si concentra sull’interazione tra computer e linguaggio umano. In particolar modo riguarda la programmazione dei computer per elaborare e analizzare le lingue naturali.

            La tecnologia NLP consente alla Chat GPT di comprendere i modelli e le sfumature del linguaggio umano. Tutto questo è essenziale per generare risposte pertinenti e coerenti. Ciò è possibile grazie all’uso di algoritmi di machine learning, che vengono addestrati su una grande quantità di dati di testo.

            Uno dei principali vantaggi della Chat GPT è la sua capacità di “imparare” dalle conversazioni che ha con gli utenti. In questo modo, il sistema è in grado di adattarsi ai diversi stili di interazione e di offrire risposte sempre più personalizzate.

            A cosa serve

            Nel servizio clienti, la chat GPT può essere utilizzata per gestire le domande comuni e fornire risposte rapide e accurate così da migliorare l’esperienza del cliente e ridurre il carico di lavoro degli operatori. 

            Nella traduzione linguistica, può aiutare a tradurre il testo da una lingua all’altra, abilitando una comunicazione più fluida tra persone che parlano lingue diverse. Nella scrittura creativa, la Chat GPT può aiutare gli scrittori ad esplorare nuove idee ed espandere la propria creatività.

            Ancora, la Chat GPT può essere utilizzata per migliorare gli assistenti personali virtuali. Con Chat GPT, i chatbot potrebbero diventare più conversazionali e maggiormente in grado di assistere gli utenti con una vasta gamma di attività come la pianificazione, la formulazione di raccomandazioni e la fornitura di informazioni.

            nlp

            Un altro campo in cui può avere un impatto significativo è quello dell’istruzione, dove può essere utilizzata per creare esperienze di apprendimento interattive. Fornendo un feedback personalizzato e in tempo reale agli studenti, Chat GPT può migliorare i risultati dell’apprendimento e rendere l’istruzione più efficace e accessibile a una più ampia gamma di persone.

            La Chat GPT può essere utilizzata per condurre sondaggi su un gran numero di persone in modo rapido ed efficiente come per analizzare il sentiment di grandi quantità di dati di testo, come i post sui social media, per identificare tendenze e modelli nell’opinione pubblica.

            Man mano che la tecnologia continua a migliorare, diventerà ancora più efficace nella simulazione della conversazione umana, il che la renderà uno strumento prezioso per aziende e organizzazioni.

            Limiti e sfide

            Sebbene offra molti vantaggi, ha anche i suoi limiti e le sue sfide. È importante esserne consapevoli e utilizzare la chat GPT in modo responsabile ed etico.

            Anche se la Chat GPT viene addestrata su una grande quantità di dati di testo, può avere difficoltà a comprendere il contesto di una conversazione o le sfumature del linguaggio umano. Ciò può portare a risposte imprecise o irrilevanti.

            A volte i dati possono contenere distorsioni che si riflettono nelle risposte generate dalla Chat GPT. Questo può essere particolarmente problematico quando si tratta di argomenti delicati come la razza, il genere o la politica. E visto che sempre questi dati possono contenere informazioni sensibili, ciò solleva preoccupazioni sulla privacy e sull’uso etico di questa tecnologia.

            chat GPT

            Inoltre, la chat GPT è più efficace nel fornire risposte specifiche basate sui fatti piuttosto che nel gestire domande a risposta aperta o concetti astratti. Ciò può limitare la sua utilità in determinate situazioni, come la scrittura creativa o il supporto emotivo.

            Come usare gratis la Chat GPT

            OpenAI, la società dietro la Chat GPT, offre un programma beta che consente a sviluppatori e ricercatori di accedere e utilizzare questa tecnologia gratuitamente. Basta registrare un account sul sito web (https://chat.openai.com/auth/login) e richiedere l’accesso al programma beta compilando un modulo. 

            Visto che è limitato e concesso su base continuativa, potrebbe essere necessario un po’ di tempo per l’approvazione. Ottenuta l’approvazione, si avrà accesso all’API GPT-3 di OpenAI, che consente di integrare la chat GPT nelle applicazioni.

            L’API GPT-3 è gratuita, ma richiede una carta di credito per l’autenticazione. Il programma di OpenAI include l’accesso anche a una serie di altre risorse e strumenti, come tutorial e codice di esempio, che possono aiutare a conoscere le funzionalità della Chat GPT ed esplorare diverse applicazioni e usi della tecnologia. 

            Chat GPT

            L’obiettivo di OpenAI è quello di rendere i sistemi di intelligenza artificiale più facili e piacevoli da utilizzare tanto quanto più sicuri e affidabili grazie al feedback degli utenti.

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            Formazione, Intelligenza artificiale, Sicurezza informatica, Social media

            San Valentino: proteggere la propria privacy sui siti di dating

            San Valentino è la festa degli innamorati ma anche dei malintenzionati, e proteggere la propria privacy sui vari siti di dating è fondamentale.

            La festa degli innamorati è un’altra ottima occasione che i cybercriminali sfruttano per rubare i dati personali delle ignare (e distratte) vittime. Tra i bersagli preferiti ci sono le app di dating online, sempre più utilizzate per la ricerca dell’anima gemella.

            La quantità di informazioni condivise sul web è in aumento, soprattutto quando si tratta di incontri online – questo perché per trovare l’amore e creare connessioni è indispensabile aprirsi sulla propria vita privata. L’immensa condivisione di informazioni ha fatto sì che alcuni utenti cadessero vittima di trappole digitali come il doxing – ovvero la pratica di cercare e pubblicare online dati personali di altri utenti per scopi malevoli. In vista di San Valentino 2022, Kaspersky segnala un’intensificazione dell’attività di scamming e incoraggia coloro che usano app e siti di dating online a proteggere i loro dati e garantire la loro privacy digitale.

            San Valentino: festa degli innamorati e del doxing

            Molte app di dating chiedono di effettuare la registrazione con gli account social per velocizzare la creazione dei profili, ma alcuni dati, come luogo di lavoro o indirizzo di residenza, possono essere sfruttati per il doxing. Fortunatamente alcune app hanno migliorato la sicurezza (ad esempio tramite crittografia) e consentono di nascondere le informazioni più sensibili.

            doxing

            Ad oggi, molte di queste app richiedono agli utenti di registrarsi attraverso i loro account social, che riempiono automaticamente un profilo con foto e informazioni personali come il luogo di lavoro o di studio. Questi dati consentono ad un potenziale doxer di trovare utenti online e scoprire informazioni sul loro conto.

            I cybercriminali sfruttano la popolarità delle app di dating per ingannare gli utenti, inviando email che sembrano provenire da persone alla ricerca di un partner. In realtà, il link contenuto nel messaggio punta ad un sito simile ad un sito di incontri. Oltre alle informazioni personali, i malintenzionati chiedono di inserire le credenziali bancarie. Questo tipo di phishing aumenta notevolmente in occasione della festa di San Valentino.

            Consigli

            Anna Larkina, security expert di Kaspersky, afferma che: “Le app di dating aprono un mondo di possibilità per coloro che sono alla ricerca di un partner. Ciononostante, tutte le informazioni memorizzate online possono essere intercettate da truffatori, scammer e malintenzionati. Inoltre, i criminali informatici sono pronti a sfruttare questo canale per un guadagno finanziario. La buona notizia è che le app di dating si stanno muovendo nella giusta direzione, permettendo agli utenti di connettersi in modo più sicuro. Per quanto fantastiche possano essere queste interazioni, la cautela è fondamentale e non importa quanto si pensi di essere esperti online: ci sono sempre modi per migliorare la propria sicurezza digitale. Così facendo, la conversazione scorrerà senza preoccupazioni e utenti e dati resteranno protetti”.

            La necessità di un approccio più sicuro agli incontri online si rende ancora più necessario a ridosso di San Valentino, quando un maggior numero di utenti si rivolge ad app di dating e siti web per trovare un potenziale partner. Per contrastare questi rischi, Kaspersky ha stilato alcuni consigli per permettere agli utenti di godersi in sicurezza i loro appuntamenti romantici online:

            • Non collegare l’account Instagram (o di altri social) al profilo dell’app di dating. Il rischio è quello di diffondere troppe informazioni sensibili e, anche se Instagram consente di tutelare la privacy, ci sono più rischi che benefici nel collegare gli account.

            Cosa non fare

            • Non condividere il proprio numero di cellulare o altri contatti di messaggistica. Le app di incontri suggeriscono di utilizzare esclusivamente le loro piattaforme di messaggi integrate. E’ saggio farlo finché non si è sicuri di potersi fidare della persona con cui si sta chattando. Inoltre, quando si vuole passare ad un’altra app di messaggistica è opportuno impostarla in modo da mantenere sicure le proprie informazioni private.

            doxing e privacy

            • I cybercriminali potrebbero tentare di rubare alcuni dati privati. Per cui è importante fare attenzione se il match chiede di scaricare e installare un’applicazione, visitare un sito web o se inizia a fare domande personali in merito al proprio insegnante preferito o qual era il nome del primo animale domestico (si tratta di comuni domande di sicurezza). Cosa potrebbe succedere? Beh, le app potrebbero essere malevole, il sito web potrebbe essere una pagina phishing e quelle informazioni potrebbero aiutare qualcuno a rubare soldi o identità.

            • Diffidare dai bot: potrebbero impossessarsi di soldi oppure dati personali. Sono generati automaticamente, per cui se si ha una strana sensazione riguardo ad una chat e se le risposte dell’interlocutore non corrispondono alla domanda posta, è altamente probabile che si stia chattando con un bot.

            • Se possibile, sarebbe bene modificare le impostazioni delle app in modo tale che i dati sensibili vengano mostrati solo alle persone con cui si fa match. In questo modo, non tutti avranno accesso ai dati più sensibili. Limitare l’accesso ad un numero ristretto di persone riduce le probabilità che le informazioni del profilo finiscano nelle mani sbagliate.

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            Metaverse cos’è?

            La realtà virtuale, si sa, esiste da tempo. Tuttavia, è in corso una grande evoluzione, definita Metaverse. Ma vediamo insieme Metaverse cos’è?

            Il Metaverse è il concetto di un universo 3D persistente, online, che combina vari spazi virtuali differenti. Puoi vederlo come una futura evoluzione di Internet. Questo ambiente permetterà agli utenti di lavorare, incontrarsi, giocare e socializzare insieme in questi spazi 3D.

            Metaverse

            Definizione di Metaverse, realtà virtuale

            Il Metaverse è un concetto di spazio online, 3D e virtuale che collega tra loro gli utenti, in tutti gli aspetti della loro vita. Questa concetto porterebbe al collegamento di più piattaforme tra loro, proprio come al giorno d’oggi Internet, tramite un unico browser, permette l’accesso a diversi siti web. 

            Sebbene in passato l’idea di un Metaverse fosse solo finzione, ora sembra che potrebbe diventare realtà in futuro.

            Il Metaverse sfrutterà la realtà aumentata, dove ogni utente sarà in grado di controllare un personaggio o un avatar. Ad esempio, potresti partecipare a una riunione in mixed reality usando un visore Oculus VR nel tuo ufficio virtuale, finire il lavoro e rilassarti, gestire le tue finanze, tutto all’interno del Metaverse.

            Puoi già vedere alcuni aspetti del Metaverse nei mondi di videogiochi virtuali già esistenti, che riuniscono molteplici elementi delle nostre vite in dei mondi online. Sebbene queste applicazioni non siano il Metaverse, si avvicinano molto.

            Oltre a supportare il gaming o i social media, il Metaverse combinerà economie, identità digitale, governance decentralizzata e altre applicazioni.

            Anche oggi, la creazione di utenti, unita alla proprietà di oggetti di valore e di denaro stanno aiutando a sviluppare un unico Metaverse.

            Piattaforme per il Metaverse

            1: Second Life

            Second life è stata la prima piattaforma a basarsi sul concetto di Metaverse, nata nel 2003.

            É un ambiente virtuale 3D, dove gli utenti controllano degli avatar per socializzare, apprendere e fare business.

            Second Llife

            2: Axie Infinity

            É un gioco che offre ai giocatori dei paesi in via di sviluppo l’opportunità di ottenere un reddito costante. Acquistando o ricevendo in dono tre creature note come Axies, un giocatore può iniziare il farming del token SLP.

            Vendendo questo token sull’open market, qualcuno potrebbe guadagnare a seconda del tempo di gioco e del prezzo di mercato.

            Sebbene Axie Infinity non fornisca un personaggio o un avatar in 3D personalizzato, offre agli utenti l’opportunità di un lavoro simile a quelli che potrebbero esserci in un Metaverse.

            Axie Infinity

            3: Decentraland

            É un mondo digitale online che combina elementi social con criptovalute, NFT e immobili virtuali. Inoltre, i giocatori assumono un ruolo attivo nella governance della piattaforma. Gli NFT vengono utilizzati per rappresentare degli oggetti da collezione.

            Gli utenti possono acquistare nel gioco utilizzando la criptovaluta che prende il nome di MANA. La combinazione di tutti questi elementi crea una crypto-economia complessa.

            Decentraland

            4: Facebook

            Facebook è molto avvantaggiato per il Metaverse, visto che ha 3 App: Facebook, WhatsApp e Instagram che racchiude più aspetti utili alla realizzazione del Metaverse.

            Il cambio di nome, in Meta, lascia trasparire questa intenzione.

            metaverse

            Guarda il video sottostante.

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            Una Lens in più per la ricerca di Chrome

            Il modulo per il riconoscimento visivo di oggetti, codici a barre e testi stampati, Lens, basato sull’IA è disponibile anche all’interno della casella di ricerca del browser Chrome, che ora ha una marcia in più.

            Google investe da anni diversi milioni di dollari sulle più avanzate tecnologie di riconoscimento audio video basate sull’intelligenza artificiale (IA). Inizialmente il riconoscimento visivo era possibile solo scaricando l’app Lens. Successivamente però, dopo un breve periodo però questo sistema è stato integrato nell’app Google Foto (all’inizio solo per chi aveva uno smartphone Pixel) e nella casella di ricerca Google. Oggi anche chi non ha uno smartphone Pixel e non vuole scaricare l’app, può usare il servizio di analisi visiva Lens. Infatti questo è integrato nella casella di ricerca del browser Chrome, identificato dal logo di una fotocamera oppure di un quadrato con un cerchio al centro.

            Lens funziona riuscendo a individuare gli elementi inquadrati attraverso la fotocamera dello smartphone o del tablet. Confrontandoli successivamente con l’enorme database di immagini presenti sui suoi server e propone risultati che il più delle volte sono corretti. In un certo senso si può paragonare Lens a Shazam, l’app che riconosce i titoli delle canzoni ascoltandone poche note. Il meccanismo in fondo è simile. Se Shazam confronta le note registrate con il suo database di brani musicali, Lens confronta le immagini riprese dalla fotocamera con il suo database.

            Automatico o manuale

            Il funzionamento del sistema di riconoscimento delle immagini di Lens non richiede particolari impostazioni, a meno di non trovarsi in situazioni ambigue. Se, per esempio, vogliamo effettuare una ricerca solamente su una parte dell’immagine inquadrata, dovremo semplicemente spostare con le dita il mirino quadrato di ricerca che come impostazione base copre tutta l’immagine. Inoltre potremo suggerire all’app il tipo di ricerca che ci interessa. Se siamo all’interno di un grande magazzino dovremo così selezionare Acquisti. Se invece siamo in un ristorante, selezionando la voce Dove mangiare potremo scattare la foto di un menu o di un alimento e vedere recensioni e ricette.

            Attenzione, però, che per ottenere i migliori risultati nel riconoscimento di un oggetto, di un testo o di un codice a barre, l’immagine deve risultare ben illuminata. Se così non fosse, è consigliabile attivare il flash presente a fianco della fotocamera. Volendo è possibile utilizzare la ricerca di Google Lens su Chrome anche per effettuare il riconoscimento di un’immagine che abbiamo già archiviato in memoria. Per farlo, però, dovremo passare attraverso l’app Google Foto. Aprire poi l’immagine che vogliamo controllare e fare tap sul simbolo di Lens che si trova in basso. Potremo anche indicare la categoria di ricerca che vogliamo eseguire, se per esempio vogliamo identificare un monumento o un quadro. Dovremo fare tap su Luoghi e aspettare qualche secondo per avere la risposta.

            Per identificare un’immagine, Lens la confronta con il suo enorme database online

            Tutti gli smartphone Android, e anche una buona parte di quelli iOS, utilizzano Chrome come browser predefinito. Quindi come motore di ricerca quello di Google. All’interno della casella di ricerca, oltre all’icona del microfono che serve per inserire i termini da ricercare direttamente con la voce, c’è anche l’icona di una fotocamera. Facendoci tap sopra si aprirà una schermata che ci invita a inquadrare con la fotocamera quello che vogliamo cercare. In alternativa è possibile caricare le immagini archiviate sul telefono e che verranno inviate a Google per essere esaminate in tempo reale.

            chrome lens ricerca immagini

            Se, per esempio, sul telefono abbiamo archiviato l’immagine di una bicicletta che ci è piaciuta e vogliamo vedere di quale modello si tratta e quanto possa costare, non dovremo fare altro che farci tap sopra. Eventualmente poi ridurre con le dita la finestra rettangolare di ricerca per evidenziarla meglio. Visualizzeremo quindi un elenco di immagini corrispondenti. Naturalmente i risultati migliori si otterranno avendo a disposizione immagini di oggetti ben illuminati e facilmente riconoscibili. Lens, in realtà, non si limita a riconoscere gli oggetti, ma può anche identificare monumenti, piante, animali. Tutti elementi, cioè, che sono già presenti tra i miliardi di immagini ospitate nei server di Google e che rappresentano perciò il suo principale patrimonio.

            Riconoscimento dei codici a barre

            La seconda possibilità è quella di inquadrare direttamente con la fotocamera ciò che abbiamo davanti. Noi, per esempio, abbiamo provato a controllare il codice a barre di un prodotto elettronico in modo da leggere le recensioni disponibili in Rete. E scoprire inoltre se online fosse presente un prezzo più basso. Per fare partire la ricerca, basta un tap sul pulsante di scatto con l’icona della lente d’ingrandimento.

            chrome lens  ricerca codici a barre

            Non scatteremo una vera e propria fotografia, ma invieremo solamente l’immagine a Google e riceveremo una risposta entro pochi secondi. Dalle impostazioni della ricerca potremo decidere se consentire a Google di archiviare l’immagine inviate in modo che risulti utile per successive ricerche, o al contrario potremo se eliminarla immediatamente. Per avere una risposta bastano in media pochi secondi anche se non abbiamo una connessione veloce e il consumo in termini di dati è paragonabile a quello della consultazione di una classica pagina Web.

            Riconoscimento di luoghi, traduzioni e compiti

            Abbiamo visto come Lens riesca a individuare correttamente il contenuto di un’immagine paragonandola a quelle che ospita sui suoi server. In realtà può fare molto di più: riesce, infatti, a riconoscere anche intere parole stampate, e in qualche caso scritte a mano, e si interfaccia con l’app Google Traduttore per fornire una traduzione in tempo reale di cartelli o comunque di testi scritti in oltre cento lingue. Non solo, ma inquadrando calcoli complessi, anche se scritta a mano, è in grado di fornire una soluzione nella maggior parte dei casi corretta.

            testo scritto

            Per forzare questo tipo di ricerca bisogna selezionare nella barra inferiore la voce Testo se si vogliono fare riconoscere delle parole, oppure quella Compiti se vogliamo che vengano risolte delle operazioni o anche equazioni matematiche. Selezionando la voce Traduzione verrà prima di tutto riconosciuto il testo e poi tradotto nella nostra lingua o comunque in quella che indicheremo. La voce Luoghi, infine, permetterà di individuare monumenti e attrazioni turistiche particolari.

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            Digitalizza senza riflessi le vecchie foto stampate

            Digitalizza le vecchie foto stampate senza riflessi prima che si rovinino con un’app intelligente che non si limita solamente a scansirle.

            Le stampe fotografiche, soprattutto quelle più vecchie, sono fantastiche da vedere e rivedere, ma hanno il limite che con il tempo tendono a deteriorarsi. Per questo motivo è consigliabile scansirle al più presto in modo da archiviarle e proteggerle praticamente all’infinito. La soluzione più semplice, se abbiamo a disposizione un classico scanner piano o anche una stampante multifunzione, resta quella di scansirle e trasferirle sul PC.

            In realtà, però, si possono ottenere risultati ancora migliori grazie alle app che aggiungono l’intelligenza artificiale alla semplice cattura della foto. Nel Play Store di Android sono moltissime le app dedicate alla scansione e al recupero delle fotografie. Noi però questa volta abbiamo voluto provare un’app di Google come FotoScan che, oltre a permettere di catturare nel modo migliore qualsiasi foto, ha anche l’indubbio vantaggio di essere completamente gratuita.

            Niente riflessi

            Insieme ai graffi e ai segni del tempo, uno dei maggiori problemi per chi vuole digitalizzare vecchie foto stampate con il proprio smartphone è costituito dai riflessi. Soprattutto se usiamo il flash, in modo da avere un’illuminazione ottimale, è praticamente certo che qualche riflesso risulterà nella scansione. Teoricamente sarebbe possibile eliminarlo a posteriori. In pratica è molto più semplice farlo prima, utilizzando un’app come quella di Google che ci fa riprendere la stessa immagine da quattro angolature diverse in modo da ottenere alla fine un risultato ottimale.

            Digitalizza senza riflessi le vecchie foto stampate

            Oltre a catturare la fotografia, anche se questa si trova su un tavolo, l’app si occupa di ritagliarla nella maniera migliore. Inoltre ci lascia comunque la possibilità di agire direttamente sul “taglierino” se il risultato non è gradito. Naturalmente, siccome entra in gioco l’intelligenza artificiale, la risoluzione finale dell’immagine potrebbe essere inferiore rispetto a quella ottenibile con un classico scanner piano. Tuttavia in compenso la resa dei colori e delle luci sarà decisamente migliore. Per ottenere questo risultato Google utilizza le stesse tecniche di “fotografia computazionale” usate dalla funzione Panorama degli smartphone, che mette insieme più immagini per costruire una foto panoramica.

            L’operazione di unione delle immagini avviene sui server di Google per cui servirà una connessione attiva e ci saranno i soliti problemi di privacy che comunque sono ben conosciuti a chi sincronizza le proprie fotografie in cloud. Se invece volessimo anche eliminare graffi e segni presenti sulla fotografia, dovremo ricorrere a un programma di ritocco evoluto come Photoshop. Oppure, per i difetti meno evidenti, anche a un’app specifica come Photo Retouch che consente anche di eliminare eventuali oggetti che disturbano l’immagine.

            L’elaborazione dell’immagine catturata con la fotocamera avviene nei server di Google

            Trattandosi di un’app realizzata da Google, FotoScan non richiede registrazioni particolari. Una volta installata, verrà visualizzato un breve tutorial in italiano che spiega molto semplicemente come funziona l’app. In pratica, si tratta di scattare quattro fotografie spostando la fotocamera su un cerchio alla volta (mostrato sullo schermo) in modo da eliminare fastidiosi riflessi e salvare l’immagine migliore. Nella prima cattura si vede bene come la fotografia presenti almeno due riflessi luminosi particolarmente evidenti. Per eliminarli dovremo semplicemente cliccare sull’icona di scatto in basso e seguire le istruzioni in italiano presenti sull’immagine.

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            Immagini pulite in pochi passi

            Come impostazione standard è attivo sia il flash che la modifica da remoto sui server di Google. Rimane comunque possibile escludere entrambe le opzioni, in questo modo avremo sicuramente molti meno riflessi ma allo stesso tempo l’immagine risulterà anche meno luminosa. Se poi non vogliamo che la foto venga elaborata da Google perché teniamo alla nostra privacy, potremo ritagliarla direttamente con lo strumento Taglierino che è integrato all’interno dell’app.

            Come si vede dalla seconda immagine, ci siamo spostati sul secondo cerchio come richiesto dall’app. Una volta mossa la fotocamera, dovremo aspettare qualche secondo affinché l’immagine possa essere elaborata dai server di Google e poi potremo passare al cerchio successivo. Al termine dell’acquisizione delle immagini l’app provvederà anche al ritaglio automatico della fotografia e alla correzione prospettica se l’immagine non dovesse risultare esattamente in piano. Può capitare che l’operazione di ritaglio non sia perfetta, e per questo l’app ci lascia la possibilità di modificarla direttamente utilizzando i cursori a forma di cerchio presenti negli angoli dell’immagine.

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            Oltre a non inclinare lo smartphone durante la scansione, è importante sistemare la foto su una superficie piana che sia in contrasto con la foto stampata. È chiaramente sconsigliabile catturare immagini di fotografie che si trovano in porta foto in vetro. Secondo Google è anche importante assicurarsi che il flash sia attivo in modo da rimuovere ombre e riflessi dalla nostra vecchia foto stampata e ottenere in generale delle foto migliori durante la digitalizzazione.

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            Nella terza immagine in alto possiamo vedere come Google abbia ritagliato in maniera corretta i bordi dell’immagine, lasciandoci comunque la possibilità di modificarli.

            Google Foto

            Una volta salvata l’immagine, la potremo salvare automaticamente all’interno di Google Foto e quindi nel cloud Google Drive, oppure condividerla con i nostri contatti social o ancora attraverso la posta elettronica. Una volta installata l’app non saremo sempre costretti ad aprirla per scansire le immagini, ma potremo farlo direttamente dall’app Google Foto selezionando la voce Raccolta e da qui facendo tap prima su Utilità e quindi su “Scansiona Foto” con FotoScan. Rispetto a uno scanner classico, il vantaggio è sicuramente quello della velocità e della precisione nel rimuovere riflessi e artefatti. Il limite è la definizione che risulterà inferiore all’originale. Nel nostro caso l‘immagine che abbiamo scansito è stata ridimensionata a una risoluzione di 1.500×2.000 pixel rispetto a quella originale di 3.000×4.000 pixel. Si tratta, in pratica, di un dimezzamento della risoluzione che comunque a nostro parere non va a influire particolarmente sull’effetto finale.

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