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Clonare un hard disk, come e perché

In questo articolo di oggi spiegheremo cosa significa clonare un hard disk, come e perché effettuare questo tipo di operazione.

A chi non è mai capitato di dover reinstallare su un nuovo hard disk un sistema operativo, e importare dati dal precedente disco. Un operazione che, sappiamo bene, spesso può risultare dispendiosa in termini di tempo. Occorre in nostro aiuto una soluzione molto veloce ed efficace: clonare l’hard disk principale sul nuovo.

Un clone è semplicemente una copia. Chi non ricorda la pecora Dolly, clonata in laboratorio per riprodurre la copia geneticamente identica di un esemplare già adulto? Naturalmente clonare un hard disk o un disco SSD è tutt’altra cosa. Non è solo un’operazione molto più facile da eseguire (per clonare un disco occorre, infatti, solo un software dedicato), ha anche un obiettivo molto diverso. Clonare un hdd o un SSD serve, infatti, a gestire e a proteggere i dati.

Ma cosa fanno esattamente i programmi che creano il clone di un disco?

Fondamentalmente i programmi per clonare hdd o SSD consentono di trasferire perfettamente ogni bit informativo dal disco di un computer a un altro. Nell’eseguire questa operazione spesso i contenuti del primo hard disk vengono trascritti in un file immagine, sfruttando un passaggio intermedio. Il secondo disco viene, quindi, creato sulla base dei contenuti di questa immagine.

Clonazione fisica

Abbiamo detto che clonare un hard disk vuol dire in pratica creare una copia esatta, un clone del disco originale. Questa operazione può essere effettuata sia a livello software, attraverso vari programmi, sia a livello hardware tramite dei dispositivi dedicati chiamati duplicatori.

Duplicatori per HDD

duplicatore hdd

Ci sono sul mercato vari duplicatori, ognuno con caratteristiche specifiche e funzioni particolari. Il funzionamento è pressoché uguale per tutti. Va connesso in entrata l’hard disk che vogliamo clonare (sorgente) e in uscita l’hard disk vergine formattato su cui andremo a fare la copia (target).

Clonare un hard disk, come e perché
A sinistra il disco principale, a destro quello secondario.

Dicevamo ache alcuni duplicatori presentano delle caratteristiche e delle funzionalità aggiuntive molto utili. Ad esempio si può scegliere di copiare l’intero disco oppure decidere se copiare solamente la parte scritta effettivamente dai dati. Questa funzione risulta molto utile se ad esempio abbiamo un disco sorgente più grande rispetto a quello vergine su cui andremo a fare la copia. In questo caso infatti non avremo abbastanza spazio per effettuare la copia dell’intero disco e quindi cloneremo solamente quella parte dell’ hard disk effettivamente scritta.

Per fare un esempio: se abbiamo un hard disk sorgente di 500 gb ma la parte occupata effettivamente dai dati e di 200 gb e l’hard disk vergine e’ di 250 giga di capienza, noi andremo a copiare soltanto la parte di hard disk occupata dai dati (200 giga). Questo poiché non avremmo abbastanza spazio nel disco in uscita, che è di soli 250 gb, per clonare l’intero disco madre.

Clonazione software

Il software di clonazione dei dischi replica in tutto e per tutto il sistema operativo, le unità, le applicazioni e le patch di un computer. Grazie alla loro clonazione è possibile azzerare il lungo processo manuale associato alla reinstallazione e alla riconfigurazione di un sistema per consentire:

  • Il riavvio e ripristino di un computer a impostazioni precedenti.
  • La duplicazione della stessa configurazione di sistema su più computer.
  • La duplicazione della stessa configurazione di sistema su più computer.
  • Il ripristino completo del sistema in caso di problematiche software o guasti del computer.
Clonazione software

Software per la clonazione

EaseUS Partition Master (Windows)

EaseUS Partition Master è uno dei migliori software per la gestione dei dischi in ambiente Windows. Permette di gestire in maniera estremamente semplice sia hard disk meccanici che SSD, sia interni che esterni, e tutti i principali file system: FATFAT32NTFSReFSExt2 ed Ext3.

software ease us

Tra le sue funzioni, oltre alla clonazione di dischi e partizioni, offre la possibilità di ridimensionare/spostare/unire/creare/formattare/cancellare le partizioni. Inoltre possiamo pulire e ottimizzare i dischi, convertire dischi e partizioni (converte le unità logiche in primarie e viceversa, le partizioni FAT in NTFS e i dischi MBR in GPT e viceversa), allinea gli SSD (per ridurre il numero di scritture e aumentarne la longevità), verifica lo stato delle partizioni, cambia le etichette dei volumi e molto altro ancora.

Istruzioni

A download completato, apri il file .exe ottenuto e, nella finestra che si apre, fai clic prima sul pulsante  e poi su Installa ora e Installa gratis (quest’ultimo pulsante è da premere solo nella versione Free del software). Se non vuoi condividere dati statistici anonimi con EaseUS, clicca sulla voce Installazioni Personalizzate e rimuovi la spunta dall’apposita casella che compare in basso.

A questo punto, attendi che vengano scaricati da Internet tutti i file necessari al corretto funzionamento di EaseUS Partition Master e, ad operazione terminata, premi sul pulsante Inizia ora, per concludere il setup e avviare il software.

Ora, per clonare un disco con EaseUS Partition Master, selezionalo dalla finestra principale del software e clicca sul pulsante Clona presente nella barra laterale di destra. Nella finestra che si apre, seleziona la scheda Modalità di Disco, se vuoi clonare un intero disco, o la scheda Modalità di partizione, se vuoi clonare una singola partizione; dopodiché seleziona il disco o la partizione da clonare e clicca su Avanti.

Seleziona, dunque, il disco o la partizione di destinazione (su cui clonare il disco o la partizione selezionata in precedenza) e premi sui pulsanti Avanti ed Esegui 1 operazione, per confermare. Non ti rimane, ora, che seguire le indicazioni su schermo e il gioco è fatto!

EaseUS Todo Backup (Windows)

EaseUS Todo Backup è un altro programma per clonare hard disk di EaseUS che puoi prendere in considerazione in ambito gratuito, nonché uno dei più semplici da usare. Consente di clonare dischi e singole partizioni (MBR e GPT) direttamente da Windows, crea backup di file, cartelle e sistemi operativi e permette di creare dei dischi di avvio per creare/ripristinare backup restando al di fuori del sistema operativo principale. Supporta le partizioni nascoste e l’effettuazione di backup incrementali. Come facilmente intuibile, è perfettamente compatibile con i moderni sistemi basati su UEFI e la sua interfaccia è tradotta completamente in italiano.

software todo backup

È disponibile anche una versione a pagamento di EaseUS Todo Backup che permette di trasferire il sistema da un computer all’altro. Assicura una velocità maggiore durante la copia dei dati, consente di programmare le operazioni di backup ed effettua il backup e il ripristino delle email di Outlook.

Al netto di quelle che sono le tue esigenze: la clonazione dell’hard disk del computer per fini personali, la versione free di EaseUS Todo Backup (che non si può usare per fini aziendali) dovrebbe essere più che sufficiente. Ti consiglio vivamente di provarla.

AOMEI Backupper (Windows)

AOMEI Backupper è una validissima alternativa a EaseUS Todo Backup: si tratta di un software per il backup e la clonazione dei dischi che offre una vastissima gamma di funzione. La sua versione gratuita permette di effettuare backup – anche incrementali – di file, cartelle e dischiclona interi dischi o partizioni (MBR e GPT) e permette di sincronizzare il contenuto di due o più cartelle.

software aomei backupper

noltre, la versione free di AOMEI Backupper supporta l’invio di email di notifica al completamento dei backup, permette di creare DVD e chiavette USB auto-avvianti, per gestire i backup al di fuori del sistema operativo principale, supporta pienamente i sistemi UEFI e offre molte altre funzionalità degne di nota. Purtroppo manca la traduzione italiana dell’interfaccia (che risulta comunque molto semplice da usare).

Come facilmente intuibile, nella versione Professional di AOMEI Backupper ci sono numerose funzionalità aggiuntive. Come ad esempio la clonazione dei sistemi operativi, l’unione di due immagini di backup e la sincronizzazione delle cartelle in rete.

Clonezilla

Anche se in termini di semplicità di utilizzo è un gradino sotto a EaseUS Todo Backup e AOMEI Backupper, Clonezilla rimane una delle migliori soluzioni per clonare gli hard disk. A differenza dei software menzionati in precedenza, non è un programma che si installa sul computer, bensì un software che va copiato su un dischetto o una chiavetta USB ed eseguito in modalità live (come si fa con le distro di Linux o con gli antivirus in versione live).

software clonezilla

Clonezilla supporta sia le partizioni MBR che quelle GPT. Può essere avviato anche sui moderni sistemi basati su UEFI e oltre a essere gratuito al 100%, è anche open source. Questo significa anche puoi utilizzarlo anche in ambiti commerciali senza violarne la licenza.

La clonazione – e quindi il ripristino – degli hard disk può avvenire direttamente su altri dischi o in dei file immagine. Purtroppo non sono supportati i backup incrementali e l’interfaccia del software è solo testuale (in lingua inglese). In compenso la velocità di trasferimento dei dati è molto elevata.

Acronis True Image (Windows/macOS)

Acronis True Image è uno dei programmi per clonare hard disk più famosi e utilizzati al mondo. Permette di tenere i propri dati sempre al sicuro creando backup di intere partizioni, hard disk e cartelle; sincronizza i dati presenti su due computer, clona i dischi e le partizioni (sia MBR e GPT) e molto altro ancora. Come ci si potrebbe aspettare da un software di questo livello, supporta i backup incrementali, le unità di rete e permette persino di effettuare backup sul cloud.

acronis true image

Acronis True Image è compatibile sia con Windows che con macOS. Inoltre è disponibile in una variante mobile che permette di salvare – e anche migrare – i dati sui dispositivi Android e iOS. Inoltre, è possibile creare un dischetto o una chiavetta USB da cui effettuare il boot per gestire i backup al di fuori del sistema operativo principale.

Purtroppo non esiste una versione free di Acronis True Image, tuttavia il programma è disponibile in una versione di prova gratuita della durata di 30 giorni scaricabile dal sito di Acronis previa immissione del proprio indirizzo di posta elettronica. Attenzione però, la funzione di clonazione dei dischi non è inclusa nella trial gratuita.

Software per Mac

Sebbene macOS includa un solido sistema di backup, Time Machine, grazie al quale è possibile clonare il contenuto dell’hard disk del computer e ripristinarlo all’occorrenza, ti consiglio di prendere in considerazione anche Carbon Copy Cloner.

carbon copy

Carbon Copy Cleaner è un’applicazione per Mac che consente di clonare il contenuto del disco e di trasferirlo su un’altra unità. Sì differenzia da Time Machine per la possibilità di eseguire il backup solo di determinati file/cartelle e, soprattutto, per il fatto che i dischi di backup sono avviabili.

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Cos’è la memoria cache?

In questo articolo scoprirai finalmente cos’è la memoria cache, lo scopo del suo utilizzo e le varie tipologie.

Definizione e scopo della memoria cache

La memoria cache è una memoria estremamente veloce, infatti non passa per il bus (canale di comunicazione tra le periferiche di un sistema). Lo scopo di questa memoria è salvare i dati che utilizziamo più frequentemente, questo perché la cache è una memoria di ridotte capacità rispetto alla memoria centrale (RAM), in grado di contenere, quindi, poche informazioni. Questa memoria non è visibile dal software ma gestita direttamente dall’hardware.

Ora che abbiamo dato la definizione sicuramente ti starai chiedendo come funzioni. Continua a leggere l’articolo per scoprirlo!

Funzionamento

Il processore, quando deve trovare un’informazione all’interno della memoria centrale, inizialmente controlla che ciò che cerca sia presente sulla memoria cache. Questo avviene perché la memoria cache memorizza i dati usati più frequentemente e spesso ciò che cerchiamo è già stato utilizzato in precedenza. Inoltre la cache permette di evitare sprechi di tempo.

Quando l’informazione che il processore cerca è contenuta nella memoria cache avremo un cache hit. Questa trasferisce Il dato cercato sul processore in maniera rapida senza passare per la RAM. In caso contrario, ovvero in assenza dell’elemento cercato in memoria cache, avremo un cache miss e saremo costretti a proseguire la ricerca sulla memoria centrale.

Tipologie e livelli

Con l’introduzione della multi-core, all’interno del processore si sono creati diversi livelli gerarchici di memoria cache, sia interni che esterni alla CPU. Vediamoli nel dettaglio.

  • Cache di livello L1, implementata all’interno di ogni singolo core. Questa è la memoria cache più veloce ma più piccola, perciò, contiene poche informazioni e può portare a numerosi cache miss.
  • Cache di livello L2, situata all’esterno dei core. È una memoria più grande della L1 e, grazie a ciò, a più probabilità di cache hit. Se la CPU non trova i dati nella cache di livello L1 cerca nel livello L2. Ogni codice del processore possiede una memoria L2.
  • Cache di livello L3, è la cache più grande di tutte. Contiene le informazioni che non sono state inserite in L1 e in L2. Questa memoria cache è viene condivisa da tutti i CPU core.
Rappresentazione della memoria cache
Memoria cache nella CPU

Ora che hai capito cos’è la memoria cache visita questo articolo per sapere come fare pulizia del sistema Android e come rimuovere la cache!

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Utilizzare IPad come secondo schermo

In questo articolo vedremo come utilizzare l’IPad come secondo schermo.

I monitor multipli migliorano esponenzialmente la produttività al PC quando lavoriamo. In questa guida, spiegheremo come utilizzare un iPad come secondo monitor per il tuo PC o per il tuo Mac.

E’ ovvio che un iPad non può competere con un monitor vero e proprio né in termini di dimensioni né di prezzo. Ma se disponi già di un iPad, potrai utilizzarlo come secondo schermo per il tuo portatile o del tuo PC fisso ogni volta che vorrai. Si tratta dunque di un “plus” ovvero qualcosa in più da far fare al tuo iPad.

Tutto quello che occorre è una semplice custodia capace di tenere l’iPad in posizione “Stand” ovvero in posizione più o meno verticale e un software che puoi scaricare dal sito ufficiale della software house Duet Display o dall’App Store.

Ora guarderemo insieme, passo per passo come fare.

Duet Display

Step 1: Scarica Duet Display su Computer e iPad

Per utilizzare un iPad come secondo monitor occorre innanzitutto installare il programma di cui abbiamo parlato sopra sia sull’iPad che sul PC. Potete scaricare l’applicazione per l’iPad su “App Store” e quella per il vostro Computer da quest’altro “Duet Display“.

Avrai anche bisogno di un cavo USB lightning (quello ottenuto in dotazione con l’iPad) perchè Duet Display non funziona su Wi-Fi. L’ iPad dovrà quindi rimanere vicino al tuo computer proprio come un secondo monitor rimane sempre vicino a quello principale. Ecco una foto di un cavo USB lightning.

cavo SB lightning dell'iPad

Step 2: Connetti il tuo iPad come fosse un monitor

Adesso apri il programma Duet Display sul tuo computer, e subito dopo avvia anche l’app Duet Display sul iPad.

Si apparirà questa schermata:

Schermata su iPad

Adesso collega il tu pc all’iPad tramite cavo USB lightning. In seguito l’iPad dovrebbe accendersi e mostrare già il desktop del tuo PC Windows o Mac come un secondo monitor. Ora muovi il mouse sulla destra del tuo desktop, fino a che non apparirà sullo schermo del iPad. Potrai anche toccare lo schermo del iPad per controllare il PC Windows o OS X.

Step 3: Ottimizzare visualizzazione schermo

Duet Display vede che il tuo iPad è a destra del computer, ma se lo vuoi usare a sinistra potrai modificare le impostazioni in modo che il tuo mouse funzioni correttamente.

Gli utenti Windows possono accedere a questi display facendo clic con il pulsante destro del mouse sul desktop e scegliendo “Visualizza”. Gli utenti Mac devono, invece, andare in Preferenze di Sistema > Visualizza.

Impostazioni schermo

Visualizzerai due quadrati, uno che rappresenta il monitor principale del computer e l’altro che rappresenta lo schermo del iPad.

monitor 2

Fai clic e trascina lo schermo del iPad per posizionarlo nella posizione desiderata. Nella foto sottostante possiamo vedere che l’iPad è stato impostato a sinistra del pc.

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indirizzo ip
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Indirizzo IP: Cos’è e quali sono le differenze

In questo articolo vediamo cos’è un indirizzo IP, differenze tra statico, dinamico, pubblico e privato.

Se sei arrivato sin qui avrai sicuramente già sentito parlare di indirizzo IP, quindi, bene o male, dovresti già sapere che ogni dispositivo che desidera navigare su Internet deve essere universalmente identificato mediante un particolare numero di, in genere, 12 cifre. Di indirizzi IP ne esistono però di vari tipi, ecco perciò che in questo semplice articolo andrò a spiegarti cos’è e quali differenze ci sono tra indirizzo IP statico, dinamico, pubblico e privato.

L’indirizzo IP è un codice numerico utilizzato dai dispositivi dotati di una scheda di rete (computer, modem, smartphone, tablet, smart TV). Questo serve per navigare in Internet e per comunicare all’interno di una rete locale.

Cos’è l’indirizzo IP pubblico

L’indirizzo IP pubblico è un indirizzo IP visibile e raggiungibile da tutti gli host della rete Internet.
Un host è un dispositivo in grado di comunicare con altri dispositivi (hosts) in rete. Può essere un server che fornisce informazioni oppure un client che usufruisce delle informazioni o del servizio fornito dal server.


Ogni host connesso a Internet deve possedere un proprio indirizzo IP pubblico univoco. Un IP pubblico diverso da quello di qualsiasi altro host collegato al World Wide Web. Per tutta la durata della connessione, in tutto il mondo, non possono esistere due host con lo stesso indirizzo IP pubblico.

indirizzo ip

L’IP pubblico si utilizza per identificare una LAN o Local Area Network (una rete locale) in Internet. Tutti i dispositivi appartenenti a una LAN utilizzando un proprio indirizzo IP privato (non visibile dall’esterno della rete locale) ma si connettono a Internet utilizzando lo stesso indirizzo IP pubblico.

In altre parole, è anche un indirizzo IP pubblico poiché consente sia di identificare univocamente il dispositivo in questione, sia di fornire a quest’ultimo il percorso per essere raggiunto da tutti gli altri indirizzi IP pubblici.

Cos’è l’indirizzo IP privato

L’indirizzo IP privato invece si utilizza per identificare in modo univoco un dispositivo appartenente a una rete locale.
Mentre l’IP pubblico identifica un host connesso a Internet a livello mondiale, l’IP privato identifica il dispositivo all’interno della stessa LAN.
Gli indirizzi IP privati non possono essere utilizzati per accedere a Internet e non sono visibili al di fuori di una rete locale. Inoltre possono essere usati da chiunque senza la necessità di richiederne l’assegnazione all’ICANN o all’ISP.

indirizzo ip privato

I router non usano gli indirizzi IP privati per l’instradamento dei dati in Internet ma servono per far dialogare gli hosts della rete locale.
Se un host di una LAN (che utilizza un IP privato) deve collegarsi a Internet (dove è richiesto un IP pubblico) si ricorre al NAT (Network Address Translation).

Nat

Il NAT è una tecnica che consente di mappare più indirizzi IP privati su un solo indirizzo IP pubblico visibile all’esterno della LAN e quindi utilizzabile per l’accesso a Internet.

Mentre per sapere il tuo indirizzo IP pubblico basta visitare, ad esempio, questo sito, per sapere invece qual è il tuo indirizzo IP privato non devi fare altro che “chiederlo” o al tuo modem, o, in alternativa, al tuo sistema operativo.

L’indirizzo IP privato, infatti, ha la stessa forma dell’indirizzo IP pubblico, ma al contrario di quest’ultimo viene utilizzato per identificare uno specifico dispositivo all’interno dello stesso luogo, proprio per questo motivo viene chiamato privato. In altre parole, siccome a casa, in ufficio o all’università non c’è, di solito, un solo dispositivo, per poter quindi identificare singolarmente tutti questi dispositivi all’interno dello stesso posto, ognuno di questi dovrà a sua volta essere necessariamente dotato di un indirizzo IP privato.

Ad esempio, a casa un computer può avere un indirizzo IP privato del tipo 192.168.1.101, una stampante di rete può averne uno del tipo 192.168.1.110, un iPhone può averne un altro del tipo 192.168.1.105, mentre l’unico indirizzo IP pubblico, statico o dinamico, necessario a navigare su Internet, salvo casi particolari, viene assegnato sempre e solo al proprio modem, che solitamente ha come indirizzo IP privato 192.168.1.1. C’è da dire, inoltre, che la scelta di quale indirizzo IP privato utilizzare sui vari dispositivi può essere fatta sia automaticamente dal modem in uso, mediante il cosiddetto DHCP, sia manualmente da te, attraverso le impostazioni TCP/IP del tuo sistema operativo.

IP statico

L’indirizzo IP statico è un indirizzo dato a un dispositivo collegato a una rete e che rimane stabile nel tempo. L’indirizzo IP statico si differenzia da quello dinamico, che varia in caso di riavvio del dispositivo o di variazioni nella rete usata.

Un indirizzo IP è composto da quattro gruppi di cifre separate da punti e serve a identificare in maniera univoca un dispositivo connesso a una rete. Gli indirizzi IP statici vengono solitamente assegnati a server oppure a dispositivi connessi a una rete domestica o aziendale. Poter contare su un indirizzo invariabile permette di identificare in maniera veloce e sicura l’apparecchio (il modem, la stampante o un computer, ad esempio).

In genere i provider applicano una maggiorazione del prezzo ai clienti che richiedono l’assegnazione di un indirizzo IP statico per i dispositivi connessi in rete. Il motivo di questo costo supplementare sta nel fatto che il numero di indirizzi IP disponibili è limitato e di fatto si sta occupando un indirizzo anche quando il dispositivo non è in uso.

IP dinamico

Un indirizzo IP dinamico è una sequenza numerica che identifica in maniera univoca un dispositivo, quando è connesso a una rete informatica.

Di solito, si tratta di quattro cifre separate da punti: le cifre possono assumere valori compresi fra 0 e 255, come ad esempio 10.5.2.1.

Un indirizzo IP è dinamico quando assegnato al dispositivo a partire da un range di indirizzi disponibili. Andando più in particolare, ad assegnare un indirizzo IP è il DHCP, ovvero il Dynamic Host Configuration Protocol, nelle reti più semplici è lo stesso router.

IP privato dinamico e IP privato statico

In base al tipo di servizio fornito dall’ISP, un host può avere un IP pubblico dinamico oppure statico.
L’IP pubblico dinamico può variare ogni volta che ci colleghiamo a Internet.
Viene assegnato “in prestito” ed è utilizzato nella maggior parte dei casi per l’utenza domestica.

L’IP pubblico statico non cambia mai e rimane assegnato allo stesso dispositivo anche quando non è connesso a Internet.
Viene utilizzato quasi sempre in ambito aziendale ed è assegnato prevalentemente ai server aziendali o alle stampanti di rete.

L’IP pubblico statico ha costi più elevati ma consente di identificare un host in modo univoco per un lungo periodo di tempo, consentendo la connessione alla Intranet (la rete aziendale privata isolata da Internet) anche da remoto.

Cpu Cos'è
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Cos’è e a cosa serve un processore di un computer?

Cos’è e a cosa serve un processore o CPU di un computer? Vediamolo in quest’articolo di oggi.

Introduzione

Con il termine processore viene comunemente indicata la CPU, acronimo di central processing unit, ovvero il cervello di ogni computer. Il suo scopo è quello di processare informazioni ad altissima velocità e quando diciamo altissima velocità intentiamo miliardi di operazioni al secondo.

Se volessimo paragonare un processore ad un organo del nostro corpo quello più corrispondente sarebbe sicuramente il cervello. 

Com’è fatto un processore?

In realtà i moderni processori sono costituiti da tanti piccoli processori che prendono il nome di “Core” che lavorano da soli in modo indipendente. Il motivo per cui le aziende produttrici sono tutte passate a questo sistema risiede nei limiti tecnologici attualmente insuperabili. Tali limiti impediscono di produrre un processore più grande e più performante.

Cos'è e a cosa serve un processore di un computer?
CPU

Si è cosi pensato di collegare in parallelo più processori che si dividono il lavoro aumentando di conseguenza la velocità. A questi piccoli processori interni è stato dato il nome di Core. Se potessimo aprire una CPU, che cosa ci troveremmo dunque dentro? Principalmente noteremmo tre cose:

  • il Package, ovvero il contenitore
  • Core, ovvero dei piccolo processori che eseguono calcoli a velocità elevatissime
  • PIN, con i quali il processore viene connesso alla scheda madre e grazie ai quali riceve e trasmette informazioni

Un core contiene a sua volta 3 componenti:

  • un’unità di controllo anche detta CU (control unit), che legge dalla memoria i dati, impartisce le istruzioni e memorizza i risultati
  • un’unità aritmetico-logica anche detta ALU (aritmetic logical unit) che esegue le operazioni logiche e matematiche
  • registri interni che sono delle piccole memorie interne
CPU

Come funziona un processore?

I processori dunque, grazie ai loro Core svolgono i calcoli a velocità pazzesche. Ma da dove vengono i dati di partenza e a chi vengono trasmessi?

La CPU si inserisce all’interno di un circuito che prende il nome di “Scheda madre” che permette a tutti i componenti di un computer di collegarsi tra loro. Tra i vari componenti abbiamo alcune memorie e sono proprio loro che contengono i dati da elaborare e che ricevono i risultati dei calcoli.

Come abbiamo già detto, i processori sono davvero molto veloci a elaborare i dati ma le memorie tipo la RAM o le memorie di archiviazione purtroppo e soprattutto gli spostamenti dei dati da e per i processori non lo sono altrettanto. Per questo sono state create delle piccolissime ma velocissime memorie che contengono i dati più frequentemente utilizzati.

Queste memorie prendono il nome di cache (puoi seguire il link per approfondire l’argomento), delle quali qui ci basta sapere che sono molto più veloci della RAM e che contengono informazioni utilizzate frequentemente. Il loro scopo è ovviamente quello di velocizzare le operazioni eliminando quello che sarebbe un collo di bottiglia.

In pratica, quando avviamo un programma le istruzioni dello stesso vengono prese dalla memoria di archiviazione (SSD o Hard Disk) e spostate sulla RAM. Quelle elaborate più di frequente vengono spostate sulle memorie cache e dunque elaborate dal processore.

Caratteristiche di un processore

Quando andiamo ad acquistare un PC o un processore dopo la marca del produttore (Intel o AMD) e il modello (i3, i5, i7, Ryzen) troveremo delle altre informazioni di cui ora dovremmo essere in grado di comprendere il significato.

Prima di tutto troveremo certamente la velocità della clock espressa in GHz (Giga Herz). La velocità di clock misura il numero di cicli eseguiti dalla CPU ogni secondo, misurati in GHz (gigahertz). Una CPU con una velocità di clock di 3,2 GHz esegue 3,2 miliardi di cicli al secondo. In pratica è la velocità che ha il processore nel compiere calcoli.

Troveremo poi il numero di Core. Abbiamo visto che non si riescono, al momento, a produrre processori più veloci. Dunque per rendere i computer più performanti si è pensato di dotarli di più processori o meglio di processori a più core. Più è alto il numero di core, più veloce sarà il processore.

Consigli per l’acquisto di una CPU

Nel caso si voglia cambiare il processore del computer con uno nuovo e nel caso si stia comprando un nuovo PC da assemblare, vediamo insieme come scegliere la CPU da comprare. In questo modo saremo pronti al momento dell’acquisto, e sapremo esattamente di cosa abbiamo bisogno.

CPU di un computer
CPU di un computer

1) Miti da sfatare

Ci sono tantissime dicerie e voci sui processori che potremmo scrivere un libro! Solo perché un processore ha una frequenza più alta o più nuclei (i core) non significa che sia meglio di un altro processore. Nello stesso tempo però le differenze tra velocità di clock e numero di core contano se si parla di processori della stessa casa produttrice, senza dimenticare le differenze generazionali tra i processori (ossia quando sono usciti sul mercato), che possono allargare in modo significativo il divario di prestazioni, anche se tecnicamente non cambiasse nulla circa il numero di core o la velocità di clock.

Il primo mito quindi è sfatato. Confrontare i processori solo per velocità di frequenza era significativo fino a 20 anni fa. Tuttavia oggi risulta anacronistico visto che i processori mostrano più o meno sempre le stesse caratteristiche a causa delle limitazioni fisiche. Una volta raggiunta una certa velocità e un certo numero di core, non si poteva più superare il limite senza evitare un consumo di energia e l’emanazione imminente di calore. Questi limiti saranno superati nel tempo con le nuove tecnologie (rimpicciolendo sempre di più i transistor). Per ora i processori dei computer e di più ancora quelli dei cellulari presentano caratteristiche comuni che non possono essere superati.

2) Caratteristiche ed informazioni utili sul processore

Un buon processore per computer moderno deve avere le seguenti caratteristiche:

– Velocità di clock e numero di core contano per misurare le prestazioni di una CPU, ma solo se si parla di processori di una stessa marca, che sono usciti a distanza di un anno o due massimo. E’ importante controllare la data di rilascio di una CPU perché, a parità di core e velocità, il processore più recente è sempre migliore. Come regola assicuriamoci che il processore abbia almeno 4 core fisici e una frequenza minima di 2 GHz.

Intel e AMD

– Se si deve comprare un processore per un PC nuovo basterà scegliere la nuova serie e, come è noto, ci sono due marche di processori per PC: AMD e Intel.

In due parole, quelli AMD costano meno e sono ottimi per PC di fascia bassa o media. Mentre quelli Intel risultano sempre migliori, soprattutto se si tratta di computer di fascia alta. I chip di fascia alta di AMD sono buoni per le applicazioni professionali che sfruttano il multi-threading e ormai sono maturi per competere ad armi pare con i processori Intel (forse solo la serie i9 è superiore per via del suo target, i PC di fascia altissima o per server).

Al momento (fine 2019), l’architettura desktop attuale di AMD è la serie Ryzen (3, 5, 7 e 9) riconoscibile dal numero di serie 2xxx e 3xxx (variabile in base alla versione).

L’architettura Intel attuale si chiama Intel Core Coffe Lake (i3, i5, i7 e i9) ed è riconoscibile dal numero di serie 9xxx (variabile in base alla versione). Anche la serie 8xxx va bene, se si vuol risparmiare.

Overclock, cache e socket della CPU

Una volta decisa la gamma e la linea di processori che si intende acquistare, prima di spendere i soldi è opportuno controllare alcune altre cose.

– Se è overclockable, ossia se si possono aumentare le prestazioni della CPU con un overclock facile in modo da ottenere più potenza (che spesso porta però instabilità e consumo di energia).

Possiamo trovare i modelli facilmente overcloccabili accompagnati dalla lettera K o X (che indica appunto la possibilità di overcloccarli sbloccando il moltiplicatore).

– Il sistema di raffreddamento (la ventola o il diffusore), spesso dimenticato, che bisogna controllare se è integrato o se è necessario comprarlo separatamente; se la CPU è troppo potente, è opportuno comprare una ventola compatibile con quel processore.

– Cache processore: una memoria integrata nella CPU che rende più veloci i calcoli del processore. La cache può essere di livello L1, L2 o L3 (i livelli base) ma ormai possono presentare anche livelli successivi (L4 o L5), disponibili ma mano che i transistor diventano sempre più piccoli.

– Scheda video integrata (APU): su alcune CPU avanza così tanto spazio all’interno che è possibile trovare anche una GPU integrata, che lavorerà in parallelo alle componenti del processore per generare le immagini ad una buona velocità. Questo tipo di processore (chiamato APU) è tipico delle CPU AMD. Mentre solo di recente Intel ha integrato una componente video adeguata all’interno dei suoi processori.

– Il Socket: Le CPU Intel e AMD non sono diverse solo per la loro costruzione, ma anche per l’attacco o socket alla scheda madre del computer. Questo significa che se si ha un PC con un certo tipo di scheda madre, si potrebbe essere costretti ad installare al suo interno un processore di una o dell’altra marca. Da notare, inoltre, che diverse generazioni di processori Intel hanno socket diversi.

3) Aggiornare una CPU già presente

Se si vuol comprare un processore per aggiornare quello già presente sul PC è importante sapere che tipo di processore abbiamo già e il socket supportato (ossia i contatti disponibili per far passare i dati sulla scheda madre). Su Windows digitiamo “Gestione dispositivi” nel menu Start e nella schermata che segue espandiamo la sezione “processori” per trovare il nome della CPU.

CPU-Z

Per avere più informazioni ed ottenere anche il socket preciso possiamo programmi come CPU-Z per sapere, con precisione, quale processore abbiamo, quale scheda madre e quale socket utilizziamo. Per scaricarlo cliccare sull’icona.

CPU-Z download

Inoltre tenere conto che una scheda madre vecchia può non supportare i processori di ultima generazione: in questi casi dovrà quindi comprare una CPU che non sia uscita troppi anni dopo rispetto la scheda madre oppure cambiare scheda madre insieme alla CPU (la scelta più saggia).

4) Modelli di CPU in base al PC da acquistare

Ora che sappiamo tutto sui processori per PC, vediamo come controllare questa componente in base al PC che intendiamo acquistare:

– se si deve comprare un computer già pronto e non si ha intenzione di fare personalizzazioni o upgrade particolari, può essere conveniente prenderne uno con CPU AMD perché costa meno. Tenere conto però che quando AMD rilascerà nuovi processori, può darsi che questi non saranno compatibili con le schede madri attuali.

– se dobbiamo assemblare un PC per uso generico, AMD conviene tantissimo ed offre ormai un numero di core e di frequenza molto elevato, adatto a qualsiasi programma che intendiamo utilizzare. Il risparmio può diventare quindi parametro fondamentale per assemblare questo tipo di PC.

– se si vuole un computer da gaming, puntiamo ad occhi chiusi su un processore Intel; anche se gli AMD di ultima generazione forniscono tutta la potenza necessaria per i giochi, consigliamo sempre di puntare sugli Intel quando assembliamo un PC destinato ai giochi.

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Disco esterno chiede di essere formattato? Ecco la soluzione!

Se il vostro disco esterno chiede di essere formattato, così come capita con le chiavette USB, ecco la soluzione che fa per voi!

Così come accade con le chiavette USB (chiavetta che chiede di essere formattata) anche gli hard disk esterni possono presentare l’errore improvviso e spiazzante che appare con tale scritta: “Il disco non è formattato, formattare ora?“. Oppure appare una finestra con un errore del genere: “E’ necessario formattare il disco nell’unità per poterlo utilizzare. Formattarlo?

errore

Ovviamente se si clicca su SI e si procede alla formattazione del disco, tutti (o gran parte) dei dati verranno cancellati e saranno di difficile recupero. Se anche tu ti trovi nella situazione di un disco o hard disk che chiede di essere formattato, qui di seguito segnaliamo una soluzione software che ti consentirà di recuperare i dati da esso prima di procedere alla formattazione! Prima di ciò però cerchiamo di capire quali sono le cause di questo errore e come è possibile evitarlo.

Errore Disco non Formattato: Cause e Soluzioni

Possono essere diversi i tipi di messaggi di errore relativi alla formattazione del disco esterno e le cause principali sono le seguenti:

Improvvisa interruzione di corrente durante una copia di file sul disco esterno

> Rimozione impropria dell’unità esterna dalla porta USB

> Settori difettosi

> Attacco virus

Indipendentemente dalla ragione che sta dietro questo tipo di errore, ci sono alcune soluzioni che potrebbero correggere l’errore del disco esterno non formattato. Ecco una possibile soluzione.

Step 1. Clicca contemporanemente i tasti Windows + R per aprire la finestra “Esegui

Step 2. Da tale finestra scrivi “cmd” e clicca su OK

Step 2

Step 3. Si aprirà la finestra dei prompt di comandi. Qui inserisci il comando chkdsk seguito dalla lettera del disco che presenta l’errore di “non formattazione” e infine /f. Quindi ad esempio chkdsk c:/f’ e premi invio.

chkdsk

Digitando questo comando eseguirai un processo di controllo del disco per l’unità esterna. Ci vogliono alcuni minuti per completarlo. Una volta terminato il processo dovrai riavviare il computer e provare ad aprire nuovamente il disco rigido. C’è una buona probabilità che il disco rigido ricominci a funzionare normalmente.

Come Recuperare Dati da Disco che chiede di Essere Formattato

Se la soluzione sopra indicata non funziona, allora dovrai affidarti ad un programma di recupero dati professionale, come lo è Data Recovery, per poter riaccedere al disco che chiede di essere formattato per recuperare da esso tutti i dati.

Puoi scaricare questo programma in versione dimostrativa dai link seguenti:

Data Recovery windows
Data Recovery mac

Installa ed avvia il programma; poi segui questi semplici passaggi:

Passo 1. Seleziona il tipo di file che vuoi recuperare. Puoi anche decidere di ricercare tutti i tipi di file

wondershare recovit

Passo 2. Seleziona il disco che presenta l’errore di formattazione e clicca su “Avvia” per iniziare la scansione

avvia recupero wondershare

Passo 3. Seleziona la modalità profonda di scansione per poter ricercare il numero maggiore di file dal disco in errore

scansione approfondita

Passo 4. Al termine della scansione potrai vedere in anteprima i dati trovati e procedere al loro recupero

recupero

Possiamo concludere questo articolo che se si ottiene un messaggio di errore in merito alla formattazione del disco rigido esterno, non c’è da preoccuparsi più di tanto.

In tale scenario, è necessario provare prima a eseguire il controllo del disco e se non è possibile ripristinare l’esecuzione del disco rigido si consiglia di formattare e utilizzare un programma di recupero dati da disco formattato.

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Pulire le testine della stampante

Capita molto spesso di dover pulire le testine della stampante, poiché questa non stampa. Vediamo come in questo articolo.

Proprio quando hai necessità di stampare un documento, ti accorgi che la stampante proprio non ne vuol sapere e rilascia il foglio completamente bianco oppure solo con qualche traccia incomprensibile di inchiostro.

Ebbene, questo tipo di problema, legato principalmente ai modelli di stampante a getto di inchiostro (Inkjet), si riscontra molto frequentemente. Soprattutto se non si effettuano stampe ad intervalli più o meno regolari.

Infatti questo comune problema è causato dall’interruzione del corretto passaggio dell’inchiostro tramite gli ugelli di stampa. Tale imperfezione può interessare entrambi i componenti coinvolti nell’operazione di stampa, ovvero le cartucce e la testina di stampa, che vanno pulite.

Nelle comuni stampanti a getto, solitamente si trova un meccanismo di stampa composto da un gruppo mobile mosso mediante una cinghia. Questa veicola lo spostamento di un carrello, sul quale è installata la testina di stampa che a sua volta monta le cartucce di inchiostro.

Pulire le testine della stampante

Un chip regola ed indirizza lo spruzzo delle micro gocce di inchiostro che dalle cartucce, passando attraverso gli ugelli posti sotto la testina di stampa, vanno ad impattare il foglio di carta sottostante. Se il processo di stampa non avviene nel modo corretto, ovvero uno o più colori non vengono riprodotti sulla carta, è evidente che il difetto viene evidenziato tra le cartucce e la testina di stampa sottostante.

Problema sulle cartucce di inchiostro

Una volta installate, le cartucce si deteriorano col tempo e questo può portare all’essicazione dell’inchiostro in esse contenuto. Soprattutto nel caso in cui non stampiamo per lunghi periodi di tempo, permettendo così all’inchiostro di indurirsi ed ostacolare di conseguenza la corretta fuoriuscita dell’inchiostro.

cartucce di inchiostro

Tale fenomeno risulta molto più accentuato nel caso si utilizzino prodotti non originali, come cartucce compatibili di scarsa qualità. Se quindi l’ostruzione viene riscontrata sulle cartucce, basterà tentare di ripristinarle con una pulizia della parte sottostante, dove risiede il foro di uscita dell’inchiostro. Oppure in casi estremi sostituire le cartucce compromesse per ristabilire il corretto procedimento di stampa.

Problema alla testina di stampa

Se nonostante la sostituzione delle cartucce la stampa risultasse ancora insoddisfacente, allora ad essere compromessa è la testina di stampa. Questa è la base su cui sono installate le cartucce, i quali ugelli consentono il passaggio delle micro gocce di inchiostro.

In questo caso il danno si delinea più serio poiché non è un’operazione sempre fattibile smontare e pulire la testina. Inoltre il più delle volte il risultato è peggiore della situazione attuale, e farla riparare presso un centro di assistenza autorizzato risulta anti conveniente. Allora quale soluzione adottare?


Purtroppo giunti alla situazione sopra descritta, si può solo tentare di pulire nel miglior modo possibile la testina ed il foro delle cartucce, con l’ausilio di alcool e cotton fioc. Successivamente poi svolgere tramite software la pulizia degli ugelli di stampa. Spesso, dopo insistenti tentativi si riesce a sciogliere l’inchiostro essiccato e a ripristinare la stampa.


La strategia migliore è sempre quella di prevenire la situazione

Stampando periodicamente anche solo una riga in vari colori in modo da evitare accumuli di inchiostro tra gli ugelli. Utilizzare cartucce di qualità comprovata, soprattutto in caso di cartucce compatibili. Per prevenire nell’avvenire questo tipo di problemi ed evitare di dover buttare una stampante semi nuova, potresti orientarti, per un tuo futuro acquisto, verso quelle stampanti prive di testina di stampa, poiché utilizzano cartucce con testina incorporata.

cartucce stampante

In questo modo se dovesse verificarsi una disfunzione riguardante la qualità di stampa, sostituendo la o le cartucce, risolveresti sicuramente il problema, senza dover smontare il carrello per tentare di pulire gli ugelli della testina.

Stampanti che utilizzano cartucce con testina incorporata

Sono diverse le stampanti a getto di inchiostro, comunemente definite Ink-Jet, che utilizzano cartucce con testina incorporata, come per esempio la serie Envy di HP: alcuni modelli sono HP DeskJet Serie 2600, 3700 e ENVY Serie 5010, 5020 e 5030…

Sicuramente, soprattutto dal punto di vista pratico, queste stampanti prive di testina risultano molto meno problematiche nel caso si verificasse un blocco causato dall’essiccatura di inchiostro, in quanto sarebbe sufficiente rimpiazzare la cartuccia per risolvere completamente il problema.

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Tastiera quale scegliere?

Tastiera quale scegliere? Ci sono quelle a membrana, quelle meccaniche, le più economiche e quelle più costose. Vediamo in questo articolo come sceglierle in base alle nostre esigenze.

Parlando di tastiere per computer, come per tutte le cose, ne esistono di economiche e di più costose, anche se all’apparenza è difficile distinguerle e giustificarne la differenza di prezzo. Una tastiera non è un componente particolarmente delicato ed è strutturalmente semplice a livello costruttivo; allora dove sta la differenza tra tastiere di qualità e altre più economiche?
La differenza consiste nella qualità costruttiva e la conseguente risposta che genera durante il suo utilizzo.

Differenza tra tastiera meccanica e a membrana

Bene, vediamo ora di chiarire queste differenze che caratterizzano le tastiere a membrana, più economiche da quelle meccaniche, dotate di una qualità costruttiva decisamente superiore. Potresti pensare: una tastiera è una tastiera, basta che funzioni, non mi interessa spendere eccessivamente per acquistarne una. Questo è il ragionamento più comune e non fa una grinza. Infatti per esperienza so che anche le tastiere più economiche possono durare anni e anni senza riscontrare il minimo cedimento, ed essere utilizzate normalmente senza alcun problema. 

Come scegliere una tastiera

Per scegliere una buona tastiera, come prima considerazione bisogna valutarne l’uso che vi si fa. Perché se una tastiera viene utilizzata solo nel weekend o nel tempo libero, è un discorso, ma se la utilizziamo quotidianamente per 8 o più ore ininterrottamente, allora forse una keyboard con uno chassis di qualità sarebbe più appropriata.

Tastiere quali scegliere?

La principale caratteristica che determina la qualità di una tastiera è di tipo costruttivo. Le tastiere di suddividono in due categorie: “meccaniche“e a”membrana“. 

Tastiere a membrana

Le cosiddette tastiere a membrana sono le più comuni. La loro peculiarità costruttiva, da cui prendono il nome, è che presentano appena sotto al livello dei tasti, una membrana (appunto) che funge da basamento per i tasti stessi. Appena sotto a tale membrana risiedono i contatti elettronici che collegano i vari pulsanti.

I singoli tasti non sono posti direttamente sopra ai loro rispettivi contatti magnetici, ma poggiano su questa membrana di materiale gommoso ed elastico che fa da intermezzo. Premendo un tasto questo urterà la membrana sottostante che a sua volta impatterà il contatto magnetico posto appena sotto di essa, allo strato inferiore. Tale sistema costruttivo garantisce un notevole risparmio in termini di tempo e di denaro. Inoltre costituisce la struttura della maggior parte delle tastiere, soprattutto quelle economiche.

Tastiere meccaniche

Le tastiere meccaniche invece presentano una struttura costruttiva più curata e più costosa. In quanto il loro funzionamento non è basato su alcuna membrana elastica, ma i singoli tasti sono tutti isolati tra loro ed operano in maniera indipendente.

Ogni tasto è posto direttamente sopra al corrispondente contatto ed agisce tramite una piccola molla che ne garantisce esecuzione e ritorno. Sotto ad ogni pulsante la piccola molla ne gestisce l’escursione meccanica, rendendo la pressione più fluida e meno artificiale rispetto all’impiego del sistema a membrana. Infatti, analizzando attentamente la sensazione che si ha digitando dei tasti su una tastiera, si può riconoscere a quale tipologia di tastiera siamo di fronte.

tastiera meccanica
Tastiera meccanica


Una tastiera meccanica risulta molto più piacevole da utilizzare; ogni pressione di tasto è netta e morbida e a lungo andare non affatica i tendini delle dita.

L’escursione meccanica affidata ad un singolo meccanismo posto sotto ad ogni pulsante, comporta un costo costruttivo maggiore. Inoltre se aggiungiamo altre caratteristiche che possono assumere tastiere di alto livello, come porte USB o i led per retro illuminare la tastiera, magari in più colori, possiamo giustificare un prezzo leggermente più alto.

Sezione di una tastiera meccanica di alta qualità ASUS.
Sezione di una tastiera meccanica di alta qualità ASUS

Conclusioni

Nel caso in cui tale discrepanza di prezzo sia eccessivamente alta, possiamo desumere che sia la marca del costruttore a incidere sul costo, includendo il prodotto in un iter commerciale. Posso però assicurarti che una tastiera meccanica, offre un comfort decisamente più elevato rispetto ad una tastiera a membrana più economica. Per un utilizzo quotidiano sicuramente consigliamo una tastiera meccanica di qualità. Vedrai che questa scelta, faciliterà non poco il tuo lavoro di battitura, rispondendo molto meglio dell’altro tipo a membrana.

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UPS: cos’è e come funziona un gruppo di continuità

UPS: cos’è e come funziona un gruppo di continuità? Scopriamolo in questa nuova guida.

Oggi parliamo di UPS, un dispositivo importantissimo che può rivelarsi fondamentale contro danni e disastri hardware. Le cause più comuni sono a livello di scariche, sovratensioni e istantanee interruzioni di energia elettrica.

Cos’è un gruppo di continuità (UPS)

Un UPS (dall’inglese Uninterruptible Power Supply), o più comunemente chiamato gruppo di continuità, è uno strumento elettrico di difesa contro anomalie elettriche e soprattutto ha lo scopo di mantenere alimentati i dispositivi a esso collegati, per un breve periodo di tempo, in caso di interruzione di corrente elettrica. Un UPS va posto tra la presa di corrente principale, da cui trarrà alimentazione, e le periferiche collegate, come computer, monitor, stampante, ecc…

UPS: cos'è e a cosa serve un gruppo di continuità
UPS

Tale strumento di sicurezza ampiamente utilizzato in campo informatico, serve a mantenere alimentate, quindi in funzione, tutte le periferiche ad esso collegate. Soprattutto in caso di sospensione della corrente, per un lasso di tempo limitato ma che spesso risulta essenziale per correre ai ripari. Permettendo in pratica di spegnere in modo adeguato i sistemi elettronici e informatici in uso e ad esso collegati.

Utilizzo del gruppo di continuità (UPS)

E’ un dispositivo molto usato negli uffici e aziende, ed è in grado di eliminare i disturbi (sbalzi o picchi di tensione) presenti nell’energia elettrica che arriva nelle nostre case. Oltre a questa funzione, il Gruppo di continuità “genera” corrente elettrica “pulita” per alimentare i nostri dispositivi (computer, schermo ..) in caso di mancata erogazione di corrente elettrica, permettendo, quindi, di salvare il nostro lavoro e spegnere in tutta tranquillità il dispositivo che stavamo utilizzando. I componenti fondamentali di un ups sono sostanzialmente 3: la batteria, un alimentatore e l’inverter.

Scelta la tipologia di Gruppo di continuità dobbiamo scegliere il voltaggio (Watt), espresso spesso in Volt-Ampere (VA). E’ una fase importante e bisogna scegliere con cura poiché si rischierebbe che, nel caso venisse a mancare la corrente, i dispositivi collegati si spengano perché il loro wattaggio è maggiore di quello che l’UPS è in grado di reggere. Per definire il wattaggio complessivo dovete sommare i Watt richiesti a pieno carico dai dispositivi che utilizzate contemporaneamente. Dd es.: usando il PC, è acceso anche lo schermo: PC (300W) +schermo LCD (50W): avete bisogno di un UPS di almeno 350W.

Come funziona un gruppo di continuità (UPS)

Tenere in considerazione che maggiore è il wattaggio in più, maggiore sarà il tempo di autonomia. Esempio: PC + schermo LCD consumano 350W (a pieno carico). Nel caso di un UPS da 350Watt, la durata sarebbe all’incirca di 2-3 minuti, ovviamente dipende dalla qualità dell’UPS.

modelli ups

Scegliere un Gruppo di continuità sovradimensionato (nel caso dell’es. prendessimo un UPS oltre i 500Watt), non solo avremmo la possibilità di collegare contemporaneamente altri dispositivi, ma, nel caso di PC+ schermo LCD potremmo ottenere un’autonomia anche oltre i 6-7 minuti. I fattori da tener presente sono: la rumorosità ed il raffreddamento (lo definirei correlato per via del rumore generato dalle ventole). Il rumore è dovuto all’inverter che produce corrente.

In pratica ups o gruppo di continuità, è composto per la gran parte da batterie, in genere due o tre, collegate in serie. Queste hanno il compito di alimentare le periferiche collegate al dispositivo in caso di interruzione di corrente. Tali batterie durante lo stato di riposo, ovvero quando non necessitano di intervenire per alimentare le periferiche collegate, rimangono cariche, essendo costantemente collegate alla presa elettrica. Così facendo si mantengono pronte ad intervenire in caso di necessità.

Modelli e tipologie di UPS

Esistono in commercio vari tipi di ups, con varie capacità di potenza. Solitamente sono in grado di generare alimentazione per svariati minuti, in casi di prolungati black out. Il tempo medio comunque si aggira sui 10 minuti, soprattutto quando le batterie interne non sono più nuove. 

modelli e tipologie ups
UPS ad uso domestico

Solitamente dispongono di un ingresso a cui collegare l’alimentazione elettrica e di varie uscite a cui connettere le nostre periferiche, oltre ad almeno due porte telefoniche anch’esse filtrate. Esistono ups, come per esempio quelli della famosa marca Eaton, che presentano porte sia sul lato posteriore, che su quello superiore, apparentemente uguali. Ma devi sapere che se intendi effettuare un collegamento di sicurezza allo scopo di mantenere alimentata una periferica come per esempio il pc, dovrai collegare quest’ultimo alle porte posteriori e non a quelle superiori.

Infatti solo le uscite poste sul retro dell’ups dispongono di un circuito mantenitore, il quale interviene in caso di mancanza di corrente. Mentre le uscite poste sul lato superiore sono solamente prese stabilizzate, e in caso di interruzione di corrente non potranno alimentare le apparecchiature a loro collegate.

Questa peculiarità genera spesso molta confusione presso l’utenza, soprattutto se non si leggono attentamente le istruzioni di utilizzo.

Come scegliere un UPSEsistono principalmente tre tipologie di UPS che si distinguono per tipologia costruttiva e modalità di intervento; possono essere raggruppati secondo le seguenti categorie:

  • OFFLINE
  • LINE INTERACTIVE
  • ONLINE/ATTIVI

UPS OFF-LINE

Gli ups definiti offline, sono i più tradizionali ed economici. Le periferiche collegate a questa tipologia di dispositivo, sono alimentate dalla presa di corrente e le batterie intervengono solo in caso di bisogno. Non dispongono dei filtri Emi per stabilizzare la corrente e poiché non hanno una capacità di intervento immediata come gli ups online, (ma intervengono solamente dopo circa 5/10 millisecondi), non sono indicati per un uso professionale, come in ambito server o data center. In pratica la corrente non viene filtrata e stabilizzata, per cui eventuali sbalzi in ingresso, si ripercuotono anche in uscita:

ups offline
UPS offline

UPS LINE INTERACTIVE

Esistono poi gli ups definiti line interactive, che pur non convertendo in maniera costante la corrente, da alternata a continua, intervengono in tempi brevissimi (circa 4/5 millisecondi) per ripristinare e filtrare la corrente nel caso in cui il dispositivo percepisca un’interruzione di alimentazione:

line interactive ups
UPS Line Interactive

UPS ONLINE

Quelli di tipo online, ora evoluti in “a doppia conversione” rappresentano i modelli più performanti e sicuri, in quanto garantiscono le migliori garanzie di protezione in qualsiasi situazione. Convertono costantemente la corrente da alternata in continua per cui non risulteranno interferenze nella linea, neanche minime, in caso di black out.

Sono decisamente più costosi rispetto alla tipologia offline, ma offrono una garanzia di sicurezza decisamente maggiore. Sono indicati per collegare data center, sistemi server, e apparecchiature mediche, dove si rende necessario un isolamento elettrico a protezione di apparecchiature altamente sensibili alle fluttuazioni di corrente, anche minimali.

La corrente viene convertita due volte; la prima viene eseguita in ingresso, la quale transita da alternata in continua, viene successivamente stabilizzata, per poi essere nuovamente convertita da continua in alternata, anche se in uscita può presentare una frequenza differente rispetto a quella che si riscontrava precedentemente in ingresso:

online ups
IPS Online

In sostanza pur essendo esteriormente identici ai modelli precedentemente descritti, mantengono la corrente costantemente filtrata mediante l’impiego di un trasformatore.

modelli ups

Quanto dura un gruppo di continuità (UPS)

Un gruppo di continuità UPS è composto da più batterie e da un circuito elettronico che mantiene le pile in carica ed in stand by durante il normale utilizzo, che interviene facendo scattare una sorta di commutatore elettrico appena il flusso di corrente che lo alimenta si interrompe, attingendo così l’alimentazione dalle batterie, mantenute sempre cariche.


Quando un gruppo di continuità inizia a dare segnali di malfunzionamento o cedimento, probabilmente dopo anni di utilizzo ininterrotto, mantenendo sempre meno la carica, significa che le sue batterie interne si stanno deteriorando, e stanno man mano perdendo le loro proprietà funzionali. In questi casi può risultare conveniente sostituire solo il gruppo batterie, e non l’intero ups, anche se la spesa si avvicinerà abbastanza al costo del gruppo completo, dato che questo è composto all’80% dalle batterie.

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Forzare lo spegnimento del computer

In questo nuovo articolo parleremo di come forzare lo spegnimento del computer, in particolari circostanze.

Il sistema non vuole più permettere lo spegnimento completo del computer? Il questo caso è sconsigliato scollegare violentemente la presa del computer ma, esistono altri modi per forzare lo spegnimento del computer. Ecco come fare.

Se hai esigenza di spegnere il computer e questo proprio non ne vuole sapere, perché magari il mouse è bloccato e la tastiera non risponde, puoi procedere in un modo più consono che estrarre di forza il cavo di alimentazione. Così facendo rischierai di fulminare l’alimentatore del pc.

Tenere premuto il tasto di alimentazione


Per forzare lo spegnimento di qualsiasi computer, esiste un sistema che scollega l’alimentazione direttamente convogliata sulla scheda madre all’interno del computer. Per eseguire questa operazione occorre premere e mantenere premuto per diversi secondi (circa 6 o 7) il tasto di accensione del pc stesso:

Forzare lo spegnimento del computer
Forzare lo spegnimento del Pc

Mantenendo premuto il tasto di accensione per un certo numero di secondi, invieremo al pc le istruzioni che porteranno allo scollegamento energetico da tutto ciò che è in attività. Questo interromperà di fatto il flusso di alimentazione attraverso la scheda madre del computer.


Tale forzatura risulta indispensabile in quei frangenti in cui il computer è bloccato sotto ogni punto di vista. Aquando ad esempio non risponde a nessun comando tramite mouse e tastiera, essendo il sistema operativo in crash. Dopo aver eseguito una manovra inconsueta come quella dello spegnimento forzato del sistema, il BIOS della macchina riconoscerà l’intervento come un’anomalia. Al riavvio successivo sicuramente comparirà a video il messaggio in cui si chiede all’utente se intende avviare Windows normalmente, oppure in modalità provvisoria.


Selezionando “Avvia Windows normalmente” e premendo il tasto invio, oppure lasciamo terminare il countdown di avvio automaticamente, dovrebbe caricarsi il sistema operativo ed eseguire un regolare avvio.
Tale procedura può essere applicata indifferentemente sia su pc desktop che notebook.

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