In questo articolo vedremo come pulire la tastiera del tuo pc.
Operazioni preliminari
Prima di procedere con la pulizia della tastiera occorre scollegarla dal computer, da altre eventuali apparecchiature e dall’elettricità. Analizziamo più in dettaglio la cosa.
Come primo passo per la pulizia della tastiera, se si tratta di una tastiera collegata al computer via cavo, dovrai spegnere il computer e poi scollegare la periferica dalla presa apposita del computer. Se si tratta di una tastiera senza fili, come nel caso di quelle Bluetooth, spegnila (sempre dopo aver spento anche il PC) usando l’apposito pulsante di accensione/spegnimento presente e rimuovi (se possibile) le pile o la relativa batteria.
Per il computer portatile, occorre sempre spegnerlo, scollegarlo dalla presa di corrente e se dotato di batteria estraibile rimuovila dall’apposito scompartimento.
Se poi alla tastiera risultano collegate ulteriori apparecchiature rimuovile.
Strumenti
Dopo aver eseguito i passaggi preliminari puoi procedere alla pulizia del tuo PC.
Gli strumenti necessari sono una bomboletta di aria compressa ed un panno in microfibra entrambi facilmente reperibili in un qualsiasi supermercato o su Amazon.
Per una pulizia ancora più accurata, praticamente indispensabile in caso di sporco persistente, avrai bisogno anche di una ciotola, di un po’ d’acqua e di qualche goccia di sapone per piatti.
Come pulire la tastiera del PC fisso
Il computer è uno dei dispositivi più difficili da pulire, abbiamo già scritto un articolo sulla pulizia dello schermo. Le fessure e le rientranze di cui è composta la tastiera sono infatti punti in cui si accumulano polvere, briciole e ogni altro genere di sporcizia. Procediamo a elencare i passaggi per la pulizia della tastiera:
Capovolgi la tastiera e scuotila delicatamente per fare uscire tutta la sporcizia e i detriti accumulati. Cerca di fare uscire più residui possibile dall’interno della tastiera. Non metterci troppa foga quando agiti la periferica altrimenti potresti danneggiarla. La maggior parte dei residui di cibo, peli, polvere e sporcizia dovrebbe fuoriuscire grazie all’effetto naturale della forza di gravità. Se noti la presenza di detriti ostinati, prova a inclinare la tastiera in più direzioni e a batterla delicatamente con la mano per cercare di rimuovere il problema.
Passiamo poi a uno degli strumenti più usati, cioè all’utilizzo della bomboletta di aria compressa. Dobbiamo puntare l’erogatore verso i tasti e spruzzare per fare uscire lo sporco che verrà raccolto successivamente con un panno morbido.
Se noti la presenza di segni di sporco o aloni, utilizza l’acqua con il sapone, strofinando con una spugna con delicatezza. Al termine di questo passaggio utilizza il panno in microfibra per asciugare accuratamente la tastiera.
Come pulire la tastiera del tuo PC portatile
Passiamo ora alla pulizia del tuo PC portatile, il primo passo da compiere è inclinare leggermente lo schermo e utilizzare la bomboletta di aria compressa per eliminare i detriti, puoi aiutarti anche ripetendo questa operazione inclinando la tastiera.
Aiutati poi con il panno in microfibra per eliminare lo sporco rimasto. Come sopra nel caso di aloni o sporco ostinato puoi utilizzare il sapone anche in questo caso. Ricordati di asciugare la tastiera in modo accurato.
In questo articolo vedremo come creare una password sicura e facile da ricordare.
Nelle righe successive provvederò ad illustrarti in dettaglio quali sono le regole di cui generalmente è bene tener conto per riuscire a creare una password a prova di hacker ma anche come fare per assicurarti che la password scelta sia effettivamente affidabile.
Regole da seguire per creare una buona password:
utilizza almeno 8 caratteri alfanumerici;
evita l’uso di parole semplici facilmente reperibili sui dizionari, come ciao, pizza o addirittura password;
non scrivere simboli al posto di parole, come ad esempio + al posto di più o x al posto di per;
evita l’uso di informazioni personali, quali, ad esempio, nomi propri, date di nascita, luoghi comuni, numeri della patente e via dicendo, e nel contempo non usare mai la stessa password su più siti;
non creare sequenze di caratteri del tipo 12345, abcdef, 11111, lettere della tastiera adiacenti, come ad esempio qwerty, o parole scritte al contrario;
non annotare mai le password su un semplice foglio di carta. Utilizza, piuttosto, uno di questi validi programmi.
Passiamo alla pratica
Come creare una password sicura e facile da ricordare è possibile grazie ad un piccolo trucchetto. Vediamo come!
In primo luogo, pensa a qualcosa di importante per te: un evento, un luogo, un nome. La parola pensata deve essere lunga almeno 8 caratteri. Per farti un esempio pratico e per semplificare il concetto, utilizzerò Enjoy System (consideriamo anche lo spazio).
Ora, proviamo a sostituire i caratteri del termine che hai in mente: sostituisci le “a” con “@”, le “s” con “$”, gli spazi con “%”, le “o” con “0”, le “i” con “!” e le “e” con “€”. Non sostituire le lettere maiuscole. In questo modo, “Enjoy System” diventa “Enj0y%Sy$t€m”. La password è diventata molto più complessa!
Puoi affidarti anche a dei siti
Se invece che utilizzare il trucchetto visto sopra preferisci affidarti ad appositi strumenti adibiti alla creazione automatica di una password, o meglio di una tabella con i caratteri da usare per costruire delle parole chiave sicure, ti consiglio di provare il servizio offerto dal sito Internet Password Chart che genera la password automaticamente.
Ecco in quest’articolo di oggi, dei semplici passaggi per convertire i file WPS.
Con l’arrivo dei computer e il suo boom abbiamo vissuto con una serie di programmi. Questi, sostituiti a loro volta da altri programmi più recenti, risultano ancora memorizzati nelle profondità delle nostre Casette più preziose.
È possibile che un’indagine, un corso o forse un altro documento scritto con informazioni pertinenti siano stati salvati in formato WPS ed è difficile per noi apportare modifiche.
Quando parliamo del formato WPS ci riferiamo a un tipo di documento di testo molto simile al Doc o al Txt che conosciamo oggi.
Tuttavia, questo tipo di formato è molto obsoleto. Risulta dunque non avere sufficienti virtù in termini di capacità di modificare testi, macro o opzioni di formattazione offerte da Word .
Tuttavia, nella maggior parte delle versioni di Word possiamo ancora visualizzare un formato WPS e, meglio ancora, cambiarlo in Doc per evitare conflitti futuri.
Per questo ti abbiamo portato queste semplici opzioni in modo che tu possa modificare i tuoi file WPS in Doc o Txt senza ulteriori complicazioni in breve tempo .
I passaggi per convertire i file WPS
Esistono diverse semplici opzioni per convertire i file WPS in formati che consentono di leggere il testo in modo più efficace come Doc o Txt come:
Se hai Internet, è meglio scaricare un convertitore WPS in Doc o Txt da Microsoft che fa il lavoro per te rapidamente. Puoi usare quei testi indipendentemente dal loro vecchio formato sorgente, poiché quando carichi il file richiedi il formato da scegliere .
È possibile utilizzare l’opzione WS Words. Questa infatti consente di modificare i file caricandoli da CM e salvandoli nei formati Txt o Doc .
Un’altra opzione, la più semplice secondo me sarebbe che Microsoft ti chieda di modificare il file. Tramite Microsoft Word ci sarà un’estensione che converte il file in Doc .
Alcune persone qualificate copiano semplicemente i dati dal file WPS e li incollano in un documento di Microsoft Word o in un altro elaboratore di testi con un formato corrente. Questa opzione è ideale, purché i dati vengano copiati in modo efficace.
Un’altra opzione praticabile per convertire i file WPS
” Rinomina ” dopo aver fatto clic con il pulsante destro del mouse e accedere manualmente alle opzioni del file, in cui avrai accesso per modificare il file in formato WPS in Doc in modo semplice, non dimenticare di controllare caricando nuovamente il file.
E queste sono le opzioni che dal tuo computer puoi fare per salvare quei file e documenti importanti messi in gabbia nel formato WPS obsoleto .
Forse temi che il processo del cambio di formato influenzi alcuni dei tuoi file di testo, perdendo le preziose informazioni.
Ma puoi essere sicuro che non accadrà nulla che causi danni ai tuoi file con le opzioni che ti offriamo.
C’è anche la possibilità che nessuna delle precedenti opzioni di modifica del formato sul dispositivo funzionerà a causa di software lento e obsoleto.
In tal caso, ti invitiamo a passare a una versione adatta per il tuo dispositivo e le tue esigenze, eliminando qualsiasi impedimento durante la conversione dei tuoi file WPS.
Oggi vi spiegheremo qual è una buona velocità di download e di upload, e come ritenersi soddisfatti della propria linea.
Probabilmente hai una connessione ADSL o Fibra Ottica oppure vuoi averne una e vorresti capire di più sulle performance che i vari competitors (Alice, Fastweb, Vodafone, ecc) offrono. Sbirciando le varie offerte ti sarà capitato sicuramente di sentir parlare di velocità di download (o download speed) e di velocità di upload (o upload speed). Cosa significano questi termini? Cos’è la velocità di upload? e quella di download?
Ci siamo fatti un po di domande, vediamo allora di capirci un qualcosa in più. In questa guida cercheremo prima di spiegare il significato di velocità di download e upload e capire qual’è una buona velocità ADSL o Fibra, poi vi spiegheremo come effettuare un test di velocità per vedere se quanto offerto dal vostro fornitore corrisponde al vero.
Velocità di download (download speed)
Per velocità di download si intende la velocità di scaricamento (o ricezione) di un file da internet, ovvero la velocità con cui viene copiato un file da internet al vostro computer. Questo valore si misura in Mbps, ovvero Megabit per secondo. Il Mbps è un’unità di misura che indica la capacità (quindi velocità) di trasmissione dei dati su una rete informatica.
Una buona velocità di download è importante per navigare velocemente e incide maggiormente sulle operazioni seguenti: scaricare files, ricevere rapidamente la posta, vedere video in streaming, effettuare video-chiamate e svolgere gran parte delle operazioni sul web.
E’ importante sottolineare che la velocità a cui si riferiscono i vari operatori del mercato nei loro spot è proprio questa ovvero la velocità di Download mentre quella di Upload è generalmente inferiore.
Qual’è una buona velocità di download?
10-20 Mbps
Rappresenta una buona velocità. I siti anche quelli più pesanti da caricare si apriranno velocemente, sarà possibile guardare film in streaming anche in HD, piattaforme di condivisione video tipo Youtube o Dailymotion e Internet TV, tipo Infinity o sky on demond. Velocità di download basse sono da considerare quelle inferiori a 10-20 Mbps.
20-50 Mbps
Il numero di dispositivi connessi alla stessa rete è in continuo aumento. Basti pensare, oltre ai computer, ai tablet agli smartphone e in alcun casi anche agli elettrodomestici. Se in casa siete in molti a navigare potrebbe servirvi un servizio con questo tipo di velocità. Non occorre sottolineare che quando più dispositivi si collegano contemporaneamente devono spartirsi la rete, un po come si divide una torta.
50 e più Mbps
Velocità di questo tipo non credo servano per utenze domestiche semmai possono servire per esempio a piccole aziende che debbano organizzare video conferenze con più persone. In futuro velocità di questo tipo potrebbero diventare la normalità, vi ricordate da dove diamo partiti? Le prime connessioni che io ricordi andavano a 56K, quindi meno di 1 Mbps.
Velocità di upload (upload speed)
Per velocità di upload si intende la velocità con cui si invia un file su internet, ovvero, dal proprio computer su internet. Un esempio per capirci è quello di un file che alleghiamo ad un messaggio di posta elettronica. Per essere inviato il file deve essere caricato su un server. Una buona velocità di upload e’ fondamentale per navigare velocemente, spedire rapidamente la posta, effettuare video-chiamate o inviare files ad altri utenti.
E’ dunque importante avere una buona velocità di upload quando effettuate video-conferenze, o se avete necessità di scambiare molti file con altri utenti. Certo la velocità di upload non potrà mai essere elevata come quella di download, ma sarà sempre decisamente più bassa.
Qual’è una buona velocità di upload?
Tra ADSL e Fibra Ottica esiste una notevole differenza in termini di velocità di upload. Basti pensare che l’ADSL di Tim e Fastweb viaggiano entrambe a 1 Mbps mentre con la fibra ottica si naviga alla mostruosa velocità di 20 Mbps con le migliori offerte di Fastweb che arrivano addirittura a 50 Mbps. Detto ciò, occorre precisare che un utente normale non ha bisogno, almeno al momento, di velocità di Upload cosi alte, 3/5 Mbps rappresentano già un’ottimo compromesso.
Come effettuare un test di velocità della fibra ottica o dell’adsl?
Effettuare un test per capire qual è la tua velocità di navigazione è davvero semplice. Segui questo link:
Cos’è e a cosa serve un processore o CPU di un computer? Vediamolo in quest’articolo di oggi.
Introduzione
Con il termine processore viene comunemente indicata la CPU, acronimo di central processing unit, ovvero il cervello di ogni computer. Il suo scopo è quello di processare informazioni ad altissima velocità e quando diciamo altissima velocità intentiamo miliardi di operazioni al secondo.
Se volessimo paragonare un processore ad un organo del nostro corpo quello più corrispondente sarebbe sicuramente il cervello.
Com’è fatto un processore?
In realtà i moderni processori sono costituiti da tanti piccoli processori che prendono il nome di “Core” che lavorano da soli in modo indipendente. Il motivo per cui le aziende produttrici sono tutte passate a questo sistema risiede nei limiti tecnologici attualmente insuperabili. Tali limiti impediscono di produrre un processore più grande e più performante.
Si è cosi pensato di collegare in parallelo più processori che si dividono il lavoro aumentando di conseguenza la velocità. A questi piccoli processori interni è stato dato il nome di Core. Se potessimo aprire una CPU, che cosa ci troveremmo dunque dentro? Principalmente noteremmo tre cose:
il Package, ovvero il contenitore
i Core, ovvero dei piccolo processori che eseguono calcoli a velocità elevatissime
i PIN, con i quali il processore viene connesso alla scheda madre e grazie ai quali riceve e trasmette informazioni
Un core contiene a sua volta 3 componenti:
un’unità di controllo anche detta CU (control unit), che legge dalla memoria i dati, impartisce le istruzioni e memorizza i risultati
un’unità aritmetico-logica anche detta ALU (aritmetic logical unit) che esegue le operazioni logiche e matematiche
i registri interni che sono delle piccole memorie interne
Come funziona un processore?
I processori dunque, grazie ai loro Core svolgono i calcoli a velocità pazzesche. Ma da dove vengono i dati di partenza e a chi vengono trasmessi?
La CPU si inserisce all’interno di un circuito che prende il nome di “Scheda madre” che permette a tutti i componenti di un computer di collegarsi tra loro. Tra i vari componenti abbiamo alcune memorie e sono proprio loro che contengono i dati da elaborare e che ricevono i risultati dei calcoli.
Come abbiamo già detto, i processori sono davvero molto veloci a elaborare i dati ma le memorie tipo la RAM o le memorie di archiviazione purtroppo e soprattutto gli spostamenti dei dati da e per i processori non lo sono altrettanto. Per questo sono state create delle piccolissime ma velocissime memorie che contengono i dati più frequentemente utilizzati.
Queste memorie prendono il nome di cache (puoi seguire il link per approfondire l’argomento), delle quali qui ci basta sapere che sono molto più veloci della RAM e che contengono informazioni utilizzate frequentemente. Il loro scopo è ovviamente quello di velocizzare le operazioni eliminando quello che sarebbe un collo di bottiglia.
In pratica, quando avviamo un programma le istruzioni dello stesso vengono prese dalla memoria di archiviazione (SSD o Hard Disk) e spostate sulla RAM. Quelle elaborate più di frequente vengono spostate sulle memorie cache e dunque elaborate dal processore.
Caratteristiche di un processore
Quando andiamo ad acquistare un PC o un processore dopo la marca del produttore (Intel o AMD) e il modello (i3, i5, i7, Ryzen) troveremo delle altre informazioni di cui ora dovremmo essere in grado di comprendere il significato.
Prima di tutto troveremo certamente la velocità della clock espressa in GHz (Giga Herz). La velocità di clock misura il numero di cicli eseguiti dalla CPU ogni secondo, misurati in GHz (gigahertz). Una CPU con una velocità di clock di 3,2 GHz esegue 3,2 miliardi di cicli al secondo. In pratica è la velocità che ha il processore nel compiere calcoli.
Troveremo poi il numero di Core. Abbiamo visto che non si riescono, al momento, a produrre processori più veloci. Dunque per rendere i computer più performanti si è pensato di dotarli di più processori o meglio di processori a più core. Più è alto il numero di core, più veloce sarà il processore.
Consigli per l’acquisto di una CPU
Nel caso si voglia cambiare il processore del computer con uno nuovo e nel caso si stia comprando un nuovo PC da assemblare, vediamo insieme come scegliere la CPU da comprare. In questo modo saremo pronti al momento dell’acquisto, e sapremo esattamente di cosa abbiamo bisogno.
1) Miti da sfatare
Ci sono tantissime dicerie e voci sui processori che potremmo scrivere un libro! Solo perché un processore ha una frequenza più alta o più nuclei (i core) non significa che sia meglio di un altro processore. Nello stesso tempo però le differenze tra velocità di clock e numero di core contano se si parla di processori della stessa casa produttrice, senza dimenticare le differenze generazionali tra i processori (ossia quando sono usciti sul mercato), che possono allargare in modo significativo il divario di prestazioni, anche se tecnicamente non cambiasse nulla circa il numero di core o la velocità di clock.
Il primo mito quindi è sfatato. Confrontare i processori solo per velocità di frequenza era significativo fino a 20 anni fa. Tuttavia oggi risulta anacronistico visto che i processori mostrano più o meno sempre le stesse caratteristiche a causa delle limitazioni fisiche. Una volta raggiunta una certa velocità e un certo numero di core, non si poteva più superare il limite senza evitare un consumo di energia e l’emanazione imminente di calore. Questi limiti saranno superati nel tempo con le nuove tecnologie (rimpicciolendo sempre di più i transistor). Per ora i processori dei computer e di più ancora quelli dei cellulari presentano caratteristiche comuni che non possono essere superati.
2) Caratteristiche ed informazioni utili sul processore
Un buon processore per computer moderno deve avere le seguenti caratteristiche:
– Velocità di clock e numero di core contano per misurare le prestazioni di una CPU, ma solo se si parla di processori di una stessa marca, che sono usciti a distanza di un anno o due massimo. E’ importante controllare la data di rilascio di una CPU perché, a parità di core e velocità, il processore più recente è sempre migliore. Come regola assicuriamoci che il processore abbia almeno 4 core fisici e una frequenza minima di 2 GHz.
Intel e AMD
– Se si deve comprare un processore per un PC nuovo basterà scegliere la nuova serie e, come è noto, ci sono due marche di processori per PC: AMD e Intel.
In due parole, quelli AMD costano meno e sono ottimi per PC di fascia bassa o media. Mentre quelli Intel risultano sempre migliori, soprattutto se si tratta di computer di fascia alta. I chip di fascia alta di AMD sono buoni per le applicazioni professionali che sfruttano il multi-threading e ormai sono maturi per competere ad armi pare con i processori Intel (forse solo la serie i9 è superiore per via del suo target, i PC di fascia altissima o per server).
Al momento (fine 2019), l’architettura desktop attuale di AMD è la serie Ryzen (3, 5, 7 e 9) riconoscibile dal numero di serie 2xxx e 3xxx (variabile in base alla versione).
L’architettura Intel attuale si chiama Intel Core Coffe Lake (i3, i5, i7 e i9) ed è riconoscibile dal numero di serie 9xxx (variabile in base alla versione). Anche la serie 8xxx va bene, se si vuol risparmiare.
Overclock, cache e socket della CPU
Una volta decisa la gamma e la linea di processori che si intende acquistare, prima di spendere i soldi è opportuno controllare alcune altre cose.
– Se è overclockable, ossia se si possono aumentare le prestazioni della CPU con un overclock facile in modo da ottenere più potenza (che spesso porta però instabilità e consumo di energia).
Possiamo trovare i modelli facilmente overcloccabili accompagnati dalla lettera K o X (che indica appunto la possibilità di overcloccarli sbloccando il moltiplicatore).
– Il sistema di raffreddamento (la ventola o il diffusore), spesso dimenticato, che bisogna controllare se è integrato o se è necessario comprarlo separatamente; se la CPU è troppo potente, è opportuno comprare una ventola compatibile con quel processore.
– Cache processore: una memoria integrata nella CPU che rende più veloci i calcoli del processore. La cache può essere di livello L1, L2 o L3 (i livelli base) ma ormai possono presentare anche livelli successivi (L4 o L5), disponibili ma mano che i transistor diventano sempre più piccoli.
– Scheda video integrata (APU): su alcune CPU avanza così tanto spazio all’interno che è possibile trovare anche una GPU integrata, che lavorerà in parallelo alle componenti del processore per generare le immagini ad una buona velocità. Questo tipo di processore (chiamato APU) è tipico delle CPU AMD. Mentre solo di recente Intel ha integrato una componente video adeguata all’interno dei suoi processori.
– Il Socket: Le CPU Intel e AMD non sono diverse solo per la loro costruzione, ma anche per l’attacco o socket alla scheda madre del computer. Questo significa che se si ha un PC con un certo tipo di scheda madre, si potrebbe essere costretti ad installare al suo interno un processore di una o dell’altra marca. Da notare, inoltre, che diverse generazioni di processori Intel hanno socket diversi.
3) Aggiornare una CPU già presente
Se si vuol comprare un processore per aggiornare quello già presente sul PC è importante sapere che tipo di processore abbiamo già e il socket supportato (ossia i contatti disponibili per far passare i dati sulla scheda madre). Su Windows digitiamo “Gestione dispositivi” nel menu Start e nella schermata che segue espandiamo la sezione “processori” per trovare il nome della CPU.
Per avere più informazioni ed ottenere anche il socket preciso possiamo programmi come CPU-Z per sapere, con precisione, quale processore abbiamo, quale scheda madre e quale socket utilizziamo. Per scaricarlo cliccare sull’icona.
Inoltre tenere conto che una scheda madre vecchia può non supportare i processori di ultima generazione: in questi casi dovrà quindi comprare una CPU che non sia uscita troppi anni dopo rispetto la scheda madre oppure cambiare scheda madre insieme alla CPU (la scelta più saggia).
4) Modelli di CPU in base al PC da acquistare
Ora che sappiamo tutto sui processori per PC, vediamo come controllare questa componente in base al PC che intendiamo acquistare:
– se si deve comprare un computer già pronto e non si ha intenzione di fare personalizzazioni o upgrade particolari, può essere conveniente prenderne uno con CPU AMD perché costa meno. Tenere conto però che quando AMD rilascerà nuovi processori, può darsi che questi non saranno compatibili con le schede madri attuali.
– se dobbiamo assemblare un PC per uso generico, AMD conviene tantissimo ed offre ormai un numero di core e di frequenza molto elevato, adatto a qualsiasi programma che intendiamo utilizzare. Il risparmio può diventare quindi parametro fondamentale per assemblare questo tipo di PC.
– se si vuole un computer da gaming, puntiamo ad occhi chiusi su un processore Intel; anche se gli AMD di ultima generazione forniscono tutta la potenza necessaria per i giochi, consigliamo sempre di puntare sugli Intel quando assembliamo un PC destinato ai giochi.
Se il vostro disco esterno chiede di essere formattato, così come capita con le chiavette USB, ecco la soluzione che fa per voi!
Così come accade con le chiavette USB (chiavetta che chiede di essere formattata) anche gli hard disk esterni possono presentare l’errore improvviso e spiazzante che appare con tale scritta: “Il disco non è formattato, formattare ora?“. Oppure appare una finestra con un errore del genere: “E’ necessario formattare il disco nell’unità per poterlo utilizzare. Formattarlo?”
Ovviamente se si clicca su SI e si procede alla formattazione del disco, tutti (o gran parte) dei dati verranno cancellati e saranno di difficile recupero. Se anche tu ti trovi nella situazione di un disco o hard disk chechiede di essere formattato, qui di seguito segnaliamo una soluzione software che ti consentirà di recuperare i dati da esso prima di procedere alla formattazione! Prima di ciò però cerchiamo di capire quali sono le cause di questo errore e come è possibile evitarlo.
Errore Disco non Formattato: Cause e Soluzioni
Possono essere diversi i tipi di messaggi di errore relativi alla formattazione del disco esterno e le cause principali sono le seguenti:
Improvvisa interruzione di corrente durante una copia di file sul disco esterno
> Rimozione impropria dell’unità esterna dalla porta USB
> Settori difettosi
> Attacco virus
Indipendentemente dalla ragione che sta dietro questo tipo di errore, ci sono alcune soluzioni che potrebbero correggere l’errore del disco esterno non formattato. Ecco una possibile soluzione.
Step 1. Clicca contemporanemente i tasti Windows + R per aprire la finestra “Esegui”
Step 2. Da tale finestra scrivi “cmd” e clicca su OK
Step 3. Si aprirà la finestra dei prompt di comandi. Qui inserisci il comando chkdsk seguito dalla lettera del disco che presenta l’errore di “non formattazione” e infine /f. Quindi ad esempio chkdsk c:/f’ e premi invio.
Digitando questo comando eseguirai un processo di controllo del disco per l’unità esterna. Ci vogliono alcuni minuti per completarlo. Una volta terminato il processo dovrai riavviare il computer e provare ad aprire nuovamente il disco rigido. C’è una buona probabilità che il disco rigido ricominci a funzionare normalmente.
Come Recuperare Dati da Disco che chiede di Essere Formattato
Se la soluzione sopra indicata non funziona, allora dovrai affidarti ad un programma di recupero dati professionale, come lo è Data Recovery, per poter riaccedere al disco che chiede di essere formattato per recuperare da esso tutti i dati.
Puoi scaricare questo programma in versione dimostrativa dai link seguenti:
Installa ed avvia il programma; poi segui questi semplici passaggi:
Passo 1. Seleziona il tipo di file che vuoi recuperare. Puoi anche decidere di ricercare tutti i tipi di file
Passo 2. Seleziona il disco che presenta l’errore di formattazione e clicca su “Avvia” per iniziare la scansione
Passo 3. Seleziona la modalità profonda di scansione per poter ricercare il numero maggiore di file dal disco in errore
Passo 4. Al termine della scansione potrai vedere in anteprima i dati trovati e procedere al loro recupero
Possiamo concludere questo articolo che se si ottiene un messaggio di errore in merito alla formattazione del disco rigido esterno, non c’è da preoccuparsi più di tanto.
In tale scenario, è necessario provare prima a eseguire il controllo del disco e se non è possibile ripristinare l’esecuzione del disco rigido si consiglia di formattare e utilizzare un programma di recupero dati da disco formattato.
Da oggi gli italiani possono scaricare certificati anagrafici disponibili online, gratis ed in pochi secondi, sfruttando SPID e ANPR: un grosso passo per il Paese.
Gli italiani da oggi possono scaricare certificati anagrafici disponibili online senza dover andare in un ufficio pubblico e senza dover pagare una marca da bollo. Da lunedì 15 novembre è attiva una nuova piattaforma informatica che permette di scaricare gratuitamente e autonomamente da casa vari certificati anagrafici. Fino ad oggi per ottenerli era necessario andare in un ufficio dell’anagrafe e pagare una marca da bollo. Grazie alla nuova piattaforma è possibile fare tutto online, dal sito anagrafenazionale.gov.it.
Accedere con SPID
Per accedere basterà utilizzare lo SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale), il sistema di autenticazione digitale utilizzato da un paio d’anni da diversi siti e app della pubblica amministrazione. O in alternativa inserire il numero della propria carta d’identità elettronica. La piattaforma è accessibile sia dai cittadini residenti in Italia sia da quelli residenti all’estero, e permette di richiedere un certificato per se stessi o per un componente ancora in vita della propria famiglia.
I cittadini residenti in Italia possono richiedere i certificati anagrafici di nascita, di matrimonio, di cittadinanza, di esistenza in vita, di residenza, di stato civile, di stato di famiglia, di stato civile e di stato di famiglia insieme, di residenza in convivenza, di stato di famiglia con rapporti di parentela, di stato libero, di unione civile e di contratto di convivenza. L’elenco dei certificati disponibili varia in base ai dati anagrafici registrati dal comune quindi, ad esempio, se si è celibe o nubile nell’elenco non si troverà il certificato anagrafico di matrimonio.
I cittadini residenti all’estero (iscritti all’Anagrafe degli Italiani residenti all’estero, AIRE) possono invece richiedere i certificati di nascita, di matrimonio, di cittadinanza, di residenza AIRE, di stato di famiglia AIRE, di unione civile e di contratto di convivenza.
Una volta scelto il certificato che si vuole ottenere, si deve selezionare il motivo della richiesta da un elenco e in seguito scegliere se scaricare il documento o riceverlo via email. I certificati hanno una validità di tre mesi, e quelli già emessi e non ancora scaduti restano a disposizione nella sezione “Certificati” del sito.
Anagrafe digitale: certificati subito e gratis
Il primo certificato anagrafico disponibile online è stato scaricato in anteprima domenica dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Il ministro per l’innovazione tecnologica e la Transizione digitale, Vittorio Colao, ne ha parlato come della «prima di una serie di innovazioni tecnologiche che la pubblica amministrazione implementerà per migliorare la vita di tutti». Nei prossimi mesi la piattaforma verrà implementata con altri servizi. Questi permetteranno ai cittadini di svolgere online pratiche per cui finora è necessario per forza andare in un ufficio pubblico.
Quel che potrebbe sembrare un miraggio è invece il frutto di un lungo lavoro di cesellatura attorno ad un progetto di transizione digitale ben più ampio e ambizioso: il passo odierno è un passo decisivo, perché farà comprendere a sempre più persone che il digitale non è un ostacolo da affrontare, ma un grande acceleratore da premere.
Dal cartaceo ai bit
Un passo che coinvolge tutti e che il Quirinale ha voluto immediatamente rendere mainstream attraverso una nota video che ritrae il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, mentre scarica il primo certificato con il nuovo sistema. La nota è stata quindi ripresa da giornali e telegiornali, così che potesse arrivare con forza anzitutto a chi si affida a questi canali per la propria informazione:
L’Anagrafe diventa digitale, Mattarella scarica in anteprima il primo certificato dalla piattaforma pic.twitter.com/9TuxZGfmRA
Un’immagine che in sé ha ancora un difetto: quel foglio di carta che esce dalla stampante rende palese e concreto il vantaggio di un servizio di Anagrafe Digitale. Ma riporta sulla carta quel che in molte occasioni potrebbe tranquillamente restare in bit.
Il progetto Anpr è un progetto del ministero dell’Interno la cui realizzazione è affidata a Sogei, partner tecnologico dell’amministrazione economico-finanziaria, che ha curato anche lo sviluppo del nuovo portale. Il Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei Ministri è titolare del coordinamento tecnico-operativo dell’iniziativa.
I certificati
I certificati che si possono scaricare sono i seguenti:
anagrafico di nascita
anagrafico di matrimonio
di Cittadinanza
Esistenza in vita
di Residenza
Residenza AIRE
di Stato civile
Stato di famiglia
Stato di famiglia e di stato civile
di Residenza in convivenza
Stato di famiglia AIRE
di Stato di famiglia con rapporti di parentela
di Stato Libero
Anagrafico di Unione Civile
di Contratto di Convivenza
Il download è possibile dal sito https://www.anpr.interno.it/ e per accedervi è necessario fornire la propria identità digitale (SPID, CIE o CNS). Subito e gratis grazie al digitale. Quel digitale troppo spesso vituperato nel nostro Paese e violentato da visioni preconcette che lo hanno tenuto ai margini per troppo tempo. Oggi la transizione può essere al centro dell’evoluzione del sistema Italia ed i margini di miglioramento fotografati dall’indice DESI 2021 la dicono lunga in merito.
Vediamo come proteggere un hard disk con una password e salvaguardare i nostri dati.
Non serve spiegarti quanto sia importante proteggere i tuoi dati, sia quando essi si trovano sul computer, sia quando li salvi all’interno di un hard disk esterno. E questo vale ovviamente per un discorso molto semplice: i tuoi backup sono per natura importantissimi, ma se qualcuno accede al tuo hard disk esterno potresti perdere ogni singolo dato in uno schiocco di dita, e poi non avere alcun modo per recuperare quanto hai perso. Ecco perché oggi vedremo insieme come proteggere con una password un hard disk esterno.
Esistono diversi approcci che puoi decidere di adottare per proteggere i dati sul tuo computer, uno di questi è affidarsi a un crypter che gestisca l’accesso a un intero hard disk di dati. Se hai l’esigenza di proteggere un hard disk o una partizione da operazioni indiscrete ti segnalo uno strumento già incluso nel sistema operativo Windows, anche se non in tutte le versioni. Si tratta di BitLocker un piccolo software che predispone una password di accesso all’unità che si intende proteggere. Il software applica una password di accesso ad un’unità quale hard disk interni, esterni collegati tramite USB, pendrive e altre memorie flash.
BitLocker
BitLocker è un prezioso strumento messo a disposizione da Microsoft ed è integrato in alcune versioni del sistema operativo Windows.Lo possiamo infatti trovare in Windows 7 Ultimate ed Enterprise, anche se va abilitato. Inoltre lo troviamo di default in Windows 10 Professional. BitLocker è uno strumento di sicurezza che serve a crittografare un intero hard disk, o una partizione. Cifra il contenuto del disco e consente l’accesso ai dati solo dopo aver digitato una password di accesso, definita in fase di configurazione.
Come attivarlo
In Windows è sufficiente cercare BitLocker all’interno del pannello di controllo o della barra delle applicazioni, digitando la parola “bitlocker“:
Una volta individuato BitLocker, cliccaci sopra per avviare l’applicazione che ti consentirà di selezionare i volumi da proteggere. Come puoi notare ti verranno mostrati tutti i volumi corrispondenti alle partizioni che hai installato sul computer, specificando se BitLocker è attivo o meno su ognuna della partizioni. Seleziona la partizione che intendi proteggere, cliccando sul testo “Attiva BitLocker” corrispondente:
Vedrai aprirsi una finestra in cui ti verrà chiesto di attribuire la password di accesso al contenuto del disco:
Successivamente spunta la casellina “Usa password per sbloccare l’unità” e inserisci la password, confermandola nel campo sottostante. Se la password di sicurezza è troppo semplice, non verrà accettata, per cui scegline una abbastanza complessa, con caratteri numeri e almeno un carattere speciale(.,:/_@%£…):
Salva la tua password
Una volta inserita e confermata la password di protezione all’unità prescelta, Microsoft per sicurezza, consente di salvare tale password presso una locazione a tua scelta tra quelle proposte. Se disponi di un account Microsoft puoi salvarla al suo interno in modo che venga associata al tuo account, altrimenti puoi decidere di stamparla e/o di salvarla sul computer o un supporto esterno come una pendrive sotto forma di file:
Al passo successivo potrai decidere se applicare la crittografia solo ai dati contenuti in un disco (o partizione). In questo caso i dati successivamente inseriti all’interno, verranno automaticamente protetti. Oppure decidere di assegnare la protezione all’intera unità, compreso lo spazio inutilizzato del disco. Sostanzialmente non cambi annulla, ti consiglio di applicare la protezione di BitLocker a tutta l’intera unità:
Nella successiva schermata seleziona il tipo di crittografia in base alle istruzioni riportate, a seconda che si tratti di un disco fisso all’interno del computer oppure di un disco usb esterno:
Infine non rimane che confermare il tutto avviando la procedura di crittografia del contenuto dell’unità da proteggere, cliccando sul tasto “Avvia crittografia“:
Ecco fatto, basta attendere il completamento del processo e il nostro disco o partizione sarà accessibile solo dopo aver inserito la corretta password di accesso.
Ricordate la password
Fondamentale non dimenticare la password! Segnatevela, e ricordate che se smarrite la password Il risultato sarà quello di non aver più accesso ai dati nell’unità in questione. Per cui suggerisco di non utilizzarlo se non è strettamente indispensabile. Insomma, non prendete alla leggera il suo utilizzo.
Proteggere un hard disk esterno su Mac
Ci sono due metodi diversi che puoi usare per crittografare gli hard disk esterni su Mac: entrambi i metodi vengono direttamente incorporati sul sistema operativo Mac OS, dunque non hai alcun bisogno di scaricare o installare dei software. Tuttavia, prima di cominciare, devi innanzitutto pensare ad una password che sia sicura e che tu possa ricordarti sempre.
Come proteggere un hard disk esterno su Mac, dunque? La prima cosa che devi fare è aprire il Finder per individuare l’unità esterna, e successivamente fare click con il tasto destro del mouse, selezionando la voce “Encrypt”. A questo punto ti si aprirà una finestra di dialogo che ti consentirà di inserire una password, aggiungendo anche un suggerimento che potrà aiutarti quando accederai all’hard disk inserendola. Il suggerimento, comunque, non è obbligatorio.
Dopo aver inserito la password, il tuo disco rigido esterno è finalmente protetto. L’operazione potrebbe richiedere molto tempo, soprattutto se ospita una gran mole di file e dati.
Il secondo metodo per crittografare l’hard disk esterno è farlo utilizzando lo strumento Utility Disco, che ti consentirà di proteggere determinate sezioni e dati. Ma devi formattarlo prima, il che rende questo metodo adatto solo per gli hard disk inizialmente vuoti oppure nuovi.
Una volta aperto Utility Disco, dovrai fare click col tasto destro sul device esterno, selezionare Cancella, poi Formato e infine selezionare un formato Encrypted. Fatto questo, dovrai solo inserire la password e attendere il termine della procedura.
Proteggere un hard disk esterno su Windows
Anche Windows possiede una funzione nativa per crittografare un hard disk esterno, chiamata BitLocker Drive Encryption, ma solo se possiedi una versione Pro o Enterprise. Se è il tuo caso, ti basta aprire il menu di questa funzione da Pannello di controllo, Sistema e sicurezza, Crittografia BitLocker.
Successivamente dovrai selezionare l’unità esterna da proteggere e cliccare su Attiva BitLocker, utilizzando una password per la protezione. A questo punto dovrai creare un backup della password e infine cliccare su Avvia cifratura. Dopo un po’ di tempo, potrai finalmente contare sul tuo hard disk esterno protetto.
Proteggere un hard disk esterno con VeraCrypt
Se non hai una versione Pro o Enterprise, puoi in alternativa utilizzare un software di terze parti, come ad esempio VeraCrypt: in assoluto il programma migliore per proteggere con una password un hard disk esterno su Windows. Dopo che avrai scaricato, installato e lanciato il software, clicca su Crea volume, seleziona l’opzione “crittografia di una unità esterna” e fai click su Procedi.
Qui dovrai selezionare Volume standard VeraCrypt e fare click su Avanti, per poi selezionare il device che intendi proteggere e seguire tutte le istruzioni che il programma ti fornisce, fino a completare il tuo obiettivo. Ricorda però che l’unico modo per accedere all’hard disk crittografato è attraverso il programma VeraCrypt, ma che puoi comunque de-crittografare l’unità.
Thunderbird e Outlook: due email client a confronto. Quando parliamo di posta elettronica ci riferiamo a quello che è il centro della nostra vita, professionale ma non solo.
Quando parliamo di posta elettronica ci riferiamo a quello che è il centro della nostra vita, professionale ma non solo. La nostra amministrazione personale, le comunicazioni con i clienti, i fornitori di servizi, le banche, gli acquisti online: tutto ruota attorno alla posta elettronica. È importante quindi potersi avvalere di un email-client che sia efficiente e facile da usare. Come fare per orientarsi in questa scelta?
Due sono i provider tra cui gli user sono spesso indecisi, ovvero Thunderbird e Outlook. Conoscere quali sono i vantaggi e gli svantaggi di ognuno è importante per valutare quale email client fa più al nostro caso. Per gli utenti Thunderbird, serve anche per capire se conviene passare da Thunderbird a Outlook; un passaggio che, anche se semplice, deve sempre avere una sua convenienza. Cerchiamo di capire insieme pregi e difetti quindi di questi due operatori.
Mozilla vs Microsoft
La prima caratteristica che abbiamo notato e che è comune ad entrambi i provider, è che nessuno dei due è un cloud.
Questa è una notizia che piacerà agli amanti della posta elettronica old school!
Al di là di questa caratteristica, ci sono però diverse differenze che vanno sottolineate e che derivano principalmente dal fatto che Thunderbird nasce da Mozilla, mentre Outlook è legato a Microsoft.
Mozilla è da sempre considerato un’ottima alternativa, quando però il sistema principale non può essere utilizzato.
L’aspetto della sicurezza è senz’altro tra i primi a dover essere analizzato, e da questo punto di vista, anche se Thunderbird si difende bene, Outlook ha la meglio: la sua capacità di filtrare messaggi spam, virus, malware, phishing e altri elementi dannosi è superiore alla media.
L’esigenza di tenere al sicuro il tuo pc o il tuo dispositivo mobile è quindi pienamente soddisfatta con Outlook.
Per quanto riguarda l’interagibilità, entrambi sono provider che soddisfano i propri user: la grafica è chiara su entrambi, le varie funzioni possono essere trovate facilmente, ma Outlook ha – anche in questo caso – una marcia in più, data dalla possibilità di installare l’App.
In questo modo, senza dover passare per la pagina principale di Internet, puoi comodamente inviare e ricevere email avvalendoti dell’applicazione.
Il vero punto di forza di Outlook comunque, rimane il suo legame con Office.
Un punto di forza che non è sostituibile, vista l’importanza di avere un client di posta collegato con il programma per documenti più utilizzato in tutto il mondo.
Compatibilità e funzionalità
Avere una grafica omogenea tra email e documenti, poter contare su un’interazione fluida tra messaggi e file ti porta su un altro livello.
Outlook tra l’altro è già inserito nel pacchetto Office ma rimane perfettamente compatibile anche con i dispositivi Apple.
Dalla nostra analisi è evidente quindi come, tra i due provider, Outlook possa essere considerato più interessante, non solo dal punto di vista della sicurezza ma anche da quello della funzionalità.
Semplicità di utilizzo e grafica accattivante
Un altro aspetto fondamentale da valutare quando si sceglie un client di posta elettronica è la compatibilità, oltre alla facilità di utilizzo (essendo software che vanno utilizzati svariate volte al giorno, se non costantemente). MS Outlook è compatibile sia con Windows che con Apple, ed è importante: si sa, i computer non durano una vita e vogliamo sentirci liberi di scegliere il PC che più ci piace, senza dover pensare alla compatibilità del client di posta elettronica.
Anche l’interfaccia di Outlook ci ha lasciati decisamente soddisfatti: è moderna, innovativa, intuitiva da usare. Rispetto ad essa, la grafica di Mozilla rimane un po’ più datata. Un altro inconveniente di Thunderbird è che l’interfaccia diventa più complicata man mano che cresce il numero di email, rendendo tutto il sistema più farraginoso.
Anche i componenti aggiuntivi possono creare qualche piccolo intoppo perché, se possono essere installati senza problemi, vanno però costantemente aggiornati. E gli aggiornamenti a volte creano un rallentamento al nostro utilizzo del computer o della posta elettronica.
A questo punto la scelta tra i due sistemi viene da sé: converti i tuoi file .mbox in .pst senza il rischio di perdere dati, e inizia a massimizzare l’utilità della tua posta elettronica!
Il pacchetto Office: la carta vincente di Outlook
La prima caratteristica che ci salta all’occhio quando pensiamo ad Outlook, è la sua integrazione nel pacchetto Office e con il sistema Windows. In termini pratici, vuol dire la possibilità di interagire al 100% con i programmi word, pdf, excel (per nominare solo i principali), risparmiando tempo e fatica rispetto ad altri client di posta elettronica. Considerando che l’account delle email viene molto utilizzato per inviare documenti, fatture, preventivi, la comodità è veramente al massimo. Basti pensare alla possibilità di poter fare copia e incolla mantenendo lo stesso format. Un gran bell’aiuto nella comunicazione con il destinatario del messaggio, anche dal punto di vista della precisione e della forma.
La gestione della posta indesiderata e della posta eliminata
Sia Outlook che Mozilla Thunderbird garantiscono un buon livello di filtro per la posta indesiderata, o spam. A parere degli utenti tuttavia, il filtro di Outlook sembra ancora più efficace nel tenere a bada tutta la marea di messaggi indesiderati che purtroppo arrivano ogni giorno nel nostro account. Inoltre ricordiamo che alcuni possono contenere anche dei virus alquanto sgraditi.
Le differenze principali tra i due provider si avvertono soprattutto con le ultime versioni di Outlook. Quest’ultimo infatti ha migliorato un aspetto che poteva creare dei rallentamenti nella gestione della propria posta, ovvero l’eliminazione dei messaggi. Oggi la posta eliminata va direttamente nella cartella “cestino”, mentre prima rimaneva solamente indicata come posta eliminata.
Considerazioni finali
Dopo aver sperimentato entrambi i provider, abbiamo notato anche altre caratteristiche di Outlook che abbiamo apprezzato molto, come la possibilità di creare delle cartelle di posta elettronica, di avere più indirizzi email sotto un unico profilo e di potersi avvalere di indirizzi condivisi. Da ultimo, ma non per importanza, c’è anche la costante presenza degli aggiornamenti: la tecnologia è un settore in continua evoluzione, e avere la possibilità di avere un provider di posta sempre aggiornato è fondamentale per non ritrovarsi a doverlo cambiare nel giro di pochi mesi.
Come posso convertire le e-mail da Thunderbird a Outlook? Vediamo in questo articolo come ovviare a questa necessità.
Utilizzare il miglior programma per convertire da Thunderbird a Outlook o utilizzare un approccio manuale per la migrazione di e-mail da Thunderbird a Outlook? Entrambi i metodi ci permetteranno di convertire la casella di posta Thunderbird in formato PST di Outlook in pochi clic.
Perché esportare da Thunderbird a Outlook 2019, 2016, 2013, 2010 e 2007?
Thunderbird e Outlook sono entrambi i client di posta elettronica più utili. Ma per motivi di lavoro, Outlook è principalmente preferito dagli utenti di piccole o grandi aziende a causa delle sue funzionalità avanzate e dell’interfaccia facile da usare. Ogni organizzazione utilizza un client di posta elettronica desktop per soddisfare le proprie esigenze di posta elettronica, che si adatta a loro per la gestione e il rispetto del budget. Ma giorno dopo giorno, i requisiti dell’organizzazione cambiano totalmente quando trovano alcune nuove piattaforme.
Mozilla Thunderbird è un client di posta elettronica gratuito, quindi è ampiamente utilizzato dagli utenti personali. Outlook è un prodotto Microsoft che viene pagato, ma è preferito dalla maggior parte dei professionisti.
Differenze tra MS Outlook e Thunderbird?
Come migrare le email da Mozilla Thunderbird a Outlook
In questa sezione, ti mostreremo come esportare le email di Thunderbird su Outlook. Abbiamo tre metodi per convertire le e-mail Thunderbird MBOX in formato PST di Outlook e ci sposteremo uno per uno.
Converti Thunderbird in Outlook utilizzando IMAP
Esporta Thunderbird su Outlook usando il metodo di trascinamento della selezione
Migrare Thunderbird su Outlook utilizzando software di terze parti
Converti Thunderbird in Outlook tramite IMAP
Configura il tuo account Gmail su Thunderbird utilizzando IMAP. Se non sai come configurarlo, segui questi passaggi:
Accedi al tuo account Gmail.
Fare clic sull’opzione di impostazione.
Selezionare Inoltro POP / IMAP.
Abilitare il server IMAP.
Ora, apri le impostazioni dell’account Thunderbird e, sotto l’opzione Crea un nuovo account, fai clic su e-mail. Fai clic su “salta questo e configura con l’email esistente“.
Viene visualizzata la finestra Impostazione account di posta per riempire tutti i dettagli validi; clicca su continua.
Un nuovo pop-up si apre nella stessa finestra; abilita il server IMAP e premi il pulsante Fine.
Il tuo account è stato configurato con Gmail su Thunderbird.
Ora, crea una cartella nell’account Gmail ed esporta i tuoi dati da Thunderbird a Gmail quando recuperi tutti i tuoi dati da Thunderbird.
Controlla il tuo account Gmail e conferma se tutti i dati sono stati esportati o meno.
Quando tutti i dati vengono esportati, configurare MS Outlook su Gmail con il server IMAP.
E scarica tutti i dati da Gmail.
Esporta i dati da Thunderbird a Outlook utilizzando il metodo di trascinamento della selezione
In questo metodo, prima di tutto esporteremo i dati di Thunderbird in formato EML, quindi li importeremo in MS Outlook.
Cominciamo con l’esportazione dei dati di Thunderbird in formato EML.
Creare una nuova cartella sul desktop (assegnare un nome adatto alla cartella).
Aprire i messaggi di Thunderbird che si desidera spostare in Outlook.
Ora utilizza il trascinamento della selezione per spostare tutte le e-mail o e-mail selezionate da Thunderbird in una nuova cartella.
Importa file EML in Outlook
Dopo aver esportato i dati in una nuova cartella, Apri MS Outlook.
Ancora una volta, utilizzare il trascinamento della selezione per spostare tutto il contenuto nella cartella di Outlook.
Nota: questa conversione viene utilizzata solo in MS Outlook 2016-2013 o 2010. È un modo molto semplice e gratuito. Ma se disponi di dati o cartelle di grandi dimensioni, non è certo quanto tempo impiegherà il processo di conversione.
Vi è una carenza in entrambi i metodi di cui sopra. Una trasformazione completa dei dati non è certa, né la conversione da Thunderbird a PST. Per ovviare a queste carenze, passiamo al metodo successivo. Questo è il metodo più sicuro e utile per spostare le e-mail di Thunderbird su Outlook.
Utilizzare uno strumento di terze parti per spostare le e-mail di Thunderbird su Outlook
Il processo di migrazione è troppo complicato se non conosciamo i client di posta elettronica e non ne comprendiamo i processi. In tal caso, abbiamo bisogno di software di terze parti. Su Internet abbiamo trovato molti prodotti sul mercato. Ma suggerirò il software del convertitore MBOXSysTools, che è più affidabile e sicuro. Se non sei soddisfatto della mia parola, prova la versione demo gratuita del software, che consente la conversione di 25 e-mail per cartella.
In altre parole, se si desidera utilizzare tutte le funzionalità di questo prodotto, è necessario optare per la copia con licenza richiesta.
Le funzionalità del prodotto SysTools sono fantastiche e facili da elaborare durante la migrazione.
Puoi convertire qualsiasi file MBOX in formato PST e non importa da dove hai esportato queste cartelle MBOX o da quale client di posta elettronica stai utilizzando.
Uso già questo prodotto, quindi voglio condividerne le caratteristiche:
Se stai utilizzando il client di posta elettronica Thunderbird e non sai dove sono archiviati i tuoi file MBOX, l’opzione “Default Profile Configured” è solo per te, perché è molto facile recuperare i tuoi dati da qualsiasi posizione.
Se sai dove hai salvato i tuoi file MBOX, usa l’opzione “Add file” per sfogliarli.
Puoi esportare direttamente tutte le email in PST con un clic.
È possibile visualizzare l’anteprima di eventuali e-mail e allegati e salvarli in modo selettivo in determinati formati.
Se la tua cartella MBOX è enorme, puoi salvare tutti i file MBOX in un PST separato o unirli in un singolo PST.
Ci vorranno alcuni secondi per convertire Thunderbird in formato PST dopo aver fatto clic sul pulsante “Export”.
Abbiamo spiegato come convertire in formato PST leggibile su Outlook da un formato sorgente Mbox di Thunderbird. Prossimamente approfondiremo la differenza tra Thunderbird e Outlook.
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