Attraverso l’app Satispay, pagamenti veloci e commissioni gratis fino a 10 euro.
Le commissioni bancarie, che in qualche caso possono arrivare anche al 2% del totale da pagare, sono una delle ragioni per cui molti negozianti preferiscono non accettare bancomat e carte di credito. In questi ultimi anni sta invece riscuotendo molto successo un’app particolare come Satispay. Questa infatti non chiede commissioni per acquisti fino a 10 euro e oltre questa cifra chiede al commerciante solo un importo fisso di 20 centesimi. Insieme a questa politica di commissioni minime, Satispay sta portando avanti un’operazione pubblicitaria molto aggressiva. Operazione che le ha permesso di convincere oltre 180.000 negozi in tutta Italia a convenzionarsi.
Si tratta, in pratica, di incentivi forniti ai clienti come cashback che possono arrivare al 3% anche condizioni speciali per chi paga con Satispay. Il sistema di localizzazione dell’app è molto ben realizzato e consente di visualizzare in tempo reale i negozi convenzionati più vicini a dove ci troviamo e per ciascuno di mostrare la percentuale del cashback o la presenza di offerte dedicate. Il meccanismo di pagamento è veramente semplice e veloce: basta aprire l’app, selezionare il negozio in cui ci si trova, digitare l’importo e confermare. Il trasferimento di denaro sarà immediato e l’esercente dovrà solo accettare la richiesta affinché il pagamento vada a buon fine. Non occorre quindi nemmeno il chip NFC, come per i pagamenti con le carte tradizionali, basta avere una connessione Internet attiva.
Budget su misura
Satispay non si appoggia alle carte di credito. È connesso direttamente al nostro conto corrente, creando uno speciale conto parallelo che potremo usare per le piccole spese di tutti i giorni. Il sistema utilizzato per alimentare questo conto è particolare. In pratica dovremo scegliere quanti euro avere a disposizione, da un minimo di 25 a un massimo di 300.
Alla fine della settimana se la cifra è inferiore a quella stabilita, questa verrà rimpinguata direttamente dal nostro conto corrente, il tutto senza alcuna commissione. Solo per il primo trasferimento dal nostro conto corrente sarà necessario attendere un paio di giorni.
Non solo negozi
Satispay nasce come app per acquisti al volo nei negozi. Oltretutto con un budget massimo di 300 euro non potremo, nemmeno volendo, acquistare prodotti pregiati come computer o capi di abbigliamento firmati. Con Satispay, però, è possibile effettuare alcuni tipi di pagamento online, come l’acquisto di ricariche telefoniche il pagamento di multe o bolli. Per eseguire un pagamento online, dopo esserci accertati di avere un saldo sufficiente, dovremo fare tap sull’opzione Servizi collocata nel menu in basso e scegliere il tipo di pagamento che ci interessa.
Potremo anche creare un Salvadanaio su misura all’interno del quale andrà in automatico l’importo del cashback che otteniamo dagli acquisti e anche il resto fino a un euro. Se così, per esempio, abbiamo pagato 1,60 € per un cappuccino, i 40 centesimi residui andranno in automatico nel salvadanaio e nel nostro conto principale avremo solamente importi arrotondati all’euro.
Trasferimento veloce in tempo reale
Sempre dall’app potremo trasferire del denaro a un amico che come noi utilizza Satispay senza pagare alcuna commissione e in tempo reale. Basterà selezionare la voce Busta Regalo, selezionare il destinatario, l’importo ed eventualmente aggiungere anche un messaggio. Si tratta di una modalità utile anche per saldare piccoli debiti. Infine la voce Donazioni consente di contribuire anche con pochi euro a iniziative benefiche, in questo momento il beneficiario è l’associazione Save The Children per l’Ucraina.
Possiamo trasferire con relativa facilità i nostri dati da uno smartphone all’altro, ma un vero diritto alla portabilità dati ancora non c’è. Passare dati da Android a iPhone e viceversa è quindi possibile, vediamo come.
Possiamo trasferire con relativa facilità i nostri dati da uno smartphone all’altro, ma un vero diritto alla portabilità dati ancora non c’è: bisognerà aspettare gli esiti delle nuove regole europee, il Digital services act, ancora in bozza.
Google e Apple, come vari altri produttori di smartphone, hanno però negli anni migliorato i servizi di trasferimento dati, anche se gli utenti li trovano in parte imperfetti e incompleti.
Vediamo i principali metodi (tralasciando quelli a pagamento, di servizi specializzati) e le prospettive.
Per prima cosa conviene accertarsi che il backup del cellulare sia recente. Controlliamo questa opzione presente su tutti i cellulari e che si appoggia al cloud Google, iCloud di Apple o terzi (come quello di Samsung). Controlliamo se siano spuntate tutte le opzioni di backup che ci servono (come le foto, le app, i contatti) e che non sia andato storto qualcosa magari perché abbiamo esaurito lo spazio di archiviazione cloud.
Facciamo anche un backup dei dati di alcune applicazioni, che potrebbero perdersi nel passaggio, come WhatsApp, o dei videogiochi (ad esempio via servizio Google Giochi); poi ci toccherà usare le specifiche opzioni di ripristino dati di queste app o servizi. Teniamo conto che in un trasferimento diretto tra due cellulari entrambi saranno impegnati durante tutta l’operazione; facciamola quando siamo sicuri di non avere bisogno di usarli, ad esempio la sera tardi o la mattina molto presto. Entrambi i cellulari devono essere ben carichi (almeno 20 per cento).
Come fare passaggio tra smartphone della stessa marca
Se il vecchio e il nuovo smartphone sono della stessa marca, in molti casi il passaggio sarà più semplice. Samsung e Xiaomi (le più vendute marche Android) hanno app dedicate che si possono usare non appena si accende il nuovo smartphone (o uno smartphone ripristinato a livello di fabbrica). Su questi e su Google Android le opzioni più comuni, tra cui scegliere, sono due per il trasferimento: con cavo o senza cavo. Nel primo caso usiamo un cavo usb, nel secondo teniamo i cellulari vicini. Seguiamo le istruzioni su entrambi gli schermi, ad esempio attenti a indicare quale sia il cellulare ricevente (il nuovo) e quello inviante (il vecchio), dei due.
Su iPhone Apple suggerisce di tenere i due cellulari vicini in modalità wireless. Bluetooth attivo su entrambi. Inseriamo l’Apple ID che ci serve usare sul vecchio dispositivo. Teniamo il vecchio dispositivo sopra quello nuovo. L’opzione di trasferimento si chiama Inizia subito. Attendiamo che venga visualizzata un’animazione sul nuovo dispositivo.
Smartphone uno sopra l’altro
Tieni il tuo attuale dispositivo sospeso sopra il nuovo e inquadra l’animazione nel mirino della fotocamera. Attendiamo che venga visualizzato il messaggio Concludi sul nuovo dispositivo. Se non si riesce a utilizzare la fotocamera del vecchio dispositivo, toccare Autentica manualmente e seguiamo i passaggi sullo schermo. Quando richiesto, inseriamo nel nuovo dispositivo il codice di quello attuale. A questo punto, seguiamo le istruzioni per configurare Face ID o Touch ID sul nuovo dispositivo. Quando viene visualizzata la schermata Trasferisci i dati dal vecchio dispositivo, tocchiamo continua per iniziare a trasferire i dati dal dispositivo precedente a quello nuovo. Gli smartphone Android e iPhone consentono altre modalità di ripristino, ma sono meno usate e probabilmente meno comode per l’utente medio: il ripristino via cloud e da memoria esterna (SD o usb). Il primo è utile soprattutto quando dobbiamo ripristinare un cellulare che avevamo resettato.
Passaggio tra smartphone diversi
Se il passaggio è tra diversi cellulari Android, è consigliabile usare l’opzione proposta sul nuovo cellulare, che può essere il trasferimento della marca (Samsung) oppure quello di Google. Il passaggio tra iPhone e Android un tempo era un disastro; adesso va molto meglio anche se ci dobbiamo scaricare di nuovo le app ed eventualmente pagarle di nuovo. Gli abbonamenti invece li possiamo trasferire. Alcuni sviluppatori di app inoltre concedono il trasferimento di licenza da una piattaforma all’altro. Dovremmo contattarli direttamente.
Da iPhone a Android potremmo seguire le istruzioni specifiche che appaiono sul modello acquistato; indicare che il passaggio è da un iPhone. Da qualche settimana però è disponibile l’app specifica iPhone Switch to android che semplifica le cose. Ci dà consigli mirati, su schermo, ricordandoci ad esempio di disattivare iMessage su iPhone altrimenti si perdono i nostri sms sul nuovo dispositivo. I dati WhatsApp al momento sono supportati solo verso Samsung. Per il passaggio da Android ad iPhone scarichiamo invece l’app analoga passa a iOS (da Google Play).
Dati non trasferiti
Sul nuovo cellulare potremmo poi accorgerci che qualcosa non va. Che non tutti i dati sono stati trasferiti. Quelli delle app certo non passano tra iPhone e Android (e viceversa), con parziali eccezioni (vedi WhatsApp). Gli account di posta vanno riconfigurati a mano in molti casi, anche se alcuni trasferimenti li supportano. Idem le password. I passaggi tra due iPhone sono quelli che riescono a essere più completi. Per le password possiamo appoggiarci a password manager, che fanno poi la sincronizzazione dei dati. «Per motivi di sicurezza, non troveremo trasferiti i dati di accesso bancari e i sistemi di one time password», spiega Elio Franco, avvocato esperto di digitale.
Le one time sono probabilmente la cosa più fastidiosa da riattivare una volta che cambiamo cellulare. Personalmente lo devo fare su due app di due banche, su quella dello Spid e sugli authenticator generici. Gli authenticator almeno hanno opzioni che facilitano il compito. Su quello di Google c’è l’opzione “trasferisci account».
Quale diritto di portabilità?
“Non c’è ancora un diritto a portare dati da una piattaforma all’altra; anche se le app per trasferire da iPhone ad Android e viceversa sono certo una recente conquista dei consumatori”, dice Franco. Probabilmente una di quelle novità che le big tech lanciano proattivamente, per anticipare futuri obblighi che sono già nell’aria. “Il digital service act impone il diritto alla portabilità dati alle piattaforme con almeno 45 milioni di utenti globali.
È stato appena approvato dalla Commissione anche se non c’è ancora il testo – dice Franco – che comunque poi deve passare da Parlamento e Consiglio”. “E non sappiamo ancora se si applicherà anche ai dati smartphone Google e iPhone”, aggiunge. Insomma, il consumatore che vuole cambiare cellulare e piattaforma ora trova la strada più spianata rispetto a prima. Ma il “prima” era un sentiero pieno di cocci aguzzi e filo spinato. Adesso bene; ma non benissimo.
Le chiavette USB, i CD e le SD che usiamo ogni giorno possono smettere di funzionare improvvisamente. Prima di cestinarle, cancelliamo in modo sicuro i nostri dati e proteggiamo la nostra privacy
Nella corsa al rinnovamento tecnologico ogni azienda è impegnata a sfornare a getto continuo nuovi prodotti e soluzioni “intelligenti”. Dispositivi hi-tech migliorati completamente nuovi diventano così l’oggetto del desiderio di milioni di persone che sembrano non poterne più fare a meno. Un desiderio alimentato da brillanti strategie di marketing e da campagne mediatiche capaci di far apparire “indispensabili” oggetti che non lo sono.
La corsa sfrenata ad acquistare l’ultimo iPhone o Samsung non fa altro che aumentare le problematiche in tema di sostenibilità ambientale. Creare nuovi prodotti equivale ad avere un maggiore inquinamento derivante dai processi produttivi e, soprattutto, un numero sempre più elevato di scarti. I dispositivi elettronici ed elettrici che gettiamo dopo il nostro utilizzo, che sia per un breve o lungo periodo, contengono materiali potenzialmente nocivi. Questi inquinano non solo l’ambiente ma aumentano i rischi per le persone addette al loro riciclo.
Economia circolare
I rifiuti elettronici ed elettrici rappresentano la categoria che sta crescendo più velocemente nell’Unione Europea e di cui si ricicla meno del 40%. Rame, silicio, oro e palladio sono alcuni dei componenti che recuperiamo per riottenere le materie prime.
Nel 2021 il Parlamento europeo ha approvato un nuovo piano che punta a raggiungere un’economia a zero emissioni di carbonio, sostenibile dal punto di vista ambientale e completamente circolare entro il 2050. Sono state incluse anche norme più severe sul riciclo e sono stati posti obiettivi vincolanti per il 2030 sull’uso e sull’impronta ecologica dei materiali.
Mille chiavette USB
Le nostre case sono letteralmente invase da chiavette USB, supporti ottici di ogni tipo (CD/DVD/Blu-ray leggibili e scrivibili), memory card e altri dispositivi di archiviazione rimovibili. Può capitare che la pendrive USB che utilizziamo per spostare i nostri file dal PC dell’ufficio a quello di casa smetta improvvisamente di funzionare. Un semplice malfunzionamento della chiavetta in alcuni casi può essere facilmente superato (è possibile recuperare i file al suo interno con degli appositi programmi), in altri no.
Se decidiamo di non usarla più, prima di cestinarla dobbiamo considerare che i file contenuti potrebbero rappresentare un pericolo per la nostra privacy: documenti, foto e video nelle mani di criminali e malintenzionati potrebbero rivelarsi pericolosi. Per questo motivo, prima di eliminare una chiavetta è consigliabile formattarla, così cancelliamo i dati in modo sicuro: con Windows possiamo farlo in modo semplice e veloce. Purtroppo, la formattazione standard offerta dal sistema operativo di Microsoft è piuttosto basica e si limita solo a eliminare i dati in modo apparente. I vecchi file, infatti, restano sempre nella stessa posizione: Windows semplicemente visualizza i settori di memoria che li contengono come “liberi”.
Questo significa che i file che erano presenti sulla nostra chiavetta prima della formattazione possono essere recuperati con alcuni specifici software, se non vengono sovrascritti da altri dati. Per evitare ogni possibile rischio, dobbiamo cancellare la nostra chiavetta formattandola e poi sovrascrivere tutti i settori con dei dati casuali. Fortunatamente Windows mette a disposizione degli strumenti ancor più efficaci della semplice formattazione, altri invece li possiamo recuperati gratuitamente in Rete.
I dati registrati su una chiavetta USB resistono nella maggior parte dei casi fino a dieci anni.
Il Prompt di Windows
Inseriamo la chiavetta da formattare in una delle porte USB del PC e apriamo Esplora file (la cartella gialla che si trova in basso a sinistra sulla barra delle applicazioni). Successivamente selezioniamo l’icona Questo PC dalla barra laterale di sinistra e individuiamo l’unità della chiavetta da formattare. A questo punto clicchiamo sul pulsante Start e digitiamo il comando cmd nella barra che appare: premiamo Invio per aprire il Prompt dei comandi e nella finestra che si apre digitiamo il comando: format e: /P:10.
“E” è nel nostro caso la lettera dell’unità da formattare (voi sostituitela con la vostra lettera dell’unità USB); “/P:10” indica il numero di sovrascritture che vogliamo effettuare sul drive. Dopo aver dato il comando, dobbiamo premere Invio per due volte consecutive. Ricordiamo che un maggior numero di scritture equivale a una maggior sicurezza nella cancellazione dei dati (e una formattazione più lunga come tempi): dopo la prima scrittura di “0”, i settori della chiavetta verranno sovrascritti con dei numeri casuali differenti a ogni passaggio. Attraverso questa operazione cancelliamo i nostri dati in modo molto sicuro.
CCleaner, l’alternativa
Se non vogliamo usare il Prompt dei comandi di Windows, possiamo usare un programma come CCleaner (che è disponibile anche in versione gratuita). Una volta scaricato da qui e installato (clicchiamo sull’eseguibile ccsetup592xe per avviare l’operazione), andiamo sulla scheda Strumenti (sulla sinistra nella finestra principale del programma) e selezioniamo la voce Pulisci drive spuntando il nome dell’unità della chiavetta da cancellare.
Prima di iniziare la procedura andiamo in Svuota e selezioniamo la voce Intero drive (verranno distrutti tutti i dati) e poi il tipo di sovrascrittura che vogliamo applicare tra le quattro disponibili (semplice, avanzata, complessa e molto complessa). È consigliabile optare tra i 3 e i 7 passaggi: una volta definiti tutti i parametri dobbiamo semplicemente cliccare il pulsante Pulisci e poi OK per avviare la formattazione sicura della chiavetta.
Le alternative a CCleaner
Cancelliamo i nostri dati in modo sicuro usando Diskwipe o Eraser, valide alternative a CCleaner.
Definirlo solo un player video è riduttivo: questo programma ha capacità che vanno oltre la normale riproduzione dei filmati. Scopriamo le 10 funzioni meno conosciute, ecco Vlc senza segreti!
Bastano pochi clic e VLC si trasforma in un sistema per l’ascolto delle radio diffuse via Internet, con la possibilità di sintonizzarsi su stazioni praticamente da tutto il mondo. Premiamo Ctrl+L per accedere alle playlist e scegliamo Icecast Radio Directory presente nella sezione Internet; attendiamo un paio di minuti: a destra il sistema visualizzerà una lista con le stazioni disponibili. Per ascoltare una delle radio presenti nella lista è sufficiente cliccarci sopra due volte. Per interrompere e riavviare la riproduzione usiamo i controlli Stop e Play visibili nella barra in basso.
Registrare lo schermo
Una funzione di VLC poco nota ma molto utile è quella che permette di registrare e salvare tutto quello che accade sullo schermo del PC. Per attivare que-sta modalità clicchiamo su Media Converti/Salva. Selezioniamo la scheda Dispositivo di acquisizione, clicchiamo il menu Modalità di acquisizione e selezioniamo l’opzione Desktop. Nello slot Velocità fotogrammi desiderata per l’acquisizione impostiamo il numero di frame per secondo (tra 15 e 30).
Clicchiamo ora il pulsante Converti/Salva visibile in basso. Selezioniamo dal menu Profilo il formato di salvataggio (MP4 va bene in genere). Da Sfoglia indichiamo il percorso di destinazione per il salvataggio del file e confermiamo con Salva. Clicchiamo Avvia.
Per interrompere la registrazione usiamo il pulsante Stop visibile in basso nell’interfaccia di VLC.
Creare dei segnalibri
Mentre si guarda un filmato può essere utile impostare dei segnalibri che all’occorrenza permettano di puntare direttamente a un momento preciso della riproduzione. Durante la visione del filmato premiamo la combinazione di tasti Ctrl+B. Per creare un segnalibro è sufficiente premere il pulsante Crea.
Per attivarlo basta cliccarci sopra due volte durante la riproduzione del video. Una volta creati, i segnalibri possono essere eliminati in blocco tramite il pulsante Cancella oppure uno a uno con il pulsante Elimina.
Convertire audio e video
VLC funziona anche come convertitore di formato sia per l’audio che per il video. Clicchiamo Ctrl+R e quindi Aggiungi, selezioniamo il file sorgente e poi Apri > Converti/Salva. Selezioniamo il menu Profilo e indichiamo il formato di destinazione prescelto per la conversione.
Per accedere ai parametri di conversione dobbiamo cliccare l’icona con la chiave inglese e successivamente selezionare la scheda Codifica Audio oppure Codifica Video. Fatte le opportune regolazioni confermiamo con Salva.
Ora premiamo Sfoglia e scegliamo il percorso di destinazione per il salvataggio del file, confermando con Salva. Per avviare la conversione clicchiamo Avvia.
A schermo intero
Se vogliamo riprodurre un filmato a schermo intero dobbiamo selezionare la funzione corrispondente tra-mite il pulsante apposito visibile nella barra di controllo di VLC oppure attraverso la voce Schermo Intero che troviamo nel menu Video. Per evitare tutte le volte questa operazione accediamo alle Preferenze del programma cliccando Ctrl+P, selezioniamo il tab Video e nella sezione Schermo spuntiamo la casella Schermo intero. Clicchiamo Salva e riavviamo VLC.
Controlla Vlc con il mouse
VLC offre un’utilissima modalità di controllo che consente di remotizzare alcune delle sue funzionalità attraverso l’uso del mouse. Clicchiamo Ctrl+P sulla tastiera per aprire la schermata Preferenze di base. Selezioniamo, in basso a sinistra nella sezione Mostra le impostazioni, l’opzione Tutto. Clicchiamo, nella colonna di sinistra, la voce Interfacce di controllo. Selezioniamo, nella parte destra dell’interfaccia, l’opzione Interfaccia dei movimenti di controllo del mouse.
Chiudiamo e riavviamo VLC. Apriamo un filmato. Ora, per esempio, se vogliamo andare avanti o tornare indietro nella riproduzione ci basta cliccare il pulsante sinistro del mouse e spostarci rispettivamente verso sinistra o verso destra. Per alzare o abbassare il volume clicchiamo e spostiamo il mouse verso l’alto o verso il basso.
Invece per mettere in pausa basta un rapido e piccolo movimento verso sinistra/destra o destra/sinistra e via così. Per altre modalità di controllo ti rimandiamo alla documentazione ufficiale.
Velocizzare la diretta di una Ip Cam
Con VLC possiamo visualizzare lo streaming audio/video proveniente da una IP cam compatibile con il protocollo RTSP. Per farlo occorre innanzitutto conoscere l’indirizzo RTSP del dispositivo, un dato che inizia con “rtsp://” e che possiamo facilmente ricavare dalle schermate di configurazione del software usato per la gestione della camera.
Una volta individuato l’indirizzo corrispondente, apriamo VLC, premiamo Ctrl+N, inseriamo l’indirizzo RTSP della videocamera nella sezione Network Protocol e clicchiamo PLAY. Pochi secondi e il gioco è fatto: VLC mostra a schermo lo streaming audio/video della videocamera selezionata.
Riprodurre contenuti in streaming
VLC permette di riprodurre anche contenuti provenienti direttamente dalla Rete senza per questo doverli scaricare. Dal menu Media selezioniamo l’opzione Apri flusso di rete. Ora, nel campo Inserisci un URL di rete, digitiamo l’indirizzo relativo al video che desideriamo riprodurre. A questo punto clicchiamo Riproduci visibile in basso. VLC avvierà la riproduzione del video prescelto.
Personalizzare l’interfaccia
VLC mette a disposizione moltissime skin gratuite che consentono di cambiare completamente l’aspetto della sua interfaccia grafica per adattarlo ai nostri gusti. Visitiamo l’URL www.videolan.org/vlc/skins.htm. Scegliamo una delle skin tra quelle disponibili cliccandoci sopra. Nella schermata dedicata clicchiamo il pulsante Download. Avviamo VLC, premiamo Ctrl+P per accedere a Preferenze di base. Nella sezione Aspetto selezioniamo l’opzione Usa tema personalizzato. Ora clicchiamo Sfoglia, selezioniamo il percorso in cui si trova la skin scaricata (il file ha estensione VLT), selezioniamo il file e premiamo Apri e poi Salva. Chiudiamo e riavviamo VLC.
Come scaricare un video dalla rete
In alcuni casi VLC permette di scaricare un filmato direttamente dalla Rete. Tuttavia, il buon esito di questa procedura dipende dal formato video prescelto e dalla presenza o meno di restrizioni imposte dal sito che lo ospita. Vediamo come procedere: apriamo il menu Media e clicchiamo su Apri flusso di rete. Nel campo Inserisci un URL di rete digitiamo l’indirizzo che punta al video da scaricare. Clicchiamo Riproduci. Interrompiamo la riproduzione.
Dal menu Strumenti selezioniamo Informazioni media. Copiamo per intero la stringa visualizzata in basso nel campo Posizione. Apriamo il nostro browser. Incolliamo la stringa che abbiamo appena copiato nella barra degli indirizzi del browser e premiamo Invio. Il filmato inizia a scorrere. Blocchiamo la riproduzione. Clicchiamo i tre pulsanti verticali visibili a destra della barra dei controlli di riproduzione. Selezioniamo Scarica e il gioco è fatto.
Nelle principali città italiane, e anche in diversi centri minori, sono disponibili servizi di condivisione dei mezzi di trasporto. E chi proprio preferisce continuare a usare la propria auto può sfruttare il lato social della guida per non restare bloccato. Vi presentiamo le migliori app per muoversi in città con auto, moto e bici.
Per spostarsi in città, o anche nell’immediato hinterland, non è più necessario avere a disposizione un proprio mezzo di trasporto: basta affidarsi a uno dei tanti (ce ne sono oltre venti), servizi di condivisione disponibili online. Certo, non tutte le città sono uguali e se, per esempio, a Milano ci sono quasi tutti, soprattutto in piccoli centri del sud sarà più difficile trovare un mezzo di trasporto immediatamente disponibile. Per questo però consigliamo di provare un’app come URBI che è in pratica un aggregatore di tutti i servizi di condivisione disponibili nella zona in cui ci troviamo.
Direttamente sulla mappa potremo così trovare il servizio che preferiamo tra quelli di auto, moto, bici e anche monopattino. Chi invece preferisce continuare a usare il proprio mezzo di trasporto potrà trovare comunque delle app che gli semplificheranno la vita. Ci riferiamo per esempio a un’app come Wash Out che permette di farsi lavare l’auto direttamene dove è parcheggiata, senza perdere tempo prezioso. Oppure potremo sfruttare un’app come Prezzi Benzina – GPL e Metano per individuare il distributore più economico in zona o anche semplicemente il più vicino in cui sia disponibile il metano.
Tra le app che vanno per la maggiore ci sono naturalmente quelle legate alla navigazione: la più famosa resta Google Maps che non per niente è stata scaricata oltre 10 miliardi di volte. Questo però non toglie che siano moltissime le persone che usano app parallele come Waze, che consente di fornire indicazioni social sulla situazione del traffico ad altri utenti, o come Autovelox Fissi e Mobili che permette di localizzare con l’aiuto social le telecamere di controllo fisse, mobili e collegate ai semafori, di trenta differenti nazioni. E se andiamo in moto potremo collegarci con gli amici, condividere percorsi e pubblicare foto all’interno di un’app come WeRide che sta diventando un vero social network per motociclisti.
Urbi, per tutti i servizi di sharing
Un’unica app per tutti i servizi di sharing in mobilità: trova la più vicina auto, moto, bicicletta o monopattino. Soprattutto nelle grandi città sono molti i servizi disponibili per condividere i mezzi di trasporto. Solo a Milano, nella zona in cui abita chi scrive, ne abbiamo contati ben 19, da Acciona per condividere le moto elettriche a ZigZag per gli scooter. Un’app come URBI individua tutti i servizi disponibili nella zona con la possibilità di filtrare quello che ci interessa tra auto, moto, bici o anche monopattino. Naturalmente per poter prendere in prestito un mezzo di trasporto bisognerà essere registrati al servizio, ma questo è possibile farlo direttamene dall’app, anche se poi i dati andranno condivisi con il gestore che ci interessa.
Con la funzione Calcolo del percorso, inserendo la nostra destinazione potremo scegliere l’opzione per raggiungerla nel modo più veloce o più conveniente. L’app URBI, attraverso il servizio Radar, consente anche di ricevere un avviso quando diventa disponibile un mezzo del servizio di condivisione che ci interessa. Oltre che in Italia, URBI è disponibile in Germania, Spagna, Francia, Austria, Portogallo, Svezia, Danimarca, Finlandia, Olanda, Belgio, e USA. L’app è gratuita, nel senso che non richiede alcun costo oltre a quelli già richiesti dai singoli gestori, anzi in qualche caso permette di usufruire di sconti e vantaggi speciali.
Autoscout24, l’app per la compravendita di veicoli
Oltre un milione di automobili, moto e furgoni nuovi o usati, sulla più grande piattaforma di vendita in Europa. Da tempo ormai Internet è diventato il principale mercato nel quale le persone acquistano e vendono automobili, moto e furgoni. Da qualche anno, poi, sta avendo un grande successo un’app internazionale come AutoScout24 che è stata scaricata oltre 20 milioni di volte e che con un milione di annunci attivi è attualmente la più grande piattaforma di compravenda di auto online in Europa. AutoScout24 è semplice da consultare e gestire sia se stiamo cercando un’auto usata o una nuova, sia se pensiamo di mettere in vendita la nostra o anche solo di farla valutare.
C’è addirittura la funzione Test Drive Virtuale che consente di farsi un’idea precisa della macchina che ci interessa prima di spostarci per provarla direttamente. Nel momento in cui cerchiamo un’auto è possibile inserire fino a 39 filtri differenti in modo da limitare le offerte e visualizzare solo quelle che ci interessano veramente. Per acquistare un’auto non è necessaria la registrazione mentre questa è indispensabile per poter creare un annuncio. È comunque possibile utilizzare l’account di Google o Facebook per la registrazione e allo stesso tempo è possibile collegarsi ad AutoScout24 anche da computer attraverso qualsiasi browser all’indirizzo www.autoscout24.it
Wash Out, lavaggio veicoli a domicilio
Lavaggio auto e moto a domicilio, senza bisogno del proprietario, senza acqua e con prodotti ecologici. Non tutti hanno il tempo o la voglia di lavare da soli l’auto, oppure di recarsi in un autolavaggio automatico. Per questo un servizio come quello offerto dall’app Wash Out può risultare comodo e particolarmente utile. Si tratta, in pratica, del lavaggio di auto e moto direttamente dove sono parcheggiate, senza bisogno che sia presente il proprietario, ma semplicemente comunicando il modello e il luogo in cui si trovano. Effettuare la pulizia dell’auto (o della moto) direttamente in strada è possibile grazie utilizzo di prodotti senza acqua, che oltre a essere completamente ecologici evitano che qualsiasi scarto si riversi al suolo.
Il prezzo, oltretutto, è paragonabile a quello di un buon lavaggio automatico, con la possibilità di pulire anche gli interni dell’automobile. In quest’ultimo caso dovremo naturalmente fornire agli operatori la chiave dell’automobile, questa potrà però essere lasciata anche a qualcuno presente in zona. Per prenotare il lavaggio bisogna prima geolocalizzare l’auto e naturalmente pagare in anticipo il servizio. I prezzi partono dai 14.90 € per una city car, se poi si vuole la pulizia degli interni serviranno altri 4 euro. È anche possibile richiedere la ceratura, l’igienizzazione e l’applicazione di un protettivo per vetri e gomme.
Veicoli, gestisci costi e scadenze per tutti i veicoli
Servizio di gestione dei costi e delle principali scadenze per auto, moto, quad, minicar e camper. Ricordare tutte le scadenze fiscali oltre agli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria della nostra auto o della moto può diventare un grosso problema. Per questo risulta molto comoda un’app come Veicoli che permette di tenere sotto controllo tutte le spese sostenute, le scadenze e i lavori di manutenzione previsti e imprevisti. Si tratta, in pratica, di un database molto ben realizzato che, una volta inseriti i dati della nostra auto o della moto, permette di personalizzare le varie sezioni e di filtrare scadenze e interventi come preferiamo.
Così, per esempio, potremo inserire una sezione con i costi del carburante e dell’autostrada, una per le multe e una per la manutenzione straordinaria. È prevista anche la sezione Contatti in cui inserire i dati di officine e punti di appoggio non solo nella nostra zona. Veicoli nasce come app professionale per autotrasportatori ma con il tempo è stata sempre più scelta anche da chi usa l’auto solo nel tempo libero. L’app è gratuita per il primo veicolo registrato, per quelli successivi bisognerà pagare 0,99 centesimi l’anno, per un massimo di sei mezzi di trasporto. Inoltre, l’app può memorizzare la posizione in cui abbiamo parcheggiato l’automobile e condurci via Google Maps al parcheggio.
Waze, sistema di navigazione social
Sistema di navigazione social per sapere in ogni momento quello che sta accadendo lungo il nostro itinerario. Come sistema di navigazione GPS, gran parte delle persone oggi usa Google Maps o Mappe di Apple, a seconda dello smartphone che possiede. In realtà ci sono diverse altre app che offrono funzioni differenti e che riscuotono un successo se possibile ancora maggiore. La più utilizzata in Italia è Waze, che si autodefinisce un’app di navigazione social. E in effetti il contributo degli utenti è quello che la caratterizza: soprattutto nelle grandi città è normale che ci siano nei paraggi migliaia di wazer (è così che si chiamano gli utenti) che condividono centinaia di segnalazioni sulla situazione del traffico in quel momento.
Per poter diventare un wazer occorre naturalmente registrarsi e costruirsi un buon feedback. Solo chi ha una reputazione consolidata può infatti vedere visualizzate le proprie segnalazioni di incidenti e blocchi in tempo reale, gli altri dovranno prima ricevere conferme da altri utenti. Waze è compatibile con Android Auto di Google e può così essere visualizzata sullo schermo della nostra automobile. L’app può essere utilizzata con i comandi vocali e consente anche di trovare i parcheggi più vicini alla nostra destinazione. È anche possibile ascoltare in background musica dai principali servizi di streaming audio, che verrà poi interrotta dalle segnalazioni dell’app.
Prezzi benzina – GPL e metano
Individua il distributore di carburante più economico vicino a dove ti trovi e aggiorna i prezzi non corretti. Tra un distributore di benzina e l’altro ci possono essere differenze anche di decine di centesimi di euro, che per un pieno corrispondono a diversi euro. Questo spiega il grande successo di un’app come Prezzi Benzina – GPL e Metano che solo in Italia è stata scaricata oltre due milioni di volte ed è aggiornata praticamente in tempo reale attraverso le segnalazioni degli utenti, oltre a quelle dei gestori. Il funzionamento dell’app è semplice e non viene richiesta nemmeno la registrazione: basta fornire i permessi richiesti per la localizzazione e si possono individuare i distributori più vicini ed economici.
Sulla mappa i più economici sono facilmente riconoscibili dal colore verde, quelli con prezzi medi dal colore arancione e quelli con i prezzi superiori alla media sono contraddistinti dal colore rosso. Soprattutto nei grandi centri verranno visualizzati decine di distributori e per questo è consigliabile utilizzare un filtro che permetta di selezionare solo alcune marche o anche particolari tipi di carburante come il metano. Per ogni distributore è poi presente una scheda con le modalità di pagamento, i servizi accessori ed eventuali feedback da parte di altri utenti. La registrazione nell’app diventa indispensabile se vogliamo segnalare una variazione di prezzi.
Con un programma come FlashBack Express che consente di videoregistrare qualsiasi fonte video e audio trasmessa in streaming sullo schermo del nostro computer.
I servizi di streaming stanno spopolando in Rete: gratuiti o a pagamento, con una semplice connessione Internet permettono agli utenti di vedere tutto quello che desiderano. Possiamo trovare qualsiasi cosa: eventi sportivi in diretta, film usciti in contemporanea con le sale cinematografiche, imperdibili serie TV, documentari o corsi online sulle più importanti piattaforme di e-learning.
C’è un ma: non sempre viene data all’utente la possibilità di scaricare tutti i contenuti che desidera oppure vengono resi disponibili per un periodo limitato. A questo proposito, può essere interessante salvare i filmati che ci interessano: per farlo dobbiamo trasformare il nostro PC in un moderno videoregistratore, ossia in uno “screen recorder”.
In Rete sono disponibili diversi software gratuiti che permettono di “catturare” qualsiasi contenuto che venga riprodotto sullo schermo del nostro computer. Tra i tanti, uno dei più apprezzati è FlashBack Express (www.flashbackrecorder. com/it/express/), uno strumento disponibile in formato gratuito (ma anche nella versione Pro a pagamento) che permette di videoregistrare filmati dallo schermo, dalla webcam (come Skype) e qualsiasi suono provenga dal desktop (la nostra voce direttamente dal microfono del PC, per esempio).
Non solo: questo software offre delle funzioni specifiche che permettono di trasformare i filmati nei formati più utilizzati come MPEG4, WMV e AVI. Oltre a videoregistrare qualsiasi attività video presente sul nostro schermo in diversi formati, FlashBack Express mette a disposizione dell’utente anche delle funzioni di editing per aggiungere del testo, immagini e suoni, utili peri creare qualsiasi tipo di guida, tutorial o presentazione. Nel tutorial che troviamo qui a fianco spieghiamo come usare il programma e quali impostazioni selezionare.
Migliorare le performance di riproduzione con Flashback Express
Le prestazioni di FlashBack Express o di un qualsiasi programma di cattura-schermo dipendono sostanzialmente dal PC che abbiamo a disposizione. Per migliorare le performance nelle fasi di registrazione ed elaborazione possiamo però modificare alcune impostazioni. È importante liberare la memoria del nostro PC: per farlo, dobbiamo limitare il numero dei programmi all’avvio.
Un altro trucco è quello di disattivare lo screensaver, senza dimenticare l’ottimizzazione delle impostazioni energetiche. Per nostra fortuna FlashBack Express dispone di una funzione specifica per migliorare la gestione delle risorse hardware. Nel menu Varie troviamo l’opzione Mantieni il PC attivo e disattiva gli screensaver durante la registrazione: in questo modo non siamo costretti ad attivare/disattivare manualmente questa funzione direttamente da Windows, lo farà automaticamente per noi Flashback Express.
Reazione ai messaggi di WhatsApp, come funziona? La svolta social della piattaforma è servita. Nel giro diqualche giorno, dopo l’atteso aggiornamento, tutti gli utenti potranno sperimentare la nuova funzione.
Dopo aver annunciato la funzione Community, WhatsApp compie un passo ulteriore verso l’universo social con un’altra importante novità.
La piattaforma di messaggistica istantanea ha infatti introdotto la possibilità di inserire reazioni con emoji direttamente a contenuti e messaggi scambiati in chat, secondo un meccanismo identico a quello previsto ad esempio da Facebook a partire dal 2016.
La nuova funzionalità era stata annunciata a metà aprile, ma per arrivare al rilascio effettivo si è dovuti passare attraverso tempi tecnici tutto sommato contenuti.
Quante e quali reazioni si potranno mettere
Saranno 6 le emoji disponibili inizialmente per le reaction: il pollice alzato, il cuore rosso, la faccina che ride con le lacrime agli occhi, l’espressione stupita, quella triste e, infine, le mani giunte.
Quest’ultima emoji viene largamente utilizzato per indicare la preghiera, ma in realtà si tratta di una sorta di “batti cinque” concepito per dire “grazie”, molto utilizzato in Giappone.
Reazioni ai messaggi di WhatsApp come funziona?
Come accennato, la reazione potrà essere inserita con le stesse modalità di Facebook.
Sarà sufficiente selezionare un messaggio, tenendo premuto sullo stesso per almeno un secondo, e comparirà a tendina una stringa con le 6 reaction in dotazione.
L’utente dovrà dunque sceglierne una, rilasciando poi il dito.
Il meccanismo sarà uguale sia per dispositivi Android sia per iPhone.
Una volta scelta e inoltrata la reazione, l’autore del messaggio riceverà in automatico una notifica che lo informerà in tempo reale.
A livello di interfaccia, la notifica sarà visibile come tutte le altre notifiche di WhatsApp.
A cosa servono le reaction
Come era avvenuto per Facebook, anche per WhatsApp si è tornati a chiedersi: ma a cosa servono le reazioni? Le abitudini comunicative sono state rivoluzionate dall’arrivo dei social e sono evolute con l’evolversi delle stesse piattaforme.
Anche e soprattutto per quanto riguarda le tempistiche di pubblicazione e risposta.
Le reaction rappresentano in questo senso un sistema più pratico e immediato per indicare gradimento o altro a un messaggio ricevuto, senza prendersi la briga di inviare a propria volta un messaggio di risposta, magari contenente soltanto un emoji.
Soprattutto Instagram ha confermato l’ormai diffusa abitudine di “chiudere” le conversazioni in chat con una reaction “cuore” all’ultimo messaggio.
La funzione si rivela particolarmente utile nelle chat di gruppo, per ridurre la mole di messaggi scambiati e “reagire” più agevolmente a contenuti inviati tempo prima dai partecipanti.
Aggiungere le canzoni nelle storie di Instagram, il trucco da veri influencer per rendere il tuo account più cool.
Instagram è uno dei social network più apprezzati degli ultimi tempi e si può dire che ha preso il posto di Facebook, facendo breccia soprattutto nel pubblico più giovane.
In questa guida scopriremo tutti i modi per inserire della musica nelle Storie Instagram: un semplice trucco che è in grado di renderle ancora più coinvolgenti.
La musica non si compone solo della melodia, ma spesso sono i testi a fare la differenza. Sono i testi che possono aiutarci a esprimere meglio i nostri stati d’animo ed è con questo scopo che nasce l’adesivo Musica su Instagram che ci permette non solo di aggiungere le canzoni come sottofondo delle nostre Storie, ma anche di mostrarne il testo alla stregua di un vero e proprio “karaoke”.
Scopriamo insieme come fare.
In primo luogo si deve creare una nuova Storia.
Per farlo basta:
Avviare l’App Instagram.
In alto premere il tasto caratterizzato dal + per entrare nella schermata di creazione di un nuovo contenuto.
In basso premere Storia.
A questo punto si potrà scegliere se scattare una foto, o se tenere premuto il tasto di scatto per creare un video, o se importare una foto o un video prelevandolo dai nostri file multimediali.
Una volta scelto il contenuto, foto o video che sia, si può procedere all’inserimento del Widget dedicato alla musica.
Farlo è molto semplice, basta:
Premere in alto a destra l’icona raffigurante un volto sorridente a forma di sticker.
Fra le molte alternative proposte premere su Musica. Quindi scegliere una canzone dalla lista.
Quest’ultima è suddivisa in due sezioni: Per te, dove saranno elencati una serie di brani che l’app ci consiglia in base ai nostri gusti; Cerca, utile per trovare un brano specifico.
Per essere sicuri che la scelta sia corretta si può premere sull’icona tonda col triangolino posta accanto al nome del brano per ascoltarne un’anteprima.
Si può quindi procedere alla scelta dalla canzone da inserire nella Storia facendo tap sul titolo della canzone.
A questo punto si aprirà la schermata per scegliere la parte del brano musicale da inserire e se si vuole mostrare o meno il testo della canzone (e con quale layout).
Se ci serve solo la musica come sottofondo, possiamo utilizzare lo slider giallo e viola a fondo pagina per trovare la parte preferita del brano di nostro interesse, e scorrere fra le opzioni fino a mostrare il solo riquadro o la copertina.
Il widget musica è facilmente raggiungibile seguendo il percorso +/Stickers/Musica.
Una volta scelto dove collocare il widget si può completare la nostra Storia e pubblicarla premendo il tasto Fine.
Inserire il testo delle canzoni
La procedura è analoga a quella che abbiamo visto nel paragrafo precedente, di cui si devono ripetere i sei passi.
A questo punto, nella schermata che si apre una volta fatto tap sull’icona Musica, si possono premere le icone in basso che ci consentono di scegliere l’animazione da dare alle parole.
Scelto lo stile di animazione, si può andare avanti e indietro nel testo della canzone tramite lo slider così da scegliere la parte di canzone di nostro gradimento.
Una volta selezionato tutto, si può finalizzare la Storia per pubblicarla premendo in alto sul tasto Fine.
Usare una canzone non presente nel widget Musica
Il widget Musica permette di utilizzare una varietà davvero sterminata di brani, ma può capitare che si abbia in mente una canzone specifica perfetta per un dato momento e che si voglia utilizzare per inserirla come sottofondo in una Storia.
In questo caso si può utilizzare un servizio di streaming musicale come Spotify, Deezer, Apple Music e YouTube Music, per avere in riproduzione il brano desiderato.
Quindi, mentre la musica è in riproduzione, si può procedere alla creazione della Video Storia, girando un video tramite la fotocamera del telefono, oppure girandolo direttamente dall’app tenendo premuto a lungo il tasto di scatto.
In questo modo, durante la ripresa del video sarà registrata anche la musica riprodotta dal servizio di streaming e si riuscirà a ottenere la propria musica preferita nelle Storie Instagram.
È consigliabile utilizzare questo metodo durante la registrazione di video in luoghi non troppo rumorosi per evitare che il chiasso sovrasti l’audio della canzone.
Musica in un Reel Instagram
Oltre alle Storie esistono anche i Reel, ovvero dei brevi video aggiunti nelle ultime versioni dell’app Instagram con l’obiettivo di battere la concorrenza spietata di TikTok.
In questo paragrafo vedremo come inserire musica all’interno dei nostri Reel.
Come i muser di TikTok sanno bene, così come gli hashtag, anche le canzoni sono fondamentali per il successo di un contenuto.
Anche su Instagram la situazione è analoga. Andiamo quindi a scoprire la semplice procedura:
Per realizzare un Reel innanzitutto dobbiamo avviare l’app Instagram.
Quindi premere il tasto + per aggiungere un contenuto.
In basso premere su Reel.
Nella barra a sinistra fare tap sull’icona a forma di nota musicale.
Qui si potrà scegliere uno dei brani consigliati oppure utilizzare la barra di ricerca in alto.
Per controllare che il brano sia quello scelto da noi, possiamo fare tap sul tasto Play presente di fianco al nome per riprodurre una breve anteprima.
Individuato il brano d’interesse, tramite il comodo slider in basso, possiamo scegliere la parte di canzone da usare.
Infine si fa tap su Fine.
Terminata la procedura, a lato, al posto della nota musicale, comparirà la copertina del brano presente nel Reel. A questo punto siamo pronti per creare il nuovo coinvolgente video con sottofondo musicale.
Da smartphone a microfono pro in poco tempo grazie all’app magica che trasforma il tuo cellulare in un dispositivo per la registrazione e la manipolazione audio.
La sempre più crescente versatilità d’utilizzo degli smartphone di ultima generazione, permette oggi di utilizzarli per gli impieghi più disparati.
Tra le tante possibilità funzionali di questi formidabili dispositivi, spicca quella d’impiegarli per la registrazione e la manipolazione audio.
La dotazione di microfoni integrati sempre più sensibili e la disponibilità di potenza computazionale e memoria interna in quantità, consentono infatti, nella stragrande maggioranza dei casi, anche di poter fare a meno di attrezzature dedicate.
Ecco come fare
Complice di questa vocazione tecnologica ad ampio spettro, la presenza nei vari Store di applicazioni specifiche e ben fatte che, gratuitamente o al costo di pochi euro, trasformano un telefono di recente fabbricazione in una sofisticata stazione di elaborazione e produzione audio.
Tra le tante app disponibili, la nostra scelta è ricaduta su Lexis Audio Editor, per la sua versatilità e la sua estrema facilità di utilizzo.
Lexis Audio Editor è compatibile sia con sistemi Google Android che Apple iOS.
Installiamo il tool per manipolare l’audio
Colleghiamoci al Play Store dal nostro terminale Android, digitiamo Lexis Audio Editor.
Visualizzati i risultati, selezioniamo Lexis Audio Editor di PamSys, dopodiché clicchiamo Installa, quindi attendiamo il termine dello scaricamento e dell’installazione.
Autorizzazioni
Lanciamo l’app. Al primo avvio, Lexis Audio Editor richiede l’autorizzazione per accedere alle foto e ai contenuti multimediali presenti nel dispositivo.
Per proseguire clicchiamo Consenti. Alla richiesta successiva, ossia di consentire all’app la possibilità di registrare audio, clicchiamo nuovamente Consenti.
Interfaccia principale
L’interfaccia di Lexis Audio Editor è organizzata in 3 aree principali.
In alto a sinistra sono visibili due vu meter che permettono di monitorare i livelli audio. Più a destra, invece, una serie di pulsanti permette di controllare le operazioni di trasporto, come play, stop, pausa e così via.
In basso, invece, troviamo l’area di visualizzazione della forma d’onda.
Regoliamo il bitrate di salvataggio
Clicchiamo i tre puntini visibili in alto nell’interfaccia. Selezioniamo l’ultima voce in basso Options/Help. Clicchiamo Options/Quality e scegliamo 320kb/s.
Selezioniamo la freccia in alto a sinistra per tornare alla schermata precedente. Clicchiamo nuovamente la freccia in alto a sinistra per tornare alla schermata principale.
Mono o stereo?
Clicchiamo i tre puntini visibili in alto nell’interfaccia. Selezioniamo Options/Help/Options. Scorriamo in basso fino a trovare Record stereo into a mono channel.
Per mantenere la registrazione in stereo deselezioniamo la casella di controllo omonima.
Per acquisire in mono selezioniamo la casella di controllo. Clicchiamo la freccia in alto a sinistra per tornare alla schermata precedente.
Inizio registrazione
Puntiamo lo smartphone verso la sorgente audio da acquisire e premiamo Rec (pallino rosso).
Osserviamo il livello della sorgente tramite i Vu Meter a sinistra. Se è troppo basso scorriamo verso destra lo slider Rec Vol per aumentare il livello del segnale in ingresso.
Al termine della registrazione clicchiamo Stop (quadratino).
Fatto questo, Lexis Audio Editor visualizza la forma d’onda relativa all’audio acquisito.
Riascoltiamo e salviamo
Per riascoltare la registrazione premiamo Play. Se l’audio soddisfa le aspettative procediamo al salvataggio: clicchiamo il pulsante Save visibile in alto a destra.
Clicchiamo nello slot Name, assegniamo un nome al file e scegliamo Fine.
Clicchiamo nello slot Format, e selezioniamo un formato di salvataggio tra quelli disponibili. Infine completiamo con Save.
Dissolviamo in entrata
Per evitare clic all’inizio e alla fine della registrazione applichiamo una dissolvenza in entrata.
Teniamo premuto il cursore visibile all’inizio della forma d’onda e trasciniamolo a destra per regolare il punto d’inizio della dissolvenza.
Teniamo premuto il cursore alla fine della forma d’onda e trasciniamolo a sinistra per regolare il punto di fine.
Clicchiamo i tre puntini in alto a destra. Selezioniamo Effects. Clicchiamo Fade In.
Dissolviamo in uscita e salviamo
Teniamo premuto il cursore visibile all’inizio della forma d’onda e trasciniamolo a destra per regolare il punto d’inizio della dissolvenza in uscita.
Teniamo premuto il cursore alla fine della forma d’onda e trasciniamolo a sinistra per regolare il punto di fine della dissolvenza. Clicchiamo i tre puntini in alto a destra.
Selezioniamo Effects. Clicchiamo Fade Out. Ascoltiamo il risultato.
Grazie alle app disponibili per i tanti servizi forniti dalla Pubblica Amministrazione, da quelli fiscali a quelli medici o automobilistici, è finalmente possibile dire addio una volta per tutte alle file di ore nei vari uffici per ottenere il certificato che ci serve.
Siamo convinti che gran parte dei nostri lettori possa raccontare esperienze disastrose nei loro rapporti con la Pubblica Amministrazione. Come ad esempio attese di ore al telefono o di persona con in mano un numerino. La burocrazia è sempre stata una delle bestie nere di noi italiani, ma ora sembra che qualcosa stia finalmente cambiando.
Le nuove app della Pubblica Amministrazione sono sicuramente complesse. Eppure sembrano funzionare abbastanza bene, anche quando si tratta di gestire miliardi di dati fiscali, medici o automobilistici. In realtà l’app IO, quella cioè che dovrebbe mettere a disposizione dei cittadini gran parte delle informazioni che li riguardano, è probabilmente quella che al momento funziona meno. Si è rivelata utile per controllare l’andamento del cashback e dei vari bonus. Mentre sono ancora pochi i comuni convenzionati che permettono di utilizzarla per necessità importanti come l’iscrizione dei bambini alla scuola materna o alla mensa.
Trattandosi di app che gestiscono dati riservati è indispensabile che siano a prova di pirata. Per questo viene richiesta per tutte l’identità digitale SPID. Oppure in alternativa la Carta di Identità Elettronica con il PIN, che pochi però hanno a disposizione. In ogni caso sono ormai oltre 26 milioni (dati ufficiali fino a novembre) gli italiani che dispongono dell’identità SPID. Ottenerne una è sempre più semplice: basta recarsi in un ufficio postale o farsi riconoscere da un’app come PostelD.
Stiliamo una breve guida sulle app utili per la Pubblica Amministrazione che a nostro parere sono indispensabili per i cittadini sia in ambito medico (Fascicolo Sanitario), che fiscale (Equiclick), che automobilistico (iPatente). L ‘ultima arrivata, poi, non è nemmeno un app, ma un sito Internet (anpr.interno.it) da cui scaricare tutti i certificati anagrafici in carta libera e da bollo. Lo abbiamo provato e siamo riusciti ad avere in pochi secondi il certificato che ci serviva. Sembra proprio che le file agli uffici anagrafe saranno solo un brutto ricordo!
Per accedere a tutti i servizi della Pubblica Amministrazione è ormai indispensabile avere a disposizione l’identità digitale SPID. Questa richiede il riconoscimento certificato e l’accesso protetto attraverso l’app di un gestore abilitato. Chi ha già un conto con Poste Italiane o una carta PostePay, e per questo ha anche il suo numero di telefono confermato, potrà ottenere facilmente l’abilitazione all’identità digitale SPID attraverso un codice di verifica SMS.
Tutti gli altri potranno recarsi direttamente in un ufficio postale per l’identificazione (costo 12 euro). Oppure identificarsi con la Carta di Identità Elettronica o con iI Passaporto Elettronico direttamente da casa. Lo si può fare utilizzando l’appPostelD, la stessa che poi sarà necessaria per confermare la propria identità ogni volta che vorremo usare lo SPID per accedere ai servizi della Pubblica Amministrazione. Il servizio è gratuito per chi ha il PIN collegato alla carta di identità o al passaporto. Gli altri invece dovranno pagare un contributo di 10 euro necessario per il riconoscimento attraverso la webcam. Infine c’è anche la possibilità di registrarsi eseguendo un bonifico di un euro dal proprio conto corrente e in questo modo utilizzare il riconoscimento effettuato dalla propria banca.
Secondo i piani del governo, grazie alI’ app IO dovrebbe essere possibile entrare in contatto con tutti gli enti pubblici della Pubblica Amministrazione. In realtà finora l’app IO si è rivelata preziosa per consultare il cashback sui pagamenti elettronici, ottenere il bonus biciclette e quello vacanze e per scaricare il certificato Green Pass. La disponibilità dei servizi locali per quanto concerne la Pubblica Amministrazione dipende in gran parte dai singoli comuni. Alcuni ad esempio consentono anche di iscriversi a servizi essenziali come i prescuola, i centri estivi, le scuole materne o gestire i tributi locali come rifiuti, IMU e ICI. Altri comuni, invece, non sono nemmeno presenti: per accertarsene occorre controllare direttamente il menu Servizi Locali.
In ogni caso per accedere all’app è necessario avere l’identità digitale SPID o una carta di Identità Elettronica con il PIN fornito dal comune al momento dell’emissione. Oltre agli enti locali ci sono quelli nazionali come ACI, Agenzia delle Entrate, lnail, INPS e lstat. Purtroppo però nella maggior parte dei casi si viene rimandati ad altre app dei singoli gestori. Interessante, invece, la possibilità di pagare direttamente gli avvisi di pagamento della Pubblica Amministrazione inquadrando semplicemente il QR Code presente sul bollettino e utilizzando la carta di credito per pagare.
Un’unica app permette di avere sempre sottocchio i punti che ci restano sulla patente e lo storico di quelli che abbiamo guadagnato e perso nel corso degli anni precedenti. Si tratta di iPatente, l’app ufficiale del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Direttamente dall’app è possibile conoscere i dati relativi alla revisione e all’assicurazione non solo dei veicoli che possediamo, ma attraverso una ricerca basata sul numero di targa, anche di tutti quelli immatricolati in Italia.
Non solo, ma attraverso il database nazionale potremo conoscere la classe ambientale del veicolo e quindi sapere se può circolare nelle zone soggette a limiti. Inoltre possiamo controllare se può essere guidato dai neopatentati e naturalmente accertarci che sia assicurato. Si tratta di dati fondamentali per chi vuole acquistare un’automobile oppure anche solo venirne a conoscenza in caso di sinistro. È anche possibile verificare lo stato di avanzamento del processo di lavorazione delle nostre pratiche presso gli uffici della Motorizzazione Civile. Anche in questo caso per accedere all’app è indispensabile avere l’identità digitale SPID o in alternativa una Carta d’Identità Elettronica con codice PIN. La precedente possibilità di accedere con nome utente e password non è più valida.
Non fa piacere a nessuno mettersi in contatto con Equitalia, il gestore delle tasse per tutti i cittadini italiani. E, tuttavia, piuttosto che perdere una giornata di lavoro per ottenere informazioni di persona, è sicuramente più comodo utilizzare un’app come Equiclick. Anche in questo caso per accedere all’area riservata occorre avere un account SPID o in alternativa la Carta di Identità Elettronica con il PIN fornito dal comune. O in alternativa le vecchie credenziali necessarie per accedere al sito di Equitalia. Nell’area riservata è possibile conoscere in ogni momento la nostra situazione debitoria aggiornata, con le cartelle da pagare, quelle che possono essere rateizzate e anche quelle già saldate.
Particolarmente utile la possibilità di consultare la lista dei pagamenti rateizzabili, ottenere la rateizzazione del debito (è possibile rateizzare un debito fino a un massimo di 60.000 euro) e cominciare subito a pagare dall’app. Inoltre è possibile chiedere di sospendere la riscossione, se possiamo dimostrare di non dover pagare gli importi richiesti dall’ente creditore. Particolarmente interessante è anche la possibilità di attivare il servizio Se Mi Scordo, in modo da essere avvisati attraverso SMS o email quando è necessario saldare i pagamenti.
In Italia sono le regioni a gestire la sanità pubblica e per questo non esiste una sola app, ma tanti fascicoli sanitari regionali. Il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) è lo strumento attraverso il quale il cittadino può tracciare e consultare tutta la storia della propria vita sanitaria, condividendola con i professionisti sanitari per garantire un servizio più efficace ed efficiente.
Tra i servizi disponibili ci sono le ricette prescritte dal medico di base che possono essere scansionate direttamente dalla farmacia. Inoltre è possibile consultare i referti specialistici e di laboratorio e salvarli direttamente sullo smartphone. Sono presenti referti risalenti al 2009, cioè 13 anni fa. E’ possibile comunque filtrarli per categoria e visualizzare, per esempio, solo quelli delle analisi di laboratorio.
Inoltre dall’app è possibile visualizzare i dati sul medico di base, consultare e gestire gli appuntamenti e gestire le informazioni per eventuali figli minorenni. Infine, sempre dall’app, è possibile consultare le informazioni riferite alle varie vaccinazioni e scaricare la versione più recente del Green Pass.
Da pochi mesi è finalmente disponibile per tutti l’Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente. In questo caso non si tratta di un’app, ma di un servizio Web che permette di scaricare gratuitamente i certificati dal sito anpr.interno.it o di riceverli tramite email. E possibile scaricare o ricevere in pochi secondi tutti i certificati anagrafici, da quello di nascita al certificato di matrimonio o di residenza, compresi quelli per altri componenti della propria famiglia anagrafica.
I certificati vengono scaricati in formato PDF e possono essere stampati e utilizzati quando necessario. A partire dal primo febbraio, alcuni Comuni inizieranno inoltre a offrire il servizio per il cambio di residenza o di domicilio all’interno dello stesso comune, occorre solo controllare dal sito se il nostro comune è tra questi. Per accedere al servizio dell’ Anagrafe Nazionale è possibile utilizzare l’identificazione digitale SPID oppure la Carta d’Identità Elettronica, ma solo se si ha il PIN fornito dal Comune. Una volta selezionato il certificato che ci interessa, per noi o per un altro componente della nostra famiglia, potremo scegliere se scaricarlo in carta libera o in bollo. Fino al 31 dicembre di quest’anno non sarà necessario pagare nessuna imposta anche nel caso di richiesta di certificato in bollo. Quest’ultimo è forse il passo più importante che ha fatto la Pubblica Amministrazione verso la digitalizzazione.
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